. - La sua voce si spezzò, ed egli guardò il guanto e lo spianò con le dita. - E... tutta la mia forza se ne va con lei. Nella sua voce sommessa era una
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dire! - Gioia mia, è scritto chiaramente sul tuo viso. Qualcuno o qualche cosa ti ha fatto capire che il disgraziato signor Wilkes è un boccone troppo
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sono stato costretto a udire; ma perché anche la mia vita dovrebbe correre pericolo? Era proprio vero. Non era uno spettro. Ma, Dio ne guardi, egli
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a far quattrini. Figuratevi che il mese scorso ho ancorato la mia nave proprio nel porto di Nuova York per caricare della mercanzia. - Come
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piú. Per fortuna, ora comincia il valzer. Il reel mi lascia sempre senza fiato. - Non eludete la mia domanda. Vi è mai importato nulla di quello che
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rimanervi piú. Se ieri sera si è sparlato di me, la mia reputazione è già rovinata; e allora non m'importa nulla di ciò che potranno dire ancora. Non le
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? - interrogò Melania eccitata, mentre Rossella spalancava tanto d'occhi, quasi indignata. - Naturalmente, Lydia. Non le faceva già la corte prima che questa mia
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moglie», mi hai scritto dicendomi che temevi che io ti nascondessi i miei veri pensieri e mi chiedevi che cosa in questi ultimi tempi occupa la mia
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stato sconsigliato... ma... è la stessa cosa che pensa Ashley. Ed io non posso vietare la mia casa a un uomo che la pensa come mio marito. Sarebbe
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molto preciso. - Dolci e fiori, mia cara - aveva detto piú volte Elena - e magari un libro di versi o un album o una boccetta di acqua di Florida sono
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la obbligava... - Va bene - disse brevemente - ho promesso e manterrò la mia promessa. Ma non voglio andare a Macon. Piuttosto verrai tu a Tara. Alla
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momento. Io sapere come fare. Mia mamma essere levatrice, e avermi abituata per fare anche me levatrice. Tu lasciar fare a me. Rossella respirò sollevata
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! - Non ci vedo nulla di strano - rispose Rossella a disagio, immediatamente all'erta. - No? Curioso. La mia impressione, fino a poco tempo fa, era
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vide dove doveva andare. Non vi era che un luogo, per lei. - A casa mia. - A casa vostra? A Tara? - Sí, a Tara! Oh, facciamo presto, Rhett! La guardò
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marito, mia cara? mormorò egli e rise dolcemente. Ma perché non aveva serietà, neanche in quel momento? Perché non correva? - E come pensate che io
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buono da comprare me e la mia piccola Prissy e anche tu essere stata cosí buona? - Siediti, Dilcey. Dunque, il bambino succhia? E come sta miss Melania
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un viso immobile e diceva: - Grazie, badrona. Ma mist' Geraldo e miss Elena sono stati buoni con me. Mist' Geraldo comprò la mia Prissy ed io non lo
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. - E morirà in pace, se riesco a dargli la tranquillità che qualcuno penserà a me quando lui non ci sarà piú. La mia matrigna e le mie sorellastre
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. Sono diventate cosí per tutti noi; per vostro padre, per le ragazze, per Melania, per il piccino, per i negri, per me. Mia cara, so quello che state
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uno sforzo per mostrarsi dignitoso malgrado la sua collera. - Non dovete parlare cosí a mia moglie - disse. - Moglie? - E Rossella scoppiò in una
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sorveglierebbe Rossella, che questa lo volesse o no. «Tutta colpa mia» pensò con disperazione. «Sono io che l'ho condotta a questo punto.» Ricordò
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, esclamando: - La mia cara sorellina! - e le sorrise come se volesse prenderla in giro per il fatto che non poteva ribellarsi alla sua carezza. Ella
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. Le dareste un grande dolore; ed io non posso sopportare l'idea che mia sorella... - No, no! State tranquilla! - Siete stato cosí buono con me, oggi
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dorso di Ugo. - Toccato! - esclamò. - È mia suocera, la signora Merriwether, che mi fa far questo... Il primo lavoro che ho fatto in vita mia, io
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brillavano nel viso bruno, mentre gli occhi neri la fissavano. - Mia cara signora Kennedy! - esclamò andando verso di lei. - Mia carissima signora Kennedy
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la mia mula. Mi piacciono questi cari yankees che comprano con tanto garbo le focacce di mia suocera. No, cara Rossella, io aspiro ad essere il Re
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che posso servirvi? - La mia bambinaia Brigida è tornata nel nord, dicendo che non sarebbe rimasta un giorno di piú tra i «mori», come li chiama lei. E
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importante, mia cara: nessuna di loro fa buoni affari e perciò non, ferisce la dignità dei suoi uomini. Costoro possono ancora dire: «Povere
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vergogno. Se non fosse stato per la mia stupidità, voi non sareste in queste condizioni; non avreste mai sposato Franco. Non avrei dovuto permettervi
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, miss. Mr. Gerald, mi dispiace di disturbarvi, ma volevo venire a ringraziare per aver comprato me e la mia bambina. Molti signori mi avrebbero
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visto tante volte sul viso di Geraldo O'Hara quando si era fitto in mente di fare una cosa. Abbracciò Rossella e la strinse a sé. - È colpa mia, perché
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tranquilla - rispose indignata. - E non parliamo piú dei galeotti. Tutti quanti si sono scagliati contro di me per questa faccenda. La mia maestranza
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disprezzo. «Come se avesse idea che quello che è successo è colpa mia» pensò Rossella indignata. Lydia si volse a Baldo e, non piú irritata, ebbe
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con la quale si vanta di essere stato un profittatore mi fa ribollire il sangue. Dover la mia vita a un uomo che non ha neanche fatto il soldato
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senza compagnia, provocando i negri e i delinquenti bianchi. Nessuna delle mie ragazze... - Non dovete dire delle cattiverie contro mia cognata
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- rispose Rhett senza alzarsi ma afferrandola per i polsi. - Temo che non abbiate compreso la mia idea. - La vostra idea? Non ci tengo. - Ella lottò per
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sconvenienti! - Eppure sono tuoi amici! - Ma a me piacciono i mascalzoni. Ho passato la mia prima gioventú vivendo di gioco a bordo di una nave che
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d'indignazione al ricordo della sgarbatezza con cui Rossella aveva accolto il suo consiglio sul matrimonio con Rhett. - La mia Maribella è stupida come
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, ora che avevo riacquistato la mia figurina e... - Chi ti ha dato quest'idea? Chi ti ha detto una cosa simile? - Mamie Bart... Anche lei... - La
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mia!» Si mise un piccolo cuscino dietro alla schiena e pensò con bramosia alla possibilità di avere una piccina. Ma il dottor Meade non aveva mai
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altri due bambini. Questa è mia. - Storie! L'ho fatta io, no? Del resto, tesoro, io appartengo a te. Rhett la guardò al disopra della nera testina della
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parole in bocca. - Non capite che sono anche loro uomini... e alcuni sono ammalati, denutriti, miserabili... Ah, mia cara, non posso sopportare che egli
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lentamente. - Non ho mai riflettuto alle sue sofferenze. E per Diletta le cose non andranno cosí. - Cosí come? - Credi che permetterò che la mia piccina si
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di alcune mie azioni precedenti. La signora Elsing riferí tutta la conversazione alla signora Merriwether. - E ti dò la mia parola, Dolly, che nel dir
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Rossella, contando le ore che battevano all'orologio, si chiedeva dove poteva essere. Ricordava: «Vi sono tanti altri letti, mia cara!» Era un pensiero
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preoccupata sul conto mio. - Lasciando me, sei andato... Oh! - Via, Rossella! Non fare la moglie tradita. Devi conoscere da un pezzo la mia relazione
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amica piú cara! «Non posso dirglielo» pensò desolata. «Non potrò mai; neanche che se la mia coscienza mi uccidesse.» Ricordò l'osservazione fattale da
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accanto sul pianerottolo, guardandola con indifferenza, come valutandola. - Questo pallore può forse significare dispiacere per la mia assenza? -le chiese
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... questa gravidanza è tutta colpa mia. Non dormivamo piú insieme... - Ma tacete! Non è conveniente... - Ero ubriaco, quasi impazzito e volevo farle
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questa volta Mammy non le asciugò. - Ma quando lei entrare nella camera dove lui stare tenendo miss Diletta, lei dire: «Dare a me mia bambina che tu
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