E i famigli corrono su Gherardo, lo mettono in mezzo, lo prendono, lo trascinano via, per la strada verso il torrente.
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Spossato dal violento sfogo, Gherardo si appoggia ancora al tavolo. Il Podestà lo fissa silenzioso, e ride di un riso sprezzante che lo disanima e
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Gherardo ha udito, e nella sua mente una luce improvvisa ha lampeggiato, che lo trasfigura. Ancora trema, ma non più di terrore, sì di speranza.
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Un uomo del popolo riesce a prendere per un braccio uno dei ragazzi, e tenta di strapparlo a quello che lo tiene. Altri corrono a lui per aiutarlo
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Podestà e lo prende per un braccio. Giungono dalla Piazza voci di popolo in sommossa.
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E s'avanza, e gli è sopra, e lo percuote col tallone su la schieria. Ma a questo punto una fanciulla che stava a osservare dal limitare del portone
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. Gherardo, vedendo la sua donna in pericolo, dà uno strattone e si divincola da quelli che lo tenevano per le braccia, e strappa a uno di essi la
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Piangendo e singhiozzando si dirige verso il portone che dà sulla strada. Lo apre. Vede tutto buio, fuori, e arretra. E si odono, vicine, le due voci
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All'ordine del Vescovo, due dei famigli si pongono ai lati di Gherardo e lo fanno avanzare, la faccia rivolta al popolo, sino al limitare della
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confessione del peccatore, si leva una voce a intonare lo spunto di una lauda sacra. E un'altra voce segue, che continua della prima il pensiero e il canto. E
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testa alta, pardando lui negli occhi. Lo si vede ora respirare affannosamente e tremare. Poi egli batte col piede sulla terra, e protende il busto
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