di Tremezzo (Lago di Como) instituito dall'accurato osservatore Bernardo Dürer sopra lo studio comparativo delle osservazioni da lui fatte alla Villa
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una particolare attenzione. Il numero dei temporali da lui osservati in tale intervallo è dato nel quadro qui appresso, dove si vede anche la
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presidente. Essendo presente l'onorevole presidente del Consiglio, rileggo la domanda d'interrogazione a lui rivolta dall'onorevole Massari, alla
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non sia una opinione, noi andiamo poco d'accordo; e mi permetterà l'onorevole Sanguinetti di credere, più che a lui, ai bollettini pubblicati dalla
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l'onorevole Sanguinetti bonariamente ha detto: sebbene non la abbia accennata, è quella che è gradita a me, dunque potrò accostarmi anche a lui.
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non ha detto qual era la sua politica, non capisco come lui si sia messo nella testa che fra le due politiche quella che voleva adottare l'onorevole
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dove io non vado d'accordo con lui.
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dell'onorevole Ruspoli. La differenza fra me e lui non è altra che questa, cioè che, secondo lui queste cose sono belle, e secondo me sono bruttissime;
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dovuto metterla via; ma anche lui è diventato rabbioso con lei. Dopo è nato un altro pettegolezzo d'un giovane..." "D'un giovane?" "Per servirla
sempre stata matta, peggio, quasi, di quella d'una volta? Lui era il suo amoroso, che anche l'estate passato, quando fu qui, si trovarono insieme di
da qualche strano capriccio. Avrebbe ella voluto prendersi giuoco di lui, lasciarlo lì tutta la notte? Sedette sulla scaletta, guardando, per l'alto
frotte di cappelli a cencio che si aggrupparono nel sagrato. Steinegge passò anche lui fra quei gruppi con Edith, l'accompagnò in chiesa e ne uscì un
i pori, era il cavaliere ufficiale di Sua Eccellenza che aveva molta bontà per lui. "Il cucchiaio che va a spasso con la scodella" diceva la contessa
era troppo del XVI secolo e lui troppo del XIX. Nato con una scintilla di poeta e d'artista, l'avea convertita in agente meccanico. C'era l'avvocatino
lui: un tema che potrà forse conciliarmi il sonno, fermare la mia penna che va e va come punta da una tarantola. Nero, prima di tutto, sì, lo è molto
saltò lesto come un ragazzo a ghermire il libro e se lo strinse al petto, ridendo, rosso fino al vertice del cranio. Steinegge, rosso anche lui, fece
fermarsi. "Dov'è?" rispose Fanny, saltando giù per una diecina di scalini. "Nella sua camera" gridò dal fondo della scala, mentre lui n'era già al primo
della contessa gli mettevano rabbia. Momolo e le due donne che stavano silenziosi dietro Sua Eccellenza ebbero pure da lui uno sguardo poco benevolo
all'uscio. Il conte Cesare faceva dire a Silla ch'egli era con gli ospiti e lo pregava di scendere. Silla pregò Steinegge di andar lui in vece sua e di
contemporanee dovessero raffrontarsi a fatti e osservazioni antiche, onde misurare il valore morale, relativo e assoluto, della nostra generazione. Per lui il
voleva assolutamente, che gli bastava di stare a vedere e che già il conte a giuocar con lui non si divertiva. Ma Silla insistette; temeva una scena e non
non era nemmeno nominata nel testamento e che a lui il conte aveva legate le suppellettili appartenute a sua madre, una cassetta di lettere e diecimila
rimedio, porterà via lui e i suoi compagni nelle tenebre. La locomotiva fischia, colpi violenti scoppiano di vagone in vagone sino all'ultimo: il convoglio
approvava, che la Desclée era la donna da lei più invidiata sulla terra, che quella gente lì non capiva niente. Disse che avrebbe voluto sapere da lui se
molta inclinazione per lui?" "Oh no, non moltissima, spero, ma via!" disse don Innocenzo, mortificato della poca attenzione ottenuta dal suo discorso
lui. Edith aveva un soprabito grigio scuro e una toque nera, con il velo calato. "È un peccato" le disse Silla "di dover scendere." "Lei amerebbe
altalenante fra l'Accademia di Milano e l'Università di Torino. Me ne ricorderò sempre. Ci serravamo intorno a lui fra colonna e colonna del cortile
con lui e terminare il lavoro, non pensavamo che noi due, pochi mesi dopo, l'avremmo terminato senza lui. Da molti anni il Pungolo di Milano, che
tutte le soavi e tristi scene del suo amore per farne risaltare la innocenza, la purezza sopraffatta ma non vinta di lui. Ella aveva avvertito gli
Sindaco. Incontrammo per via don Sebastiano e lo speziale che a malincuore s'avviava ad aprir la sua bottega. Seppi da lui che il signor Angelo era tornato
tua madre, che ha tanto sofferto? - Non so, balbettò Aminta, venivo da lui perchè mi aiutasse, mi raccomandasse a qualche amico. Ed indicò me
la separazione da lui fosse il motivo della sua afflizione. Mi disse che l'aveva lasciato felicissimo della sua nuova condizione. Poi ad un tratto mi
seguiva, coprendomi di sguardi penetranti e modesti. Mi nacque simpatia per lui, e, nell'ansietà in cui ero per quanto accadeva in quel momento nel
curato? - E lui, così buono, da guastarsi la digestione per dargli udienza .... a quel .... Uno sguardo di Don Luigi, che aveva finito di ingoiare la
che vuol tirar innanzi in quella bizzarra sua maniera, - tutte cose che dicono gli scapestrati. Dopo tutto gli originali come lui divertono i
susurravano intorno a lui, appena vedendolo passare. Perchè a queste notevoli raccomandazioni non voleva egli aggiungere quella che pochi o nessuno fra gli
nella sua simpatica botteguccia. - Eccolo; è lui! - Parlagli, il papà è uscito. - Non ho coraggio ... - Vuoi che parli io? - Sei matta? Tocca a me! - E
attraversò la chiesa per rientrare in sacrestia. La folla si divise riverente innanzi a lui e sorpresi in tutti quei volti un'espressione di timida, di
non giovava punto a mandarlo innanzi, - perchè quando arrivava lui si cominciava fra una pennellata e l'altra a discorrere, - ed erano più i discorsi
; il libro non era ancora voltato Il curato che ravvisai alla sua corona di capelli bianchi, era circondato da due preti, meno vecchi assai di lui, a
, verzure di convalli, scroscio di torrenti, belate di mandre, tutto brillava, profumava, cantava per la presenza di lui; e sul nostro passaggio gli atomi
l'arte mia, come la mula porta l'arcivescovo; ora ti metterò io la cavezza! » Il guaio era che lui s' invaghiva di quelle sue burle, ci profondeva il
struggeva lentamente per lui d'amore: egli non l'amava. Altrove, altrove era il suo amore. Lassù, forse nelle incomparabili e lucide stelle, gioielli
maledetto. Era lui che attirava l'aria mefitica nei quartieri bassi, che vi portava la febbre e la malsania; lui che, guardando nei pozzi, guastava e
festevole senza chiasso e serio senza durezza. Chi lo vedeva lo amava; e la gente accorreva a lui come ad amico, per allietarsi della sua compagnia. Ma il
, per la riva Platamonia, tendendo l'orecchio all'armonia delle onde, quasi che elle dicessero a lui solo parole misteriose. Onde fu detto Mago e molti
e potente; le orgogliose dame spagnole della Corte vicereale avrebbero volentieri abbandonato la loro fierezza castigliana per esser amate da lui e
nel mare, animandoli con la voce, agitando il bastone, eccitando i più bravi, applaudendo ai salti migliori: i bimbi salivano a ridere con lui
sovrumano, n'avea timore grandissimo. Senza dubbio i misteriosi andamenti di Cicho davan fede di verità a quanto di lui si dicea. Chi fosse non si sapea
detto. Ella non mentiva mai. Era sposa a lui, senza odio, ma senza trasporto. Bruno non si rassegnava, no. Tecla era il cruccio insoffribile della sua