Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: mio

Numero di risultati: 65 in 2 pagine

  • Pagina 1 di 2

Parassiti. Commedia in tre atti

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Antona-Traversi, Camillo 26 occorrenze
  • 1900
  • Remo Sandron editore
  • Milano, Napoli, Palermo
  • teatro - commedia
  • UNICT
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No...no, per carità!... Nè il mio nome...nè il suo!... Restiamo nell'ombra... È molto meglio!...

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- Se ritornerà con suo padre, la dirò al mio fidanzato.... Se non ritorna, è meglio che non abbia mai udita.

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Miss Emma Stower... mio padre...

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Il cavalier Naldini, mio segretario...

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- Lunedì... con mio padre...o mai più!

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- Il mio fidanzato...

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Per questo, parlo così!... Mia moglie...giovane... bella...ricca...e mi vuol bene; ma non ama la musica...Il mio strumento le urta i nervi

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...rinunzierò anche al mio modo di pensare?... Rispondi!...C'è tempo ancora a ritirarsi!

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Mio figlio...per ora...non possiede nulla!

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- Ho fatto il mio dovere!

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- Oh, gli abbonati che zittivano...e la claque pagata, che applaudiva... è verissimo!...Ma, vi prego, non parliamo più del mio debutto!... Ha fatto

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Emma!... Tutti possiamo commettere un errore.... Ma un errore...non è una colpa!... Il mio...fu quello di sposare una donna volgare... dalla quale ho

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- Il mio romanzo d'arte...di gloria...d'amore...finisce così!... Non tentate di prolungarlo...e lasciamoci da buoni amici... Di voi ricorderò sempre

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....assicurate sopra un podere di mio padre.

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Questa mattina, mentre cercavo di commuoverla...lei faceva tranquillamente i bauli...e, quasi canzonandomi, mi disse: «Mamma, che gioja avrai al mio

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Le occorre un marito...il mio!

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A mio figlio...ci penso io!

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E allora tanto peggio per Ida!... Mio figlio non è uomo da perdere una fortuna...per vendetta della moglie... Se non potrà essere marito di Emma

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, il mio caldo saluto, all'antico compagno di studj, al fratello carissimo. GALLIENO SINIMBERGHI.Il signor Pubblico, an. III, n. 30 ; Roma, 29 luglio

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- Il mio nome su quella cartaccia!?... Non voglio!

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Ma posso io andare, su, in Municipio, a gridare: «Io non guadagno un soldo!.. Non spendo del mio!... Sono un pezzente in redingote e cilindro

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, più spesso, per far piacere a me... senza nuocere agli altri... È la mia specialità... In altri tempi, un uomo come me...col mio ingegno pronto e

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E io li lascio strillare!... È il loro mestiere, e continuo a fare il mio!... Del resto, le spese sono tutte controllate, e i miei conti tornano

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Hai una risposta a tutto... Basta!... Io rimpiango sempre il bel tempo in cui eri segretario comunale al mio paese.

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padrone mi fa gli atti...e il mio commercio è rovinato.

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ch'io non ne avevo più...e forse, ha messo gli occhi addosso a qualche altra...stupida...per offrirle il mio posto.

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XX Legislatura – Tornata del 15 maggio 1900

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Colombo 4 occorrenze
  • 1900
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
  • UNITUSCIA
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Lazzaro. Sono lieto che l'onorevole Giolitti, che ha autorità maggiore della mia, abbia, in gran parte, accettato le idee che ho creduto mio dovere

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questo appello non v'è nulla di men che benevolo, poichè il mio appello e la mia proposta, tendono a metterlo in grado di togliere il Parlamento da una

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far conoscere le idee del Governo; ma ad ogni modo io ho creduto mio dovere di associarmi alla preghiera dell'onorevole Giolitti, affinchè l'onorevole

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Ferri. Non ci debbono essere sorprese da parte sua; io voglio tutelato il mio diritto!

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PROFUMO

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Capuana, Luigi 11 occorrenze

! quel suo glaciale: "Siate la benvenuta in casa no- stra!" e il bacio più glaciale ancora con cui ella rispose al mio, così rispettoso e affettuoso, il

testa, la baciava, la baciava, mormorandole dentro l'orecchio: "Ho avuto torto! Il torto è mio!" E tornava a baciarla. "Perdonami! Non l'ho fatto a posta

coscienza dobbiamo aver pulita, padrone mio!" "E anche le mani." Il sole era già sparito. D'attorno, gran silenzio tra gli ulivi nella calma della sera

: "Figliuolino mio! Orfanello mio! ..." Oh, se ricordava! Se ricordava! Sua madre vestita di nero. Per la casa silenziosa, un via vai di gente cattiva

, figliuolo mio!" E continuava, rivolta a Eugenia: "Due spanne di terreno: paradiso! Peri, meli, prugni, nespoli del Giappone, melagranati di tutte le

voleva precisamente dir questo. "Sì, sì! ... Sto bene! Sto meglio! Te l'ho detto! Dio mio!" "Non stizzirti!" "Mi arrabbio perché non sono creduta

figliuoli. E così, io per una via, lei per un'altra ... Ma ero come dimezzato ... Queste ferite, si- gnor Agente mio, non rimarginano mai! Cinquantadue

?" "Ho telegrafato al mio collega di Noto pregandolo di spedirmene tre chili col conduttore della diligenza." "Giungerà in tempo?" "Certamente. Inviterò

; sarò franco; è il mio difetto. Ho ripensato lungamente le vostre parole dell'altra volta, al camposanto: "Non ho saputo farmi amare!". Perché? Il nodo

: "Lo dirò a mio padre, lo dirò!". E vedendo apparire a destra, in fondo alla spianata, Ruggero che veniva per la lezione di matematiche, Patrizio ebbe

rimorsi di coscienza. Faccio del mio meglio. C'era un solo gran medico: Dio! La scienza lo ha abolito. Io che ci credo ancora (e non posso correggermi

CENERE

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Deledda, Grazia 9 occorrenze

possidente. Mio nonno, il padre di mia madre, era un poeta: in una notte improvvisava tre o quattro canzoni, e tanto erano belle che, appena un cantastorie

vicinato, nel paese. Gli parve d'essere diventato sordo. Ma la voce di zia Tatàna risuonò nel cortile, sotto il sambuco. «Nania, figlio mio, scendi.» Egli

e inesorabilmente fra noi, se tu non prendessi il mio silenzio per un segno di attesa umiliante. Addio dunque e per sempre. M. PS Desidero riavere le

, steso a pancia a terra sull'erba, e muovendo le gambe in aria. «Era meglio che non tornasse. Mio padre voleva ammazzarla, ma poi s'è calmato.» «L'hai

vantandosene. «Si trova anch'essa in continente, come la tua: scappò una volta che mio padre stette in carcere. Ma quando sarò grande andrò a trovarla; eh

trascorsa la vita a Fonni durante quei quindici anni? E chi era il pretore? E si poteva l'indomani far la gita sul Gennargentu? «Figlio mio caro

, comicamente spaventata. «Non montare sulla finestra, cuore mio! Bada che caschi ... » «Ebbene, datemi una tazza di caffè, allora! Come è buono il

lumi, i ponti, la luna, come un marmo levigato. Io rassomiglio il corso perenne dell'acqua al mio amore per te; così, continuo, silenzioso, travolgente

passa, riempivano mano mano bisaccie, cestini e scatole. «Diavolo», osservava Anania, «pare debba partire un intero esercito.» «Silenzio, figlio mio