Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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S'io discorro con robusto ragionatore, dice Montaigne, egli  mi  cinge e m'incalza da tutte le parti; le sue idee
risvegliano le mie; la gelosia, la gloria, la contenzione  mi  spingono, mi rialzano sopra di me, e non di rado mi
le mie; la gelosia, la gloria, la contenzione mi spingono,  mi  rialzano sopra di me, e non di rado mi presentano nuove
mi spingono, mi rialzano sopra di me, e non di rado  mi  presentano nuove combinazioni ideali.
han canti e le fanciulle danzano liete, la dolente imagine  mi  appare e mi rattrista:
le fanciulle danzano liete, la dolente imagine mi appare e  mi  rattrista:
Gigliola, l'annuncio del tuo prossimo matrimonio  mi  ha riempita di gioia. Non conosco il privilegiato, ma tutti
simpaticissimo, insomma in tutto degno di te! Non  mi  par l'ora di rivederti radiosa e felice come certo devi
marzo del 1948  mi  trovai a faccia a faccia con una mia conoscente nella porta
nella hall, che quella persona tornando sui propri passi,  mi  raggiunse. - Signorina - le dissi. - Signora - corresse. A
all'Infanzia Abbandonata e al capoufficio. Precisò: -  Mi  sono sposata ieri. - Con chi? - Con un signore che ho
spiritosissimo. E' il fuoco di fila del suo spirito, che  mi  ha soggiogato. Ve lo farò conoscere. Volete? Risposi di sì.
Ve lo farò conoscere. Volete? Risposi di sì. Io sapevo che  mi  sarei imbarcato il giorno dopo per Buenos Aires e che mi
mi sarei imbarcato il giorno dopo per Buenos Aires e che  mi  sarei difeso mettendo l'oceano fra me e
è per te, damigella cattolica, che un insigne Prelato  mi  ha suggerito di riprender la penna, onde scrivere un libro
null'altro che il portavoce, di quanto m'inspira e  mi  inspirerà il buon Dio a tuo riguardo. Ma... ahimè!
Ma... ahimè! L'assunto impostomi è grave tanto, che  mi  batte il cuore di trepidanza, e la penna per isgomento mi
mi batte il cuore di trepidanza, e la penna per isgomento  mi  cade di mano; memore però di quella soave parola diretta
assicuratami, ripeto a me stessa:Tutto posso in Colui che  mi  conforta. I consigli che io detterò, mia cara giovinetta,
dai Cuori Santissimi di Gesù e di Maria, e davanti ad Essi  mi  prostrerò supplicante prima di pormi a guida e consigliera
amica, di sorella, ben sicura di non mentire; perchè quando  mi  è dato dire una parola di conforto e perfino di correzione
perchè le conosco e le amo teneramente in Cristo, e  mi  voglio avvicinar loro il più possibile; poi perchè molte di
molte di esse hanno imparato a star volontieri con me, e  mi  si sono strette d'attorno quando ho offerto alla loro pietà
Che cosa scriverò? Non lo so ancora che confusamente.  Mi  rivolgerò al caro Sacramentato Gesù, alla sua dolcissima
del Vangelo, mia cara patrona e protettrice, e quanto essi  mi  inspireranno io scriverò a gloria di Dio, al bene delle
degnato di considerare non inutile l'opera mia. Mio Dio! io  mi  sento cadere sotto la gravezza dell'incarico, e temo, temo
in cuore la più ferma fiducia; il vostro divino ajuto non  mi  verrà meno giammai. Vieni con me, damigella cattolica, o
si consuma dentro l'animo ed è nota soltanto a Dio. Se tu  mi  gradirai al tuo fianco, io ti seguirò dapprima nella vita
dell'animo mio, sarà altresì la parola di commiato che  mi  allontanerà da te senza separarmene più mai. Oh! sì Dio ti
lo scambio di biglietti e di lettere d'augurio per Natale  mi  dava fastidio, ho scritto a tutti: «Le solite balle di fin
come se la formula l'avessero inventata loro,  mi  scrissero: «Le solite balle di fin d'anno e di capodanno».
serenità, ma con indifferenza, il cui intercalare era «io  mi  piace ridere», e che trattava la grammatica come trattava
di prendere in mano la scopa. Qualche anno dopo,  mi  ritrovai in una stazioncina colla figliola di questa
e ritrovai, e riconobbi il magnifico esempio dato da «io  mi  piace ridere».
che metta conto d'esser letto, non lo dicano a nessuno; non  mi  tolgano la simpatia delle signore, che ne' miei pochi
la simpatia delle signore, che ne' miei pochi lavori  mi  sono studiata di guadagnare, e di cui vado superba. Che
di neve, aveva gli occhi chiusi, la boccuccia serrata!...  mi  pare di vederla !... E quel braccio, quel povero braccino,
pareva anzi che si schivasse di guardarmi. Solo il babbo,  mi  afferrò per un braccio, e stringendomi forte, disse,
sei chiamato; temerario !... - Temerario !... Questa parola  mi  sta fissa nel cuore come una ferita. Temerario!... Rivedo
ferita. Temerario!... Rivedo lo sguardo del babbo mentre  mi  chiamava così, sento tutti i rimproveri, tutto il dolore
fate che non le venga alcun male !... Me, me, si castighi,  mi  si batta, mi si chiuda in un collegio, ma la sorellina mia
le venga alcun male !... Me, me, si castighi, mi si batta,  mi  si chiuda in un collegio, ma la sorellina mia sia salva!...
bianche, mobili, frastagliate. (Chinando il capo) Babbo  mi  aveva, è vero, proibito di andare in barca senza la guida
Giacomo, che fumava seduto sulla sabbia della riva,  mi  avvertì che c'era nell'aria odore di temporale; e soggiunse
ch'io non son altro !... (con ira contra sè stesso). E non  mi  bastò di avventurarmi solo; volli la compagnia della
in un attimo, s' era fatto scuro, nero, pauroso. La paura  mi  prese lì per lì. Il vento dava alla barca certe scosse che
prese lì per lì. Il vento dava alla barca certe scosse che  mi  pareva di vederla capovolgere da un momento all'altro.
di vederla capovolgere da un momento all'altro. Mariuccia  mi  sgranava gli occhi in fascia e le tremava il mento. Allungò
ha paura ma si frena per non spaurire la sua piccina. A me  mi  martellava il cuore in petto, che lo sentivo fino alla
girava su sè stessa, o correva portata dal vento. I remi  mi  erano sfuggiti di mano; si era abbandonati all'ira della
Fu un momento terribile; abbracciai la sorellina e  mi  lasciai andare con essa sul fondo della barca, sbalordito
dal dolore; tutto uno schianto di affetti. Mariuccia che  mi  si era avvinta al collo singhiozzando, ad un tratto
gli occhi per non vedere più nulla. Un tremendo scossone  mi  fece credere che la fosse finita; guardai. La barchetta eta
- Oh il piccolo temerario ! - esclamò il curato. Mariuccia  mi  fu tolta dalle braccia. Camminavo come in sogno. A casa mi
mi fu tolta dalle braccia. Camminavo come in sogno. A casa  mi  destarono il grido della mamma e l'aria addolorata e severa
giovane signora, che  mi  aveva invitata con altre amiche per il tè, mi descriveva,
signora, che mi aveva invitata con altre amiche per il tè,  mi  descriveva, indignata, le pessime maniere dei bambini di
Giovanni, la notizia del Suo lutto  mi  ha profondamente colpita. Conobbi Sua madre l'anno scorso,
mia commozione nell'apprendere la Sua improvvisa scomparsa.  Mi  creda con la più sincera simpatia...
credereste? con tutti i miei bei modi  mi  è avvenuto di non ottenere la metà dei riguardi che vengono
usati al mio amico. La mia urbanità, il mio fare alla buona  mi  procurarono più d'una volta il compenso di vedermi ridere
a tutti; un riverisco asciutto è tutta la risposta che  mi  dànno quando hanno la bontà di accorgersi della mia
tuo volto l'immagine del mio consorte. Tu sai che la morte  mi  ha tolto l'appoggio più sicuro, ed ora tu solo mi resti.
la morte mi ha tolto l'appoggio più sicuro, ed ora tu solo  mi  resti. Deh! non volermi tu ora render vedova per la seconda
ti potrà trattenere. Ma per questi pochi giorni di vita che  mi  restano, non volermi abbandonare. » Il buon fanciullo
A tavola non aveva certo l'appetito che ho sempre io e che  mi  fa trovare squisita la minestra e il po' di carne di casa
dinanzi!... In su le prime il suo mangiar nulla o punto,  mi  tenne un poco in soggezione e mi provai anch'io di toccare
suo mangiar nulla o punto, mi tenne un poco in soggezione e  mi  provai anch'io di toccare appena la buona roba che mi
e mi provai anch'io di toccare appena la buona roba che  mi  mettevano sul piatto; ma poi, spinta dall'appetito, pensai
non lo si fa per ghiottoneria, non c'è da vergognarsene,  mi  pare!... Finito il pranzo, si uscì dal salotto che odorava
per la campagna: e babbo li seguì. Il povero babbo  mi  pareva un po' stanco e seccato, a dir vero; egli ama tanto
un bellissimo abito di seta chiara tutto trine e fiocchi,  mi  menò a girare tutta la villa ed il giardino, angolo per
di sporcare il tappeto con i piedi, ella rise di gusto e  mi  fece vedere a fare pirolette ed a sgualcire le superbe
ed a sgualcire le superbe tende con le manine nervose.  Mi  mostrò poi un grandissimo salotto, ricco, tutto a pitture e
e un pianoforte in un angolo. - È il salotto di ballo ! -  mi  spiegò. E additandomi i molti candelabri pendenti dal
scuola comunale, o magari in piazza, io, per certo non  mi  posso figurare una magnificenza simile. E pure alle feste
si possa dire. - È il salottino, ove si viene a fumare! -  mi  disse Zoe; - d'inverno ci si accende la stufa e d'estate si
- Non hai veduto mai delle bestiole come queste? -  mi  chiese Zoe, con una piccola nota d'ironia nella voce. Ed io
Prevosto che lo ammirava. La sorpresa più grande però  mi  doveva essere serbata per ultimo, e mi aspettava nel
più grande però mi doveva essere serbata per ultimo, e  mi  aspettava nel gabinetto di studio della marchesina. Sotto
sempre buona e voglio andare a passeggio. - Non so che cosa  mi  pigliasse in quel momento. Fatt'è che un senso strano di
in quel momento. Fatt'è che un senso strano di sgomento  mi  fece battere il cuore fitto e mi avvicinai a Zoe quasi a
senso strano di sgomento mi fece battere il cuore fitto e  mi  avvicinai a Zoe quasi a cercarle protezione. Questa si
Questa si prese fra le braccia la bambola, la baciò,  mi  parve che le accomodasse intorno il vestito e poi la ripose
signorina ! - Benvenuta e grazie della sua visita ! -  Mi  ritrassi contro il muro affatto spaurita. Non mi sapeva
visita ! - Mi ritrassi contro il muro affatto spaurita. Non  mi  sapeva render ragione della cosa e ciò mi sgomentava
spaurita. Non mi sapeva render ragione della cosa e ciò  mi  sgomentava vagamente. - O che è ?... o perchè? - chiesi con
nè pure dal Prevosto dal pulpito!... E la marchesina  mi  dovette spiegare la cosa. Chi si poteva figurare, domando
si riuscisse a far parlare una bambola? Quella meraviglia  mi  dura ancora dentro l'anima. Non posso staccare il pensiero
ieri sera mentre si tornava a casa. E lui sapete che cosa  mi  ha risposto ?... che in tal modo le fanciulline impareranno
direbbe a tutti che io non so tenere in me un segreto, e  mi  farebbe una bella fama, mi! (Scappa via correndo).
ad ogni cosa strana ed inverosimile, prima che a quella che  mi  sembrava più strana ed inverosimile di tutte, - un bel
in meno d'un mese, sotto la pressione d'un contratto, che  mi  reclamava le pagine scritte di giorno in giorno come
sparse e condensandole nelle poche pagine del mio libro,  mi  fece apprezzare il libro stesso per la sua utilità pratica,
correzioni di stile e di lingua che la critica intelligente  mi  aveva suggerite. Tutto questo l'ho fatto ora, grazie a
più delle altre lo dovrò in parte agli editori cortesi, che  mi  hanno incoraggiata alla fatica, assumendone la ristampa. Io
libero di scegliere la carta da lettera che più gli piace.  Mi  limito a sconsigliare la carta istoriata (decorata con
e non volendo ripetere quanto dirà nel libro secondo,  mi  ristringo ai due seguenti oggetti.
difesa dei Iibri e non voglio contravvenir ai suoi decreti.  Mi  limiterò fedelmente alle due parole promesse in testa della
in cui si citano le abitudini dell'high-life parigina,  mi  è sembrato che peccassero un pochino di esclusivismo, che
ma non ne trovo altra che risponda al mio concetto. Se  mi  si chiedesse poi che cosa sia il borghese, risponderei che,
se non più eletta, in quella parte che ne è l'aristocrazia.  Mi  sembrerebbe opportuno invece additar a tutti come si possa
e dignitosi, senza incorrere taccia di vanagloria.....  Mi  sembrerebbe... Questo condizionale dimostri che non ho la
prosopopea; in una parola, care lettrici, sarò paga se  mi  riuscirà di esservi un pochino utile e di non annoiarvi di
mia, e molta, moltissima indulgenza da parte vostra, forse  mi  riescirà di condurre a buon fine.
luogo di casa in cui, senz'essere chiamata, non  mi  sia concesso d'entrare liberamente, è lo scrittoio o
per accudire soletto e tranquillo ai fatti suoi. Deh! come  mi  dimoro a mio agio quando vi metto piede ! Mi par quasi
Deh! come mi dimoro a mio agio quando vi metto piede !  Mi  par quasi d'apprendervi qualche cosa dell'aria stessa che
carta sugante perchè la polvere guasta il carattere. Nè  mi  si assente l'uso della falsa riga, perché a quest'ora
l'occhio dev'essere avvezzo a correr diritto ; bensì  mi  aiuto col toccalapis a segnare i fogli dei miei quadernucci
altra cosa, posso valermi a piacer mio : unico divieto che  mi  sia fatto, è di non metter l'occhio su carte o libri, senza
delle sue lezioni e rendermi buona e capace quanto egli  mi  vuole!
ancora dal soffio dei tempi nuovi. Anche le monache che  mi  vennero incontro mi parvero larve, non donne. Nell' abito
dei tempi nuovi. Anche le monache che mi vennero incontro  mi  parvero larve, non donne. Nell' abito nero dal bianco
donne velate, dal passo d' ombra, parevano calme e serene.  Mi  addussero per corridoi immensi fiancheggiati da reliquari
per corridoi immensi fiancheggiati da reliquari che  mi  apersero e che contenevano due o tre ordini di teschi,
o tre ordini di teschi, alcuni coronati. Reliquie di Santi.  Mi  dissero con orgoglio che il loro convento ne possedeva
ad un annientamento. Le monache furono molto cortesi e  mi  fecero gli onori del convento con infinita bontà. Ma un
gli onori del convento con infinita bontà. Ma un gelo  mi  penetrava e pareva arrestare anche in me il ritmo della
per esse lettera morta.... Rabbrividivo mentre le Clarisse  mi  parlavano quetamente, e mi pareva che quelle sepolte vive,
Rabbrividivo mentre le Clarisse mi parlavano quetamente, e  mi  pareva che quelle sepolte vive, rotti tutti i vincoli con
per dare a questa alcune lezioni. La madre era malata, e  mi  fete pregare di passare io stessa un momento a casa sua.
bimba decenne m'introdusse in una piccola camera da letto e  mi  tenne un po' compagnia, facendomi un mondo di scuse:la
Mentre la piccina cinguettava come un'allodola, io  mi  sentivo invadere da un senso di benessere che hon mi sapevo
io mi sentivo invadere da un senso di benessere che hon  mi  sapevo spiegare; mi pareva che perfino la pelle della
da un senso di benessere che hon mi sapevo spiegare;  mi  pareva che perfino la pelle della faccia mi si spianasse,
spiegare; mi pareva che perfino la pelle della faccia  mi  si spianasse, che i nervi si distendessero, che il corpo
che il corpo tutto s'allentasse in un benefico sopore.  Mi  guardai attorno. I muri della camera erano imbiancati di
mia s'ingannava così poco che, quando una voce dall'uscio  mi  riscosse con un timido"mi scusi", nella giovinetta che
che non sa come impiegarlo. Anch'io, che le prime volte  mi  sono sorpreso nel sentirmi spostare come una valigia, mi
mi sono sorpreso nel sentirmi spostare come una valigia,  mi  concedo ogni tanto la soddisfazione di dare una spallata ai
pendolari di un adenoideo. Ma se nel mio intimo  mi  assolvo davanti al tribunale sportivo della mia coscienza,
assolvo davanti al tribunale sportivo della mia coscienza,  mi  condanno in sede d'appello. Mettere le mani addosso al
mano altrui per dire «te lo garantisco io» oppure «il tempo  mi  darà ragione». In certi collegi di gesuiti, questi
Una celebre scrittrice morta una quindicina d'anni fa  mi  narrò la storia di un suo innamoramento. Si trattava di un
Ricostruisco a memoria il suo racconto: - Fisicamente  mi  piaceva. Mi piaceva il suo modo di scrivere, di
a memoria il suo racconto: - Fisicamente mi piaceva.  Mi  piaceva il suo modo di scrivere, di telefonarmi, di non
di farmi la corte senz'aver l'aria di farmela, di dirmi che  mi  amava, con le parole più scaltramente scelte per farmi
per farmi credere il contrario. Prima ancora che egli  mi  amasse e me lo dicesse, mi ero innamorata di lui. Fra noi
contrario. Prima ancora che egli mi amasse e me lo dicesse,  mi  ero innamorata di lui. Fra noi non ci fu nemmeno un bacio.
Io ero occupata a specchiarmi nei suoi occhi. A un tratto  mi  posò la mano nuda sulla mia. Non so che cosa avvenne; che
il guanto per stringere una mano, l'elettromagnetismo  mi  piomba nel dubbio se non sia meglio tenerli, dicendo, come
nel dolore presente vedono il pegno d' una gioia futura, se  mi  diranno: la verità bisogna svelarla ad ogni costo, rispondo
la verità bisogna svelarla ad ogni costo, rispondo così:  mi  fissino prima il criterio della certezza per conoscerla e
disperazione. Saranno barbari e conseguenti. Ma finchè non  mi  passano codesto criterio, finchè non sanno rispondere alla
vita futura sorte migliore che non ebbe nella presente, io  mi  guarderei di cancellare dal cuore questa sua fede, se non
gentile Signora, di avermi accolto con tanta cortesia e  mi  perdoni se non ho saputo esprimerle, come avrei voluto, la
adesso  mi  perdonino i morti, se di loro ragionando, il mio linguaggio
il mio linguaggio non fu affatto degno di loro; i vivi  mi  perdonino di aver suscitato con un doveroso omaggio di
di dolore. Anche nel chiudere questo mio povero lavoro io  mi  stringerò alla testimonianza di quell'illustre che ho tante
nessuno. Una ricompensa sola non ho disdegnata; quella che  mi  venne conferita dall'universale consenso degli Italiani, il
quest' operetta, aggiungendo, levando, cambiando siccome  mi  è parso conferire meglio al programma ed alle condizioni
ed alle condizioni delle nostre scuole. Il lettore non  mi  farà colpa, spero, dell'ardimento. Il che vuoi dire, se non
si pensa mai a renderci ragione d'una cosa ne dell'altra.  Mi  ricordo di un servitore che s'aveva in casa, il quale era
e di baci; e quando udivo dire che Tommaso era brutto  mi  mettevo a piangere, e protestavo che era bello, con una
una convinzione, ed una fede che avrebbe smosso i monti.  Mi  ricordo pure di una maestra che ebbi più tardi, la quale,
quale, poveretta, era gobba, ed aveva il naso schiacciato.  Mi  pareva un prodigio di bellezza: era la mia ammirazione. Mi
Mi pareva un prodigio di bellezza: era la mia ammirazione.  Mi  sforzavo di tenere alta una spalla, e mi schiacciavo il
mia ammirazione. Mi sforzavo di tenere alta una spalla, e  mi  schiacciavo il naso contro i cristalli delle finestre,
proprio adesso, di autrici e scrittrici è pieno il mondo;  mi  pare utile suggerire alcune regole di convenienza alle
dodici anni, la direzione d'un giornale per la giovinezza,  mi  è spessissimo capitato di ricevere da parecchie scrittrici,
e difficilmente offre cose possibili. Ma quei manoscritti  mi  facevano allora e mi fanno ancora pensare, al non piccolo
cose possibili. Ma quei manoscritti mi facevano allora e  mi  fanno ancora pensare, al non piccolo lavorìo, fastidio e
dei signori pedanti, e non è la prima volta. Io non  mi  sgomento affatto al veder una signorina od una signora
o di guadagnare qualche soldo, o anche qualche lira; ma  mi  mortifica, mi affligge il vederle impegnate in quei giuochi
qualche soldo, o anche qualche lira; ma mi mortifica,  mi  affligge il vederle impegnate in quei giuochi pieni
apposta per farle arrossire, sebbene si chiamino innocenti.  Mi  ricordo una sera in cui si faceva quello stupido gioco
Plaza. Le domandai: - Come va, signora? - Signorina -  mi  corresse. - Vedova? - Divorziata. - Non siete più la moglie
lo rassomigliava ad un barbagianni. Io non so bene chi  mi  rassomigli, rispose il cortigiano: tutto ciò ch'io so, si è
di casa, qualche commissione, mille piccole occupazioni  mi  distraggono spesso, troppo spesso da quello ch'io riconosco
Vedi, gli è che ho tante e tante cose da dirti, che spesso  mi  domando:da qual parte mi rifarò? E, nel dubbio, rimando di
e tante cose da dirti, che spesso mi domando:da qual parte  mi  rifarò? E, nel dubbio, rimando di giorno in giorno, per
Così passano le settimane, i mesi, sicuro, i mesi. . . -  mi  vergogno perfino a dirlo - e la mia diletta amica aspetta e
vergogno perfino a dirlo - e la mia diletta amica aspetta e  mi  crede smemorata, ingrata, e chi sa che altro! Ma stamattina
cinguettavano così allegramente sotto la tettoia, che io  mi  sentivo una smania indosso, una voglia matta di godermi la
d'acacia! Che limpidità di cielo! Io chiuderei gli occhi e  mi  lascerei cullare dallo squisito senso di pace che m'invade,
ansia. Scusa l'orribile scrittura. Avevo fretta di finire.  Mi  chiamano a colazione. . . " Di chi è questa lettera? Mah!
anzi il mio pregio solo » E' di piacerti, i detti tuoi  mi  attento » Troncar, perdona; ma mie laudi tante, » Pria di
sprone sarammi il parlar tuo, » Per farmi io quale or tu  mi  credi o brami, » Sposo a Mirra e tuo genero, d'ogni alto »
né un'altra, Alberto. Caro mio! ho fatto il mio tempo! -  Mi  fai celia! Cosa sei arrivato ad avere? Vent'anni,
le ballerine d'oggidì non son più quelle di una volta! le  mi  sembrano così impacciate, così stupide, Dio mio! con quel
brio! Figurati! in principio di sera il mio cattivo genio  mi  aveva avvicinato a quella sciocca di madamigella B....;
sono stato preso pei capelli dalla padrona di casa che  mi  fece lo scherzo di presentarmela! brava! dovetti pregarla a
addormentarsi proprio lì in mezzo al ballo! L'è finita: non  mi  ci colgono più; ci ho miglior gusto a fumare questo
io! era un pessimo sigaro di Lucca!). — Eppure, Giulio, non  mi  par cosa gran che gentile quel lasciare lì in asso tutte
una signora per la strada: è la signora che deve prenderla.  Mi  sembra una regola consunta. Come il saluto deve essere
Il meno che possa capitare sono spintoni e anatemi.  Mi  sembra normale.
questa bella sala ospitale, di dire anche voi, «io  mi  piace ridere», come quella tal moglie del medico
su un numero o sopra una combinazione di numeri, mio marito  mi  rimproverava: «Tu perdi perchè non sai giocare». Con una
Con una malvagia insistenza che «me sacaba de quicio», cioè  mi  faceva uscire dai gangheri, mi faceva puntare malamente, e
«me sacaba de quicio», cioè mi faceva uscire dai gangheri,  mi  faceva puntare malamente, e io perdevo. 2°: Per mezzo di
2°: Per mezzo di umiliazioni, burle, vessazioni che  mi  condussero a un assurdo complesso di inferiorità, riuscì a
né piacente, né elegante. Da quando ci siamo sposati,  mi  trovò piena di difetti, tanto che riuscii a persuadermene
a pensare col mio cervello. Ho sempre paura di sbagliare.  Mi  sento inferiore alla più brutta e alla più ignorante delle
in « una barbaridad », una porcheria. Tutto ciò che  mi  metto addosso, dal cappello alle scarpe, dai guanti al
Io non so chi sia la signora L. T. I fenomeni psicologici  mi  interessano, ma le persone molto meno; i casi psicologici
avanzare la scienza del cuore e del cervello. Tuttavia  mi  piacerebbe che la signora mi chiamasse come perito d'accusa
cuore e del cervello. Tuttavia mi piacerebbe che la signora  mi  chiamasse come perito d'accusa contro il crudele consorte.
come perito d'accusa contro il crudele consorte. Non  mi  illudo che le farei vincere la causa, ma io so che cosa
Che è bene o che è male? Che desidero o che non voglio? Che  mi  piace o che non mi piace? E questa incertezza spegnerà
male? Che desidero o che non voglio? Che mi piace o che non  mi  piace? E questa incertezza spegnerà nella donna tutte le
par che tu dica), se potessi esser libera di fare quanto  mi  talenta, per certo farei tutto bene; farei ogni giorno la
la mia meditazione e non lascerei davvero la Santa Messa;  mi  associerei all'opera della riparazione; frequenterei i
che debbo far tutto diversamente dalla mia volontà, e  mi  trovo in una via troppo opposta a quella che tu mi vieni
e mi trovo in una via troppo opposta a quella che tu  mi  vieni dettando. Perdona, mia cara, s'io mi permetto di
a quella che tu mi vieni dettando. Perdona, mia cara, s'io  mi  permetto di mettere in forse e le tue buone disposizioni
disposizioni latenti e gli ostacoli insuperabili dei quali  mi  parli; ma credo di averci le mie buone, buonissime ragioni.
Se tu veramente volessi fare tutte le pratiche buone di cui  mi  ragioni, non ti perderesti tanto in fare progetti lontani,
parte lo tentano, lo turbano, cercano di corromperlo. Tu  mi  dici, ed è vero, non essere in tuo potere cambiare la tua
mai un grazie? Oh! perdona, perdona l'amara parola che  mi  ha strappato dal cuore lo spavento del tuo presente, del
perdona; io non aspiro a godere del vantaggio di cui  mi  potrebbe esser larga l'amicizia dei tuoi verd'anni, nè
atto a purificare tutto quanto lo avvicina. Dunque non  mi  dir più se potessi; di' piuttosto se volessi, poichè tutto
riguardo invece del bene, il male. Che ne diresti tu s'io  mi  ponessi a giuocare con un coltello, e lo tenessi stretto
coltello, e lo tenessi stretto fra le mani, e tagliandomi  mi  lagnassi poi del coltello? Tu mi diresti:Stordita! lo
fra le mani, e tagliandomi mi lagnassi poi del coltello? Tu  mi  diresti:Stordita! lo meriti; se ti sei tagliata è segno che
intrattener domani: Le occasioni di peccato. Per oggi  mi  limiterò a rinnovarti le mie proteste e le mie
pace che respira e traspira la vecchia mia madre, il cuore  mi  batte più forte, mi si bagna il ciglio e dico: Dio mio! sei
traspira la vecchia mia madre, il cuore mi batte più forte,  mi  si bagna il ciglio e dico: Dio mio! sei grande; il tempo e
custodisci sempre sotto il tuo manto la madre che  mi  ha dato la vita del tempo, perchè mi guadagnassi quella
tuo manto la madre che mi ha dato la vita del tempo, perchè  mi  guadagnassi quella dell'eternità! Tu la proteggi ognora
Samo e nottole ad Atene... Chi, fra le gentili lettrici che  mi  vogliono bene e mi conoscono attraverso l'opera mia — chi
Chi, fra le gentili lettrici che mi vogliono bene e  mi  conoscono attraverso l'opera mia — chi ha bisogno di un
futura suocera riempie di spavento la ragazza. Che cosa  mi  dirà? Come dovrò rispondere? Dovrò presentarmi con dei
naturalmente, ne traggono subito categoriche conclusioni. «  Mi  pare che la ragazza si lavi poco », oppure « Peccato che
le informazioni che riguardano questa doppia cerimonia.  Mi  limiterò, qui, a raccomandare ai genitori di rispettare il
uno schifiltoso e disgusta gli altri. A questo proposito,  mi  sia lecito citare la massima di un mio buon amico, persona
ne avranno piacere; se poi fosse il contrario... allora  mi  godo nel far loro dispetto.
e guardinghe, con la sola mira di passare inosservate.  Mi  pare questo un rigorismo che non ha ragione di essere; una
condursi come le signorine, le signore della sua età? Non  mi  piace di vedere nelle maestre, e questo succede
con la solita aggiunta, di « sissignora, nossignora ! » Non  mi  piace nè pure vederle noncuranti l'opinione pubblica,
conobbi, pittura alla Grande Chaumière. Una di queste due  mi  faceva posare per un grande ritratto, mentre la madre
palazzi e giardini sulle rive del Gange. Un giorno la madre  mi  disse: - Fra qualche giorno io vado in India per due
il giorno dopo, mentre posavo per il ritratto e la pittrice  mi  intimava di non perdere la posa, la madre mi ripetè che mi
e la pittrice mi intimava di non perdere la posa, la madre  mi  ripetè che mi avrebbe fatto ammazzare la più bella tigre
mi intimava di non perdere la posa, la madre mi ripetè che  mi  avrebbe fatto ammazzare la più bella tigre del Bengala.
ammazzare la più bella tigre del Bengala. Replicai che non  mi  adattavo all'idea di trascinarmi di albergo in albergo la
lo credo. Quell'insistenza nell'offrirmi ciò che non volevo  mi  metteva fuori di me. Il giorno dopo la madre mi annunciò
non volevo mi metteva fuori di me. Il giorno dopo la madre  mi  annunciò che aveva già scritto in India al suo intendente
molta inclinazione per i fanciulli e l'ufficio di educatore  mi  parve sublime. Io adempiva simile ufficio da qualche anno
Dio sa quante volte in carcere io pensai a loro! quanto  mi  affliggessi di non poter compiere la loro educazione!
voti formassi perché incontrassero un nuovo maestro che  mi  fosse eguale nell'amarli!». È vero che quei due cari
Appena sentivo io lo strillo del mio mutolino, che  mi  si rimescolava il sangue come ad un padre che sente la voce
così dicevo io e lo guardavo ogni giorno più con amore e  mi  pareva che crescesse in intelligenza e confermavami nel
per un estremo saluto alla salma, non si risponde: « No,  mi  scusi, ma i morti mi fanno senso... ». Si ringrazia
alla salma, non si risponde: « No, mi scusi, ma i morti  mi  fanno senso... ». Si ringrazia assentendo, quali che siano
 mi  figuro un capitano che dispone le sue truppe per battere il
della riconoscenza per un'ininterrotta serie di piaceri che  mi  faceva, e che io, rifugiato politico in Svizzera, non
io, rifugiato politico in Svizzera, non potevo ricambiare.  Mi  regalava bottiglie di vino e di vermouth e mi dimostrava la
ricambiare. Mi regalava bottiglie di vino e di vermouth e  mi  dimostrava la sua bontà, la sua indulgenza e la sua
la sua indulgenza e la sua sopportazione. Sentivo però che  mi  considerava un ribelle, un irregolare, un refrattario. Ciò
io e come lo dicevo io non gli piaceva, e io sapevo che  mi  giudicava uno strano animale che è meglio cercare di non
uno strano animale che è meglio cercare di non comprendere.  Mi  avvolgevano le onde della sua diffidenza, e sentivamo,
d'estate eravamo seduti in una birreria e ciò che egli  mi  raccontava con voce monotona non interessava. Tuttavia, per
io che ho orrore dei modi di dire e delle frasi fatte,  mi  lasciai sfuggire senza nessuna convinzione questo commento:
- Ci vuole un coraggio da leone. Il mio amico si arrestò.  Mi  guardò. Mi fissò. Ripetè in tono solenne: «ci vuole un
un coraggio da leone. Il mio amico si arrestò. Mi guardò.  Mi  fissò. Ripetè in tono solenne: «ci vuole un coraggio da
- Si, signora - le disse il conferenziere interrompendosi -  mi  sono impappinato. Non mi era successo prima, perchè avevo
il conferenziere interrompendosi - mi sono impappinato. Non  mi  era successo prima, perchè avevo tenuto lo sguardo fisso su