considerare sono queste sue psicosi che non stanno né di qua né di là, tra il mortale e il mortuario. Ma tempo ce n'è rimasto poco, occorre affrettarsi
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serata come tante, né vinto né perso, nessuna emozione particolare, in compagnia di due ippici innocui. E questa insonnia non è normale, perlomeno per
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, secrezione indelebile di bestia. Non respiro né sono oppresso, è solo che affogo.
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Sa poco il testimone. Il suo sguardo non va, per quanto s'interni, al di là di quel che gli si manifesta. Chino sul proprio corpo ne ha percepito gli
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Da sempre mi mancano le parole e io ne ho nostalgia. Per questo cucio, cucio, cucio.
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amante, accadeva spesso laggiù. Passò un mese. Un giomo fu ucciso un coccodrillo e, squartato, ne uscirono dalle viscere chili di braccialetti, anche
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Laggiù ha comprato una trota, l'ha colpita sulla testa con la mano sinistra e, siccome non moriva, l'ha addentata, quindi ne ha assaporato il sangue
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Dice che ha un amante, che il marito ha un cancro allo sto- maco e lei ne è contenta. Sarà finalmente libera.
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pennuti, ma quando non bastarono le urla di incitamento né il lancio di vari oggetti si decise di convincerlo con una lunga verga metallica e quello
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Due settimane dopo i funerali va in sogno al figlio, gli indica il platano davanti alla finestra, dice che ora se ne sta su uno di quei rami.
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I folletti in casa. Quando spariscono le chiavi o l'accendino, prima se ne lagna a voce alta, poi esce dalla stanza e conta fino a dieci. Quindi
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dietro un vetro che ha molte parti già offuscate, le tibie sono molto più numerose dei minuscoli crani collocati in alto e di cui non sappiamo né il
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distante un telo bianco più simile a un asciugamano che a un paramento con la scritta ricamata “Trinità”. A questi dettagli se ne aggiunge un altro: la
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Per una persona, li ho presi, che da tanti anni e morta eppure ancora forse abita qui e non ci fa compagnia e dei fiori forse non le importa, né del
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Se non funziona il cancello automatico l'uomo lo guarda posando una mano fugace ma ferma sul ferro. Poi se ne va puntando avanti e nella testa
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che la luce se ne vada, arriva il vento, prima da te, entrando dalla camera, e poi da me nell'altra stanza. Allora ci mettiamo in piedi con le
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portone, a ciò che se ne va, a ciò che toma prima di una resurrezione.
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Lei continua con il marito. Urlano, s'annientano, poi si ritirano in camera da letto dove lei piange. Ne esce ridendo, va ad apparecchiare la tavola
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da pranzo, su cui la moglie posava dolci e bevande. Laureato in Cirenaica, ne faceva fede il diploma in mostra nello studio, una volta gli sfuggì di
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Volubil che l'onda che ammorza Ne l'onda volubile smorza... Ne l'ultimo schianto crudele... Le vele le vele le vele
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poeti Ne le fonti e le sfingi sui frontoni Benigne un primo oblìo parvero ai proni Umani ancor largire: dai segreti Dedali uscìi: sorgeva un torreggiare
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lagrime come due vele dietro una leggera brezza marina. Il nostro dolore non era dolore d’amore né dolore di nostalgia né dolore carnale. Noi morivamo
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rinserra il mio core, fioriscono, o giardini, lungo i viali, ne le vostre aiuole. Io v'amo, io v'amo, o fecondati al sole di primavera in languidi mattini
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colse, e cadde, morta, al suolo? o pur, libera, dopo lungo palpito d'ale, giunse all'immenso, azzurro Oceano natale, ove ne l'aria, ondeggiano
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Non rammento. Io la vidi aperta sul mare, come un occhio a guardare, coronata di nidi. Ma non so né dove, né quando, mi apparve; tenebrosa come il
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, poiché ho esperta e ancor vivo ad ogni istante nella tua indifferenza la mia morte. Né più mi giova mendicare i giorni né chieder altro più dal dio nemico
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l'onda canuta, né la mensa famigliare e l'usato giaciglio ho rimpianto o il commercio delle care e dolci cose. Né deserto e triste m'è apparso il mar
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sollevar ed il bene che non sanno van col vento a ricercar. Dalle pozze dalle valli sale il velo e in alto va, non ha forma né colore l'affannosa
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. Dalla scala salita un giorno per sempre non verranno più voci, né visi morti. Non sarà necessario lasciare il letto. Solo l'alba entrerà nella stanza
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parola che lo contenga o accomuni alle cose passate. Ieri, dalla breve finestra è svanito come svanirà tra un istante, senza tristezza nè parole umane, sul
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: " Fingi, ridi, pensaso buffon! La moneta dell'uomo infelice non ha corso, nè luce, nè suon! " - Gote mie cui non seppero i baci mascherar del sol velo
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Quella superba sua faccia serena passar la vidi tra la folla oscena, e vidi gli occhi della folla ardenti sprofondarsi ne' suoi, come attoniti e
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questa ne so!
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rubini della vigna e queste argentee gemme del globo celeste, in un bicchiere, sono un poema, ed io lo voglio bere! Non discutiamo di filosofia, ve ne
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amistà perenne e eterna guerra. Son mille secoli che si innalzan le braccia al Nume ignoto, né mai si svincola l'amor del cielo dall'amor del loto.
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Come è bella la sera in mezzo ai monti! Te ne ricordi?... ti ricordi quando si vagheggiava i rapidi tramonti, e tornavamo a braccio, e sussurrando
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amico mi venne a narrare: - La giovinetta si è gettata in mare! - O giovinetta, la tua salma bianca non cerchi il pescator di Villafranca, né il canuto
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somiglia a quello dell'anima mia... Dall'aria greve oppresso tenta invan sollevarsi, e fuggir via! Povera amica! di me che ne dici ? Pazzo non sono, e
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tende d'Israello. Dormi nei letti tiepidi o progenie d'Abele, e al capezzal ti piovano sogni di rose e miele, né la beata moglie ti risvegli russando, né
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diavolo andò al mondo di là!". - Al mondo ? - io chiesi - spiègati : di là ? di là di che ? ". Ma credereste ? Angelica non ne sa più di me, e non
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vino e ostiera seducente? Un vecchio marinar vi ritrovate, che vi schiude una stanza puzzolente ... Della cantina ohimè non ne parlate! Ma quando
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l'ostriche e il merlano. - La gente crolla il capo e se ne va, dicendo : - É un pazzo - ed io soggiungo piano : - V'ha chi tali ci crede anche in città. -
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avea la mesta, né amor d'amiche la povera tosa; ella era brutta, e in cenci avea la vesta ... qual giovin mai l'avrìa menata sposa? Vedea le forosette in
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Ecco una landa solitaria e bella come la speme di un morente. Il cielo è di un vivido azzurro e senza velo; contadina che spigoli sul prato, né carro
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nere passar davanti a schiere, lasso! e non una ne sortì, gentile tesor primaverile, a offrirmi i baci, a offrirmi il santo affetto sognato al loro
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guatarmi colla faccia arcigna e dura: guardò poi la mia pittura e partì senza parlarmi: al risvolto di una via sghimbiò lesto, fuggì via ... io ne vidi
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all'alme perverse quanto all'anime buone pur nelle sorti avverse, dona a chi segue la sua legge Iddio d'esultanza o d'oblio! Né più il pastore, dalle prime
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canta dagli altar : " Lagrima e spera! ", ma chi celebra mai pianto conobbe, né mai di Nesso la camicia nera, né il letamaio del povero Giobbe. Non
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; né attenderò giammai che il cimiter si schiuda alle canzoni per amarle e sposare a' vacui lai le balde ammirazioni. Però nel giorno che un tonfo di
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intègri fino alla porta dell'eterno buio! Né ch'io giammai mi stanchi di riporli nel core ad uno ad uno, di volta in volta che il fatal becchino li mena
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