vecchia vecchia.... È come il mio bambino.... - Hai un bambino? - Sì, di dodici mesi. - Ah! - Sono stata a trovarlo perchè è un po' indisposto. - Non lo
, non conosco le frasi galanti che sono come la scherma dell'amore. Altri al mio posto vi parlerebbe con maggior riflessione; io non so neppure quel che
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un biglietto suggellato. Non ebbe bisogno di aprirlo per sapere chi fosse; tuttavia lo aperse, calma, e lesse: «No, Maria, non è una larva l'amor mio
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tacchi alla Luigi XV. - Sai la novità? Il mio Guiduccio cammina - Prendevo il caffè, ed a lui che se ne stava qualche passo lontano, mostrai il
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desinare a Milano. - E mio marito? - chiese allora Sofia. - E la tua amica? - soggiunse la Guidobelli. - Eccoli. Apparvero, come una visione, sul
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- aspettami Emanuele, mio amore, mia gioia, dolor mio. Si mosse, come una sonnambula, a passi brevi o tremanti, sentendosi paralizzata dalle anche in giù
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. Un breve silenzio, un rapido sguardo. - Come desidero di vedere il tuo bambino! Ti assomiglia? - Dicono di sì. - Chi sa come lo ama suo padre! - Mio
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padrona di casa. - Lo sai bene, quello color fragole, colla guernizione di chantilly. - Credi che non farò una figura troppo meschina col mio vecchio
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per lasciarci «godere interamente le dolcezze del «presente. Amica mia, io sarei felice, se potessi «tutto abbandonarmi ai moti del mio «cuore
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gesto vivace. - Come? vuoi tornare laggiù?... e perchè fare mio Dio? - Non so... non sono decisa... fra pochi giorni prenderò una risoluzione
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inquisitore. - È buona - rispose Sofia, convinta. E uscirono insieme. Nell'atrio incontrarono Emanuele. - Che miracolo! S'è mai visto mio marito così
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perdoni signora, se vengo a sorprenderla nel sacra sacrorum delle sue visite intime.... Sono impaziente di avere notizie del bambino. - Mio figlio sta
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compreso nel collegio che ho l'onore di rappresentare, credo mio dovere rassegnare alla Camera la mia dimissione da deputato del 2° collegio di
L'ordine del giorno dei quale fu data lettura dal nostro onorevole presidente è firmato da me e dal mio amico il deputato Cairoli.
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Fedele alla promessa di esser breve, vengo senz'altro, come è debito mio e come comporta il regolamento della Camera, a manifestare le opinioni del
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Ma così facendo io non posso però astenermi, o signori, dal rendere qui al mio illustre difensore di ieri le mie maggiori azioni di grazie per la sua
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signori, di poterne prescindere. Forse la mia difesa prolungherebbe la discussione e provocherebbe altri fatti personali; e siccome nell'animo mio il
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fondiaria, sono minime a mio avviso, tra compartimento e compartimento: non è vero che vi siano sproporzioni così gravi, così profonde, come fu detto
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che furono già esposte precedentemente dall'onorevole mio collega ed amico il ministro delle finanze.
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compimento delle operazioni estimali. Mettiamo dunque un'altro limite. Il mio egregio collega l'onorevole ministro delle finanze ha dichiarato che è
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dovrebbero, a mio avviso, completamente sparire. Io do, senza altro, lettura di ciò che dovrebbero essere queste disposizioni di legge. Sarebbe, a un dipresso
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del mio egregio amico il ministro delle finanze, dopo il discorso ammirevole dell'egregio commissario regio, dopo i discorsi che hanno ieri incatenato
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Poco dopo la Commissione parlamentare, guidata dallo stesso o da altro criterio, che non conosco, è venuta nello stesso mio concetto ed egualmente ha
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servire al mio primitivo intento.
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prendeva atto delle dichiarazioni del Governo, allo scopo di porre nettamente in chiaro che il mio voto, in questa questione, non poteva, neppure
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dichiarare che parlo in nome mio solo.
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Non dipende più da me il conservare al mio ordine del giorno puro e semplice (massime dopo le dichiarazioni dell'onorevole Nicotera e di altri) il
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giorni egli è stato indisposto e questa sarà stata la causa delle irregolarità che deploro; però dinanzi a questa condizione di cose, ho creduto mio dovere
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deputati delle provincie meridionali, là voglio nel mio personale.
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E nel modo stesso che il mio amico Ferrari Luigi ha dichiarato per la maggioranza dell'estrema Sinistra di votar contro quella qualunque proposta che
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Baccarini. Non ripiglio nessuna proposta. Mi valgo di un mio diritto chiedendo la divisione.
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Nicotera. Il mio compito è molto facile. Io non ho bisogno di parlare in nome di altri; parlo in nome mio solo, e ciò valga una volta per sempre
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benevolo del cortese lettore. La sostanza è la stessa, gli accidenti sono mutati, epperò ho dovuto mutare la forma del mio lavoro. Ma siccome le durezze
letto, e passava la vita al buio dietro quel paravento; di mia sorella maggiore Caterina, che si chiamava Titina; e di me, che avevo ereditato dal mio