e manda di tempo in tempo qualche languido focherello. | Ma | non basta! Ma non basta! Ho un giovane caminetto dalle |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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tempo in tempo qualche languido focherello. Ma non basta! | Ma | non basta! Ho un giovane caminetto dalle vampe bionde, che |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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vampe bionde, che non mi brucia, mi consola, mi fa sognare. | Ma | non basta! Ma non basta! Ho un maturo, bollente scaldamani, |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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che non mi brucia, mi consola, mi fa sognare. Ma non basta! | Ma | non basta! Ho un maturo, bollente scaldamani, una palla di |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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tal volta per trastullo posando il libro o l'uncinetto. | Ma | non basta! Ma non basta! Ho un vecchio devoto scaldapiedi |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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per trastullo posando il libro o l'uncinetto. Ma non basta! | Ma | non basta! Ho un vecchio devoto scaldapiedi che mi serve |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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| Ma | io ... non ho figlia! |
LE ULTIME FIABE -
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| Ma | così corrono i figli dei villani! |
LE ULTIME FIABE -
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palazzo reale, si, | ma | in campagna non vogliamo fatte osservazioni! |
LE ULTIME FIABE -
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| Ma | Reginotta! ... (Depone in un angolo, per terra, un bel |
LE ULTIME FIABE -
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Lo sento un po' anch'io il maleficio; | ma | resisto. Non dormo, dormiglio. (Sbadiglia.) |
LE ULTIME FIABE -
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Mago! ... Tutto quel che vorrete! | Ma | mutate le teste del Reuccio e della Reginotta! |
LE ULTIME FIABE -
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quel che vorrete, gran Mago! | Ma | mutate le teste del Reuccio e della Reginotta ... |
LE ULTIME FIABE -
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| Ma | Reuccio! ... (Depone anch'essa, in un angolo, per terra, un |
LE ULTIME FIABE -
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sparire Centovite): | Ma | dunque, è destino? Per tutto il male che ho fatto agli |
LE ULTIME FIABE -
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offrì questo suo Racconto a parecchi giornali, | ma | nessuno volle accettarlo. I più benigni si contentarono di |
STORIE ALLEGRE -
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per i genitori brontoloni e per i maestri tiranni! ... | Ma | oramai ci vuol pazienza! e i ragazzi, con la scusa di farli |
STORIE ALLEGRE -
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"La conquista della felicità" egli ci enumera, bonariamente | ma | con la precisione consueta, i molti modi assurdi che |
La ricerca delle radici -
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che i problemi eterni, non solo della conoscenza, | ma | anche del "che fare", sono accessibili alla nostra ragione. |
La ricerca delle radici -
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buon amico: ci dice che la condizione umana è miserabile, | ma | che è ozioso attardarsi a compiangerla, e doveroso |
La ricerca delle radici -
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Le rane sono maligne! | Ma | domani verrò qui con una mazza ... E una, due, tre! ... |
LE ULTIME FIABE -
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sbuffando, e si rimette in ascolto.) icono ... | Ma | ora è una sola ... Ah! ... È lei! ... È lei! ... La "fata |
LE ULTIME FIABE -
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la scure e taglia la testa; | ma | anche questa volta il giovane si rizza in piedi, e subito |
LE ULTIME FIABE -
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posto dove sta a sedere questo ragazzo che è Mario Betti, | ma | noi si chiama il Mi' lordo perché va vestito tutto per |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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quando è ritornato al suo posto non si è accorto di niente. | Ma | dopo un po' di tempo la pece sulla quale stava a sedere gli |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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ha il Betti? - Ecco, io... - Zitto! - Ma... - Fermo!... - | Ma | io non posso... - Zitto e fermo! Guai se lo vedo muovere un |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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- Zitto e fermo! Guai se lo vedo muovere un muscolo!… - | Ma | scusi, io non posso... - Non può? Non può star zitto né |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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Non può star zitto né fermo? Allora esca dal suo posto... - | Ma | io non posso... - Vada fuori di scuola! - Non posso... - |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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del banco, con l'intenzione di buttarlo fuori di scuola, | ma | l'ha lasciato subito, perché ha sentito un gran crac e s'è |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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era rimasto attaccato sul sedile. Muscolo è rimasto male... | ma | è rimasto peggio il Mi' lordo e bisognava vederli tutti e |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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rabbia, ha urlato: - Tutti fermi! Tutti zitti! Guai se... - | Ma | non ha avuto il coraggio di finire il suo solito |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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che stiamo nel banco dietro a quello del Mi' lordo | ma | non ci sono state spiate, fortunatamente, e la cosa è |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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di «sì Eminenza» moveva senz’altro all’infame missione. | Ma | su Clelia vegliava Attilio, suo compagno d’infanzia, |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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effeminata data alle dissipazioni, piegata al servaggio, | ma | di quella da cui usciva un giorno il nerbo di quelle |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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privato: temevo che uscisse dai ranghi, non per difetto | ma | per eccesso; che non passasse per le porte, insomma. In |
La ricerca delle radici -
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"Moby Dick" c' è tutto quello che mi aspetto da un libro, | ma | anche molto di più. C' è l' esperienza umana, i mostri, il |
La ricerca delle radici -
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alla bocca una fetta di gallinaccio, | ma | fata Azzurra gliela leva dalla forchetta e la depone nei |
LE ULTIME FIABE -
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la scure, e taglia la testa che rotola per terra. | Ma | il giovane si rizza in piedi, e subito una nuova testa gli |
LE ULTIME FIABE -
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era confusa come il nuovo compare e col contegno suo freddo | ma | dignitoso, rimise alla via |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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ho portato un po' di pane e un po' di acqua ... | Ma | non posso darteli. La chiave della cella l'ha il Re ! Vuol |
LE ULTIME FIABE -
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Olga ha ascoltato con molta curiosità. Poi ha detto: - | Ma | vedete un po' che testa ho io! Ho tenuto per tanto tempo un |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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corsa a pigliarlo per restituirlo alla mamma che diceva: - | Ma | le pare! Ma le pare! - Ecco! Questo si chiama ragionare! |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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per restituirlo alla mamma che diceva: - Ma le pare! | Ma | le pare! - Ecco! Questo si chiama ragionare! Infatti se la |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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È colpa mia dunque, se la signora Olga è tanto distratta? | Ma | il più bello è stato quando la mamma e l'Ada hanno dovuto |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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anche delle medicine per guarire della cleptomania? Ah! | Ma | questo è un episodio graziosissimo, degno di un romanzo!... |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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confuse perché si aspettavano, invece, chi sa che scena! | Ma | quando siamo venuti via non ho potuto far a meno di dir |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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nella caverna del Ciclope. Ha perso molti compagni, | ma | poi la sua astuzia ha avuto ragione della rozza violenza di |
La ricerca delle radici -
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espediente dei montoni. Potrebbe andarsene in silenzio, | ma | preferisce portare a compimento la sua rivincita: è fiero |
La ricerca delle radici -
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del suo coraggio e del suo ingegno. È "un uomo da nulla", | ma | vuole far sapere alla torre di carne chi è stato il mortale |
La ricerca delle radici -
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che mi sembra fondamentale, e che vorrei avere scritto io: | ma | non ne sarei stato capace, perché ad Auschwitz il mio |
La ricerca delle radici -
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duplice ruolo lo espose ad un pericolo grave e costante, | ma | gli permise di raccogliere una messe sterminata di notizie |
La ricerca delle radici -
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uno scopo dichiarato, non per accusare né per commuovere, | ma | per aiutare a capire. Ha condotto a termine un' impresa |
La ricerca delle radici -
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e di interrogare i pochi superstiti fra i prigionieri, | ma | ha spinto l' indagine dall' altra parte, ai colpevoli di |
La ricerca delle radici -
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ci rassomigliano. Non hanno sangue diverso dal nostro, | ma | hanno infilato, consapevolmente o no, una strada rischiosa, |
La ricerca delle radici -
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poteva vivere miseramente sì, | ma | indipendente ed il profitto della sua industria serviva al |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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mancante il suo giovane amico. Così durò vari anni, | ma | Siccio diventava vecchio, alcuni malanni dell’età lo |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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solo. Accattare era doloroso per l’anima onesta di Siccio, | ma | bisognava pur mangiare e bisognava mantenere il suo |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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sollevò alquanto la miseria dei nostri poveri congiunti, | ma | Muzio che aveva imparato la sua storia e conosciuta la |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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levare, Muzio a 18 anni li maneggiava quasi scherzando. | Ma | intanto niuno lo aveva mai veduto stendere la mano, ragione |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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condizione vostra e quella di Muzio. Voi non mi conoscete | ma | quand’anche giungeste a conoscermi non dite mai al vostro |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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poesia come strumento per rendere il mondo un po' migliore, | ma | non penso che nutrisse grandi illusioni. Era uno di quegli |
La ricerca delle radici -
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rammolliti rappresenta una classe che è scomparsa, | ma | un tipo umano che sopravvive. |
La ricerca delle radici -
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- Abbracciami, collega... - Dammi un bacio, fratello! - | Ma | chi ti disse... - Il tetto dove attaccasti il nido? Me l'ha |
FIABE E LEGGENDE -
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l’adoro quel peccator romano! Lo tengo sempre meco; | ma | un ultimo esemplare che avea comprato a Siena, lo diedi al |
FIABE E LEGGENDE -
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- É un giocherello! - Chi guadagna e chi perde! - Via, | ma | vendere un libro che non costa un ducato... - Erano quattro |
FIABE E LEGGENDE -
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i suoi piedi. Si fermò, un po' sorpreso, e rispose di sì, | ma | che aveva fretta di rientrare. _ Ho fretta anch' io, non si |
La stampa terza pagina 1986 -
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gli abitanti della Terra? _ Su per giù quattro miliardi. | Ma | perché lo chiede proprio a me? _ Per puro caso, mi creda. |
La stampa terza pagina 1986 -
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dire, come digerite? C' è chi digerisce bene e chi male. | Ma | chi è lei? Non vorrà mica vendermi delle medicine a quest' |
La stampa terza pagina 1986 -
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trasmissioni delle vostre tv non si fermano alla ionosfera, | ma | proseguono nello spazio. Ci mettono undici anni abbondanti, |
La stampa terza pagina 1986 -
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proseguono nello spazio. Ci mettono undici anni abbondanti, | ma | arrivano fino a noi abbastanza distinte. Io, per esempio, |
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reso conto di come mangiate e di quello che mangiate, | ma | nessuno di noi ha idea di come digerite. Perciò la prego di |
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voce era proprio come quelle che si sentono in tv: chiara | ma | insipida e snervata. _ Perché passate tanto tempo a lavarvi |
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e dànno la cera ai pavimenti _. Elio cercò di rettificare, | ma | l' intervistatore aveva fretta, e continuò: _ Come vi |
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dalla tv), sull' eredità, sulla gravidanza e sul parto, | ma | lo straniero lo interruppe: voleva sapere a quanti anni |
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gli stava spiegando che il vestito non cresce addosso, | ma | si compera, si accorse che stava spuntando l' alba, e nella |
La stampa terza pagina 1986 -
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ai suoi piedi; o meglio, non proprio una pozzanghera, | ma | come una grossa chiazza di marmellata bruna. Anche lo |
La stampa terza pagina 1986 -
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quanto io so del mondo mi è pervenuto attraverso i sensi: | ma | se i sensi mi ingannassero, come avviene nei sogni? Se le |
L'altrui mestiere -
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quotidiani. Allo stesso modo è non contraddittoria, | ma | improbabile, l' ipotesi che la Terra sia il centro immobile |
L'altrui mestiere -
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Sono entusiasticamente d' accordo con le sue conclusioni, | ma | alcuni suoi argomenti mi lasciano perplesso. Sarebbe lecita |
L'altrui mestiere -
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dall' uovo? Non certo che queste creature siano "cattive": | ma | pare necessario ammettere che le categorie morali, il bene |
L'altrui mestiere -
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comportamento. Gli animali devono bensì essere rispettati, | ma | per motivi diversi. Non perché sono "buoni" o utili a noi |
L'altrui mestiere -
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Non perché sono "buoni" o utili a noi (non tutti lo sono), | ma | perché una norma scritta in noi, e riconosciuta da tutte le |
L'altrui mestiere -
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che il nostro dolor"; le certezze del laico sono poche, | ma | la prima è questa: è ammissibile soffrire (e far soffrire) |
L'altrui mestiere -
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sofferenza evitata a sé o ad altri. È una norma semplice, | ma | le sue conseguenze sono complesse, ed ognuno lo sa. Come |
L'altrui mestiere -
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lo sa. Come commisurare i dolori degli altri coi propri? | Ma | il solipsismo è una fantasia puerile: gli "altri" esistono, |
L'altrui mestiere -
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dubbio se un insetto percepisca il dolore al modo nostro, | ma | lo percepiscono probabilmente gli uccelli e certamente i |
L'altrui mestiere -
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ogni vita, il dolore in tutte le sue forme; ed è strano, | ma | bello, che a questo imperativo si giunga anche a partire da |
L'altrui mestiere -
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e ignorantissima della nostra. Certo, mi aspettava; | ma | ciò non le impedi di manifestare una candida meraviglia per |
Il maleficio occulto -
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arrestato sulla soglia, ingoiò ancora della saliva. | Ma | io ho, per le vocali isolate, un certo qual disdegno, e |
Il maleficio occulto -
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mi ha detto.... - Oh, certo. Donna Clara non è uscito, | ma | sta preparando sé alla teatra. teatra.- Sta vestendosi? |
Il maleficio occulto -
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donna Clara. aggiungendo che desidero e debbo salutarla. - | Ma | signoro, questo è ordine per tutte. Donna Clara non riceve, |
Il maleficio occulto -
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nemmeno il mio sesso, m'avrebbe esacerbato troppo. | Ma | miss Lucy disse: - Oh! - e mentre se ne andava ad |
Il maleficio occulto -
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era il solo vocabolo che io conoscessi discretamente. | Ma | uno sbatacchiar di porte mi fece rivolgere il capo; e vidi |
Il maleficio occulto -
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di volersi avventare contro il suo piccolo avversario: | ma | Raffaello, svelto come uno scoiattolo, lo abbracciò subito |
STORIE ALLEGRE -
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feci da sentinella avanzata. E me ne ricorderò sempre! ... | ma | oramai t'ho bell'e perdonato e non ci penso più. Però tutte |
STORIE ALLEGRE -
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... o come chi dicesse, una tentazione di ricattarmi ... | ma | oramai ti ho bell'e perdonato e non ci penso più! E per |
STORIE ALLEGRE -
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fame da lupi! ... Abbi pazienza, Leoncino, se te lo dico: | ma | quella celia fu una gran brutta celia e me la rammenterò |
STORIE ALLEGRE -
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a dir la verità, se ne sarebbe tirato indietro volentieri; | ma | dopo essersi vantato tanto, non poteva più scansare la |
STORIE ALLEGRE -
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amor proprio, si metteva al rischio di rompersi il collo); | ma | i ragazzi hanno avuto sempre il brutto vizio di voler |
STORIE ALLEGRE -
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che fu dapprima rabbino e poi commerciante sfortunato, | ma | che in questo suo itinerario seppe raccogliere una tale |
La ricerca delle radici -
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nei villaggi all' integrazione urbana e borghese; | ma | nel suo microcosmo si riflettono (con colori peculiari) i |
La ricerca delle radici -
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in un mondo statico da secoli. Tewje ne fa parte: soffre, | ma | una lunga esperienza lo ha reso diffidente per i |
La ricerca delle radici -
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di Tobia) è quello di un altro giusto che accetta il Male, | ma | non è un rassegnato. È rivelatrice, ed è un tratto di genio |
La ricerca delle radici -
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dei "kilàim", i miscugli illeciti. Tewje è un semplice, | ma | ha un' idea alta e nobile della vita dell' uomo sulla |
La ricerca delle radici -
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terra; è un sacerdote perché ogni ebreo è un sacerdote, | ma | insieme calza stivali, beve acquavite, frusta il suo povero |
La ricerca delle radici -
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Aveva un altro fazzoletto mio! - E l'ampolliera d'argento? | Ma | io mi domando come avrà fatto a portar via l'ampolliera! |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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suo marito stasera stessa. - Io ridevo dentro di me, | ma | ho fatto finta di nulla, e anzi, ho detto a un tratto: - |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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» la bimba rispondeva: « Ognuno può imparare se vuole, | ma | nes- suna può esser bella come me.» Un giorno seduta nel |
Le Fate d'Oro -
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Rosettina e si la- sciò cadere sotto il peso del fastello; | ma | nel cadere tirò gli orecchi a Rosellina. La bambina non |
Le Fate d'Oro -
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landa, corse via per andarsi a guardare allo specchio. | Ma | nello specchiarsi gettò un grido; gli orecchi le erano |
Le Fate d'Oro -
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d'insegnarle il modo di liberarsi da quegli orecchi; | ma | non trovò più nè la vecchia nè il fastello, e si mise a |
Le Fate d'Oro -
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La strega le fece molte frizioni con pomate e unguenti, | ma | gli orecchi cre- scevano sempre e il pelo si faceva più |
Le Fate d'Oro -
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lacrime. Aveva sognato di sposare per lo meno un principe; | ma | ora chi l'a- vrebbe presa con quegli orecchi d'asino? Un |
Le Fate d'Oro -
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La strega pensò un pezzo e disse: - Non capisco bene, | ma | avrà voluto dire che tu faccia la carità a tutti quelli che |
Le Fate d'Oro -
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un pezzo di pane; poi andava a guardarsi allo specchio, | ma | gli orecchi non scemavano. Allora incominciò a regalare i |
Le Fate d'Oro -
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scemavano. Allora incominciò a regalare i suoi ve- stiti, | ma | gli orecchi non scemavano. Dette tutto quel che le era |
Le Fate d'Oro -
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non scemavano. Dette tutto quel che le era superfluo, | ma | gli orecchi eran sempre lunghi e pelosi. Un giorno passò un |
Le Fate d'Oro -
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gli storpi, i poveri passassero davanti alla sua casa; | ma | andò a cercarli per tutto e si diede a curarli sperando che |
Le Fate d'Oro -
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Il pelo cadeva a poco a poco dopo ogni atto caritatevole, | ma | gli orecchi ri- manevano lunghi lunghi. A forza di curare |
Le Fate d'Oro -
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e avrebbe volentieri mangiato quell’ultimo pezzo di pane, | ma | vedendo il cane cogli occhi smorti, che an- sava e non |
Le Fate d'Oro -
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stata morsa E corse alla fontana per bagnarsi le ferite; | ma | davanti alla fontana rimase a bocca aperta. Gli orecchi |
Le Fate d'Oro -
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| ma | sanguinosi furono gli ultimi episodi della vita militare |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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nel fiele e se sovente si tempera non col gentile temperino | ma | coll’acuto triangolare, terribile pugnale del carbonaro, ne |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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mirare indifferente gli sforzi d’una nazione infelice, | ma | generosa, annientati da una caterva di epuloni traditori |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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per il bene! ... (Lanciando un'occhiata alle Cameriere.) | Ma | so anche punire i tristi! ... |
LE ULTIME FIABE -
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non conosceva; morto di umidità, di noia e di aria marina. | Ma | era un uomo d' ordine, che stava dove lo mettevano; se lo |
Lilit -
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il treno e tornava in città per passare la notte con Eva, | ma | poi se ne ripartiva al mattino tutto triste, perché gli |
Lilit -
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grandi scoperte, in una passeggiata ne fai magari molte, | ma | piccole. Granchiolini verdi che, anche loro, vanno a spasso |
Lilit -
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sugli scogli, e non è vero che camminino all' indietro, | ma | piuttosto di fianco, in una maniera buffa: simpatici, ma |
Lilit -
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ma piuttosto di fianco, in una maniera buffa: simpatici, | ma | Umberto si sarebbe fatto tagliare un dito piuttosto che |
Lilit -
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un dito piuttosto che toccarne uno. Norie abbandonate, | ma | avevano ancora intorno la pista circolare dove aveva |
Lilit -
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vino e pasta di casa che a Milano neanche te li sogni. | Ma | la scoperta più curiosa era stata la Bomboniera. La |
Lilit -
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torrette che avevano la forma di corolle di tulipano, | ma | di fatto erano gabinetti; lo dimostravano i quattro tubi di |
Lilit -
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al giorno, sempre alla stessa ora, con qualunque tempo, | ma | per pochi minuti; portava abiti di buon taglio ma fuori |
Lilit -
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tempo, ma per pochi minuti; portava abiti di buon taglio | ma | fuori moda, un ombrellino, un cappello di paglia a larga |
Lilit -
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decisi, come se avesse fretta di raggiungere una meta, | ma | invece percorreva il solito itinerario, rientrava e subito |
Lilit -
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ricca. Faceva molta beneficenza. Sorrideva a tutti | ma | non parlava con nessuno. Andava a messa la domenica |
Lilit -
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dal farmacista. La villa, l' aveva comperata il marito, | ma | di lui nessuno si ricordava più, forse non era neppure un |
Lilit -
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era stato fatto prigioniero e internato presso Pavia, | ma | poi era evaso e aveva raggiunto i partigiani. Non era stato |
Lilit -
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il libro. La coincidenza del nome poteva essere casuale, | ma | gli ritornava sullo schermo della memoria quel cognome |
Lilit -
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della sua pleurite; non ne trovò alcuno plausibile, | ma | raccontò una fandonia a Eva, e un sabato partì lo stesso, |
Lilit -
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mezza bugia fabbricata all' istante. Lui abitava a Milano | ma | era della Val Tidone: aveva sentito dire che la signora |
Lilit -
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guadagnava ad essere vista da vicino ; la fronte era rugosa | ma | fresca e ben modellata, e dagli occhi traspariva una luce |
Lilit -
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una luce ridente. Sì, ci era stata, molti anni prima; | ma | lui, da dove aveva saputo quelle notizie? Umberto |
Lilit -
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_ Lei è lituana, vero? _ Ci sono nata; è un paese infelice. | Ma | ho studiato altrove, in diversi altri luoghi. _ Così parla |
Lilit -
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_ Me lo dia! Umberto tentò una parata e una ritirata, | ma | con scarsa convinzione; si era reso conto in quel momento |
Lilit -
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sedette anche lui. Sul viso di Harmonika, ancora giovanile | ma | rosso per le molte venuzze dilatate, si vedevano passare i |
Lilit -
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talmente a lungo che Umberto temette si fosse offesa; | ma | poi sorrise e rispose: _ Mi guardi. Sono passati più di |
Lilit -
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del libro: mi accontenterei anche solo di esserlo stata, | ma | non lo sono mai stata. Non ero io a trascinare l' inglese; |
Lilit -
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sgridata avuta ed egli mi ha detto tutto meravigliato: - | Ma | se l'avvocato Maralli, anzi, dice che è stato lui che ha |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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il ricco zio di farlo erede del lauto patrimonio, | ma | con la predicazione sincera delle proprie idee lo convinse |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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il giornale era fatto dal babbo di Gigino gli ho detto: - | Ma | come! Ma qui il tuo babbo ha sbagliato!... Quando lo vedrà |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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era fatto dal babbo di Gigino gli ho detto: - Ma come! | Ma | qui il tuo babbo ha sbagliato!... Quando lo vedrà il |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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il Maralli, quest'articolo, starete freschi!... - Che dici? | Ma | il Maralli l'ha visto e come! - L'ha visto? - Non solo l'ha |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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l'ha visto e come! - L'ha visto? - Non solo l'ha visto, | ma | prima hanno discusso a lungo, lui e il babbo, se conveniva |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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scritto il Maralli stesso... - Io sono rimasto di stucco: | ma | Gigino Balestra, che è più infarinato di me di cose |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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con l’Unione Nazionale sentissi che cosa non si dicono!... | Ma | il babbo, mentre gliene scrive di quelle da levare il pelo, |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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sarebbe un giornalista di prim'ordine, lo dicono tutti: | ma | lui dice gli rendono più i pasticci con la crema che quelli |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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eletto deputato. Perché? Non lo so neppur io precisamente; | ma | mi pare che avere un deputato in famiglia sia una cosa |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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che si gridi: Evviva la lega! - Ci anderei volentieri, | ma | non so se il babbo mi ci manderà... Vedremo. |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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a forma penitenziaria; architetto ne fu Francesco Croce; | ma | non fu terminato. _ Ebbe gli elogi del benefico Howard, e |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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Povero signor Venanzio! Era un po' uggioso, ne convengo, | ma | era un buon uomo e mi dispiace molto che se ne sia andato. |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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so tutto, Maestà! So financo che avete perduto una chiave; | ma | a me non occorre. Entro pel buco della serratura. (La |
LE ULTIME FIABE -
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dell'avvocato Maralli? - È vero - gli ho risposto - | ma | il Maralli non è quello che dici tu: invece è un uomo |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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poco da ridere! - gli ho detto scotendolo per un braccio. - | Ma | non sai - ha ripreso lui - che per fare il deputato ci |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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ripreso lui - che per fare il deputato ci vogliono dimolti, | ma | dimolti quattrini? Sai chi sarà deputato? Mio zio Gaspero: |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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dimolti quattrini? Sai chi sarà deputato? Mio zio Gaspero: | ma | lui è commendatore e il Maralli no; lui è stato sindaco e |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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d'uscita dicendogli: - Ora facciamo i conti fra noi! - | Ma | lui ha affrettato il passo e, appena fuori, è montato |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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l' erba, i fiori e le foglie che era costretta a mangiare, | ma | era felice di poter vivere senza spegnere altre vite, come |
Lilit -
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tempo c' erano stati molti ceppi che pungevano la schiena, | ma | Brokne li aveva sradicati uno per uno. Venivano in quel |
Lilit -
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anche gli unicorni ed i minotauri, timidi come ombre, | ma | solo ad ora tarda, quando il crepuscolo cede alla notte. |
Lilit -
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parti in ombra. Danuta lo toccava delicatamente col dito, | ma | il ponte resisteva, sembrava proprio fatto di roccia. Un |
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di forma adatta, e cercò di edificare un ponte come quello, | ma | che fosse della sua misura; non ci fu verso, non appena |
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a Brokne come, quando e da chi il ponte era stato fatto, | ma | Brokne le rispose di malumore che il mondo è pieno di |
Lilit -
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più vicina. Danuta sedette lì accanto con le mani tese, | ma | l' animaletto non accennava ad uscire. Le era sembrato |
Lilit -
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scappare. Infilò un dito nell' apertura della grotta, | ma | sentì una puntura e lo ritirò subito di scatto con una |
Lilit -
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sul polpastrello. Aspettò fino a buio, poi se ne andò, | ma | a Brokne non raccontò niente. Il piccolino doveva avere una |
Lilit -
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fiamme e si svegliò di soprassalto; l' incendio non c' era | ma | l' odore dell' incendio sì, e Danuta vide sull' altro |
Lilit -
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e regolare, come quando i picchi perforano le cortecce, | ma | più lento. Cercò di avvicinarsi a vedere, ma appena lei si |
Lilit -
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le cortecce, ma più lento. Cercò di avvicinarsi a vedere, | ma | appena lei si muoveva il rumore cessava. Venne finalmente |
Lilit -
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e si mostrava di frequente fra un albero e l' altro, | ma | se Danuta accennava ad avvicinarsi scappava svelto a |
Lilit -
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addosso e lo intrappolò fra i cavi delle mani. Era piccolo | ma | fiero: aveva con sé quel suo arnese lucente, e tirò due o |
Lilit -
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dei suoi; si sporse dalla sponda e vi depose il piccolino, | ma | questo, appena libero, si buttò nella corrente, e sarebbe |
Lilit -
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stava scendendo la notte, era ora di andare a dormire. | Ma | Danuta non volle sentire ragione, l' aveva preso lei, era |
Lilit -
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domestico. Provò a presentargli un ciuffo d' erba, | ma | lui girò la testa dall' altra parte. Brokne sogghignò che |
Lilit -
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sarebbe morto, e si stese in terra già mezzo addormentato, | ma | Danuta scatenò un capriccio d' inferno, e tanto fece che |
Lilit -
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molto grazioso: aveva viso, mani e piedi minuscoli | ma | ben disegnati, e non doveva essere un bambino, perché aveva |
Lilit -
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contro il petto. Appena si svegliò cercò subito di fuggire, | ma | dopo qualche giorno incominciò a farsi più lento e pigro. _ |
Lilit -
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erba, le foglie tenere, perfino le ghiande e le faggiole. | Ma | non doveva essere per selvatichezza, perché invece beveva |
Lilit -
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gli occhi e temeva che al buio si ammalasse. Aveva provato, | ma | senza concludere nulla: aveva divelto dei frassini alti e |
Lilit -
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piccolino e aveva legato insieme le chiome con dei giunchi, | ma | le sue dita erano grosse e maldestre, e ne era venuto fuori |
Lilit -
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gli alberi. Brokne disse: _ Va bene così. Lo avresti amato, | ma | era troppo piccolo, e in qualche modo il tuo amore lo |
Lilit -
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aria ferma e gelida: sì, come le sbarre di una gabbia, | ma | questa volta dentro erano loro. Lungo tutta la cresta delle |
Lilit -
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della valle dove pareva che i fuochi fossero più radi, | ma | poco dopo dovettero tornare indietro tossendo e lacrimando, |
Lilit -
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| ma | la impiegano e pochi ve ne sono che non possiedano qualche |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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avete marinai non secondi ai migliori di qualunque nazione | ma | vi mancano gli ufficiali che stieno al paragone. Aveste |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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potrei contarne veramente, perché pochissimo vi sono andato | ma | in terra ne ho passata la mia parte e se non vi dà noia |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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del mondo ... - E dopo? - egli obbiettava. - Hai ragione. | Ma | per riflettere bisognerebbe essere calma ... Oh, è piú |
GIACINTA -
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di me! ... Già tu sei un uomo, e non puoi comprendere. - | Ma | dev'essere così! - Dev'essere cosí? Dev'essere cosí? E di |
GIACINTA -
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dove affondava come piú dibattevasi per uscirne? - | Ma | dev'esser così! - Era vero: doveva esser cosí! Però il |
GIACINTA -
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oggi esistenti sulla Terra, non sussistono ambiguità, | ma | i dubbi nascono e si ingigantiscono a mano a mano che si |
La stampa terza pagina 1986 -
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in specie, con mirabile maestria ed economia di materiale. | Ma | la loro celletta esagonale è una sola, e la loro arte, pur |
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li troviamo in mostra dagli antiquari e dai ferrivecchi, | ma | nessuno li vuole più, neppure come ornamento, né tanto meno |
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è per lo più razionale, dettata da una lunga esperienza; | ma | a un esame più attento vi si ravvisano talvolta elementi |
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esitò a modificare gli stampi e a entrare in produzione, | ma | l' esito fu disastroso. Il consumatore rifiutò la forma |
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al liquido o al gas che si prevede di immagazzinarvi, | ma | questo non basta. Deve, per esempio, trattenere il vino ma |
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ma questo non basta. Deve, per esempio, trattenere il vino | ma | lasciar passare la luce, e qui soccorre il vetro delle |
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Lui l' aveva disegnata per conservare l' elio liquido, | ma | oggi serve egregiamente anche per i picnic. O trattenere i |
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stesse finestre delle nostre case ne contengono un piccolo | ma | raffinato arsenale. I vetri normali lasciano passare le |
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arsenale. I vetri normali lasciano passare le immagini | ma | sono di barriera all' aria e alla temperatura esterna; le |
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esterna; le persiane, al contrario, ammettono l' aria | ma | non la luce; le imposte, né l' aria né la luce; le tendine, |
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l' aria né la luce; le tendine, la luce e in parte l' aria | ma | non le immagini; i vetri smerigliati, la luce ma non le |
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l' aria ma non le immagini; i vetri smerigliati, la luce | ma | non le immagini né l' aria; le inferriate dei piani |
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terreni, aria, luce, immagini e perfino gatti e mani tese, | ma | non corpi umani interi. E stimolante pensare che il nostro |
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Agli gnomi che negli Stati Uniti, in Unione Sovietica, | ma | anche a Frascati stanno meditando questa bottiglia, che |
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stesso interesse auguriamo buon lavoro, e idee felici | ma | non troppo audaci. Noi non sappiamo, né sappiamo se loro |
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e del massimo danno: due porte contigue, due serrature, | ma | la chiave è una sola. |
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che mi offrivano era ai limiti della sopravvivenza, | ma | la sistemazione logistica, dati i tempi, e dati soprattutto |
L'altrui mestiere -
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era vetusto, squallido, pieno di macerie e di fango; | ma | poco lontano, rinchiuso fra due collinette verdeggianti, c' |
L'altrui mestiere -
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l' ingegnoso maggiordomo Jeeves dei romanzi di Wodehouse; | ma | da una narice gli usciva un tratto di spago, fissato sulla |
L'altrui mestiere -
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volsi all' altro mio vicino, che era il medico di fabbrica; | ma | questi ignorò il mio sguardo e non fece commenti. Pensai |
L'altrui mestiere -
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cuoca, venne a servire tavola una ragazza sulla trentina, | ma | con il corpo già sformato: era pallida, biondiccia, e non |
L'altrui mestiere -
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non c' entra, _ continuò: _ Lei è appena arrivato, | ma | questa faccenda la sa tutta la fabbrica, anzi, tutto il |
L'altrui mestiere -
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tirare la catena, come nei gabinetti, e filare via, | ma | in fretta. Non si dormiva mai tanto tranquilli, neanche |
L'altrui mestiere -
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e gli diceva un po' sì e un po' no, perché Milio era ricco | ma | beveva, e aveva anche avuto a che fare con la giustizia per |
L'altrui mestiere -
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vedere in giro con Clemente: Clemente era un bel ragazzo, | ma | timido, e siccome zoppicava un pochino non lo avevano preso |
L'altrui mestiere -
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a fare il soldato. Quelli non erano tempi per sposarsi, | ma | Marisa e Clemente si sono sposati lo stesso: c' è chi dice |
L'altrui mestiere -
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era guardato di giorno e di notte da due sentinelle, | ma | le sentinelle rubavano il cotone anche loro e lo vendevano |
L'altrui mestiere -
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le calze tutte bucate". Clemente disse che avrebbe provato, | ma | non si decideva mai. Allora Milio disse che ci avrebbe |
L'altrui mestiere -
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mai. Allora Milio disse che ci avrebbe pensato lui; | ma | siccome voleva vendicarsi, invece di rubare il cotone rubò |
L'altrui mestiere -
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fece un paio di calze lunghe. Le davano un po' di prurito | ma | tenevano caldo. Per tutto l' inverno non accadde niente; a |
L'altrui mestiere -
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finito al muro. Una punizione la meritava sicuro, | ma | non fino a quel punto. Non era un' aquila, l' ho |
L'altrui mestiere -
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finire?", ho chiesto io. "La ragazza è guarita in tre mesi, | ma | non è più quella di prima. Mangia poco, non dorme, ogni |
L'altrui mestiere -
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fino a guerra finita; così sono andati con i partigiani, | ma | in due bande diverse". |
L'altrui mestiere -
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i fanali, il traffico serale si faceva sempre più intenso, | ma | quella signora non accennava ad andarsene. Aveva già fatto |
Lilit -
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che lo sconosciuto sapesse non solo i suoi dati anagrafici, | ma | anche diverse cose sul suo conto. C' era fretta? Non c' era |
Lilit -
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media statura, sulla cinquantina, coi capelli neri sul capo | ma | bianchi sulla nuca e sulle tempie, e non era né molto |
Lilit -
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ne intendeva, parve che la stoffa fosse di buona qualità, | ma | non riuscì ad identificarne la natura: forse era roba |
Lilit -
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Larghe e robuste erano anche le mascelle e la dentatura, | ma | questa era bassa e sembrava logora, tanto che le guance |
Lilit -
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facevano il loro dovere, magari si mangiava un po' di meno | ma | c' era più sicurezza di adesso, anche se si andava in |
Lilit -
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anche se si andava in bicicletta invece che in auto. _ | Ma | lei, _ interruppe Giuseppe, _ aveva detto al telefono che |
Lilit -
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Sì, in effetti non ricordo bene che cosa le ho potuto dire, | ma | insomma ... sì, ecco, io di lei so parecchie cose. Non |
Lilit -
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cosa le è successo quando aveva cinque anni, è strano, no? | Ma | quando s' invecchia capita un po' a tutti. Quella volta che |
Lilit -
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si guardò la caviglia: sì, la cicatrice c' era proprio, | ma | lui aveva dimenticato da anni come e quando se l' era |
Lilit -
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lei ha soffiato la ragazza al suo collega, lì in negozio: | ma | poi lei si è subito stancato, e l' ha piantata, e lei ha |
Lilit -
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lei ha fatto una brutta fine. Tutte queste cose erano vere, | ma | il visitatore le raccontava con un' aria distratta e vaga, |
Lilit -
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desidera solo di vivere meglio. Lo disse allo sconosciuto, | ma | quello gli rispose con durezza: _ Sa, quello che lei |
Lilit -
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piace press' a poco come a lei il suo, non so se mi spiego. | Ma | è il mio mestiere, non ne ho un altro; alla mia età, che è |
Lilit -
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interessato, mi piacerebbe saperne qualche cosa di più. _ | Ma | lo sa che lei è un bel tipo? Perché, quando, come, dove! Ha |
Lilit -
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Si capisce che piacerebbe a tutti sapere certe cose, | ma | invece no: la gente come lei (o come me, del resto: quando |
Lilit -
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alla giornata, sperando che non sia l' ultima giornata. | Ma | guardi, una cosa gliela posso dire, per oggi non se ne fa |
Lilit -
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accenno all' arma aveva messo Giuseppe un po' a disagio, | ma | il visitatore lo rassicurò: _ Ho detto "armato" così per |
Lilit -
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con tutti i controlli che dobbiamo fare a fine giornata, | ma | pure qualche volta capita, e allora la gente fa i suoi |
Lilit -
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in viso. Ci voleva poco a capire che cosa intendeva dire, | ma | Giuseppe era incerto sulla somma da offrirgli; non riusciva |
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