(Loris cade tramortito sulla seggiola: Fedora corre a lui, e lo circonda delle sue braccia.)
(Grech entra frettoloso dall’anticamera, asciugandosi la fronte.– Tutti si volgono ansiosi verso di lui.)
(Loris vorrebbe sfuggirle; ma Fedora lo rattiene e lo fa sedere sulla sedia a sdrajo: indi lo abbraccia, abbandonandosi tutta su di lui.)
(L’Agente s’inchina, e parte per il fondo. – Lorek s’avvia di nuovo alla camera di Vladimiro, e s’incontra in Fedora, che a lui ritorna ansiosa.)
(Fedora ha già afferrato le tre lettere per nasconderle; ma Loris ritorna, e credendo che l’abbia fatto per porgerle a lui, gliele ritoglie di mano
(Loris si inchina; ma De Siriex, in udire il nome d’Ipanov, riniane quasi stordito: infine, riavutosi, s’inchina anche lui, lievemente. – Fedora
di polizia, uscito con la ricetta, torna con un’ampolla dal fondo. Fedora si slancia verso di lui, gliela strappa e corre a bussare pianamente con
giudiziaria; e se egli proverà veramente i fatti, io sarò con lui e per lui, ma gli dirò: perchè non avete proceduto contro questi manutengoli?
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quella parte della sua interrogazione che si riferiva a quei pacifici cittadini che secondo lui sarebbero stati, sacrificati.
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Ieri ho accennato a quel tale Sinito Francesco. Ebbene per lui il rapporto si esprime così: «Quattro malviventi, fra cui il Sinito Francesco
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Se il valore, controverso per lui, di cotesti documenti non suffraga l'impressione sua, il torto certamente non sarà mio; giacchè in argomenti di
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delle incolpazioni sollevate contro il pretore, sia stata a lui concessa la pensione alimentare che la legge accorda soltanto ai funzionari benemeriti
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suo popolo. Esprimiamo al Re il nostro affetto e la nostra devozione, mandando a Lui ed alla Reale Famiglia il saluto reverente della Patria.
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, mi recai a Roma e pregai il ministro del tesoro di concedere al Banco di Napoli una parte di questo prestito, ma vi misi la condizione, da lui molto
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giacchetta di lui. Il treno si agitò, si mosse, fischiò, prese la rincorsa. All'improvviso, gran buio! Scurpiddu diè uno strillo e si aggrappò forte forte
massaio Turi. - Che cosa sa massaio Turi? - Del tacchino che manca. - Perchè manca? Che ne hai fatto? - Io? Niente. Lui lo sa. E dètte in un pianto
e in tutta l'aria della persona parecchi giorni dopo la disgrazia, Scurpiddu non sembrava più lui. Tutte le mattine andava via coi tacchini e con
zi' Girolamo dall'agghiaccio gridava: - Viva santa Agrippina! Ma lui non diceva niente; rammentava soltanto che sua madre, una volta lo aveva
mesi dopo, quando si udiva da lontano il suono dello zùfolo di lui, mentre guardava sull'altura i tacchini pascolanti, anche la massaia esclamava
vecchiaccio! Scurpiddu pensava a lui con un po' di rancore, quasi il pover'uomo, con quell'avvertimento di mal augurio, gli avesse portato sfortuna. Pure
figliuoletto! - Sentite come fa trillare lo zùfolo oggi? È lui che suona, lassù. Ella guardò inutilmente verso il punto indicato. Tutta la costa era
che lo zi' Girolamo, intricato anche lui, si mosse dal suo corbello e cominciò a chiamare: - Ohi! Ohi! Che è stato? Il Soldato , riconosciuta la voce
aver più responsabilità dello smarrimento della tacchina, poichè se l'erano presa quei di Poggio Don Croce, Il massaio penserebbe lui a farsela rendere
che don Corrado avesse parlato turco e avesse voluto dargli a bere stramberie e ridersi di lui perchè era ignorante, Ma come si era poi divertito con
guardia; apprenderà prima lui, che tu. Vuoi scommettere? Scurpiddu fece una spallucciata: - Se non sa neppure abbaiare! Abbaio meglio io: Bau! Bau! Bau
pareva un capannone con quei rami fino a terra presso il canneto di Casa di Mezzo; e lui, seduto per terra, con le spalle appoggiate al tronco, faceva
prese la grossolana granata, che era più alta di lui, fece un mucchio di tutto il concime, ne riempì un corbello e andò a vuotarlo nel serbatoio davanti
cucinasse, come sapeva ben cucinarla lei. Se ne sarebbero leccate le dita domani, ch'era domenica, e lui e il genero sarebbero venuti anche per la santa
. - Questo ragazzo è la nostra buona sorte, - diceva massaio Turi alla moglie. - Senza di lui, a quest'ora, saremmo quasi all'elemosina, se pur saremmo
, si faceva subito riconoscere, gli balzava su la punta della lingua prontissimamente. Il Soldato n'era stupito e lo stesso Scurpiddu più di lui. Il
paura il vecchio che di tratto in tratto lo guardava anche lui. Mommo credeva alle Nonne , ne aveva udito parlare dalla sua mamma e da altri ragazzi. La