proseguito per 15 anni, e da macchie polari del pianeta da lui vedute dedurrebbe per Venere una durata di rotazione prossima a 24 ore.
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lenti da lui usate; nel 1865 Rutherfurd arrestavasi di fronte al difetto di sensibilità delle lastre sensibili a collodio, preparate, come i fotografi
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in secondo luogo a lui non sono visibili che le stelle aventi i loro paralleli nell'emisfero nord; le altre, come la stella b, gli rimangono sempre
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stelle del cielo australe in circoli paralleli al suo orizzonte ed aventi come centro comune il suo zenit. Questo zenit però non è per lui determinato
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seguito; che le stelle descrivono per lui archi perpendicolari al suo orizzonte; che infine le stelle equatoriali passano tutte per il suo zenit.
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L'osservatore è immaginato in O; ha per orizzonte pp', ha in p il suo oriente, in p' l’occidente, e per lui, nel momento che consideriamo è
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esso. Sorge, culmina, tramonta col Sole, ma l’osservatore O non la vede, perchè l’emisfero che essa a lui rivolge è dalla parte opposta al Sole, da
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mezzodì la vede esattamente ad est dalla parte del punto p sul proprio orizzonte, e quando dopo 6 ore circa il Sole per lui tramonta ad occidente dalla
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giunge colla sua punta a toccare la Terra. Lo spettatore terrestre in O vede nascosto quel tratto MM' del Sole, che per lui sta dietro della Luna, ed
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il volume monumentale delle osservazioni fatte al Capo di Buona Speranza, e tutti questi lavori ed altri successivi furono da lui epilogati nel gran
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Catalogo d’Ipparco fatto a Rodi nell’anno 128 a. C. e conservatoci da Tolomeo ridotto da lui all’anno 137 dell’era volgare con precessione erronea
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riassunto, rimettendo pel resto ai Cataloghi pubblicati da lui e dagli altri. (Heis pag. 176 e 178). (v. il quadro pag. 48 e seg.)
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risoluzione non avevamo punto presente il già fatto da lui: e fu bene, perchè altrimenti forse non lo avremmo ordinato, e ciò perchè esso sempre si
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Gallarate; e mi comunicò le seguenti annotazioni, che pubblico dietro consenso da lui avuto.
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epistolare è curioso: Liceti aveva suggerito che il chiarore della Luna eclissata fosse dovuto a un minerale luminescente da lui studiato (era solfato di
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giovane di lui, ricco, brillante e mondano. Settimo di dodici fratelli, Fatio aveva avuto un rapporto difficile con il padre, così come Isaac l’aveva
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, un contrasto lacerante fu quello con l’astronomo reale Flamsteed, al quale voleva strappare i dati sul moto della Luna da lui raccolti in tante
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Su ogni sterlina battuta Newton si prendeva una percentuale, tanto che divenne ricco: fu questa per lui vera la pietra filosofale sognata dagli
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Trinità, vicine all’eresia unitariana. Così, proprio lui che aveva studiato e tenuto cattedra al Trinity College, divenne un demolitore della Trinità: in
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teatrali dimostrazioni di effetti magici. Lui con mentalità barocca insegue meraviglia e diletto.
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aver compiuto rilevamenti astronomici e geografici in cui si fa aiutare dal nipote Giacomo Filippo Maraldi, nato a Perinaldo nel 1665, anche lui
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dei quali morirono piccolissimi. Dei sei sopravvissuti, lui è il terzo: si colloca tra Elisabeth, nata nel 1733 e Dietrich, nato nel 1755. Importante
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Normale. Laplace apprezzò le sue doti al punto da fargli leggere in anteprima le bozze del suo capolavoro La mécanique céleste. Fu lui a metterlo a
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l’Osservatorio milanese di Brera, ma lo diresse e potenziò subito dopo la sua istituzione. Anche lui affrontò la sfida di misurare la Terra: per lo
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Torino. Presto capì che i codici non facevano per lui. Appena gli fu consentito incominciò a coltivare la matematica e la fisica alla scuola di padre
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Mentre affrontava i suoi calcoli, Le Verrier non sapeva che in Inghilterra un giovane astronomo, John Couch Adams (1819-1892) era più avanti di lui
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, era arrivata un anno prima di quella di Le Verrier. Quanto basta a fare di lui un eroe della scienza romantica.
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poco posteriore è Anassimandro (610-546 a.C.). Fu lui a introdurre presso i greci lo gnomone, strumento astronomico elementare – un semplice bastone
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gassose. Sempre lui nel 1889 dimostrò che la luce di Urano è radiazione solare riflessa e così eliminò gli ultimi dubbi sulla sua natura di pianeta.
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cose (panta rèi, tutto scorre, era il motto in cui si riassumeva la sua dottrina), e il fuoco, emblema della mutevolezza, costituiva per lui il
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Bessel e altri dopo di lui erano riusciti a stabilire la distanza delle stelle più vicine in modo diretto con il metodo della parallasse, cioè
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relatività speciale – e si innamorò di Marie, una ragazza che aveva due anni più di lui. Galeotto fu il violino: lei suonava il pianoforte, lui l
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Albert e Mileva si sposarono con rito civile nel gennaio 1903 a Berna. Molti anni dopo, lui confesserà di aver fatto quel passo “con intima
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professava pacifista, predicava il disarmo atomico e auspicava un governo mondiale che bandisse per sempre la guerra. L’FBI raccolse su di lui un
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.). Dobbiamo ciò che sappiamo di lui soprattutto a Tolomeo, che sui suoi lavori fondò la definitiva sistemazione dell’astronomia antica, destinata a resistere
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assegnarono il premio a Fowler e Chandrasekhar (di lui parleremo tra poco), dimenticando Hoyle. Fowler riconobbe pubblicamente il debito che aveva verso Hoyle
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eclisse di Sole aveva trovato una conferma della relatività generale e aveva così consacrato il genio di Einstein. Anche lui era geniale, sia pure a un
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Anche lui eredita i principi, meglio, i pregiudizi, di Aristotele sulla circolarità e uniformità dei moti celesti. Da Ipparco deriva l’atlante
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celebre Istituto di via Panisperna. Qui conobbe Fermi e lavorò con lui a un rivelatore di mesoni, poi si dedicò a studi sui raggi cosmici. Scherzando
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dialogare con lui, sarà l’inizio di un’altra storia dell’astronomia. E di un’altra umanità.
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cerchio lui comprende, sì come questo gli altri”, e nel canto successivo aggiunge: “parendo inchiuso da quel ch’elli ‘nchiude”. Dunque Dio e le sfere
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cratere largo 90 chilometri, ma si vantò di aver “gettato Copernico nell’Oceano delle Tempeste” . Questo meritava, secondo lui.
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In sintesi, a Copernico mancò una interpretazione fisica dei fenomeni. Per lui il cosmo rimase astratta geometria, proprio come per Tolomeo. Su
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prima apparizione della Stella; quasi che lui sia in obbligo lo stare tutta la notte ad osservare per tutta la sua vita”.
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un’osteria, genere a lui congeniale perché gli piaceva alzare il gomito, ma non ebbe fortuna. Tra una battaglia e l’altra tornava a casa per qualche
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Le orbite ellittiche comportano un’altra rivoluzione, anche rispetto a Copernico: il Sole occupa uno dei fuochi delle ellissi, e quindi neppure lui è
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problemi. Dal punto di vista umano Galileo lascia a desiderare. Mentre Keplero è pronto a riconoscere i suoi meriti scientifici e a imparare da lui
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Galileo e anche lui aveva provato a disegnarla. Ma nei suoi schizzi (il più antico è del 26 luglio 1609 e il cannocchiale ingrandiva sei volte) non c’è
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, figlio di Antonio, sottoposero gli strumenti galileiani a una prova sul campo. Altri test eseguirono Guglielmo Righini (1908- 1978), anche lui direttore
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Keplero, vero destinatario dell’enigma, non riuscì a trovarne la chiave. Anche lui aveva iniziato a usare il telescopio, ma con gli occhi e le lenti
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