ritornelli sempre più clamorosi, esce, quando qualcuno n'apre la porta bassa e vetrata, un frastuono infernale di bicchieri cozzanti, di rauche bestemmie, di
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suo cenno, una sensala le corse incontro e n'ebbe in consegna un grosso involto dal quale usciva fuori un lembo di sottana a falpalà di seta color di
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della medaglia al valore ch'era a capo del tuo letto, che cosa n'hai fatto? — Ella impallidì, e mi rispose soltanto con una occhiata: un'occhiata che
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bravo professore se ce n'è — viene due volte al giorno — mi son determinata a far chiamare lei che mi levi da questo gran pensiero; tanto più che questo
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a chi n'è la causa? — sospirò il conte. - Io ne sono la causa? Io? — gridava l'avvocato cascando dalle nuvole, preso, questa volta, da un impeto
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badavano a ripeterglielo: ci voleva pazienza, non c'era che fare. Pazienza! Bastasse almeno, Signore, la pazienza! Chi n'aveva avuta quanto lei da un pezzo
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, ammicava, imponevasi, impossibile a eliminarsi, a scacciarsi: come la fatalità. Una notte la febbre ascese a quarantun grado. Il medico se n'era andato
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II. E il quadro, da vero, poteva dirsi rubato. Quella carta da cento, nuova e rosea, che n'era stata il prezzo, era ella proprietà assoluta del
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rientrò nella sala, il vecchio n'era scomparso. L'amico si mise in cerca di lui per tutta la pensione; ma senza frutto. Allora, inquieto
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