quelle lunghe procedure e formalità per le quali si richiede moltissimo tempo. E il mio amico sa che, in materia di tasse, il ricevitore non conosce altro
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seriamente imbarazzato. A mio avviso, alcune disposizioni della legge 28 giugno 1879 sono di impossibile, altre di difficile applicazione. Il
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Cadenazzi. Io mi limito ad osservare che mi sarò male espresso, perchè non fui bene compreso dall'onorevole mio amico Indelli. Anzichè limitare i
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Risponderò poi brevemente all'osservazione del mio onorevole amico che la disposizione porterà dell'imbarazzo nell'amministrazione. Ma forse tra gli
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Intanto è mio dovere avvertire gli onorevoli componenti della Giunta sui resoconti amministrativi, che stamani, essendosi convocata la Giunta stessa
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, approvato dal Consiglio comunale nella sessione dell'autunno 1873, essendo sindaco di Roma l'onorevole mio amico, il deputato Pianciani. Ma volendo pur
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l'onorevole Sanguinetti sbaglierà col museo industriale di Torino: quello è notato nei bilanci governativi; ma, essendovi in quest'Aula l'egregio mio
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Ruspoli Emanuele. Dimostrata, almeno a parere mio, perchè comprendo che non si parla per persuadere, ma per esporre il proprio convincimento,
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Ora, come cominciai il mio discorso citando alcune parole dell'onorevole Sella, lo terminerò citandovene altre dello stesso onorevole relatore, e
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Ma, signori, assai più doloroso mi sarebbe tacere in questa circostanza, e non sorgere a combattere questo disegno di legge, il quale (nel mio modo
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Nel mio modo di vedere, questo disegno di legge ha il carattere di una legge eminentemente politica, la quale tende a costituire l'ente Stato in un
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questa idea. Quindi dichiaro che, se fosse ammessa questa Cassazione unica, il mio voto sarà perchè non sia nella capitale, ma a Napoli, perchè sono
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Per tutte queste considerazioni io concludo la prima parte del mio discorso, cioè che, indipendentemente dal valore intrinseco delle cose che sono
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disegno di legge, l'ho enunciato nell'esordire del mio discorso, sono ben poca cosa relativamente al carattere politico dannoso che, nel mio modo di
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Gli uomini politici della Camera, l'ho già detto in principio del mio discorso, fanno sempre professione di decentramento. Voi vedrete quando
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capitale l'accentramento, è ‘proprio voler negare una cosa che a me pare della massima evidenza. Del resto, sapete, signori, chi è del mio parere? È del
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diversi sentimenti; il mio passato lo attesta abbastanza. E da questo punto di vista, io dico, sta bene, politicamente si deve prevedere anche il caso di
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capriccio di Saetta e anche il mio: perché davvero, se non ti ave ssi a scrivere, uscirei volentieri. Dimmi, perché l'inchiostro di mio zio non
alla freddezza di sua figlia. "Versi?" "No." "No? Io credeva che Voi foste poeta." "Perché?" "Scusate, mio caro." Steinegge prese con ambo le mani
, tutto voi. Voi siete del sangue del povero Alvise. È Alvise che mi dice di mettermi nelle vostre mani per nostro fio, per il mio Nepo." Pronunciato
figlia volesse pensare a Lei solo, occuparsi di Lei solo, vivere insomma per lei solo, fino a che Ella, amico mio, ottimo e carissimo amico mio
timone e voltandosi a Edith per parlare. Ma Edith la prevenne. "So" diss'ella "che non è stata gentile con mio padre, e per questo non posso essere
?" "Va bene, scrivete. Dieci giorni. Io non fumo, io profumo così un poco ogni tanto per il mio naso il mio cervello." Steinegge rise allegramente. "Mia
l'oltraggio fatto da voi al mio amico Silla, il quale è andato via per causa vostra, e non potete supporre che, conoscendolo, io vi sia rimasto indifferente
che non si meravigliano mai di niente. Però il mio segretario Vi avrà detto, in italiano o in tedesco, che io uso di coricarmi prima delle dieci. Vi
d'essere una fanciulla" disse Edith "e trovarmi la sera nel mio letto dopo essermi smarrita il giorno fuori di casa, e aver pianto, aver provate tante
di cristallo, all'uscire da uno stanzino buio, dove Vostro padre vi aveva tenuto chiuso per parecchie ore, vedeste un momento il mio ritratto." Silla
contessa si avviarono alla scalinata. "Marina!" chiamò Sua Eccellenza. "Contessa!" rispose Marina ancora invisibile. "Non hai trovato mio fio, tesoro
dire. E adesso avvertite il padre che noi lo aspettiamo nella camera della contessa Salvador. - Anche Lei, sa, commendator Vezza, come amico di mio
l'inebbriante suo rombo: - a Milano ! - a Milano ! *** Sacchetti - il mio Roberto che è morto ier l'altro a Roma, è morto e non so e non posso crederlo
AD ANTONIO GALATEO AMICO MIO, Quando Emilio Praga ci leggeva la prima parte di queste sfortunate MEMORIE DEL PRESBITERIO, e ci offriva di collaborare
gaie, si ricordano ancora del mio vecchio professore e dei mio vecchio curato - due scheletri, adesso, amendue. Semplici memorie; è la giusta parola
, dopo avermi salutato. La sua voce era debole, ma lo sguardo lampeggiava. Aveva in mano la bibbia e ne cadevano rose. - Stammi attento, amico mio, mio
! bisogna che parli! il mio segreto mi bruccia nella strozza! Mi ascolti pazientemente, signorino, e tu, Baccio, stammi a sentire anche tu. Si asciugò il
io, sapreste indicarmi l'osteria? Si volse e la prima cosa che osservò fu - indovinate che cosa? - il mio bastone. - Oh! che magnifico corno! ma
sarei venuto spesso a trovarlo e che in ogni mio bisogno avrei ricorso a lui. E diffatti tutte le volte che ha potuto in qualche modo aiutarmi egli l'ha
Una scampanellata che venia dalla camera di Don Luigi interruppe il racconto terribile del povero vedovo. - Dio mio, sclamò, come destandosi a sua
e in quel grave ufficio il mio Attilio, l'allegro amicone di tre anni prima, il mio complice in versificazione ed altre capestrerie? - Che, domandai
fin quasi alla metà della scalinata, le cantilene sacerdotali. Al mio giungere, tutti quei visi abbronzati, tutte quelle nuche piatte e arruffate
ne traevo delle considerazioni poco benigne per l'indipendenza e la dignità della razza umana. quando una mano sottile s'insinuò sotto il mio braccio
, le caldaie, i filtri, i setacci, le ventole e tutti gli altri utensili che abbellivano il porticato e la farmacia dell'onorevole mio collaboratore
non la desidero, io non voglio più nulla da lui ..... foss'egli mio padre non voglio più vederlo; egli m'inspira odio, - ed io non vorrei che
avanzata, quando, durante una meditata pausa del mio novelliere, ci giunse attraverso il giardino il suono ben distinto del passo di una cavalcatura
tovagliolo bianchissimo, le ova ed il pane accanto a una bottiglia di vino. Il curato, cui non avevo ancora avuto modo di rivolgere il mio discorso tranne
siete! Sopratutto si compiaceva di sentirmi a raccontare dei miei viaggi. Io ho cominciato di buon'ora a girellar per il mondo a mio talento: a quel
altri uomini; la mamma era da parecchi anni sempre ammalata, io avevo il mio da fare per assisterla e sbrigare le faccende di casa: mia sorella era una
. La famiglia De Boni, il terribile Sindaco, l'abatino, il caffè di Zugliano, il signor Intendente, quel misterioso De Emma, passarono nel mio cervello
al mio fianco; e ancora, fra un boccone e l'altro, scappava via a dare una occhiatinina (egli aveva il gusto dei diminutivi) ai fornelli. A volte, era
prenderò le mie rivincitine ... le elezioni riusciranno a modo mio: sono quattro anni che lavoro per questo ... - Ve lo auguro, dissi io con un'aria
s'abbandonava sopra un banco, spossato, abbattuto, morto. - Perché non siedi a me daccanto, o dolce amor mio? Perché non mi ti accosti? Non temere, non