| mastro | Antonio? |
Malia. Commedia in tre atti in prosa -
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Suddetti, meno | Mastro | Trabuco. |
La forza del destino -
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anch'io, | mastro | Antonio, per sorvegliare i vendemmiatori... |
Malia. Commedia in tre atti in prosa -
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Suddetti, meno | Mastro | Trabuco. |
La forza del destino -
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a Caterina, | Mastro | Nunzio. |
Malia. Commedia in tre atti in prosa -
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suddetti, meno | Mastro | Trabuco. |
Don Alvaro -
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l'Ats-34 (usato da | Mastro | Livi)e l'S60V. |
Acciai per utensili (Discorso generale) -
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gran libro d'ore di | mastro | Geoffroy |
Corriere della Sera -
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Marinai e Mozzi. Il Nostromo, il | Mastro | delle vele, il Pilota. |
La Gioconda -
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| mastro | Taddarita! Se vi chiamo così, non vi offendete. |
Malia. Commedia in tre atti in prosa -
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| Mastro | Nunzio! Non voglio pensarvi, se no!... Vecchia strega !... |
Malia. Commedia in tre atti in prosa -
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| mastro | che l'ha cucito ne cucirà un altro, se mai. |
Malia. Commedia in tre atti in prosa -
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orzo addosso agli sposi gridando: Salute e figli maschi! - | MASTRO | NUNZIO spalanca il portone. Entrano COLA, MASSAIO PAOLO, |
Malia. Commedia in tre atti in prosa -
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accompagnano. I ragazzi affollano, spingendosi, urtandosi. | MASTRO | NUNZIO e gli altri sonatori distribuiscono pugni e |
Malia. Commedia in tre atti in prosa -
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Marinai e Mozzi. Il Nostromo, il | Mastro | delle vele, il Pilota. |
La Gioconda -
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Marinai e Mozzi. Il Nostromo, il | Mastro | delle vele, il Pilota. |
La Gioconda -
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pel dispiacere di restar sola in casa. Giudizio, | Mastro | Nunzio! Non vi reggerà il braccio a sonare. |
Malia. Commedia in tre atti in prosa -
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vecchie; per questo gli avevano appiccicato il nomignolo di | Mastro | Acconcia-e-guasta. Guastava un uscio e rimediava una cassa, |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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e i chiodi dovevano comprarli gli avventori. - Perché, | Mastro | Acconcia-e-guasta? - Perché sì. I chiodi che avanzavano li |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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li rendeva, la colla no; la metteva da parte. - Perché, | Mastro | Acconcia-e-guasta? - Perché sì. Era la sua risposta; e |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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filetto di bue quanto costa? - Non è per la vostra bocca, | Mastro | Acconcia-e-guasta; è per la tavola del Re. - Ho la bocca |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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per fargli rispondere così. E tutti ridevano: - Bravo, | Mastro | Acconcia-e-guasta! - Pesciaiolo, quello storione quanto |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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quello storione quanto costa? - Non è per la vostra bocca, | Mastro | Acconcia-e-guasta; è per la tavola del Re. - Ho la bocca |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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del Re. - Ho la bocca come lui! E tutti ridevano: - Bravo | Mastro | Acconcia-e-guasta! Comprava un monte di roba, carne, pesce, |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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le meglio cose. - Chi se la mangia tutta cotesta roba, | Mastro | Acconcia-e-guasta? - Io e i miei figliuoli. - O che avete |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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è il minore. E la gente rideva: - Buon appetito a tutti, | Mastro | Acconcia-e-guasta! Tornato a bottega, riponeva in un canto |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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fino a tardi, finché vi si vedeva. - E il desinare, | Mastro | Acconcia-e-guasta? - Lo preparano, in cucina. A un'ora di |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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- Lo preparano, in cucina. A un'ora di notte, | Mastro | Acconcia-e-guasta si chiudeva in bottega e metteva tanto di |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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una gran tavola. E, poco dopo, risate, strilli, e | Mastro | Acconcia-e-guasta che gridava: - Sta' buona, Seghina! ... |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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stavano a sentire, stupiti. La mattina: - Gran pranzo, eh, | Mastro | Acconcia-e-guasta? I figliuoli vi fanno disperare. - Eccoli |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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non sapevano che almanaccare per scoprire il mistero di | Mastro | Acconcia-e-guasta; e perdevano il tempo inutilmente. Di |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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che potesse arrivare a penetrarlo. - Che legno è questo, | Mastro | Acconcia-e-guasta! - Legno-ricotta. - Allora perché non ve |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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- La ricotta non mi piace. - Non ce la date a intendere, | Mastro | Acconcia-e-guasta! Egli alzava le spalle e tirava su una |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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del Re: - Ah! dice: Ho la bocca come lui? E ordinò che a | Mastro | Acconcia-e-guasta i venditori dessero la peggiore roba che |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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la peggiore roba che avevano, pena la vita. Quella mattina, | Mastro | Acconcia-e-guasta dovette rassegnarsi a portar via certa |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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formaggio inverminito, frutta mézza. - Siete contento, | Mastro | Acconcia-e-guasta? - Se son contento io, non saran contenti |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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altrimenti sarebbero morti di fame. - Questo è un tiro di | Mastro | Acconcia-e-guasta! - disse uno dei Ministri. - Vo' andare a |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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vecchia, per pretesto. - Acconciatemi questa cassa, | Mastro | Acconcia-e-guasta. - Posatela lì. Andate a comprare i |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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tanta! - Quella serve per me. - Che buon odore di vivande, | Mastro | Acconcia-e-guasta! - Sono i resti del desinare; eccoli là. |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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mercato. - So che c'è ordine reale di non darvi roba buona. | Mastro | Acconcia-e-guasta alzò le spalle e tirò su una presa di |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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Ministro rapportò tutto al Re. Tennero consiglio. - Questo | Mastro | Acconcia-e-guasta dev'essere un Mago! Leviamogli tutti gli |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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mi conci! Tu mi strappi! Tu mi inzuppi. Un portento. - Oh, | Mastro | Acconcia-e-guasta dev'essere un Mago! Il Re spedì le |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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le guardie e se lo fece condurre davanti: - Che è questo, | Mastro | Acconcia-e-guasta? I vostri arnesi parlano e mangiano; come |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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di non dire più: Ho la bocca come lui! Ve ne pentirete. | Mastro | Acconcia-e-guasta riprese a lavorare. Ma gli avventori |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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attorno per le vie, gridando a ogni quattro passi: - C'è | Mastro | Acconcia-e-guasta! Chi ha roba da guastare e da acconciare! |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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e da acconciare! Nessuno lo chiamava. - E ora come farete, | Mastro | Acconcia-e-guasta? - Finché c'è colla, s'ingolla! Infatti |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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mangia domani, colla non ce ne fu più. - E ora come farete, | Mastro | Acconcia-e-guasta? Mastro Acconcia-e-guasta alzava le |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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ne fu più. - E ora come farete, Mastro Acconcia-e-guasta? | Mastro | Acconcia-e-guasta alzava le spalle e tirava su grandi prese |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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maggiore morì. Mentre la portavano a seppellire, ecco | Mastro | Acconcia-e-guasta, con una cassettina da morto su la spalla |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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che andava dietro l'accompagnamento: - Chi vi è morto, | Mastro | Acconcia-e-guasta? - Mi è morta Seghina! Il giorno dopo |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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morì uno dei maschi; e mentre lo portano a seppellire, ecco | Mastro | Acconcia-e-guasta, con una cassettina da morto su la |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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che andava dietro l'accompagnamento: - Chi vi è morto | Mastro | Acconcia-e-guasta? - Mi è morto Martellino! Così, ogni |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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ora moriva un figliuolo, ora una figliuola del Re, e | Mastro | Acconcia-e-guasta appariva dietro l'accompagnamento con una |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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con una cassettina da morto su la spalla: - Chi vi è morto, | Mastro | Acconcia-e-guasta? - Mi è morto Scalpellino! Mi è morta |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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Mi è morta Piallina! Il Ministro, che era furbo, saputo che | Mastro | Acconcia-e-guasta era stato veduto ogni volta con una |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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volete morti tutti i vostri figliuoli, mandate a chiamare | Mastro | Acconcia-e-guasta. La disgrazia vi viene da lui. Oramai |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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una sola figliuola del Re, ed era già all'agonia. - Ah, | Mastro | Acconcia-e-guasta, salvate la mia cara figliuola! - Ah, |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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stimò giusto acconsentire: - Poi, gliela farò vedere io, a | Mastro | Acconcia-e-guasta! - disse fra sé. La Principessa, che era |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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altri figliuoli, in pochi giorni guarì. Il Re disse a | Mastro | Acconcia-e-guasta: - Conducete Succhiellino a palazzo. - |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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a Vostra Maestà. Di tratto in tratto, il Re domandava a | Mastro | Acconcia-e-guasta: - É ancora succhiello il giorno e la |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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andasse per le lunghe, e si divertiva a canzonare | Mastro | Acconcia-e-guasta: - Questo è latte che non rappiglia! E |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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- Questo è latte che non rappiglia! E voi che Fate, | Mastro | Acconcia-e-guasta? Ora non avete più arresi e vi rimane |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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una bella assai. Volete sentirla, Maestà? - Sentiamola, | Mastro | Acconcia-e-guasta! - C'era una volta un Re che aveva due |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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corona! Non mi far male! Sii Re! - Né tu, né io! - rispose | Mastro | Acconcia-e-guasta. - Il Re sarà Succhiellino e la tua |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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- Il Re sarà Succhiellino e la tua figliuola Regina. | Mastro | Acconcia-e-guasta indossò abiti principeschi; non sembrava |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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si baciarono; e colui che poco prima aveva il nome di | Mastro | Acconcia-e-guasta raccontò la propria storia: in che |
IL RACCONTAFIABE - Seguito al "C'era una volta …" -
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uno Studente, | Mastro | Trabuco, Mulattieri, Paesani, Famigli, Paesane, ecc. Tre |
La forza del destino -
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figura interessante! Si direbbe una madonna di | Mastro | Luca. La mattina passa spesso di qui guidando due ponney. |
Come le foglie -
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ciurma scende sotto il ponte. Intanto il | Mastro | delle vele alza con una corda il fanale sull’albero |
La Gioconda -
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uno Studente, | Mastro | Trabuco, Mulattieri, Paesani, Famigli, Paesane, ecc. Tre |
La forza del destino -
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uno Studente, | Mastro | Trabuco, Mulattieri, Paesani, Famigli, Paesane, ec. ec. tre |
Don Alvaro -
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un asino, e ve lo provo. Per la figlia di | mastro | Giovanni il cordaio non diceva lo stesso? E chi l' ha |
Malia. Commedia in tre atti in prosa -
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all'anima di chi ci mise la cooperazione! Parlo bene, | Mastro | Nunzio? |
Malia. Commedia in tre atti in prosa -
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ai consigli dei vecchi che hanno piú esperienza di noi! | Mastro | Simone, il ciabattino, gliel'aveva predetto: - Se tu sposi |
Racconti 2 -
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- Me lo dirai poi quel che ti nascerà ... - conchiuse | mastro | Simone, tornando a battere la suola. Nino, alle prediche |
Racconti 2 -
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internamente s'arrabbiava; specie se quella linguaccia di | mastro | Simone gli ripeteva il suo latino, appreso in sacrestia nel |
Racconti 2 -
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del ciabattino. Ce n'era sempre un bel crocchio, perché | mastro | Simone aveva continuamente la barzelletta su le labbra e |
Racconti 2 -
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per niente. All'ultimo, Nino glielo disse: - Zio | mastro | Simone, con me, a quattr'occhi, sputate pure sentenze a |
Racconti 2 -
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larghe e il berretto a barca calcato quasi sugli occhi, | mastro | Simone spinse in alto gli occhiali a capestro, che teneva |
Racconti 2 -
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povero santo! e tuttavia gli accadde quel che gli accadde. | Mastro | Simone lo raccontava spesso e faceva ridere alle spalle del |
Racconti 2 -
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cosa. La Magàra lo sapeva bene quel che lei aveva fatto a | mastro | Simone quand'erano giovani tutti e due e dovevano sposarsi. |
Racconti 2 -
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era scappata di casa, lasciando con tanto di naso il povero | mastro | Simone, che pianse come un bambino e voleva ammazzare il |
Racconti 2 -
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vecchia! Oramai chi se la ricordava piú all'infuori di | mastro | Simone e di lei? L'anno dopo, il figlio del barone, |
Racconti 2 -
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Costui, accollatisi gli arretrati, - come disse allora | mastro | Simone - era stato nominato portastendardo della |
Racconti 2 -
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stato fatto san Silvestro come il primo. Povero santo! | Mastro | Simone il ciabattino lo tirava in ballo a ogni momento |
Racconti 2 -
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senza spalliera. Se qualcuno gli domandava: - Che fate, | mastro | Simone? Non si lavora oggi? - No, compare, - rispondeva; - |
Racconti 2 -
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Silvestri dello stesso san Silvestro, parecchi! Per costoro | mastro | Simone calcava su quel nostro santo in maniera cosí |
Racconti 2 -
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San Silvestro glorioso! - E fu profeta quel diavolo di | mastro | Simone. Picchia oggi, picchia domani, il povero Nino si era |
Racconti 2 -
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- egli conchiuse. - Che altro posso dirvi? - Parlo per | mastro | Simone - rispose la Magàra, rabbonita. - Non fa che dir |
Racconti 2 -
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accorto. Intanto, con la pulce del cattivo prognostico di | mastro | Simone nell'orecchio, non lasciava d'un passo la moglie, |
Racconti 2 -
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seguiva a piedi, trasalí e diventò rossa rossa scorgendo là | mastro | Giovanni il misuratore di grano, che forse l'attendeva al |
Racconti 2 -
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il marito: - Buona sera, compare Nino. - Buona sera, | mastro | Giovanni. Pigliate il fresco? - Piglio il fresco, compare |
Racconti 2 -
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né bere un dito di vino; e mise su tanto di muso allorché | mastro | Giovanni il misuratore, passando per caso davanti |
Racconti 2 -
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sull'uscio, e non lo salutavano neppure. Passava anche | mastro | Giovanni, col tumulo in una mano e il legnetto da livellare |
Racconti 2 -
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da livellare il grano nell'altra. - Da queste parti, | mastro | Giovanni? - Pel mio mestiere, compare Nino -. Qualche volta |
Racconti 2 -
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quel posto fuori mano fosse da passeggiata. - A quest'ora, | mastro | Giovanni? - Quella sera mastro Giovanni lo aveva tirato in |
Racconti 2 -
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passeggiata. - A quest'ora, mastro Giovanni? - Quella sera | mastro | Giovanni lo aveva tirato in disparte, perché Nunzia non |
Racconti 2 -
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le falde della mantellina; e dopo un pezzetto, al solito, | mastro | Giovanni che tirandolo in disparte, se Nunzia trovavasi |
Racconti 2 -
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visto. - Va bene, compare -. Doveva forse far la spia a | mastro | Giovanni? Che glien'importava dei pasticci degli altri? |
Racconti 2 -
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a passare, insieme con sua moglie, davanti la bottega di | mastro | Simone che - messe forme, gambali, trincetti e lesine al |
Racconti 2 -
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burletta. Nino sarebbe tornato volentieri addietro, se | mastro | Simone non l'avesse scoperto da lontano e non gli avesse |
Racconti 2 -
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Non c'è intoppi, per grazia di Dio! - Lasciami vedere -. E | mastro | Simone gli si era accostato per osservargli bene la fronte, |
Racconti 2 -
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- disse Nino, ridendo anche lui con qualche sforzo mentre | mastro | Simone gli gridava dietro: - San Silvestro ti prosperi! - E |
Racconti 2 -
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... A questo modo compare Nino aveva introdotto in casa sua | mastro | Giovanni che pareva agonizzasse, sanguinante quasi gli si |
Racconti 2 -
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C'è di mezzo l'onore d'una donna ... - Fidatevi di me, | mastro | Giovanni -. E Nino, povero grullo, era corso pel medico |
Racconti 2 -
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sfiatato dalla paura che il ferito non gli morisse in casa. | Mastro | Simone quella sera, presa una sbornia coi fiocchi, aveva |
Racconti 2 -
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arrampicato per la scala quatto quatto, senza che Nunzia e | mastro | Giovanni se n'accorgessero. Mastro Giovanni rideva, rideva, |
Racconti 2 -
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senza che Nunzia e mastro Giovanni se n'accorgessero. | Mastro | Giovanni rideva, rideva, abbracciando Nunzia (fidando nel |
Racconti 2 -
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vi faccio uscire il vino dalle narici! Avete inteso? - E | mastro | Simone, briaco fradicio, intese cosí bene che non fiatò, né |
Racconti 2 -
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che la moglie di | mastro | Cosimo faceva da portinaia del monastero del Santissimo |
Racconti 2 -
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comare Paola che filava al sole. - E non è vero - replicò | mastro | Cosimo, lasciando di piallare. - Ve lo dico in un orecchio: |
Racconti 2 -
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tornata: - Se la madre badessa vuole qualcosa ... - Bravo, | mastro | Cosimo! Voglio il cappellano -. E mastro Cosimo s'infilava |
Racconti 2 -
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... - Bravo, mastro Cosimo! Voglio il cappellano -. E | mastro | Cosimo s'infilava lesto lesto la giacchetta e correva a |
Racconti 2 -
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e gli rispondeva: - Vengo, vengo! - senza rizzarsi mai. | Mastro | Cosimo gli diceva di tanto in tanto: - Padre cappellano, la |
Racconti 2 -
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Giove in mano, avea sbagliato la giuocata; e si scordava di | mastro | Cosimo, della badessa, di tutti. Si sarebbe scordato fin di |
Racconti 2 -
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pane e minestra tutti i giorni ... Con che viso ti lagni? - | Mastro | Cosimo non fiatava piú a queste lavate di capo. Sua moglie |
Racconti 2 -
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- La gente cominciò a divertirsi col farlo stizzire: - | Mastro | Cosimo, guardatevi dal cappellano nuovo! - Mastro Cosimo, |
Racconti 2 -
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- Mastro Cosimo, guardatevi dal cappellano nuovo! - | Mastro | Cosimo, guardatevi da don Ignazio il sagrestano! Glielo |
Racconti 2 -
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dove volete, ma dal cappellano nuovo, no! - Perché, | mastro | Cosimo? - Dal cappellano nuovo, no! - Ma, infine, direte |
Racconti 2 -
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chiesa a metter su il parato per la festa del Cuor di Gesú. | Mastro | Cosimo brusco brusco, gli disse: - Sentite, don Ignazio: se |
Racconti 2 -
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d'ascia! - La sera marito e moglie leticarono fino a tardi. | Mastro | Cosimo, questa volta, non cedeva: - Dal cappellano nuovo, |
Racconti 2 -
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Ora che gli aveano messo quella pulce nell'orecchio, | mastro | Cosimo lavorava di malavoglia. Spesso abbandonava la |
Racconti 2 -
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torve, che pareva volessero mangiarselo vivo vivo: - | Mastro | ubbriacone! - vi chiamerò dopo col vostro nome - volete |
Racconti 2 -
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nome - volete finirla, sí o no, con questa commedia? - | Mastro | Cosimo, preso alla sprovveduta, non seppe che rispondere, e |
Racconti 2 -
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di prenderlo a schiaffi, come si meritava. Il povero | mastro | Cosimo era rimasto interdetto, anche un po' per rispetto |
Racconti 2 -
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viscere di padre? - Mi contento crepar di fame - rispose | mastro | Cosimo. - Non voglio esser becco! La scure, vedi? ora |
Racconti 2 -
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al tuo bel padre cappellano. - Scomunicato! Scomunicato! - | Mastro | Cosimo brandiva la scure che riluccicava come uno specchio. |
Racconti 2 -
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il vino - come gli disse il brigadiere dei carabinieri - | mastro | Cosimo dovette dormire in caserma, sul tavolato; e, la |
Racconti 2 -
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scusa. - Bella legge! Cornuto e bastonato! - brontolava | mastro | Cosimo camminando a capo chino. Il padre cappellano gli |
Racconti 2 -
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Però, prima di ragionare di questo, prendete un boccone -. | Mastro | Cosimo non disse di no, quantunque un po' insospettito di |
Racconti 2 -
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voi risponderete: "Amen"! Vi insegnerò in quattro giorni -. | Mastro | Cosimo, all'idea di vedersi col collare e con la cotta, |
Racconti 2 -
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la chierica al cappellano con la scure arrotata a posta, | mastro | Cosimo prese anche il "don" allorché si attaccò il collare |
Racconti 2 -
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la bocca -. - Ed è anche lui servo di Dio! - pensava | mastro | Cosimo. - Parla per invidia, perché non lo hanno voluto per |
Racconti 2 -
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non voleva metterci le mani, per amor della pace, disse a | mastro | Cosimo: - Lasciate vostra moglie alle monache e mettete |
Racconti 2 -
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tutti; non dovete farvi giustizia con le vostre mani -. E | mastro | Cosimo andò via come un cane bastonato. - Dov'è la legge |
Racconti 2 -
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era stato fatto cappellano invece dell'altro! - rifletteva | mastro | Cosimo. - Dovreste andare da monsignore, quando verrà per |
Racconti 2 -
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può conciarlo per le feste il vostro padre cappellano -. | Mastro | Cosimo scrollava la testa; non sperava neppure in |
Racconti 2 -
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con la pipa in bocca, aspettando monsignore che non veniva, | mastro | Cosimo, dalla fame, dimagrava. I quattrini non potevano |
Racconti 2 -
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non mi fa giustizia! ... Monsignore finalmente venne, e | mastro | Cosimo aspettò che fosse arrivato davanti la Collegiata |
Racconti 2 -
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- Zitto, zitto! - E accadde una gran confusione, perché | mastro | Cosimo, che voleva giustizia a ogni costo, si dibatteva, |
Racconti 2 -
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guarirete dai fumi del vino! - In quelle ventiquattr'ore, | mastro | Cosimo era invecchiato di dieci anni. Aveva la febbre, |
Racconti 2 -
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e consultava a voce alta gli astrologhi delle torri. - | Mastro | Simone! Che vedi, che vedi all'orizzonte? - Nulla, |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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che torna di Terra Santa. E Piombofino affondava sempre. - | Mastro | Simone, che vedi?... - Nulla, Maestà... Uno stormo d'aironi |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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- Nulla, Maestà... Uno stormo d'aironi migratori... - | Mastro | Simone, che vedi?... - Nulla, Maestà... Una galea veneziana |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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bambina - sarai Regina. S'udì, a un tratto, la voce di | mastro | Simone: - Maestà!... Una stella cometa all'orizzonte! Una |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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di capitelli classici, quale gli avrebbe consigliato | mastro | Ferramola, viene a turbare i calmi volumi dell'architettura |
Scritti giovanili 1912-1922 -
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tassello di colore. Ne' due pennacchi dell'arco, là dove | mastro | Floriano avrebbe, più che dipinto, cesellato con qualche |
Scritti giovanili 1912-1922 -
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fingono di segare una tavola, ripetendo: "Séga, séga, | Mastro | Tilta, ’Na pagnotta e ’na sarciccia; Un’a mme, un’a tte, |
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA -
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prendere l'incantesimo della Grotta dalle sette porte , | mastro | Rocco aveva abbandonato la sua bottega di pizzicagnolo; e |
Racconti 2 -
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da secoli la fortunata creatura che doveva impadronirsene. | Mastro | Rocco ne ragionava quasi lo avesse visto proprio con que' |
Racconti 2 -
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con cui non si poteva comprare neppure un soldo di pane. | Mastro | Rocco rideva sotto il naso di quei tangheri di contadini |
Racconti 2 -
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la solita burletta: - Sapete dove c'è una trovatura, | mastro | Rocco? - Dove? - Nella vostra gobba. - La trovatura tu |
Racconti 2 -
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che, cornuto pacifico, non voleva intanto sentirselo dire. | Mastro | Rocco però non la perdonava a quell'asino calzato e vestito |
Racconti 2 -
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rompere l'incantesimo occorrevano i libri di Rutilio. E se | mastro | Rocco lo tastava su questo soggetto, dalla lontana, sape |
Racconti 2 -
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Minchionerie! - Ma persone con tanto di barba, - insisteva | mastro | Rocco - il decano Vita, padre Mariano d'Itria, il dottor |
Racconti 2 -
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attorno il falsificato e non valeva uno spicchio d'aglio! - | mastro | Rocco avrebbe dato tutta la sua pizzicheria e l'asino e le |
Racconti 2 -
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fosse la pena della vita e la scomunica della santa chiesa! | Mastro | Rocco se ne sarebbe infischiato della scomunica, quantunque |
Racconti 2 -
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o lagrimatori da nulla. Anche al tempo dei saraceni - e per | mastro | Rocco voleva dire al principio dei secoli - la società era |
Racconti 2 -
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allora allora dal conio, o qualche braccialetto di bronzo, | mastro | Rocco non capiva nella pelle. Si fregava le mani |
Racconti 2 -
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d'India ... Ma, zitto! - Venite a prendere un boccone -. | Mastro | Rocco lo condusse nella grotta per essere al sicuro da |
Racconti 2 -
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a ogni scoppio di saetta. - Coraggio! coraggio! - ripeteva | mastro | Rocco. La voce però gli tremava e le braccia gli |
Racconti 2 -
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pagarli a peso d'oro. - Siamo stati tante carogne! - disse | mastro | Rocco il giorno dopo, mordendosi le mani nell'osservare la |
Racconti 2 -
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Dio! ... Ma può darsi che c'inganniamo -. Dal canto suo, | mastro | Rocco stava in guardia contro don Tino, don Micio il |
Racconti 2 -
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tre burloni che, avuto vento degli scongiuri fatti da | mastro | Rocco con don Tino, don Micio il crivellatore e la |
Racconti 2 -
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Micio il crivellatore e la sonnambula, volevano divertirsi. | Mastro | Rocco se li vide arrivare lassú una mattina, Zangàra col |
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Tino, - aggiunse Passolone - ora che possiede il Rutilio -. | Mastro | Rocco alzò la gobba, tentennando il capo, mostrando |
Racconti 2 -
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di oro massiccio; cosí è arricchito massaio Ravagna -. | Mastro | Rocco lo guardava in viso con tanto di occhi, pensando allo |
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le parti, stringendolo in un cerchio, e le fiammate pure: e | mastro | Rocco si sentí diventare piccino piccino quando scorse, al |
Racconti 2 -
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lo vide arrivare piú spesso, insieme con un vecchietto che | mastro | Rocco diceva compagno di scavi. Visto però che essi |
Racconti 2 -
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prime, tutte sporche di terra, un giorno il barone disse a | mastro | Rocco: - Trovate qualcosa altro, o risparmiatevi di venire. |
Racconti 2 -
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lucerne, bronzi e monete antiche d'ogni grandezza ... | Mastro | Rocco stette un bel pezzo senza farsi vedere. Quando gli si |
Racconti 2 -
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bocca, invece di restare incantato cominciò a urlare: - Ah, | mastro | Rocco ladro! Ah, mastro ladro! - E avrebbe, con una |
Racconti 2 -
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incantato cominciò a urlare: - Ah, mastro Rocco ladro! Ah, | mastro | ladro! - E avrebbe, con una pistolettata, sfracellato il |
Racconti 2 -
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senza neppur badare che potevano rompersi il collo. | Mastro | Rocco si ruppe soltanto un braccio; e fece dire una messa |
Racconti 2 -
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che aveva ingannato il barone Padullo? - D'allora in poi, | mastro | Rocco si contentò soltanto di scavare e scavare. E se don |
Racconti 2 -
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- La vera grazia sarebbe stata un buon Rutilio! - esclamò | mastro | Rocco con voce mezza spenta. E gli voltò la gobba. |
Racconti 2 -
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puro li fiji, perché je servissi d’esempio. E quanno | Mastro | Titta tirava ggiù la mannara, ar temp’istesso, er padre |
USI,COSTUMI E PREGIUDIZI DEL POPOLO DI ROMA -
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quelle canaglie di policemen vengano a trovarci quaggiù. | Mastro | Taverna è la perla degli albergatori. Saprò ricompensarlo. |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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- Magnificamente bene! - rispose il bretone. - Se fossi | mastro | Taverna, ci metterei cocomeri. Come si mangerebbero |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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deve dipendere dai suoi occhi di bue. La voce sonora di | mastro | Taverna risuonò in quel momento dentro il pozzo come un |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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vada meglio - disse il bretone. Qui staremo benissimo, se | mastro | Taverna ci manderà tutto questo ben di Dio ogni giorno! |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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nel pozzo. Questo vino si deve bere sempre gelato. Il | mastro | fece onore a tutto quel ben di Dio. Piccolo Flocco, |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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il loro comandante e la sua fidanzata: ma quando il | mastro | ebbe bevuto un paio di bicchieri del suo vino preferito ed |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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Bevi un altro bicchiere di Medoc. - Hai ragione. Il | mastro | si riempi il bicchiere, lo vuotò lentamente, guardandovi |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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avrebbero dormito, se qualche ora dopo l'alba la voce di | mastro | Taverna, non avesse destato l'eco della piccola camera. Il |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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hanno fatto vestire il tedesco, finalmente desto - rispose | mastro | Taverna. - E la signora? - Non è stata disturbata, ed è già |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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attesa d'un'altra chiamata. Non era trascorsa un'ora quando | mastro | Taverna si mise a gridare. - La miss! la miss! - Rimani |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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Era il comandante che lo preoccupava. Le ore passavano, e | mastro | Taverna non si faceva più vivo. Cominciava ad annottare |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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di Batz! - esclamò il mastro. - Non odo nessun rumore: che | mastro | Taverna sia stato ucciso o portato via? - Mah! - rispose il |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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pretesto ti presenterai? - Lascia fare a me - rispose il | mastro | - Quelli di Batz sono furbi. |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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del sipario,TADDARITA e COMARE PINAstendono una tovaglia. | MASTRO | NUNZIO, il secondo violino e il contrabasso, in fondo alla |
Malia. Commedia in tre atti in prosa -
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e dei Sovrano marchese gen. Asmari di Bernezzo, il primo | mastro | delle cerimonie conte di Sant'Elia, deputati e senatori, il |
Il Corriere della Sera -
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un paio di bicchieri di questo Medoc. Poi, volgendosi verso | mastro | Taverna gli disse: - Sei un pessimo taverniere. Hai del |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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Antonietta, e non ce l'hai mai offerto. - Medoc! - esclamò | mastro | Taverna. - Che cos'è? - Anche questo l'ha comperato tuo |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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- Non mi sento affatto sicuro nemmeno qui. - Dubitereste di | mastro | Taverna? Se è così, scendo subito in cantina e gli taglio |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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credo che faremmo bene a chiudere nel nostro magazzino ... | Mastro | Taverna! Viene sì o no questo Medoc? Vogliamo andare a |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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diedero lestamente fondo alla seconda, poi raggiunsero | mastro | Taverna che stava preparando loro i letti. - Se la signora |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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mano vigorosa lo scosse. Aprì gli occhi e vide sopra di sé | mastro | Taverna. - Chi ti ha detto di svegliarmi così presto? - |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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mangiando buone bistecche e bevendo Bordeaux. C'è qui | mastro | Taverna che possiede ancora qualche dozzina di bottiglie. |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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tedesco sorrise, facendo col capo un cenno affermativo. - | Mastro | Taverna, - disse il bretone, volgendosi verso l'albergatore |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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quattro salsicciottì e non so quante pagnotte ... | Mastro | Taverna, bada che non cada. Testa di Pietra si slanciò |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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tiro; ma anche lui poteva bere un po' meno. Che te ne pare, | mastro | Taverna? L'albergatore scosse il capo, poi rispose - Non |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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stagecoachs, e cani e bracchieri. Chi dirige la caccia è il | mastro | dietro il segnale del quale, cavalieri e amazzoni si |
Come devo comportarmi? -
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avrebbe voluto metterlo a imparare un mestiere, presso | mastro | Antonio il calzolaio o presso don Pietro il sarto, come |
Gambalesta -
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don Pietro il sarto, come meglio gli fosse piaciuto. - | Mastro | Antonio ti prende volentieri; me l'ha detto più volte. |
Gambalesta -
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- Che pensi di fare? Ti trascinerò per un orecchio o da | mastro | Antonio o da don Pietro. E una mattina lo prese proprio per |
Gambalesta -
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per un orecchio e poi per un braccio, e lo presentò a | mastro | Antonio, che batteva col martello, sur un sasso liscio |
Gambalesta -
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Gli farò venire la voglia io! - Prendetelo con le buone, | mastro | Antonio. - Come vuol esser preso; deve dirlo lui. Con le |
Gambalesta -
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in piedi! - Tu non vuoi far niente! - gli aveva detto | mastro | Antonio; e aveva ragione. Egli voleva seguitare ad andare |
Gambalesta -
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Studente presso la tavola. Alquanti Mulattieri, fra’ quali | Mastro | Trabuco, ch’è al dinanzi sopra un suo basto. Due Contadini, |
La forza del destino -
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gabbiere. - Stura e cambia tazza - comandò il lupo di mare. | Mastro | Taverna (dobbiamo chiamarlo così) fu lesto a obbedire, ed |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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gorgogliando giocondamente. - Capperi! Spuma! - esclamò il | mastro | L'assaggiò avidamente e subito batté sulla tavola un pugno |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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dopo non è cattivo e fingiamo di essere a Batz. Ma bada, | mastro | Taverna, che non ti pago questa bottiglia più di cinque |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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un moto di stupore e di gioia. - Piacciono le sterline a | mastro | Taverna, eh? - disse il bretone ironicamente. - Risparmia i |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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- dovresti portare un soldato del castello a bere ... - Da | mastro | Taverna? Subito fatto, mio comandante, - rispose il |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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mare che paga. - Prendimene dunque uno, e portalo pure da | mastro | Taverna. - A fare colazione? - Anche due pranzi se vuoi: |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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- Ja, ja: puon fratello. Dove condurmi? - Come? non conosci | mastro | Taverna, quello che ha per insegna trenta corna? - Trenta |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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- Scorpionato? Cosa essere? - Una specialità di | mastro | Taverna. - Penissimo. - Vieni, figliuolo. - E tu pacare? - |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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quanto aveva in mano. - Che cosa significa questo fracasso, | mastro | Taverna? - chiese il bretone severamente. - È caduta una |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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anche sei bottiglie. Ma non di quelle del Reno, bada, | mastro | Taverna. - Vini di Francia autentici. - Comprati da |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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affatto. - Non trovarsi spie in Boston. - Vedremo. | Mastro | Taverna risalì portando due panieri, uno pieno di bottiglie |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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Flocco, per poco non lasciò cadere tutto. - In gamba, | mastro | Taverna! - fu pronto a gridargli il bretone - e non badare |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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Un lusso inaudito in una città assediata. Questo | mastro | Taverna è un uomo veramente meraviglioso. Si direbbe che ci |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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- Te l'ho già detto: io pacare anche tutta la cantina di | mastro | Taverna. Non ho speso un soldo in dieci mesi di |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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marina beve sempre Bordeaux o del gin. - Gin! Pono, pono! - | Mastro | Taverna, Portaci una bottiglia di gin, di quello che tuo |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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gli occhi ed ascoltami attentamente, buon figliuolo; e tu, | mastro | Taverna, portaci quattro bottiglie di vino più generoso del |
I CORSARI DELLE BERMUDE -
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Studente presso la tavola. Alquanti Mulattieri, fra’ quali | Mastro | Trabuco, ch’è al dinanzi sopra un suo basto. Due Contadini, |
La forza del destino -
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Sa che la dote ce l'avete, ed è tranquilla, poveretta. | Mastro | Brasi è certo che vi sposa. |
Pane nero -
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pizzicando la chitarra. Alquanti Mulattieri, fra’ quali | Mastro | Trabuco, ch’è al dinanzi sopra un suo basto. Due Contadini, |
Don Alvaro -
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| Mastro | Bill, dove siamo? - In piena Malesia, mio caro Kammamuri. - |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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molta fretta e mi pare che la Young-India cammini adagio. | Mastro | Bill, un marinaio sui quarant'anni, alto più di cinque |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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Questo è un insulto, maharatto mio. - Per chi ha fretta, | mastro | Bill, anche un incrociatore che fila quindici nodi all'ora |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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vento fresco che fece gemere i tre alberi. - Oh! oh! - fece | mastro | Bill alzando vivamente la testa. - Fra poco si ballerà |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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mare. Orsù, alla manovra; la gran tazza comincia a bollire. | Mastro | Bill non s'ingannava. Il mare della Malesia, sino allora |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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a picco, mi capite. A Sarawak ho una persona che ... - Olà, | mastro | Bill, levatemi dai piedi quest'uomo. Non è questo il |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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era nelle acque di Mompracem. Malgrado tutti gli sforzi di | mastro | Bill, che rompevasi le mani sulla ribolla del timone, la |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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dall'isola. - Che il buon Dio ci salvi! - esclamò | mastro | Bill, che aveva pure scorto quell'uomo. - Quello era la |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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di quelli di Mompracem. - Attenti a virare! - urlò egli. | Mastro | Bill, unendo tutte le forze, tirò vivamente a sé la |
I PIRATI DELLA MALESIA -
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chiedo da ora di non farmi neppure cavaliere. Fammi invece | mastro | legnaio e mastro campanaro, perché come legnaio piallerò e |
Narco degli Alidosi -
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non farmi neppure cavaliere. Fammi invece mastro legnaio e | mastro | campanaro, perché come legnaio piallerò e taglierò con |
Narco degli Alidosi -
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e del lieto, della festa e del buon riposo». «Così sia, | mastro | Blabante! Davanti a mago Antolfo, sotto l'occhio di Dio, |
Narco degli Alidosi -
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«Ah, comare Pina! Chi lo avrebbe mai sospettato!», esclamò | mastro | Vito, ancora un po' imbarazzato dal sonno. «No! Lasciatemi |
Il Marchese di Roccaverdina -
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C'è un letto nell'altra stanza ... » «Lasciatemi stare qui, | mastro | Vito.» «Comare», egli disse, esitante, «ora è inutile |
Il Marchese di Roccaverdina -
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... Voi già lo sapevate ... di Rocco! ... » «Ve lo giuro, | mastro | Vito! Niente! ... Neppure un sospetto! ... Avevo anzi |
Il Marchese di Roccaverdina -
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... Ora non sarebbe in questo stato! ... Che strazio, | mastro | Vito!» «Potete vantarvelo! ... Vi ha voluto bene!» «È vero! |
Il Marchese di Roccaverdina -
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come un cane, alle mani di gente prezzolata, di Titta e di | mastro | Vito! ... Questo, ah! non vi sembra uno scandalo! E poi |
Il Marchese di Roccaverdina -
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capelli nerissimi, alta e snella. E parlando di lei con | mastro | Vito, Titta dichiarava che, secondo lui, la prima pazzia il |
Il Marchese di Roccaverdina -
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«Dovete capirlo», le disse, «non potete restare più qui. | Mastro | Vito, pensateci voi ... Poveretta!». Ella gli sfuggì per |
Il Marchese di Roccaverdina -
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«Figlio! figlio mio!» E si lasciò trascinar via da | mastro | Vito, senza opporre resistenza, umile, rassegnata com'era |
Il Marchese di Roccaverdina -
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solo se avremo il vento in poppa». Fu dunque dato ordine a | mastro | Eudaveo, il fabbro, di forgiare un elmo nuovo al signore: |
Narco degli Alidosi -
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