Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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le straordinarie avventure di Caterina

215691
Elsa Morante 25 occorrenze
  • 2007
  • Einaudi
  • Torino
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
  • w
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mi sposo. E poi, va' subito in cerca di una moglie per me. Gira per il paese, e tutte le piú belle ragazze e principesse che trovi portale qui al

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. — Sei stato proprio tu, invece! Vieni fuori, se hai coraggio! — Son qui! Non mi vedi? Nessuno si vedeva. — Qui, sotto la tavola! Tit guardò sotto la

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guadagnare otto soldi? — E perché no? — Allora mi dovrai fare da compare. — Bene. — Si tratta di questo. Io e il mio amico daremo uno spettacolo di

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giorno, quando già la gallina era morta, in cui Rosetta, la piú grande, guardò Caterinuccia, e Caterinuccia disse : — Ho un po' di fame. Mi daresti un

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che non ha piú bisogno di bambinaia perché lui oramai ha imparato a soffiarsi il naso. - Mi basterebbe il contorno d'insalata senza la carne. - Non

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farmi compagnia. Parla, dunque. Dimmi qualche cosa. Bellissima fece segno di sí con la testa. - Sí? Che cosa mi dici? Che Rosetta verrà presto? - Sí

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- Sì. - E ci starai, allora. Tanto non servi a niente e non sei buona a niente. Se valessi almeno un centesimo ti venderei e mi comprerei una mollica

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specie di re. E chi ti dice che io non sia ricco? Guarda, questo è argento. — No, dicevo cosí, perché il tuo giacchettino mi pareva un po' scucito

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, proprio poco. E ora l'ornino l'ha portata via. — Capisco, disse Tit. — Ma perché non mi hai detto prima che hai un soldo? Io qua vedo un soldo. — Sí

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aveva sentito e si voltò: — Mi chiamo Tit, — disse con orgoglio. L'impiegato lo guardò con meraviglia, e si confuse. La Vecchia Quercia sorrise

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, Signora del Pineto, — disse Tit, — tanti auguri. — Grazie, — disse la Signora, — che regalo mi hai portato? Tit parve un po' confuso: — Non sono venuto

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pronto a risparmiarti, se mi fai strada. Tit lo guardò con tale disprezzo, che Caterina provò ammirazione e spavento per lui. — Il Re degli

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— E ora, se vi movete, mi avanzo io, — dichiarò. Tutto il mondo sa che non si può competere con un Tit armato. Quei tre non si mossero. — Lascia

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Signora del Pineto, con importanza. Timidamente, Caterí si avanzò. La Signora la guardò dall'alto e le pose fra le mani il grembiule: — Mi fate

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vestito di ferro; invece avevo questo ma un po' piú nuovo. La prima Tigre mi venne incontro e fece: Ham! e io senza dir niente le misi la spada nella

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ero mai stato in ginocchio in tutta la mia vita. E la Principessa sorrise e mi baciò sulla fronte. La Principessa mi baciò sulla fronte e poi mi

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. È perché la Principessa mi ha dimenticato. Caterinuccia non seppe che cosa aggiungere. La Signora del Pineto entrava tutta incoronata di foglie e

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mercante, sopra pensiero. — Io da tanto penso di farla mia moglie; cosí mi aspetterà sempre nella casa che fra poco io costruirò per lei. Avrà abiti

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Grigia, non essere cosí modesta, — disse la buona Regina, — e cosí paurosa. Non mi riesce di vedere che uno dei tuoi occhietti rossi, che fa capolino

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e nessuno di loro sa soffiarsi il naso. È proprio quello che mi ci voleva! — E allora, adesso che hai trovato l'impiego, potremo mangiare tutti i

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pantofoline mi facevano male, e le belve mi volevano divolale. Ahimè! Ahimè! Cosí l'alioplano mio è volato via solo! Ahimè! Vollo l'alioplano!

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vede che invece quel tipo se n'era andato per i fatti suoi, e ora chi ne sa piú niente? - Mio padle e mia madie mi aspettano invano, — dichiarò

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trombetta d'argento? Oh, mi dimenticavo. Una volta, suonò. Suonò tanto piano che la udí soltanto Caterinuccia che la teneva sotto il cuscino. Aveva

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Fornaio che abitava lì vicino: — Mi vuoi per fare il pane? — gli chiese. — Signor Negretti, — rispose il fornaio, — con le sue mani nere vuol toccare la

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va quel Negretti? — il canino rispose subito: — Bene! Bene! Si figuri che mi chiama perfino Eccellenza! — e se ne andò a dormire, dondolando la coda

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Pane arabo a merenda

219746
Antonio Ferrara 25 occorrenze
  • 2007
  • Falzea Editore
  • Reggio Calabria
  • paraletteratura-ragazzi
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Ieri la mamma del mio amico Andrea mi ha regalato un paio di jeans di Luca, il fratello maggiore di Andreà, che ha undici anni e fa la prima media

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, quando mi va di suonare, mi chiudo dentro l'armadio. Quando la mia zia preferita, Kamala, è venuta a trovarmi, ho messo su un concertino mica male

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sua, un giorno che sua madre non c'era, non mi ha chiesto niente, mi ha detto di entrare, mi ha portato nella sua stanza: - Puoi venire qui quando

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Oggi sono interrogato in geografia. La maestra mi chiede i nomi dei pianeti del sistema solare, ma io sono distratto e non me li ricordo. - Giove

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È ora di alzarsi. Mi lavo e mi vesto. Ogni mattina trovo le scarpe pulite, le camicie lavate e stirate, appoggiate sullo schienale di una sedia

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scale? — ha insistito la Nasochiuso. Allora ho capito. Mi è passata la voglia di ridere. L'ho guardata a lungo senza dire niente. Avrà pensato che

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Oggi in classe ero distratto. Non riuscivo a non pensare a Maristella. La maestra improvvisamente mi ha chiesto: - Nadir, dimmi due pronomi. - Chi

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guardo con la coda dell'occhio. È simpatica, tutto l'opposto di sua madre. Mi piace quando si aggiusta i capelli dietro le orecchie. Ecco, deve averlo

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carrello, così recupero la moneta da due euro. Le prime volte mi vergognavo un po, adesso sono il più veloce di tutti. Alcuni sono contenti di

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Non mi fissa mai direttamente. Si ferma a quattro passi di distanza e si siede sulla coda. Resta così per un po', poi si alza e raggiunge la

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Il nonno ha novantun anni e ancora tanta voglia di vivere. Il papà mi ha raccontato che l'anno scorso un giornalista della televisione andò a

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! Raccolgo l'accendino in silenzio, monto sulla bici e torno a casa. Per strada mi vengono in mente tutte le parole che non ho usato. Sento tutti í pensieri

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ascoltarmi quando suono il tamburo. Lei fa danza moderna e a volte balla mentre io suono. Mi chiede spesso della mia città d'origine, Casablanca. A

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chiamare da lontano. È la voce di Maristella. Mi giro e vedo la sagoma inconfondibile di Nerone che mi corre incontro. Racconto a Maristella del ritrovamento

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mi piazzo davanti alla macchina, proprio in mezzo alla strada: provo a segnalare all'autista col fazzoletto.

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, mi guarda con la faccia chiusa come un pugno, abbassa il vetro del finestrino e sibila tra i denti: - Grazie, il parabrezza me lo pulisco da solo

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. Sembro un cuoco che rimesta dentro un pentolone, con un cucchiaio per ogni mano. Il suono sale alto come un fumo. È quasi buio. Mi sento uno stregone

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suo papà mi ha accompagnato a casa con una macchina grande come un autobus, tutta luci, freni e frecce e la musica a tutto volume. All'incrocio di largo

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. Gli piace molto anche leggere libri italiani. - Tra un po' mi compero la macchina — dice sempre - vedrai! Quando dice così a me viene voglia di ridere

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l'idea che uno si fa di una persona senza prima conoscerla bene. Ieri ci ha dato un tema: "Inventa un racconto fantastico sui pregiudizi". Mi

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separati continuamente con le dita per non farli appiccicare. I miei fratelli, Aisha e Hussein, aiutano a preparare. Il piatto è al centro del tavolo. Mi

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comperare. Aiuto a riempire i bauli delle auto e poi porto via i carrelli vuoti. Mi passano per le mani pacchi e pacchetti, borse e borsette, dolci e

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... devo ammettere che non ho avuto molto fiuto con te ... Beh, non sarà mica un caso se mi chiamo Nasochiuso! ... Insomma, voglio dire ... Ti chiedo

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A Livio, che ci ha creduto. Ad Arianna, che ci ha creduto e mi ha aiutato a non perdere il filo.

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Pagina dedica

non ci sono bambini italiani. Qui a Novara trovo bene, i bambini sono simpatici. Le prime volte non capivo, ma adesso ho imparato bene l'italiano

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