tanto malumore, non se n’è accorta. Io vi confesso, Signori, che non senza mia grandissima pena ho notato di recente che il mio amico Adolfo Venturi, che
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arrovesciata, da cui par che spiri un rantolo ferino, non è da sè sola, colle sobrie pennellate onde n’è risoluta la modellatura, una cosa superiore
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alcuna ragione oramai per accettare l’affermazione del Malvasia, che, invertendo le parti, vuole il Costa discepolo del Francia; ma non ce n’è nemmeno
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Milanesi, che se n’è valso in vari passi dei suoi commenti al Vasari. Ma che non può il rispetto cieco agli scrittori antichi? Ciascun di noi trovando in
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Forse tra questi giovani ce n’era di quelli che si ricordavano d’un piccolo Presepio dipinto da Raffaello, certo di maniera umbro-fiorentina
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Se sono del Chiodarolo il Presepio della pinacoteca segnato col n. 60, l’altro Presepio della chiesa di S. Vitale, che il Ricci con buone ragioni gli
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buon imolese nel suo cuore avea fatto un culto; il S. Michele del quadro n. 89, già nell’altare maggiore di S. Michele in Bosco, è quasi copia di quel
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