Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: lucrezio

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 Lucrezio  Caro 41-43 angolo Via Ennio Quirino Visconti 28-30-32-34-36
 Lucrezio  esclamava già:
 Lucrezio  Caro, Tito, 21, 22.
dopo  Lucrezio  le guerre religiose si fecero ancor più feroci, i fratelli
avessi letto  Lucrezio  in liceo me ne sarei innamorato, ma Lucrezio non si legge
avessi letto Lucrezio in liceo me ne sarei innamorato, ma  Lucrezio  non si legge volentieri nei licei, ufficialmente perché è
può ammettere che quella di  Lucrezio  sia una concezione evoluzionistica, sebbene vaga e oscura;
di un'opera di pace e non di distruzione. Anna e  Lucrezio  venivan destati presto, al mattino, dagli operai che
di batter sodo sui muri protettori di un pigro dormire.  Lucrezio  diventava inquieto nella camera buia e s'agitava nel letto
spoglia e ignobile: le finestre parevano occhi senza cigli.  Lucrezio  era tormentato all'idea che dai ponti gli uomini
in una poltrona, immota e fissa come per un grande dolore.  Lucrezio  scendeva in strada, si dirigeva verso la città, tornava
basso, senza pensiero, per ora, di congiungere le due zone.  Lucrezio  soffriva l'attesa di quel congiungimento, ma temeva d'esser
che sapeva invincibile in lui. Durante l'ora di colazione  Lucrezio  temeva gli sguardi indiscreti sulle vivande, ritenendole
lo manovrava e del suo respiro in fatica. Finito il pasto  Lucrezio  usciva per andare all'Ospizio dei poveri vecchi dove aveva
di uno scoppio d'ira, di un sarcasma che, pur fremendo,  Lucrezio  ascoltava in silenzio. In fondo, e non osava confessarselo,
rinfacciava la memoria come a un figlio degenere. Dopo cena  Lucrezio  lavorava a stendere un discorso per l'anniversario della
quale era esaltata la generosità dei ricchi benefici. A  Lucrezio  pareva di essere diventato l'inquisitore di quel vecchio
per altri lavori in cantiere coperto. In quelle giornate  Lucrezio  soffriva di un vuoto incolmabile e cercava di star vicino
piena e lucente. Entrando in camera, per coricarsi  Lucrezio  ed Anna videro che batteva nel centro della stanza e su
e si tuffò sotto le coperte. Senza aver detto parola anche  Lucrezio  si coricò. Voleva parlarle, progettar con lei il viaggio,
terra, riaffermare un diritto di vita venuto in pericolo,  Lucrezio  attirò a sé la donna per farla sua. La mattinata del giorno
sua. La mattinata del giorno anniversario dell'istituzione,  Lucrezio  la passò all'Ospizio a disporre i preparativi della festa.
e lo spugnoso dei buchi tappati di calce non ben liscia.  Lucrezio  n'aveva avuto un'irritata delusione e poi il senso di vuoto
di due inservienti con dei vassoi colmi di biscotti.  Lucrezio  montò in cattedra. Anna soffrì del subitaneo silenzio quasi
intenti come bimbi cui piacciono le fluenti parole. Dopo  Lucrezio  parlò il ricoverato istruito da lui. Quel balbettio ebbe
scambiandosi i sorrisi del povero che si crede mistificato.  Lucrezio  raggiunse Anna. «Che ci fai qui» chiese nervosamente.
Ella udì e ne fu colpita come da una cosa triste. Mentre  Lucrezio  e i suoi dipendenti accompagnavano all'uscita i benefattori
e un ridere d'evasi che non san ben sicura la loro libertà.  Lucrezio  comprese con sgomento l'errore commesso lasciandoli senza
di un tempo compariva inquietante. La voce e i gesti di  Lucrezio  non avevano alcun potere. L'economo venuto accanto a lui
o sopra una fruttiera. «Non me n'importa nulla!» gli gridò  Lucrezio  sul viso, e trascinò Anna fuori da quell'ambiente
torno subito.» Anna rimase sola in un incrocio di viali:  Lucrezio  e il custode sparirono al primo svolto. Ella si sentiva
Ella si sentiva dolorosamente inquieta: le pareva che  Lucrezio  accettasse ormai anche il veleno della sua situazione
per l'aria come in un giuoco di bimbi felici. Anche  Lucrezio  guardava, sbucato col custode da un vialetto. Raggiunse la
eterno.» Rise, ma ella ebbe paura. Usciti per un cancello,  Lucrezio  prese la via di casa. Bisognava percorrere dei brevi tratti
i riflessi rossi di un gran sole vicino al tramonto.  Lucrezio  si fermò. Aveva da confidarsi a lei che taceva aspettando.
sole, ma una luce grigia appena toccata di riflessi rosei.  Lucrezio  si strinse ad Anna, la tenne a sé con la forza
nel celebre poema della natura, De rerum natura, di Tito  Lucrezio  Caro. Questo poeta nacque probabilmente a Pompei nel 98 a.
come negli affreschi del tablinio della casa di Marzio  Lucrezio  Frontone, a Pompei, con la rappresentazione di edifici dai
negli accostamenti impossibili. Cosa c' è di comune fra  Lucrezio  e Isaak Babel? Qualcosa c' è: il misterioso poeta epicureo
cattivo esempio, gli empî discorsi, le oscene letture, dal  Lucrezio  Caro al Zola, hanno spento il sentimento del bene, che
all' interfaccia (per esempio) fra Omero e Darwin, fra  Lucrezio  e Babel', fra Conrad il marinaio e Gattermann il chimico
umanista non aveva ripugnanza ad accettare anche le idee di  Lucrezio  Caro, che egli traduceva di nascosto per un certo gusto del
e non governa in terra, gli citò imperturbabilmente  Lucrezio  come se costui fosse un redattore della Civiltà Cattolica.
efficacia della quale maniera di argomentare è sentita da  Lucrezio  stesso, laddove procaccia di volgerla a pro della mortalità
e inserita nello stesso « Timeo » di Platone, fu esposta da  Lucrezio  in questi versi: [...OMISSIS...] Dove il fuoco, di cui si