Come risulta naturale la divergenza di opinioni che ha fatto attribuire gli affreschi di Antonio Solario a Napoli, ora a Scuola Veneziana, ora a
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W. PATER: Il Rinascimento. Studi d'arte e di poesia. Traduz. De Rinaldis. Napoli, 1912 (in: 'La Voce', IV, 1912, n. 39, p. 902).
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fosse in Fabrizio Santafede, l'uomo che per tradizione dovrebbe rappresentare a Napoli quel che a Roma rappresentano i Carracci. Egli ha piuttosto
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stampiglie di su quelle del cavalier d'Arpino: è ciò che fece Belisario Corenzio il più fortunato imprenditore d'affreschi di Napoli nel primo quarto del
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Vi fu tuttavia un pittore che a Napoli tenne fede al Caravaggio più che qual sia caravaggesco d'Italia; che fu di lui più puro discepolo che quanti
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L'attività artistica di G. B. Caracciolo s'inizia in sostanza con la venuta di Caravaggio a Napoli, cioè col 1607: e di un suo precedente tirocinio
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Domenico Maggiore di Napoli, questa piccola tela ha un valore incalcolabile.
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, anche prima, compagno di Caravaggio a Napoli, non si potrebbe prenderlo in esame come il più debole e il più lontano di tutti i caravaggeschi dal
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a dimostrarci ch'egli è considerato fra i primi a Napoli, sebbene Santafede, Corenzio e Ribera sian forse più simpatici - è naturale- al pubblico del
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Infine, parecchio prima della Gentileschi era venuto a Napoli da Roma Giuseppe Ribera, e questa è la terza tendenza che si frappone alla
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fu mai dipinta a Siviglia o a Valenza ma quasi sicuramente a Napoli dalle mani del Velazquez partenopeo, il carneade Francesco Fracanzano * - e per
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L'Orfeo del Palazzo Reale di Napoli ** opera che già nel '700, quando fu inviata da Roma a Napoli 29, passava per un Caravaggio di prim'ordine
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Stanzioni, ovvero il Cavalier Massimo; inviava da Napoli, non so precisamente che soggetto, probabilmente il gentilissimo Baccanale ora al Prado
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dalle opere). Venne a Napoli verso il 1630 quando il padre era già in Inghilterra da parecchi anni (Lettere di Artemisia) 51. A Londra andò soltanto nel
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VITA DELLA GENTILESCHI SECONDO IL DE RINALDIS (Catalogo della Pinac. di Napoli, 1911): Nacque a Pisa nel 1590. Si educò sugli esemplari di Guido e
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Riconosciamo la Gentilesca anche nelle due opere appese l'una sull'altra nella Pinacoteca di Napoli, la Lucrezia attribuita a Stanzioni, e la Susanna
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. L'attribuzione al Guarino, uno schietto stanzionesco, è insostenibile e sebbene il facitore del catalogo della Pinacoteca di Napoli ci dica che il
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A noi, per ora, conviene tornare con Artemisia in Italia, e a Napoli e concludere con l'esame del gruppo di opere che possono presumersi appartenere
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Massimo, con Lanfranco; Agostinello Beltrano, col grande Francesco Fracanzano (il Velazquez di Napoli); e ne venne composta una delle più rare quadrerie
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Tutta l'attività di Artemisia fino alla sua venuta in Napoli è strettamente legata al quadro dell'arte paterna, soprattutto come cerchia d'arte, e
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stile dei Gentileschi in Napoli, per opera soprattutto di Artemisia
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In realtà quando si abbia a mente chiaro, lo svolgimento di Caracciolo, e ciò che importi la venuta a Napoli della signora Schiattesi; quando anche
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Lasciava Artemisia arrancare questi giovini a testa rovescia su per i soffitti delle chiese di Napoli: ella frattanto confezionava accuratamente un
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Artemisia ci è apparsa tuttavia, anche dai nostri limitati accertamenti, nulla di meno che la fondatrice in Napoli del «primitivismo caravaggesco
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La scuola locale di Napoli ch'era ormai stanca delle violenze schiantate di Caravaggio maturo impersonate nell'opera di Battistello Caracciolo, non
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, coll'espansione delle sue nuove forme che ne germinavano. Fin dopo il 1313 fu in patria; nel 1317 era a Napoli alla corte di Roberto d'Angiò con
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A. PELLIZZARI, I trattati attorno le arti figurative in Italia e nella Penisola iberica dall'antichità classica al Rinascimento. I vol., Napoli
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Per esempio, in quel capolavoro di figura isolata che è il S. Sebastiano in S. Maria dei Sette Dolori di Napoli [figura 19].
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Gli scomparti della nave mediana di San Pietro a Majella di Napoli [figure 21, 22], diventeranno, speriamo presto, qualcosa di più che le stanze di
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. Ricordiamo fra i suoi collaboratori quel Juan de Do, che poi si trasferì a Napoli, dove divenne scolaro dello Spagnoletto.
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del Cortona (Roma, 1645, 1659), del Ribera (Napoli, 1650), dello Stanzioni (Napoli, 1649, 1650, 1651, 1653), del Guercino (da Bologna, 1648, 1649
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Agostino, pittore di Napoli è Agostinello Beltrano, scolaro dello Stanzione. Il cav. Cosimo è Cosimo Fanzago, il celebre marmoraro lombardo. Carlo
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mediatore del Ruffo da Napoli tra il '60 e il '70 è da identificarsi col pittore allievo del Caracciolo di cui si legge la vita nel De Dominici che non
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Altre lettere interessanti la storia della critica sono quelle da Napoli di Giacinto Giacomo de Castro, che considerava la pittura napoletana ormai
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Messina e di Napoli non sempre si può esser d'accordo con lui: l'identità del San Gerolamo col leone di Polidoro da Caravaggio, citato negli inventarî
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Di questi tempi è anche l'Orfeo che suona il violino nel Palazzo Reale di Napoli dov'è attribuito al Caravaggio e che avemmo il torto di ritenere per
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e con mecenati - Pubblicazione della prima parte d'Architetture, ecc., Viaggio a Napoli, ecc. Però considerazioni inesatte sulla pittura romana e
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E. PETRACCONE, Luca Giordano, Opera postuma a cura di B. Croce. Napoli, Riccardi, 1919 (in: 'L'Arte', 1920, p. 92-93).
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del 1630, e cortonesca poco di poi. In quanto Luca Giordano come pittore, e non come uomo di Napoli, sboccia su questi storici terreni. A Napoli
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Pinacoteca di Napoli) e da lui giustamente assegnata al 1514-15 2.
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Palermo, il Padre Fedele da San Biagio; in molte di quelle segnatosi Stommer o, latinamente, Stomus; altre vistene poi a Sant'Efremo in Napoli; e tutte di
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Verremo ad altre scuole. Già ci aveano i due Gentileschi quasi insensibilmente carreggiato in Napoli dove Artemisia, che a lungo vi dimorò, non fu
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Ritroveremo la strada di Roma, e nel ripassar per Napoli, ecco alcuni altri soggetti più recenti, fra' quali è il Giordano, giammai assente da
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259. San Giorgio. Napoli, Coll. Gualtieri. Lo vedevo di incerta attribuzione.
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Nella prima edizione figurava anche col Sant'Omobono della chiesetta omonima a Roma (878) e con il Cristo fra i Dottori del Palazzo Reale a Napoli
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1028. Sant'Antonio [figura 231]. Napoli. Galleria. Per me certamente del Cavallino.
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Amore del Museo di Napoli, Il Silenzio e la Leda di Dresda.
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secondo le forme del Rinascimento, ciò dimostrava che probabilmente aveva trovato queste forme a Napoli; esse erano naturalmente derivate da Piero.
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L'altra opera capitale in questa rivoluzione dello stile Belliniano, è, l'ho già detto, la Trasfigurazione di Napoli [figura 53; tavola VIII].
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la solarità abbagliante di Lattanzio a Piazza Brembana - che ci fanno sognare naturalmente d'Umbria; e lasciamo ormai la Trasfigurazione di Napoli dove
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