anche perchè da due anni che facevano parte della famiglia, avevano partecipato con lui e con i suoi alle vicende della casa. - Bravo il mio Grosso, che
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carriera di marinaro, che a lui sorrideva tanto. Meglio così. Oramai non rimaneva da persuadere altri che il babbo; ma il babbo, quando la mamma, ch' era
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di veder cose nuove, che avrebbero fatto di lui un cavalier di ventura, s' egli, per sua disgrazia, fosse stato un uomo, e se fosse vissuto ne' tempi
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mosse proprio accosto a lui,
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, Moschino credè vedere la Caciotta andar attorno per i salotti in cerca di lui, inquieta: credè udire la voce di Rita e di Nello chiamarlo per tutte le
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tante punte di ferro.... Avrebbe voluto cedere alla compassione, e fermarsi; ma a che pro? Che avrebbe potuto far lui, contro quel mostro? Gli
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Ah, era proprio lui quel topolino! O Dodò, Dodò! come avevi ragione! I dentini gli battevano, non più per la gioia, ma per il freddo e per lo
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. Non e' era dubbio: egli non sognava, no; erano i bimbi che, vicini a lui, lo chiamavano. Allora Moschino si mise a correre verso di loro; le gambe
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. Un topino come lui, il più bello di tutt' i topini, ridotto in quello stato! Che cosa avrebbero detto i suoi fratelli, vedendolo? Quel sapientone di
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piantato, immobile, appoggiando la testa alla canna, assai più lunga di lui. - Bravo Dodò, mio Dodò! - diceva Nello al buon topino; e gli offriva, subito
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buon cuore e, per solito, anche abbastanza ragionevole; ma l' esser egli figlio unico d'una madre vedova, la quale non vedeva che per gli occhi di lui
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Caciotta e la Rita si mostravano, ciascuna per conto suo, più afflitte del solito, Dodò prese una risoluzione seria e coraggiosa, veramente degna di lui
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: - Così si terranno compagnia! Così saranno felici insieme tutt' e due! - Ma l'uomo sollevò nuove difficoltà. A sentir lui, non ostante che avesse tanti
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lui. La sera stessa, i signori Sernici, co' loro ragazzi e i topi, erano a cena; la Lilia sgretolava qualcosa di mala voglia: Moschino s' era scottata
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! - mormorava la Lilia con tenerezza infinita. Son venuto per te, mia cara Liliuccia! - rispondeva lui. - Prendi un pezzettino di zucchero, adesso
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all' ultimo. E tutti l'ubbidirono, e si portarono da gente educata. Mimmì, lui, faceva quel che vedeva fare a Dodò, tanto per non isbagliare ; e
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quale avvezzava i figliuoli così pieni di pietà per tutti gli esseri piccoli e disgraziati! Dio, certo, ama anche i poveri topi, creati da Lui, come
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da pappagallo. Nello, per non essere da meno della sorella, dichiarò che, quanto a lui, da che Ragù e la Caciotta erano entrati in casa, aveva quasi
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studiava la letteratura con amore straordinario. Ma non era certo il valore morale di quei volumi che potesse importare a Dodò. A lui piaceva innanzi
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monachina. Moschino, lui, era l'idolo di tutti. Perfino il conte Sernici, un grave banchiere, così occupato de' suoi affari da aver appena tempo di mangiare e
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in tasca per lui Un' altra buona qualità di Dodò era l' amore dell' ordine e della pulizia. La sera, quando tutta la famiglia Sernici si trovava a
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sentire uno stropiccìo su' libri, dall' altra parte; si mette in ascolto, annusa l' aria: - è lui, è lui che vuol rubare - pensava Dodò - i libri a
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