vecchie; per questo gli avevano appiccicato il nomignolo di | Mastro | Acconcia-e-guasta. Guastava un uscio e rimediava una cassa, |
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e i chiodi dovevano comprarli gli avventori. - Perché, | Mastro | Acconcia-e-guasta? - Perché sì. I chiodi che avanzavano li |
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li rendeva, la colla no; la metteva da parte. - Perché, | Mastro | Acconcia-e-guasta? - Perché sì. Era la sua risposta; e |
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filetto di bue quanto costa? - Non è per la vostra bocca, | Mastro | Acconcia-e-guasta; è per la tavola del Re. - Ho la bocca |
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per fargli rispondere così. E tutti ridevano: - Bravo, | Mastro | Acconcia-e-guasta! - Pesciaiolo, quello storione quanto |
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quello storione quanto costa? - Non è per la vostra bocca, | Mastro | Acconcia-e-guasta; è per la tavola del Re. - Ho la bocca |
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del Re. - Ho la bocca come lui! E tutti ridevano: - Bravo | Mastro | Acconcia-e-guasta! Comprava un monte di roba, carne, pesce, |
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le meglio cose. - Chi se la mangia tutta cotesta roba, | Mastro | Acconcia-e-guasta? - Io e i miei figliuoli. - O che avete |
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è il minore. E la gente rideva: - Buon appetito a tutti, | Mastro | Acconcia-e-guasta! Tornato a bottega, riponeva in un canto |
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fino a tardi, finché vi si vedeva. - E il desinare, | Mastro | Acconcia-e-guasta? - Lo preparano, in cucina. A un'ora di |
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- Lo preparano, in cucina. A un'ora di notte, | Mastro | Acconcia-e-guasta si chiudeva in bottega e metteva tanto di |
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una gran tavola. E, poco dopo, risate, strilli, e | Mastro | Acconcia-e-guasta che gridava: - Sta' buona, Seghina! ... |
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stavano a sentire, stupiti. La mattina: - Gran pranzo, eh, | Mastro | Acconcia-e-guasta? I figliuoli vi fanno disperare. - Eccoli |
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non sapevano che almanaccare per scoprire il mistero di | Mastro | Acconcia-e-guasta; e perdevano il tempo inutilmente. Di |
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che potesse arrivare a penetrarlo. - Che legno è questo, | Mastro | Acconcia-e-guasta! - Legno-ricotta. - Allora perché non ve |
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- La ricotta non mi piace. - Non ce la date a intendere, | Mastro | Acconcia-e-guasta! Egli alzava le spalle e tirava su una |
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del Re: - Ah! dice: Ho la bocca come lui? E ordinò che a | Mastro | Acconcia-e-guasta i venditori dessero la peggiore roba che |
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la peggiore roba che avevano, pena la vita. Quella mattina, | Mastro | Acconcia-e-guasta dovette rassegnarsi a portar via certa |
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formaggio inverminito, frutta mézza. - Siete contento, | Mastro | Acconcia-e-guasta? - Se son contento io, non saran contenti |
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altrimenti sarebbero morti di fame. - Questo è un tiro di | Mastro | Acconcia-e-guasta! - disse uno dei Ministri. - Vo' andare a |
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vecchia, per pretesto. - Acconciatemi questa cassa, | Mastro | Acconcia-e-guasta. - Posatela lì. Andate a comprare i |
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tanta! - Quella serve per me. - Che buon odore di vivande, | Mastro | Acconcia-e-guasta! - Sono i resti del desinare; eccoli là. |
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mercato. - So che c'è ordine reale di non darvi roba buona. | Mastro | Acconcia-e-guasta alzò le spalle e tirò su una presa di |
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Ministro rapportò tutto al Re. Tennero consiglio. - Questo | Mastro | Acconcia-e-guasta dev'essere un Mago! Leviamogli tutti gli |
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mi conci! Tu mi strappi! Tu mi inzuppi. Un portento. - Oh, | Mastro | Acconcia-e-guasta dev'essere un Mago! Il Re spedì le |
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le guardie e se lo fece condurre davanti: - Che è questo, | Mastro | Acconcia-e-guasta? I vostri arnesi parlano e mangiano; come |
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di non dire più: Ho la bocca come lui! Ve ne pentirete. | Mastro | Acconcia-e-guasta riprese a lavorare. Ma gli avventori |
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attorno per le vie, gridando a ogni quattro passi: - C'è | Mastro | Acconcia-e-guasta! Chi ha roba da guastare e da acconciare! |
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e da acconciare! Nessuno lo chiamava. - E ora come farete, | Mastro | Acconcia-e-guasta? - Finché c'è colla, s'ingolla! Infatti |
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mangia domani, colla non ce ne fu più. - E ora come farete, | Mastro | Acconcia-e-guasta? Mastro Acconcia-e-guasta alzava le |
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ne fu più. - E ora come farete, Mastro Acconcia-e-guasta? | Mastro | Acconcia-e-guasta alzava le spalle e tirava su grandi prese |
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maggiore morì. Mentre la portavano a seppellire, ecco | Mastro | Acconcia-e-guasta, con una cassettina da morto su la spalla |
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che andava dietro l'accompagnamento: - Chi vi è morto, | Mastro | Acconcia-e-guasta? - Mi è morta Seghina! Il giorno dopo |
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morì uno dei maschi; e mentre lo portano a seppellire, ecco | Mastro | Acconcia-e-guasta, con una cassettina da morto su la |
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che andava dietro l'accompagnamento: - Chi vi è morto | Mastro | Acconcia-e-guasta? - Mi è morto Martellino! Così, ogni |
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ora moriva un figliuolo, ora una figliuola del Re, e | Mastro | Acconcia-e-guasta appariva dietro l'accompagnamento con una |
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con una cassettina da morto su la spalla: - Chi vi è morto, | Mastro | Acconcia-e-guasta? - Mi è morto Scalpellino! Mi è morta |
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Mi è morta Piallina! Il Ministro, che era furbo, saputo che | Mastro | Acconcia-e-guasta era stato veduto ogni volta con una |
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volete morti tutti i vostri figliuoli, mandate a chiamare | Mastro | Acconcia-e-guasta. La disgrazia vi viene da lui. Oramai |
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una sola figliuola del Re, ed era già all'agonia. - Ah, | Mastro | Acconcia-e-guasta, salvate la mia cara figliuola! - Ah, |
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stimò giusto acconsentire: - Poi, gliela farò vedere io, a | Mastro | Acconcia-e-guasta! - disse fra sé. La Principessa, che era |
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altri figliuoli, in pochi giorni guarì. Il Re disse a | Mastro | Acconcia-e-guasta: - Conducete Succhiellino a palazzo. - |
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a Vostra Maestà. Di tratto in tratto, il Re domandava a | Mastro | Acconcia-e-guasta: - É ancora succhiello il giorno e la |
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andasse per le lunghe, e si divertiva a canzonare | Mastro | Acconcia-e-guasta: - Questo è latte che non rappiglia! E |
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- Questo è latte che non rappiglia! E voi che Fate, | Mastro | Acconcia-e-guasta? Ora non avete più arresi e vi rimane |
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una bella assai. Volete sentirla, Maestà? - Sentiamola, | Mastro | Acconcia-e-guasta! - C'era una volta un Re che aveva due |
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corona! Non mi far male! Sii Re! - Né tu, né io! - rispose | Mastro | Acconcia-e-guasta. - Il Re sarà Succhiellino e la tua |
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- Il Re sarà Succhiellino e la tua figliuola Regina. | Mastro | Acconcia-e-guasta indossò abiti principeschi; non sembrava |
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si baciarono; e colui che poco prima aveva il nome di | Mastro | Acconcia-e-guasta raccontò la propria storia: in che |
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ai consigli dei vecchi che hanno piú esperienza di noi! | Mastro | Simone, il ciabattino, gliel'aveva predetto: - Se tu sposi |
Racconti 2 -
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- Me lo dirai poi quel che ti nascerà ... - conchiuse | mastro | Simone, tornando a battere la suola. Nino, alle prediche |
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internamente s'arrabbiava; specie se quella linguaccia di | mastro | Simone gli ripeteva il suo latino, appreso in sacrestia nel |
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del ciabattino. Ce n'era sempre un bel crocchio, perché | mastro | Simone aveva continuamente la barzelletta su le labbra e |
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per niente. All'ultimo, Nino glielo disse: - Zio | mastro | Simone, con me, a quattr'occhi, sputate pure sentenze a |
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larghe e il berretto a barca calcato quasi sugli occhi, | mastro | Simone spinse in alto gli occhiali a capestro, che teneva |
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povero santo! e tuttavia gli accadde quel che gli accadde. | Mastro | Simone lo raccontava spesso e faceva ridere alle spalle del |
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cosa. La Magàra lo sapeva bene quel che lei aveva fatto a | mastro | Simone quand'erano giovani tutti e due e dovevano sposarsi. |
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era scappata di casa, lasciando con tanto di naso il povero | mastro | Simone, che pianse come un bambino e voleva ammazzare il |
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vecchia! Oramai chi se la ricordava piú all'infuori di | mastro | Simone e di lei? L'anno dopo, il figlio del barone, |
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Costui, accollatisi gli arretrati, - come disse allora | mastro | Simone - era stato nominato portastendardo della |
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stato fatto san Silvestro come il primo. Povero santo! | Mastro | Simone il ciabattino lo tirava in ballo a ogni momento |
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senza spalliera. Se qualcuno gli domandava: - Che fate, | mastro | Simone? Non si lavora oggi? - No, compare, - rispondeva; - |
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Silvestri dello stesso san Silvestro, parecchi! Per costoro | mastro | Simone calcava su quel nostro santo in maniera cosí |
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San Silvestro glorioso! - E fu profeta quel diavolo di | mastro | Simone. Picchia oggi, picchia domani, il povero Nino si era |
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- egli conchiuse. - Che altro posso dirvi? - Parlo per | mastro | Simone - rispose la Magàra, rabbonita. - Non fa che dir |
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accorto. Intanto, con la pulce del cattivo prognostico di | mastro | Simone nell'orecchio, non lasciava d'un passo la moglie, |
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seguiva a piedi, trasalí e diventò rossa rossa scorgendo là | mastro | Giovanni il misuratore di grano, che forse l'attendeva al |
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il marito: - Buona sera, compare Nino. - Buona sera, | mastro | Giovanni. Pigliate il fresco? - Piglio il fresco, compare |
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né bere un dito di vino; e mise su tanto di muso allorché | mastro | Giovanni il misuratore, passando per caso davanti |
Racconti 2 -
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sull'uscio, e non lo salutavano neppure. Passava anche | mastro | Giovanni, col tumulo in una mano e il legnetto da livellare |
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da livellare il grano nell'altra. - Da queste parti, | mastro | Giovanni? - Pel mio mestiere, compare Nino -. Qualche volta |
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quel posto fuori mano fosse da passeggiata. - A quest'ora, | mastro | Giovanni? - Quella sera mastro Giovanni lo aveva tirato in |
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passeggiata. - A quest'ora, mastro Giovanni? - Quella sera | mastro | Giovanni lo aveva tirato in disparte, perché Nunzia non |
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le falde della mantellina; e dopo un pezzetto, al solito, | mastro | Giovanni che tirandolo in disparte, se Nunzia trovavasi |
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visto. - Va bene, compare -. Doveva forse far la spia a | mastro | Giovanni? Che glien'importava dei pasticci degli altri? |
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a passare, insieme con sua moglie, davanti la bottega di | mastro | Simone che - messe forme, gambali, trincetti e lesine al |
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burletta. Nino sarebbe tornato volentieri addietro, se | mastro | Simone non l'avesse scoperto da lontano e non gli avesse |
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Non c'è intoppi, per grazia di Dio! - Lasciami vedere -. E | mastro | Simone gli si era accostato per osservargli bene la fronte, |
Racconti 2 -
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- disse Nino, ridendo anche lui con qualche sforzo mentre | mastro | Simone gli gridava dietro: - San Silvestro ti prosperi! - E |
Racconti 2 -
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... A questo modo compare Nino aveva introdotto in casa sua | mastro | Giovanni che pareva agonizzasse, sanguinante quasi gli si |
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C'è di mezzo l'onore d'una donna ... - Fidatevi di me, | mastro | Giovanni -. E Nino, povero grullo, era corso pel medico |
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sfiatato dalla paura che il ferito non gli morisse in casa. | Mastro | Simone quella sera, presa una sbornia coi fiocchi, aveva |
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arrampicato per la scala quatto quatto, senza che Nunzia e | mastro | Giovanni se n'accorgessero. Mastro Giovanni rideva, rideva, |
Racconti 2 -
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senza che Nunzia e mastro Giovanni se n'accorgessero. | Mastro | Giovanni rideva, rideva, abbracciando Nunzia (fidando nel |
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vi faccio uscire il vino dalle narici! Avete inteso? - E | mastro | Simone, briaco fradicio, intese cosí bene che non fiatò, né |
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che la moglie di | mastro | Cosimo faceva da portinaia del monastero del Santissimo |
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comare Paola che filava al sole. - E non è vero - replicò | mastro | Cosimo, lasciando di piallare. - Ve lo dico in un orecchio: |
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tornata: - Se la madre badessa vuole qualcosa ... - Bravo, | mastro | Cosimo! Voglio il cappellano -. E mastro Cosimo s'infilava |
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... - Bravo, mastro Cosimo! Voglio il cappellano -. E | mastro | Cosimo s'infilava lesto lesto la giacchetta e correva a |
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e gli rispondeva: - Vengo, vengo! - senza rizzarsi mai. | Mastro | Cosimo gli diceva di tanto in tanto: - Padre cappellano, la |
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Giove in mano, avea sbagliato la giuocata; e si scordava di | mastro | Cosimo, della badessa, di tutti. Si sarebbe scordato fin di |
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pane e minestra tutti i giorni ... Con che viso ti lagni? - | Mastro | Cosimo non fiatava piú a queste lavate di capo. Sua moglie |
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- La gente cominciò a divertirsi col farlo stizzire: - | Mastro | Cosimo, guardatevi dal cappellano nuovo! - Mastro Cosimo, |
Racconti 2 -
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- Mastro Cosimo, guardatevi dal cappellano nuovo! - | Mastro | Cosimo, guardatevi da don Ignazio il sagrestano! Glielo |
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dove volete, ma dal cappellano nuovo, no! - Perché, | mastro | Cosimo? - Dal cappellano nuovo, no! - Ma, infine, direte |
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chiesa a metter su il parato per la festa del Cuor di Gesú. | Mastro | Cosimo brusco brusco, gli disse: - Sentite, don Ignazio: se |
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d'ascia! - La sera marito e moglie leticarono fino a tardi. | Mastro | Cosimo, questa volta, non cedeva: - Dal cappellano nuovo, |
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Ora che gli aveano messo quella pulce nell'orecchio, | mastro | Cosimo lavorava di malavoglia. Spesso abbandonava la |
Racconti 2 -
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torve, che pareva volessero mangiarselo vivo vivo: - | Mastro | ubbriacone! - vi chiamerò dopo col vostro nome - volete |
Racconti 2 -
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nome - volete finirla, sí o no, con questa commedia? - | Mastro | Cosimo, preso alla sprovveduta, non seppe che rispondere, e |
Racconti 2 -
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di prenderlo a schiaffi, come si meritava. Il povero | mastro | Cosimo era rimasto interdetto, anche un po' per rispetto |
Racconti 2 -
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viscere di padre? - Mi contento crepar di fame - rispose | mastro | Cosimo. - Non voglio esser becco! La scure, vedi? ora |
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al tuo bel padre cappellano. - Scomunicato! Scomunicato! - | Mastro | Cosimo brandiva la scure che riluccicava come uno specchio. |
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il vino - come gli disse il brigadiere dei carabinieri - | mastro | Cosimo dovette dormire in caserma, sul tavolato; e, la |
Racconti 2 -
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scusa. - Bella legge! Cornuto e bastonato! - brontolava | mastro | Cosimo camminando a capo chino. Il padre cappellano gli |
Racconti 2 -
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Però, prima di ragionare di questo, prendete un boccone -. | Mastro | Cosimo non disse di no, quantunque un po' insospettito di |
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voi risponderete: "Amen"! Vi insegnerò in quattro giorni -. | Mastro | Cosimo, all'idea di vedersi col collare e con la cotta, |
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la chierica al cappellano con la scure arrotata a posta, | mastro | Cosimo prese anche il "don" allorché si attaccò il collare |
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la bocca -. - Ed è anche lui servo di Dio! - pensava | mastro | Cosimo. - Parla per invidia, perché non lo hanno voluto per |
Racconti 2 -
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non voleva metterci le mani, per amor della pace, disse a | mastro | Cosimo: - Lasciate vostra moglie alle monache e mettete |
Racconti 2 -
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tutti; non dovete farvi giustizia con le vostre mani -. E | mastro | Cosimo andò via come un cane bastonato. - Dov'è la legge |
Racconti 2 -
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era stato fatto cappellano invece dell'altro! - rifletteva | mastro | Cosimo. - Dovreste andare da monsignore, quando verrà per |
Racconti 2 -
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può conciarlo per le feste il vostro padre cappellano -. | Mastro | Cosimo scrollava la testa; non sperava neppure in |
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con la pipa in bocca, aspettando monsignore che non veniva, | mastro | Cosimo, dalla fame, dimagrava. I quattrini non potevano |
Racconti 2 -
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non mi fa giustizia! ... Monsignore finalmente venne, e | mastro | Cosimo aspettò che fosse arrivato davanti la Collegiata |
Racconti 2 -
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- Zitto, zitto! - E accadde una gran confusione, perché | mastro | Cosimo, che voleva giustizia a ogni costo, si dibatteva, |
Racconti 2 -
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guarirete dai fumi del vino! - In quelle ventiquattr'ore, | mastro | Cosimo era invecchiato di dieci anni. Aveva la febbre, |
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e consultava a voce alta gli astrologhi delle torri. - | Mastro | Simone! Che vedi, che vedi all'orizzonte? - Nulla, |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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che torna di Terra Santa. E Piombofino affondava sempre. - | Mastro | Simone, che vedi?... - Nulla, Maestà... Uno stormo d'aironi |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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- Nulla, Maestà... Uno stormo d'aironi migratori... - | Mastro | Simone, che vedi?... - Nulla, Maestà... Una galea veneziana |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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bambina - sarai Regina. S'udì, a un tratto, la voce di | mastro | Simone: - Maestà!... Una stella cometa all'orizzonte! Una |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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prendere l'incantesimo della Grotta dalle sette porte , | mastro | Rocco aveva abbandonato la sua bottega di pizzicagnolo; e |
Racconti 2 -
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da secoli la fortunata creatura che doveva impadronirsene. | Mastro | Rocco ne ragionava quasi lo avesse visto proprio con que' |
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con cui non si poteva comprare neppure un soldo di pane. | Mastro | Rocco rideva sotto il naso di quei tangheri di contadini |
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la solita burletta: - Sapete dove c'è una trovatura, | mastro | Rocco? - Dove? - Nella vostra gobba. - La trovatura tu |
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che, cornuto pacifico, non voleva intanto sentirselo dire. | Mastro | Rocco però non la perdonava a quell'asino calzato e vestito |
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rompere l'incantesimo occorrevano i libri di Rutilio. E se | mastro | Rocco lo tastava su questo soggetto, dalla lontana, sape |
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Minchionerie! - Ma persone con tanto di barba, - insisteva | mastro | Rocco - il decano Vita, padre Mariano d'Itria, il dottor |
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attorno il falsificato e non valeva uno spicchio d'aglio! - | mastro | Rocco avrebbe dato tutta la sua pizzicheria e l'asino e le |
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fosse la pena della vita e la scomunica della santa chiesa! | Mastro | Rocco se ne sarebbe infischiato della scomunica, quantunque |
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o lagrimatori da nulla. Anche al tempo dei saraceni - e per | mastro | Rocco voleva dire al principio dei secoli - la società era |
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allora allora dal conio, o qualche braccialetto di bronzo, | mastro | Rocco non capiva nella pelle. Si fregava le mani |
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d'India ... Ma, zitto! - Venite a prendere un boccone -. | Mastro | Rocco lo condusse nella grotta per essere al sicuro da |
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a ogni scoppio di saetta. - Coraggio! coraggio! - ripeteva | mastro | Rocco. La voce però gli tremava e le braccia gli |
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pagarli a peso d'oro. - Siamo stati tante carogne! - disse | mastro | Rocco il giorno dopo, mordendosi le mani nell'osservare la |
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Dio! ... Ma può darsi che c'inganniamo -. Dal canto suo, | mastro | Rocco stava in guardia contro don Tino, don Micio il |
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tre burloni che, avuto vento degli scongiuri fatti da | mastro | Rocco con don Tino, don Micio il crivellatore e la |
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Micio il crivellatore e la sonnambula, volevano divertirsi. | Mastro | Rocco se li vide arrivare lassú una mattina, Zangàra col |
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Tino, - aggiunse Passolone - ora che possiede il Rutilio -. | Mastro | Rocco alzò la gobba, tentennando il capo, mostrando |
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di oro massiccio; cosí è arricchito massaio Ravagna -. | Mastro | Rocco lo guardava in viso con tanto di occhi, pensando allo |
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le parti, stringendolo in un cerchio, e le fiammate pure: e | mastro | Rocco si sentí diventare piccino piccino quando scorse, al |
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lo vide arrivare piú spesso, insieme con un vecchietto che | mastro | Rocco diceva compagno di scavi. Visto però che essi |
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prime, tutte sporche di terra, un giorno il barone disse a | mastro | Rocco: - Trovate qualcosa altro, o risparmiatevi di venire. |
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lucerne, bronzi e monete antiche d'ogni grandezza ... | Mastro | Rocco stette un bel pezzo senza farsi vedere. Quando gli si |
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bocca, invece di restare incantato cominciò a urlare: - Ah, | mastro | Rocco ladro! Ah, mastro ladro! - E avrebbe, con una |
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incantato cominciò a urlare: - Ah, mastro Rocco ladro! Ah, | mastro | ladro! - E avrebbe, con una pistolettata, sfracellato il |
Racconti 2 -
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senza neppur badare che potevano rompersi il collo. | Mastro | Rocco si ruppe soltanto un braccio; e fece dire una messa |
Racconti 2 -
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che aveva ingannato il barone Padullo? - D'allora in poi, | mastro | Rocco si contentò soltanto di scavare e scavare. E se don |
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- La vera grazia sarebbe stata un buon Rutilio! - esclamò | mastro | Rocco con voce mezza spenta. E gli voltò la gobba. |
Racconti 2 -
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quelle canaglie di policemen vengano a trovarci quaggiù. | Mastro | Taverna è la perla degli albergatori. Saprò ricompensarlo. |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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- Magnificamente bene! - rispose il bretone. - Se fossi | mastro | Taverna, ci metterei cocomeri. Come si mangerebbero |
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deve dipendere dai suoi occhi di bue. La voce sonora di | mastro | Taverna risuonò in quel momento dentro il pozzo come un |
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vada meglio - disse il bretone. Qui staremo benissimo, se | mastro | Taverna ci manderà tutto questo ben di Dio ogni giorno! |
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nel pozzo. Questo vino si deve bere sempre gelato. Il | mastro | fece onore a tutto quel ben di Dio. Piccolo Flocco, |
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il loro comandante e la sua fidanzata: ma quando il | mastro | ebbe bevuto un paio di bicchieri del suo vino preferito ed |
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Bevi un altro bicchiere di Medoc. - Hai ragione. Il | mastro | si riempi il bicchiere, lo vuotò lentamente, guardandovi |
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avrebbero dormito, se qualche ora dopo l'alba la voce di | mastro | Taverna, non avesse destato l'eco della piccola camera. Il |
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hanno fatto vestire il tedesco, finalmente desto - rispose | mastro | Taverna. - E la signora? - Non è stata disturbata, ed è già |
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attesa d'un'altra chiamata. Non era trascorsa un'ora quando | mastro | Taverna si mise a gridare. - La miss! la miss! - Rimani |
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Era il comandante che lo preoccupava. Le ore passavano, e | mastro | Taverna non si faceva più vivo. Cominciava ad annottare |
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di Batz! - esclamò il mastro. - Non odo nessun rumore: che | mastro | Taverna sia stato ucciso o portato via? - Mah! - rispose il |
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pretesto ti presenterai? - Lascia fare a me - rispose il | mastro | - Quelli di Batz sono furbi. |
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un paio di bicchieri di questo Medoc. Poi, volgendosi verso | mastro | Taverna gli disse: - Sei un pessimo taverniere. Hai del |
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Antonietta, e non ce l'hai mai offerto. - Medoc! - esclamò | mastro | Taverna. - Che cos'è? - Anche questo l'ha comperato tuo |
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- Non mi sento affatto sicuro nemmeno qui. - Dubitereste di | mastro | Taverna? Se è così, scendo subito in cantina e gli taglio |
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credo che faremmo bene a chiudere nel nostro magazzino ... | Mastro | Taverna! Viene sì o no questo Medoc? Vogliamo andare a |
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diedero lestamente fondo alla seconda, poi raggiunsero | mastro | Taverna che stava preparando loro i letti. - Se la signora |
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mano vigorosa lo scosse. Aprì gli occhi e vide sopra di sé | mastro | Taverna. - Chi ti ha detto di svegliarmi così presto? - |
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mangiando buone bistecche e bevendo Bordeaux. C'è qui | mastro | Taverna che possiede ancora qualche dozzina di bottiglie. |
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tedesco sorrise, facendo col capo un cenno affermativo. - | Mastro | Taverna, - disse il bretone, volgendosi verso l'albergatore |
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quattro salsicciottì e non so quante pagnotte ... | Mastro | Taverna, bada che non cada. Testa di Pietra si slanciò |
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tiro; ma anche lui poteva bere un po' meno. Che te ne pare, | mastro | Taverna? L'albergatore scosse il capo, poi rispose - Non |
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gabbiere. - Stura e cambia tazza - comandò il lupo di mare. | Mastro | Taverna (dobbiamo chiamarlo così) fu lesto a obbedire, ed |
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gorgogliando giocondamente. - Capperi! Spuma! - esclamò il | mastro | L'assaggiò avidamente e subito batté sulla tavola un pugno |
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dopo non è cattivo e fingiamo di essere a Batz. Ma bada, | mastro | Taverna, che non ti pago questa bottiglia più di cinque |
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un moto di stupore e di gioia. - Piacciono le sterline a | mastro | Taverna, eh? - disse il bretone ironicamente. - Risparmia i |
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- dovresti portare un soldato del castello a bere ... - Da | mastro | Taverna? Subito fatto, mio comandante, - rispose il |
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mare che paga. - Prendimene dunque uno, e portalo pure da | mastro | Taverna. - A fare colazione? - Anche due pranzi se vuoi: |
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- Ja, ja: puon fratello. Dove condurmi? - Come? non conosci | mastro | Taverna, quello che ha per insegna trenta corna? - Trenta |
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- Scorpionato? Cosa essere? - Una specialità di | mastro | Taverna. - Penissimo. - Vieni, figliuolo. - E tu pacare? - |
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quanto aveva in mano. - Che cosa significa questo fracasso, | mastro | Taverna? - chiese il bretone severamente. - È caduta una |
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anche sei bottiglie. Ma non di quelle del Reno, bada, | mastro | Taverna. - Vini di Francia autentici. - Comprati da |
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affatto. - Non trovarsi spie in Boston. - Vedremo. | Mastro | Taverna risalì portando due panieri, uno pieno di bottiglie |
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Flocco, per poco non lasciò cadere tutto. - In gamba, | mastro | Taverna! - fu pronto a gridargli il bretone - e non badare |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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Un lusso inaudito in una città assediata. Questo | mastro | Taverna è un uomo veramente meraviglioso. Si direbbe che ci |
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- Te l'ho già detto: io pacare anche tutta la cantina di | mastro | Taverna. Non ho speso un soldo in dieci mesi di |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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marina beve sempre Bordeaux o del gin. - Gin! Pono, pono! - | Mastro | Taverna, Portaci una bottiglia di gin, di quello che tuo |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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gli occhi ed ascoltami attentamente, buon figliuolo; e tu, | mastro | Taverna, portaci quattro bottiglie di vino più generoso del |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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| Mastro | Bill, dove siamo? - In piena Malesia, mio caro Kammamuri. - |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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molta fretta e mi pare che la Young-India cammini adagio. | Mastro | Bill, un marinaio sui quarant'anni, alto più di cinque |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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Questo è un insulto, maharatto mio. - Per chi ha fretta, | mastro | Bill, anche un incrociatore che fila quindici nodi all'ora |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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vento fresco che fece gemere i tre alberi. - Oh! oh! - fece | mastro | Bill alzando vivamente la testa. - Fra poco si ballerà |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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mare. Orsù, alla manovra; la gran tazza comincia a bollire. | Mastro | Bill non s'ingannava. Il mare della Malesia, sino allora |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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a picco, mi capite. A Sarawak ho una persona che ... - Olà, | mastro | Bill, levatemi dai piedi quest'uomo. Non è questo il |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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era nelle acque di Mompracem. Malgrado tutti gli sforzi di | mastro | Bill, che rompevasi le mani sulla ribolla del timone, la |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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dall'isola. - Che il buon Dio ci salvi! - esclamò | mastro | Bill, che aveva pure scorto quell'uomo. - Quello era la |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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di quelli di Mompracem. - Attenti a virare! - urlò egli. | Mastro | Bill, unendo tutte le forze, tirò vivamente a sé la |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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«Ah, comare Pina! Chi lo avrebbe mai sospettato!», esclamò | mastro | Vito, ancora un po' imbarazzato dal sonno. «No! Lasciatemi |
Il Marchese di Roccaverdina -
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C'è un letto nell'altra stanza ... » «Lasciatemi stare qui, | mastro | Vito.» «Comare», egli disse, esitante, «ora è inutile |
Il Marchese di Roccaverdina -
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... Voi già lo sapevate ... di Rocco! ... » «Ve lo giuro, | mastro | Vito! Niente! ... Neppure un sospetto! ... Avevo anzi |
Il Marchese di Roccaverdina -
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... Ora non sarebbe in questo stato! ... Che strazio, | mastro | Vito!» «Potete vantarvelo! ... Vi ha voluto bene!» «È vero! |
Il Marchese di Roccaverdina -
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come un cane, alle mani di gente prezzolata, di Titta e di | mastro | Vito! ... Questo, ah! non vi sembra uno scandalo! E poi |
Il Marchese di Roccaverdina -
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capelli nerissimi, alta e snella. E parlando di lei con | mastro | Vito, Titta dichiarava che, secondo lui, la prima pazzia il |
Il Marchese di Roccaverdina -
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«Dovete capirlo», le disse, «non potete restare più qui. | Mastro | Vito, pensateci voi ... Poveretta!». Ella gli sfuggì per |
Il Marchese di Roccaverdina -
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«Figlio! figlio mio!» E si lasciò trascinar via da | mastro | Vito, senza opporre resistenza, umile, rassegnata com'era |
Il Marchese di Roccaverdina -
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era asciugata, di nascosto, una lagrima. - Doë - disse il | mastro | - spiegami come va che un bretone è diventato boia! Ciò mi |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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dell'Essex, durante la tempesta, gettai in mare un | mastro | gabbiere. Anche quello mi aveva preso di mira, |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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- La conosco. - Vogliamo andare? Tutti si alzarono. Il | mastro | mosse incontro al carnefice, gli stese la mano e disse: - |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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Flocco! Aprì impetuosamente la porta si trovò dinanzi a | mastro | Taverna. Questi stava seduto malinconicamente dietro al suo |
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banco, in attesa di avventori. - Sei vivo o sei l'ombra di | mastro | Taverna? - gridò il mastro, precipitandosi verso il banco. |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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e se indosso questo costume, ho i miei buoni motivi caro | mastro | Taverna! ... Ma dunque, non è affatto vero che ti abbiano |
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poi a conciarli in quel modo non lo so davvero. - Chi? Eh, | mastro | Taverna, dovresti aver già indovinato. Quando vedemmo che |
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che per altro non ti pagheremo. - Ah, no, no! - protestò | mastro | Taverna. - Ordinate anzi, e senza pagamento. - Una |
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gli erano quasi usciti dalle orbite. - Come sei brutto, | mastro | Taverna! - disse Testa di Pietra. Non fare quegli |
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economizzare anche l'aria, che non costa nulla! - diceva | mastro | Croce Lopiro, falegname di casa, quando il compare lo |
Racconti 2 -
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gli dava su la voce: - Che quattrini andate fantasticando, | mastro | Croce benedetto! Volete attirar qui i ladri con le vostre |
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anch'essi e arrugginiti; e quella bravata faceva sorridere | mastro | Croce che conosceva bene il compare. Ogni sera, dopo |
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avevano messo quel nome al fonte battesimale. La bottega di | mastro | Croce era un bugigattolo ingombro di legname di bassa |
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- Buon giorno, compare. - Benedicite , signor compare -. | Mastro | Noce di collo, lavorando, era di poche parole. Reso il |
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presa di tabacco e una soffiata di naso, o nel tempo che | mastro | Noce di collo assestava sul pancone un grosso pezzo di |
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attaccava discorso intorno alle faccende campagnuole. | Mastro | Croce non apriva bocca; però se sentiva il compare pianger |
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E scappava per la messa. Una mattina egli trovò | mastro | Noce di collo fuori della grazia di Dio. Sbraitava |
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- Cosa non mai vista una cassa da morto nella bottega di | mastro | Croce. Ma la notte avanti erano andati a svegliarlo per |
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piú sa che farsene del tabbútu . - Vendetelo a un altro, | mastro | Croce. - A chi debbo venderlo? ... Lo farò citare dal |
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È fatto su misura. Ladro! Ladro! - tornava a sbraitare | mastro | Croce. E dava calci alla cassa che risonava cupamente. - |
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poi, tutte le volte che don Stellario dava una capatina da | mastro | Croce, spingeva gli occhi in alto, verso la catasta del |
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crepi. Dovrà servire per lui, o non c'è Dio lassú -. | Mastro | Noce di collo non poteva sentirne parlare. - Dovreste |
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sempre là quella jettatura? - O prendetela voi! - rispose | mastro | Croce stizzito. - Io? - Dunque perché mi tormentate, caro |
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che gli frullava piú di prima dentro la testa. - Se | mastro | Noce di collo mi cede quella cassa per una quindicina di |
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per questo minchione! - E si decise la mattina in cui trovò | mastro | Noce di collo che bestemmiava peggio d'un turco: - Accadono |
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lo prenderò io. - Voi? Che ve ne fate? - Dieci lire! - | Mastro | Croce gli diè un'occhiataccia. - Dieci lire. Lo faccio |
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non siamo compari per nulla - soggiunse don Ilario ridendo. | Mastro | Croce mugolava bestemmie: - C'è il sangiovanni di mezzo! |
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a casa domani mattina. È per rendervi un servizio -. | Mastro | Croce tenne duro. Due giorni dopo, don Stellario tornò |
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dovreste persuadervene -. - Anche questa volta il povero | mastro | Croce tenne duro; ma don Stellario non si diè per vinto. E |
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compare! Mi levate di tasca per lo meno dieci lire! - disse | mastro | Noce di collo, prendendo danaro e bottiglia. - Il vino lo |
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alla vostra salute -. A desinare, quando si provò a berlo, | mastro | Croce fece le boccacce al forte sapore d'aceto: - |
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con suo gran dispetto, cominciava a sentirne anche lui. | Mastro | Noce di collo, che non poteva perdonargli la bottiglia di |
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e dentro gli orecchi gli zufolavano le male parole di | mastro | Noce di collo: - Dovrò mettervi io, con queste mie proprie |
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passando con gran soddisfazione davanti alla bottega di | mastro | Noce di collo, si fermò su la soglia: - Salute, compare! - |
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Paolo Maura? come dicono quelli di Mineo. - Quale ricetta? | Mastro | Croce lasciò di piallare, si cavò gli occhiali, tirò su una |
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piú di qualunque rimedio". Quell'amico - soggiunse | mastro | Croce, cambiando tono, - era piú tirchio di voi, e aveva un |
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a piedi, diventato di bragia dalla rabbia. - Te l'ha detto | mastro | Noce di collo, eh? Levati di torno, bestia! C'entreresti |
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un gesto di disperazione. - L'hanno preso! - gemette | mastro | Taverna. - Quel bravo gentiluomo! Testa di Pietra si diede |
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chiedendo: - E la miss? - Arrestata anche lei! - rispose | mastro | Taverna. - È terribile! - aggiunse Piccolo Flocco. - Non |
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nave. Riposate tranquilla, mia Nelly, e pensate a me. Il | mastro | fece un goffo inchino e discese nella taverna, dove trovò |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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e discese nella taverna, dove trovò Piccolo Flocco e | mastro | Taverna impegnati in una animatissima conversazione. - |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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di vederli giungere da un momento all'altro. - Perciò | mastro | Taverna ci propone di nasconderci in un luogo che nessun |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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giungono, approfittiamone per sottrarci alle loro ricerche. | Mastro | Taverna chiuse la porta e la sprangò, essendo già ora |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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l'altro nel pozzo. - Scendete dieci metri circa - gli disse | mastro | Taverna, porgendogli un pezzo di candela. - Poi ci penserò |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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e quattro robusti rematori, presero posto nella prima; | mastro | Widdeak, il secondo fiociniere Harwey, un bravo giovanotto |
I PESCATORI DI BALENE -
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mortale. - Attenti, ragazzi! - gridò in quell'istante | mastro | Widdeak. Cento passi più innanzi, alla superficie del mare |
I PESCATORI DI BALENE -
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occhietti che, sono debolissimi, non riusciva a scorgerli. | Mastro | Widdeak, che fino allora si era tenuto un po' indietro, |
I PESCATORI DI BALENE -
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come se cercasse di strapparsi l'arma che lo tormentava. | Mastro | Widdeak diresse l'imbarcazione verso di lui, mentre Harwey |
I PESCATORI DI BALENE -
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tempo fu tutta fuori. - Cerchiamo di affaticarlo! - disse | mastro | Widdeak. - Lega la lenza! - gridò Koninson, che era ancora |
I PESCATORI DI BALENE -
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che c'era da temere che le onde invadessero la baleniera. | Mastro | Widdeak fece legare la "droga" alla lenza e lasciò andare |
I PESCATORI DI BALENE -
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la nave si fosse sfasciata. Il capitano Mac Clintock e | mastro | Bill, che ne avevano viste di peggio, erano i soli che |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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a galla, poiché era già zeppo d'acqua. - Orsù - disse | mastro | Bill con voce commossa, - la poveretta ha esalato l'ultimo |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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Il capitano, ritto sulla coffa dell'albero di maestra, con | mastro | Bill vicino, teneva gli occhi fissi al nord, dove sorgeva, |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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Stati Uniti salì maestosamente sul picco della randa e | mastro | Bill la inchiodò. Era tempo. I quattro prahos malesi che |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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piombo era andato perduto. - Così va bene, ragazzi! - urlò | mastro | Bill. - Quei brutti musi là non avranno tanto coraggio da |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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i loro moschettoni, malgrado i sagrati del capitano e di | mastro | Bill, abbandonarono il posto fuggendo a tribordo, |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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la vostra corvetta, le ore non saranno troppo lunghe. Il | mastro | mise una mano nella sua ampia cintura rossa, come per |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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nella sua ampia cintura rossa, come per levarne denaro, ma | mastro | Taverna con un gesto lo fermò. - No, mio gentleman - disse |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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Hower. Così saremo più sicuri e più allegri. Buona notte, | mastro | Taverna. - Da quale parte usciremo? - chiese il bretone al |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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d'un tenebroso corridoio. La porta di ferro fu aperta, e | mastro | Testa di Pietra poté finalmente respirare l'aria pura che |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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- Marinai della Tuonante! Venite ad imbarcare il vostro | mastro | I quattro grossi mortai, che dovevano essere già pronti, |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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nel fiume e si dirigeva rapidamente verso la riva, dove il | mastro | continuava a gridare: - Ohè! Doë! In meno di mezzo minuto |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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- Tu entrare con me. - Soffiano vento le trombe - disse il | mastro | ridendo. - Dove ti troverò? - Sotto la torre. - A nove ore? |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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a riposarci un po'. Il cordaio andrai a cercarlo più tardi. | Mastro | Taverna li condusse in uno stanzone, malamente arredato, ma |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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che dipenda dal vino scorpionato di quella canaglia di | mastro | Taverna! - disse Piccolo Flocco. - Troverò ancora un |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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un cordaio che abbia il negozio aperto? - Va' a chiedere a | mastro | Taverna se può procurarti quanto ti occorre - disse il |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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il Corsaro gettò sulla tavola un'altra sterlina, dicendo a | mastro | Taverna: - Dobbiamo partire per un'arrischiata spedizione |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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salsicciotti affumicati con krauti, ultimo barile di | mastro | Taverna, che poi ho annaffiato con quattro bottiglie di |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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dodici ore che ho mangiato il mio ultimo biscotto. - Olà, | mastro | Brown, conducete questo povero diavolo in cucina. Il |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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che li veda. Oh! Quale fortuna! - Te li mando subito. Il | mastro | risalì la scala e poco dopo due indiani si presentavano a |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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e quattro marinai presero posto nella maggiore baleniera e | mastro | Widdeak, Harwey e altri quattro remiganti nell'altra. - |
I PESCATORI DI BALENE -
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Quella del tenente precedeva di una gomena quella di | mastro | Widdeak. Ben presto i cacciatori giunsero a sole trecento |
I PESCATORI DI BALENE -
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dico io. Mezzo minuto dopo la lenza cessò di filare. - Ehi, | mastro | Widdeak, sta bene attento! - gridò il tenente. - Il cetaceo |
I PESCATORI DI BALENE -
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con un continuo eruttare di densi vapori dai due sfiatatoi. | Mastro | Widdeak diresse verso di lui la sua baleniera. Harwey alzò |
I PESCATORI DI BALENE -
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che il mostro avventava, fece avanzare la baleniera mentre | mastro | Widdeak girava al largo per non imbrogliare le due lenze. I |
I PESCATORI DI BALENE -
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al lauto banchetto. Il "Danebrog", abilmente diretto da | mastro | Widdeak, venne a collocarsi a fianco del cetaceo, attorno |
I PESCATORI DI BALENE -
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dallo stretto di Behring prima della comparsa dei ghiacci. | Mastro | Widdeak fece calare in mare una baleniera e vi saltò dentro |
I PESCATORI DI BALENE -
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e che, ben cucinata, è un cibo non disprezzabile. Mentre il | mastro | operava da quel lato, Koninson, seguito da parecchi |
I PESCATORI DI BALENE -
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procellarie. Il "Danebrog", guidato dall'abile mano di | mastro | Widdeak, si comportava valorosamente, fendendo le onde col |
I PESCATORI DI BALENE -
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Weimar, aggrappato alla ribolla del timone con a fianco | mastro | Widdeak, malgrado la gravità della situazione, conservava |
I PESCATORI DI BALENE -
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gridare: - Terra a prua! ... Il capitano affidò il timone a | mastro | Widdeak e si slanciò, nonostante i violenti rollii, a prua |
I PESCATORI DI BALENE -
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a meno di quattro gomene di distanza. Il tenente, Koninson, | mastro | Widdeak e una decina di marinai malgrado le disordinate |
I PESCATORI DI BALENE -
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e domandò: - Che si possa mangiare bisonte qui, | mastro | Testa di Pietra? - Che io sappia, i bisonti non portano che |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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- Raddoppia i prezzi delle bottiglie che ancora possiedi, | mastro | Taverna - disse Testa di Pietra. - Ecco un bel consiglio. - |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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pareva non avesse prestato nemmeno orecchio. - Vecchia, | mastro | Taverna? - chiese il bretone. - Cinquant'anni. - Corpo di |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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Flocco. - E vi ha lasciata la pelle. - E la cantina a voi, | mastro | Taverna, - disse il bretone. - assaggiamo dunque questo |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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si vide cadere, insieme col liquido, una cosa nerastra che | mastro | Testa di Pietra si affrettò a prendere. - Corpo d'una barca |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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È il punto meglio fortificato della piazza: è vero, | mastro | Taverna? L'oste fece col capo un cenno affermativo. - |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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- Aiuto, santi cristiani! ... Zia Peppa! ... Zia Pina! ... | Mastro | Paolo! ... Aiuto! - E alla zia Peppa, che s'era affacciata |
Racconti 2 -
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zia Peppa, bruna, magra, con grandi occhi neri; Ciccia di | mastro | Paolo, bionda, pallida, grassottina, con occhi cerulei, |
Racconti 2 -
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Giuseppe ... - Ma non poté continuare, perché sopraggiunse | mastro | Paolo, con la fetida pipa in bocca. Veniva a visitare il |
Racconti 2 -
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visitare il compare, e si rallegrava di vederlo star bene. | Mastro | Paolo, tiratolo in disparte, gli chiese scusa se Ciccia non |
Racconti 2 -
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in un orecchio: - Che le costano a lei le fave? - Anche | mastro | Paolo, ripulita la pipa e battendola sul pomo della |
Racconti 2 -
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e figli maschi! - Non c'è pericolo - borbottò malignamente | mastro | Paolo. - La prova è stata fatta! - Nela e Ciccia |
Racconti 2 -
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- Signora, - rispose il bretone con voce grave. - Sono il | mastro | della Tuonante, e la Tuonante è comandata da sir William |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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che i miei occhi devono vedere doppio come quelli di | mastro | Taverna. Perdonatemi, miss Nelly. - Non ho mai portato |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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che sei sempre stato fantaccino. - E tu che ne dici, | mastro | Taverna? - Non vi riconosco più, mio signore, - rispose |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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castello? - E la mia Nelly? Te la sei dimenticata? - chiese | mastro | Testa di Pietra. - Diamine! La fidanzata del capitano ha |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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Corsaro, rivolgendosi a Nelly. Nelly, si fece condurre da | mastro | Taverna nella stanza di Mary. - Ti sei compromesso? - |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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siciliani, non si fosse fatto radere ogni mercoledì quando | mastro | Ciccio il Vecchio veniva alla masseria per massaio Turi e |
SCURPIDDU -
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il viso con lesta mano. - Badate di non sciupare il rasoio, | mastro | Ciccio! ... Voltate il rasoio dal dorso, mastro Ciccio, per |
SCURPIDDU -
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il rasoio, mastro Ciccio! ... Voltate il rasoio dal dorso, | mastro | Ciccio, per codesta lanuggine sarà lo stesso. - Badate |
SCURPIDDU -
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- si raccomandava Scurpiddu , E aveva ragione, perchè | mastro | Ciccio il Vecchio , che sbarbava in paese tanti signori, |
SCURPIDDU -
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d'affaristi, che non leggono altro che il loro libro | mastro | e 45,613 individui che non sanno leggere nè scrivere? |
Milano in ombra - Abissi Plebi -
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vecchio | mastro | cannoniere, dalla lunga barba brizzolata, colle spalle |
IL RE DEL MARE -
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tu sei un famoso artigliere, - disse Sandokan, mentre il | mastro | si levava di bocca il pezzo di sigaro che stava masticando |
IL RE DEL MARE -
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assoluta, essendo l'oceano perfettamente tranquillo. Il | mastro | cannoniere si era collocato già dietro uno dei grossi pezzi |
IL RE DEL MARE -
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trionfo si era alzato a bordo dell'incrociatore. Il vecchio | mastro | artigliere si era avanzato verso Sandokan con volto ilare. |
IL RE DEL MARE -
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perderlo di vista. Due gabbieri sulle crocette e tu, | mastro | Widdeak, - aggiunse, volgendosi ad un vecchio marinaio che |
I PESCATORI DI BALENE -
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- esclamò Weimar. - Ma non per questo mi sfuggirai. Ehi, | mastro | Widdeak governa dritto su quel briccone! Il mastro non si |
I PESCATORI DI BALENE -
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Ehi, mastro Widdeak governa dritto su quel briccone! Il | mastro | non si fece ripetere il comando e lanciò il "Danebrog" |
I PESCATORI DI BALENE -
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come al giorno della sua nascita - Io sono in casa mia, | mastro | Rolland. Nella libera cerchia del santuario domestico, fra |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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Solide corde lo tenevano fermo su la seggiola, e Titta e | mastro | Vito Noccia, il calzolaio, reggevano dai lati la seggiola |
Il Marchese di Roccaverdina -
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così!», disse Titta stralunato. «Sempre così!», confermò | mastro | Vito. «E una settimana fa, passando davanti a la mia |
Il Marchese di Roccaverdina -
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si era fermato su la soglia. "Bravo! Di buon'ora al lavoro, | mastro | Vito." "Se non si lavora non si mangia, eccellenza!" Ah |
Il Marchese di Roccaverdina -
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giorno e notte da quattro giorni - assistito da Titta e da | mastro | Vito che si davano lo scambio - agitandosi su la sedia a |
Il Marchese di Roccaverdina -
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sotto la luce delle candele. Vedendo entrare il | mastro | della corvetta, il giovane, che pareva immerso in un dolce |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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un momento? Non vi è sul ponte il signor Howard? Il | mastro | gli lanciò uno sguardo compassionevole e scosse la testa, |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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chiese: - Sentiamo un po'. Che cosa farebbe al mio posto il | mastro | d'equipaggio, che gode fama d'essere un vecchio squalo |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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uscita, Agrippina Solmo si trovava a faccia a faccia con | mastro | Vito Noccia, calzolaio. «Che vi accade, comare Pina? Avete |
Il Marchese di Roccaverdina -
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«Voi? Oh, Vergine Maria!» «Me l'han rinfacciato or ora, | mastro | Vito!» E accennò, con significativa occhiata, la terrazza |
Il Marchese di Roccaverdina -
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un solo minuto!» «E il marchese che ne pensa?» «Ah, | mastro | Vito! Non si può più discorrere con lui. Diventa un animale |
Il Marchese di Roccaverdina -
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la applicazione di quelle che non ne dipendono, ogni uomo è | mastro | della propria fortuna. Le rivoluzioni più notevoli della |
Racconti fantastici -
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- Badate alla mula -. Il ragazzo era andato a chiamare | mastro | Filippo il fabbro ferraio, e lo zi' Decu, che di quelle |
Racconti 2 -
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e lo zi' Decu, che di quelle cose se n'intendeva meglio di | mastro | Filippo e anche meglio del dottore. Questi ne ammazzava |
Racconti 2 -
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gambe all'aria. Don Michele però aveva fatto chiamare anche | mastro | Filippo, perché quattr'occhi veggono meglio di due. Il |
Racconti 2 -
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quattr'occhi veggono meglio di due. Il consulto fu lungo. | Mastro | Filippo, visto lo zi' Decu, faceva l'indiano, per |
Racconti 2 -
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la graziosa dalla finestra con lo stronzolo del figlio di | mastro | Mommo! Pensa prima a tesserti le camicie che non hai! |
Racconti 2 -
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Mariae! - Perché non volete dargliela al figlio di | mastro | Mommo? - gli domandava Vito. - Perché cosí mi piace, - |
Racconti 2 -
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non voleva sentirne parlare dello stronzolo del figlio di | mastro | Mommo, che non sapeva dare tre punti a una ciabatta e non |
Racconti 2 -
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la notte che Pietro condusse sotto la casa di Tegònia | mastro | Nunzio col violino e tutti gli altri della compagnia, |
Racconti 2 -
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e voleva rompergli le gambe davvero, come aveva promesso a | mastro | Mommo. Invece si b uscò una polmonite che per poco non lo |
Racconti 2 -
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trovò, perché la notte era scappata di casa con Pietro di | mastro | Mommo, e non si sapeva dove fossero andati a nascondersi |
Racconti 2 -
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gabbiere. - Così peraltro non la può durare. Meno male che | mastro | Taverna ci aspetta, e saprà infonderci un po' d'allegria |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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come il bretone chiamava, nei suoi momenti di buon umore, | mastro | Taverna. |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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- Il "Danebrog" avrà un osso duro da spezzare! - disse | mastro | Widdeak al capitano. - E se non facciamo presto diverrà |
I PESCATORI DI BALENE -
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che due gradi sotto zero. Mano alle seghe e ai picconi. Il | mastro | tracciò sul banco un canale largo sette o otto metri e i |
I PESCATORI DI BALENE -
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ai ghiacci. - Non domando che tre o quattro giorni. Ehi!, | mastro | Widdeak, governa dritto a quelle balene e voi, ragazzi, |
I PESCATORI DI BALENE -
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riuscire fatale all'equipaggio del "Danebrog". Persino | mastro | Widdeak aveva dimenticato l'altro pericolo che minacciava |
I PESCATORI DI BALENE -
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in faccia i freddi del polo e gli assalti dei ghiacci. | Mastro | Widdeak, fa portare sul ponte un barile di "gin", e poi |
I PESCATORI DI BALENE -
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del polo. Siamo danesi e per di più balenieri danesi. | Mastro | Widdeak fece portare in coperta il bariletto di "gin", il |
I PESCATORI DI BALENE -
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- Da ballo? - E perchè no? Harwey ha una fisarmonica, | mastro | Widdeak in fondo alla sua cassa deve avere una vecchia |
I PESCATORI DI BALENE -
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scesero nel ventre del vascello preceduti da Koninson e da | mastro | Widdeak che avevano accese due lanterne. Rimosse le botti |
I PESCATORI DI BALENE -
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si chiese con ansietà il capitano. - Non lo credo, - disse | mastro | Widdeak. - Il gorgoglio non è molto forte. - Dobbiamo |
I PESCATORI DI BALENE -
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e tornavano a bordo dove il carpentiere, il capitano, | mastro | Widdeak e i marinai lavoravano febbrilmente attorno alla |
I PESCATORI DI BALENE -
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tra i fischi del vento e i muggiti delle onde, si udì | mastro | Widdeak gridare con accento di terrore: - Abbiamo un |
I PESCATORI DI BALENE -
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sul tribordo. Quasi nel medesimo istante si udì ancora | mastro | Widdeak urlare: - Bada, timoniere! Un altro "iceberg" |
I PESCATORI DI BALENE -
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del timone. - Tutti a prua o siamo perduti! Koninson primo, | mastro | Widdeak secondo, poi tutti gli altri riguadagnarono i posti |
I PESCATORI DI BALENE -
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paura ai più arrischiati. Lo avete forse conosciuto: | Mastro | Nitto, il ferraio, quello che faceva chiavi false pei |
EH!La vita...(Novelle) -
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par di vederlo. E Natale, sbadatamente, gli disse: "E che, | Mastro | Nitto? Ve le cuocete al sole? - E Mastro Nitto, passandosi |
EH!La vita...(Novelle) -
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gli disse: "E che, Mastro Nitto? Ve le cuocete al sole? - E | Mastro | Nitto, passandosi la lingua su le labbra, rispose: - |
EH!La vita...(Novelle) -
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la nave, signore, e andiamo a visitare l'"iceberg". | Mastro | Widdeak, ad un ordine del capitano, diresse il "Danebrog" |
I PESCATORI DI BALENE -
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- Se ci mettessimo alla vela? - Avete ragione. Ehi, | mastro | Widdeack! Fa spiegare le vele e sciogliere gli ormeggi. |
I PESCATORI DI BALENE -
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le vele, le infierirono ai pennoni e le spiegarono, mentre | mastro | Widdeack, assieme a Koninson e ad Harwey, scesi sul banco, |
I PESCATORI DI BALENE -
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cocchiere! dice lei? e le par di dir niente? Prima di tutto | mastro | Baldassarre Ceroni non era un cocchiere cosí asciutto |
Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857) -
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Rospigliosi, aveva fatto ribaltare e mezzo fracassato il | mastro | di stalla di Chigi, troppo ambizioso rivale; crede lei non |
Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857) -
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- un cocchiere! - gli si leva subito il disturbo. Passi | mastro | Baldassarre e venga avanti un'altra figura della mia |
Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857) -
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sole. - Entriamo nello stretto o giriamo di fuori? - chiese | mastro | Widdeak al capitano, che osservava l'isola. - Il passo di |
I PESCATORI DI BALENE -
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capodolio si è arenato sulle coste della penisola d'Alaska. | Mastro | Widdeak tornò al timone e diresse la nave verso Io stretto |
I PESCATORI DI BALENE -
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formidabili rettili. - Che bell'occasione! Sambigliong! Il | mastro | fu pronto ad accorrere alla chiamata. - Fa' gettare un |
IL RE DEL MARE -
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fare di me? - Lo saprai presto. A te, Sambigliong. Il | mastro | annodò attorno ai fianchi del disgraziato malese una solida |
IL RE DEL MARE -
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lotta. In quel momento si udì la voce di Sambigliong, il | mastro | della Marianna, a gridare: - In coperta, capitano! - Giungi |
IL RE DEL MARE -
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canestri pieni di provviste e di bottiglie di birra doppia. | Mastro | Testa di Pietra ispezionò tutto, poi chiese al cantiniere: |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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di morire e di morte ignominiosa. - Comandante, - disse il | mastro | - ho lavorato febbrilmente per la vostra salvezza. Vi dico |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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