Le quote addizionali al tributo fondiario erariale disposte col presente articolo non consentono sovrimposte provinciali né comunali.
La denuncia deve essere fatta all'Ispettorato del lavoro competente per territorio, il quale ne trasmette copia all'Ufficio del medico provinciale.
Il datore di lavoro non può rifiutarsi di fare anticipazioni sull'indennità per inabilità temporanea quando ne sia richiesto dall'Istituto
Il pretore, qualora lo ritenga necessario ovvero ne sia richiesto dall'Istituto assicuratore o dall'infortunato o dai suoi superstiti, esegue
Il preposto all'azienda deve fornire al medico tutte le notizie necessarie per, completare il modulo, e firmarlo egli pure quando ne sia richiesto
Inoltre, se la decisione contiene l'ordine di sgravio o rimborso, l'intendente ne avverte anche l'esattore e l'Istituto assicuratore, indicando
Il valore capitale della rendita è calcolato con riferimento alla data di presentazione della domanda e ne sono detratti i ratei di rendita
giorno successivo a quello del ricevimento, ne trasmette copia all'Ispettorato del lavoro e al Pretore nella cui circoscrizione è avvenuto l'infortunio
di ritardo, ne accerta la causa e promuove dall'intendente di finanza i provvedimenti opportuni.
termine di un anno dal giorno in cui se ne doveva eseguire il pagamento.
Qualora non siano presenti, né rappresentati, gli aventi diritto alle prestazioni, il pretore fa assistere all'inchiesta, nel loro interesse, due
Nei casi di inadempienza da parte dell'esattore nel pagamento delle rate, il ricevitore provinciale è tenuto, quando ne venga richiesto dal predetto
E' obbligatoria per ogni medico, che ne riconosca la esistenza, la denuncia delle malattie professionali, che saranno indicate in un elenco da
Alle persone di cui all'art. 205 del presente decreto, addette a macchine mosse da agente inanimato ovvero non direttamente dalla persona che ne usa
Il credito delle indennità fissate dal presente decreto non può essere ceduto per alcun titolo ne può essere pignorato o sequestrato, tranne che per
diritto di fare iscrivere in essa le dichiarazioni che erede opportune. Se il datore di lavoro si rifiuta di firmare, l'incaricato ne fa menzione
direttamente dalla persona che ne usa, le quali ricadono in quelle tutelate dal titolo secondo del presente decreto.
del primo certificato, non lo spedisca nei termini previsti dal quarto comma, dell'art. 238, oppure che, nel caso previsto dall'articolo 239, non ne
a macchine mosse non direttamente dalla persona che ne usa, ad apparecchi a pressione, ad apparecchi e impianti elettrici o termici, nonché delle
. La denuncia dell'infortunio deve essere fatta entro due giorni da quello in cui il datore di lavoro ne ha avuto notizia e deve essere corredata da
avvenuti, ne abbiano informate intermediari per metterli in grado di offrire l'opera loro o di altri, come previsto alla lettera a).
, anche se i lavori siano eseguiti con l'impiego di macchine mosse da agente inanimato, ovvero non direttamente dalla persona che ne usa ed anche se essi
indiscutibilmente dovuto, ne avverte l'esattore perché sospenda la riscossione della somma corrispondente e gli concede la tolleranza per la stessa somma
termine senza che il ricorrente ne abbia data la prova, l'Ispettorato del lavoro e il Ministero del lavoro e della previdenza sociale dichiarano
più ragione di fuggire; anche Tolstoi fuggì, per andare a morire. Utrillo, come avevano malignamente annunciato gli inglesi, non ne aveva bisogno.
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Picasso». Ne hanno scritto e riscritto perché non ne potevano fare a meno, perché le prime prese di posizione, i primi entusiastici consensi dei Jean
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Il surrealismo fu il primo movimento che reagì a questo conformismo artistico; ma ne ereditò l’eccesso tecnicistico, il gusto umanistico, minuto
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È tuttavia nell’artista, come in molti surrealisti, anche eccellenti, una carenza di valori stilistici, nel senso che, se ne togliamo, come ha
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in chiave astratta; né riusciamo a vedere nella produzione ultima del pittore un confortante «ritorno all'ordine» per una raggiunta e meditata
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in tutta l’arte di Bacon una continua emergenza, un non mai scongiurato pericolo, di cui la guerra di ieri può essere stata un simbolo, ma né ieri
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dell’uomo; se ne sbalordisce, se ne entusiasma perfino — da qui le sue donne-idoli, piccole borghesi capellute, che si inalberano sulle aste dei loro
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sono né grandi né piccole, ma ingrandiscono e rimpiccoliscono, sono immagini sorprese in un transito, in un punto che è quello, ma potrebb’essere un
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macerati, verdi putrefatti, bianchi ossessivi, che si accendono accanto a densi nerofumi come ne «La perla»), diffi cilmente si riuscirebbe a capire Viani
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egli non chiude un’epoca, ma la continua, e, se così possiamo esprimerci, ne suggerisce una nuova alle attuali generazioni. Mai come in questa mostra
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metodo che ci pare piú giusto, e, Bertolucci ce lo consente ben volentieri, ne siamo certi, anche più critico.
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rilevante; nel senso che tale cammino di emancipazione dal dato visivo non è né un passo avanti né un passo indietro, considerato al di fuori dei
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recente e diretta tradizione, né ebbero statura paragonabile a quei maestri; ma come non si può parlare di paternità o di influenze determinanti nella
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, quelle prospettive sghembe, beccheggianti, qua! senso di commozione ci ispirano, riconoscendole subito in un clima e insieme definendolo, né Mafai
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impressionisti di questo tipo non sono mai troppi, tanto pochi ce ne sono.
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considerazioni sul cammino dell’arte italiana dal futurismo all’informale, perché Prampolini ne è stato uno dei personaggi più notevoli.
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Noi non disconosciamo, ovviamente, né il valore del maestro del Novecento, né il contributo che Guidi ha saputo dare all’arte italiana anche al di
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— e perciò, se Manzù ne prescinde, nessun critico aggiornato può prescindere dalle avanguardie studiando Manzù. Ecco dunque a nostro avviso la
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neppure possibile sulla scorta delle opere esposte alla Quadriennale. Né ci parrebbe di far cosa pertinente a questo saggio, se cogliendo semplicemente l
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quella specie di ribalta, né «grandi» né piccole, quanto a misura, si contagiano a vicenda e finiscono per ricomporre, a tutto danno delle recenti
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velleità dinamica, costruttivistica, talvolta perfino descrittiva dello scultore; la cui natura non è poi eccezionalmente drammatica: ne nasce talvolta
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pietà, né sdegno, né angoscia, ma, se mai, la ingenuità del «baubau», bugie, come pittura e stile, nell’arbitraria marezzatura delle luci e delle
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particolari avvenimenti e dalla piattaforma — perché altre valide non ve ne possono essere, infine — pacifista e democratica.
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può venire a patti in varia guisa, ma mai dimenticarlo: né in fughe di opere di affresco, come aveva tentato alla Quadriennale, né in decalcomanie
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Signora Peggy Guggenehim, che ne prestò gentilmente qualcuna dalla sua collezione. Ed oggi, a tre anni dalla morte di Brancusi, avvenuta il 16 marzo
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cercate con passione, vanno scoperte, perché «non c’è in natura né linea né colore, ma è l’uomo che crea la linea e il colore». Chi, come Ingres, si
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