(L’Assistente prende dalle mani di Ivan la busta chirurgica e un’ampolla.)
(Torce in atto disperato le mani, mentre De Siriex fa un cenno di protesta.)
(Lunga pausa. – Lazinski seguita a suonare nel grande silenzio. Loris si tiene il capo fra le mani.)
(Mentre Loris se ne va, Lazinski ha terminato il suo pezzo. Tutti battono le mani.)
(Alla querula voce delle campane, Fedora si riscuote, rialza il capo doloroso, si passa le mani sulla fronte.)
(Loris obbedisce come un fanciullo; Fedora gli prende il capo con le mani tremanti, e cerca con la bocca la sua.)
(Lorek rientra, asciugandosi le mani a una tovaglia offertagli dall’Assistente; indi corre alla scrivania, e si mette a scrivere rapidamente in piedi.)
(Profondo cordoglio nei famigli: le donne piangono. De Siriex e Lorek son costernati. Desiré si nasconde il volto tra le mani.)
(Loris prende il calice dalle mani di Borov, e lo porge a Fedora, della quale Olga sorregge la testa. – Fedora ne beve un sorso, ma poi lo rifiuta
(Fedora rimane per alcun tempo come schiacciata dalla sciagura, il capo riverso sulla spalliera della seggiola, gli occhi sbarrati, le mani penzoloni
della stanza di Vladimiro filtrante attraverso l’usciolo, lasciato socchiuso dal dottore. Questi prende l’ampolla dalle mani di Fedora, la quale lo
(e i cenciaioli si arrestano avanti al corpo e non osano stendervi le mani)
E le mani alte si stendono sopra le teste dentro ai cui occhi passa il rapido incendio della più esaltata cupidigia!
esperte donne in un rapido gioco di mani disabbigliano ed abbigliano la fanciulla dietro all’ingraticolato di bambou che serve di toilette, questa
L’annoiato signore guarda a lungo, con bocca semichiusa, con occhi larghi, le mani stese in atto di afferrare, poi scostandosi e allontanando
(Il giovane s’avvicina alla intimorita mousmé che non osa sfuggirgli, tocca colle mani la testa di Iris; costei chiude timorosa gli occhi. Al tocco
punge il volto e le mani e disperatamente allora piangendo si abbandona a terra chiamando a grandi grida: Iris!… Iris!…
E il Cieco, giunto sotto alla verandah, si abbassa a terra e, raccolto del fango a piene mani, lo gitta alto verso dove gli viene la voce di sua
mani prima nella cera ancor liquida e poi subito nell'acqua fredda, e ne aveva cavato la forma delle mani, mani gialle gialle che parevano mani di morto
di tela cruda ripiene di oggetti diversi. Scurpiddu , fatti entrare i tacchini nel pollaio, si era avvicinato lentamente, con le mani dietro la
, abbaiando, miagolando, chicchiriando; pareva ammattito dalla gioia, e tutti ridevano e battevano le mani: - Bravo, Scurpiddu ! Egli aveva confidato alla
conduce a Bardella. Il ragazzo stava accoccolato sur un sasso, con le mani strette dietro la testa. I gomiti aguzzi gli scappavano fuori dagli sdruci delle
lo so: domandatelo a quel cristiano. Scurpiddu additava lo zi' Girolamo che, appoggiato al bastone con tutte e due le mani, ritto in mezzo ai buoi che
dei due animali, ma le loro mosse, e così abilmente che pareva di vederli. - Bravo, Scurpiddu ! E battevano le mani. - Soltanto la lettura stenti ad
qualche carezza a Paola che veniva a posàrglisi sul braccio e tentava di strappargli dalle mani, col becco, quel filo lucido che pareva attraesse
addosso a Scurpiddu , scottandogli mani e faccia, Ora però che egli aveva appoggiato al muro i due tronchi, e che essi, con le loro sporgenze, gli davano
indovinando, Scurpiddu , quasi gli occhi e la mente gli si fossero snebbiati tutt'a un tratto, con le mani tra' capelli, si metteva a gridare: - La mamma! La
servirà a qualche cosa! Scurpiddu si era sentito trafiggere il cuore. Seduto su un mucchio di sassi, coi gomiti su le ginocchia e la testa tra le mani
venisse a beccargli la fetta di pane nero tra le mani. Più tardi però l'appetito si fece sentire. Scurpiddu a ogni boccone, masticando lentamente, quasi il
fischio, guardando attorno. Non si vedeva, ne si sentiva gracchiare. - Paola ! Paola ! Stava a grattarsi il capo con tutte e due le mani, impensierito
Accademia della crusca
