nella gran fossa del monte. La via bellissima è sparsa di panporcini e di croci. O quante volte son passato su quella strada cantando, con il mio
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Ho trovato, nipote mio, quel che ti devo lasciare. È una cosa che mi salvò quasi la vita. Prima che tu nascessi, i medici di Brescia e di Milano mi
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Antonio, che sono vivi, mi scrutano dentro nelle vi- scere, mi strappano fuori un non so che dall'anima. È uno scavo nella coscienza. Forse il mio Demonio
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Nipote mio, ho compiuto quest'oggi i miei novant'anni, e ho fatto il mio testamento. Lascio quasi tutti i miei soldi, circa un centinaio di mila lire
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una entrata; la lavandaia mi serve gratis; il sarto confida nella mia prossima glo- ria, come confidi tu, mio protettore generoso". Parlava a
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denaro già sfu- mato". "E il pianoforte?". "Non è mio, lo sai bene. Lo ho a nolo mensualmente". "Sì, ma se tu trovassi da venderlo, non potresti
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tastiera?". "Maestro, mi corbella? Con queste mani da granchio! Ma sapevo troppo bene ch'ella non avrebbe approvato il mio impegno, anzi avrebbe tentato
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punte dei miei piedi; ma di contro al mio viso si apriva la grandezza dei cieli. Guardavo le nubi in faccia. Come nelle carrozze della ferrovia accade
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su questa terra!". Fece uno sforzo sopra di sé per mutare discorso: "Parliamo di te, amico mio. Come vanno le tue faccende?". "Bene, maestro" rispose
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squisito bottoncino di rosa... che la dis: - Dov'è mio marito? il mio Luigi? Dove sei Luigi? ma non era qui Luigi? E la cerca, la sbaratta i oecc, la va al
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Marianna e Narciso MARIANNA: Buon giorno, mio ospite gentile... NARCISO: Buon giorno, mia bella pellegrina che ha voluto ricoverarsi al tetto del
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, padron mio. LUIGI: Tu vuoi dire che ti secco, che ti peso, che non so trattare colle dame, che ti avveleno la vita... SIGNORA: L'allegria, la
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chì. NARCISO: Te l'ho detto, amor mio, che c'era tempo. Se podeva finì foeura quella bottiglia, corpo di quel biondo! Quel to' zio prevost el gh'à un
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l'hai permesso, Gesù Cristo mio! - gridava il marchese, nelle sue preghiere. Ma nei giorni terribili, la sua fede diventava anche più accusatrice
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, guardò suo padre e poi disse: - Quel che dice mio padre: non è possibile. Avrebbe voluto, lui, in quei momento, ricordarle le soavi parole con cui
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, Cesare Fragalà. - Padrone mio riverito! Come stanno la comare e la comarella? - Benone, benone, don Gennarino mio: sono di casa Fragalà, casa forte
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, la tradizionale sfarziglia ei suoi genitori in camorrismo, per la rivoltella moderna. - Questo è l'innamorato mio, Eccellenza, - diss'ella umilmente
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, acuto, trafiggente. E con quel cruccio, nuovamente, levò la testa e le disse: - Luisella, se hai caro il mio onore, non farmi fare cattiva figura, domani
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capo abbandonato, che ogni tanto si sollevava, sbattendo sul cuscino. - È pazza, è pazza, - gridava il vecchio frenetico. - Signore mio, andatevene fuori
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! È un pensiero mio, è un capriccio mio, voglio vedere che fa questo innamorato mio… - Già, per far qualche scenata, qualche lite… - Non mi movo
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chi è Concetta Esposito. Io me ne rido di andare in galera, per il sangue mio…mi sono spiegata? - Sissignora, sissignora, - balbettava Antonietta con
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timidamente la giovane, che sentiva la pena della sua posizione. - Faccio venir le carte dal mio paese, - aveva risposto don Gennaro, sospirando
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chiedevano quattrini, per burla: - Mi son fatto prestare mille lire, per far carnevale, da un mio amico… Gli altri, intorno, urlavano, fischiavano, ma
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. - È impossibile, don Crescenzo mio, - disse l'ex agente di cambio, con le lacrime agli occhi. - Nulla è impossibile, quando si tratta di un debito come
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un centesimo mio, sapete! Ve li mando a voi, mammà, i denari, dentro una lettera, e papà non deve aver niente!… - Figlio mio, che t'ho a dire? - si
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sorridente? Che ti ha detto? Una voce debole debole, nevvero? Qualche cosa che tu sola puoi aver udito? - Mio padre, voi volete che io muoia
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ho una quantità di guai, al mio paese e qui. Mio padre ha venduto tutto; mio fratello invece di tornare a casa. dopo aver fatto il soldato, per la
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di tutto questo, disgrazie, disgrazie! Ogni tanto, ne viene giù una fitta, di queste disgrazie, ve ne è per tutti, fratello mio, sorella mia! Era
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? Ma della rivelazione che ti doveva fare lo spirito? Non vuoi dirla, forse? Perché? A me, devi dirla. Io aspetto da te, questa rivelazione! - Mio caro
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amico mio… - Un amico, quello straccione? - Non si possono avere amici ricchi, sempre, - ribattè, con una risatina che suonava falsa. - Capisco: ma non
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? - chiese, con una intonazione di sorpresa dolorosa. - Eh… già, - rispose Carmela, con un cenno di rassegnazione. - Hai visto Gaetano, mio marito
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salutato mio padre. - Il marchese farà notte tarda, - mormorò la cameriera, - Vostra Eccellenza si stancherà ad aspettare, qui, sola sola. - Leggerò
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