Epifanìa, o son morti di freddo, o son malati, nei paesi del sole, i bei vegliardi dallo scettro d'oro! Quando la mia scarpetta in sul verone tutta
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tumulo; un altro giorno che dei giorni morti correva al cumulo.
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tiepide tane fa ogni sbuffo assassino delle speranze dell'april bottino, e alle rive lontane caccia un popol di morti e di feriti. Son sibili e
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erano morti affatto.
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crede; abbatti, uccidi, interroga i morti e le rovine, cingimi, o bardo, al crine l'irrevocato allòr! - Egli lasciò le facili gioie, le soglie care. E
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buoni e memori testimoni dei morti; occhi celesti, estatici in cima a eccelsi porti, avean veduti i secoli, travolti a cavalloni, cadere in ginocchioni
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morti gonnellin di legno fatto a pennello, gonnellino di moda eternamente!... Vanne fanciulla, e oblìa nella tempesta delle note e dei salti il mar
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sepoltura; però, a smarrirli, partirò da Noli a notte oscura, poiché sepolti son, ma non son morti quando la coltre non sorride al sonno, tornano
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