finale. Più pratici sono i trattati moderni; i migliori, secondo me, sono quelli tedeschi; ma anche lì ci si affanna parecchio sin da cavarci qualcosa che
e poi riprenderlo, a meno di usare olì e vernici essicanti; ma con l’uso degli essicanti bisogna andar cauti; l’annerimento della pittura e le
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che riguarda i rapporti di tono e di colore. L’ideale sarebbe di avere una tela assorbente sì, ma sulla cui superficie il pennello scivolasse come
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sono lasciato tentare dall’aspetto opaco, ma cionondimeno continuo ad affermare che non è consigliabile lasciare un quadro senza vernice; si può del
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mastice è buona, ma asciuga piuttosto lentamente quindi in certi casi è poco pratica.
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e brillante, ma è meglio farne a meno. La ragione per cui molti quadri di Courbet sono oggi talmente scuriti è dovuta all’uso smoderato che egli
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Il siccativo di Harlem per conto mio non lo consiglio. È chiaro sì e trasparente e non scurisce i colori, ma ha il grave difetto di prosciugare la
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pittura e dargli il tono del quadro da museo. Ma quando si dipinge sopra una tela non assorbente per rendere il prosciugamento dei colori più rapido, si
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assorbente e scoperta, asciuga troppo lentamente e non è consigliabile, ma mescolato a parti eguali con l’essenza di trementina rettificata e dipingendo così
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In quanto al nero ho l’abitudine di usare della polvere di carbonella macinata con l’olio di papavero; è un colore che ha poco corpo ma però in
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di velature. Ma è pure piacevole di lavorare su tele soltanto preparate a gesso. Io ho spesso ottenuto degli ottimi risultati dipingendo su tela da
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dipinti su cartone, ma che avevano negletto quest’operazione, ebbero la spiacevole sorpresa di trovare una mattina i loro quadri imbarcati al punto
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vernici d’ogni genere e sostanze grasse quali la glicerina, ma allora queste sostanze si trovano sempre allo stato di emulsione. Si deve anzitutto
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. Davanti a certi ritratti di Dürer o di Holbein, davanti alla Madonna del Gran Duca o la Madonna della Seggiola quando ci si domanda: ma come
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farli apparire in tutta la loro intensità, bisogna verniciarli allora si ravvivano sì, ma i chiari e specie i bianchi scuriscono; non per nulla i
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Francia fu il caso di Ingres; ma ciò che può fare e le risorse di cui dispone il pittore ricco di possibilità non è il caso di discutere in un trattato
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preoccupano ma, cionondimeno, ogni qualvolta mi capita di rivederne sono stupito io stesso della bellezza e perfezione con cui sono eseguiti; e sono
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pittore leggendo la ricetta soprascritta la rifaccia esattamente e non ottenga i risultati sperati; non per questo deve scoraggiarsi e abbandonarla, ma
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grande trasparenza e luminosità ai colori ma io ne ho fatta anche con gomme di altri alberi ed era altrettanto buona. Se per caso dunque non si trovasse
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buttarlo via come per le altre tempere, ma metterlo in una tazza e batterlo bene finché schiumi abbondantemente; indi si lascia che l’albume depositi e poi
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nella proporzione già detta, ma sempre della stessa emulsione con cui dopo si deve dipingere.
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«brucio» kaio. Ma l’ho scritta così per meglio specificare la stretta parentela e, direi quasi, la perfetta somiglianza che questa tempera, inventata da un
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Questa tempera con l’olio di lino cotto è pure assai bella e luminosa; ma le sue qualità principali sono una grande resistenza e una grande
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encausti antichi; ma non continuarono nelle loro esperienze per le troppe difficoltà che dovettero combattere; tali esperienze furono già fatte nel
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Bisogna con questa tempera dipingere su superfici solide: tavole e cartoni, e ciò non perché tale tempera sia fragile ma perché alla fine, dovendo
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ed elastica. Verniciata si ravviva ma non scurisce; i bianchi non cambiano; i colori non diventano mai troppo opachi già sin dalle prime pennellate
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lavorazione di dettagli come con la tempera a colla, ma possiede tante e tali qualità che per queste si possono fare alcuni sacrifici.
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La tempera grassa è meno pura della tempera magra ma in compenso è più solida, si può lavorare più a lungo e i colori sotto l’azione della vernice
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’ asciugare, ma prima che l’impasto sia completamente asciutto si unisce ancora passandoci sopra il palmo della mano e premendo forte. Poi si lascia asciugare
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dipinge con un po’ di trementina. Si possono ottenere dei belli effetti non coprendo interamente la tela ma lasciando scoperte, verso i lati, alcune parti
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facile possa indurre in tentazione; ma non bisogna fidarsi, presto questa materia piglia un aspetto antipaticamente cristallino, scurisce e le fatali
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asciutto, è sempre consigliabile inumidire la parte ove si deve lavorare e ciò non soltanto per la buona conservazione della pittura ma anche perché la
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Spesso mi capita, visitando un’esposizione, di chiedermi perché la maggior parte dei quadri, non solo non seducono, ma sono perfino spiacevoli a
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Io credo dunque che anche senza ricorrere alle ricette della tempera e alle grandi raffinatezze tecniche, ma limitandosi ai sistemi facili e
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aiutati nella ricerca dei rapporti di tono e di colore; e, poiché tale preparazione non è destinata a essere velata ma coperta, quindi non dovendo
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I primi strati di questa ripresa del lavoro diventano per forza opachi, perché l’olio è presto assorbito dall’impasto neutro che sta sotto, ma, via
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bacinella piena d’acqua; ma è un sistema poco efficace, specie quando l’impasto è sottile. Può servire però con quadri di piccole dimensioni.
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Mariòla, quasi soffocata tra la folla tumultuante, lotta per divincolarsi dalla stretta degli uomini che la tengono, e grida, ma senza poter
Gherardo ha udito, e nella sua mente una luce improvvisa ha lampeggiato, che lo trasfigura. Ancora trema, ma non più di terrore, sì di speranza.
Gherardo ha assistito al breve assedio dei due soldati dal cortile della sua casa. Due tre volte ha mosso il piede, per andare e intromettersi, ma
Si avvinghia a Gherardo, il corpo scosso da brividi e fremiti. Egli la stringe un momento al suo petto, smarrito. Ma subito la respinge con una
E s'avanza, e gli è sopra, e lo percuote col tallone su la schieria. Ma a questo punto una fanciulla che stava a osservare dal limitare del portone
avvinazzati, sgraziate e rauche, ma la canzone è fresca e ariosa.
istintivamente la trascina verso la strada che passa dietro la casa dei Putagi, per fuggire: ma anche da questa escono altri due famigli: e alcuni altri
di prima ricantare "Alavi'. Alavia" . Indugia, le manca il coraggio. Ma come ode dietro a sé Gherardo ripeterle "va' via, va' via", esce. E si
. Gherardo d'un baldo si rizza, e fa un passo come per fuggire. Ma si arresta, si ritrae, si accosta al sedile di pietra sotto la loggetta, e vi si
autorità, fuor che un mantello, bianco come la tonaca, che gli altri frati non hanno. E confuso tra i frati egli è rimasto sino a questo punto. Ma come
famigli armati: e Gherardo è in mezzo a loro senza mantello e senza tonaca, ma vestito di una corta tunica rossastra, scollata e con le maniche corte, e
lampada accesa. È l'alba. Vapori vaganti per l'aria, ma il cielo è tutto sereno. Il portone che è nel cortile della casa di Gherardo si apre, e Gherardo ne
sconosciuta che leggeva in una cabina sola. Poi la intravidi un momento alla stazione dove io cambiavo treno, ma tra la folla, la persi subito di