Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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C'era una volta...

218755
Luigi Capuana 50 occorrenze
  • 1910
  • R. Bemporad e figli
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
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, Palazzo per me! — Il Re dal gran ridere, teneva aperta la bocca; la Cecina, dentro e giù per la gola: — Pancione del Re, Palazzo per me! — Figuriamoci lo

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precisamente alla Cecina, benchè fosse di giusta statura. Così fu perdonato, e da lì a poco lo sposò. Lei, per ricordo, volle sempre essere chiamata

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carità! Non lo farò più! — Ah! son le mie! — E di dove vieni? Vengo dal mulino. - Il Re, angustiato, si persuase che era inutile il seguitare a star

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la parola. — È la mia cattiva sorte! Ma non importa. — Lo condusse a casa, prese un barattolo e gli strofinò il petto con una pomata di suo padre. Il

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, e così lo trascinassero fino al palazzo reale. Gli, altri, vista la mala parata, stettero zitti. E il Re, giunto al palazzo reale, si affacciò alla

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del ciaba; e il Re gli diè una ricca dote e lo fece intendente di casa reale. Re e servitore ebbero molti figliuoli: E noi restiamo da cetriuoli.

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sonaglino e se lo mise in tasca, insieme con la cipolletta e il coltellino da due soldi. Cammina, cammina, una sera capitò presso una fattoria fuori di mano

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boschi pieni di animali feroci. E c' era un gran pericolo: chi lo sentiva cantare, moriva. Dopo mille fatiche e mille stenti, una mattina il Reuccio

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— Son morto! — Il Reuccio lo scorticò con diligenza e portò la pelle alla Reginotta. — Va bene: mettetela là. Aspetto il pesce senza fiele. — Questo

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! - E il Re gli tirò un calcio alla schiena, che lo fece saltare dalla finestra. — Doveva esser morto! — Andarono a vedere in istrada; ma il Nano non c

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. Gli tastava il ciuffo, gli accarezzava il collo, lo spronava leggermente col tacco; e intanto diceva scherzando: Cavallo, mio cavallo, Salta dal

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Reuccio lo mandò a domandare la figliuola del Re di Francia. Ma l' ambasciatore arrivò troppo tardi: la figliuola del Re di Francia s' era maritata il

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— Ah, gallinetta mia! L'uovo nero non lo vuol nessuno. — Portatelo al Re. — La vecchia lo portò al Re. — Che uovo è questo? — Maestà, di gallina

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In cucina gli tirarono il collo e lo messero a lessare. Appena la pentola diè il primo bollore: — Chicchirichì! — Il galletto era scappato fuori

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. — Non lo voleva dire, provava rossore, ma sentiva una gran voglia d'uscir fuori a razzolare. Tornarono a chiamare i dottori, ma non ci capivano niente

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, e aperse bottega dirimpetto al palazzo reale. La Regina volea comprar delle gioie e lo mandò a chiamare. Quello andò, e in uno scatolino a parte ci

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: — Salvami almeno la vita! — Mago scellerato, ti sei fatto beffa di me! Ora starai lì incatenato, finchè l'incanto non sia rotto. — Lo legò bene

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andarsene: — Mi lasci qui incatenato? — Lo meriteresti, ma ti sciolgo. Se mi hai ingannato, guai a te! — Il giovane si presentò al palazzo reale e si

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— Se ci si combina, lo prendo. — Ve lo do per un soldo. — Il cenciaiuolo le tolse il bimbo di braccio e le mise in mano un soldo bucato. A quella

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cominciò dallo scarcerare la povera donna, e tornò a mandare dal mago: — Come rintracciare il bimbo? Lo avea rapito un cenciaiuolo e non se ne sapeva più

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, dovette tornarsene a palazzo. Prima che albeggiasse, spedì un corriere a spron battuto: — Lo voleva il Re, subito subito. - Il contadino andò a

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tanto, la notte, il contadino cavava di tasca lo zufolo, e prima di sonare, gli diceva: — Maestà, rammentatevi bene: Chi tocca stronca, Chi parla falla

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. Mostro o non mostro, è una creatura di Dio. Lei è la vera Reginotta, perchè nata la prima. - La Regina, arrabbiata per lo smacco, che pensò? Pensò di

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. — Reuccio, entrate voi solo ; c'è posto soltanto per uno. — Il Reuccio entrò, e Testa-di-rospo chiuse lo sportello. Mamma cagna si accovacciò lì dietro

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, quasi lo facesse a posta, a ogni domanda di matrimonio, rispondeva: — Maestà, chiedo un altr' anno di tempo. - Intanto era accaduto questo: in un

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desinato saporitamente. Il Re, dalla contentezza, ordinò una festa di ballo. Va per indossare il manto reale, e lo trova interamente rosicchiato dai topi

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! — Poteva dire di no alla mamma e alla sua cara Reginotta? Toccò colle mani il cadavere mezzo carbonizzato del Re, e lo fece risuscitare. Ma il Re

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? — E lo condusse dentro, nei magazzini. C' erano tutte le fiabe del mondo, situate nei cassetti fatti a posta, classate e numerate; e il mago Tre-Pi gli

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. Passarono sei mesi, e non si vide nessuno. Finalmente un giorno si presenta un contadinotto molto male in arnese: — Maestà, lo volete davvero quel

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fata viveva rinchiusa, e ve lo condussero facilmente. Picchiarono all' uscio. — Chi siete? — Siamo noi. - Fata Fantasia li riconobbe alla voce, e

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contadino che lo attendeva. — Maestà, la Reginotta ora è mia. — Il Re si fece scuro. Dovea dare la Reginotta a quello zoticone? — Domanda qualunque

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Il Re non lo potevan trattenere: schizzava fuoco dagli occhi. Ma quella, ostinata: — Non lo voglio! Non lo voglio! Vo'rimanere ragazza. — Il peggio

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fortuna. - Quando i figliuoli lo videro tornare senza il fratellino, si misero a strillare. — Zitti! ecco del pane e del formaggio. — Ma Ranocchino do v' è

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Ranocchino! L' aquila lo aveva già digerito da un pezzo! — Si presentò la vecchia: — Maestà, Ranocchino ve lo farei trovare io; ma ci vuole un gran coraggio

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bollente. — A che farne? — Lo saprete poi. — Quando fu il giorno, l'olio bolliva nella caldaia. Venne la vecchia e dietro a lei quel povero diavolo con

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— Maestà, ho il rimedio per guarir la regina. Ma prima facciamo i patti. — Oh, bravo! facciamo i patti. — Se nascerà un maschio, lo terrete per voi

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gli usci si spalancarono, e le venne innanzi sempre lo stesso cosino alto un gomito, vestito di stoffa a trama d' oro, col berrettino rosso sormontato

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granfie per ingoiarsela. — Mangiami almeno domani! Te lo chieggo per grazia! — Il Lupo Mannaro stette un momentino incerto, e poi rispose: — Ti sia

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volta un povero diavolo, il quale aveva sette figliuoli, che se lo rodevano vivo. Il maggiore contava dieci anni, e l' ultimo appena due. Una sera il

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L'UOVO NERO C' era una volta una vecchia che campava di elemosina, e tutto quello che buscava, lo divideva esattamente: metà lei, metà la sua gallina

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insistenza lo colpì. Chiamati i suoi ministri, disse che voleva andar lui in persona alla ricerca dell'albero che parlava. Finchè non lo avesse nel suo

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podere. Se i vicini raccoglievano venti, e lui raccoglieva cento, per lo meno. I vicini si rodevano. Una volta quel campicello non lo avrebbero

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: C'era una volta.... 14 — Ecco qui. Regalatele questo anello; quando lo avrà portato in dito per ventiquattr' ore, ne vedrete l'effetto. —

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cosa è stato, lucertolina — Mi hanno rotto la coda e non ritrovo il pezzettino. O, se tu me lo trovassi, ti farei un gran regalo. — La Reginotta

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: Topolino non vuol ricotta; Vuol sposare la Reginotta; E se il Re non gliela, dà, Topolino lo ammazzerà. Il Re consultò subito i suoi ministri; ed uno di

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, non ci ho colpa. È venuto un cardellino, si è posato sopra un ramo e si è messo a cantare. Canta, canta, canta, mi si aggravavano gli occhi. Lo

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lo piantarono come un grullo. Parti e andò in un'altra città. E, appena arrivato, si messe a gridare per le vie: — Fiabe, bambini, fiabe! Chi vuol

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, sarai regina se Dio vuole! — E Tizzoncino che faceva l' uovo: — Se lo dicevano che erano ammattite! - Ogni notte così, fino alla mezzanotte: — Spera di

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seccata di tenere in braccio quel cattivello che piangeva perchè voleva la mamma. In quel punto comparve un cenciaiolo: — Cenci, donnine, cenci! — Lo

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reggerete lo strascico del manto reale! - Il giorno dopo andò col padre l'altra figliuola. Comparve la vecchia colla conocchia e col fuso, e cavò di

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