Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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C'era una volta...

218870
Luigi Capuana 45 occorrenze
  • 1910
  • R. Bemporad e figli
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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cacciò una mano nella tasca del grembiule, e ne tirò fuori la Cecina, che era alta appena una spanna, ma bellina e ben proporzionata. Come vide quel

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riempire quel pancione del Re, ce ne volea della roba! E bisognava pagare. Il Re fece un bando: — Chi gli cavava la Cecina dallo stomaco, diventava

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. Non fiatare! — L' Orco, vista la figliuola, si fermò. — Che fai lì? - Mi riposo. — Oh, che buon odore di carne cristiana! — Passava un ragazzino, e ne

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: — Olà! — gridò—levatemela d' innanzi; mozzatele il capo! - E, senza pietà misericordia, la fece mettere a morte. L' altra, nello stesso tempo, avea

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— Fate la carità! fate la carità! - il Re non se ne dava per inteso. La vecchina arrancava dietro il cavallo. — Fate la carità! fate la carità! — Il

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. Che darti? Il mio sonaglino. — Che cosa vuoi me ne faccia ? Tienlo caro. Un giorno forse, ti servirà. - La Reginotta le staccò dal collare il

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. Aspetto la pelle del Re Moro. - Il Re Moro era terribile. Con lui, fin allora non ce n' avea potuto nessun guerriero. Il Reuccio mandò a sfidarlo: ne

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quando era entrata nel bosco per l' Uomo selvaggio. Figuriamoci che allegrezza! Le feste e i banchetti non ebbero a finir più. Ma di nozze non se ne

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la Reginotta era stata liberata dalle mani dell'Uomo selvaggio, il Reuccio del Portogallo mandò a domandarla per moglie. La Reginotta non disse di

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! - Si tenevano i fianchi, non ne potevano più. Soltanto quel povero Re rimase così afflitto e scornato, che faceva pietà. — Ah! Nano, nanino bello; se

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le buttò al suo mastino. La Regina stacciò di nuovo la farina, la impastò e ne fece un' altra pagnotta e un' altra stiacciata. Poi scaldò il forno di

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ogni cosa di pollìna. E poi tutto il giorno, chicchirichì! chicchirichì! Rintronava le orecchie. La gente del palazzo reale non ne poteva più. Un giorno

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' uovo? Ho mangiato la testa del galletto, ed esso mi canta dentro lo stomaco. Se non me ne liberi, tienti per morta! — Maestà, datemi un giorno di tempo

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: non avea lingua, occhi, orecchi; era rovinata dalle fiamme. E se lui non la guariva intieramente, non potea diventar genero del Re. Partì e

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: — Buona gente, incontraste per caso il cenciaiuolo che mi ha rubato il mio bambino? — Le persone che non ne sapevano nulla, la prendevano per matta e le

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cominciò dallo scarcerare la povera donna, e tornò a mandare dal mago: — Come rintracciare il bimbo? Lo avea rapito un cenciaiuolo e non se ne sapeva più

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. Il contadino cessò di sonare; di botto la reggia ridivenne pagliaio, ma di aprire non se ne parlò neppure: e il Re, che bruciava dall' impazienza

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luna e del sole sarebbe stata sua sposa! E lui se ne tornerebbe al palazzo reale, Re come prima e più beato di prima! Ma la sua disgrazia volle che

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bocconi; poi ne riempiva il grembiule e scendeva giù, nel canile. — Mamma cagna, mangiate; la mia vera mamma siete voi! - La notte dormiva lì, con

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insoffribile. Era, da capo a piedi, ripiena di pulci; e, siccome montava a corsa le scale e scoteva le vesti, ne seminava per terra cataste che

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. — Mamma cagna, Bau, bau! No, no! Non ne vuol sapere. — Figliuola mia, dàcci aiuto! - Che aiuto poteva dargli? Mamma cagna rispondeva sempre: — Bau, bau! No

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contadino, che, invece di cento, ne aveva portati un mezzo migliaio. — E giusto, — rispose il Re. E gli fece un bel regalo. Saputasi la cosa, tutti

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più intatto un solo capo; pareva che un esercito di topi fosse stato a divertirvisi coi suoi dentini distruttori. valeva il rinnovare ogni cosa

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— Topolino, se mi vuoi bene, risuscita mio padre! Topolino esitava. Allora si fece avanti sua madre: — Topolino, te ne prego anch'io, risuscita il Re

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, dovreste farmi un favore! — Parla, che cosa vuoi? — Vorrei delle fiabe nuove. Voi, che ne avete dei magazzini, dovreste darmene qualcuna. — Fiabe nuove non

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dell' oro? Ne avrai finchè vorrai. Ma quanto alla Reginotta, néttati la bocca. C' era una volta.... — Maestà, il patto fu questo. — Vuoi delle gioie

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fiaba di Ranocchino, porgi il ditino. La fiaba piacque ai bambini: — Un' altra! un' altra! — E così di seguito; ne raccontò più di una dozzina, e lui

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e se ne riempiva le tasche. Ma nella stanza appresso, i diamanti, sempre a mucchi, eran più grossi e più belli. Il Re si vuotava le tasche, e tornava

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padrone! — Non siamo traditori, io, il mio padrone. - Sentendosi rispondere dallo scatolino, la Reginotta lo aperse. — Ah, cardellino mio

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un bel dirgli: — Ranocchino, porgi il ditino; — non se ne C'era una volta.... 4 dava per inteso. Una meraviglia non mai vista. E tutti pagavano un

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Come rimediare? Il Re si morse una vena del braccio e ne fece schizzar il sangue. Intanto scivolava giù. Ma poco dopo la corda da capo: — Ahi, ahi

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. — E se una femmina? — Se una femmina quando avrà compiti i sette anni, dovrete condurla in cima a quella montagna e abbandonarla lassù: non ne saprete

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' elemosina. — Buona donna, buona donna, fatemi ritrovar la mia figliuola! — Maestà, che ne so io? Sono una povera femminuccia. — Buona donna, buona donna

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morta; ne farà due bocconi. La prossima notte a quest'ora ci rivedremo. — La mattina, la Reginotta udì la solita voce: — Vuoi vedermi? — Volentieri

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, all' alba, venne fuori; e come vide i coltellino, si mordeva le mani: — Se trovo chi l'ha piantato, ne faccio un boccone! — Cercò, frugò attorno, ma

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LA FONTANA DELLA BELLEZZA C' era una volta un Re e una Regina, che avevano una figliuola bruttissima e contraffatta della persona, e non se ne davano

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: C'era una volta.... 14 — Ecco qui. Regalatele questo anello; quando lo avrà portato in dito per ventiquattr' ore, ne vedrete l'effetto. —

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i vostri corrieri han cercato male, che colpa ne ho io l Cerchino meglio. — E tu l'hai veduto, coi tuoi occhi, l' albero che parla? — L'ho veduto con

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' alba, la gallina si mise a schiamazzare. Invece d'un uovo, ne avea fatti due, uno bianco e l' altro nero. La vecchia andò fuori per venderli. Quello

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Re, e sentito: Bimbo mio, tu, sarai Re, la prese in mala parte, perchè non aveva avuto ancora figliuoli e ne era accorato assai. — Comarina, — le

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capogiro e cascai. Non ne fate motto, per carità; il Lupo Mannaro mi picchierebbe. - E passò un giorno. Il secondo giorno, aspetta aspetta, la secchia

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ne dirò un'altra. — E cominciò: — C'era una volta una bambina, che aveva la mamma matta e la' nonna più matta di lei. La nonna le fece un cappuccetto

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confortandoli che sarebbe tornata a vederli, e sparì tra gli alberi e le macchie folte. Non si seppe più nuova di lei dell' Uomo selvaggio. Passato

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: — Volete darmi questa figliuola? - Il sarto, che ne aveva una Regina ed una Principessa, era montato in superbia e rispose: — Il pecoraio, scusate, noi

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ne farebbe dei miei sassi? — Ma se lui li volesse? — Se lui li volesse? Questi sassi son per me; Non li cederei neppure al Re. — Il Re fece finta di

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