Poi si siede e si diletta delibando la gazzetta. Lo interrompe sul più bello lo squillar del campanello.
L’animal straordinario or s’aggrappa al lampadario. Don Narciso lo minaccia: “Lascia andar, brutta bestiaccia!”
Che sparpaglia da ogni parte - figuratevi! - le carte fra lo scorno ed il dispetto del minuscolo architetto.
Ma - perbacco! -, non lo ascolta quella bestia disinvolta, e su e giù, con aria amena, si diverte all’altalena.
“Toh!... le carte. Proprio un mazzo nuovo nuovo. Che sollazzo! Lo facciamo, Cucco, neh, un bel briscolone in tre?”
Se ne va con Arlecchino per le vie superbo e bello col tricorno, lo spadino, la bautta ed il mantello.
“Con la pace, rinnovati, su torniamo ai campi, ai prati!” Ci va Mimmo ed il successo press’a poco è ancor lo stesso.