Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

VODIM

Risultati per: mio

Numero di risultati: 101 in 3 pagine

  • Pagina 1 di 3
Che roba è? - Il Trovatore: un'opera. La canta sempre  mio  papà.
Vorrei andare a scuola e non posso. - Perchè non puoi? -  Mio  padre non vuole. - E perchè tuo padre non vuole? - Dice che
è un perdere il tempo. E io non posso disubbidire a  mio  padre. - Tu sei un figliolo ubbidiente, - esclamò il
modulati su qualche poetica tradizione dell' Alpi! E il  mio  pensiero, raffigurando la sembianza dell'Assunta, ricordò
viene mai in soffitta. - Nicoletta sorride. - È stato il  mio  angelo custode che mi ha detto di salire sul tetto, -
attirando Francesco per il collo, aggiunge piano: - Il  mio  angelo custode, in questo momento, è la mia buona mamma.
or ora una lettera di mia sorella. M' annunzia che il  mio  povero e vecchio padre sta molto male, e che desidera
Ma non sono Giotto, e una volta che provai a fare il  mio  ritratto, mia sorella disse che era il ritratto di un
inutile ad altrui, a me stesso!... Povera mia vita, povero  mio  cuore, che siete mai? È questa la felicità ch' io cercava,
del passato senza sgomento e senza rimorso. È possibile che  mio  padre, mio padre m' abbia maledetto?... Dio! sostieni l'
senza sgomento e senza rimorso. È possibile che mio padre,  mio  padre m' abbia maledetto?... Dio! sostieni l' anima mia,
immensa speranza della verità ho sacrificato la canizie di  mio  padre, il pianto delle mie sorelle, il mio nome, la gloria
la canizie di mio padre, il pianto delle mie sorelle, il  mio  nome, la gloria e gli agi che il mondo m' aveva promesso,
- Io aveva tanto bisogno di riposo, eppure sento che nel  mio  cuore dura ancora una fiera guerra. Se ritorno coll'anima
amor suo, unica virtù di tutta la mia vita! E conce mai  mio  padre fu sempre così avido di grandezze, e io così
s' immerse nelle sue scure fantasie. - È impossibile! il  mio  cuore non ha più che quest' ultima illusione. La buona
mia, l'unica che non abbia ardito confidare il suo al  mio  affetto, e che pure mi amò, anch' essa m'abbandona, non è
d' esser ricevuto nel grembo della tua Chiesa, allora il  mio  cuore era sincero, era sicuro e forte. Oh! come allora,
di Maria, di quell' innocente creatura, la quale per l'amor  mio  è fatta infelice? Io devo cercarla, ridonarle la pace che
se il cielo consente, e s' ella mi crede ancora, tenere il  mio  giuramento. E Dio, che l' ha benedetta, benedirà me pure.
che vi confidi un'altra cosa che ancora non sapete, il vero  mio  nome. Voi mi conoscete per Arnoldo Randale; questo non è il
nome. Voi mi conoscete per Arnoldo Randale; questo non è il  mio  casato, ma quello della famiglia di mia madre; per segrete
famiglia di mia madre; per segrete ragioni lo presi al  mio  ritorno in. Italia. Mio padre è lord Guglielmo Leslie. »
per segrete ragioni lo presi al mio ritorno in. Italia.  Mio  padre è lord Guglielmo Leslie. » L'amico Eugenio levò gli
giocava, stette con più cheta attenzione ad ascoltarlo. «  Mio  padre » seguitava Arnoldo « è un uomo severo, superbo del
per lui: Sempre salire!... Ma, fin dagli anni infantili il  mio  animo s'apva in vece all' incanto delle miti virtù di mia
sua vecchiaia.... Questo giovine cugino fu il  mio  primo amico. Ma, pochi anni appresso, anch'egli era
i buoni, la controversia per l'emancipazione de' cattolici.  Mio  zio metteva in cima de' più cari suoi voti la sospirata
la vergogna della superba nostra civiltà!... Ma, appena  mio  padre venne a sapere i nobili sforzi del suo parente e il
padre venne a sapere i nobili sforzi del suo parente e il  mio  entusiasmo a pro di questa causa generosa, mi rivolle
maestoso della Chiesa a cui mi guidava fanciullo il  mio  vecchio zio, e dove univo le mie alle candide orazioni del
vecchio zio, e dove univo le mie alle candide orazioni del  mio  povero cugino; l'arida e corrotta dottrina, e la troppo
nel seno della quale io nacqui, non avevano parlato mai al  mio  cuore. « Nel mio viaggio attraversai, come uomo nuovo,
io nacqui, non avevano parlato mai al mio cuore. « Nel  mio  viaggio attraversai, come uomo nuovo, quest'Italia, così
m'ascolti. Lo so, lo vedo, mi fuggi sempre; temi anche un  mio  sguardo, eviti di rispondermi una parola. Ma la tua
la tua angustia ti fanno più cara, più celeste al  mio  cuore!... Oh non mi respingere, Maria! Il mio amore ha
celeste al mio cuore!... Oh non mi respingere, Maria! Il  mio  amore ha bisogno del tuo! » « Deh! non parli così! »
che ti vidi, t' ho amata, e la tua felicità è l' unico  mio  voto.... Oh se potessi spiegarti quanta dolcezza tu
che mi ami, e sono pronto a far qualunque cosa per te!  Mio  padre potrà maledirmi; togliermi al tuo cuore giammai!...
che doveva rinnovare la mia mente, vincere il dubbio del  mio  cuore, sollevare la mia speranza e la forza del mio
del mio cuore, sollevare la mia speranza e la forza del  mio  intelletto a una meta novella: Fin d'allora io voleva
voleva abbandonar l'eresia; pure colui ch' io venerava come  mio  salvatore, m' aveva letto in cuore; e, veduto che la mia
in capo. « Dopo qualche tempo, « riprese Arnoldo, «  mio  padre mi richiamò a casa; ma avendo io rifiutato un
alfine adempire il proposito fatto, e andai a visitare il  mio  buon zio, il quale più nulla aveva saputo della mia sorte;
dell'eresia... La memoria di quel giorno non uscirà mai del  mio  cuore.... Ma da quel giorno stesso, non vidi più mio padre,
del mio cuore.... Ma da quel giorno stesso, non vidi più  mio  padre, e forse non lo rivedrò mai. Nessuno, benchè il fatto
non lo compiangeva, nè lo beffava. Diceva solamente: - Se  mio  padre mi ci mandasse, studierei volentieri anch'io.
Chicchi prega con la mamma: «Angelo di Dio che sei il  mio  custode, illumina proteggi e governa me che ti fui affidato
col cuor pieno di rancore e di pianto, trovai la Bibbia sul  mio  tavolo: a caso l'apersi, e mi venne sott' occhio quel
mie ferite. E ora ch' egli se n' è ito, e che mi trovo nel  mio  romitorio, solo ancora, al cospetto delle grandi e severe
siam noi! Io stimava d'avere vinto per sempre contro il  mio  passato, mi credevo forte, impassibile, tetragono, come
che mi voleva far suo?... Egli sedè le intere notti al  mio  capezzale, quand' io lottando col male e venuto quasi
stesso, con occhio sapiente, studiava intanto il lampo del  mio  sguardo e il pallor del mio viso; con la mano pietosa
studiava intanto il lampo del mio sguardo e il pallor del  mio  viso; con la mano pietosa premeva la mia, contava i battiti
le idee dell' umanità e dell'infinito si risvegliò nel  mio  cuore, dove, non ancora spento del tutto, consumava non
come fuoco che vive addormentato sotto la cenere. A tanto  mio  dolore s'aggiunge una piaga novella, il rimorso: poiché io
piango, senza trovar sollievo dal piangere, e dico in  mio  cuore: O Signore! come potrò recar la tua pace agli uomini,
ben più ch' io non sia! Ma anche la poesia è morta nel  mio  cuore! - Io aveva fermo nell' animo di non tornar mai più
nelle tue braccia, t' apersi tutti i miei segreti; e tu,  mio  amico e fratello, mi donasti il coraggio di vivere e
la testa; poi venni a nascondere in questa povera valle il  mio  oscuro ma innocente apostolato. E oggi, anch' io ripeto a
Fra me e te esiste un legame che la morte non rompe!  Mio  buon padre. Nel mio romitaggio, sento il bisogno di tornare
un legame che la morte non rompe! Mio buon padre. Nel  mio  romitaggio, sento il bisogno di tornare a voi, di venir col
sempre avviene; ed io non ho voluto chiamar sulla casa di  mio  padre, sui vostri bianchi capegli, il turbine che di subito
come in questo momento. Se mai tornasse a vedervi l' amico  mio  p***, e vi domandasse di me, ditegli che i miei poveri
Città di Dio. Nell'armadio situato nell' angolo dov'era il  mio  letto, ne troverà pure alcuni altri più vecchi ancora, fra
di Fra Girolamo Savonarola: quest' ultimo lo conoscerà dal  mio  nome scritto sull'ultima pagina di mia mano, sotto ad un
quali pongo tutta la mia speranza per quest' inverno, voi,  mio  buon padre, fate di trovar modo a spedirmeli al più presto,
più sicura; ne pagherò la spesa all'uomo che me li porterà.  Mio  padre. Vi raccomando quello che già vi scrissi nell' altra,
del Bernardo, che verrà a pigliarle alla fin del mese, a  mio  nome. Se ve ne fosse alcuna pressante, queila potreste
alcuna pressante, queila potreste consegnarla all'amico  mio  p***, che sa come mandarla a questo mio nido di montagna.
all'amico mio p***, che sa come mandarla a questo  mio  nido di montagna. Dite a mia madre che, al tornare della
mitigato dalla speranza?... Io la sentiva pure nel  mio  cuore una fiamma più ardente, l' alito della fede, il
seggio, ed esalti gli umili; ma tu dicesti ancora: Il regno  mio  non è di questo mondo. Noi dovremo dunque piegar sempre la
alla soave poesia della natura, è succeduta nell'animo  mio  l'amarezza delle cose, la codardia del dubbio, e quasi una
disgrazie. Io gli aveva dato, nella generosa effusione del  mio  cuore giovine ancora, il santo nome d'amico.... Ed egli lo
e l' aperta menzogna ; poi mi ritrassi a piangere il  mio  passato nel silenzio della casa nel Signore, e perdonai.
perdonasse. Ed Egli m'avea dato codesta pace: fatto puro il  mio  cuore del lievito dell' ira, parevami d'avere in me
che m'avea tradito. Quello che passasse in quel momento nel  mio  cuore, non voglio nè potrei scriverlo. Egli dimorò sotto al
cuore, non voglio nè potrei scriverlo. Egli dimorò sotto al  mio  tetto due dì e due notti, nè io gli domandai se fosse
novella del fuggitivo. Che il cielo l' accompagni! Il  mio  cuore s' è allargato nella pace di prima sono rassegnato e
poi: « la mia vecchia e l'Assunta, la figliuola del  mio  povero Piero, mi credono ancora laggiù alla fiera di
santissima!» disse la vecchia, « siete voi?» « O caro il  mio  nonno! » soggiunse la fanciulla, che, vedendo uno
 mio  lago, o splendida gemma della Lombardia! tu fosti mio primo
mio lago, o splendida gemma della Lombardia! tu fosti  mio  primo amore. Oh! perché non nacqui più povero ancora di
perché non nacqui più povero ancora di quel che sono? Se  mio  padre, anzichè diventare l' agente di nobile e ricco
di libertà le procelle e i fulmini che scrosciavano sul  mio  Lario, oh! chi m'avrebbe detto che assai più tremende
allora forse Dio mi perdonerà il passato e terrà conto del  mio  sagrificio. Coloro, in mezzo a' quali vedrò scorrere la
e dal vile insulto sarebbero venuti alle coltella, se il  mio  braccio, più forte della mia parola, non fosse giunto a
fosse giunto a tempo di domare la selvaggia loro natura. O  mio  Dio! È dunque vero? anche qui, anche ne' luoghi dove la
utile ad entrambi; e il cieco rispose tosto: «Ben trovata,  mio  compare, ben trovata. D'or innanzi facciamo vita comune; io
di felicità, ridendo come un fanciullo: — Ora, tesoro  mio  santo, ti darò un regaluccio; vieni con me. - Ma il
bene che cosa, ma qualche cosa di lieto, e sono sceso. » -  Mio  bel Matù, mio bel gatto, - dice la signora d'Aufran -
ma qualche cosa di lieto, e sono sceso. » - Mio bel Matù,  mio  bel gatto, - dice la signora d'Aufran - dunque pare che tu
ai piedi di Tyltyl e agitando la coda) Che cosa devo fare,  mio  piccolo dio?... TYLTYL A cuccia!... Obbedisci all'Edera.
Catena da porci!... Guarda, guarda che cosa mi fa,  mio  piccolo dio.... Mi taglia le gambe.... Mi strozza!...
loro conto.... Hanno delle cattive intenzioni.... Guàrdati,  mio  piccolo dio!... Ah, mi chiude la bocca.... Non posso più
muoversi.... LA QUERCIA Legalo stretto qua sotto, dietro al  mio  tronco, alle mie radici.... Vedremo poi che cosa converrà
tutto fino da ora.... IL FAGGIO In quanto a me, offro il  mio  più alto ramo per impiccarli.... L'EDERA E io il nodo
In quanto a me, son pronto a tutto.... Ma anch' io, come il  mio  buon fratello Abete, avrò, se non il privilegio di
al Pioppo.... IL PIOPPO A me? Dite sul serio?... Ma se il  mio  legno è più tenero delle carni di un bambino!... poi, non
IL MONTONE Nulla, piccino mio.... Hai soltanto mangiato il  mio  fratellino, le mie due sorelle, i miei tre zii, mia zia, il
IL CANE (dando morsi a destra e a sinistra) Eccomi, eccomi,  mio  piccolo dio!... Non aver paura! Forza!... Ho buoni denti,
No, no!... Solo contro tutti!... No, no!... Fedele al  mio  piccolo dio! al migliore! al più grande!... (A Tyltyl)
la mano... È stato il Lupo, o il Porco.... IL CANE Aspetta,  mio  piccolo dio.... Lascia che ti baci.... Qua, una buona
Ah, è la Luce!... Ci ha ritrovati!... Siamo salvi,  mio  piccolo re!... Abbracciami!... Salvi!... Guarda!... Si
nel mondo.... IL CANE Non ti sei fatto mica troppo male,  mio  piccolo dio?... TYLTYL Niente di grave.... In quanto a
Mytyl, non l' hanno nè anche toccata.... Ma tu, piuttosto,  mio  povero Tylô!... Hai la bocca insanguinata, la zampa
Anche dalla voce si capiva che era proprio fuori di sé. -  Mio  zio, dico. Hai visto come ci ha mortificate. Cercai di
la ripeterai a nessuno? - Certo che no. - Ebbene, ecco: io  mio  zio non lo posso soffrire. Né lui né la zia. Tutto qui? Non
cameriera sta accomodando la biancheria. - Gesummaria! Il  mio  dolce! - borbotta essa, precipltandosi dietro a Maurizio,
aspettate almeno la merenda; è quasi l'ora. Non divorate il  mio  dolce. Sapete che fareste andare in collera la mamma.... -
di me, e desidero che anche chi non la conosce sia del  mio  parere».
però fece un bel regalo per uno a tutti noi nipoti. Il  mio  fu una bellissima stilografica, cosí la finii di dover
il tuo babbo.... - Mario fu pronto a risponderle così: - Il  mio  babbo mi ha sempre detto che i ragazzi devono aver
il proprio ritratto. A un punto gli venne un'idea. - Il  mio  ritratto voglio farlo con le parole. Proviamo se riesco
! Io resto qui, io resto qui!... Voglio rimanere accanto al  mio  piccolo dio!... LA LUCE È impossibile.... L'ordine della
bene, in ogni modo, se saranno cattivi, basterà che tu,  mio  piccolo dio, faccia così.... (Getta un fischio). E
quelle signore e ai giovani del negozio, fece sparire il  mio  dispet-to: e finii col ridere. Sono uno spirito di
tornata in mente tutta quella storia. Ah! a proposito del  mio  vis-à-vis, che la zia trova indegno del palazzo di suo
colla sua Bibbia. La porta si aperse, ed entrò mia zia con  mio  cugino, il marchese Gian Carlo***. Non lo conoscete? è quel
facesse una solenne promessa, e inchinandosi senza parlare.  Mio  cugino é un giovane di spirito.... dicono; io non saprei
sua spontaneità. Non é forse vero?! Dunque.... non ha torto  mio  cugino?! No, no: ha sempre torto perché fa del difetto di
quarto d'ora di seccature. - Da molto tempo non vedevo il  mio  amabile cugino, e lo trovai ancora più annoiato:
che il servitore salisse ad aprirci. - Si degnò di dire  mio  cugino. - Ah, sicuro: Giacomo l' avevo mandato via.... -
là.... - Ma entrò il babbo e tirai un sospirone. ***  Mio  padre non par fratello della zia: ha un carattere serio,
che ha la più grande e vera poesia! - Vedete come m' adora  mio  cugino?.... Non spalancate gli occhi: ha cinquant'anni ed é
affacciandomi alla finestra. - Ma sì! il Moscerino! il  mio  Moscerino! - La ricordo; come mi voleva bene! Un giorno ho
grandi, neri, infossati e una voce sottile e velata. Il  mio  domestico mi disse, uscendo, che quell' uomo era tisico, ed
di me. Nell'ora di ricreazione le com- pagne si rubavano il  mio  braccio destro e il mio braccio sinistro.... - Perché eri
le com- pagne si rubavano il mio braccio destro e il  mio  braccio sinistro.... - Perché eri la figlia del
di domandarmi: cosa fai? cosa pensi? mi strappò anche quel  mio  segreto.... - Non farai gli esami - mi disse. - La
mi disse. - La settimana ventura ti condurrò ai bagni. - Il  mio  castello si rovesciò: ne piansi il primo giorno, ma poi
questo di che ci deve convincere? - domandò sorridendo  mio  cu- gino Gian Carlo. - Che il Moscerino ha un carattere
del suo bambino. Io le facevo soggezione. Perchè?... per il  mio  vestito di velluto e per le mie pellicce. Ed ella faceva
a salutar lei. - Io le presi la mano. Era sempre il  mio  Moscerino con quel bel carattere onesto e altero. Che cosa
una volta, - le dissi - ti ricordi quando ti chiamavo il  mio  Moscerino? - Se me ne ricordo! Che bei tempi! Beata lei che
Oh si; era la sua scrittura minuta, tremante, ma chiara. "  Mio  buon Moscerino, - diceva la lettera "lasci che la chiami
lettera nella sua scatola da torrone, e abbracciai il  mio  buon Moscerino. Ella, immobile, mi lasciò fare; ma poi
mormorò Carletto. Frattanto annunciarono che era in tavola.  Mio  cugino mi offerse il braccio. - Scusami, - gli dissi - c' è
allegra: credo, anzi d'aver fatto dello spirito, perchè  mio  cugino si occupò di me e si degnò di mo-strarmi il suo. -
- Sei un bell' originale! ecco cosa sei! - esclamò  mio  cugino prendendomi tutt' e due le mani. lo mi svincolai. -
sedetti, pigliando di sul tavolino Il Corriere della Sera.  Mio  cugino venne a levarmelo di mano. - Manda Giacomo giù in
il che vuol dire, in altre parole, che ho confuso il  mio  signor cugino Gian Carlo dei marchesi *** ! Oh non c' è
d'ogni poesia. Ma.... - Gian Carlo ha ragione. - Che c' è!  mio  marito che dà torto alla Conny - esclamò con sorriso
Ho visto partire la sassata e sono rimasto fermo al  mio  posto. - Filippo se n'andò nell'altro angolo della sala a
aria stanca: - Come si capisce benino che stai molto con  mio  marito. Hai preso tutto il suo fare di predicatore. -
indefinito di soggezione m' invase tutta. Soggezione di  mio  cugino Carletto? di lui al quale avevo parlato con tanta
vesto io non penso agli altri: non faccio che contentare il  mio  occhio, e siccome a me piacciono i contorni decisi, le
questi disse forte rispondendo alla domanda fatta da me a  mio  cugino: - È la signorina De Lami con sua madre e suo
e quindi posso dire di conoscerla appena di vista, ma  mio  fratello è amico dei Marenzi, e credo che abbia conosciuto
attempata camminava adagio, sostenuta da un giovinotto.  Mio  cugino, che mi dava il braccio, si fermò bruscamente,
che abbia ragione l' Elisa, la quale dice che un po' del  mio  carattere sincero.... e del mio fare franco I' ho preso da
quale dice che un po' del mio carattere sincero.... e del  mio  fare franco I' ho preso da lui; il mondo lo conosco perchè
lo vedevo. Una mattina, verso mezzogiorno, egli entrò nel  mio  salotto: io mi ero appena alzata, perchè avevo ballato
non li alzai, non gli lasciai leggere che cosa passava nel  mio  sguardo? - Senti, cara ragazza: parliamo un pochino sul
dei giorni felici.... - Quando alzai la testa ero sola nel  mio  salotto. Provai come uno spavento.... - Oh, si: è bene: ma
Che gelo! - e picchiava i piedi sul pavimento. - Pensa! il  mio  cocchiere stanotte s' è pigliato un raffreddore! Dica quel
stanotte s' è pigliato un raffreddore! Dica quel che vuole  mio  marito, ma un cocchiere che ha il petto delicato più di una
ti dicevo? - Nulla. - Ma sì: ti ho domandato se ti piace  mio  fratello. - Mi provai a ridere, ma non ci riuscii. - Che
vedere come avevo arrossito. - Ma sì; non ho mai visto  mio  fratello così entusiasta di una signorina. Una volta non si
era già dimenticata. Ma io non riuscivo a strappare il  mio  pensiero da lei. L'avevo vista una volta sola la sera di
fa. L'ingenua tradita!... ah ah! Ma già, ha ragione  mio  fratello.... - Che cosa dice? - domandai colla voce dura. -
della carrozza apparve la figura elegante e bella di  mio  cugino. Il suo volto era raggiante di allegrezza. - Ah, ah!
lentamente la scala, entrai in casa, apersi l' uscio del  mio  salotto e trasalii. Egli era là, ritto davanti a me,
- Mi perdoni, - mormorò pian piano con voce soffocata - il  mio  sogno era stato forse troppo ardito.... Non tèma: non ci
scolorita da cui escano i fili d' oro! - Il babbo passò il  mio  braccio sotto il suo, e disse, incamminandosi a passo lesto
egli mi amava. Sollevai la testa e sorrisi perché nel  mio  cuore non era rimasta che una gioia immensa che mi pareva
soffocata del babbo, e il suo braccio strinse il  mio  come per sostenermi. Tutti i miei nervi avevano sussultato
si coperse di pallore, poi diventò rosso come di fuoco: il  mio  sguardo tagliente come una lama gli deve essere penetrato
era appoggiata al braccio di lui, e mi passarono davanti:  mio  cugino si guardava la punta degli stivali. Ciao, Conny! -
scuola di cui mi aveva parlato la fruttaiuola. Mi parve che  mio  cugino trasalisse stupito, e certo respinse il braccio di
senso doloroso di vergogna. *** Quando fui sulla soglia del  mio  salotto mi passai una mano sulla fronte. Non mi pareva vero
e le sue braccia mi strinsero, quasi con tremito. - Era il  mio  sogno - mormorò. - L' unico uomo che ti meritava. Emanuele,
- L' indomani mi svegliai pallida ma calma. C' era nel  mio  sguardo una luce nuova profonda, cupa, e un lampo pieno
spezzato ogni legame fra noi, se venisse a so- stenere il  mio  capo, a dirmi una parola di compassione!... Ma no! non
affannosa all' uscio della stanza, e: « Vieni » diceva, «  mio  povero Arnoldo, vieni! tuo patire ti perdona! ah
ORVIETO. - Sono la tua serva e tu sei Il  mio  Signore (Così visse Fiorenza Nightin-gale) (Seconda
per subitanea tema, si chinò verso di lui, e disse: « O  mio  padre! io era venuta a spiare il momento che vi sareste
rapita lontano lontano, ch'io quasi vi dimenticava,  mio  caro povero padre! » « Buona Elisa! tu mi vuoi bene, lo so!
e trema... » « Non importa, sto bene! perchè, sappi, il  mio  male è qui, qui dentro!... » E con la destra si premeva il
bisogna dimenticarlo! » « Dimenticarlo?... non lo potrei. È  mio  fratello! » « Egli non è più mio figlio, e non lo vedrò mai
non lo potrei. È mio fratello! » « Egli non è più  mio  figlio, e non lo vedrò mai più! Ho cancellato dalla memoria
essa vede le rughe della mia fronte, non la ferita del  mio  cuore. » « O padre, se lo sapeste, non io sola, ma tutti
solamente vi chiedo ch' egli sappia, per vostra bocca, e a  mio  nome, che il suo è più che un delitto, è un' infamia!... e
domando a voi! Volesse egli anche togliermi la creatura che  mio  padre m' ha consegnata, vi dichiaro che la vedrei, più
come nuvole sinistre. - Possibile, domandò a sè stesso, che  mio  figlio si sia perduto in un amore così indegno di lui? Eh
la cosa non sia vera, o non sia com' egli dice. Bisogna che  mio  figlio mi scopra.... Si cerchi subito di lui: intanto è
sperate che il Signore avrà misericordia di voi.... » « Oh  mio  Dio! » rispose con debole voce la fanciulla. « Io sono
ti scrissi quella lettera, fu un' ispirazione del cielo! O  mio  fratello, mio padre, guidami tu! Fa che io riveda presto
lettera, fu un' ispirazione del cielo! O mio fratello,  mio  padre, guidami tu! Fa che io riveda presto nostra madre,
Dunque io mi presento a lei, a cercar giustizia per il nome  mio  ignoto, ma puro come il suo, per il nome mio calpestato
per il nome mio ignoto, ma puro come il suo, per il nome  mio  calpestato nella virtù d'una infelice creatura, a me più
ridere di lui, come d'uno stolto!... O Signore, reggi il  mio  cuore, dammi pazienza! » « Ma vi ripeto che non so quel che
la voce) non m'impediranno di compiere fino alla fine il  mio  dovere.... In nome di tutti dunque.... IL Fuoco Non in nome
posso aggiungere altro.... Le lacrime non si confanno al  mio  carattere, e quando mi cadono sui piedi mi fanno un gran
sempre!... D'ora innanzi mi comprenderai, non è vero  mio  piccolo dio?... Sì, sì, sì!... E ci diremo sempre tutto,
piccini.... Io non ho la voce, come l'Acqua; ho soltanto il  mio  splendore, che l'Uomo non sa vedere.... Ma veglierò lo
pensar sempre a lui, anche senza volerlo, a lui, più che a  mio  fratello , più che a mia madre?... Oh! cosa son io a
- T' ho messo il nome di Angiola, perchè sii sempre il  mio  angelo; te ne ricordal... - E lui?... Se avesse a pensare
Come è avvenuta una cosa si trista?... Me l'aveva pur detto  mio  fratello, che in questa famiglia non credono come noi, e
venire così spesso, lassù, in casa nostra? perchè anche  mio  fratello l'aveva caro? perchè mi parve cosi degno d' essere
toccarle un dito, la maledizione del cielo cadrebbe sul  mio  capo! Ah! perchè mai è tanta la magia della bellezza nel
riposa, ma soffre e addolora. Oh Maria, tu hai mutato il  mio  cuore tu mi facesti credere alla virtù, risorgere nella
impossibile! Voi, senza saperlo, avete fatto puro il  mio  cuore; e qui ritrovai tanti anni perduti!... » « Oh Dio!
con voi! Cosa m' avete fatto?... Io voglio ritornare al  mio  paese, voglio mia madre! Ah! non avessi abbandonata, non
la vostra venuta è una benedizione. Oh credetelo! il  mio  cuore ve n'è riconoscente. » « Mio buon Carlo, tocca a me a
Oh credetelo! il mio cuore ve n'è riconoscente. » «  Mio  buon Carlo, tocca a me a domandarvi perdono, se è la prima
a visitarvi; non ho tenuta la mia promessa, lo so; ma....  mio  padre.... » « Non, dite altro: vi so troppo buongrado del
di partire? » « Domattina, forse. Perchè.... non so se  mio  padre.... » dubitando rispose. « Domattina, dunque, avrete
che abbia perduta la strada. Se v' accontentate, vi cedo il  mio  letto; già lo sapete, siete sotto il tetto d'un povero
l'altro in ogni maniera: « Bene, » soggiunse il prete, « il  mio  Bernardo (è un buon cristiano di questi monti che m'aiuta e
parve d'udire un affannoso sospiro, e poi queste parole: -  Mio  Dio!... dammi forza e costanza!... Allora, vinto da non so
settimana: ma chi fosse, nessuna lo seppe mai. Pietro il  mio  figliuolo, che allora era ancora qui con noi, mi raccontò
e addormentasse il fuoco sotto le ceneri, diedi all'ospite  mio  la felice notte; e ravviluppato nel mantello mi gittai su
temuto che gli rubassi i pensieri. Ebbi un bel dirgli il  mio  nome, il caso che m'aveva fatto capitare in que' luoghi, e
non senza chieder licenza di tornare a presentargli il  mio  rispetto innanzi di abbandonare il paese. E per tutto il
paese. E per tutto il giorno andai vagando in compagnia del  mio  ospite su per le vicine montagne, al raggio d' un bel sole
patrio vino, fosse consiglio della fedele sua Brigida e del  mio  ospite montanaro, il vecchio parroco s' era ammassato, e
letti i più bei libri del mondo. - Adesso i ragazzi del  mio  regno saranno contenti, - disse la maestà del Re. E stava
- Fortunatamente c'era quella bambina per ritrovare il  mio  foglio giallo.... - Un silenzio glaciale accoglie questa
da un povero curato, ma da galantuomo; poco, ma buono: è il  mio  asioma.... ah! ah! » « Oh lo so per esperienza! si mangia
portare io stesso, in confidenza, a un legale di là, un po'  mio  parente, perchè me ne cavi una cinquantina di lire d'
notizie. » « Oh sant' Iddio! L'ho detto tante volte, caro  mio  signor Mauro, ch'io non m'impaccio di faccende mondane! Io
io non c'entro, lo dico e lo protesto! dormo all'ombra del  mio  campanile, e di certe cose che bruciano me ne lavo le mani.
posso far io? e' la sarebbe come voler votare il lago col  mio  cappello. Non hanno mai badato alle parole del loro paroco:
cosa volete ch'io faccia, co'miei sessantacinque anni, col  mio  peso e con la mia mezza parrucca?... Ho altre fantasie;
Ho altre fantasie; sono stato giovine anch'io, e al  mio  tempo, non fo per dire, era un giovinotto un po' più vivo
con perderci l'appetito per più d'un mese. Basta! ebbi il  mio  santo anch' io, e per buona sorte la è passata la trista
poi feci, appena giunto a Milano. Tornai alla casuccia del  mio  buon alpigiano. E con lui, il seguente mattino, volli
chè le dieci ore sono testè sonate al villaggio, e il  mio  buon appetito me ne avverte. Nostro padre verrà subito
mese lo mandarono in trincea. Pinotto si disse: «Farò il  mio  dovere»; ma facendo suo dovere pensava alla bottega e ai
quanto posseggo a chi salva questa giovine. » Ma poichè il  mio  racconto, con vostra buona pazienza, cammina a rilento, non
ne parlare con persona viva.... Vedi! mia madre è morta,  mio  fratello, mio padre, tutti son morti!... io sono sola a
con persona viva.... Vedi! mia madre è morta, mio fratello,  mio  padre, tutti son morti!... io sono sola a questo mondo....
chi è mai quel prete? lo vedi? io lo riconosco.... è lui, è  mio  fratello, è il tuo amico.... Oh Dio! Dio eterno! fuggiamo,
» « Non mi dica così, signor Arnoldo, ne la prego col  mio  cuore, con le mie lagrime!... se ha ancora della stima per
fortuna. Oh non mi guardi così! se ascoltassi soltanto il  mio  cuore, una cosa così amara non potrei dirla.... E insieme,
perché l'uomo ha sempre bisogno della bellezza.... Oh  mio  Dio! quest'angoscia non basta sola a farla morire di
le ho parlato come una povera giovine onesta, ho fatto il  mio  dovere. Lei non sa, non vede il mio dolore, ma soffrirei
onesta, ho fatto il mio dovere. Lei non sa, non vede il  mio  dolore, ma soffrirei ben di più se non avessi coraggio di
tanto tempo sono stata felice anch' io.... quando penso a  mio  padre, a mia madre, a mio fratello.... Oh se vivessero
anch' io.... quando penso a mio padre, a mia madre, a  mio  fratello.... Oh se vivessero ancora.... non mi avrebbero
col firmamento, le glorie dell'Eterno. Diedi un addio al  mio  vecchio padre, alla madre mia, all' innocente sorella. Che
con offesa, nè solo una stilla dell' odio loro è caduta nel  mio  cuore. Ben so che per guadagnarmi i loro preziosi favori,