Così – nella morte – la gentile suicida ancor sorride.
Iris è svenuta; essa giace ora rivolta nel tetro velo del Vampiro, e intorno la Morte e la Bellezza vigilano ad eludere gli sguardi dei passanti.
O Morte, Signora Misteriosa, quanto sei grande nella tua pietà, Tu che tanti mari e cieli eterni poni fra gli umani e i loro dolori!
tesori del mondo, giù in questo fango di cose morte.
stelle del cielo, – la notte senza riflessi delle acque morte, – la notte senza lacrime della insensibilità della natura.
! Né la morte invocata le fu benigna; la vertiginosa caduta, che avrebbe sfracellato un atleta, colle bohmêrie viminose e le scirpe a cespugli, sporgenti
Vampiro, la Morte, la fine certa d’ogni cosa, d’ogni pensiero, d’ogni dolore!
che la intornia è fatta di luce mite e soavissima; un’altra ha la maschera della Morte, la terza quella di un Vampiro e le nuvole di veli che le
raccomando quella creatura, massaia! Quasi la povera donna si vedesse proprio in punto di morte. Scurpiddu la vedeva la mattina, appena alzàtosi da
manovali e il prete per portar via il cadavere di comare Nina. Massaio Turi era andato a far la denunzia della morte al Municipio in Mineo, e aveva
sarei qui, ma tra i morti, laggiù. Là sono selvaggi, neri come la pece ... Sono bestie feroci; non hanno paura della morte. Questo dispiaceva a