macchie solari (infatti parla delle eclissi dei satelliti in una appendice alle lettere sulle macchie solari indirizzate a Mark Welser). Come le
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inglese John Milton venuto a lui in un pellegrinaggio intellettuale. Galileo, quasi cieco, gli mostra le macchie solari, esperienza che Milton
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, Gassendi e Peiresc, nonché dalle mappe lunari disegnate da Claude Mellan. Le macchie solari vengono descritte come vulcani e montagne di fuoco, Giove ha i
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difetti di cromatismo, aveva un lunghezza focale di 10 metri. Notate nel 1665 varie macchie stabili su Giove, tra le quali anche la "macchia rossa
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imprevedibili e di breve durata: comete (abbiamo osservazioni della cometa di Halley), sciami meteorici, bolidi, comparsa di stelle “novae”, macchie solari
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traccia. In compenso, dopo decenni di pazienti osservazioni, si accorse che le macchie solari aumentano e diminuiscono secondo un ciclo quasi regolare. Ne
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percettivo che porta all’illusione di vedere i canali. Chiamò “fasce madri” gli insiemi di piccole macchie che altri scambiavano per canali, integrandole e
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Sole di 12 centimetri di diametro ripresa il 2 aprile 1845 da Foucault e Fizeau con una esposizione di 1/60 di secondo: mostra alcune macchie solari e
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scomparivano gruppi di macchie. Le stelle non erano fisse ma correvano nello spazio. Il Sole puntava a gran velocità verso la costellazione di Ercole. Le
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che delle onde radio potessero arrivarci dallo spazio e nel 1927 registrò disturbi nelle trasmissioni in coincidenza con la comparsa di grandi macchie
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militare sulla tecnologia del radar. In poco tempo si scoprì che le emissioni solari sono collegate ai brillamenti e alle macchie, che il lembo solare
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Della Luna ci lasciò uno schizzo dove si indovinano le macchie dei “mari”, e fu il primo a dare la giusta spiegazione della luce cinerea, poi ripresa
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satelliti di Giove) e Cristoforo Scheiner (nato nel 1575 e morto nel 1630, fu tra i primi a osservare le macchie solari).
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era così importante per Keplero che quando poté osservare la rotazione del Sole resa percepibile dalle macchie, pare abbia esclamato un ”Evviva!”.
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aristotelici. “Dalle macchie della Luna – scrive Keplero nella nota 147 – possiamo trarre deduzioni riguardo alla conformazione della superficie lunare
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cielo visibile dal lato della Luna rivolto verso di noi. Detto con le parole della nota 127: “Poiché la Luna volge sempre le stesse macchie verso la
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California, ripeté le osservazioni di Galileo su Luna, Sole, Saturno e Giove. Il primo cannocchiale mostrò sul Sole un gruppetto di tre macchie, due delle
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Galileo fu, implicitamente, un precursore degli studi moderni sulla percezione visiva. Guardando le macchie solari si rese conto che esse sembrano
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