Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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le straordinarie avventure di Caterina

215608
Elsa Morante 27 occorrenze
  • 2007
  • Einaudi
  • Torino
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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prigione e fra poco tornerà al ginnasio. E se ne andò tutto contento. Allora Tit aperse gli occhi.

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anni quando scrisse le storie del presente libro, e ne disegnò le figure. A quel tempo, essa non aveva nessun Editore. Aveva due gatti di diversa

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bellissimo sorriso. — E smettila di abbaiare! — continuò Massimo. — È il mio stomaco che abbaia, io non ne ho colpa, — rispose il povero Piuma. Per

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ritrovato Bellissima e torniamo indietro, che ne dici, Tit? — Certo, certo, — disse Tit. — Vado a ordinare l'automobile. Poco dopo, si sentí

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Sebbene la casa di Caterí sembri, a vederla, una casa come tutte le altre, io vi debbo raccontare la sua storia perché, fra centomila che ne so, è

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Bellissima è la piú contenta perché, essendo tutta di stoffa, non sente fame freddo, al contrario di Rosetta e di Caterinuccia. Ora vi fu un

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. Anche questa volta Bellissima chinò la testa senza rispondere. Che colpa ne aveva lei, se era stupida? E stette ad ascoltare, con gli occhi in su, quello

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e la raccolse dalla spazzatura, e via se ne andò senza dir niente con Bellissima dentro il sacco. E quando Caterí si voltò, l'ornino e Bellissima

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le sembrava di averli già veduti in qualche altro luogo. Poi disse, con vergogna: — Non ne ho, stufato. — Mangerò un pollastrino con patate, benissimo

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, non ci pensavo. Potremo comperare il pane, e ne mangeremo un poco tu, e un poco io, ma un pochetto lo lasceremo a Rosa —. E Caterinuccia porse il

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zampetta? » Io gliela porsi tremando. Egli mangiò la briciola piano piano, poi si sedette e si mise a fare la calza, e se ne andò. — E poi? — chiese

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Tit. — Io conosco i topi neri, ho combattuto con loro, e so che sono ferocissimi. Una volta ne vidi uno che aveva infilzato diciotto topi bianchi in uno

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avrebbero voluto portare i suoi bagagli, ma egli non ne aveva e a nessuno volle cedere la trombetta d'argento, nemmeno per un minuto. Caterina lo seguiva

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avrà padre madre, — osservò una fata. — Già, ma allora, per chi mette in serbo tutti quei soldi? Le fate cominciarono a discutere animatamente

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, forte, invincibile Tit. Mi rimanderanno al ginnasio. Abbi pietà di me! I denti dei tre briganti battevano per la paura. Caterí ne sentiva il rumore, di

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compassione, — disse, — e vi cedo il posto. Farete voi da infermiera —. Allora tutti i nani la complimentarono per il suo buon cuore, ed ella se ne andò

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reticella d'oro e se ne andò col Principe. — Qui fini la storia di Tit.

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Bellissima, che è partita con lo stracciarolo; ma neppure qui l'abbiamo trovata. Ne avete notizia, voi che girate tanto? Il mercante rispose di no, e

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— Ma è Grigia! — esclamarono insieme Tit e Caterí. — Come? Voi la conoscete? — Tutti la conoscono di fama. La Regina delle Fate ne parla sempre. — Ah

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bucato ne ha guadagnati quattro nuovi, quell'omaccio, — brontolò Caterinuccia. — E ora ti vuoi sposare, Bellissima? — Il mercante dice, — spiegò Tit

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Rosetta se ne stava seduta con le mani in grembo dinanzi alla soglia di casa, e aveva due lagrime negli occhi, quando vide un'automobilina rossa

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vede che invece quel tipo se n'era andato per i fatti suoi, e ora chi ne sa piú niente? - Mio padle e mia madie mi aspettano invano, — dichiarò

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piano al primo per consegnare le armi a Tit. Quando la guardia dice: — Uscita! — Tit e la Principessa se ne ritornano al loro palazzetto rosso. Cercate

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va quel Negretti? — il canino rispose subito: — Bene! Bene! Si figuri che mi chiama perfino Eccellenza! — e se ne andò a dormire, dondolando la coda

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che quel diavolo di un cane continuava a mettere nelle pozzanghere. Quando fu in cima, sudava e non ne poteva piú. Sperava di sedersi per qualche

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ha scacciati perché avevamo fatto l'elemosina a un povero vecchio. — Sí, sí, — aggiunse Piuma, piangendo, — un povero vecchio, senza casa tetto! Uh

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le strade, non si trovava piú una bella ragazza nemmeno a cercarla col telescopio. Ma alla fine, quando già stava per tornare indietro, Paolo Pietro ne

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Pane arabo a merenda

219772
Antonio Ferrara 7 occorrenze
  • 2007
  • Falzea Editore
  • Reggio Calabria
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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brillano occhi immensi. Si siede accanto a me, appoggia la testa sulla mia spalla, chiude gli occhi: - Ti voglio bene, Nadir. - Anch'io. Ce ne stiamo

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Quando suona i nostri vicini corrono a sentirlo e ognuno gli porta qualcosa da mangiare, da bere o da vestirsi, così ogni volta Aziz se ne va via con

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tutte le parti. Un giorno prenderò un treno, un aereo, una nave e me ne tornerò in Marocco. E porterò Maristella con me.

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. - Fortuna che già era gialla — penso, continuando a suonare. Intanto il cane, zitto com'era venuto, si gira e se ne va via. Un soffio di brezza

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. - Perché ne dubita? — gli chiese il nonno — non si sente bene?

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bisogna subito chiamare l'idraulico! — squittisce nauseata la signora Preziosi mentre infila il paltò e se ne va.

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, infatti ho la pelle come loro, bianca nera. lo ho la pelle, i capelli e la religione diversa dai bambini italiani, però ho la pelle, i capelli

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