Penombre
ci basti il suo cor! Ai fischi del pubblico, del volgo al sorriso ci asconda quel piccolo suo vergine viso: se un ramo di lauro ci aspetta nel mondo
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. Vorrei darle la mia sete di baci non noti al mondo; come un aratro sul suo sen giocondo vorrei passare, e nell'ansia vederla agonizzare. E poi narrarle
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cero e colla luna che accarezza il mondo; mentre il musino del gattuccio nero, immobile ed intento al limitare sogna il suo lungo sogno di mistero
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sarà la bestemmia e la canzone che merita la donna, quando è l'angelo, il santo e la madonna! E tu non sei del mondo, o bella creta, no, del mondo non
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- Galoppa, farnetica, bestemmia, sospira, col sogno, coll'orgia, col dubbio, coll'ira ; nel fango, nell'aria, sui letti del mondo, sul capo profondo
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Pallido fior del nordico paese, vaga beltà della colonia inglese, ben mi dicea quel tuo sguardo profondo che ti chiamava a sè l'occulto mondo! Quando
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bianca e delicata, vorrei sporcarmi al suo nobile petto: l'arte soave sulla lena innata, e sulla forza verserei l'affetto O Polifemo! il gaio mondo
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, anch'esso è buono! Ma lascia al fango e all'odio il mondo triste e gli uomini perversi; e se sospiri ancor sante conquiste di santi versi, deh, ripulisci
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; chi sente, al mar dei secoli curvato, l'avvenir ricongiungersi al passato; chi abbandona, oltre il mondo, il crocefisso, non entra in chiesa, ma ti
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felici. Apri, ingrato, ai dolor! siam noi la musa, l'eterna musa che pel mondo corre; non è poeta l'uom che ci ricusa, l'uom che ci abborre . - Ed io
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, parlava del molto concesso nel poco; ed Emma, una bruna dall'occhio profondo, parlava dei bimbi che vengono al mondo; e Nina, una fragile dal senno
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cercai del mondo; ma l'empia ressa dei calci fraterni turbava il fondo, e, poiché il fango sal come la nube, come l'incenso e la prece devota, sul
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superbi versi, egli vi mesce sillabe mute, e sdegna la lima? Incespica a una rima chi il mondo improvvisò? Eccoti, o laido sgorbio del poeta celeste
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vastità del cielo, e della donna il cor. . . . . . . . . . . . . Perché, cretino e splendido mondo dei Filistei, sotto l'arcano incendio fremevi, e intorno
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versi e gli amori! Oblìa gli amici che han lo scherno in viso; non è un mar di amicizia il mio sorriso? Oblìa, poeta, il mondo, e il cielo oblìa; la
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stranieri; e ci sentimmo intemerati e liberi ne' tuoi pensieri! Noi gli diremo: abbiam sognato tanto, cittadini del mondo, e al dubbio infitti
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ad aspettare; si gridi al mondo, entrando in questa stanza, dolce pianeta seguita a rotare; seguita pure, o docile pianeta; quando nell'aria a faccia