Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: mafai

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«pezzi» di Scipione e Mafai. Nella «Nuda» la «delizia» di  Mafai  appare quasi più severa nelle carni piene, nella luce che
e insieme definendolo, né Mafai, né Scipione, ma quanto  Mafai  e Scipione avrebbero potuto dipingere ugualmente in quegli
mese scorso  Mafai  ha esposto sei nature morte alla Galleria di Chiurazzi,
verve, e noi commentandole con favore, scrivemmo che  Mafai  sarebbe rimasto Mafai, prima, durante e dopo l’astrattismo,
fuori di ogni sperimentalismo e di ogni approssimazione. Se  Mafai  oggi «fa astratto» non saremo certo noi a negargli il
certo noi a negargli il diritto di questa esperienza; però  Mafai  non deve identificare una tappa della sua lunga carriera di
esposte alla Biennale di Venezia) e così via. Ora, che  Mafai  faccia la astrazione più estesa, senza i «compromessi» dei
considerato al di fuori dei risultati. I risultati di  Mafai  — come del resto di qualunque altro artista — sono nella
pittore Mario  Mafai  è artista e maestro così conosciuto in Italia e così
esiste un particolare rapporto fra colore e luce anche in  Mafai  — come in qualsiasi altro; e in tal senso si potrà —
di un discorso critico da approfondire — che il tono di  Mafai  è ottenuto non per sfumature, ma per contrasto. Insomma,
di battaglia? Prima di tutto nella «cultura»; mentre  Mafai  e Scipione apparivano come stranieri in patria, la Raphael
queste ragioni e alla luce di questo sviluppo dell’arte di  Mafai  ci sembra almeno inadeguato, come fa invece Lionello
alla Galleria «La Tartaruga», tanto da «inventare» un  Mafai  che non esiste; non che il pubblico, leggendo le righe di
ragione, colga a suo modo nel segno. Ma la pittura di Mario  Mafai  è, nel suo insieme, un’altra cosa, vive una sua vita e una
neppure tentare di ricostruire il cammino che ha portato  Mafai  a queste ultime esperienze, i fatti psicologici, le
messa in pratica l’idea di vedere il  Mafai  astratto come un artista a sé, fuori della sua storia,
fa Lionello Venturi — che i tormenti e le incertezze di  Mafai  siano recenti e recentissimi, di quest’«ultimo anno». Mafai
Mafai siano recenti e recentissimi, di quest’«ultimo anno».  Mafai  e il mafaismo — se la memoria ci assiste — cominciarono ad
ed espressionista. Da quel momento la pittura di  Mafai  non fu più un paradigma, la dolce arrendevolezza in climi
Ciascuno risciacquava i suoi panni, si rifaceva nuovo. E  Mafai  stava nel gruppo.
a Roma quest’anno è senza dubbio la «personale» di Raphael  Mafai  alla Galleria de «Lo Zodiaco»: e non solo perché viene
«scuola romana» i primi passi nelle figure di Scipione e  Mafai  dovrà tener presente il contributo singolare che questa
tutti artisti che già erano andati per la loro strada dopo  Mafai  e non se la sentivano proprio di ingrossare le file dei
 Mafai  ha dipinto paesaggi romani guardando con la coda
resta il fatto, certo, incontrovertibile, che la pittura di  Mafai  si parte, si accresce, si evolve, dalla realtà oggettiva,
Venturi nel suo saggio in «Commentari» su  Mafai  pubblicato nel 1957, dopo aver messo in luce la partenza in
assai bene la lezione di Bonnard) scrive che in quel  Mafai  «c’è una specie di timidezza nell’approccio alla forma, di
per un momento della ricca e impegnata storia di  Mafai  nell’arte italiana fra le due guerre. E vediamo la mostra
il primo astrattismo con l’ultimo romanticismo dei  Mafai  e degli Scipione!».
critica che, dinanzi alla tela, diventa fattiva attenzione,  Mafai  oscillò continuamente ai due poli del realismo e
in una delle ultime personali di  Mafai  nella medesima Galleria, un suo «autoritratto con
di esperienze chagalliane: la personalità di Scipione e di  Mafai  è così autonoma in se stessa e l’una rispetto all’altra,
di più ci convince della sua coerenza. Ma, il fatto che  Mafai  e Scipione si presentino del tutto autonomi rispetto la
che reputiamo non più giovanissimo; in effetti che questo  Mafai  si muova con una certa circospezione usando misure, materia
di fronte ad opere del tutto emancipate di Scipione,  Mafai  e Raphael parlare di derivati o di sudditanze.
raccolte private»: in questo quadro viene in mente il primo  Mafai  dei paesaggi; e ancor più, per certa prospettiva
per certa prospettiva «gianicolense» si ricorda il primo  Mafai  tributario di Raphael e di Scipione, come pure sensibile a
artistici, se non di risultati, dei tonalisti verso  Mafai  e verso Melli; quest’ultimo, capintesta del tonalismo per
Scipione: c’era l’amicizia per il suo collega d’arte, Mario  Mafai  e per l’Antonietta sua moglie, donna che dava i punti a
può dire che  Mafai  abbia combattuto la sua battaglia con poche perdite e molti
dieci opere di  Mafai  possono essere agevolmente divise in due gruppi: nel primo
l’indubbio impegno dell’artista, davanti a queste tele  Mafai  non sapesse quando e come fermarsi, se le immagini fossero
che caratterizzano e insieme limitano l’arte della  Mafai  scultrice, si avvertono ampiamente nei cinque pezzi
per via di sintesi luministiche, iniziata al tempo in cui  Mafai  e Scipione non esistevano ancora, almeno un quinquennio
antinovecentista coloro i quali sono oggi astrattisti (di  Mafai  non è davvero necessario parlare; l’ultima sua pittura è il
di via Cavour», come la chiamò Roberto Longhi (Scipione,  Mafai  e Raphael) delle forze romane del così chiamato tonalismo
che in Rosai resta sempre «iridata» e in Scipione e  Mafai  tende invece a farsi monocroma da un fondo base sui rossi o

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