Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: lui

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della Francesca, anche  lui  ha parecchie cose al Museo Campana.
aspetto da  lui  più di quello che ha fatto, ma semplicemente qualcosa di
 lui  l’uomo e l’artista erano la stessa cosa. Parlava e scolpiva
ancora, netta, stimolante, la impressione di essere noi con  lui  e non lui con noi; d’essere ancora, non solo il più grande,
stimolante, la impressione di essere noi con lui e non  lui  con noi; d’essere ancora, non solo il più grande,
egoismo, dunque, sentiamo il dovere di parlare di  lui  adeguatamente in questo giorno: ripercorrere le tappe
ci si può appoggiare con dolce sicurezza. Discorrere con  lui  era un riposo. Amico leale, indulgente, delicato,
di malumore velava mai la sua voce. Virtù tutta sua: con  lui  si diventava sereni.
artista inglese di qualità, il pittore Sutherland, anche  lui  surrealista e no, anche lui viaggiatore nelle avanguardie,
il pittore Sutherland, anche lui surrealista e no, anche  lui  viaggiatore nelle avanguardie, a patto di scovare dietro
estetica, ma più tosto critica generale come la definisce  lui  stesso nel suo saggio su Botticelli.
molto le donne e che di questa sua scelta, mai da  lui  considerata una debolezza, non facesse mistero. Anzi, a
si innamorò di una ragazza di sessanta più giovane di  lui  e l’avrebbe anche sposata, se non avesse dovuto per volontà
senza rifiutare il problema di forma troppo radicato in  lui  per l'educazione disegnativa - lo assume in modo da portare
giacchè, per esser giusti, gli stessi discepoli diretti di  lui  non conservano le grazie raffaellesche se non a patto di
fu allievo di Raffaello, anzi allievo prediletto, se di  lui  la storia avesse dispersa ogni notizia, qualunque
Tuttavia, nel momento operativo, varranno per  lui  soltanto le leggi della composizione e nessun’altra legge.
dei Gerolomini (ora nella Pinacoteca di Napoli) e da  lui  giustamente assegnata al 1514-15 2.
Sacra Famiglia [figura 237]. A  lui  attribuita nella Galleria di Ferrara, mi sembrava opera
non patì mai il complesso di Francia; mai si poté dire di  lui  che egli fosse il Bonnard, o l’Utrillo d’Italia; una radice
Ma per il resto il pittore di Ferrara operò da solo:  lui  e una luce, lui e una natura morta — quelle sue nature
resto il pittore di Ferrara operò da solo: lui e una luce,  lui  e una natura morta — quelle sue nature morte
sormontate da mari bassi come nastri di vecchi rasi —  lui  e un negro, un ragazzo, un suonatore, un tulipano.
a rinnovare ogni volta il contatto con la natura che per  lui  non può presentare ormai precipitati di sorta, né storici,
dei teorici del movimento (e qui ci pare strano che neppur  lui  si sia avveduto ancora della grandezza del Mengs come
di Roma, opera genuina. A me sembravano copia probabile da  lui  i Musicanti (900), dalla Coll. Bellotti-Ratti di Gorizia,
quando anche una seconda guerra mondiale era passata — per  lui  invano — sopra i suoi giardini fioriti.
dire che fin dal 1487 il Salimbene scriveva del Francia: “  Lui  Polygnoto col pennello avanza „ sicchè lo troviamo a
noi di quarant’anni e  lui  di settanta s’era stabilita ormai una solida e singolare
s’era stabilita ormai una solida e singolare amicizia. Con  lui  non si potevano fingere parole di comodo; e spesso per cose
più fallirgli poiché le circostanze sono già tutte per  lui  soggetto attualmente dinamico, ciò che non avveniva nelle
atteggiamenti smaccatamente professionali: infatti, fra  lui  pittore e il mondo in cui, fin dal 1928 fu necessitato a
rinuncia da parte dell’artista ad una cultura europea da  lui  conquistata a Vienna, Monaco e Parigi intorno agli anni
prospettica della forma umana che si riduce per  lui  a una astrazione esasperata di volumi ideali, che ci dànno
se non la dimostrazione dell'attacco di quelle forme da  lui  così esattamente interpretate, con le forme di Piero.
sé alla corte di Urbino. Per far vedere di che cosa lui, e  lui  solo, era capace.
Delacroix, a cominciare dalla letteratura. Non fu solo per  lui  il contatto con Thiers, Fromentin, Baudelaire (il quale
Fromentin, Baudelaire (il quale ultimo fu condotto a  lui  «dal colore e dal romanticismo») ma un abito mentale, una
e Walter Scott, con Byron e Victor Hugo perché era «in  lui  un indiavolato spirito di rivalità con la parola scritta»
dei cavalli e degli uomini, ma fu il genio e la scienza di  Lui  che idearono e compirono quella Ardita composizione, che in
sposato un mio amico, commerciante, amico dell’arte, e  lui  stesso pittore. Mi ricordo che quando questo mio amico la
a Siena, oggi stanza del Collegio Tolomei, e devesi pure a  lui  l’ampliamento della chiesa di San Francesco, pregevole
dedica quattro pagine nel 1951, chiedendosi se è proprio  lui  il più grande artista d’America. E quasi subito smette il
dopo, l’11 agosto 1956, alcolizzato, in un car crash dove  lui  guidava la sua decappottabile, un anno dopo James Dean, che
più che qual sia caravaggesco d'Italia; che fu di  lui  più puro discepolo che quanti mai Saraceni Manfredi o
di quella del padovano Andrea Mantegna, che praticò anche  lui  assiduamente lo scorcio prospettico «di sottinsù», per
alla celebre serie di tele con i Trionfi di Cesare, da  lui  dipinta per i Gonzaga tra la fine del Quattrocento e i
non figurativo dei modi figurativi adoperati prima di  lui  e a lui contemporanei; è l’unico artista che ha saputo dare
figurativo dei modi figurativi adoperati prima di lui e a  lui  contemporanei; è l’unico artista che ha saputo dare con una
inglese si differenzia anche dall’italiano Del Pezzo,  lui  pure costruttore artigianale di oggetti inventati, ma di
e una zampa di cavallo, che si riferisce a un miracolo da  lui  operato, quando per ferrare un cavallo indemoniato gli
fu cinque o sei volte il Rossini medesimo, prima che in  lui  si manifestasse quella potenza originale onde fu tratto
tratto all’impasto de’ quattro cospicui melodrammi che di  lui  ci rimangono: l’Auber, fiacchissimo prima, poi più pregiato
con il Turchi; genio men grande del Bassetti ma di  lui  più leggiadro pur sotto il fragore de' lumi; fra' Veronesi
mistico castelluccio di carte da gioco, poiché è proprio  lui  ad affermare che due visioni diverse, la «mistica» e la
identica di forma, sicché l'apriorismo mistico che per  lui  condizionava dapprima nientemeno che la staticità, la
I contemporanei hanno riconosciuto e celebrato in  lui  il genio del secolo: non solo l’interprete ma il fattore