Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La gente per bene

191893
Marchesa Colombi 50 occorrenze
  • 2007
  • Interlinea
  • Novara
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Quando pubblicai per la prima volta questo libricino avrei creduto ad ogni cosa strana ed inverosimile, prima che a quella che mi sembrava più strana

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calcolo deve averlo fatto - poco galantemente bisogna convenire - il primo editore di questo libro quando mi disse : «Lei, Marchesa, che vive da tanti

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domanda» oppure: «Mi lusingo che non sarà pentita del favore che mi ha accordato» o qualunque altra cosa di questo genere, la sposa non deve mai tornire

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, non ama un altro, ma non è innamorata di lui. Ma tratto tratto mi accorgo che è difficile tracciare una linea di demarcazione tra le regole di

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, senza dubbio; ma è tanto presto fatto dirsi una parola : - Non è pentita della sua promessa? - Pensi! - Mi dia la mano. Dica, mi vuole un po' di bene

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che rimangono in casa. Così, dunque, mi hanno intesa, signorini? Tutti i complimenti che si fanno cogli estranei, li debbono prima di tutto praticare

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inginocchiarsi in abito nuziale accanto al suo sposo, che anche lui era rigorosamente in abito nero. Confesso che, quando mi narrò questo particolare delicato, ne

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Nota dell'autrice. - Nel correggere le bozze mi accorgo che il periodo seguente non ha nulla a che fare colle leggi di convenienza. A scarico di

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La vecchiaia concede privilegi straordinari. Io mi valgo della mia cuffia e dei miei occhiali, per introdurmi nel nido della sposa appena tornata dal

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Alcuni anni or sono ricevetti una lettera da uno dei miei molti nipoti, nella quale mi diceva, dopo tante belle cose: « ....e ti confesso che il mio

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sono regole senza eccezioni. Un giorno parlando d'una signora io dissi: - È molto giovine. Credo che non abbia ancora vent'anni. - Davvero ? mi osservò

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, fargli la corte come avrebbe fatto lui stesso con quella tale crestaina, se l'avesse trovata. - Che mi prenda per una donna americana, di quelle che

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dei piatti che saranno serviti. Badino, che dico si usa, ma non dico che sia bello. Ha un'aria da osteria; mi pare sempre che, giunti in fondo, si

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qu'ils ont peur de n'etre pas assez betes.» Quando una padrona di casa non sa condur bene la conversazione, mi accade sempre di ricordarmi quel motto

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, confesso che sono del parer contrario dei signori pedanti, e non è la prima volta. Io non mi sgomento affatto al veder una signorina od una signora esposta

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brioches, il babà. Cogli altri servizi tutte le paste dolci, non escluso il panettone.... e che Dio, il signor Fanfani ed il signor Rigutini mi perdonino il

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rischio di trovarne il profumo e le tracce succulente sugli abiti del loro ballerino. E non mi sembra neppure il caso d'incoraggiarle a nasconderle

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tazze. Il domandare: «Vogliono bere? Prendono qualche cosa?» è come obbligarli a dire di no per cerimonia. Mi trovai una volta con una brigata

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superiori, mille ottocentonovantadue, sarebbe ridicolo che io mi metessi ad insegnare alle signore come si scrivono le lettere. Ho detto su questo

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d'invito manoscritta, a nome del babbo e della mamma. Ma prima di parlar del battesimo, mi lascino dire, signore mie, che dà una gran buona idea

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renderci ragione d'una cosa ne dell'altra. Mi ricordo di un servitore che s'aveva in casa, il quale era d'una bruttezza proverbiale. Si diceva: Brutto

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Un giovinotto chiamato una volta a quella cerimonia, mi diceva: - Ho tanto speso perchè quel piccolo monello rinunciasse alla carne, che mi sono

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persone a pranzo che non siano di grande intimità, mi duole il dirlo, e confesso che mi duole anche il vederlo fare, non l'approvo, ma tuttavia è un fatto

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condurla al pattinaggio, al gioco del lawn-tennis, all'opera; ai balli di famiglia, e dopo i sedici anni, anche ai grandi balli. - Ma, - scusino, mi

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poteva uscire, mi diede i denari da consegnare alla maestra. Le mamme delle mie compagne avevano fatto lo stesso colle loro figlie. Quella maestra

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! chi mi rende l'eroica poesia del rogo, e le vedove entusiaste che si bruciano sul cadavere del marito? A patto ben inteso, che i vedovi si brucino

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Ma mi perdonino questa scappatina di sentimento. II mio compito era soltanto di dire, che le mamme ed i babbi non hanno nessun dovere di portare il

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i padroni sono loro, e che io sono una serva, e che mi si paga perchè debba obbedire....» - Oh! qui da noi di queste parole non se ne sentono. Anch

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, io non ho punto, ma punto la presunzione di voler insegnar loro la menoma cosa. Mi limito ad osservare quello che vedo ogni giorno in società, ed a

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tutti i piatti appena entrano in sala da pranzo, come fossero personaggi importanti. - La minestra! Mamma, mi permetti ch'io non mangi minestra ? - Oh

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rapporto, potrebbero passare per Turchi. Ho delle conoscenti (tanto gentili che mi perdoneranno di vedersi accennate qui) che vedo da parecchi anni, e

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Se al contrario non vi hanno trovato nulla, proprio nulla, che metta conto d'esser letto, non lo dicano a nessuno; non mi tolgano la simpatia delle

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? - Mamma, mi permetti di accettar quello? Se un bambino va colla famiglia a far una visita, osserverà le regole che ho già accennate riguardo al saluto

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certezza che le stesse persone, da cui lì udì, non esiterebbero a farli dove lui li ripete. Anche a questo proposito l'infanzia della piccola Gemma mi

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. Quando mi riusciva d'impadronirmi della cuffia e della tabacchiera d'una vecchia maestra di disciplina, e d'imitarne il portamento ed i modi, le mie

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poveretta si fece di brace e non appoggiò l'invito. Mio padre non accettò. Pochi giorni dopo mi scrisse confessandomi d'aver mentito la sua condizione

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grado d'una questione religiosa; e le famiglie mi direbbero, con ragione, che sono uscita dalla linea di demarcazione che mi ha tracciata il titolo

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persona. Ma mi riparerò all'ombra d'un poeta moderno e simpatico. Traverso l'azzurro della sua leggenda, apparirà meno uggiosa la tinta grigia de' miei

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supposizione nè una speranza, e potrà parlarne liberamente. Prima no. E se taluno le dicesse quella parola, dovrebbe rispondere: - Io non so se mi

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sente: - Vedete? Quando verrà la vostra festa mi costerà tanta noia così il farvi gli auguri... E la causa è sempre la stessa. È il pensiero costante

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un povero scrittorello, un professorello, un concertista ricevuto dalla Regina, il quale nel congedarsi dicesse: Maestà, mi saluti il Re! Andando a

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mine" e molte mi confessarono che non l'avevano trovato un troppo mauvais jeu. Ma una, una sola, una signorina di villaggio, che era uscita per

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scollate come le signore; ma la questione è di sapere se fanno bene. Ad ogni modo non sono in regola colle convenienze. Una signorina mi osserva a

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! Un vecchio gentiluomo mi disse : «Quelle signorine devono avere una famiglia numerosissima.» «Perchè? domandai compiacentemente per fargli finire il

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- «Mi ricordo quand'era fanciulla» come la vecchia Pipelet di gioconda memoria, e nel carnovale, la mia zia, che mi teneva il posto della povera

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confessare di esserlo. Ma chi possono illudere? Mi ricordo d'una famiglia in cui c'erano tre sorelle. La maggiore aveva ventinove anni. La più giovane ne

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ridicole, per questo. Io ne conosco di adorabili, la cui compagnia mi ha fatti passare giorni deliziosi, mi ha resa amena la solitudine d'una campagna

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si può evitare, e che fa molta impressione a chi non è del paese. Mi ricordo d'essere giunta una volta a Torino per fare un lungo soggiorno in una

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della mia età, per fare una parte da vecchia. perfettamente ridicolo! Lei diceva francamente : - Ma che le pare alla mia età! Un giorno mi confidò, - mi

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vissuto, che per ogni circostanza, mi torna a mente un avvenimento che calza appuntino. Era una fanciulla di provincia, che non aveva genitori. Non

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