accanto a me nel corridoio, era nell'angolo delle sue rose, sulla strada tra i rovi sotto il sole, il foulard nero con i fiori rossi, vedi laggiù
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me stesso.
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tua gonna, se a Fiesole sul muro della casa o in un albergo d'Arno; chissà dove ho lasciato me ad attendermi, contemplando un cancello o a un tavolino
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: mio nonno Mario Sighinolfi , nato come me un ventitré di marzo, era appassionato di bocce, ma - per eccesso di pudore - si limitava a guardare le
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dire ansimando: «Potessi portarli con me!».
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padre curvo accanto a me, con il fiore che ci siamo portati dall'Italia.
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già cambiato me. Invece non so niente di ciò che avverrà di me e di tutto questo insieme; forse il nostro cambiamento assomiglia a ciò che entra dal
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plachi, plachi la fame in me e la mia voglia di vederti.
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scrivania, la sedia gialla vuota senza di me: tutto questo è il tuo sguardo nella fase di un amore corrisposto.
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che la luce se ne vada, arriva il vento, prima da te, entrando dalla camera, e poi da me nell'altra stanza. Allora ci mettiamo in piedi con le
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abbagliandomi ferocemente e co me da dentro un ncordo La parete e indifferente davanti a due finestre totalmente, completamente buie Ma qui dentro e come
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che tu stessi con me ad ascoltare i pioppi. Adesso, vorrei solo distrarmi.
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penso da sempre inflnita. Di lì a non molto, verso i dieci anni, ho sentito parlare la prima volta di Fossoli. E ha cominciato in me a scavare, molto
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La sorella “signorina” del prete che «prega ancora per me» lascia detto a mia madre quando si incontrano a messa.
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esalazioni amare?... A me, vedi, la piccola rondinella di mare, stanca, che sfiorava, con l'aluccia sua lieve, l'onde del lago, troppo, per i suoi voli, breve
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intera ch'ora non sono, se già in me non l'ami: ma se in me non l'ami, se tua vita crear non so della mia vita stessa, che più giova sperar, che più
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stanza solitaria e solo tutto in me mi raccolgo; ma nell'aria, nel canto degli uccelli e nell'uguale mormorare dell'acqua, dalle ripe alte del fiume e
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a me stesso diverso e amor m'induce e desiderio, ancora ch'io non sappia per che, pur fiduciosi. Ché pur in me natura si nasconde insidiosa e ignaro
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che per lunghi anni rallentar non seppi. Libero sono! Libero, e innanzi a me s'apre la vita con gli orizzonti vasti ed intentati e coi premi lontani
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diafana luce lo rivolgo dell'imagine tua cara e lontana, invano cerco a me farla vicina, invano cerco trattenerla, invano tendo le braccia: nella notte
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. Ché a brevi fiate nel tempo passato nel fondo del mare mi sono tuffato. A dare or la patria all'esule sirena, la patria a me stesso e all'uomo abbattuto
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cui lo sguardo concedi o la parola, ma d'ogni cosa che ti sia vicina, ma del sole, dell'aria, ma del pane, ché di loro ti nutri e a me sei tolta
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Tace la notte intorno a me solenne le ore vanno e sfilan le memorie siccome un nero e funebre convoglio. Del cielo nelle oscurità remote nell'ombra
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vuota triste ed oscura. Ogni energia latente in me si sveglia all'appello possente dell'amore, vorrei che tu vedessi entro al mio cuore la fiamma
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nel ritmo della danza, o fiduciosa nell'infuriar dell'onde, come quando a me che ti chiedevo rispondevi: «Per me non è mai tempo di tornare, chi va
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appena avvicinate dileguaro tristi, perch'io ver lor fervidamente mi protendessi e in me le volessi, me stesso in loro tutto esaurire. Voler e non voler
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Sciagura a te, sciagura a te, vegliardo che non amasti mai, e a me t'affacci, aruspice infingardo, gridando : - Guai! - Quando rugge la pugna, e si
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mio, tomba ove giace estinto un giovinetto, tu fai l'effetto di un bell'inno pensato in paradiso; e il tuo sorriso è l'aura pura, fulgida, felice che me
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somiglia a quello dell'anima mia... Dall'aria greve oppresso tenta invan sollevarsi, e fuggir via! Povera amica! di me che ne dici ? Pazzo non sono, e
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Se tu fossi seduta al fianco mio quando pesa su me l'irrevocabile odio d'Iddio ; se vedessi i tuoi cari occhi profondi quando, al vuoto del cor, mi
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maledissi gli angeli per me, per tutti gli infelici, a cui avvelenò la giovinetta vita il contemplarli, e la manìa precoce delle parole dette a bassa voce
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di delicatezze, o donna fortunata ed infelice, e a me non dice, a me quell'occhio non dice l'amore, dice il dolore; il dolore dell'angelo esiliato, e
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... Ma un canto ecco s'innalza, e un uomo, al muro brancicando, arriva. - Chi è, chi non è ? Oh povero me!... Il prete lo giura, ma nulla io ne so: chi
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per la nuvola e l'augello, mentre gli amici qui, fra i bicchieri, se ne stan felici! Miserere di me che me ne pento, miserere nel fulgido momento che
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! Guardate: è l'uom che sanguina da una terribil piaga; è l'uom cui l'astro suscita e cui la mota indraga; è l'uom cui l'irco secolo disse: - Per me
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bottino). Intirizzisco se schiudono l'uscio, ma qui la stufa borbotta tepente: oh benedetto il mio piccolo guscio, per me, nevata, sei tutta
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... ch'io non senta il mio lezzo! Stelle, scendete nell'anima mia di me stesso a ingannar la tenebria! Rinnegate il Signore, o fiori, o stelle, che vi fe
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destin che me la diede, e posso credermi senza marchio alla fronte, e ceppi al piede... venga l'obbrobrio dell'uomo sobrio, venga il disprezzo del
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turberan, scontrandola, l'ironia del mio viso; nell'orgia e nella nebbia fui di un mio sogno in traccia, né ho mai guardato in faccia i corpi intorno a me
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diavolo andò al mondo di là!". - Al mondo ? - io chiesi - spiègati : di là ? di là di che ? ". Ma credereste ? Angelica non ne sa più di me, e non
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la via! Come la gloria poco restia, e fida ancella del mio pensiero la man che tenta riprodurre il vero! Ma dall'immagine che in me si cela
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innamorata, e di me più mendica!- Il giovinetto comprerà la vesta, perché la sorte degli amanti è questa; oblierà vedendola giuliva il focolar ch'ei di
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restate a me; la sorella e la madre son lungi - e lungi è il padre! Pur versi il soffio creatore a questo ingegno infermo, angelo tutelar dì e notte
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? - Il tuo labbruzzo è roseo, e la tua chioma è d'oro, ove me 'n vada ignoro. Ove tu vai me 'n vo! - Allor tu vieni al placido tetto ove veglia Iddio su
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gambe viete nol sorreggevan più. Per me Bacco è a Esculapio nemico, e il congedai; e l'amicizia è ormai cosa che un tempo fu. Però nessun mi toglie le
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, io m'ho tante vaghezze, tante nel cor dolcezze, e so sì bene errar da me lontano, per entro al mondo arcano, che, dican tutti ciò che voglion dire
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via sotto il tappeto bruno: ché, di sera, al camino, li vo evocando e me li schiero intorno; presiede la mia nonna, con una bianca gonna, il colloquio
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giocondo! Ma poi non ti rincresca pensar che questi tuoi giorni beati son giorni a me rubati; fa' che un sospiro al tuo gioir si mesca, ma poi non ti
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tanto azzurro e a tanto verde (Dio! come i canti miei rammento mesto!) guardo alla vita grama che si perde, agli altri e a me molesto! Veggo tutto
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nostro invito: fu certo un cenno della mia sorella che di me ti ha invaghito, o un sospir di mia madre! - Ero un intruso di cui dicean " morrà presto
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