A lui è ignoto il meraviglioso lavorìo fisioanatomico dell’artista all’atto di ogni colpo di pennello, l’osservazione e il ricordo dell’oggetto che
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primitivo processo di dipingere ad olio, e per lui, fossero tolte dall’obblìo molte utili pratiche, la condizione degli studi tecnici è sempre a tal punto
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Disegno, colore, espressione, tutto è soverchiato per lui dalla dominante ed indefinibile vibrazione della luce. Egli sente che al proprio fardello
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rongeur dans sa dèvastation, en lui servant d’appas: le Vernis resserre ses pores, prolonge son existence, repousse et chasse les redoutables influences
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e ammassa tinte e martella colpi violenti su quei lumi la cui sporgenza esagerata sul piano normale del dipinto dà luogo di accogliere o pare a lui
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di accompagnare quanto meglio si potè fare da lui la porzione di colore rovinato.
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Però l’ostacolo insuperabile che incontrò nello sciogliere la cera col sail tartaro di M. Bachellière è vinto, senza avvertirlo, da lui stesso in un
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mortificato se avesse saputo che a non tanto tempo da lui si sarebbe impiegato il suo composto pel restauro... degli affreschi!
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stessa, invero tratteggiata con tale ambiguità di senso da parere piuttosto una conferma del lecito dubbio che a lui pure mancassero quei termini per
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mestiere, è sempre una tacita intesa che gli attribuisce procedimenti noti a lui solo e con lui sepolti a mai sempre.
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