precedente, ma debbono essere ripristinate quando il fondo stesso venga a risultare inferiore al limite suddetto.
inalazione di polvere di biossido di silicio allo stato libero, si manifesta particolarmente, ma non esclusivamente, con bronchite ed enfisema e ripercussione
Ma la cosa più difficile da fare per Bonnard fu sempre studiare la lezione impressionista senza mandarla a memoria; che ci fosse Renoir e insieme
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aneddoto; ma, senza aver l’aria di liquidare il Bonnard più adulto, in omaggio al Bonnard apprendista degli Impressionisti, vogliamo sottolineare il
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Ma questo è un modo esterno, polemico, di veder l’opera di Picasso. E se i visitatori della Mostra adopreranno umiltà e pazienza, noi siamo convinti
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punto di partenza dell’artista è, questa volta, il vero oggettivo. Ma il visitatore, sulle prime non ammette che un povero gatto che addenta un uccellino
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Ma vediamo ora qualche altra opera di Picasso del primo gruppo, dei due da noi descritti più sopra, e cioè alcuni di quei dipinti che sembrano
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nota quasi una «nostalgia» verso il mondo dei primi Impressionisti, ma senza rimpianti, senza complessi di inferiorità, senza il nobile epigonismo, per
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, senza dubbio tra le più belle della scelta. E lo scultore ci rispose che era sua intenzione continuare sulla via delle donne «con lo spazio nel mezzo», ma
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, contenente la figura, ma come spazio interno, contenuto dalla figura. Lo inserimento del mondo esterno nel mondo interno dell’uomo era già nato col cubismo
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agli anni Trenta; ma fu anche il proseguimento per via umanistica ed erudita, della esperienza nichilista «dada», maturatasi durante la prima guerra
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Il surrealismo fu il primo movimento che reagì a questo conformismo artistico; ma ne ereditò l’eccesso tecnicistico, il gusto umanistico, minuto
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interiore, è da dire che cieli, lune, tetti, porti, non sono ovviamente per l’artista soltanto impressioni della realtà, ma sono anche suggerimenti di
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Ma la lista delle suggestioni di stili altrui passati al comun denominatore astratto-luministico-spaziale potrebbe continuare: noi siamo spinti a
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con impasti pesanti di sabbia, frammenti di vetro ed aggiunta di materie esterne, è storicamente successiva, ma il risultato espressivo è il medesimo
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Che egli non esprima «il giudizio del profeta, ma soltanto del testimonio», come dice Cariuccio, è un fatto; ma la testimonianza dell’artista è
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specchio la delusione della studiosa, di fronte ai medesimi testi, otto anni dopo. Delusione comprensibile, ma involontariamente ingenerosa nei
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Non sono qui raccolte molte delle tempere su Sacco e Vanzetti, eseguite dall’artista intorno al 1930, ma talune si prestano alla messa a punto, fin
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Ma diventammo amici subito; dissi che Giacometti è un grande scultore, ma lo è proprio per le cose che non è riuscito ancora a dire, per quel senso
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sono né grandi né piccole, ma ingrandiscono e rimpiccoliscono, sono immagini sorprese in un transito, in un punto che è quello, ma potrebb’essere un
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trentennio almeno di arte italiana. Tra la generazione dei Maestri, cui De Pisis appartiene a buon diritto, e la nostra, corre quasi un’epoca; ma la
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francese e tedesca del medesimo periodo; ma questo continuo somigliare di Viani agli altri senza rifarne il verso, questo attingere da fonti
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dopo il 1940. Qui l’artista eccelle in tutti i generi, dal paesaggio alla natura morta, al ritratto, all’autoritratto. Ma in questa sala, come nelle
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moda, contro la miseria e le persecuzioni, era un fatto già consegnato alla storia. Parlava di sé con amor proprio, ma senza orgoglio, e mostrava le sue
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Tra la nostra generazione e quella di Gino Bonichi, detto Scipione, corrono appena dieci anni, o poco più, ma questo tratto di tempo, così denso di
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Ma, messa in pratica l’idea di vedere il Mafai astratto come un artista a sé, fuori della sua storia, sentiamo ora il dovere di riprendere il nostro
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Ma in che cosa dunque si diversifica la Raphael dai suoi compagni di battaglia? Prima di tutto nella «cultura»; mentre Mafai e Scipione apparivano
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come dentro una ribalta di Museo, ma non schiacciati da esso: quinte, panneggi, luci, chiaroscuri si configurano infatti in questi dipinti di taglio
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Ma, si dirà, è proprio un errore fatale, questo di Ziveri, di immergersi con tanto entusiasmo nella lettura dei classici, per assimilarne l’altissimo
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Un provinciale, va bene; ma è un fatto che l’impressionismo di Maccari era ieri, e più oggi, una cosa sua personale, era un modo, io credo, di
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Si potrebbe concludere che Maccari «non costruisce?». Ma la sua bonaria corrosione è pure un modo di guardarsi indietro e intorno, non inutile per
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impressionista e il suo geniale interprete; ma questa differenza di caratteri, e, se vogliamo, di stature, non allontana sufficientemente Manzù dalle ragioni
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Ma, come dicevamo al principio di questo scritto, il punto di arrivo di Levi non si motiverebbe fuori del suo punto di partenza. Potremo concludere
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Ma se Capogrossi è forse l’unico tra gli artisti della scuola romana che si è rinnovato in radice, i risultati di questo rinnovamento sono
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pittore romano (che intorno al 1930 aveva visto a Parigi le opere della famosa «scuola» senza poterne connettere un discorso, ma aveva invece — al pari
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pittura per la scultura da parte di Raphael sua moglie una pittura che era «tonale» — dicevano i tonalisti — ma che poco o nulla aveva a che fare
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liriche vanescenze; ma, dopo un lungo ascoltare ed ascoltarsi per percepire l’eco di musiche che non si odono, una smania ci spinge a guardare oltre, nelle
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o sproporzione consapevole tra toraci, quadrati e tumefatti, e gambe filiformi, fra tronchi e teste rimpicciolite; ma, a parte la diversa natura dei
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, invece, l’artista patisce il contraccolpo della radicale astrazione: rimangono i gesti, le pause, le cadenze di un discorso, ma nessuna delle sue parole
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, vien fatto di pensare a Carlo Ramous, e non già perché quest’ultimo si rifaccia al primo, ereditandone i modi, ma perché Ramous comincia dove Negri
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Ma poiché la verità dell’arte è nel suo linguaggio, la risposta all’interrogativo che ci siamo fatti non sarebbe completa se non centrassimo la
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Anche il dipinto «Sogno violento» non è riuscito. E non già perché in esso siano toccati — dall’esterno —1 certi tasti del sadismo, ma perché il
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che il giovane non fu tra i primi a concepire le forme futuriste, ma senza dubbio fra i più limpidi e appassionati a farle proprie.
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Ma il mondo era impazzito da un pezzo per i dada, era, la gigantesca faccenda della guerra, il prodotto di una antica consunzione, della continua
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formalismo di Marc (ma è più raffinato nel colore e sa raccontare nonostante lo stile «difficile»); il grafico Werner Schreib, che condensa diversi
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, una grazia pittorica di immagini nella memoria, ma non tali da avvincere. Preferiamo comunque fra tutte le pitture esposte del Guston «Pittura V» e
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Lardera, i cui dinamismi divertiti raramente si elevano al di sopra dell’oggetto: si, l’opera può anche esser vista nel suo insieme, ma nel ruolo delle
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timida e quasi artigiana rivalsa materica; ma non basta essere l’artista più a Sud di Italia come non figurativo, una specie di sentinella lasciata ai
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Buona e nuova, nelle sue soluzioni non più di spazi plastici, ma di apparizioni di suggestiva forza, la personale di Piero Sadun. Con essa l’artista
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sanguificate, ma assai meno nell’ordine della sua deliziosità; dieci, della produzione ultima, che non vorremmo però dovessero inflazionarsi.
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