. Sebastiano e un s. Giovanni, del Crivelli; ed un’altra ov’è istoriata una Natività con angioli e pastori, di Marco Palmeggiani da Porli. Abbiamo qui sopra
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tridimensionalità (si veda ad esempio, il libro sorretto dal leone di San Marco). Nessun elemento è, però, in grado di mostrarci la misurabilità di questo
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tardogotico, che nella sua facciata rivolta verso la piazzetta San Marco risale al pieno Quattrocento. In genere, è la parte inferiore di una costruzione a
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la facciata della chiesa di San Marco fatta nel 1777. Il primo è una poco lodevole imitazione di quello costantiniano di Roma, con l’aggiunta di goffi
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. 8 maggio 1792). Nel 1825 espose all’Accademia di Milano, Gesù bambino presentato al tempio, da un quadro di fra Bartolommeo da San Marco, e n’ebbe il
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gli altri rami per l’opera del San Marco, il Paradiso dell’Angelico, con tanto gusto e sapere, che assai bene rende immagine di quella divina
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Angelico, nell’affresco del convento di San Marco, con la zappa. È lo stesso modo con cui lo rappresenta Tiziano nel dipinto conservato alla National
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in forma di aquila; San Marco in forma di leone; San Luca in forma di toro; San Matteo in forma di Angelo. Spesso le figure degli Evangelisti possono
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, Marco e Matteo, si riferisce al momento in cui Gesù manifestò la sua natura divina ai discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni. Dopo averli condotti in cima
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del Cinquecento non ha più valore. Che cosa diventa l’arte senza quel sostegno ideologico? Lo dirà, tra il 1660 e il 1670, Marco Boschini, il maggior
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La grande mostra di olii, acqueforti, litografie del pittore norvegese Edvard Munch allestita dalla Norvegia nell’Aia Napoleonica di San Marco, in
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Giorgio Castelfranco, Marco Valsecchi, Emilio Greco, Emilio Lavagnino organizzarono la Mostra dei Maestri (del Novecento).
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Ennio Morlotti si presenta con due splendide nature morte (una di proprietà di Marco Vaisecchi) e tre paesaggi di terre rosse e vigne, forse troppo
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. Il fatto che Marco Valsecchi, suo presentatore in catalogo, mostrasse di sottovalutare questo aspetto descrittivo dello scultore milanese, ci fa
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Non siamo completamente d’accordo con Marco Vaisecchi sulla eccellenza di un altro pittore tedesco presente alla Biennale, Julius Bissier da Friburgo
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Questi bei fiori erano stati trapiantati a Bologna da Marco Zoppo, che ne avea colto a dovizia nel giardino dello Squarcione. Ma non dee ripetersi il
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avrebbe condotto l'artista a uno scorcio totalmente ballonné simile a quello del cadavere steso nel Ritrovamento del corpo di San Marco di Tintoretto, cui
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possa avvenire) che fuori d'Italia suole contrassegnarsi come Romanismo: e in realtà non vi sono romanisti più perfetti del trapiantato Marco Pino, di
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di S. Marco? Ahimè, tutto ciò non significa nulla, proprio nulla: anzi significa un errore storico in pieno. Poiché non si tratta di fare la storia
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. Marco a Novara.
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muscolare del San Marco è liberata nello studio di grigi e nel fondo così pittoricamente internato.
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ci si serve del fil di ferro di Dürer: e un capoverso studia le inserzioni nordiche di Marco Marziale, di Domenico Campagnola, di Civerchio e di
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il Nicodemi crede perdute [figura 165]; il telone con San Marco trascinato al Martirio firmato e datato 1626 in San Marco a Novara, opera che il
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Correggio, e il ritratto di Pace Guarienti a Verona. Nel 1556 Veronese imprende le pitture del soffitto della Biblioteca di San Marco e qui l'aiuta
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Bologna, fuori della pinacoteca, dico il Marco Zoppo del Collegio di Spagna, non è citato; che il più bel Cavedoni, fuori della pinacoteca, il presepe
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Barbier, e nei mille altri travestimenti più puritani della prima maniera di Paul Iribe e di Charles Martin, o più borghesi di Marco de Gastyne ed altri
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Marco Liberi, figlio. di Pietro dicesi aver operato per questa dimora dove in effetto se ne addita un soffitto in tela; mentre tra il genitore e il
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638, 639. Le due Marine di Bologna nella seconda edizione vennero rettificate a «Scuola» (si veda anche a: RICCI, MARCO); nelle Scene di genere (649
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RICCI, MARCO
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836. Venezia dinnanzi a San Marco. Venezia, Museo Correr. Mi risultava del Fontebasso. Il numero 837, con la Scoperta della Vera Croce (coll
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Piazzetta e l’edificio della Libreria in costruzione. Il Ridolfi nelle Vite dei pittori veneti narra come nella piazza di San Marco il Vecellio
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La logica dell’arte è relativa, come la bellezza. In un’altra città la chiesa di San Marco, per esempio, sarebbe troppo matta: ori, mosaici, colonne
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Un gran pezzo il fianco meridionale della chiesa di San Marco, quello che si ammira approdando alla Piazzetta, e che unisce in divina veduta
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costruivano male. La chiesa di San Marco è piantata su pali corti e sottili, con la muratura dei piloni a rottami e tutta impellicciata all’esterno di
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Nella chiesa di San Marco, oltre alle radicali riparazioni esterne ed interne, fu eseguito un utile lavoro, l’asciugamento della cripta, che sino dal
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Bartolommeo di San Marco, grande quanto il vivo, che si snoda nelle congenture. Ma quegli eruditi annotatori non hanno forse ragione a pagina 168 del
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una fanciulla in camicia, mentre col pugno sinistro tiene in alto un grosso falcone; la seconda figurava Marco Polo, presentato dal padre e dallo zio
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nel 1495 per la cattedrale di Perugia? La Madonna detta delle bilance, che porta il nome di Leonardo, è attribuita dal Waagen a Marco d’Oggiono, dal
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, questa pagina de’ Ricordi di Marco Aurelio dipinge al vivo una delle smanie dell’arte nuova. E non c’è nessuna probabilità che nella china dove s’è
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È una scena fantastica in una Piazzetta di San Marco fantastica. I pili del Leopardi sono trasportati sul Molo dinanzi al Palazzo ducale, e il
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bevuto e preso un po’ di cibo, andò a dormire per un’ora. Saranno state le quattro, quand’egli giunse in piazza S. Marco».
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altre, per la Madonna della Vittoria in San Marco, nella quale l’ordine era il seguente: confratelli delle pie riunioni della Madonna, con le loro
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Manin fu portato dalle Carceri sino in Piazza San Marco sopra un nudo asse di legno trovato a caso presso il Ponte di Canonica, come poi al Caffè Florian
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giovine, prima della morte del Vinci; Marco d’Oggiono, spesso inelegante e alle volte goffo ne’ proprii dipinti, grande copiatore e ricopiatore del
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, ostinato, ghiotto. Codesto Giacomo era davvero una buona lana. Dopo avere rubato al maestro, a Marco, forse Marco d’Oggiono, a Giannantonio, forse
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del mare, della fièra della Sensa che durava quindici giorni, delle giostre di piazza San Marco, delle processioni, delle cuccagne, delle luminarie
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San Marco, delicatissimo lavoro di Martino Lombardo, ed alla scala dei Giganti di Antonio Rizzo. Ma mezzo secolo dopo queste eleganze del Rinascimento
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, Del Pezzo, Pistoletto, Zorio, Carrino, Marco Bagnoli.
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, materie plastiche), come nel caso di Marco Lodola o di mescolanze pittorico-plastiche (in Ceccobelli e in Luigi Ontani) e in quello degli spagnoli Miquel
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, Domenico Bianchi, Giuseppe Gallo, Pierluigi Pusole, Carlo Bonfà, Marco Tirelli, Giuseppe Dessi.
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