Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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pagani, eravamo innamorati d'Angelica. Pensa che vita! Lei  mi  fuggiva; io dietro a lei, per selve, per monti, per piani;
piani; ma ogni cinque passi, tàffete! eccotene un altro che  mi  si parava davanti per impedirmi il cammino. Erano, si
del capo e le pesanti scarpe, furono le cose che  mi  arrecarono maggior dispiacere e disagio. Finita la messa,
debolmente alle mie aspettative. Nel mese di marzo  mi  disse d'avere malata una sua figliuola; in quello di
alla morte della zia Lucrezia, poco innanzi avvenuta,  mi  faceva osservare che non conveniva lasciare così presto
da Messina a tempo debito. Il ricevimento di quella lettera  mi  colmò di gioia.... Ritornare in Reggio, ricuperare il sommo
ricuperare il sommo bene della libertà, rivedervi Domenico!  Mi  risovvenni del sospiro d'Alighieri.... «Libertà vo
di tale sentimento, lo dichiarò peccaminoso; le suore  mi  dissero ingrata verso Dio, verso san Benedetto, verse loro,
Due giorni prima di quello destinato all'uscita,  mi  fu recata una lettera. L'aprii: era anonima, e cominciava
seco nell'Inferno; per la mia lunga renitenza, Iddio  mi  abbandonava agli artigli del Demonio; essere nullameno
accusatore innanzi a Dio. Esaminai quella scrittura: non  mi  parve totalmente nuova. Esplorai le mie carte: non vi
- Domandai alla portinaia chi avesse recato quel foglio;  mi  rispose: "Un tale, ignoto a me, che dopo di averlo posto
una preghiera manoscritta sur una tavoletta appesa al muro.  Mi  approssimo, la guardo: il carattere era perfettamente
intanto disposto mia madre che, uscendo del monastero,  mi  portassi in casa della sorella maggiore, e colà attendessi
dei fantastici ragionamenti che i preti e le monache  mi  tenevano tutto il giorno, i miei sonni erano spesso turbati
reliquie. La notte, che precedeva all'uscita, la commozione  mi  fece prendere riposo tardissimo. Era adunque fra la veglia
parvemi udire all'orecchio il tintinnío d'un campanello.  Mi  desto incontinente, schiudo gli occhi, tendo l'orecchio:
che non aveva veduta da qualche tempo per la sua infermità,  mi  recai in casa dell'altra sorella, ove mi trattenni dieci
la sua infermità, mi recai in casa dell'altra sorella, ove  mi  trattenni dieci giorni, aspettando l'ora della partenza. Ma
sorelle, colà maritate, che, per urgenza e a tutta possa,  mi  consigliavano di restituirmi all'abbandonato cenobio. Erano
in uno di quelli della provincia. Queste infauste notizie  mi  atterrirono: scaricavasi d'un sol tratto sul capo mio tutto
condizioni della critica situazione in cui quelle novelle  mi  ponevano, mi spinsi, benchè a malincuore, a domandare, se
della critica situazione in cui quelle novelle mi ponevano,  mi  spinsi, benchè a malincuore, a domandare, se voleva il
partire, conforme al volere di mia madre. "Cara cognata,"  mi  disse quest'uomo dabbene, dopo l'avvertimento ricevuto: "vi
licenziata. - Che fare? Dove andare? A chi ricorrere? -  Mi  trovava in un bivio terribile. Un carcere a destra, un
contenere le lagrime: che mai sarà di me, priva, come  mi  trovo, di mezzi, priva d'ogni appoggio, priva per fino
contro di me, non v'ha almeno qualche legge pietosa che  mi  difenda?" Fu suonato all'uscio: era un amico di casa
il peso degli anni. All'udir l'accaduto, quel buon vecchio  mi  esortò a ritornare nel monastero, finchè (diceva) fosse
scorgeva neppur io, fuori di quello, altro schermo che  mi  campasse dalla disperazione. Non sapendo dunque a quale
a quale miglior santo rivolgermi, secondo il detto comune,  mi  feci il dopo pranzo ricondurre al convento. Ivi, chiamata
per bocca della badessa la mia domanda, risposero, che  mi  avrebbero accolta volentieri nello stabilimento, se
notando massimamente l'esitazione mia nel rispondere,  mi  esortò sottovoce a dire pel momento di sì, che poi,
sottovoce a dire pel momento di sì, che poi, rientrata, non  mi  avrebbero di leggieri respinta. Me ne persuasi, e risposi
disegno di farmi monaca. "Affermatelo pure ad alta voce,"  mi  disse la badessa. - "Siete alfine determinata di dare i
- "Siete alfine determinata di dare i voti?" Il cuore  mi  batteva forte, il capo mi girava: credeva di venir meno.
di dare i voti?" Il cuore mi batteva forte, il capo  mi  girava: credeva di venir meno. Chiesi d'una seggiola, tersi
d'una seggiola, tersi colla pezzuola il freddo sudore che  mi  colava dalla fronte, e con voce di agonizzante risposi:
uno scoppio d'acclamazioni e di festose grida  mi  percosse l'udito. Le monache tutte proruppero di comune
delle campane rintronò al mio orecchio per tutta la notte:  mi  pentii cento volte di aver detto quel SÌ, ed accusai me
è trascinato dalla fatalità!.... Alle dieci della mattina  mi  avviava al convento, alle porte del quale parecchie persone
convento, alle porte del quale parecchie persone famigliari  mi  attendevano. Fui ricevuta con nuova scampanata a festa, e
Aveva pur cercato delle Consolazioni di Boezio, ma non  mi  venne fatto di rinvenirle. Mi fu bensì da mano amica
di Boezio, ma non mi venne fatto di rinvenirle.  Mi  fu bensì da mano amica favorito un altro libro, il cui
era la Solitudine di Zimmermann. Da quello scritto  mi  riprometteva una novella vena di conforti, e però mi sapeva
mi riprometteva una novella vena di conforti, e però  mi  sapeva mill'anni di cominciarne la lettura. Come, dopo il
d'infondere l'amore della solitudine a chi lo legge,  mi  rapirono fin dal principio in una sfera sconosciuta di
silenzio, e poi tutto rientrava nella muta solitudine.  Mi  venne in mente di scrivere a mia madre una lettera
allora minutamente del concorso di circostanze, che  mi  avevano indotta a ritornare nel monastero, non senza la
io non aveva cagionato mai il menomo cruccio, queste cose  mi  scossero. Veggendo ch'ella non si dava nè pace nè tregua, e
e datevi pure pace: contro il destino mio non  mi  rivolterò più." Alzò la testa, mi guardò fisa: io, senza
contro il destino mio non mi rivolterò più." Alzò la testa,  mi  guardò fisa: io, senza prender fiato: "Sì," le soggiunsi,
senza prender fiato: "Sì," le soggiunsi, "mi farò monaca.  Mi  costerà la vita: una disgraziata di meno: ma non amareggerò
Non potei andar oltre, perchè la foga dei singhiozzi  mi  soffocò le parole. Restammo entrambe abbracciate per
che pendeva al di lei collo: "Sta' tranquilla, figlia mia,"  mi  disse. "Iddio e il nostro patriarca ti sosterranno in
promisi. Il mio sagrifizio da quel momento era consumato:  mi  considerai una vittima. L'ingresso del giornalismo è
tiratami il canonico in disparte la seguente mattina,  mi  pose sott’occhio due giornali, umidi ancora dalla stampa,
favete linguis animisque!» Intanto mia madre non  mi  scriveva. Le indirizzai una lettera; un'altra ne scrisse
diceva, di maritarmi a persona di suo aggradimento, nè  mi  avrebbe ritenuta nel chiostro, se non infino a che tale
spazio di tempo presso di lei. Però, prima di uscire,  mi  fu fatto sborsare per le spese della funzione ducati 700, e
era piaciuta altra volta a Domenico; ma la commozione che  mi  sorprese, ma i rimpianti amari che nel cuore mi
che mi sorprese, ma i rimpianti amari che nel cuore  mi  ripullularono, diedero ai miei nervi sì gagliarda scossa,
nè suonai più che l'organo della chiesa. Più d'una volta  mi  venne il pensiero di aprire il mio cuore al Generale, mio
mio secondo padre, e chiedergli aiuto: ma la parola data  mi  chiudeva le labbra. Egli aveva già sborsato il danaro, del
M'inghirlandarono di fiori gemmati, a guisa di sposa:  mi  fecero indossare un abito sontuoso di velo bianco, ed al
indossare un abito sontuoso di velo bianco, ed al capo  mi  attaccarono un altro velo dello stesso colore, scendente
automaticamente, muta d'accento, col pensiero assente.  Mi  scossi solo, allorchè seduta nella porteria del monastero
fu la duchessa Carigliano. Compressi la mano sul cuore,  mi  levai a stento, e baciai quella vecchia zia, che mi disse
cuore, mi levai a stento, e baciai quella vecchia zia, che  mi  disse lagrimando: "È questo l'ultimo nostro bacio....
in cielo." La principessa, venutami più d'appresso,  mi  guardò in volto. "Fermatevi, duchessa," disse alla
spalliera della seggiola, io vacillava, pronta a cadere.  Mi  posero a sedere, e chiesero un bicchier d'acqua, dal che
d'acqua, dal che refrigerata un poco, ripresi lena, e  mi  rialzai. "Scommetto, che non siete contenta di farvi
"Scommetto, che non siete contenta di farvi monaca,"  mi  disse per via la principessa. "Al contrario," risposi,
ingoiarmi, non so come, spinta da un istintivo impulso, non  mi  sia rovesciata dalla carrozza in mezzo alla strada. - Mi
mi sia rovesciata dalla carrozza in mezzo alla strada. -  Mi  risostenne l'intima autorità dell'amor proprio. Quanto mi
- Mi risostenne l'intima autorità dell'amor proprio. Quanto  mi  avvicinava a San Gregorio, tanto più distinto facevasi il
informe e confusa. Giunta che fui al mezzo del tempio,  mi  fecero inginocchiare, e mi presentarono una piccola croce
che fui al mezzo del tempio, mi fecero inginocchiare, e  mi  presentarono una piccola croce d'argento, e una candela
Era la voce dell'innocenza che gridava alla barbarie.  Mi  volsi a quella parte: una signora imbavagliava la bocca
imbavagliava la bocca della fanciulla col fazzoletto.  Mi  corsero le lagrime agli occhi, asciutti fino a quel punto.
io e le dame rimanemmo per pochi minuti genuflesse; poi  mi  menarono al vicario, e mi posero ginocchione ai suoi piedi.
per pochi minuti genuflesse; poi mi menarono al vicario, e  mi  posero ginocchione ai suoi piedi. Un prete, dalla cotta
un piccolo bacile d'argento con forbicette, con le quali  mi  recise una piccola ciocca di capelli. Mi rialzai allora; e
con le quali mi recise una piccola ciocca di capelli.  Mi  rialzai allora; e fiancheggiata dallo stesso corteggio,
tra la folla alcuni gemiti, provocati dalla commozione. Chi  mi  deplorava? Lo ignoro. Il vicario benedisse lo scapolare, ed
ed offertomelo di propria mano, me l'indossai. Quindi  mi  prosternai dinnanzi alla badessa. M'avevano spogliata
Terminate le cerimonie al vicario, e partita mia madre,  mi  fecero salire alla stanza da pranzo della badessa, non
risalita dal regno delle ombre al mondo de' vivi. Schiarita  mi  sentii la vista, dilatati i polmoni, rasserenato l'animo.
quell'enorme muraglia della clausura, che per nove anni  mi  avea compresso il petto, e angustiata la respirazione colle
gente, carrozze, venditori, truppa: alle finestre io non  mi  poteva affacciare, perchè troppo erano alte; pure,
trovandomi così in una delle più belle vie della città,  mi  potevo immaginare d'esser piuttosto alloggiata in casa
in casa particolare, che in monastero. Tutto insomma  mi  parve nuovo, tutto singolare e curioso: l'aria, il suono,
fino le sembianze de' miei simili. La mia stessa persona  mi  parve una pianta esotica, venuta da lontanissimo paese: mi
mi parve una pianta esotica, venuta da lontanissimo paese:  mi  parve, non saprei più dir quale, ma un oggetto di
lo specchio intorno alla mia personale identità. Il Breve  mi  permetteva d'uscire ogni mattina; ma il cardinale, che
era stato soprannominato il mio Hudson Lowe,  mi  proibì di passeggiare a piedi. Veniva dunque mia madre a
a piedi. Veniva dunque mia madre a prendermi in carrozza,  mi  riteneva a pranzo, e al tramonto del sole mi riconduceva.
in carrozza, mi riteneva a pranzo, e al tramonto del sole  mi  riconduceva. Ho detto che tutto mi parve nuovo. Perchè non
e al tramonto del sole mi riconduceva. Ho detto che tutto  mi  parve nuovo. Perchè non aggiungerei che tutto mi parve più
che tutto mi parve nuovo. Perchè non aggiungerei che tutto  mi  parve più umano? L'aria di San Gregorio spirava il tanfo
scioglieva l'organo, m'inondarono d'ineffabile dolcezza,  mi  commossero, m'ingentilirono; nè uscíi mai dalla Messa
Messa meglio disposta alla carità, di quanto lo fui quando  mi  venne fatto di respirare le aure stesse, onde il
sarebbe stata la mia nuova condizione, senza due cose che  mi  recavano molestia: la curiosità pubblica che, fermata dal
la curiosità pubblica che, fermata dal mio abito di monaca,  mi  andava esaminando come un animale di serraglio; e la
ad un prete orgoglioso, arbitro della mia libertà,  mi  confermai nel proposito di fare tutto il possibile onde
onde levarmi dal collo l'ignobile giogo. A tale uopo  mi  venne in mente di ottenere, per mezzo di eminenti amici, un
questo vantaggio preliminare, Dio e le circostanze  mi  avrebbero aiutata al completo riacquisto
ne pagò i diritti in ducati 240. Un'apprensione  mi  restava. Mi avrebbe la corte di Napoli accordato il regio
ne pagò i diritti in ducati 240. Un'apprensione mi restava.  Mi  avrebbe la corte di Napoli accordato il regio exequatur?
Intavolai una pratica a Roma per altro permesso, che  mi  autorizzasse a passare dall'Ordine di San Benedetto a
tempo della mia simpatia per le suore della parte liberale,  mi  ritirò di repente la sua grazia, e perfino la cortesia del
notte, non si degnò di ricevermi; ed io per conseguenza non  mi  diedi più pensiero di andarvi. Anche le monache tutte del
di andarvi. Anche le monache tutte del suo partito non  mi  salutarono più. Benchè estranea a quella comunità, pure mi
mi salutarono più. Benchè estranea a quella comunità, pure  mi  conformava alle loro pratiche, e prendeva vivo interesse
della sorella. Uscíi del coro per disbrigarlo; l'abbadessa  mi  venne dietro, e vedutami parlare con lui, "In coro si fa la
parlare con lui, "In coro si fa la meditazione: state là!"  mi  disse con imperiale sussiego, e puntando l'indice verso il
vengo per ispontanea volontà. Ora che voi lo esigete, non  mi  ci vedrete mai più!" Pochi giorni dopo, mi si presentò
lo esigete, non mi ci vedrete mai più!" Pochi giorni dopo,  mi  si presentò l'occasione di prestare un gran servigio a
da parte il risentimento per le scortesie della badessa,  mi  ci prestai colla più viva sollecitudine. Ecco come: Da
e ad uno dei governatori del conservatorio. Nè  mi  ristetti a questa sola pratica; perchè, fatta stendere una
avendo, come noi tutti Napoletani, passione per la musica,  mi  comprai un piano-forte per cantare ed accompagnarmi. Se una
ond'io, per evitare ulteriori mormorazioni e maldicenze,  mi  ristrinsi a suonare soltanto, senza cantare. Ma non bastò.
essendo stata sempre vietata la musica nel conservatorio."  Mi  portai senza indugio nella stanza della superiora, che mi
Mi portai senza indugio nella stanza della superiora, che  mi  ricevette senza neppure invitarmi a sedere. Quando il
E battendo i piedi, e gesticolando soggiunse: "Il cardinale  mi  aveva detto che non vi sareste trattenuta qui più d'un
mai di questa famiglia non conosce l'affetto sincero che  mi  portate, le cure materne che mi usate? Meglio d'ogni altro
l'affetto sincero che mi portate, le cure materne che  mi  usate? Meglio d'ogni altro lo so io, che vi pago della
le mie finestre. Io ne distingueva il passo; e sempre che  mi  riuscisse di non farmi vedere dalla madre, correva a
allorchè udii un cupo rumore sotterraneo straordinario che  mi  spaventò. Sollevai il capo: mi girava. Tentai sedermi sul
straordinario che mi spaventò. Sollevai il capo:  mi  girava. Tentai sedermi sul letto: una scossa gagliarda di
Tentai sedermi sul letto: una scossa gagliarda di terremoto  mi  rovesciò sui guanciali. Allo scricchiolío delle porte e
erano i miei capelli: le treccie, svolte nella corsa,  mi  pendevan disordinatamente sugli omeri. Mi sentii
nella corsa, mi pendevan disordinatamente sugli omeri.  Mi  sentii leggermente tirare per la chioma. Mi volsi: era
sugli omeri. Mi sentii leggermente tirare per la chioma.  Mi  volsi: era Domenico, il quale a voce sommessa mi susurrò
la chioma. Mi volsi: era Domenico, il quale a voce sommessa  mi  susurrò all'orecchio: "Benedetti i terremoti, che mi danno
mi susurrò all'orecchio: "Benedetti i terremoti, che  mi  danno il contento di rivederti, e darti un altro addio!"
e darti un altro addio!" "Ritornerai presto?" "Sì, cara:  mi  tratterrò in Napoli un mese solo." Il tuono fermo di questa
che l'alba già incominciava ad infiammare l'oriente,  mi  chiese la mano, la strinse teneramente, poscia su quella di
esultante se ne partì. - Dolorose ricordanze! Le lagrime  mi  bagnavano le gote, e la piena degli affetti mi toglieva
Le lagrime mi bagnavano le gote, e la piena degli affetti  mi  toglieva l'uso della parola. Confidai alla carità degli
canto. Un secondo sospiro, seguíto da una sommessa prece,  mi  giunse all'orecchio. Mi alzai tosto, ed avvicinatami a lui
seguíto da una sommessa prece, mi giunse all'orecchio.  Mi  alzai tosto, ed avvicinatami a lui chiesi di ciò che tanto
che tanto l'affliggesse. "Non sono afflitto," disse, "ma  mi  sento male, e mi rincresce di non potervi condurre al
"Non sono afflitto," disse, "ma mi sento male, e  mi  rincresce di non potervi condurre al teatro stasera." "Che
Il mio volto era contraffatto dal pianto: gli astanti  mi  fecero segno di non avvicinarmi a lui. Sedetti allora
gli dissi..... "son qui. Che desiderate, padre dolcissimo?"  Mi  fissò con un occhio impietrito, ma tenerissimo, di cui
con un occhio impietrito, ma tenerissimo, di cui eterna  mi  resterà la rimembranza; poi domandò: "Perchè mi lasci?"
cui eterna mi resterà la rimembranza; poi domandò: "Perchè  mi  lasci?" "Sono vicina a te," risposi con voce soffocata dal
"Mi sento in pace coll'anima," ripigliò. "Solo una cosa  mi  fa morire scontento, ed è il tuo avvenire..... Che ne sarà
conduci altrove queste povere figlie! La loro vista  mi  opprime il cuore. Esse perdono il padre prima d'aver avuto
puerizia: non più il riconfortatore balsamo del sonno.  Mi  sentii un vuoto nell'animò, vuoto sommamente penoso, che
statura alta anzi che no, la sveltezza delle proporzioni  mi  convinsero essere quello, e non altro, l'uomo de' miei
mia mente, rivestita di forme ideali. Le ore della notte  mi  sembrarono eterne, il giorno seguente lunghissimo, il
desiderava con ansietà veder giunger l'ora nella quale  mi  sarebbe dato il permesso d'uscir sul verone favorito, per
sue labbra, e modestamente avvicinando la mano al cappello,  mi  salutò. Quale temerità da parte mia! A quel saluto
mille dispiaceri sofferti. Quanti segreti conforti non  mi  procuravano allora le malinconiche note del Petrarca, che
scambiare seco lui, non fosse che una sola occhiata,  mi  facevano mettere tutto in dimenticanza, mi ricolmavano
sola occhiata, mi facevano mettere tutto in dimenticanza,  mi  ricolmavano d'ineffabile beatitudine. Trascorsero così
a me.....! - Il mio volto apparve da' cristalli: Carlo  mi  scoprì, mi sorrise, mi salutò. Fuggii per timore che mia
- Il mio volto apparve da' cristalli: Carlo mi scoprì,  mi  sorrise, mi salutò. Fuggii per timore che mia madre
volto apparve da' cristalli: Carlo mi scoprì, mi sorrise,  mi  salutò. Fuggii per timore che mia madre sopravvenisse, ma
stessa ch'io respirava. Il dopopranzo, secondo l'usato,  mi  posi al balcone: Carlo pure stava al suo. Egli si ritrasse
si ritrasse in fondo alla camera, e con un gesto espressivo  mi  domandò s'io l'amava; fissandolo, sorridendo ed abbassando
per istarsene tutto solo colla sposa... La parola sposa  mi  colpì; ma per quanta attenzione usassi, non mi venne fatto
parola sposa mi colpì; ma per quanta attenzione usassi, non  mi  venne fatto raccogliere altro del loro discorso. Il mio
del consueto; egli del pari, postosi vicino alla sua,  mi  faceva de' segni che mi sembravano dimostrazioni del più
del pari, postosi vicino alla sua, mi faceva de' segni che  mi  sembravano dimostrazioni del più vivo affetto. Nell'atto di
che per me, quanti e quali progetti di futura felicità  mi  formava! Nel cuor della donzella innamorata havvi giorno
voce Matrimonio. Viene la cameriera tutta ansante, e  mi  dice in fretta: "Signorina, che fate? Ritiratevi dalla
detti proruppi in singhiozzi, nè potei frenar le lacrime;  mi  accostai alle umide ciglia il fazzoletto, e gli rivolsi uno
di costernazione e di tristezza. - Egli con altro segno  mi  domandò quello che mi conturbasse; ma la coscienza, che lo
di tristezza. - Egli con altro segno mi domandò quello che  mi  conturbasse; ma la coscienza, che lo mordeva, gliene rivelò
Senza rispondere, chiusi la malaugurata finestra e  mi  ritirai. Sentiva spezzarmisi il cuore: la cameriera mi
e mi ritirai. Sentiva spezzarmisi il cuore: la cameriera  mi  prodigò de' soccorsi. Diedi alfine in un pianto dirotto, e
acciocchè io ti vegga ognora al fianco della donna che  mi  supplanta! - Scorsero non poche ore fra il pianto e le
péste ed arrossite palpebre, volle conoscere il motivo che  mi  contristava a tal punto. "Un forte mal di capo," le dissi.
da Carlo, fui assalita da una febbre gastrico-biliosa che  mi  durò due settimane. Non impedì per altro la febbre ch'io
perchè l'amore, non meno vivo di prima nell'animo mio,  mi  lasciava sperare che la notizia della mia infermità avrebbe
altro che lo sposo futuro! L'immagine di Carlo non  mi  ritornò più nella mente, se non sotto le sembianze d'un
stessa." Poggiai di nuovo la testa sull'origliere, e  mi  tacqui. - Era già rassegnata. Parecchi mesi dopo il fatto
caduta scese al sepolcro pochi anni dopo. Un'altra mattina,  mi  recai nella stanza di mio padre per dargli il buongiorno;
riverente la mano per baciarla: egli, sollevatomi il capo,  mi  domando sgomentato se mi sentiva male. "Non ho nulla,"
egli, sollevatomi il capo, mi domando sgomentato se  mi  sentiva male. "Non ho nulla," risposi. "Come nulla? Tu non
nulla? Tu non stai bene!" "Dio mio, è curiosa davvero!  Mi  sento benissimo!" "Mirati nello specchio!" M'accostai al
il mio volto coperto di macchie d'un rosso accesissimo. Ei  mi  fece sedere accanto a sè, ed avvertì mia madre che facesse
madre aveva dato alla luce altre due femmine. La cura ch'io  mi  prendeva delle bambine mi serviva di distrazione
altre due femmine. La cura ch'io mi prendeva delle bambine  mi  serviva di distrazione gradevolissima. Una sera, mio padre
che sembrava aver compito il quarto lustro appena. Io  mi  trovava nel salotto col resto della famiglia. Il giovine,
ammaliatore. Era egli conscio di questo potere, egli che  mi  appuntava con siffatta tenacità? Questo solamente so, che
divagarmi, ma indarno: quello sguardo inesorabile  mi  perseguitava in ogni luogo, m'attirava ineluttabilmente a
in ogni luogo, m'attirava ineluttabilmente a sè,  mi  magnetizzava. Il giorno appresso lo rividi al passeggio: lo
con penetrazione maravigliosa, ed alla sua vista il seno  mi  balzava con violenza. Egli, da parte sua, sollecito di
gli uomini tutti siano della tempra medesima di Carlo? -  mi  andava dicendo un'intima voce in tuono carezzevole; no: non
Via Toledo. Ritorno a Domenico. Questa domestica catastrofe  mi  riuniva inaspettatamente a lui. Però mancava il tempo che,
Paolo avesse potuto farlo consapevole della sventura che  mi  avea colpita. Il giorno appresso, io e Giuseppina eravamo
la madre, comprese egli dalla presenza di lei che nel padre  mi  aveva colpito il destino. Entrare nell'istante in un caffè,
e sgomentato. Chiestogli il motivo del suo turbamento,  mi  fece vedere una lettera di suo padre poco prima
all'amore l'aria di Napoli. Il fascino di quella città non  mi  lascia pace sul conto tuo. Ritorna presto, se mi ami di
città non mi lascia pace sul conto tuo. Ritorna presto, se  mi  ami di verace amore..... Ma se nel ricevere la presente non
ricevere la presente non t'affretti a raggiungermi qua, io  mi  crederò sciolto dai giuramenti a te fatti.» Nel leggere
Ma la mia avversa stella aveva altrimenti disposto! Io  mi  pasceva di splendide speranze, mentre spalancata stavami a'
Ritornò infatti dopo un'ora di assenza: la contemplai,  mi  parve giuliva anzi che no; donde dedussi e congetturai, che
tale presso alcuni e l'usanza. Le sembianze della fantesca  mi  rinfrancarono: io respirai. "Siete voi la signorina
e presami per la mano, divenuta più fredda del ghiaccio,  mi  menò nella camera da letto. Se un fulmine mi avesse
del ghiaccio, mi menò nella camera da letto. Se un fulmine  mi  avesse atterrata, non avrei ricevuto una scossa più
una scossa più formidabile. Proruppi in singulti disperati,  mi  rovesciai bocconi sull'origliere del canapè, che innaffiai
del canapè, che innaffiai con molte lagrime, indi  mi  slanciai in grembo alla madre, implorando misericordia alle
le lagrime. Poi, in tuono grave, e con parole misurate, che  mi  risuonano tuttora all'udito come sentenza di pena capitale,
e serrandole convulsivamente le ginocchia: "Mamma, non  mi  rinchiudere, per pietà! Al solo nome del monastero mi sento
non mi rinchiudere, per pietà! Al solo nome del monastero  mi  sento presa dalla disperazione!" Ella si alzò bruscamente,
svincolandosi dalle mie braccia, ed in tuono severo  mi  disse: "Tuo padre non ha lasciato per te nè dote nè tutore:
senza fallo la mia libertà, per farne l'uso che meglio  mi  converrebbe. - Mi disse queste, ed altre cose ancora. Erasi
mia libertà, per farne l'uso che meglio mi converrebbe. -  Mi  disse queste, ed altre cose ancora. Erasi frattanto
veggendo che invano si sarebbe attesa la fine del pianto,  mi  ordinò di apparecchiarmi.... Povera Giuseppina! io non
non aveva nè la mente nè il cuore a segno..... Fu dessa che  mi  allestì. La madre, ora rimproverava le mie esitazioni, ora
portería, e fu la prima a venirmi incontro. Tutta contenta  mi  strinse al seno, e susurrommi all'orecchio in tuono
imperioso di ringraziare le monache del favore che  mi  avevano usato, accettandomi per loro compagna. - Le
padre, ripetute nel volto e nella pronunzia della badessa,  mi  scossero per modo che credetti di cader tramortita.
a bassa voce i loro commenti intorno alla mia persona. Chi  mi  trovava bella, chi brutta, chi simpatica, chi antipatica,
chi di contegno docile, chi d'aspetto recalcitrante. Io  mi  sentiva oppressa, soffocata: avrei preferito di morire
di non comune filantropia, e commilitone di mio padre,  mi  assicurò che qualunque fosse per essere nell'avvenire lo
qualunque fosse per essere nell'avvenire lo stato mio, egli  mi  avrebbe fatto un dono di mille ducati. La sera de' 2
Essa andava nelle braccia d'un uomo che amava: io, misera,  mi  allontanava per sempre e da lei e da ogni altro essere
in quella foggia consueta, la voce della madre  mi  fermò. "Che vai facendo?" mi diss'ella: "Ti pare sia quella
consueta, la voce della madre mi fermò. "Che vai facendo?"  mi  diss'ella: "Ti pare sia quella un'acconciatura che si
non ti voglia far monaca, tu ben lo sai; ma la badessa  mi  ha raccomandato di non menarti stamani colla chioma
E in così dire, prese il pettine, e di propria mano  mi  lisciò i capelli. Di là a poco venne il generale Salluzzi e
Madonna delle Grazie a Toledo mena a San Gregorio Armeno,  mi  sentii immersa in uno stato morale, che partecipava dello
separarsi da me per un tempo non determinato con sicurezza:  mi  tornarono in mente gl'innocenti trastulli dell'infanzia,
di pubblico spettacolo: nondimeno il fazzoletto, che spesso  mi  portava agli occhi, facea volgere la gente verso di me,
prefisso. Le porte si spalancarono: orride fauci di mostro.  Mi  sentii di repente aggraffata per le mani, spinta, urtata
cigolío i catenacci, che risbarravano l'orribile porta;  mi  fu strappato il nastro che fermava il cappello, tolto lo
cominciai a discernere partitamente gli oggetti,  mi  trovai inginocchiata innanzi ad un grande cancello di legno
un grande cancello di legno dorato. Era il coro! Una monaca  mi  disse: «Ringrazia Iddio del benefizio di averti condotta in
me ritornata la ragione, per poco smarrita, un'idea trista,  mi  balenò al pensiero: Il presagio, ahi! troppo presto
Mia madre erasi avvista della corte che quel giovine  mi  faceva, ed acremente mi aveva rimproverata d'aver dato
della corte che quel giovine mi faceva, ed acremente  mi  aveva rimproverata d'aver dato ascolto alla sua galanteria.
fosse altrove occupata. Questa manovra di contrabbando  mi  pesava sì sulla coscienza, ma ignorava il mezzo cui
tratto di delicatezza, fonte per lui di molta mestizia,  mi  sembrò un indizio dell'affetto sincero che per me nutriva;
angusta essendo divenuta la sala per contenerle. Un dominò  mi  si accosta. Nel porgermi dei confetti, mi fa cadere in
Un dominò mi si accosta. Nel porgermi dei confetti,  mi  fa cadere in grembo non so che cosa. La raccolsi: un
sotto di quella, era naturalmente scevra d'ogni sospetto.  Mi  fermò sul limitare, afferrommi la destra, e ponendo un
giorni, l'avo di Domenico, presentatosi a' miei genitori,  mi  chiedeva in isposa pel nipote. Chiesero costoro la ragione
stato chiuso l'uscio della casa. Nè mio padre nè mia madre  mi  fecero consapevole dell'ambasciata avuta. Seppi l'accaduto
amor mio sostenute, con un mesto sorriso degli occhi: egli  mi  ricambiò con un sorriso mesto delle labbra: così entrambi
sedesse al mio fianco un solo istante, o che a bassa voce  mi  avesse rivolta una parola innocente, per veder il suo volto
sembrolle d'aver trasgredito il suo ordine. Rimaste sole,  mi  fece dire che mi attendeva nella sua stanza. La trovai
trasgredito il suo ordine. Rimaste sole, mi fece dire che  mi  attendeva nella sua stanza. La trovai coricata in letto.
coricata in letto. Lunga ed amara fu la sua esortazione.  Mi  trattò da indocile perchè m'ostinava ad amare un uomo, cui
di Domenico, nonchè de' dispiaceri che quella gelosia  mi  procurava; conchiuse, ch'era tempo ormai di finirla, avendo
ignorava lo stile irrevocabile delle materne risoluzioni.  Mi  ritirai tremante presso Giuseppina la quale m'attendeva,
Questa cara sorella era il mio angelo consolatore.  Mi  fece sedere, vedendo che le gambe non mi reggevano; cercò
consolatore. Mi fece sedere, vedendo che le gambe non  mi  reggevano; cercò d'interrogarmi; non potei rispondere. Mi
mi reggevano; cercò d'interrogarmi; non potei rispondere.  Mi  spogliò allora, assistita dalla fantesca, e mi mise in
rispondere. Mi spogliò allora, assistita dalla fantesca, e  mi  mise in letto, dove, non sì tosto entrata, fui colta dal
fui colta dal primo di quegli attacchi nervosi, che non  mi  hanno più abbandonata, e de' quali sovente fui sul punto di
e de' quali sovente fui sul punto di restar vittima.  Mi  fecero odorare de' sali. Il mio petto era ansante, le fauci
le furenti gelosie di Domenico. Per mezzo dell'amico suo  mi  fece conoscere, che se io voleva dargli una prova della mia
mio cordoglio: promisi d'astenermene totalmente. Una sera  mi  posi al piano-forte mentre si ballava una quadriglia.
venne a domandarmi la madre, atteggiata di sdegno. "Non  mi  sento bene." "Vorresti, ragazza darla ad intendere a me!
che....." "Bada che non soffro capricci. Alzati e balla!"  Mi  convenne ubbidire; ma fui tratta della danza in uno stato
se fra quelli vi fosse per avventura qualche rivale,  mi  venne imposto di non affacciarmi ad altra finestra, se non
e la passione fosca del giovine, io, dal canto mio,  mi  trovai in una di quelle crudeli alternative, dalle quali
questa mia situazione avvenne in quel mentre un fatto, che  mi  credo in dovere di non passare in silenzio. Messina,
una sarebbe stata la casa che doveva alloggiare tutti. Io  mi  trovava agitata, immaginando il cruccio che avrebbe
abbandonò alle più spropositate smanie, e col solito messo  mi  fece conoscere, che se avessi lasciato Reggio si sarebbe
dato il braccio nelle passeggiate, per evitare ch'altri  mi  avesse approssimata. Gli giurò di più, in nome
immaginarii. Rassicurato alquanto da questa promessa,  mi  precedette di poche ore nel viaggio; talchè, non appena
per ogni altra persona che avesse voluto avvicinarmisi.  Mi  sapeva mill'anni che, scevro di qualche dispiacere,
non fu così. Erano le nove di sera, allorchè Paolo  mi  disse che usciva un momento solo, per fare acquisto d'un
replicò essa in tuono che non ammetteva replica.  Mi  tacqui, e feci lentamente gli apparecchi necessari, colla
madre, Giuseppina, e gli altri aspettavano già pronti che  mi  unissi a loro. Strappai un bottoncino dal guanto, e pregai
guardando affannosamente se Paolo arrivasse. Una voce  mi  scosse: "Signorina, poichè il vostro cavaliere è assente,
in forse, se accettare, o bruscamente ricusare. Mia madre  mi  guardava fissa; parecchi altri signori avevano udita
della strada, non ostante l'immensa calca di gente, chi  mi  veggo innanzi? Domenico. Egli moveva alla volta mia. Il
strada, per buona fortuna, lo coprì. Frattanto la folla  mi  aveva separata da Domenico, e siccome opposte eran le vie
onde attentare alla mia od alla vita del povero giovine.  Mi  quetai un poco, soltanto quando fui giunta alla Borsa.
Domenico. - Con un leggero chinar di capo m'accennò di sì.  Mi  raccontò più tardi, che il furore aveva condotto l'amico
mio cuore, malgrado gli sforzi che faceva per soffocarvelo,  mi  fece volgere lo sguardo verso di lui. Finita la messa,
la messa, volea ritirarmene: al patetico segno ch'egli  mi  fece di volermi arrestare per poco, ebbi la debolezza di
al cancello, e giunte le mani in atto supplichevole,  mi  disse: "Perdonatemi! Confesso il delirio mio!" Lo guardai:
restituito a te, malgrado gli ordini del padre, il quale  mi  vorrebbe allontanato per un anno intero!" "Accetto il tuo
presso alla porta minore della chiesa, si volse di nuovo, e  mi  disse: "Non mi tradire!" -Tradirlo! Or che mi rendeva
minore della chiesa, si volse di nuovo, e mi disse: "Non  mi  tradire!" -Tradirlo! Or che mi rendeva l'amor suo, qual
di nuovo, e mi disse: "Non mi tradire!" -Tradirlo! Or che  mi  rendeva l'amor suo, qual altra fortuna poteva io
tanto riconoscente. - Scommetto che le altre signore non  mi  sono affatto riconoscenti - disse Bella con subitanea
anche di piú. Sono certa che voi siete la sola che  mi  dica «grazie». Scommetto che quando mi incontreranno le
siete la sola che mi dica «grazie». Scommetto che quando  mi  incontreranno le altre, non mi guarderanno neppure. Ma non
Scommetto che quando mi incontreranno le altre, non  mi  guarderanno neppure. Ma non me ne importa. E non mi sarebbe
non mi guarderanno neppure. Ma non me ne importa. E non  mi  sarebbe importato niente se tutti i loro mariti fossero
niente se tutti i loro mariti fossero stati impiccati. Ma  mi  dispiaceva per il signor Wilkes. Non ho dimenticato come
quando era piccolo. E... Insomma, quando il capitano Butler  mi  ha chiesto di mentire, ho voluto sapere chi erano gli
di miss Kennedy, non avrei mosso un dito, qualunque cosa  mi  avesse detto il capitano Butler. - Perché? - Perché, miss
di Melania per calmarla e poi la ritrasse in fretta, - Non  mi  agghiacciate, signora Wilkes, vi prego. Mi darebbe troppo
in fretta, - Non mi agghiacciate, signora Wilkes, vi prego.  Mi  darebbe troppo dolore, dopo che siete stata cosí buona e
le volete bene e vi chiedo scusa di quello che ho detto. E  mi  dispiace che il povero signor Kennedy sia morto. Era un
Andavo a comprare da lui della roba per la mia casa e  mi  ha sempre trattata gentilmente. Ma la signora... ecco, non
qui piú a lungo; e sarebbe una seccatura per voi. E se  mi  vedete in istrada, signora Wilkes... non mi salutate. Io
per voi. E se mi vedete in istrada, signora Wilkes... non  mi  salutate. Io capirò lo stesso. - Sarò fiera di salutarvi e
più crudeli provai gli effetti del silenzio che di nuovo  mi  circondò. Non una sole voce all'intorno, non una traccia di
dentro di me. Un supremo pensiero di primo tratto  mi  preoccupò: - Quale autorità ha decretato il mio arresto;
imputazione d'altra natura, provenuta da spionaggio,  mi  gettava negli artigli del potere politico? Probabile il
d'ogni contatto colla società, di quale mezzo efficace  mi  sarei valsa per confutare le false voci, che i preti non
io zitta. Al terzo picchio, sento la voce della priora, che  mi  prega di aprire. "Non sono padrona neppure di questo
supplicarmi con parole umili, giustificando il disturbo che  mi  recava colla necessità di far una cosa per me. Aprii
dovreste smettere la speranza d'uscirne presto" "Non  mi  nascondete la verità vi prego! Sono forse condannata a
priva di sentimento sul mattonato. Riaperti gli occhi,  mi  trovai sdraiata sul letto, e nuovamente sola. Notai allora
riportata alla testa, cadendo sopra i mattoni? Quanto più  mi  sforzava di riafferrare il timone della ragione che di mano
sforzava di riafferrare il timone della ragione che di mano  mi  sfuggiva, tanto m'avvedeva ch'io non ne era più padrona
io, nel suo caso, non l'avrei accettata. Più tardi  mi  fece portare una scodella di brodo: la rifiutai. La notte
a Dio di conservarmi sana la ragione. Fatto giorno,  mi  portarono il caffè: lo rimandai non tocco, e così fu
il pranzo! Due ore dopo vennero i miei bagagli. La priora  mi  consegnò una lettera di mia sorella, già aperta da lei.
avrebbe mancato di chiedere una udienza dal re. - Il capo  mi  girava, la mano rifiutavasi a scrivere. Cionondimeno con
figura del superiore ecclesiastico. A quella vista  mi  sentii ribollire il sangue, ed incapace di frenare il
rifiutare ogni alimento. Una lunga malattia di languore non  mi  avrebbe più profondamente incavate le gote; il volto era
il bianco degli occhi, di quello dello zafferano. Se  mi  coricava, in cerca d'una tregua all'orrenda fissazione che
coricava, in cerca d'una tregua all'orrenda fissazione che  mi  perseguitava, eccomi di bel nuovo innanzi l'immagine di
libertà. Al sesto giorno le forze per alzarmi di letto  mi  mancavano, nè per questo condiscesi a pigliare i rimedi che
nè per questo condiscesi a pigliare i rimedi che la priora  mi  suggeriva. L'indomani fu mandato per il medico; era il
"Via di qua, papasso mascherato!" "Calmatevi, per carità!"  mi  disse il Sabini. - "Signor cavaliere," soggiuuse rivolto al
loro furono alcuni volumi di stampa forestiera, fra' quali,  mi  rammento, il libro sopra Dante di Ozanam, l'altro
sempre maggiore rapidità. La mattina dell'undecimo giorno  mi  ritrovò in uno stato d'estrema depressione; io non poteva
di cui egli era ugualmente il medico. Più d'una volta ei  mi  aveva detto che aveva tenuto parola di me col principe. Una
ridendo e stropicciandosi le mani, "Allegra, signorina,"  mi  disse: "vi porto buone nuove!" Fatto uno sforzo, mi volsi a
mi disse: "vi porto buone nuove!" Fatto uno sforzo,  mi  volsi a lui. "Ieri sera," soggiunse, "il principe vi
appena convalescente, di farvi uscire." Il cuore  mi  cominciò a battere tanto forte, che non so come non
scarcereta!" dissi, sforzandomi di riprendere la lena che  mi  mancava, e di stendergli la destra. "Di certo," riprese
stesso, sorreggendomi sul capezzale, con carità paterna  mi  faceva prendere a cucchiaiate. Alla terza cucchiaiata la
prendere a cucchiaiate. Alla terza cucchiaiata la vista  mi  si offuscò, e prima di potermi rimettere sul guanciale
contezza della mia salute, gli domandai del giorno in cui  mi  sarebbe stato comunicato il permesso d'uscita. Ei mi
in cui mi sarebbe stato comunicato il permesso d'uscita. Ei  mi  rispose in termini evasivi: non mi tolse la speranza della
il permesso d'uscita. Ei mi rispose in termini evasivi: non  mi  tolse la speranza della redenzione per non farmi ricadere,
ingannata. Piansi come donna non ha pianto mai; nuovamente  mi  diedi alla più smoderata disperazione, non seppi a qual
postali del Regno subiva la corrispondenza del pubblico,  mi  rese conto del suo operato in termini del tutto
in termini del tutto inintelligibili. Ma l'inciampo non  mi  scoraggì. - Ben conoscendo l'altiera e risoluta indole di
contezza di ciò ch'ella aveva operato per me. La biancheria  mi  veniva restituita tre giorni dopo; e nello stesso nodo
dunque restava; non più un solo, ma due poteri locali  mi  tenevan dietro: la polizia e l'arcivescovado. A dire il
che la storia romana e gli annali delle nostre repubbliche  mi  avessero ammaestrato sui destini di essa. I libri, i
Picchiai lungamente senz'aver risposta, ma finalmente  mi  venne aperto. Scorsero allora per me momenti d'esaltazione
luce. A questi motivi di sconforto un altro e più irritante  mi  sopravvenne. Reluttando agli ordini replicati della curia
sono tormenti atroci! » Cara mamma, questa vita che voi  mi  deste, altro non è più per me che un supplizio. Che vale
tavolino, aprii il baule, e tratto dal segreto lo stile,  mi  ferii il fianco.... - Oh, tu che leggi, non mi condannare!
lo stile, mi ferii il fianco.... - Oh, tu che leggi, non  mi  condannare! compiangimi; rianda colla mente tutti i miei
con me, che pure scrivendo di questo orribile momento,  mi  sento profondamente commossa. Ah sì, io avevo tanto patito
forse rinnovato il colpo, ma l'orrore e il ribrezzo che  mi  fece il freddo della lama, mi risvegliò da quel delirio.
ma l'orrore e il ribrezzo che mi fece il freddo della lama,  mi  risvegliò da quel delirio. Non fa parte della legge divina
quella d'un angelo custode, che il cielo invia? Lo stile  mi  cadde di mano: io mi posi tutta tremante a sedere. Non era
custode, che il cielo invia? Lo stile mi cadde di mano: io  mi  posi tutta tremante a sedere. Non era scritto che dovessi
Risolvei di non portarmi al confessionale. Quaranta  mi  fu condotto in camera tutti i giorni, a mio dispetto, e ad
mia ragione. Protestai contro quella quotidiana molestia;  mi  fu risposto che io non poteva stare senza il catechismo
stare senza il catechismo giornaliero del confessore:  mi  avrebbero però mandato un tal Cutillo, che in Napoli godeva
tenetevelo per voi," risposi al prete superiore; "se  mi  debbo confessare, voglio una persona di mia, e non di
buon vecchio, ebbi la prova consolante che il Cielo non  mi  aveva del tutto ritirata la sua clemenza. Ma lo ripeto, un
Il generale Salluzzi, che in tante e tante occasioni  mi  aveva dato prove di paterno affetto, fu, dopo gli ultimi
perdita, che m'arrecò non piccola mortificazione, il re  mi  sospese ancora un assegno di annui ducati 60, ultimo mezzo
da me stessa, benchè non assuefatta, per un'estate intera  mi  ristrinsi al solo pane, e per companatico a qualche frutta,
sei mesi. Ad eccezione del medico che in sul principio  mi  visitò, non mi venne fatto vedere per quel tratto di tempo
Ad eccezione del medico che in sul principio mi visitò, non  mi  venne fatto vedere per quel tratto di tempo altra figura
sgradevole di preti, di monaci e di monache; cosa che  mi  costrinse a carcerarmi nella propria stanza, e mi ridusse
cosa che mi costrinse a carcerarmi nella propria stanza, e  mi  ridusse al compiuto isolamento. Un solo filo di
al compiuto isolamento. Un solo filo di comunicazione  mi  conservava ancora in relazione col mondo di fuori: era
della biancheria, prezioso messaggiero e confidente, che  mi  tratteneva in sicuro carteggio con la madre. Coll'aiuto di
non è rianimato? Defraudata di quest'innocuo sollievo,  mi  fu giuocoforza ricorrere alla lettura che fornirmi poteva
ricorrere alla lettura che fornirmi poteva Mondragone. Nè  mi  pento d'averla accettata, anzi conserverò particolare
casta poesia, il puro e santo zelo di quell'èra cristiana  mi  serviva di calmante nella lotta interna che m'agitava.
Invece di scrivere romanzi, che con effimere commozioni  mi  snervano il cuore, che con effeminati affetti mi
commozioni mi snervano il cuore, che con effeminati affetti  mi  sbaldanziscono l'animo, m'isteriliscono le aspirazioni,
il cuore a fecondi concetti, a sentimenti virili! Ecco come  mi  rialzerete dall'inerzia in cui giaccio, ecco come mi
come mi rialzerete dall'inerzia in cui giaccio, ecco come  mi  preparerete a secondarvi nella grande opera
d'assoluto sequestramento!) materia di grata distrazione  mi  somministrarono gl'insetti, soli viventi compagni del mio
coll'altra per la briciola che porgeva loro. Altra volta  mi  divertiva, a guisa di Silvio Pellico, a contemplare la
andirivieni pei corridoi, uscíi ratta della mia stanza,  mi  precipitai per le scale urtando le monache, che sbalordite
precipitai per le scale urtando le monache, che sbalordite  mi  guardavano, e lanciandomi nel parlatorio, dissi con tuono
ragioni alle stesse compagne del mio carcere, io nondimeno  mi  trovava, se non contenta, almeno tranquilla. Raccolto,
un secondo monastero dentro il monastero medesimo, dove  mi  trovava confinata; e nel recinto di quel recondito mio
Passava molte ore nel coro data alla preghiera; la fede  mi  sorreggeva. Per infondere la fede a chi non l'ha, fatelo
Per infondere la fede a chi non l'ha, fatelo sventurato!  Mi  fu imposto l'incarico di ragunare le monache nel coro col
Il suo modo di pensare, simile al mio, e l'affezione che  mi  dimostrò, affezione superiore a quella che la vera zia mi
mi dimostrò, affezione superiore a quella che la vera zia  mi  portava, fecero sì, che a lei mi legassi coi vincoli d'una
a quella che la vera zia mi portava, fecero sì, che a lei  mi  legassi coi vincoli d'una filiale tenerezza. Era costume di
gradevole. Siccome l'amica mia era molto ricca, ed io  mi  trovava in ristrettezze, non percependo pensione alcuna
prima di aver fornito la dote alla professione, così dessa  mi  faceva sempre questi doni in moneta, usando di grazia e di
faceva che procurarmi nemiche! Quella che più chiaramente  mi  dimostrava la sua antipatia era Paolina, posta alla testa
gesto ad avvicinarmele. Allora con uno strido straziante  mi  indicava il suo petto, in cerca d'un soccorso che non mi
mi indicava il suo petto, in cerca d'un soccorso che non  mi  era dato di interpretare. Più d'una volta, bramosa
Più d'una volta, bramosa d'indovinare il desiderio di lei,  mi  provai d'allargare il nastrolino che alla gola dell'inferma
perenne, scostandomi ognora la mano: "È larga abbastanza,"  mi  diceva; "non te ne incaricare." Una fra le altre volte che
domandai alla conversa. "È abituata a portarla sempre,"  mi  rispose facendosi rossa. "Ma le opprime forse la
tomba si scende col conforto di semplici formalità. Costei  mi  aveva tenuto luogo di madre; nell'atto di deporre la sua
del noviziato, e il giorno della professione si avvicinava.  Mi  abbisognavano a quest'uopo ducati 1800 per la dote, e
il Capitolo condiscese a prendermi con minor dote, lo che  mi  recò sommo dispiacere, conoscendo fra le altre cose di
Udito il mio rifiuto, cominciò a guardarmi biecamente, poi  mi  tolse il saluto, finalmente cessò pur di parlarmi; la sua
il saluto, finalmente cessò pur di parlarmi; la sua sorella  mi  odiò viemaggiormente e le altre monache della giovine
ebbe l'impertinenza di fermarmi. "Avete avuto l'ardire,"  mi  disse, gesticolando non altrimenti che un lazzarone
di carità, voi ardite negare il camerino alla mia signora!"  Mi  tacqui per rispetto a me medesima, benchè sapessi non esser
dal riferire a mia madre l'accaduto; al quale rapporto essa  mi  promise che avrebbe cercato di accomodare l'argomento della
di consuetudine. Nei dieci giorni che precedettero quello,  mi  furon dati gli esercizi spirituali, ed il canonico predicò
passò, di lì a poco, a miglior vita, ed io col tempo  mi  diedi in preda alla disperazione. Parlando delle dottrine
di Dio?" Non so però quello che avrei risposto, se invece  mi  avesse domandata: "Il vostro cuore è morto all'amore?" "Se
mattina del 1° ottobre presentossi primo il canonico, che  mi  trattenne nel confessionale dalle 7 fino alle 11, ora in
monache, con in mano delle fiaccole accese. Due di esse  mi  presentarono svolta una pergamena, portante in lingua
indorati arabeschi. Doveva leggerla ad alta voce: la voce  mi  mancava. Incominciai a leggerla sommessamente: m'intesi
nel mezzo del comunichino eravi disteso a terra un tappeto.  Mi  fecero coricare boccone su di quello, quindi mi coprirono
un tappeto. Mi fecero coricare boccone su di quello, quindi  mi  coprirono tutta con una nera coltre mortuaria, portante nel
chiesa. Poco appresso, il cardinale, voltosi verso di me,  mi  evocò tre volte colla seguente apostrofe: «Surge, quae
Iddio t'illuminerà! Alla prima invocazione le monache  mi  scovrirono dal mortuario drappo: alla seconda
non meno mistica di quello che lo sia la precedente,  mi  percosse l'udito: «Ut vivant mortui, et moriantur
cocolla benedettina, che indossai sopra la tonaca, e poscia  mi  comunicò. Vennero allora a baciarmi prima la badessa, poi
e farmi ricevere le solite congratulazioni si aspettò che  mi  fossi un poco rasserenata. Intanto, per mezzo del generale
Intanto, per mezzo del generale il principe di Danimarca  mi  domandò, se era contenta d'essermi fatta monaca: alla mia
tornarono a stridere su' loro cardini. D'allora in poi,  mi  separava dal mondo un baratro, secondo ogni apparenza,
mio sentiva vivo e palpitante ancora il sentimento, che  mi  muoveva a convivere, idealmente almeno, co' miei simili.
le nostre campagne! Pensavo alla mia innamorata che  mi  veniva incontro su l'uscio, al ritorno, appena sentiva di
appena sentiva di lontano i campanelli delle bestie:  mi  veniva incontro e rideva; rideva sempre, lei. Ogni tanto,
lei. Ogni tanto, quand'ero nella stalla a governare i muli,  mi  sentivo far il solletico dietro un orecchio, su 'l collo;
su 'l collo; era lei, entrata senza far rumore, che  mi  stuzzicava con un suo ferro da calza. Un giorno, non
non è, pur troppo, facemmo lo sbaglio.... Lei resisteva,  mi  diede un morso al labbro, che credevo me lo avesse
al labbro, che credevo me lo avesse staccato, ma rideva....  Mi  sembra ancora di vederla sciogliersi que' lunghi capelli
e stavo nella stalla a riempir la mangiatoia, quando  mi  colpirono de' gridi di femmina che venivan dalla casa
articolava chiaro qualche: no! no! reciso. II sangue  mi  diede un tuffo. Lasciar maltrattare così quella creatura,
una foglia, ma aveva in faccia un'espressione d'odio che  mi  colpì più dell'aspetto di suo marito, il quale teneva
di Tinuzza, che lei tentava inutilmente di svincolare,  mi  disse in tono tra superbo e sprezzante: - Giovanotto, in
la fece traballare e cadere a terra, venne difilato a me e  mi  si piantò dinanzi con le braccia incrociate, fissandomi
e veniva a mettersi tra suo padre e me, intanto che  mi  faceva de' segni perchè tacessi. - Sì, sono stato io —
Io feci un gesto che significava: Non dubitate! e tutti  mi  credettero. Sapevan che avevo una parola sola, come mio
sposati. Il male era ch'io non avevo ancora vent'anni: e  mi  restava a passar la coscrizione. - Se tiri un numero basso,
la coscrizione. - Se tiri un numero basso, vengo con te, —  mi  dichiarava Tinuzza, che non voleva saperne di malinconie. —
mio padre è una bestia; e co' tuoi genitori, che  mi  guardano male, non rimango certo. Tanto, che noia ti do? E
promesso un'altra sommetta per quando fossi partito; sì che  mi  lasciavo andar anch'io a non disperarmi per quel mutamento.
con la mia famigliuola, quasi tre bimbi, spersi nel mondo.  Mi  toccò proprio un numero basso, come m'aspettavo; sì che non
tu non avessi preso moglie, sarei morta di dolore quando tu  mi  fossi andato via soldato; ma ora com'ora, poco me ne
disgrazia! — esclamava a mezza voce, voltandosi a me. - Non  mi  rispetta, vedi; e non rispetterà neanche te. Fra loro due
continua; a segno che, da questo lato, la partenza  mi  fu di sollievo. Su 'l medesimo piroscafo che mi trasportava
la partenza mi fu di sollievo. Su 'l medesimo piroscafo che  mi  trasportava da Palermo a Napoli insieme agli altri giovani
viaggiò in un'altra terza classe, ma sempre nel treno che  mi  portava. Oh, Dio! che spasimo quella prima notte e quel
collo il mio bambino, che già aveva imparato a conoscermi e  mi  tendeva le braccia. Allora la vedova pronunziava un: — Sarà
vero, sarà... — così pieno di dubbi e così canzonatorio che  mi  veniva voglia di darle una manata in faccia. Tinuzza, lei,
al mio. - Hai fatto presto da vero a farti l'amorosa! -  mi  dicevano i miei compagni, quando invece d'andar con essi a
ritirata, li lasciavo appena vedevo spuntar mia moglie che  mi  veniva incontro su 'l marciapiede dirimpetto. - Accidenti,
su la soglia della portineria. — Vedi quanto sei stupido! —  mi  disse mia moglie il giorno dipoi. — Ciccu sta più
dalla gola; la madre gli canterellava per acquetarlo — così  mi  raccontò — ma lui non potè prender sonno. E scottava, tutto
adesso, che son passati tanti anni... e tante cose!  Mi  prese un tremito come a un ragazzino che ruba la prima
e dopo aver baciato e ribaciato quel povero angiolo, che  mi  lasciava su le mani e su la bocca un'impressione come di
quando fui libero, corsi a casa. Il bambino stava peggio.  Mi  parve che Tinuzza me l'annunziasse con tanta indifferenza,
che Tinuzza me l'annunziasse con tanta indifferenza, che  mi  misi a insultarla. — O che forse non è sangue tuo, che stai
far di più? Io stavo intontito a guardare il mio bimbo.  Mi  ero seduto su la sponda del letto e gli appressavo la bocca
me, sapendo che adoravo il bambino. Quando furono le sette,  mi  si piantò davanti; disse ruvidamente: - Senti che sona!
Io, lo sai che in quartiere non ci vengo; già, neppure  mi  farebbero passare. In quel momento un urto convulso sollevò
gli diventava livida. Come un pazzo, per lo spavento che  mi  morisse lì per lì fra le mani, lo posai di nuovo su 'l
su 'l letto e corsi in cerca d'un medico. In due farmacie  mi  fu impossibile trovarlo. Nella terza, un grosso dottore
di politica col ministro del negozio, quietamente. Quando  mi  videro arrivare così trafelato e che gli raccontai il
al farmacista a proposito del discorso da me interrotto, e  mi  seguì fino a casa. Visitato il piccino, disse che si
e promise di tornar al mattino presto. — Vai o non vai? —  mi  chiese Tinuzza forse preoccupata della punizione che doveva
mondo. Allora scrissi due righe a Tinuzza. Ero disperato,  mi  sarei dato la testa contro i muri: le dicevo che per cinque
senza veder nè lei nè il bambino; il bambino sopra tutto  mi  premeva; badasse a curarlo, a non fargli mancar nulla, a
dico la fortuna — ch'essendo quella la mia prima punizione,  mi  venisse diminuita da cinque a tre giorni. Avevo un capitano
come fu. Appena fuori di prigione, all'ora dell'uscita,  mi  precipitai a casa. Il cuore mi batteva; mi sembrava che i
all'ora dell'uscita, mi precipitai a casa. Il cuore  mi  batteva; mi sembrava che i miei piedi si mangiassero la
dell'uscita, mi precipitai a casa. Il cuore mi batteva;  mi  sembrava che i miei piedi si mangiassero la strada. Bella
c'è Dov'è andata ? O non è malato il bambino ? La vedova  mi  guardava, smarrita. - Ma che cosa è accaduto, per la
— urlai io inferocito — voglio saperlo ! La sora Rosa  mi  s' era avvicinata, più pallida d'un cadavere; mi prendeva
sora Rosa mi s' era avvicinata, più pallida d'un cadavere;  mi  prendeva per le braccia ; mi faceva de' cenni senza
più pallida d'un cadavere; mi prendeva per le braccia ;  mi  faceva de' cenni senza significato, e tremava, tremava
C'erano su la tavola due bicchieri di vino quasi vuoti.  Mi  bastò un'occhiata per capir tutto. - È morto, è vero, è
mano a mano che rievoco le avventure del mio regale amico,  mi  avvedo che l'onore d'essere l'amico intimo, il confidente
naturalissime certe piccole cose curiose che Sua Attezza  mi  faceva fare, certe piccole cose che avrebbero fatto
punto di dover esser quello prima che questo? Non credo.  Mi  pare invece che a poco a poco diventai per lui una specie
sorrisi cordiali invece che con denari contanti. E la cosa  mi  apparve naturale, tanto naturale che non mi avvidi se non
E la cosa mi apparve naturale, tanto naturale che non  mi  avvidi se non molto più tardi dove si sarebbe andati a
in cui il principe non si rendeva più conto di quel che  mi  faceva fare e io mi rendevo conto anche meno di lui di quel
non si rendeva più conto di quel che mi faceva fare e io  mi  rendevo conto anche meno di lui di quel che facevo per
della sua corona futura e del suo prossimo trono.  Mi  sembrava che, com'egli domani con una vittoria militare
adibito ai servizii di camera di Sua Altezza. Adesso  mi  accorgo che le mie funzioni non erano molto brillanti.
che le mie funzioni non erano molto brillanti. Allora  mi  sembrava di continuar le glorie dei miei avi, ed avrei
modo. Una sera pranzavo al Circolo quando Sua Altezza  mi  feee chiamare al telefono. Era il principe in persona: «Ha
e Arène. «Ho sentito recitare Manon Manette a Parigi,  mi  diceva il principe. È bellissima. Son curioso di vedere che
Nell'intermezzo tra il secondo e il terzo alto il principe  mi  invitò a seguirlo nel salottino che precedeva il suo palco.
e a dirmi, con quell'aria tranquilla e sicura con cui  mi  diceva le cose più spaventevoli e più straordinarie di
— Avrà certo già capito, amico mio, che Manon Manette  mi  piace immensamente. Le ho già manifestato la mia vecchia
e di conquistare alcune di quelle belle signore cui lei  mi  aveva presentato nelle nostre mattutine passeggiate a
Principe. — Io non ho avuto che da chiedere un dito perchè  mi  dessero, come suol dirsi, tutta la mano, non ho avuto che
di offerte senza domanda. Desidero finalmente una donna che  mi  resista, desidero una donna che mi faccia aspettare,
finalmente una donna che mi resista, desidero una donna che  mi  faccia aspettare, desidero una donna che abbia l'aria di
incontrerà certamente... Così ho pensato a quell'attrice.  Mi  sembra che faccia al caso mio. È attrice: la commedia è il
mia meraviglia al principe, ma la sua risposta, poco dopo,  mi  provò che l'ingenuo non era lui, ma che ero invece proprio
non era lui, ma che ero invece proprio io. Vostra Altezza  mi  permetterà di osservare che la sua scelta mi sembra
Vostra Altezza mi permetterà di osservare che la sua scelta  mi  sembra francamente errata. Manon è un'attrice le cui molte
di colori. — Sua Altezza il principe di Fantasia, — ella  mi  disse, — incaricandovi di tenermi questo discorso, ignora
restituirgli, com'era inteso, il mio. E, così dicendo,  mi  restituì il pendentif. Invano spiegai, rettificai,
della mia commozione. — No, no, è inutile che insistiate, —  mi  disse alla fine. — II principe deve cominciare finalmente a
del principe; ed ero già sulla porta, quando Manon  mi  raggiunse, mi prose per mano e mi trattenne: — Ma se metto
ed ero già sulla porta, quando Manon mi raggiunse,  mi  prose per mano e mi trattenne: — Ma se metto alla porta, —
sulla porta, quando Manon mi raggiunse, mi prose per mano e  mi  trattenne: — Ma se metto alla porta, — mi disse col suo
prose per mano e mi trattenne: — Ma se metto alla porta, —  mi  disse col suo incantevole sorriso, — se metto alla porta il
vide tra le mie mani il gioiello del principe ch'ella  mi  aveva sdegnosamente restituito. Con un incantevole sorriso
restituito. Con un incantevole sorriso la graziosa attrice  mi  disse: — Ed è dalle vostre mani, intendiamoci bene, solo
il lettore se ne ricorda, che la conversa della zia badessa  mi  aveva fatta una spiacevole impressione appena l'ebbi
impressione appena l'ebbi veduta. Di lì a pochi giorni  mi  confermai che quella donna aveva non so che di bizzarro,
insoffribilmente di servire me e mia zia; basti il dire che  mi  fece dormire una settimana senza mai rifare il letto. Dissi
e lasciava due converse, che vennero al servizio nostro. Io  mi  presi la più giovane, chiamata Gaetanella. Angiola Maria,
monache, attirate dalle mie grida, saputo il successo,  mi  diedero ragione; ma le converse attruppate al fondo del
da bere alla zia, che tremava per l'agitazione sofferta,  mi  portai dalla priora, affine di pregarla che intimasse ad
contegno entrò coll'andar del tempo in una fase diversa.  Mi  fu detto la sera della mia vestizione avermi dessa
più. Angiola Maria venne da me tutta ben vestita e adorna,  mi  presentò il regalo (è questo uso del monastero nei giorni
di professione), e si estese in iscuse sull'avvenimento che  mi  aveva crucciata seco lei. - Le ripetei aver posto il tutto
per tenermi compagnia. Ciò nonostante, i suoi discorsi  mi  stuccavano oltremodo, e il suo sguardo equivoco mi
discorsi mi stuccavano oltremodo, e il suo sguardo equivoco  mi  spaventava. Regionava essa perpetuamente del suo
di strapparle la sua diletta ragazza, ch'era io. Insomma  mi  confermava ogni giorno più nell'opinione, che il cervello
strillando e piangendo, ripeteva le mille volte: "Deh, non  mi  scacciate, per pietà! Precipitatemi piuttosto dall'alto
Era in quel tempo badessa quella donna inetta, che  mi  aveva fatto da maestra di noviziato. L'avvertii badasse
disastro. "Cerca tu stessa di calmare i suoi furori,"  mi  rispose.... "ascolta meglio la voce tua." "Mi credete
di voler uscire del convento per cercarsi un marito. "Voi  mi  dite pazza," gridava ne' momenti del parossismo alle
non molto onorevole alle spose di Cristo. - Una notte  mi  sentii sulla fronte il contatto d'una mano ruvida: credetti
il contatto d'una mano ruvida: credetti di aver sognato, e  mi  riaddormentai. La notte appresso, fu d'altra sorta
gli occhi esterrefatta, e vidi l'Angiola Maria, che  mi  diceva: "Non aver paura, son io." "Che cosa vuoi?" "Niente:
stanza fu posta in istato d'assedio: poco a poco la folle  mi  fece vittima delle sue smanianti veglie. Sollevando la
del sonno, snervata dall'incessante apprensione, io  mi  sentiva vicina a cader malata. La badessa, senza brigarsene
a cader malata. La badessa, senza brigarsene di vantaggio,  mi  rispondeva: "Dio ti aiuterà!" Una mattina, mentre nel coro
l'oggetto del loro risentimento. L'iniqua incolpazione  mi  fermò di botto. Indisposta da più giorni, urtata nei nervi
Vedutami in quello stato, scostò furiosa quelle che  mi  stavano attorno; indi, con erculea forza sollevatami nelle
indi, con erculea forza sollevatami nelle sue braccia,  mi  portò sul mio letto, ove mi profuse le più tenere cure.
sollevatami nelle sue braccia, mi portò sul mio letto, ove  mi  profuse le più tenere cure. Quando ricuperai i sensi e la
fortemente per quello che aveva fatto. Ella, sulle prime,  mi  ascoltò commossa, ma, ricaduta bentosto nel furore, si
nuovo nella sua cella. L'imputazione appostami da Paolina,  mi  aveva, di molto mortificata, benchè nuovo non mi fosse il
Paolina, mi aveva, di molto mortificata, benchè nuovo non  mi  fosse il disamore delle giovani monache. Per riconquistare
scannate tutte quante, come galline nel pollaio!" Non  mi  mossi dal luogo dove mi trovava; udii le voci che mi
come galline nel pollaio!" Non mi mossi dal luogo dove  mi  trovava; udii le voci che mi chiamavano, ma stetti zitta.
Non mi mossi dal luogo dove mi trovava; udii le voci che  mi  chiamavano, ma stetti zitta. Frattanto le monache, che si
le altre corsero dalla badessa, che con reiterati messaggi  mi  fece chiamare dalla parte opposta del dormentorio. "Cara
stanotte al secondo piano, dove la frenetica se ne sta. Non  mi  farai la finezza di riportare il tuo letto nella tua
dissiperà il tuo malessere." Per quanto dispotica  mi  fosse sembrata quell'ingiunzione, dovetti per amore o per
alzato nell'atto di colpire chi primo si presentasse.  Mi  fermai alla porta del dormentorio, pronta a chiuderla, nel
sola, nessuna aveva voluto seguirmi. La chiamai: si volse,  mi  conobbe e corse colle braccia aperte, senza però
Quando l'udii cader molto lontano, aprii la porta. La pazza  mi  prese le mani, che strinse nelle sue, e poi le coprì di
che strinse nelle sue, e poi le coprì di baci. Il suo stato  mi  mosse a pietà. Raccolsi il coltello, e la sgridai: mi
stato mi mosse a pietà. Raccolsi il coltello, e la sgridai:  mi  promise che non l'avrebbe fatto mai più. Mi portai quindi
e la sgridai: mi promise che non l'avrebbe fatto mai più.  Mi  portai quindi nella sua cella, e fattomi da essa lei aprire
la sera; era il mese d'agosto: alle 8 suonava il silenzio.  Mi  posi a letto; Gaetanella ed Angiola Maria fecero lo stesso,
cosa avesse. "Non posso stare nel letto," disse, "la testa  mi  brucia, le orecchie mi tintinnano." Balzò in piedi, schiuse
stare nel letto," disse, "la testa mi brucia, le orecchie  mi  tintinnano." Balzò in piedi, schiuse la loggia, e trasse un
pian piano dal letto, richiusi il balcone del terrazzo, e  mi  assopii. Una forte palpitazione al cuore, che spesso
Una forte palpitazione al cuore, che spesso m'assaliva,  mi  risvegliò. Regnava nella stanza perfetto silenzio: non
vedere ciò che la matta facesse .... Il letto era vuoto.  Mi  posi a sedere sul mio, guardai, riguardai all'intorno: non
Gaetanella, le dissi che Angiola Maria se n'era scappata;  mi  rispose: "E che m'importa? Se ne vada pur alla malora!"
le campane, cantata la messa a mezzanotte, ec. Le gambe  mi  tremavano, parte per effetto di quella superstizione, al
veder brulicare qual cosa di bianco in vicinanza del pozzo.  Mi  rimescolai: era la pazza, che, scalza, scarmigliata, in
braccia per rovesciarsi a capitombolo. Mandai un urlo:  mi  udì, si volse a guardarmi, e senza più indugiare sforzossi
a me con occhi stravolti, ciechi d'ogni pensiero, non  mi  riconosce e tenta di svincolarsene, come infatti si
per l'altro braccio che ritengo con ambo le mani, e  mi  stringo con quanto vigore m'infonde la circostanza. Ma
pazza, non potea riprender sonno, si alzò ed uscì. Io pur  mi  vestii, benchè intirizzita dal freddo febbrile che mi
pur mi vestii, benchè intirizzita dal freddo febbrile che  mi  faceva battere i denti. Sorta l'aurora, scrissi al generale
e guarda la Via San Biagio dei librai. Queste osservazioni  mi  avevano persuasa che la non era contenta del suo stato, e
donna: "Sai, mo, che tu sei l'uccello del cattivo augurio?"  Mi  tacqui allora, nè più parlai sul conto di Concetta. Ma di
intesi un forte rumore, come di grave corpo caduto a terra.  Mi  coprii il volto colle mani: senza aver veduto niente, il
il volto colle mani: senza aver veduto niente, il pensiero  mi  corse all'ipocondrica Concetta. Scesi precipitosa, e trovai
bene signor mio, che senza ordine espresso del Santo Padre  mi  è vietato di ricevere nella clausura chicchessia, fosse pur
altri venti giorni, finchè la gamba non le si cancrenò. Non  mi  dipartii dal suo fianco altro che al tócco della campana
maledetto!...... scomunicato!.... vattene alla malora, nè  mi  parlar di Cielo e di Madonna; se la Madonna soccorre gli
dunque non viene in soccorso a me ed alla creatura che  mi  sento nelle viscere?" Favellò il più delle volte d'un
con quel verso  mi  tornavano in mente anche altri frammenti dell'Iliade,
e monotona che non conviene ai poeti. E col verso del Monti  mi  veniva in mente che di questa nuova Iliade del secolo
canonico scrisse con mano tremante un viglietto, nel quale  mi  supplicava di tornar subito al conservatorio. Gli risposi
ci si radunava per solito un piccolo crocchio) io non  mi  moveva dalla mia camera, ove entrava soltanto qualche dama
mia fuga era la sospensione dell'assegnamento, quel mensile  mi  sarebbe stato infallibilmente restituito non sì tosto fossi
cenobio. - Sua Eminenza voleva darmi per favore quello che  mi  spettava per giustizia. - Si sfiatò insomma un'ora quel
Altro asilo sicuro, tranne un qualche vescovato, non  mi  poteva preservare dagli artigli del potere. Dove poi
a lui. Passammo una nottata agitatissima: ogni momento io  mi  affacciava alla finestra per vedere se comparivano i
alla finestra per vedere se comparivano i poliziotti: e  mi  pareva sempre di sentir suonare il campanello dell'uscio, e
Era grave, soffocante l'aria notturna, che alla finestra  mi  percuoteva il viso. Soffiava un vento gagliardo, che per le
lì seduta alla finestra col capo appoggiato sulla persiana  mi  addormentai; e feci un sogno spaventevole. Tre manigoldi,
addormentai; e feci un sogno spaventevole. Tre manigoldi,  mi  pareva che afferratami, uno per un braccio, uno per la
uno per un braccio, uno per la testa, il terzo per la gola,  mi  trascinassero rovescione giù per le scale di marmo del
nodo alla gola: segni della crisi nervosa, che poco dopo  mi  prese. Furono lunghe, furon violente quelle convulsioni?
quelle convulsioni? Non lo so: nessuno di casa se n'avvide.  Mi  ritrovai giacente a terra, colle membra peste, abbattuta,
un partito tanto vano, quanto pure stolto e dannoso, e  mi  parve d'essermi ostinata troppo in un sistema di folle
Non bastano gl'infausti voti, che da madre e da sorelle  mi  separano, ma debbo pur di propria mano scavar più profondo
e, non potendo rompere le catene, ottenere almeno che  mi  siano alleggerite al piede....? Rapiti dal mio
ravvedimento, assicurati della mia devozione, non solamente  mi  lasceranno in pace, ma mi colmeranno inoltre di favori,
mia devozione, non solamente mi lasceranno in pace, ma  mi  colmeranno inoltre di favori, m'accorderanno gradi, potere,
è pascolo tanto meschino per l'ambizione d'una monaca! -  Mi  rialzai sollecita, accesi il lume, trassi dallo scrittoio
. . . . . . . . . . Qui la penna si fermò ad un tratto, poi  mi  cadde dalla mano sulla carta: per lungo tempo io rimasi col
con mia madre alla volta di Capua. Il cardinale Capano  mi  accolse con rara gentilezza; era uomo di facile accesso,
scevro di pregiudizi e superiore alle basse vendette. Ei  mi  promise la sua protezione, e nell'udire il racconto delle
ai suoi piedi bagnata di lacrime, ei volle inoltre che  mi  recassi l'indomani all'arcivescovado, per narrargli tutta
che io non operava per fini men che nobili e puri,  mi  chiese i Brevi pontificii ricevuti fino a quel giorno.
dell'Annunziata. Il vicario, trovata ivi una stanza libera,  mi  pregò di non prendere in mala parte il nome del locale,
a quella classe di femmine. Parte della mobilia  mi  fu garbatamente favorita da lui stesso, e parte ne presi a
ne presi a nolo dall'albergo. Io e Maria Giuseppa, che non  mi  abbandonava, entrammo dunque nel ritiro, e mia madre due
e mia madre due giorni dopo se ne partì. Molti riguardi  mi  furono usati dai superiori dello stabilimento; veniva ogni
tempo. Veniamo ora all'ignobile ritiro, dove il destino  mi  aveva balestrata. Grandiosa è l'Annunziata di Capua: ha
"Eccellenza, fo l'impertinente e la chiassona apposta." "Tu  mi  canzoni!" "Gnoranò: fo l'impertinente per pigliar marito."
stregherie sono mere imposture, e non bisogna crederci; ma  mi  avvidi che pestava l'acqua nel mortaio, poichè la poveretta
ammaliata, ella condiscese a manifestarmelo. Aveva ella,  mi  disse, amoreggiato per più anni con un tale, che era andato
rauche pel soverchio acclamare Italia, Napoli e Garibaldi.  Mi  sedusse l'ambizioncella d'essere la prima fra le mie
a collocarmici. Ma poi la calca cresciuta a dismisura  mi  serrò sì forte, che per poco non morii d'asfissía. La mia
popolo, all'ombra di cento bandiere tricolori che sul capo  mi  ventilavano, e sotto i nembi di fiori che diluviavano da
Da quell'istante considerai strappato pur l'ultimo filo che  mi  vincolava allo stato monastico; e il nome di cittadina, che
Roma, una città Italia. Perciò se qualcuno da allora in poi  mi  ha chiamato per abitudine Suora o Canonichessa, io l'ho
che lasciai sull'altare. E di molti insegnamenti pratici  mi  riconosco debitrice alla lunga reclusione. Se pel tratto di
alla lunga reclusione. Se pel tratto di vent'anni non  mi  avesse il destino ribadita al piede la catena del galeotto,
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . In questo tempo  mi  avvenne di far conoscenza con un uomo di mezza età, i cui
Ed eccomi finalmente felice. Accanto ad un marito che  mi  adora, a cui rispondo con uguale amore, mi trovo nello
ad un marito che mi adora, a cui rispondo con uguale amore,  mi  trovo nello stato in che Iddio pose la donna fin dalla
vero che il pubblico, davanti a cui si dava lo spettacolo,  mi  batteva le mani e mi tirava buccie di cocomero, in segno
davanti a cui si dava lo spettacolo, mi batteva le mani e  mi  tirava buccie di cocomero, in segno d'ammirazione; ma, in
non faccio per dire, ero proprio il beniamino del pubblico.  Mi  ricordo quando venivo a scoprire che Angelica aveva sposato
partecipe degli effetti dell'inesausta sua misericordia,  mi  largiva il permesso di scendere in parlatorio, e consegnare
non essendo più in mio potere di trapassare l'abisso che  mi  separava dal monachismo, egli rifiutavasi di accordarmi sì
di accordarmi sì l'assoluzione, che la comunione.  Mi  venne circa quel tempo l'idea di riscrivere a Roma, e
dispensata dalla clausura. Quest'ultima concessione almeno  mi  dava speranza di uscire in quel modo che io usava nel
Mandai dunque a domandare all'arcivescovado da qual giorno  mi  sarebbe lecito di uscir nella mattina del ritiro. "Non
alla portinaia, e mentr'essa starebbe aprendo il portone,  mi  sarei nascosta in uno de' parlatorii, avendo, innanzi
Risalita la portinaia, e rimasta io chiusa al difuori,  mi  sarei spogliata della tonaca per restate coll'abito
del Vasto una carrozza m'avrebbe menata al Molo, e quindi  mi  sarei lestamente imbarcata sovra un legno inglese che
disegno, e lo confutò come imprudente e rischioso. "No,"  mi  disse, "voi, donna e giovine ancora, e monaca, voi non
che prende sommo interesse per voi!" Questi accenti  mi  commossero, come quelli d'un sacerdote rispettabile per
per voi?" Scoraggiata nel primo disegno, quest'altro non  mi  parve da rigettarsi, tanto più che mi rimaneva pur sempre
quest'altro non mi parve da rigettarsi, tanto più che  mi  rimaneva pur sempre l'estremo compenso della fuga. Ma a
E le spese? Provvederebbe Iddio. A forza di fantasticare  mi  ricordai d'una zia materna, educata in Bologna, che, dotata
giustificare. Non so perchè, ma sin dal primo incontro egli  mi  sembrò un Dandino, travestito da principe ecclesiastico.
mo, signora badessa, e voi altre reverende, che questo  mi  sembra un pesce da museo di storia naturale?" "Un pesce da
appena del parlatorio. "Il cardinale vuole parlarti,"  mi  disse. Balzommi il cuore: la mente mi ricorse subito alla
vuole parlarti," mi disse. Balzommi il cuore: la mente  mi  ricorse subito alla domanda di assenza, da già due mesi
e stavasi adagiato sul seggiolone. Al primo colpo d'occhio  mi  parve attillato con molta ricercatezza, ed un leggero
siccome l'uso o meglio l'abuso vuole. Egli alzò la mano,  mi  benedisse, mi fissò a lungo in silenzio, indi: "Voi avete
o meglio l'abuso vuole. Egli alzò la mano, mi benedisse,  mi  fissò a lungo in silenzio, indi: "Voi avete avanzata una
una domanda alla Santa Sede per uscire del chiostro?"  mi  domandò con voce sdolcinata e melliflua. "Eminenza sì,"
tornò a fissarmi ben bene, poi soggiunse: "Ma voi non  mi  avete l'aria di ammalata." "Eppure se sono ammalata Dio lo
"Tutti miscredenti, tutti spergiuri, capissi j'à."  Mi  tacqui allora, e dopo un'altra pausa ripigliò: "Voi sapete
frasi: "Ho parlato testè colla superiora," disse, "ed ella  mi  assicura motivo della vostra petizione non essere veramente
A siffatta rimembranza, destata da lui stesso, il sangue  mi  rifluì nella faccia, e gli volsi un'occhiata di sdegno.
quindi, alzatosi di repente: "Tornerò spesso a visitarti,"  mi  disse, dandomi quella volta del tu; "fàtti dunque vedere di
del coro, e gli altri d'infermiera, per la più breve via  mi  riduceva nella mia stanza, dove o leggeva, o meditava, o
invano di rattemprarmi il cruccio; non fu possibile. Io  mi  abbandonava alla più sfrenata desolazione. Feci una nuova e
che il campanello chiamava la comunità al parlatorio, io  mi  sentiva rabbrividire. Per evitare quel disgustoso incontro,
visitatore: "così va bene." Un giorno la superiora  mi  fece mettere nella prima fila. Tale studiata preferenza
potestà patriarcale. Le monache uscirono malcontente, ed io  mi  sedetti a qualche distanza, curiosa di vedere come Sua
Quando adempio a' miei doveri ed obbedisco a' precetti,  mi  pare che gli altri non dovrebbero brigarsi delle mie
di questa mia captività per lasciarne un ricordo, se  mi  verrà fatto." "Oppressione..... memorie..... captività....!
per tali fantasie spropositate?" "Potete fare anche questo.  Mi  manca solamente la catena al piede: ordinatela." "Non me lo
genitrice." Nel pronunziare quest'ultime parole, gli occhi  mi  si gonfiarono di lagrime: mi era balenata alla monte la
quest'ultime parole, gli occhi mi si gonfiarono di lagrime:  mi  era balenata alla monte la memoria di mio padre. - Il
di passare da quello in altro chiostro, nel caso che negate  mi  fosse il prolungamento. La capricciosa repulsa, l'avermi
Napoli; massimamente in tempo d'estate; queste cose  mi  punsero al vivo. Era evidentemente un tratto di
con iscarsa probabilità di riuscita. Questi ragguagli  mi  sconcertarono. Prossimo a spirare era il quint'anno della
reclami d'una monaca priva di protettori......? E poi, dove  mi  sarei procacciata il denaro necessario per spedire
di quella capitale? - Questa trista prospettiva, dico,  mi  sbigottì. Nulladimeno, per non cadere nella prescrizione,
cadde negli artigli del cardinale che se ne impossessò? Non  mi  venne mai fatto di penetrare questo mistero: certo si è,
Trovatami pertanto alle strette, nè più sapendo che  mi  fare, divisai di scrivere a dirittura al Santo Padre,
in ricambio un qualche lavoretto di mia mano. Il regalo  mi  parve di cattivo augurio. Più bramosa della mia libertà,
donneschi. "Non è vero," diss'egli leziosamente: "non  mi  sono ignoti i vostri lavori. Applicatevi a qualche cosa; ad
del suo imprigionamento. Non è forse desso che a viva forza  mi  trattiene in questo stato di violenza?" "Ma lo fa perchè ti
vuol bene." "Mi vuol bene? obbligatissima! Dio voglia che  mi  porti odio, invece di quella funesta amicizia." "Ora però,"
e mezzo dacchè aveva spedita la lettera al Santo Padre,  mi  venne incontro il confessore tutto contristato, e di
e chiedeva inoltre se qualche procellosa passione  mi  avesse suggerito tale spediente. Il canonico asserì di non
Il canonico asserì di non saperne nulla: almeno così  mi  disse. - Son tutti d'una buccia. È certo però, che nella
come se contate fossero le ore che m'era lecito goderne, e  mi  sentii tocca da viva commozione agli aspetti desti, ridenti
e per lo contrario la strada che faceva in carrozza  mi  parve fiancheggiata da un'immensità, i cui orizzonti
fissai di comprarli a due grana l'uno, e per tal modo  mi  procurai spesso il diletto di fare ad altre creature
delle pecore. A mano a mano che le treccie allungavano,  mi  parea di guadagnar terreno nello stadio della personale
terreno nello stadio della personale indipendenza, e  mi  pareva mill'anni che, non più tocchi dal ferro servile, si
dal ferro servile, si ripristinassero all'onore primiero.  Mi  rimaneva un'altra insegna della servitù: l'abito monastico.
disfarsene anche fuori, e per sempre. Quell'abito, non solo  mi  umiliava a me stessa, ma m'annoiava, m'inceppava ad ogni
desiderava passare inosservata per la via. Quegli occhi che  mi  si puntavano addosso, non importa se con benigna o maligna
Risoluta di finirla con quell'anomalia, un bel mattino  mi  recai dal Vescovo. "Monsignore," gli dissi, "quest'abito mi
mi recai dal Vescovo. "Monsignore," gli dissi, "quest'abito  mi  dà tanta noia che per spogliarmene mi toccherà ad
dissi, "quest'abito mi dà tanta noia che per spogliarmene  mi  toccherà ad espatriatre, se voi non mi date licenza di
che per spogliarmene mi toccherà ad espatriatre, se voi non  mi  date licenza di lasciarlo." "Vi consiglio a conservarlo
Napoli." "E Riario? E il governo? E le spie?" "Dagli amici  mi  guardi Iddio, dai nemici mi guarderò io." Pochi giorni dopo
E le spie?" "Dagli amici mi guardi Iddio, dai nemici  mi  guarderò io." Pochi giorni dopo io prendeva a pigione un
volte d'incontrare per le scale. Il suo sinistro aspetto  mi  faceva terrore e schifo. Una sera del mese di febbraio,
ad altercare fra loro. Un grido orribile: Ah infame!  mi  fece raccapricciare, e subitamente sentii cadere a terra un
sentii cadere a terra un uomo, che con fioca voce diceva:  Mi  hai assassinato! Udii quindi i passi di persona, che
voci di persone a me note per gente dabbene, preso il lume,  mi  accostai all'uscio; un rigagnolo di sangue vi penetrava di
all'uscio; un rigagnolo di sangue vi penetrava di sotto: io  mi  ritrassi inorridita; ma poi ripreso coraggio, tornai a
entrò un'altra volta nel ritiro, ed io, mutato alloggio,  mi  rinselvai in un altro non meno solitario quartiere. Ma il
Entrata in qualche chiesa del vicinato, i preti anelanti  mi  assaltavano fin dalla porta per domandarmi: Volete
donde giungeva poi al gabinetto del re. Una volta  mi  avvenne di avere dirimpetto alla mia abitazione una vecchia
mia. Per liberarmi dalle punture di quell'insetto, che non  mi  dava nè pace nè tregua, mi convenne perdere un trimestre, e
di quell'insetto, che non mi dava nè pace nè tregua,  mi  convenne perdere un trimestre, e cercarmi un asilo in altra
luoghi. Quest'Argo da' cento occhi, avendo notato ch'io non  mi  confessava, ne fece parte al parroco, e questi chiamò in
granfiatina. Alcuni mesi dopo la morte di Ferdinando II,  mi  imbattei presso gli Studi in un uomo, non meno insigne per
l'illustre uomo si trasse di tasca una lettera che  mi  consegnò. Io me la riposi in seno, non però senza
l'indomani a renderne conto. E così fu. Di buon mattino  mi  fu annunziata, la visita d'un aiutante d'Ajossa, il quale
averlo soddisfatto. "E la carta che egli le mise in mano?"  mi  chiese da ultimo; "vorrebb'ella compiacersi di favorirmela
leggere il manifesto erasi fatto largo nella folla. "È,"  mi  rispose, "il testamento di un negoziante fallito per la
mattina si diede il lusso di esplodere con Melania. -  Mi  hai insultata, Melly Wilkes, e mi hai fatta insultare da
esplodere con Melania. - Mi hai insultata, Melly Wilkes, e  mi  hai fatta insultare da Ashley e dagli altri! Sai benissimo
li avessi trascinati tu! Oh, ti ho vista! Proprio quando  mi  stavo avvicinando per presentarti il governatore, ti sei
- Cara, non sarei proprio potuta venire. - Càspita! Dunque  mi  avresti insultata come hanno fatto gli altri! - Per carità!
stranamente col suo visetto e la sua figura infantile. -  Mi  dispiace che tu ti senta offesa, cara, ma io non posso
insegnerò ai miei nipoti a detestare questa gente e, se Dio  mi  dà vita, ai nipoti dei miei nipoti! Si fermò per riprender
Perché tutto questo dispetto? - Hai ragione, Rossella...  Mi  sono lasciata trascinare! - E Melania prese subito un'aria
ti voglio bene e nulla potrebbe farmi mutare. E anche tu  mi  vuoi bene, vero? Non vorrei che vi fosse ombra di malumore
a vederci come abbiamo sempre fatto, tesoro. Vuol dire che  mi  farai sapere quando dei repubblicani o dei rinnegati
vengono da te; e in quei giorni io rimarrò a casa. -  Mi  è completamente indifferente che tu venga o no - ribatté
come la blusa — ricordo che un giorno Sua Maestà, dicevo,  mi  rispose col suo più impertinente sorriso: «Che vuole, amico
sino alla fine, attendendo da un momento all'altro —  mi  raccontò egli dopo - che il Congresso rumoreggiasse o
ufficiale per le sue letture, e prima d'aprire un romanzo  mi  domandava se conteneva passioni esaltate e febbrili, storie
ove passeggiavano Sua Maestà e la duchessa. Don Alvaro  mi  parlava di politica estera: è la sua fissazione da quando
trovai in uno stato di esaltazione indicibile. «Anche oggi,  mi  disse appena mi vide, anche oggi quella donno mi ha
di esaltazione indicibile. «Anche oggi, mi disse appena  mi  vide, anche oggi quella donno mi ha respinto. E la sola che
oggi, mi disse appena mi vide, anche oggi quella donno  mi  ha respinto. E la sola che mi resiste ed è la sola che
vide, anche oggi quella donno mi ha respinto. E la sola che  mi  resiste ed è la sola che adoro. Si ricorda, lei, il famoso
levato, ma ne ho levati dieci, e niente!... E una cosa che  mi  fa impazzire.... Lo sa lei, lo sa lei che io me ne
posso mangiare?» E continuò a sfogarsi a lungo, in modo che  mi  sentivo davvero intenerire il cuore; e lo avrei una volta
scrupoli, se mai fosse stato possibile di farlo. Quando  mi  levai per andarmi a vestire mi disse: «Ah, già, lei pranza
possibile di farlo. Quando mi levai per andarmi a vestire  mi  disse: «Ah, già, lei pranza stasera, dai Frondosa... Come
regnanti non e ancora entrata nel protocollo mondano, e  mi  avviai con indifferenza verso quel pranzo per il quale il
mio regale amico avrebbe barattato il su regno. Il che non  mi  sembrava, del resto, un'esagerazione. Se un suo famoso
Opera! Addio, grand'uomo dalle troppe consonanti! Non  mi  disperai per questo, chè le commedie della vita
sempre più di quelle del teatro, e un presentimento  mi  avvertiva che, nella commedia dell'amor respinto recitata
mortificata di questo mondo. Proprio sul più bello, ahimè,  mi  toccava di andarmene. Un regno no perche non l'avevo, ma un
a Corte per avvertire del rinvio della rappresentazione.  Mi  sforzai di rimanere impassibile perchè don Alvaro non
di completare alla meglio la mia toilette troppo sommaria,  mi  raccontò quanto segue: — Amico mio, una tragedia! Una vera
che durava oramai da tanti anni, non riusciva a piegarla.  Mi  sentii disperato. Mi tornarono in mente tante letture,
tanti anni, non riusciva a piegarla. Mi sentii disperato.  Mi  tornarono in mente tante letture, tante scene di romanzo,
il re, il signore, il padrone, e che tuttavia quella donna  mi  respingeva, mi ha anche attraversato il cervello....
il padrone, e che tuttavia quella donna mi respingeva,  mi  ha anche attraversato il cervello.... Insomma ho pensato
non so neppure più quali. Ricordo solo che a un dato punto  mi  sono gettato su lei, che l'ho afferrata per le braccia, che
ho cercato affannosamente la sua bocca, la sua bocca che  mi  sfuggiva, senza neppure riuscire a raggiungerla....
poi un grido di lei, una porta che si apre violentemente.  Mi  rialzo sùbito. Anche lei si solleva sui cuscini
lì presso, per invitarmi ad uscire. Che potevo fare?  Mi  sono inchinato alla duchessa, sempre seduta, adesso
anche lei, con gli occhi chiusi, le labbra contratte, e  mi  sono avviato per uscire. Ho dovuto passare così, col volto
a don Alvaro impassibile.... E avevo la ferita che  mi  bruciava, che mi bruciava, oh quanto mi bruciava.... Mi
impassibile.... E avevo la ferita che mi bruciava, che  mi  bruciava, oh quanto mi bruciava.... Mi bruciava fuori e mi
avevo la ferita che mi bruciava, che mi bruciava, oh quanto  mi  bruciava.... Mi bruciava fuori e mi bruciava dentro!... E
che mi bruciava, che mi bruciava, oh quanto mi bruciava....  Mi  bruciava fuori e mi bruciava dentro!... E poi.. Poi ho
mi bruciava, oh quanto mi bruciava.... Mi bruciava fuori e  mi  bruciava dentro!... E poi.. Poi ho ritrovata la mia
ogni mia maggiore aspettativa. — Ebbene, lo crederà? —  mi  disse allora Sua Maestà accendendo la sigaretta. — Passando
con braccia convulse, "A te, fidata amica, a te sola  mi  raccomando! salvami almeno tu!" esclamò in tuono
Italia, le mie sorti andavano in rovina. Un mese dopo  mi  veniva dal Riario partecipato un Breve pontificio, per cui
dal Riario partecipato un Breve pontificio, per cui Pio IX  mi  concedeva la grazia di starmene stabilmente in
pel mio mantenimento ducati 14 e mezzo; da quel momento non  mi  vidi più consegnare che una polizzetta mensile di ducati
Alla necessità non resistono neanche gli Dei. Giuocoforza  mi  fu ristringere il vitto ad una sola pietanza, ed assuefare
della loro galera. Una sera, mentre sull'imbrunire io  mi  ritirava, la Polizia vietò alla carrozza ov'io era di
nella folla, senza far calpestare dai cavalli la gente.  Mi  convenne, voltando strada, fare un lunghissimo giro,
la quale con quegli occhi biechi e sanguigni, che  mi  facevano rizzare i capelli in capo dalla paura, mi disse:
che mi facevano rizzare i capelli in capo dalla paura,  mi  disse: "Se un altr'anno avremo la disgrazia di tenervi con
alzata la destra, mise la parola in effetto. Quell'atto non  mi  recò alcun conforto. Io m'augurava salute, tranquillità, ed
dall'ignobile servaggio. - Ora, quali di questi beni  mi  recava quella benedizione? Da lì a pochi giorni Pio IX
Il cardinale colse il momento per infierire contro di me.  Mi  giunse all'orecchio allora che tutti i rigori della
clausura stavano per essermi scaricati addosso; per lo che  mi  veniva proposto di restituirmi presto al primiero carcere,
tentativi: e in compenso di tale atto d'abdicazione,  mi  si lasciava travedere l'onore d'un badessato, che per un
anzichè badessa in un carcere. Come rispose Sua Eminenza? -  Mi  tolse anche quel magrissimo assegnamento mensile di sei
Ahimè!  mi  ci mancava questa, adesso, di capitar con un matto! - pensò
postale, le ripose sulla scrivania: dopo di che contenta  mi  ritirai nell'Annunziata. Maria Giuseppa s'abbandonò ad una
- Cosenza.... - Speranze, addio! Che fare in Capua?  Mi  ci trattenni sulle spine per altri quindici giorni.
sulle spine per altri quindici giorni. L'ex-vicario  mi  consigliava a non rimanerci più a lungo, poichè, sapendomi
usa di fare ogni anno. Di questo provvedimento altamente  mi  compiacqui, risoluta com'era a schivare nuove molestie, e
e lo studio. E perchè l'apprendimento delle storie patrie  mi  parve doveroso non soltanto all'uomo, ma pure alla donna
La scarsezza de' miei mezzi e la penuria del cognato, non  mi  permettevano di far uso della carrozza ogni volta che
uso della carrozza ogni volta che qualche urgente faccenda  mi  chiamava fuor di casa. E fra tali faccende urgenti entrava
ne presi uno di seta nera, conforme al parere che dato  mi  aveva il cardinale Capano, e come pure altre persone di
cardinale Capano, e come pure altre persone di buon senso  mi  consigliavano. Il padre Spaccapietra partiva frattanto pel
13 giugno, ritirata nella mia stanza con Maria Giuseppa,  mi  tratteneva seco lei riandando le peripezie sofferte nei
frangiate, inargentate con stupenda leggiadria. Io  mi  sentiva rinascere al pensiero di aver ricuperato il posto
di una seggiola. Sebbene ignoti, quei due sembianti  mi  fecero raccapricciare. Il gigante, dato fiato alle fauci,
marina: "È ella la religiosa Enrichetta Caracciolo Forino?"  mi  domandò. "Sì," risposi: "con chi ho l'onone di parlare?"
di parlare?" "Col commissario Morbilli." Dio, qual nome!  Mi  scossi, come per violenta scarica d'elettricità.... Era lo
è un prete della curia." Capíi subito tutto quello che  mi  aspettava. "Che cosa vogliono da me?" domandai, a modo di
e veduta una sola uscita, si compiacque di permettere ch'io  mi  vestissi in libertà. Fui allora seguita da Maria Giuseppa,
repressa a forza dall'amor proprio, in tale spasimo  mi  metteva i muscoli della bocca, che pur volendo parlare non
fece venire una carrozza, e permise che i congiunti  mi  accompagnassero. Intanto Maria Giuseppa non cessava di
me!" Rimasta sola col birro e coi due carcerieri al fianco,  mi  fecero salire al terzo piano del fabbricato, quindi mi
mi fecero salire al terzo piano del fabbricato, quindi  mi  menarono in una vasta e tetra camera, che aveva l'aspetto
le scarne mani verso di me: "Se qualche cosa vi occorre,"  mi  disse, "ditelo pur liberamente alla priora, colla quale
sulle labbra, ella cedeva. - Non so che fare - gemeva. -  Mi  guarda... ed io... ho paura di ciò che potrebbe fare se gli
se gli parlassi. Ha una tale reputazione... Se per esempio  mi  battesse... o... Dio, Dio, se Carlo fosse vivo! Rossella,
che immagazzini il cibo per far morire di fame la gente.  Mi  ha dato ultimamente cento dollari per gli orfani; sono
non è vero, mia piccola ipocrita dagli occhi verdi!  Mi  illudevo che foste piú coraggiosa. Avevo sempre sentito
- Ma... sí - ammise Rossella con riluttanza. - Per esempio,  mi  annoio mortalmente a sentir sempre parlare della Causa,
e notte. Ma se lo confessassi, Dio benedetto, nessuno  mi  saluterebbe più e nessun giovinotto ballerebbe piú con me!
crederà di poter fare quello che ho fatto io. Ma questo non  mi  preoccupa. Ho guadagnato abbastanza; e il mio denaro è
Perché dovrei combattere per difendere un sistema che  mi  ha scacciato? Sarò invece ben lieto di vederlo distrutto. -
sono la pecora nera della famiglia Butler? Perché non  mi  sono adattato a fare tante cose che bisognava fare soltanto
noiosa scioccherella per l'unica ragione che un incidente  mi  ha impedito di ricondurla a casa prima che annottasse? E
pistola meglio di lui? Forse, se fossi stato un gentiluomo  mi  sarei lasciato uccidere e questo avrebbe cancellato la
cancellato la macchia dal blasone dei Butler. Ma... la vita  mi  piace. E cosí sono rimasto vivo e mi son divertito...
Butler. Ma... la vita mi piace. E cosí sono rimasto vivo e  mi  son divertito... Quando penso a mio fratello che vive fra
mucche di Charleston ed è pieno di rispetto per esse, e  mi  ricordo quella donna indigesta che è sua moglie e quei suoi
Doveva finire; e siamo vicini a questo. E volete che io  mi  metta ad ascoltare dei predicatori come il dottor Meade e
metta ad ascoltare dei predicatori come il dottor Meade e  mi  ecciti al rullo dei tamburi ed afferri un moschetto per
il mio sangue per Marse Robert? Ma per che imbecille  mi  prendete? Baciare la mano che mi ha percosso non è nel mio
Ma per che imbecille mi prendete? Baciare la mano che  mi  ha percosso non è nel mio stile. Fra me e il Sud, la
mio stile. Fra me e il Sud, la partita è regolata. Il Sud  mi  ha cacciato a morir di fame; non sono morto e ho guadagnato
e le terrò finché le filande inglesi ne avranno bisogno e  mi  pagheranno il prezzo che vorrò. Non sarei sorpreso di
parliamo piú. Per fortuna, ora comincia il valzer. Il reel  mi  lascia sempre senza fiato. - Non eludete la mia domanda. Vi
me la son cavata discretamente. E credo che il blocco  mi  renderà un milioncino. - No?! - Oh sí! Quel che la gente
Perché nasconder la testa come uno struzzo? - Dio mio, come  mi  annoia parlare di questo... Voi non dite mai delle cose
come adesso, siete diabolicamente graziosa? - No, non  mi  piace questo... Non è bella questa musica? Oh, potrei
che io abbia mai tenuto fra le braccia. - Capitano Butler,  mi  stringete troppo! Tutti ci guardano... - Se nessuno
- Se nessuno vedesse, protestereste ugualmente? - Capitano,  mi  pare che stiate diventando poco corretto. - Neppur per
ti ricordi quando ci siamo visti l'ultima volta? Quando  mi  dicesti il tuo amore inginocchiato ai miei piedi? Oh, come
il lutto... Non dovete stringermi tanto, capitano.  Mi  fate arrabbiare. - E siete uno splendore quando vi
e andiamo ad affacciarci alla finestra. Non voglio che  mi  fermi adesso... Ha gli occhi sgranati come se volesse
e un coltellaccio fra i denti. Ma pirata o no, oggi non  mi  taglierà la gola, se posso evitarlo!» Quando lo vide nel
a prendere il fazzoletto... Senza dubbio è carina, ma  mi  sta bagnando il davanti della camicia. Ella riprese la
Orléans. - riprese Rossella con un po' di broncio. - E non  mi  dite mai che cosa vi andate a fare! - Sono un lavoratore,
fare! - Sono un lavoratore, Rossella; e forse il mio lavoro  mi  chiama in quella città. - Voi, un lavoratore! - Rise con
denaro per poter fare altrettanto. - Solo a pensarlo  mi  sento... - e cominciò ad arruffare il pelo. - Ma forse
Come pettegolezzi, vale la migliore riunione di dame.  Mi  è stato detto che avete assunto dei galeotti e avete
faccenda. La mia maestranza riguarda me sola... Ma non  mi  avete ancora raccontato che cosa avete fatto a Nuova
arrossire alquanto. - Ve ne importerebbe molto? - Oh Dio,  mi  dispiacerebbe perdere la vostra amicizia - rispose ella con
intenso. - Dite pure alle vostre curiose amiche che quando  mi  sposerò sarà perché non ho potuto avere in altro modo la
vostra volgare curiosità - riprese. - Non è una donna che  mi  attira a Nuova Orléans, ma un bambino. Un maschietto. - Un
avrei mai creduto. Ora smettete codesto broncio, Rossella.  Mi  dispiace di essere stato sgarbato; ma ve lo siete meritato
mese sono stato a Charleston. Mio padre è morto. - Oh,  mi  dispiace... - È inutile. Sono certo che a lui non è
nulla per farlo mutare. Tutto ciò che egli pretendeva da me  mi  annoiava terribilmente. E finalmente mi mandò fuori di casa
pretendeva da me mi annoiava terribilmente. E finalmente  mi  mandò fuori di casa senza un centesimo e senza alcuna
a profitto la mia abilità di giocatore, sicché il poker  mi  diede da vivere. L'affronto di un Butler diventato
di vedermi. E durante la guerra, quando le circostanze  mi  portavano a Charleston, mia madre era costretta a mentire e
di vecchia scuola. Tutti i suoi amici lo ammiravano perché  mi  aveva scacciato e mi considerava come morto. «Se il tuo
i suoi amici lo ammiravano perché mi aveva scacciato e  mi  considerava come morto. «Se il tuo occhio destro ti
ero il suo occhio destro, il suo figlio primogenito ed egli  mi  strappò da sé. Sorrise un poco, quasi divertito. - Avrei
insopportabile per quella povera figliuola. E il denaro  mi  veniva restituito. Non so come hanno vissuto... Cioè, lo
veramente, quella zia crede che io il denaro lo fabbrichi.  Mi  scrive sempre per averne di piú; e davvero io non sono in
e Rosa Maria vivono comodamente malgrado i suoi sforzi... E  mi  dispiace un poco che sia morto, perché so che desiderava di
il giorno in cui sono partiti con la Guardia Nazionale e  mi  pare che siano tornati a casa ringiovaniti e vadano
il cavallo bestemmiando come un vecchio soldataccio. E  mi  ha detto che si sente ringiovanito di dieci anni da quando
vostro padre. Non sanno e non vogliono adattarsi; e questo  mi  conduce all'argomento spiacevole che voglio discutere con
Come farò a cavarmela? - Conoscendovi come vi conosco, non  mi  sarei dovuto aspettare da voi né lealtà né onestà. Ma, come
aspettare da voi né lealtà né onestà. Ma, come uno sciocco,  mi  sono fidato di voi. - Non vi capisco. - Può darsi. Ad ogni
fa, mentre percorrevo Via dell'Edera per venire da voi,  mi  sento chiamare da dietro una siepe: era la signora Melania
una siepe: era la signora Melania Wilkes! Naturalmente  mi  sono fermato e abbiamo chiacchierato. - Davvero? - Sí;
- Davvero? - Sí; abbiamo avuto una piacevole conversazione.  Mi  ha detto che aveva sempre desiderato esprimermi la sua
esprimermi la sua ammirazione pel fatto che anch'io  mi  sono unito a combattenti, sia pure nell'ultima ora. - Che
faceva ad Atlanta, è rimasta sorpresa della mia ignoranza e  mi  ha raccontato che adesso abita qui e che voi siete stata
il denaro; lo stabilimento è mio e ne faccio quello che  mi  pare. - Vorreste dirmi come avete guadagnato il denaro che
pare. - Vorreste dirmi come avete guadagnato il denaro che  mi  avete restituito? - Vendendo il legname, naturalmente. -
di Ashley. Siete una donna senza onore e se non  mi  aveste restituito quello che vi prestai, sarebbe per me una
di bollire, vi dirò il mio pensiero, se vi interessa. - Non  mi  interessa affatto. - Ve lo dirò lo stesso, perché non posso
avrete ancora bisogno di farvi prestare da me del denaro.  Mi  chiederete di finanziarvi, ad interesse incredibilmente
oppure... ma non voglio continuare ad annoiarvi. - Sí,  mi  annoiate. Ma mi distraete - disse Rossella freddamente,
non voglio continuare ad annoiarvi. - Sí, mi annoiate. Ma  mi  distraete - disse Rossella freddamente, sperando di
- Gli spiegai che avevo bisogno del suo aiuto perché non  mi  fidavo di quel furfante che gestiva la segheria e Franco
lo stabilimento gestito da Johnnie Gallegher, ora che non  mi  servo piú di operai negri. E poi ho dato del denaro contro
scrupolosa come dovrei. E non sono buona e dolce come  mi  è stato insegnato ad essere. Ma non posso farne a meno,
andasse a fondo; quindi ho gettato a mare quello che  mi  sembrava peso inutile. - Cioè orgoglio, onorabilità,
in mezzo alla strada: non posso essere cosí sgarbata!  Mi  faceva tanta pena! Credi che faccio male a pensare cosí? Ma
alla siepe. Ringraziamo Dio che gli Emerson sono a Macon! e  mi  ha detto: «Scusate, Mrs. Wilkes, ascoltate una parola.» Non
di parlare con quella vecchia pavonessa di Mrs. Elsing, che  mi  ha messa alla porta dell'ospedale.» - L'ha proprio chiamata
E ti assicuro che questo suo desiderio di rendersi utile  mi  ha commossa. Ho torto? - Per carità, Melania, chi vuoi che
e... le è sembrato... che io avessi il viso dolce e cosí  mi  ha fermata. Aveva un po' di denaro e ha voluto darmelo
dicendo: «Avete dei sentimenti veramente cristiani» e  mi  ha ficcato in mano questo fazzoletto. Puah, senti che razza
profumato; alcune monete erano racchiuse in un nodo. -  Mi  stava ringraziando e dicendo che mi porterà del denaro ogni
racchiuse in un nodo. - Mi stava ringraziando e dicendo che  mi  porterà del denaro ogni settimana, quando è apparso zio
settimana, quando è apparso zio Pietro con la carrozza e  mi  ha vista! - Melly scoppiò in lagrime e nascose la testa nel
se venisse a sapere che ho guardato in faccia quella donna.  Mi  fai questo piacere? - Sí, vado. Ma guardiamo quanto denaro
- Sí, vado. Ma guardiamo quanto denaro c'è qui dentro.  Mi  sembra pesante. Sciolsero il nodo e un gruppo di monete
madre cadde gravemente malata di bronchite; sempre peggiori  mi  giungevano le nuove del suo stato. Bramosa di vederla, e
che almeno in quella urgente e dolorosa circostanza non  mi  sarebbe negato valermi dell'ottenuto permesso. - Ne feci
morente genitrice, ella stessa e nella stessa giornata  mi  avrebbe ricondotta a Mondragone; pregò, insistè, supplicò
nel mio umile abituro, fu bussato con forza alla porta.  Mi  disse una conversa: "È venuto il cardinale, e domanda di
"È venuto il cardinale, e domanda di voi: spicciatevi!"  Mi  ritornarono in mente le vessazioni, le promesse mancate, i
Lo trovai nel salotto. Non l'aveva veduto da quattr'anni:  mi  parve invecchiato di dieci. Le gagliarde convulsioni che in
prematura vecchiezza. Riario, non era più quello di prima:  mi  parve non lui, ma l'ombra sua. M'avanzai senza
ricordate il passato e non potete lasciare il broncio,"  mi  disse con sorriso sforzato. "Confesso d'essermi male
richiamano voti solenni?" "Ubbidisco alla voce di Dio, che  mi  richiama alla vita." "E vi proponete inoltre uscirmi di
e la carità d'un padre amoroso." Queste parole  mi  svelarono lo scopo della sua visita; gli doleva di
la mano, se vorrete, ma non permetterò che in ricompensa  mi  regaliate un morso!" Quell'archetipo di simulazione
di Cantorbery: "Troppo lunga durò, troppo oppressiva  mi  tornò la vostra tutela. Vorrebbero ch'io vi chiedessi conto
e tenermi, troppo vecchie e sdruscite erano le sue reti,  mi  prese pel lembo dello scapolare, dicendo: "Un'ultima
menomo sintomo di mutazione, il menomo movimento popolare  mi  faceva balzare il cuore. I conventi di Napoli sono stati
della tirannide e pel trionfo della nazione alla quale io  mi  gloriava di appartenere. Non isfuggì alle suore la
io provava una soddisfazione, uno strano contento che  mi  rapiva. E: - qual piacere, andava dicendo fra me, se l'eco
da' diari, il mio entusiasmo cresceva a mano a mano che  mi  era dato vedere i preti frementi di fanatismo e di rabbia.
di fanatismo e di rabbia. La faccia di questi negromanti  mi  serviva di telegrafo. - Spandevasi un giallume itterico
me, non puoi che amare nel pari tempo tutti coloro che  mi  sono amici, e detestare gli altri che mi sono nemici."
tutti coloro che mi sono amici, e detestare gli altri che  mi  sono nemici." "Questo già lo sapete per esperienza." "Ora
"fra poco finiranno pur le vostre pene!" La compiacenza  mi  rifulse in volto. Una delle monache, avvedutasene, "Tu
in volto. Una delle monache, avvedutasene, "Tu ridi!"  mi  disse: "è cosa da piangere piuttosto!" "Piangi tu, che ci
me il solo grido di Viva Pio IX, che spesso all'orecchio  mi  risuonava. Un papa, che di primo tratto erasi dichiarato in
Toledo, dovevamo pur noi chiudere prestamente il monastero.  Mi  portai in un batter d'occhio al solito finestrino di
cappuccino, d'aspetto venerando, con lunga e canuta barba,  mi  fece scendere nel parlatorio. Proveniente da Roma, dicevasi
a lungo della violenta guerra che gli faceva mia madre,  mi  disse: "Dunque volete uscire ad ogni costo?" "Voglio
camorra? Dalle monache de' differenti conservatorii  mi  toccò subire le più sconce ed umilianti ripulse. Non sì
una filastrocca di formidabili capi d'accusa; poi suo jure  mi  condannava all'ultimo supplizio; poi m'assettava alla gola
spaventevole, chi avrebbe accolto in sua casa l'originale?  Mi  rivolsi perfino a' ritiri d'infima classe: trovai tutte le
tanto dissero e tanto fecero, che per mezzo del cardinale  mi  proibirono di portar meco l'argenteria e gli altri oggetti
stava mia madre, nell'altra il vicario. Alquanto commossa  mi  sentii nell'atto di stringere la destra alle poche monache,
nell'atto di stringere la destra alle poche monache, che  mi  compativano: erano quasi tutte vecchie e d'ingenua pietà; e
alle lagrime. Volli pur prendere commiato da quelle che  mi  avevano mosso guerra; ma non mi riescì di vederle, perchè
commiato da quelle che mi avevano mosso guerra; ma non  mi  riescì di vederle, perchè si erano nascoste. Scesi dipoi in
- Le carrozze si mossero. A pochi passi della porteria  mi  volsi a rimirare le alte e nude mura del monastero, e il
e la gradinata e i pilastri del tempio. La cancellata  mi  richiamò la memoria del giorno, in cui quei striduli ferri
volermi menare intorno pel monastero. Chiesi di mia madre:  mi  fu detto che, per non tenere impediti il generale e la
non tenere impediti il generale e la contessa mia cugina,  mi  aveva lasciata, ma che non avrebbe mancato di tornare il
di tornare il giorno appresso. Due giovani monache sorelle  mi  accompagnavano: chiamavansi Concettina e Checchina. - Io
e Checchina. - Io aveva bisogno d'aria: l'ambascia  mi  toglieva la respirazione; accolsi adunque il loro invito di
passaggio, che ho letto più volte nello stesso manoscritto,  mi  ha fatto ogni volta rabbrividire, pel timore che le mie
del luogo, delle persone, degli oggetti, dei costumi,  mi  divagò un poco. Era quello un mondo nuovo a me del tutto
m'imbattei in molte religiose per la via: tutte quante  mi  fecero la stessa domanda: "Vuoi farti monaca?" Io
non appena avessi posto il piede nel chiostro.  Mi  vi trovava intanto da più ore, nè vedeva al mio fianco
mezzo di due giovinette, passeggianti nel chiostro; ed anzi  mi  maravigliai, che di tutte le monache fosse stata l'unica a
sotto voce qualche parola in tuono beffardo: questo  mi  mortificò assai; ma non basta. Concettina mi domandò perchè
questo mi mortificò assai; ma non basta. Concettina  mi  domandò perchè avessi voluto sapere quale monaca fosse
Paolina disgustata colle sue amiche, alcuni giorni prima,  mi  aveva mandato tale messaggio non per altro che per
la discordia, inseperabile dalla gelosia." Strana infatti  mi  sembrò la gelosia fra donne, stranissimo e volgare il
rimanente umanità. Da quel primo sintomo di corruzione  mi  accorsi che avea da far con donne, le quali, benchè
sera con ansietà per dare libero sfogo all'inquietudine che  mi  rodeva, credendo di avere una stanza tutta per me. Ma quale
con al fianco un terzo letto destinato alla sua conversa! -  Mi  veniva pure intercettato il conforto della solitudine e
"assisterò a quella messa che piacerà a te." La conversa  mi  diè mano a vestirmi, non cessando sempre di ciarlare: poi,
per la mano, nel modo che è menato un cieco,  mi  fece scendere al comunichino, dove trovai riunite parecchie
finanche dal capriccio della conversa di mia zia, la quale  mi  voleva far alzare prima di giorno, per trattenermi un'ora
ritornata. Uscì dunque del parlatorio, ed io, attendendola,  mi  trattenni fuori del corridoio, immersa nel sentimento
immersa nel sentimento dell'abbandono, in cui slanciata  mi  aveva una dura fatalità. Scorse un'ora, un'ora e mezza, ne
frattanto non la vedeva ritornare. Dolente del suo ritardo,  mi  volsi alla portinaia, pregandola di mandare alla vicina
mia madre di ritornare. La portinaia, presami la mano,  mi  disse: "Abbi pazienza, cara mia.... per amore o per forza
è già partita alla volta di Reggio." Se la portinaia non  mi  avesse sostenuta pel busto, sarei caduta in terra. Per
Quand'ebbi ricuperati i sensi e riaperti gli occhi,  mi  vidi circondata da uno stuolo di monache, di converse, di
componeva il viso al sarcasmo; non una sola di esse che  mi  volgesse un accento di sincera carità. Il medico Ronchi,
nella porteria, essendo uno dei curanti della comunità,  mi  fece somministrare pronti rimedi. La febbre, che mi
mi fece somministrare pronti rimedi. La febbre, che  mi  sopravvenne mi confinò in letto per più d'una settimana.
somministrare pronti rimedi. La febbre, che mi sopravvenne  mi  confinò in letto per più d'una settimana. Quando il destino
dal vestiario di chi parevami che gli somigliasse,  mi  sentii in procinto di svenire, credendo che giunto fosse il
m'indirizzava due linee, nè mia madre nelle sue lettere  mi  faceva motto di lui. Vedeva di tratto in tratto Giuseppina,
più dell'orfana. Sarebbesi detto che già un abisso  mi  separasse dal mondo intero, a dispetto de' concenti umani,
ed indivisibile legge di connessione. Una sera di febbraio  mi  trovai sola sul terrazzo. I raggi del sole morente non
all'aria libera sotto l'immensa vôlta del firmamento  mi  sentii sola, è vero, come prima, ma non isolata. La voce
fatiche d' Ercole.  Mi  sono rigorosamente proposto, in queste memorie, di non
nell'imprendibile isola felice della duchessa di Frondosa.  Mi  basterà di redigere il giornale di bordo d'una sola
con me in automobile, incastrò nell'occhio la caramella,  mi  guardò con un sorriso ch'era tutt'un programma ed esclamò:
aveva raccontato le traversie del suo animoso viaggio.  Mi  venne davanti; una sera, il giovane Rolando, con gli occhi
armati di sigarette e di buona volontà. Sua Altezza  mi  ascoltava senza respiro e con lo stesso interesse con cui
di Villahermosa era nell'appartamento vicino. Il Principe  mi  sembrò assai lieto dell'interruzione. Mi spiegò che la
Il Principe mi sembrò assai lieto dell'interruzione.  Mi  spiegò che la duchessa veniva a vedere la sua collezione di
pazza pel Pisanello, l'eccellente duchessa! Sua Altezza  mi  chiese, d'aver pazienza. La visita non sarebbe stata lunga
già quanto mai snaturato di per sè stesso. Ma i rumori che  mi  giungevano dalla stanza vicina non tardarono molto a
assai calorosamente abbandonati. Ma la vita di Corte  mi  aveva già abituato a sentire ogni genere di rumori con la
sua poltrona di marocchino rosso e, accesa una sigaretta,  mi  invitò con un cenno di mano a riprendere la lettura
di prima e non m'invitò a rivedere quello che avevo letto:  mi  suggerì invece cortesemente di prendermi un breve riposo
E, quando, un'ora e mezza dopo, Sua Altezza  mi  destò rientrando nella biblioteca, gli sguardi non
manifestarmi chiaramente il suo malumore. — Caro d'Apre, —  mi  disse, — la cosa comincia a diventare fastidiosa, e queste
cosa comincia a diventare fastidiosa, e queste signore non  mi  dànno il tempo di respirare. Ho veduto iersera queste due
di poco lusinghiero in questa ripetuta esclamazione che  mi  riguardava e approfittai invece del silenzio del principe,
ma ce ne vogliono dieci! E sa, intanto, che cosa faccio io?  Mi  faccia il piacere di cedermi il suo posto...._Grazie. Ecco.
faccia il piacere di cedermi il suo posto...._Grazie. Ecco.  Mi  siedo qui e la lettura della sua bella conferenza me la
Altezza la principessa che aspettava. — La principessa? —  mi  rispose senza levar gli occhi dal manoscritto. — La
manoscritto. — La principessa, senta, me la sbrighi lei.  Mi  faccia questa cortesia. Le dica che sono uscito, che son
E io che conoscevo Sua Altezza non tentai di ragionare e  mi  decisi sùbito a sbrogliare una volta di più una matassa
La quale leonessa era quanto mai addomesticata e leggiadra.  Mi  strinse la mano con cordialità e prese per buone tutte le
a Pulquerrima. E, tanto per tener viva la conversazione,  mi  scappò di bocca — giuro che fu senza malizia! — ch'ero
sarei stato felice di mostrarle la mia. Accettò. Chiesi che  mi  fissasse una data e mi sentii rispondere ch'era pronta ad
la mia. Accettò. Chiesi che mi fissasse una data e  mi  sentii rispondere ch'era pronta ad ammirarla anche sùbito.
alle fêtes galantes del secolo decimottavo. La principessa  mi  ascoltava con la più intensa attenzione come se non si
di parlar d'altro che di ventagli, la seducente principessa  mi  costrinse a confessare che proprio quel giorno Sua Altezza
E, con una moina adorabile, la principessa di Malaguena  mi  chiese: — Spiegami un poco in due parole che cosa sono i
che sarà per vergare i Misteri dell'Italia fatta serva.  Mi  limiterò ad un solo caso, come quello che si riferisce
Armeno, ricorrendo la festività del Natale, mia madre  mi  aveva dato per confessore quello della zia Lucrezia. Era,
si confessassero sedute, contro l'universa consuetudine:  mi  venne detto, che non essendo possibile di rimanere due o
spendervi una intera giornata ginocchioni?" "Ben sappiamo,"  mi  risposero, "essere usanza presso la gente mondana di non
sul mio pianforte!" Ed infatti io deplorava la fatalità che  mi  toglieva fra le altre cose l'uso diletto della musica, e mi
mi toglieva fra le altre cose l'uso diletto della musica, e  mi  poneva nel caso di perdere per dissuetudine l'agilità delle
vispi, dal riso pronto, tiratami in disparte: "Spero,"  mi  disse, "che di quanto abbiamo discorso, e saremo per
il confessore, e fattolo partecipe delle pene che  mi  angosciavano, egli mi dichiarò che nel monastero faceva
e fattolo partecipe delle pene che mi angosciavano, egli  mi  dichiarò che nel monastero faceva mestieri comunicarsi
comunicarmi due volte per ogni settimana: più tardi poi  mi  sarei conformata alla comune consuetudine. Poichè scesi nel
l'ostia, chiusi naturalmente tenendo gli occhi. Posta che  mi  fu sulla lingua la particola, e nell'atto stesso di
sentii sulla guancia diritta l'impressione d'una mano che  mi  carezzava. Aprii gli occhi; il prete aveva già ritirate le
donna, figlia d'Eva, è più dell'uomo punta dalla curiosità.  Mi  venne in mente di collocarmi in un sito appartato, donde
vita claustrale. "No, non è buono per te quel confessore,"  mi  andavano ripetendo; "e la prova patente della sua
tutti si salvano?" Le monache non si davano pace: questa  mi  esortava di qua, quella mi catechizzava di là, tutte dal
non si davano pace: questa mi esortava di qua, quella  mi  catechizzava di là, tutte dal più barbaro vernacolo e dalla
sofistici della sua logica, "Vuoi farmi un piacere?"  mi  disse. "Parla," risposi. "Attendo domani il mio confessore;
e della monacale impostura, infine l'educazione, che  mi  rendeva pieghevole ai superiori e cortese con tutti, mi
che mi rendeva pieghevole ai superiori e cortese con tutti,  mi  fecero condiscendere alle sue premure. La mattina seguente
alle sue premure. La mattina seguente Maddalena  mi  conduceva gongolante di gioia dal suo dotto reverendo.
reverendo. L'esultanza e la sollecitudine di quella monaca  mi  parvero un indizio rassicurante. - Se nelle sue relazioni
indizio rassicurante. - Se nelle sue relazioni col prete,  mi  dissi, vi fosse per avventura alcun che d'equivoco,
sei curiosa di vedere l'effetto d'un'efficace confessione?"  mi  domandò essa, qualche momento prima d'introdurmi nel
degno di divenirlo. Dopo molti complimenti e riverenze,  mi  domandò flebilmente il nome, l'età, la condizione, e simili
piegando l'una gamba sull'altra e stropicciandosi le mani,  mi  disse: "Suppongo, signorina, che abbiate deliberato di
Divinità, nè nella condizione delle belve: amo il mondo, e  mi  compiaccio nella società dei miei simili. Nè credo,
il cappello "darò risposta alla prossima nostra conferenza.  Mi  promettete di ritornare un'altra volta da me?" Dovetti
persuasiva di quell'alto ingegno. Di lì a due giorni  mi  richiamò a sè per annunziarmi avergli il Crocifisso
la virtù più cara a Dio essere l'ubbidienza al Crocifisso,  mi  vietò l'uscita, prima d'avergli promesso l'invio della
e nel guardarmi divenne livida in volto, inurbanamente  mi  voltò le spalle, e, borbottando non so che, andossene via.
all'ovile la pecorella smarrita da Dio consegnatami, e non  mi  è lecito abbandonarvi." "Non so," risposi con sostenutezza,
associamento. Devo però dirvi, che se lascerete Maddalena,  mi  susciterete una persecuzione più forte. Fatemi questo
me! Da questo punto vi dichiaro che al confessionale non  mi  ritroverete più." "Allora," disse, deponendo l'ilarità, ed
Verso le tre intesi nel corridoio un gran fracasso.  Mi  affacciai dalla loggia, e vidi Maddalena nel mezzo d'un
Non valsero nè le mie proteste nè il mio pianto. La zia  mi  sgridò, affermando, che al vicario bisognava ubbidire senza
io stessa veduto nei quattro monasteri da me abitati, o che  mi  giunse all'orecchio di altri chiostri napoletani; come pur
bacia il suo sposo!" Sotto vincolo di segretezza  mi  confidò un'educanda tanto bella di forme e candida di
stessa ricevetti da un monaco impertinente, lettera in cui  mi  significava, che non appena mi aveva, veduta, concepita
impertinente, lettera in cui mi significava, che non appena  mi  aveva, veduta, concepita aveva la dolcissima speranza di
una riputazione d'integerrimo sacerdote), ogniqual volta  mi  vedeva passare dal parlatorio, soleva farmi: "Ps, cara,
Ps, ps, vien qua!" La parola cara in bocca di un prete  mi  moveva non meno nausea, che raccapriccio. Un prete infine,
un saggio succinto della sua dialettica: "Bella figliuola,"  mi  disse un dì, "sai tu quello che veramente sia Iddio?" "È il
il nome di Gesiù Cristo alle amorose apostrofi, "È,"  mi  disse, "una setta orrenda, e sfortunatamente troppo estesa,
fa sovente a proprie spese la festa della prima Messa; e  mi  rammento di un tale chierico, divenuto, Dei gratia, prete,
quando il tempio fu chiuso agl'incirconcisi, e che pur io  mi  fui ritirata, poggiarono ad una delle grate del coro la più
Io ne conosceva il progetto sin dal giorno innanzi, e  mi  ritirai prima del solito per lasciarle libere. - Erano
farmi rigido Catone dei poveri innamorati: no, davvero; ma  mi  disgustava la loro ipocrita e simulata bacchettoneria: quel
voler ostentare delle virtù ed un candore che non avevano;  mi  disgustava la persecuzione che movevano a qualcuna delle
più volte con qualche educanda, monaca o conversa che  mi  aveva confidato il segreto della sua fragilità; le avrei
sarei stata da lui reputata, ove uno sguardo solo  mi  avesse tradita. Ah, chi non ha indossato il cilicio non sa
mia predecessora, nel darmi la consegna dei sacri arredi,  mi  disse che dei quattro chierici, uno solo essendo esatto
ho detto, soffriva io molto di nervi: le convulsioni  mi  si erano rese periodiche. Ad ogni mia indisposizione, lo
Se ne avvidero quelle, allorchè, annunziatogli ch'io  mi  stava gravemente inferma, ei si cavò di tasca la pezzuola
di gioia. Ma della comica passione del chierico ben anch'io  mi  avvidi, non appena convalescente e rientrata nell'uffizio.
era falso, e che l'oggetto, a nome mio presentatogli,  mi  era stato poc'anzi preso dal fagotto della lavandaia.
a restituirmi il foglio necessario alle ricerche che  mi  era prefissa, ma fosse per altrui suggerimento, fosse per
detti contrastava coll'interno senso di compassione che  mi  destava un avvenimento diretto a togliere il pane a quel
nel rifiuto. Stizzita però dalle mie moleste insistenze,  mi  disse un giorno: "Ma, insomma, perchè vuoi lasciare il
in pianto. "Siamo congedati tutti quattro noi chierici,"  mi  disse con voce interrotta dal singhiozzo. "È mai
pari de' loro vini; ed io son Napoletana. Accesa di sdegno,  mi  portai subito dalla badessa; le espressi la mia
Ma ciò che è fatto, non si disfà. Un solo schiarimento  mi  resta a chiedervi, e questo si riferisce particolarmente al
e il manicotto non le fecero buona impressione. «Certamente  mi  crede una donna di malaffare» pensò Rossella. «E forse non
soltanto... conoscevo le persone che abitavano qui. -  Mi  dispiace. Forse loro stessi non riconoscerebbero la propria
Rossella per le spalle - vi assicuro che mia... sorella non  mi  ha portato né una sega né una lima per aiutarmi a fuggire.
fosse confusa. - È naturale, sono venuta subito. Zia Pitty  mi  ha detto ieri sera e... Questa notte non ho potuto dormire
e udirvi parlare cosí. Non credevo alle mie orecchie quando  mi  hanno portato il vostro nome. Supponevo che non mi avreste
quando mi hanno portato il vostro nome. Supponevo che non  mi  avreste mai perdonato la mia condotta patriottica di quella
a Tara. Ma immagino che questa visita voglia dire che  mi  avete perdonato. Ella si sentí riprendere dalla collera,
che andavano a farsi ammazzare! - Risparmiatemi, Rossella.  Mi  copro di vergogna ogni volta che vi penso. - Meno male che
che provate vergogna di avermi trattata in quel modo. -  Mi  fraintendete. Mi dispiace dirvi che la mia coscienza non mi
di avermi trattata in quel modo. - Mi fraintendete.  Mi  dispiace dirvi che la mia coscienza non mi ha punto
Mi fraintendete. Mi dispiace dirvi che la mia coscienza non  mi  ha punto rimproverato di avervi abbandonata. Ma quanto
Ma lasciamo andare le mie ragioni. L'importante è che  mi  abbiate perdonato. - Ma niente affatto. Siete una canaglia.
come se avesse detto «tesoro». - Non raccontatemi storie.  Mi  avete perdonato. Una giovane signora non affronta le
i battiti del cuore. - State molto bene e molto elegante.  Mi  date proprio il desiderio... Se non ci fossero quegli
Ho avuto vostre notizie da miss Pittypat, la quale non  mi  ha detto che in voi si fosse sviluppata la dolce
scorsa ho sentito che proprio ero stufa, e allora il babbo  mi  ha consigliato di fare un viaggetto per distrarmi un poco.
L'ho sentito perfino io, benché sia cosí indurito... Spesso  mi  sono chiesto perché avevo cosí vivo il vostro ricordo,
e in Francia, e ho conosciuto tante donne piacevoli,  mi  è accaduto spesso di pensare a voi e di chiedermi che cosa
cuore. - Ne avrete dolore? Se sarete abbastanza addolorata,  mi  ricorderò di voi nel mio testamento. Gli occhi neri
molto dello stato delle mie finanze. Tutti i giorni  mi  rivolgono un'infinità di domande stupide. A quanto pare,
non vi avrei mai piú perdonato! Ma quando zia Pitty ieri  mi  ha detto che voi... che potrebbero impiccarvi... io...
farmi prestare i guanti di zia Pitty o rubarglieli. Ma non  mi  ero accorta che le mie mani fossero in questo stato. E ora
la sua dichiarazione! - Senza dubbio le vostre mani non  mi  riguardano - rispose Rhett freddamente e si appoggiò
sono addolorata! Davvero... - Niente affatto. Se anche  mi  appiccassero a non so che altezza, non ve ne importerebbe
in contrasto con Rhett Butler. - Evidentemente la memoria  mi  ha fatto difetto. Dovevo ricordarmi che voi siete come me e
l'essere chiuso qui, lontano da ogni contatto femminile,  mi  avrebbe messo in tale stato che avrei abboccato all'amo
pensò Rossella con ira. - Ora la verità è venuta fuori;  mi  manca soltanto conoscere i vostri motivi. Vedete un po' se
aiutarmi... se voleste esser buono! - Non c'è nulla che  mi  piaccia di piú che l'esser buono. - Rhett, per la nostra
buono. - Rhett, per la nostra vecchia amicizia, vorrei che  mi  faceste un favore. - Oh, finalmente la signora dalle mani
mani callose viene a dirmi il vero scopo della sua visita.  Mi  pareva bene che «visitare gli infermi e i carcerati» non
assolutamente? - Sí... Cioè, non assolutamente, ma  mi  farebbero comodo. - Trecento dollari. È una bella somma.
per affari, parlerò anch'io da uomo d'affari. Che garanzia  mi  date? - Come? - Garanzia. Sicurezza della restituzione. Non
la faccenda potesse aggiustarsi. - I miei orecchini. - Non  mi  interessano. - Vi darò un'ipoteca su Tara. - Che volete che
scendendo. I tempi sono difficili e il denaro è scarso. -  Mi  prendete in giro, Rhett! Coi milioni che avete... Gli occhi
bene e voi non avete un bisogno assoluto di questo denaro.  Mi  fa piacere di saperlo. Sono ben contento che per i vecchi
gli occhi di un gatto... di un gatto nell'oscurità? - Non  mi  tormentate, Rhett! Vi dirò tutto. Ho assoluto bisogno del
ho che una moneta d'oro da cinque dollari. E se non pago...  mi  prenderanno Tara! E io... noi non possiamo perdere la
perdere la nostra terra, la nostra casa! - Perché non  mi  avete detto subito tutto questo invece di far languire il
che non era amorosa, e la bocca rideva beffarda. - Non  mi  piace la vostra garanzia. Non sono un piantatore. Che altro
sera, durante l'assedio, sotto al porticato di zia Pitty?  Mi  diceste... che mi desideravate. Egli si gettò nuovamente
sotto al porticato di zia Pitty? Mi diceste... che  mi  desideravate. Egli si gettò nuovamente indietro,
che non avevate mai desiderato tanto nessuna donna. Se  mi  desiderate ancora, Rhett, potete avermi. Farò tutto ciò che
per il denaro! La mia parola vi deve bastare. Giuro che non  mi  trarrò indietro. Se volete, ve lo metterò in iscritto. Egli
ho avuto la sfacciataggine di farvi la stessa proposta,  mi  avete messo alla porta. E mi avete gratificato di un certo
di farvi la stessa proposta, mi avete messo alla porta. E  mi  avete gratificato di un certo numero di insulti,
capire le stranezze della vostra mentalità. E tutto questo  mi  convince una volta di piú che la virtú è semplicemente una
Ingoiò e il liquido ardente le bruciò la gola. - Ora  mi  pare che stia meglio, signori - disse Rhett - ed io vi
eseguivate questo gioco alla perfezione. Ma poco fa, quando  mi  avete offerto la vostra... hm.... garanzia per il mio
le arti che vi sono state insegnate. - Non ho bisogno che  mi  diciate come devo comportarmi - replicò Rossella; e si mise
queste Memorie niente altro  mi  son proposta che confermare, quanto è da me, con argomenti
persone: ognuno potrà riscontrar la verità agevolmente.  Mi  si potrà piuttosto apporre d'aver taciuto qualche
piuttosto apporre d'aver taciuto qualche particolare che  mi  riguarda, d'aver lasciato nell'ombra alcune vicende non
e trovai per soprammercato una graziosissima signora che  mi  fece girare la testa. Disgrazia volle che la gentile
ozii di Pulquerrima. E lì a Pulquerrima il giovane principe  mi  ritrovò, tre anni dopo il nostro incontro di Londra.
a memoria. Modesto e niente affatto autorevole, io  mi  confondevo fra le autorità minori, fra un tenente delle
Ma Sua Altezza ha una vista acutissima e un colpo.  Mi  sentii infatti chiamare per nome e, aprendomi un varco
olezzante di naftalina fra le redingotes delle autorità,  mi  trovai ad essere, a dispetto di tutt'i protocolli, stretto
rientrando nel regno di Fantasia e giungendo a Pulquerrima.  Mi  parlò di nuovo di donne quella sera, dopo pranzo. Sua
ultimi tempi non gli aveva lasciato un minuto di respiro. E  mi  manifestò la sua preoccupazione di dovere purtroppo a
il suo non breve soggiorno. — Vostra Altezza, — gli dissi —  mi  permetta di richiamare la sua memoria su alcune partite di
Sua Altezza notava una signora bionda, bruna o castana, e  mi  chiedeva sùbito chi fosse. Se io la nominavo,
se la loro pedina era la favorita. Una volta Sua Altezza  mi  disse: — Se stesse ai loro mariti, mi toccherebbe, per non
Una volta Sua Altezza mi disse: — Se stesse ai loro mariti,  mi  toccherebbe, per non far dispiacere a nessuno, di prenderle
Mentre ritornavamo a casa a cavallo il principe  mi  raccontò il piccolo incidente: quando aveva potuto
impossibile per guardarmi di traverso in quel modo?»  mi  disse il principe, meravigliato. Fermò la sua attenzione e
e Leopodo. è quella che batte il record del sei, ora  mi  ricordo benissimo. Ma che ha dunque da brontolare, lui? Ho
un solo istante prima ch'ella si separasse da questo mondo,  mi  fece sentir viepiù il pentimento di un voto diametralmente
di avermi la prima volta fatta entrare nel monastero;  mi  promise adunque la sua cooperazione in ogni tentativo che
lo stato mio erasi modificato. Una malattia di pochi giorni  mi  aveva strappata la seconda zia, quella che funzionato avea
giorno d'esser pronta a seguirmi dovunque le combinazioni  mi  avessero potuto condurre. Ne' contorni della mia prigione
La brama di trapelare alcun che intorno a quel portento  mi  preoccupò vivamente. Seppi alfine, dopo lunghe indagini,
Perchè, profittando del messaggio, che forse la provvidenza  mi  mandava, perchè non avrei battuto anch'io la stessa via?
gote mie si affossavano, gli occhi si spengevano, i capelli  mi  cadevano a ciocche. Uno dei medici della comunità mi fece
mi cadevano a ciocche. Uno dei medici della comunità  mi  fece il rispettivo certificato, che unito alla supplica
cominciai a contare le ore e i minuti del tempo che  mi  restava ancora da patire. Diceva fra me stessa: - Ora il
dentro nè viva nè morta," rispondeva la povera donna. Ma se  mi  sapeva mill'anni di andarmene da quel luogo detestato,
conversa faceva della debolezza di lei, la povera vecchia  mi  aveva supplicata di prendere la nipote sopra di me, e farle
soffrire la conversa erano maggiori. Per tale riguardo  mi  convenne più volte ora raffrenare lo sdegno, ora di non dar
sulla seggiola a bracciuoli, e con un fil di voce morente  mi  diceva: "Signora Enrichetta, per pietà, allargatemi il
"Signora Enrichetta, per pietà, allargatemi il busto: io  mi  sento soffocare." La menava allora in luogo appartato, il
il chirurgo. La fanciulla, divenuta pallida e tremante,  mi  pregò di calmarlo; ed egli, vedutala così costernata, si
prendersi una cameriera: e viver tranquilla e indipendente.  Mi  rispose: "Voglio starmene, amica diletta, appresso di voi:
fresca vocetta che rispondeva al brontolìo della madre, non  mi  facevo per nulla scrupolo di curiosare dalle commettiture
io rientravo dietro a lei zitto e cheto nella mia stanza, e  mi  godevo un quadretto da innamorare un pennello fiammingo. Al
Questo io lo seppi qualche giorno dopo dalla portinaia, che  mi  raccontò per filo e per segno tutti i fastidi sofferti da
- - Dove mai sarà andata a finire la povera Matilde? —  mi  domandavo io con un certo senso di tristezza. Passò più
ma di tanto in tanto quella sua figura patita ed ingenua  mi  tornava nella memoria; massime poi da quando nella sua
russo o svedese. M'era ignoto. La femmina, in vece,  mi  ricordava un viso da me conosciuto, ma non mi sovvenivo nè
in vece, mi ricordava un viso da me conosciuto, ma non  mi  sovvenivo nè dove nè quando. Bruna, snella, con due lunghe
circa altri quattro anni e la rividi quando proprio non  mi  ricordavo più che fosse al mondo, un inverno, di carnovale,
aver fortuna! — aveva filosofato sua madre. Un amico comune  mi  presentò alla nuova stella, una sera, al Manzoni. Per me
eleganti e d'oggetti d'arte, e più d'una volta Matilde  mi  ha fatto volentieri da modella per raffigurare qualche
d'infanzia. - Ma un amore non l'ho mai avuto, sai! —  mi  disse una volta facendosi triste d'un tratto; poi scrollò
l'avevo mai conosciuta, e al fine indispettita, nervosa,  mi  piantava lì senza salutarmi. Sostiene d'esser nata a Torino
Torino e di non saper nulla de' propri genitori. Un giorno,  mi  ricordo che a questo proposito fui crudele con lei;
del tuo letto, che cosa n'hai fatto? — Ella impallidì, e  mi  rispose soltanto con una occhiata: un'occhiata che non
maravigliati. — Ho da fare. Proprio vi giuro che non  mi  sarebbe possibile.... — I compagni protestarono forte. No,
il mio cavallo è quasi morto... e io muoio di fame. Ashley  mi  ha detto che voi... Non accendete la candela! Non svegliate
ancora da bere. - Ho fatto correre il cavallo, e se non  mi  allontano in fretta ci rimetto la pelle. Ma ne valeva la
la pena. Sí, per Dio! Cercherò di arrivare nel Texas e li  mi  fermerò. Ashley è stato con me a Jonesboro e mi ha detto di
Texas e li mi fermerò. Ashley è stato con me a Jonesboro e  mi  ha detto di venire da voi. Ho bisogno di un altro cavallo,
Non ho un gran vantaggio. Se non ci fosse stato Ashley che  mi  ha trascinato e issato sul cavallo, sarei rimasto lí come
rimasto lí come un imbecille e probabilmente a quest'ora  mi  avrebbero già fatto la pelle. Un bravo ragazzo Ashley.
Quando comincio a tagliare a pezzi una persona, credete che  mi  accontenti di una graffiatura? No, per Dio, la taglio a
Dio, la taglio a fettine. - Bene - approvò Franco. -. Non  mi  è mai piaciuto quel tipo. Rossella lo guardò. Non era il
È venuto a Jonesboro con me, per il caso che Wilkerson  mi  sopraffacesse. Ma non credo che il nostro vecchio Ash potrà
prepararmi un pacchetto da portare con me? - Se non  mi  dite tutto, mi metto a urlare. - Aspettate che io me ne sia
un pacchetto da portare con me? - Se non mi dite tutto,  mi  metto a urlare. - Aspettate che io me ne sia andato, poi
peggio è la maniera che ha di incitare i negri. Se qualcuno  mi  avesse detto che sarebbe venuto il giorno in cui avrei
dei Fontaine era ben conosciuta nella Contea. - Quindi  mi  è toccato servirmi del coltello. Ho trovato quell'individuo
pancia. È stato affare d'un momento. La prima cosa di cui  mi  sono accorto è che Ashley mi ha messo sul cavallo dicendomi
momento. La prima cosa di cui mi sono accorto è che Ashley  mi  ha messo sul cavallo dicendomi di venire da voi. Ashley
che egli non sia troppo ubriaco stasera. Se è ubriaco non  mi  crederà, riderà di me e mi spezzerà il cuore.» Aperse uno
stasera. Se è ubriaco non mi crederà, riderà di me e  mi  spezzerà il cuore.» Aperse uno spiraglio della porta e
che nebbia. - Ha detto altro? - chiese poi senza voltarsi.  Mi  ha chiesto di aver cura del piccolo Beau; le ho promesso di
se fosse mio figlio. - E che altro? - Ha detto... Ashley...  Mi  ha chiesto di occuparmi anche di Ashley. Egli tacque per un
all'ultimo atto di una commedia non troppo attraente. -  Mi  pare che sia abbastanza chiaro. Miss Melly è morta. Tu hai
poi. - Una volta avrei ringraziato Dio devotamente, se tu  mi  avessi detto questo. Ma ora non importa. - Non importa? Che
non importa. - Non importa? Che dici? Sí che importa! Non  mi  vuoi bene forse? Melly ha detto di sí. - Aveva ragione, per
il respiro, ascoltava, aspettava. - Sapevo che non  mi  amavi quando ti sposai. Sapevo di Ashley. Ma, sciocco che
può dare a una donna. Ma non potevo fartelo capire, perché  mi  avresti creduto debole e ti saresti servita del mio amore
del mio amore contro di me. E poi... c'era sempre Ashley.  Mi  faceva impazzire. Non potevo sedere a tavola di faccia a te
la notte sapendo che... beh, lasciamo andare, adesso. Ora  mi  domando perché ne ho sofferto. Fu questo che mi fece andare
adesso. Ora mi domando perché ne ho sofferto. Fu questo che  mi  fece andare da Bella. Vi è una certa consolazione
analfabeta. Questo lusingava la mia vanità. Tu non  mi  hai mai blandito molto, mia cara. - Oh Rhett... - cominciò
mattina, per paura di essermi ingannato e che tu non  mi  amassi. Avevo paura che tu ridessi di me; perciò uscii e
ubbriacarmi. Quando tornai tremavo come una foglia; e se tu  mi  fossi venuta incontro, se mi avessi fatto il piú piccolo
come una foglia; e se tu mi fossi venuta incontro, se  mi  avessi fatto il piú piccolo cenno, credo che ti avrei
volevo bene. Ashley... dopo di allora il suo pensiero non  mi  diede piú alcuna gioia; ma tu eri stato cosí villano che
mia, sono stato fuori della tua porta, sperando che tu  mi  chiamassi; ma tu non mi chiamasti mai; e allora compresi
della tua porta, sperando che tu mi chiamassi; ma tu non  mi  chiamasti mai; e allora compresi che ero stato un imbecille
parlare il suo volto tetro. - Ma vi era Diletta; ed io  mi  dissi che, dopo tutto, qualche cosa rimaneva. Mi piaceva
ed io mi dissi che, dopo tutto, qualche cosa rimaneva.  Mi  piaceva pensare che Diletta eri tu, nuovamente bambina,
accarezzare e viziare te. Ma lei non era come te... lei  mi  voleva bene. Era una fortuna che io potessi prendere tutto
e lo sto perdendo. E se lo perdo, non c'è piú nulla che  mi  interessi! Né amici né denaro né... nulla.. Se avessi lui,
gli occhi e parlò con disperazione. - Rhett, se una volta  mi  hai amata tanto, deve pur essere rimasto qualche cosa nel
- Allora... vuol dire che io ho sciupato tutto... e che non  mi  ami piú? - Precisamente. Ostinata come una bambina che
sardonica. - Non avere quell'aria cosí risoluta, Rossella!  Mi  spaventi. Vedo che stai pensando di trasferire la tua
Avevo l'intenzione di dirtelo al tuo ritorno da Marietta. -  Mi  lasci? - Non fare la moglie abbandonata, Rossella. La parte
Rossella. La parte drammatica non è adatta per te.  Mi  par di capire che non desideri un divorzio e neanche una
il suo disprezzo. Deve rispettarmi anche... anche se non  mi  ama. Levò il capo e cercò di chiedere con calma. - Dove
tutte cose che hanno radici profonde... Oh, non  mi  pento, non rimpiango nulla di ciò che ho fatto. Mi sono
Oh, non mi pento, non rimpiango nulla di ciò che ho fatto.  Mi  sono divertito; tanto che ora comincio ad averne abbastanza
fino allora per vedere. E non lo desidero neppure. Non  mi  interessa. Andrò in cerca di vecchie città e di vecchie
di nuovo sul suo viso. - No! - gridò. - So soltanto che non  mi  ami e che te ne vai! Amore mio, che farò se tu te ne vai?
- Ah? Non me n'ero accorta. Ebbene, fai qualche cosa.  Mi  fai diventare nervosa, girandolando attorno in quel modo.
insomma, di qualunque dei tuoi compagni? - No, signore. Non  mi  invitano. - Mentisci, Wade! - esclamò Rossella voltandosi.
ti vergognassi del tuo passato guerresco disse poi. - Non  mi  avevi detto di tenerlo nascosto? - Taci! - fu la breve
furono messi in fanteria. Io ero un bravo tiratore e perciò  mi  misero in artiglieria. In quella regolare, non nella
può sposare Beau Wilkes. Ma tu chi sposerai? - Oh, io non  mi  sposerò - rispose Wade schiettamente, felice di parlare da
Pork a dirgli che ti conduca in città. - Ti sarò grata se  mi  lascerai educare i miei figli a modo mio! - proruppe
a ciò che facevo perché nulla m'interessava. Ma Diletta  mi  interessa. Dio, che sciocco sono stato! Diletta non sarà
denaro e di tiranneggiare le persone. - Tutto questo  mi  pare una tempesta in un bicchier d'acqua - affermò
ciò che qui ha un po' di valore. Meno male. Sono certo che  mi  aiuterà. - E che intendi di fare? - Mi propongo di
male. Sono certo che mi aiuterà. - E che intendi di fare? -  Mi  propongo di coltivare tutti i dragoni-femmina della Vecchia
anche dovessi strisciare dinanzi a ogni vecchia strega che  mi  detesta, lo farò. Sopporterò con pazienza la loro freddezza
lo farò. Sopporterò con pazienza la loro freddezza e  mi  farò vedere pentito del mio passato. Contribuirò alle loro
a ricordare a quei pazzi a cui salvai la vita che essi  mi  debbono riconoscenza. E tu, mia cara, ti guarderai bene dal
Miss Pittypat; ho appreso da lei il vostro matrimonio e  mi  sono affrettato a venire a congratularmi. Il ricordo della
- E vorreste soddisfare la mia curiosità su un punto che  mi  preoccupa da qualche tempo? Non avete avuto nessuna
una sopportazione sconosciuta agli uomini, malgrado ciò che  mi  hanno insegnato nella mia infanzia, e cioè che le donne
io credevo. Come sarebbe stato piacevole gridargli: - Non  mi  sono sposata per convenienza! - Ma, disgraziatamente,
prigione? - Oh, cosa da poco! - rispose con gesto ampio. -  Mi  hanno rilasciato stamattina. Ho impiegato un delicato
per brutale malvagità che vi ho rifiutato la somma che  mi  chiedevate. Se vi avessi rilasciato un assegno, coloro
io avrei fatto il nome di tutti i patrioti yankees che  mi  avevano venduto proiettili e munizioni durante la guerra.
In realtà, è stata la mia minaccia di parlare che  mi  ha aperto le porte del carcere... - Ciò significa che...
blocco e vendetti a Liverpool a prezzi favolosi. II cotone  mi  era stato dato in buona fede perché io comprassi col
Ma quando il blocco divenne piú stretto, vi ricordate?, non  mi  fu piú possibile entrare o uscire dai porti, e il denaro
il denaro? Al governo yankee? Ditemi voi... Se sapeste come  mi  dispiacerebbe essere ritenuto un ladro! Trasse di tasca un
- Siete proprio... No, non so quello che siete, Rhett! Non  mi  ha precisamente tratta in inganno, ma... - Improvvisamente
da mangiare finché questa gente paga? - Sí, ma... Ecco,  mi  servirebbe del denaro proprio adesso. - I suoi occhi
tasse? - Che ve ne importa? - M'importa, perché a momenti  mi  chiederete un prestito. Oh, conosco tutti gli approcci. E
E vi presterò la somma... senza la graziosa garanzia che  mi  avete offerto poco tempo fa, cara signora Kennedy. A meno
vostra tenera scenata alle Dodici Querce; e qualche cosa  mi  dice che da allora egli non è mutato. E neanche voi. Quel
egli non è mutato. E neanche voi. Quel giorno, se ben  mi  ricordo, la figura che fece non fu precisamente sublime. E
sedia stendendo le gambe verso la stufa. - La cosa che piú  mi  diverte - notò Rhett con un sorriso - è la vista della
per mio uso personale. - Una segheria? - Sí; e se  mi  presterete il denaro vi interesserò al cinquanta per cento.
sul serio. - Perciò rido. - Ascoltatemi, Rhett. Franco  mi  ha parlato di un tale che vuol vendere la sua segheria e
da stabilirsi. Franco voleva fare l'acquisto col denaro che  mi  ha dato per pagare le tasse. - Povero Franco! E che cosa
dice? - Ma, no: non li voglio. - Sí, prendeteli. Tanto, non  mi  piacciono. E poi, non sono neanche miei. - Di chi sono? La
dell'uomo vestito di azzurro nel vestibolo di Tara. -  Mi  sono stati lasciati... da uno che è morto. In fondo sono
che il denaro è la cosa piú importante del mondo e Dio  mi  è testimone che non vorrò mai piú esserne priva. Ricordò il
aver fame mai piú». - Voglio avere da mangiare quello che  mi  piace (basta col pastone di granturco e i piselli secchi!)
maliziosamente. - No, Rossella; se vi presto il denaro,  mi  riserbo il diritto di parlare di Ashley Wilkes come e
il diritto di parlare di Ashley Wilkes come e quanto  mi  pare. Rinuncio al diritto di esigere un interesse sul
non comprendeva, ma che non le piacque. - E voglio che  mi  rispondiate. Dunque: è ancora innamorato di voi? - E se
può esistere in questo mondo malvagio - riprese Rhett -  mi  riconduce agli ideali della mia adolescenza. Dunque, la
se è questo che volete dire. Ma grazie a Dio, non  mi  sono mai preoccupato eccessivamente per i sentimenti di
Dovete aver creato un bell'inferno per Ashley! Quasi quasi  mi  fa pena. - Io... un inferno? - Sicuro! Voi rappresentate
quello che qui chiamano onore al piú grande amore! E  mi  pare che quel povero diavolo ora non abbia piú né amore né
amore né onore per tenergli caldo! - Ha l'amore!... Perché  mi  ama! - Davvero? Allora rispondete a questo e poi basta; vi
a Rhett Butler tutte le ingiurie e le umiliazioni che  mi  infligge oggi! Butler era ritto dinanzi a lei e la
per il vostro spirito di sopportazione, Rossella, e  mi  dispiace vedervi oppressa da troppi pesi. Tara è già per se
aggiungervi anche Ashley Wilkes e la sua famiglia. - Non  mi  è di peso. Lavora... - Per l'amor di Dio - la interruppe
almeno dire una parola gentile; magari soltanto: «oh, come  mi  dispiace!» Egli sorrise. - In tutti questi mesi da quando
pensando. Vi state dicendo: «Guarda quest'imbecille che  mi  racconta delle storielle a proposito degli dèi morti quando
questo non basterà per conservarvi Tara. Credete che io non  mi  renda conto dell'amarezza della nostra situazione di gente
d'ombra proiettata su uno schermo. E la preferivo cosí. Non  mi  piacciono i contorni troppo decisi. Mi piacciono un po'
preferivo cosí. Non mi piacciono i contorni troppo decisi.  Mi  piacciono un po' confusi, sfumati. Si interruppe e sorrise
è che m'importi di spaccare della legna qui nel fango, ma  mi  chiedo perché lo faccio. Mi turba la perdita della bellezza
della legna qui nel fango, ma mi chiedo perché lo faccio.  Mi  turba la perdita della bellezza della vita che amavo. La
guerra. La peggior cosa furono le persone con le quali  mi  toccò vivere. Da quando ero nato mi ero tenuto a distanza
le persone con le quali mi toccò vivere. Da quando ero nato  mi  ero tenuto a distanza dalla comunità, scegliendo con cura i
inquieti. Rossella, io non so precisamente in che momento  mi  sono accorto che i sogni e le ombre della mia vita erano
ucciso da me. Oramai non potevo piú essere uno spettatore;  mi  trovavo improvvisamente sulla scena quale attore che
i cui pensieri non erano i miei pensieri, le cui azioni  mi  erano estranee come quelle di un ottentotto. Costoro
egli. - Lo so, perché ho avuto fame anch'io, ma questo non  mi  spaventa. Ho paura solo di guardare la vita senza bellezza.
dolorosa. Ma Rossella non glie ne diede il tempo. -  Mi  diceste che mi amavate piú di lei... ricordatevi quel
Ma Rossella non glie ne diede il tempo. - Mi diceste che  mi  amavate piú di lei... ricordatevi quel giorno! E so che non
Voi lo avete dimenticato? Potete dire onestamente che non  mi  amate? - No, non vi amo. - È una menzogna. - Anche se fosse
sopra di lui gli occhi fulgidi d'amore e di trionfo. -  Mi  amate! Mi amate! Ditelo... ditelo... Egli le teneva ancora
di lui gli occhi fulgidi d'amore e di trionfo. - Mi amate!  Mi  amate! Ditelo... ditelo... Egli le teneva ancora le mani
di nuovo... - Ma non potete andare, Ashley! Perché voi  mi  amate... - Volete proprio che ve lo dica? E va bene, lo
ghiacciolo. Disse esitando: - Se sentite cosí... e se non  mi  avete presa... vuoi dire che non mi amate. - Non riuscirò
cosí... e se non mi avete presa... vuoi dire che non  mi  amate. - Non riuscirò mai a farvi capire. Tacquero e si
Non vi è piú nulla - disse finalmente. - Nulla per me. Non  mi  è rimasto nulla da amare. Nulla per cui combattere. Voi non
del nostro arrivo non ti sei quasi più mosso di casa. -  Mi  piace questa casa — disse semplicemente il conte,
più profondo di tutti i precedenti. - Su via, spiegati, o  mi  farai andare in bestia! - Bencini! — disse ancora Sampieri
che non ho mai abbandonata per cinquant'anni di seguito, e  mi  par d'aver avuto un coraggio non comune! Ma ora che da un
da un lustro quella posizione felice è soltanto un ricordo,  mi  stimerei un vecchio matto da legare, se certe corbellerie
stimerei un vecchio matto da legare, se certe corbellerie  mi  saltassero in testa: certe corbellerie che del resto —
grave — a te meno che mai possono venire, perchè, se non  mi  sbaglio, tu mi sei d'un bel po' più maturo, mio povero
meno che mai possono venire, perchè, se non mi sbaglio, tu  mi  sei d'un bel po' più maturo, mio povero Sampieri. Questi
gli domandò lentamente: - Ma Tonino, che dici su 'l serio o  mi  canzoni? Innamorato? Innamorato, tu? Contessa Lara. 19
vero e proprio, ma ti confesso sinceramente che non  mi  sento capace a stemperarmi in lacrime perchè un vecchio
rubato il cuore, eh? — continuava, ridendo, l'amico. — E  mi  permetti di nominarla? Sampieri anch'egli sorrideva con una
ma ho anche in compenso un bravo milioncino e mezzo che  mi  ringiovanisce non poco. Che te ne pare, eh, de' miei
angelo! — esclamò il conte tutto lieto. — Che forse io non  mi  chiamo Antonio... Tonino? Lo diceva in napoletano, ecco.
preferito di Miss Alford, e il titolo del suo nuovo libro  mi  conviene perfettamente. Io dunque non a pena questo volume
da una certa curiosità, le si fece piu vicino: - E...  mi  dica, signora Emma, — domandò — lei dunque sa presso a poco
al primo rifiuto d'una femmina. Voglio che lei, proprio lei  mi  dica un'altra volta, ultima volta, che non mi vuole
proprio lei mi dica un'altra volta, ultima volta, che non  mi  vuole assolutamente; e allora... penserò io... — Nanni si
È tanto tempo che vi guardo, che sospiro dietro a voi, che  mi  strazio a ogni vostro sorriso, che mi faccio animo a ogni
dietro a voi, che mi strazio a ogni vostro sorriso, che  mi  faccio animo a ogni vostro gesto di sdegno... Perchè tutto,
nulla a me!... Io non esisto per voi! E pure, vedete, io  mi  stimo più di qualunque uomo c'è al mondo... So che passione
Povera figliuola, è talmente depressa... - Credo che  mi  riceverà. Vi prego, ditele che parto domani e che forse
e dalla disapprovazione. «Ora tutta la città saprà che  mi  sono condotta in modo sconveniente il giorno dei funerali
«In quello che sta dicendo non è una parola di vero.» -  Mi  dispiace insistere in questo momento; ma debbo parlarvi di
Rossella. - Che cosa? - La Colonia. - Non vi capisco. -  Mi  capite benissimo. Avete bevuto parecchio. - E se anche
sarebbe morta. Ma Rhett non rise. - Siete in ottima salute,  mi  pare... e forse l'inferno non c'è. - C'è, Rhett! Sapete
Fontaine. Come ho potuto far questo? - Ah, è andata cosí!  Mi  ero chiesto tante volte come mai... - E poi l'ho reso
sposato, l'ho reso infelice e l'ho ucciso. Dio mio! E tutto  mi  sembrava giusto, quando lo feci; ma ora capisco che ho
giusto, quando lo feci; ma ora capisco che ho fatto male.  Mi  pare di non essere stata io a fare tutte queste cose...
Elena, ma ora non poteva piú scacciare l'immagine di lei. -  Mi  sono chiesto spesso come poteva essere - fece Rhett. - Mi
- Mi sono chiesto spesso come poteva essere - fece Rhett. -  Mi  sembra che voi somigliate piuttosto a vostro padre. - La
sono contenta che sia morta, cosí non può vedermi. Non  mi  aveva allevata per essere malvagia e perversa. Era cosí
prossimo e buona con Franco; ma allora tornava l'incubo e  mi  faceva tanta paura! E desideravo soltanto di correre ad
la venuta degli yankees. Rhett, non potete immaginare...  Mi  vien freddo a pensarci! Tutto bruciato e niente da
la quale io corro, corro disperatamente, col cuore che  mi  scoppia; sono inseguita da qualche cosa e non posso
sarò salva. Ma non so dove io cerchi di arrivare. Allora  mi  sveglio tremando di freddo e di spavento. E quando mi
mi sveglio tremando di freddo e di spavento. E quando  mi  sveglio mi pare che nel mondo non vi sia abbastanza denaro
tremando di freddo e di spavento. E quando mi sveglio  mi  pare che nel mondo non vi sia abbastanza denaro per potere
che diventavo furibonda e perdevo la calma. Credo che non  mi  capisse; ed io non cercavo di farmi capire. Pensavo che un
perché avete paura di andare all'inferno. È cosí? - Ma...  mi  sembra che sia lo stesso. Tutto è cosí confuso... - Anche
colpa di Franco che non vi ha percossa con la frusta...  Mi  meraviglio di voi, Rossella che sentite svegliarsi la
ribatté Rhett. - Vi sto chiedendo di sposarmi. O volete che  mi  metta in ginocchio? - Oh... - fece Rossella ansimando; e
proposta di prestiti e garanzie. Quindi vedo che  mi  tocca sposarvi. - È uno dei vostri soliti scherzi, Rhett? -
volta una parola d'amore, arrossí e mormorò: - Non... non  mi  sposerò mai piú. - Ma sí, vi sposerete. Siete nata per
sí, vi sposerete. Siete nata per essere moglie. Perché non  mi  sposereste? - Perché... non vi amo, Rhett. - Questo non è
non vi amo, Rhett. - Questo non è un ostacolo. Non  mi  pare che nelle vostre due esperienze matrimoniali l'amore
sulla mia proposta mentre io sarò lontano? - Rhett, non  mi  piacciono le cose che si trascinano. Preferisco rispondervi
non desidero rimaritarmi. - Storie. Perché? - Cosí... Non  mi  piace essere maritata. - Ma, mia povera figliuola, voi non
che è piacevole. - Siete grossolano e presuntuoso; e  mi  pare che questa conversazione stia andando troppo in là. E
parlarne in questi momenti. - Vi ho detto la ragione che  mi  spinge a parlarvene. Parto domani e sono un innamorato
piú puro, piú sacro. Oserò nominarvelo? Ah! È l'amore che  mi  rende cosí temerario! - Alzatevi! - minacciò Rossella. -
la scusa delle convenienze o altro del genere. Dite che  mi  sposerete al mio ritorno, o, dinanzi a Dio, non partirò.
la vostra reputazione. - Siate ragionevole, Rhett. Non  mi  voglio rimaritare. - No? Ditemi la ragione. Non può essere
delle frottole... e... sí, Rhett, vi voglio bene. -  Mi  volete bene? - Oh Dio - ribatte ella stizzosamente - se
delle sciocchezze? Vi voglio bene, ve l'ho detto. E voi  mi  capite. Una volta mi avete detto che non mi amavate perché
Vi voglio bene, ve l'ho detto. E voi mi capite. Una volta  mi  avete detto che non mi amavate perché avevamo troppi punti
detto. E voi mi capite. Una volta mi avete detto che non  mi  amavate perché avevamo troppi punti in comune. Tutti e due
col suo tono scherzoso continuò: - Del resto, una volta  mi  avete detto che è il colmo del cattivo gusto, marito e
dovrei esserlo di voi? - No, cara, non vi amo, come voi non  mi  amate; e se vi amassi, sareste l'ultima persona a cui lo
a una delle grandi tappe della storia del mondo, se pur  mi  preoccupava, non mi toglieva di sacrificare, come ogni sera
tappe della storia del mondo, se pur mi preoccupava, non  mi  toglieva di sacrificare, come ogni sera a quella stessa
che aveva fatto furore a Parigi durante l'ultimo inverno.  Mi  serviva, nella sala da pranzo deserta, il mio solito
di me tutt'i miei gusti e tutt'i miei disgusti. Mentre  mi  somininistrava il mio solito pranzo sommario e versava
acque ininerali estere e nazionali, il mio fedele cameriere  mi  sembrava preoccupato e come impacciato a trovare il modo di
poichè lo vedevo così insolitamente turbato; ed egli  mi  domandò se veramente la guerra era ormai dichiarata o se
vecchio asciugò una lacrima con la manica della giubba e  mi  raccontò che due suoi figliuoli facevano il loro servizio
Sono uscito sùbito dopo pranzo per tornarmene a casa mia.  Mi  sembrava che in una sera siffatta non avrei avuto desiderio
fumando. E, tra tanti pensieri e tanti ricordi, un verso  mi  ronzava nel cervello e su le labbra, un verso italiano di
tutto illetterato avrà potuto sospettare che il verso che  mi  accompagnava lungo la via come un ritornello era appunto:
orecchini e annodandosi il nastro sotto al mento. - Come  mi  sta? - chiese facendo una piroetta e scrollando la testa
potrebbe portare questa sfumatura di verde? Vi pare che  mi  sia ricordato bene il colore dei vostri occhi? - Davvero
che apprezzerà il mio gusto. - Oh no! Non farete questo!  Mi  farete morire! Siate buono, Rhett! Datemelo! - Per farlo
per la sua bellezza. - Potete dire a miss Pitty che  mi  avete dato un campione di taffetà verde, che mi avete fatto
Pitty che mi avete dato un campione di taffetà verde, che  mi  avete fatto il disegno del cappello e che me lo avete
nient'altro. - Davvero? Invece vi porterò dei regali finché  mi  farà piacere e ogni volta che vedrò qualche cosa che
senza ragione, e non dono mai una cosa senza calcolare che  mi  sarà ricambiata. E sono sempre ripagato. I suoi occhi neri
su, mormorando: - Ah sí, siete sempre ripagato? E che cosa  mi  chiedete? - Questo rimane a vedersi. - Se credete che in
le mani fra le sue. - Siete cosí bambina, Rossella, che  mi  sento stringere il cuore. E giacché a quanto pare, vi
di voi, Rossella; e se aveste una briciola di buon senso  mi  mandereste fuori dai piedi... sempre che ne foste capace. È

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