invincibile ira contro Dio e contro gli uomini. Pensò che il bambino lo avesse deposto lì qualche contadina che lavorava nei dintorni, e tirò le
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; era il quaderno dei suoi conti, poichè ella non aveva altra carta, e lo rivolse dalla parte inversa ancora intatta; poi si mise a scrivere. Scriveva
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lo costringo a voltarsi, a vedermi. Gli stavo così addosso ch'egli sulle prime credette che l'avessi fatto per sbadataggine. Ma io lo abbracciai
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, dimmi, piuttosto, perchè non pensi a coltivare il tuo terreno? Io: ci penso, sì, ma non ho denari. Tobia: quanto ti occorrerebbe? lo: per adesso
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pianta sola: e i grappoli pendevano gravi, con gli acini gia tinti di viola. Per la prima volta pensai che Fiora era ricca; eppure lei stessa me lo aveva
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caffè. Finalmente lo si trovò che passeggiava solitario con le mani intrecciate sulla schiena, lungo la stessa strada che conduceva al mio terreno. Mio
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guardava scuotendo la testa come per dirmi: l'hai scampata bella! Io lo sentivo sopra di me con tutto il peso del suo corpo umido e grasso; mi pareva che
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conti di piccole spese giornaliere. La zia apre il quaderno alla rovescia e scrive: poi me lo fa leggere. È una cosa grande quella che leggo, eppure mi
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delle donne lo riscuotevano; del resto nessuno badava a lui; solo Davide, nel togliersi il cappotto e il cappello che attaccò lì accanto, lo guardò
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cartoline illustrate e di altre carte trasse il mio foglio. Lo riconobbi subito e vibrai di nuovo; non più per rabbia, adesso, ma per vergogna
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davanti alla bella padrona di casa: per lo più erano uomini, ma uomini piuttosto invalidi, vecchi parenti, un capitano di porto a riposo, un prete, un
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mia proverò la gioia e il conforto che mi dava lo scrivere quei fogli, nella melanconica casa della zia; mi pareva di scrivere lettere d'amore e come
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cuore mi batteva come quando avevo veduto il padre di Fiora in casa nostra. II vecchio veniva a domandare come stavo: credeva fossi malato. Lo si
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rabbia aumentava il mio desiderio, ma la mia volontà lo vinceva. Eppoi, perchè mi avevano lasciato solo con lei? Il pensiero che il vecchio fosse
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. Accettai: accettavo tutto, quel giorno. II pasto era buono: c'era un grosso pesce dalla polpa lievemente rosea che sembrava carne, e il vecchio me lo
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sporcare il pavimento; apparve la figura arcigna del marito. La donna sedeva al suo posto, accanto al braciere, di nuovo con lo scialle chiuso sul collo
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, pensavo, viene per impormi di non frequentare più la sua casa. Lo feci sedere presso il tavolino, al posto dove s'era seduto il nano. Era tutto vestito
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anch'io e feci cenno di no. No, il terreno io non lo vendevo più; mi sarei venduto l'anima; se occorreva, ma il terreno no. La zia non aveva cessato un
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disperato: avevo l'impressione che quel castigo di donna ingombrasse tutta la casa, che fosse lì pronta a divorarsi tutto. E noi avevamo lo stretto
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Poi il vecchio si rifece grave; mi si mise davanti con le braccia incrociate e mi interrogò con gli occhi. Sì, lo intendevo: egli mi ricordava la
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Ebbi subito l'impressione di essere inseguito. Forse non lo ero ancora, ma bastò l'impressione per farmi camminare più rapido stringendo a me il
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offrivo a lei, alla vita. Quel peso adesso I'avevo sulle braccia, fatto carne e spirito; ma adesso lo difendevo, lo volevo tutto per me, lo contendevo
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, dove il paese, dove il fiume. Vado di nuovo verso il mare: lo sfondo grigio s'è fatto azzurro; sotto la luna piena sempre più alta e chiara, tutto il
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La serva Albina lo portò a dormire nel suo letto, poichè Elisabetta non volle incaricarsene. Aveva fatto il suo dovere, Elisabetta, rifiutandosi a
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camminò. Dio, Dio mio! Era come Gesù che camminava sulle acque del mare. Ti ricordi, Albina? E quando lo mettevi sul letto egli si divertiva ad afferrarsi i
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piangere. Chi era, poi? Aveva una madre, un padre? Perchè lo avevano buttato in mezzo alla strada come un oggetto inutile? Invano tentò di farlo parlare
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flutto amaro salirgli dalle viscere al cuore; ricordava anche lui il suo bambino quando lo minacciava qualche malessere e tutti intorno trepidavano. Ed
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il bambino a piangere: che cosa gli faceva il cattivo uomo? Anche il cieco tendeva le orecchie: e domandò con voce quasi minacciosa: - Che, lo portano
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suo torpore: - Lo voglio proprio da voi; su! Ella arrossì, un po' irritata; ma subito si alzò e rimise la caffettiera ancora tiepida sul fuoco
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Questa volta, però, suo malgrado è costretto a fermarsi, a interessarsi della creatura abbandonata nella strada: lo impressiona la strana riluttanza
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per istinto chi loro vuol bene e chi loro vuol male; e Michele vuol bene al piccolo Eliseo. - Eliseo? Si chiama Eliseo anche questo? Come lo sa, lei
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Per alcun tempo rimasero soli tutti e tre. Anche Bona guardava il bambino ma non lo toccava: egli a sua volta pareva non curarsi di altro che dei
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Elis commovendosi per questo falso Elis. Ma già lo strato della sua indifferenza s'era incrinato: o meglio, era come quando il gelo si scioglie sul
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non perderlo con le sue lagrime, ma se lo sentiva diverso, scorrerle dentro le vene, caldo, vitale. La sua folle speranza la riprendeva tutta. - Egli
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suoi occhi pensierosi fissavano un po' inquieti l'uomo irritato: finchè l'uomo irritato lo prese e lo tirò su afferrandolo per l'involto di pelo come
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, purchè l'oggetto amato sia felice. Davide s'avanzava guardando il suo orologio. - Lo sai, moglie mia, che ora è? Manca un minuto a mezzogiorno. E le
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foglie sull'erba si rincorrevano come farfalle scure, con qualche cosa di vivo che mi divertiva e mi commoveva. Fosse stato lì il mio terreno! Lo avrei
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E già lo provavo: ed era questo che mi faceva soffrire. Pensavo a tutti i delitti misteriosi che vengono commessi nelle strade solitarie, nei boschi
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fissità pungente; lo splendore del suo fazzoletto rosso mi fa come per riflesso arrossire. Cominciai, nonostante il mio turbamento, a farle dei cenni
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la vigna. La vigna era in fiore: e tutta vibrante di lucciole. Oh solo con la musica si potrebbe esprimere la dolcezza e lo spasimo di quell'attimo
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sulla spalla destra. Appena mi guardò mi accorsi che i suoi occhi turchini rassomigliavano a quelli di Fiora: lo sguardo pareva mite, umile, quasi
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