, e nel dettato ha messo molti errori. Certo dovrà ripetere la prima classe e forse resterà sempre un piccolo ignorante. Che vergogna per lui; che
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fu costretto a far la vita infelice di tanti altri poveri asinelli. E nessuno si curò più di lui! Anche i fanciulli quando chiacchierano troppo in
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sempre pronto il solito ho paura. Paura di che? Non lo sapeva forseneanche lui. Gennarino il pauroso. E intanto era diventato il divertimento di tutti i
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Sentite come strilla e fa i capricci? Sì, Giulio, proprio lui, che fa i capricci come un bambino dell'asilo. Amor materno. - Non lo voglio; è cattivo
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spettava a lui . . . » 16 Sì correggerà? . . . » 17 L'asino presuntuoso . . . » 18 Monello . . . » 19 Bambola fortunata . . . » 20 Le prodezze di Aldo e di
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, sarebbe stata una buona fortuna, per lui era stata una disgrazia, perchè in riva all'Arno aveva perduto la naturalezza del parlare, e raccattato soltanto
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più alta toscaneggiava nei caffè e nei teatri, dove ci occorreva spesso d'osservare intorno a lui quel fatto psichico curiosissimo, che si potrebbe
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A lui è ignoto il meraviglioso lavorìo fisioanatomico dell’artista all’atto di ogni colpo di pennello, l’osservazione e il ricordo dell’oggetto che
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primitivo processo di dipingere ad olio, e per lui, fossero tolte dall’obblìo molte utili pratiche, la condizione degli studi tecnici è sempre a tal punto
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Disegno, colore, espressione, tutto è soverchiato per lui dalla dominante ed indefinibile vibrazione della luce. Egli sente che al proprio fardello
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rongeur dans sa dèvastation, en lui servant d’appas: le Vernis resserre ses pores, prolonge son existence, repousse et chasse les redoutables influences
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e ammassa tinte e martella colpi violenti su quei lumi la cui sporgenza esagerata sul piano normale del dipinto dà luogo di accogliere o pare a lui
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di accompagnare quanto meglio si potè fare da lui la porzione di colore rovinato.
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mortificato se avesse saputo che a non tanto tempo da lui si sarebbe impiegato il suo composto pel restauro... degli affreschi!
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stessa, invero tratteggiata con tale ambiguità di senso da parere piuttosto una conferma del lecito dubbio che a lui pure mancassero quei termini per
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mestiere, è sempre una tacita intesa che gli attribuisce procedimenti noti a lui solo e con lui sepolti a mai sempre.
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(Frank cade fra le braccia di Gualtiero; tutti lo circondano; Fidelia accorre a lui. – L’incendio divampa.)
(Fidelia, riconoscendo Edgar, si slancia verso di lui con un grido, soffocata dall’emozione. Edgar la avvince in un abbraccio appassionato)
era seguito dal fiore della nobiltà franca, la quale credendo, al pari di lui, di andare alla conquista della Fiandra come a un festino o, per lo meno
momento non mi rivolgo a lui, ma ad altri.
cultura occidentale, lui morto, l'atteggiamento della Chiesa, dinanzi all'Italia e al diritto nuovo dei popoli del quale la terza Roma s'era proclamata
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La rettitudine degli intendimenti da lui dimostrata nell'esercizio di tutti i pubblici uffici conferitigli, la solerzia e l'attività che egli in
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Non a voi, io debbo ricordare la facondia dell'oratore, la nobiltà dell'animo, la fermezza del carattere di lui; non a voi che ne seguiste passo a
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Raffaele Leonetti, da quattro legislature rappresentante del collegio di Caserta. La larga fortuna ereditata non fu per lui incitamento a vita
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La modestia però non escludeva in lui la fermezza dei propositi e delle opinioni, mentre fu da [tutti ammirata la saldezza del suo carattere.
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Egli ebbe indole mite, carattere fermo ed integro, profonda bontà di animo, e quanti lo conobbero intimamente, non potettero non sentir per lui stima
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modestia in lui era tanta che nelle discussioni parlamentari poca o nessuna parte prese mai: e ciò non certo per mancanza di valore e di capacità
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piangiamo in lui un caro amico, un valoroso collega.
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quale sempre ricorda quanto da lui sia stata nobilitata, da lui che onorò tutti gli uffici che coperse, tutti i mandati che gli vennero affidati. E
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carattere, e nella onestà. Prego l'onorevole presidente di voler inviare, a nome della Camera, le condoglianze alla famiglia di lui.
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, studente, nel 1860, capitanò quella magnifica insurrezione degli studenti, che a lui fruttò il carcere, prima, e l'esilio, poi; l'esilio, che non ispesein
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memoria di lui, io che fui testimonio della sua integrità di carattere, del suo spirito altero, della sua bontà di cuore.
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segnacolo per lui di speranze e di sacrifizi!
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, lo sa anche lui, che possano soddisfare un interrogatile, tanto più che sono in parte inesatte.
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, dirò così, antilegale, io non potrei seguirlo. Ma io dirò all'onorevole interrogante, che oltre gli inconvenienti da lui narrati c'è il danno
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Quindi si verrebbe a dare a questo giudice unico che voi create la facoltà di rivedere le bucce ai giudici collegiali che prima di lui hanno
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E poi, francamente, me lo consenta il mio egregio amico, il ministro guardasigilli, io debbo rammentare, a ragion di onore per lui, con compiacenza
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la discussione, ma sono pure d'accordo con lui che si debbano introdurre nella medesima quei miglioramenti che valgano a farla accogliere dalla
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soppressione del tribunale supremo di guerra e marina e pel nuovo ordinamento della giustizia militare, che il di lui predecessore presentò alla Camera il 28
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piè sospinto. Noi ci vedevamo soltanto al caffè, dove andavo quasi tutte le sere, per tre partite di bigliardo con lui e con altri due amici. Non ero
fatto lui, e ostentando l'esempio della sua felicità coniugale perché i calorosi consigli fossero corroborati dall'evidenza di un fatto. Sarebbe stato
niente di serio. Ci provavamo alla vita, ognuno a suo modo; lui agendo, io fantasticando. Egli aveva inventato una parola che meriterebbe di essere
riflettere: «Giacché lui ... etc.!» Ragionamento che non fa una grinza. «Ma la suocera ... !» scrive il corrispondente. Ah! Lei non conosce che terribile
realmente goduto di questa sua situazione un po' privilegiata. Parecchi, con assai minore ingegno di lui, sono saliti in gran fama quand'egli rimaneva in
amici di Benedetto, quindi anche i Selva. Maria trasalì. "Un messaggio di lui?" diss'ella, impetuosa. "Un messaggio di Benedetto?" Di Leynì la guardò
mi fa dolere il cuore: una passeggiata con lui per i prati e i boschi, nella nebbia, una sosta presso questa fonte, parole dolorose, qualche lagrima
nell'abito benedettino, pallido, sereno tra faccie compiangenti, cantando il pino sopra di lui un canto misterioso del cielo. Ogni volta si era
figurava di vederla gemere sopra un letto d'ospedale, sola so- la, e gli pareva che ella, spasimando, chia- masse lui ad assisterla: lui soltanto. Ad un
C'era una volta un Re che non sa- peva che cosa fosse soffrire. Lui era bello, lui era amato dai suoi sudditi, lui aveva una moglie che pareva un
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C'era una volta un Re che aveva un figliuolo, tanto ma tanto capriccioso. Siccome il padre suo aveva un gran regno e non aveva altro erede che lui
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