e gli si teneva attaccato ai panni, o faceva un movimento quasi per accostarsi. Al lume di luna, i tronchi degli alberi, i massi prendevano aspetti
piccola salita del Tavorell ch'egli chiamava scherzosamente il San Bernardo; e Franco, data un'occhiata alla luna che sfavillava allora fuor dal ciglio
. Poco dopo si apriva una finestra sopra il suo capo e vi compariva al chiaro di luna il vecchio visetto imberbe del "sior Zacomo "Ingegnere
non offenderlo né affliggerlo. Se Franco mostrava alla bambina le stelle e la luna, i fiori e le farfalle come opere mirabili di Dio e le faceva della
cancellature: A Luisa Ove l'aëreo tuo pensile nido Una balza ventosa incoronando Ride alla luna ed ai cadenti clivi Ch'educan uve a la tua mensa e rose
Giacomo sapeva forse le cose che succedevano nel mondo della luna, ma basta; altro non sapeva mai! La Maria insistette, il volpone cominciò a lavorar
luna?" "Sì." "E ti ricordi che ho fatto uno sdrucciolone prima di arrivare al ponte e che tu mi hai detto: "Caro signore, tocca a Lei di sostenere me
muro dell'orto. Franco mise il capo al finestrino. Passarono, nel chiaror fioco della notte stellata senza luna, i rosai, i capperi, le agavi pendenti
domanda. Mister Kelly." "Parlate." "Se si costruisse un pallone immenso, di una forza ascensionale enorme, potrebbe giungere fino alla luna?" "Avete
stelle, e all'orizzonte brillava la luna, versando sugli aeronauti i suoi azzurrini raggi d'una dolcezza infinita. Al disotto si vedevano le nubi
crederanno la luna." "È probabile, O'Donnell, e chissà quanti preziosi talismani e feticci faranno con la seta." Il Washington s'abbassava
primo quarto della luna, tingendosi di una luce biancastra, e la luce rossastra od azzurrognola delle stelle prossime al tramonto. Il silenzio era
elevazione. Guardate il barometro: siamo già a 3700 metri." "Che il pallone voglia scappare nella luna?" "Si fermerà. Non dubitate." "Più si sale, più
cannoncino. L'ingegnere e O'Donnell si volsero da quella parte, mentre i negri alzavano urla acute, e al pallido chiarore della luna, che allora si
tigre, si slanciarono di corsa in mezzo alla jungla. Il sole era di già scomparso sotto l'orizzonte, ma la luna sorgeva, spandendo una luce
l'affare d'un sol momento. S'alzò stiracchiandosi le membra indolenzite, s'avvicinò poscia alla feritoia e guardò fuori. La luna non era ancora sorta
rapide le tenebre. La luna non doveva sorgere che fra qualche ora. Verso le undici Tremal-Naik si affacciò alla finestra e scorse confusamente i due sipai
distanza, quantunque la luna brillasse in cielo, riflettendosi sulla grande palla di bronzo dorato e sul serpente dalla testa di donna. Il ramsinga non aveva
piedi. La notte era limpidissima, illuminata da una luna superba e l'aria dolce, rinfrescata di quando in quando da una brezzolina, che scendeva
vapore il molo del forte William, scendendo la nera corrente dell'Hugly. La notte era assai oscura. Non luna e non stelle in cielo, il quale era coperto
una lunga ora. La luna s'alzò sull'orizzonte, illuminando vagamente le foreste e il corso della grande fiumana la quale mormorava gaiamente
sud colla celerità d'un cavallo, e mezz'ora dopo giungeva in un'ampia radura, in mezzo alla quale illuminata da uno splendido chiaro di luna, ergevasi
. Verso la mezzanotte la luna tramontò lasciando la jungla nella più perfetta oscurità. Proprio allora Punthy abbaiò tre volte. - Qualcuno s'avvicina
. La sera dopo, alla medesima ora, senza sapere il come, mi trovava sulle rive del ruscello. Quando la luna s'alzò dietro le oscure foreste del