mutazioni esterne meno meccaniche (temperatura, elettricità, ecc.) e dei cambiamenti interni, e costituiscono la cosidetta sensibitità generale. Le ultime
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elementi. Appena la ragione ci ha insegnato a leggere nel libro misterioso della nostra coscienza, noi ci troviamo di avere doveri più o meno difficili da
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sentimento di riserva, il quale, essendo di ordine meno ideale, può essere facile a tutti: l'onore. Se al sentimento purissimo e trasparente della nostra
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bisogni meno nobili, le altre sono tutte soddisfazioni più o meno pure dall'amor proprio. Dall'individuo il quale promette a se stesso una passeggiata
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bottoni nell'allacciare la giubba. La vanità morale è meno definibile della precedente, ma non è meno ricca di gioie e di colpe. Nei gradi minori
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guardare cogli occhi lacrimosi un uomo che soffre. Tale affetto nelle sue forme meno nobili ci porge piaceri quasi puri da ogni tristezza, e coloriti
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meno cortesi è sempre un modo breve, col quale dimostriamo il piacere di vedere una persona. La forma più semplice di questa espressione di gioia è un
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, e che si associano sempre a dosi più o meno grandi di amor proprio. Andando ancora più in alto, l'amor proprio impicciolisce, e il sentimento sociale
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molto diverse, secondo che chi ce le ispira ci è più o meno simpatico. Senza sapercene dare la ragione, molte volte, al solo vedere un individuo, noi
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le correnti si fanno sentire assai meno e la temperatura riesce più tepida e uniforme. In esse sono varietà infinite di sospiri, che si fanno sempre
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materno e il meno egoista, quello che più dà e meno richiede, e che solo misura la gioia della grandezza del beneficio e non della generosità del ricambio
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periodo della maternità è segnato dal divezzamento. Subito si vede, in un ordine molto naturale, diventare meno calda la passione e più vivo
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congiunti, più o meno lontani. L'affetto che lega i congiunti fra loro, quando non è ravvivato dalla stima, dalla gratitudine, dall'amicizia e da qualunque
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dall'intelletto, emana una luce che può esser molto viva, ma che è sempre più o meno fredda. Invece il raggio più mite, che diffonde intorno a sè un'azione buona
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patria è assolutamente lettera morta: essi vorrebbero esser nati nel paese dove si gode di più e si soffre di meno, e si chiamerebbero colla stessa
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fanciullo e il vecchio godono assai meno di questi piaceri che non l'uomo e il giovane, i quali nella pienezza della vita cercano avidamente una forza
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vien meno il cuore supplisce, e senza discutere e senza dubitare, sente sempre ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, e tramanda inalterata attraverso i
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sono certamente meno numerosi e variati che nei paesi dove l'avvicendarsi delle stagioni ci fa vivere in quattro diversi climi in un anno solo. Le
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sentire sotto la sua mano le viscere palpitanti della vittima che spira domandando pietà: voi avrete un'idea del numero infinito di gioie più o meno
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dispettomani attaccano l'uomo e lo tormentano con mille scherzi più o meno leciti, ma sempre frivoli e importuni. Quando però i dispetti non oltrepassano
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compiace del male altrui, sente anche nel momento della gioia un turbamento misterioso che lo lascia godere imperfettamente. La donna gode assai meno
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. Esso è uno dei piaceri meno intensi, ma che dura quanto la vita e che non viene interrotto che dai dolori che lo sopraffanno. È nella gioventù che
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lo spirito di osservazione è sempre adulto, spesso anche vecchio. Se il primo può andar compagno della mente meno evoluta, il secondo invece è sempre
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vetro più o meno trasparente, lascia vedere o indovinare il colore della sostanza, la natura dell'idea madre che esso contiene. Le idee pure sono così
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che ne godono meno, gli eruditi, che però sono quasi sempre rivenditori dei prodotti altrui e non dei propri. L'influenza di queste gioie è assai
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conservata dalla memoria, espressa e fatta intendere a un altro uomo col linguaggio, colla scrittura e con tutti gli altri modi più o meno imperfetti, coi
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direttamente coll'esterno e può procurarci dei piaceri più o meno negativi. Se non avessimo qualche volta il polmone pieno di aria mefitica o calda, non
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quasi sempre un dispiacere più o meno grave, perchè offende il sentimento del vero, e nei pochi casi nei quali gode della menzogna, il piacere è dato
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procurarci molti piaceri di questa natura, e in qualche rarissimo caso lo possono anche gli altri sensi; tanto meno, però, quanto più si avvicinano
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Non tutti i piaceri hanno una fisonomia morale, e le gioie più semplici e meno dei sensi non hanno che lineamenti fisici. Le espressioni più complete
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uomini sono, a questo riguardo, monomaniaci, o poco meno. L'esercizio di una data facoltà e dei relativi piaceri tende a perfezionarli sempre più in
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animale; e tanto più lo sono, quanto meno intelligenti. Triste mistero! Gli animali che più si avvicinano all'uomo sembrano farsi più tristi; mentre
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l'azione che genera la gioia può, più o meno legittimamente, avere un altro scopo più elevato, perde il nome di giuoco per prenderne uno meno frivolo. Si
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non è che un momento della vita prestabilito e necessario, e il suo fine è di un ordine troppo elevato perchè venga meno negli esseri più semplici
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meno direttamente, anche gli altri due rami della nostra sensibilità. Perciò, dicendo di elevarsi dal dominio dei sensi, non significa affatto
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stoffa della vita di molti non porta altre tracce che una serie più o meno interrotta di punti segnati dai labili delirii di amplessi volgari. Per
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induzioni più o meno probabili. In generale si può dire che i piaceri sono maggiori quanto più vive sono la sensibilità e l'intelligenza, e quanto più forte
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mancano le infinite delicatezze imbastite dalla civiltà. Nei paesi freddi, invece, i sensi hanno desideri meno vivi, ma l'asprezza della temperatura
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l'abitudine rende meno intense anche le sensazioni più squisite; sia perchè l'avidità di godere lo porta ad immaginare nuove voluttà, sia perchè le
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che una polluzione per onanismo riesce meno dannosa quanto più veemente è il desidero che spinge alla colpa, e che il coito fiacca tanto meno, quanto
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volto. Quando il piacere diventa più delicato, i movimenti sono meno concitati: allora il corpo è chinato mollemente sopra se stesso e raccolto
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quella che si ha da un alimento solido. I piaceri del bere sono più fugaci e più delicati, ma meno elevati di quelli del mangiare. Bevendo, noi riposiamo
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schiera innumerevole di piaceri più o meno intensi, che non si possono nè definire, nè classificare, e che, combinandosi in mille modi, formano la
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modo con cui deve mangiare e bere, onde averne il massimo piacere e non disturbare l'ordine dei suoi lavori. La parte meno progredita dell'umanità si
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abbisognano per attrarre gli insetti, che trasportando il polline facilitano la fecondazione del calice. Sono meno frequenti negli animali, e sono rari nel
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lavoro. Altre volte ci rende l'ozio meno insopportabile, dividendolo negli infiniti intervalli che passano da una presa di tabacco all'altra. Un piacere
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La vera patria della musica e l'Italia, e le orecchie meno armoniche dell'Europa popolano la nebbiosa Inghilterra. La musica ha bisogno d'un cielo
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meditazione. In generale la musica allegra ha un tempo meno largo della musica triste: il precipitoso e lieto suonare delle campane a festa può diventar
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nuovi elementi intellettuali; per cui i sensi si fanno meno sensuali e più istrumentali. Nel tatto il piacere è per eccellenza locale ed è ristretto
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. La vista dei monumenti e di tutte le opere umane ci apre un altro campo di piaceri, che non sono meno intellettuali dei precedenti. Ma i piaceri
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