Egli soffre! Egli soffre! Io | lo | sento; io non prego, non voglio esser mai felice, non |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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voglio esser mai felice, non dolermi, non pentirmi; forse | lo | ristora, laggiù nei tormenti, l'amor mio. |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
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| lo | stesso; poi, più ardita, si accosta al Mago e lo prende per |
LE ULTIME FIABE -
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lo stesso; poi, più ardita, si accosta al Mago e | lo | prende per la barba. Il fratello la imita): Come è folta! |
LE ULTIME FIABE -
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| lo | chiamano mago Sbuffante? |
LE ULTIME FIABE -
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| Lo | farà, forse, presto ... mamma Regina. |
LE ULTIME FIABE -
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| Lo | dirò a Sua Maestà il Re! |
LE ULTIME FIABE -
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Sua Maestà, (sbuffa) se | lo | prese per forza? ... |
LE ULTIME FIABE -
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sbuffando più forte) Ce | lo | direte un'altra volta! |
LE ULTIME FIABE -
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| Lo | fa venire anche agli altri, Vostra Maestà! |
LE ULTIME FIABE -
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sbuffa con rabbia): Ce | lo | racconterete un'altra volta. |
LE ULTIME FIABE -
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per esempio, si è molto interessato ai soprannomi coi quali | lo | chiamano in casa, e io glie ne ho detti parecchi. Mia |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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casa, e io glie ne ho detti parecchi. Mia sorella Virginia | lo | chiama vecchio spilorcio, sordo rimbambito, spedale |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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spilorcio, sordo rimbambito, spedale ambulante il Maralli | lo | chiama lo zio Tirchio, lo zio Rùdero, spesso gli dice anche |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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sordo rimbambito, spedale ambulante il Maralli lo chiama | lo | zio Tirchio, lo zio Rùdero, spesso gli dice anche vecchio |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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spedale ambulante il Maralli lo chiama lo zio Tirchio, | lo | zio Rùdero, spesso gli dice anche vecchio immortale erché |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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Perfino la donna di servizio gli ha messo il soprannome: | lo | chiama Gelatina perché trema sempre. - Meno male! - ha |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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... di rapa! | Lo | so; l'altra con la testa ... (Sbuffa.) |
LE ULTIME FIABE -
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il gran vassoio col gallinaccio e | lo | porta via, uscendo sempre invisibile.) |
LE ULTIME FIABE -
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| Lo | sento un po' anch'io il maleficio; ma resisto. Non dormo, |
LE ULTIME FIABE -
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in cagnesco anche | lo | scalco) Certi scherzi non mi piacciono! Posso farvene |
LE ULTIME FIABE -
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vostro figlio anch'io ... (Bacia la mano alla Regina che | lo | abbraccia con tenerezza materna.) |
LE ULTIME FIABE -
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onore, Maestà! (Un servitore porta un terzo pasticcio e | lo | posa sul tavolino del Primo Ministro.) |
LE ULTIME FIABE -
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Colse Orazio nelle robuste sue braccia il giovane Inglese e | lo | trasportò verso le donne situate in un canto della torre, |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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sviluppato e forte. Lascio pensare con che amorevolezza | lo | accolsero le nostre Romane. Lo spogliarono, lo asciugarono, |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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pensare con che amorevolezza lo accolsero le nostre Romane. | Lo | spogliarono, lo asciugarono, lo coprirono dei loro abiti |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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amorevolezza lo accolsero le nostre Romane. Lo spogliarono, | lo | asciugarono, lo coprirono dei loro abiti asciutti; mancava |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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accolsero le nostre Romane. Lo spogliarono, lo asciugarono, | lo | coprirono dei loro abiti asciutti; mancava il grog |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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la più volgare prudenza insegna a non effondere sangue: | lo | strangolamento lascia traccie incancellabili sul corpo |
Il maleficio occulto -
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svelato dalle grida della donna. L'avrebbero accalappiato | lo | stesso, ma così lo accalappiaron meglio: il sangue gli |
Il maleficio occulto -
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della donna. L'avrebbero accalappiato lo stesso, ma così | lo | accalappiaron meglio: il sangue gli aveva inzuppato |
Il maleficio occulto -
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casa, scavalcò il corpo sanguinolento, e continuò a forzare | lo | stipo! Lo si è compreso dalle tracce di sangue onde lo |
Il maleficio occulto -
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il corpo sanguinolento, e continuò a forzare lo stipo! | Lo | si è compreso dalle tracce di sangue onde lo stipo era |
Il maleficio occulto -
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lo stipo! Lo si è compreso dalle tracce di sangue onde | lo | stipo era chiazzato, le quali non si spiegano |
Il maleficio occulto -
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parte): Già; per cinquantuno! (Entrano | lo | scalco e i servitori che portano grandi vassoi con le |
LE ULTIME FIABE -
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Il Re approva subito con cenni del capo, e subito | lo | scalco tira da parte il vassoio e comincia a scalcare il |
LE ULTIME FIABE -
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prega di fermarvi un momento! (Si precipita verso il Re e | lo | riscuote bruscamente.) |
LE ULTIME FIABE -
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po' imbarazzato): Mi pare ... Non | lo | rammento bene. LA REGINA DORMIGLIA: Sì, sì, quello che non |
LE ULTIME FIABE -
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| Lo | avrei pagato tre, quattro volte di più del suo valore! ... |
LE ULTIME FIABE -
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sì bella occasione di prendere il largo e vendicarsi di chi | lo | aveva sì scelleratamente tradito. |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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| Lo | apprenderanno vivendo un paio di mesi da vere talpe! (Le |
LE ULTIME FIABE -
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scalco): Bravo! Incomincio anche oggi dall'arrosto ... | lo | voglio mangiare a modo mio! Che buon odore! ... (Mangiando |
LE ULTIME FIABE -
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Ce | lo | direte un'altra volta. Ah! ... Siete il re Dormi? ... Tutti |
LE ULTIME FIABE -
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stramazzato al suolo, estenuato, avanti alla sua casa. Egli | lo | aveva rialzato, si era preso cura di lui, gli aveva offerto |
I sogni dell'anarchico -
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agricoltore assiduo, laborioso. Aveva dissodato il terreno, | lo | aveva concimato, seminato, lavorato; lo aveva bagnato coi |
I sogni dell'anarchico -
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il terreno, lo aveva concimato, seminato, lavorato; | lo | aveva bagnato coi suoi sudori e costretto a dare quanto |
I sogni dell'anarchico -
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che conduceva all'uscio della sua piccola casa; i bambini | lo | attorniavano, e guardava felice i campi, che aveva |
I sogni dell'anarchico -
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che ritornavano dal pascolo, i suoi bovi aratori, e | lo | sguardo spaziava lontano, fino all'estremo lembo del suo |
I sogni dell'anarchico -
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fibra del corpo amoroso di lei, ed era grato a Dio, che | lo | aveva voluto figlio d'Italia, agricoltore assiduo, che gli |
I sogni dell'anarchico -
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della famiglia, dei suoi cari, costretto a fuggire. Come? ? | lo | aveva richiesto l'ospite. Dal nord, dal di là delle Alpi, |
I sogni dell'anarchico -
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egli si era messo alla difesa, ma era stato atterrato. | Lo | avevano creduto morto ma non lo era; e quando rinvenne vide |
I sogni dell'anarchico -
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ma era stato atterrato. Lo avevano creduto morto ma non | lo | era; e quando rinvenne vide la casa in fiamme; in fiamme le |
I sogni dell'anarchico -
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ardeva; ardeva la casa del Signore. Una paura pazza | lo | incolse; un infinito timore; e si allontanò a gran corsa, |
I sogni dell'anarchico -
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di ritrovar li, di riscattarli. ? Resta presso di me, | lo | invitò l'ospite. ? No! no! Fuggi tu pure! Vieni con me! |
I sogni dell'anarchico -
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Non potè, non volle rimanere. Essa dava ali ai suoi piedi; | lo | aveva reso irrequieto; non gli dava pace; novello Asvero, |
I sogni dell'anarchico -
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il grande eccidio di quanto gli era più caro al mondo, | lo | spronavano a correre, a fuggire; non gli dava pace; lo |
I sogni dell'anarchico -
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lo spronavano a correre, a fuggire; non gli dava pace; | lo | rendeva errante, ramingo, senza patria. E l'altro rimase |
I sogni dell'anarchico -
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il labiato e d'averlo messo a gelare nella ghiacciaia, | lo | "Sparviero" lasciava il piccolo altipiano riprendendo la |
I FIGLI DELL'ARIA -
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piuttosto birmani e kaltani, anziché indiani; dediti per | lo | più all'agricoltura e alle armi che ai commerci. Nondimeno |
I FIGLI DELL'ARIA -
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bellezza dei loro palagi, abitati un tempo dai re assamesi. | Lo | "Sparviero", verso le due pomeridiane, varcava già la |
I FIGLI DELL'ARIA -
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Goalpara. Alla sera anche l'Assam era stato attraversato e | lo | "Sparviero", lasciate le sterili pianure che aveva seguito |
I FIGLI DELL'ARIA -
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prossima l'alzata della luna. - E dove andremo noi? - | Lo | saprete presto. - Su quei monti che si delineano laggiù? - |
I FIGLI DELL'ARIA -
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ora. - Allora andiamo verso il mare. - Sì, signor Rokoff. | Lo | "Sparviero" affrettava sempre, toccando una velocità di |
I FIGLI DELL'ARIA -
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né Rokoff né Fedoro riuscivano a comprendere. A mezzanotte | lo | "Sparviero" passava, colla rapidità d'una freccia, al |
I FIGLI DELL'ARIA -
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infatti deserta. Non si vedevano altro che piante, per | lo | più canne gigantesche e acquitrini. Lo "Sparviero", in meno |
I FIGLI DELL'ARIA -
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che piante, per lo più canne gigantesche e acquitrini. | Lo | "Sparviero", in meno di un quarto d'ora, l'attraversò dal |
I FIGLI DELL'ARIA -
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gli stava vicino in attesa dei suoi ordini: - Puoi andare. | Lo | sconosciuto si era fatto innanzi. Strinse silenziosamente |
I FIGLI DELL'ARIA -
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il cosacco e il russo si fossero rimessi dal loro stupore, | lo | sconosciuto era già risalito sullo "Sparviero", seguito dal |
I FIGLI DELL'ARIA -
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seguito dal macchinista. La macchina volante prese | lo | slancio e s'innalzò, allontanandosi velocemente verso il |
I FIGLI DELL'ARIA -
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ritto sulla spiaggia, colle braccia incrociate sul petto, | lo | guardava allontanarsi. Quando scomparve fra le tenebre, si |
I FIGLI DELL'ARIA -
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può parlarla così bene e con quell'accento. Il capitano | lo | guardò in silenzio per alcuni istanti, poi rispose: - Può |
I FIGLI DELL'ARIA -
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per voi deve rimanere uno sconosciuto. D'altronde voi non | lo | rivedrete più. Non erano trascorse ventiquattro ore, quando |
I FIGLI DELL'ARIA -
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con loro viva sorpresa, videro riapparire improvvisamente | lo | "Sparviero". Quasi nel medesimo tempo una scialuppa |
I FIGLI DELL'ARIA -
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conduca a Calcutta. Gli uomini che la montano sono fidati. | Lo | "Sparviero" si era adagiato sulla sabbia, ma era montato |
I FIGLI DELL'ARIA -
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Rokoff con profonda amarezza. - Si ... un giorno ... ve | lo | prometto ... partite! ... Poi, senza attendere altro, né |
I FIGLI DELL'ARIA -
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la Reginotta ... Tornerò domani. (Va via. Il carnefice fa | lo | stesso portando con sé le teste, il ceppo e la scure.) |
LE ULTIME FIABE -
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era triste, mùtolo; appena appena badava a Paola che | lo | seguiva con larghe volate lungo la strada, mentre egli |
SCURPIDDU -
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cuore. Si rammentava con dolcezza dei giorni in cui ella | lo | pettinava al sole su lo scalino della porta di casa, |
SCURPIDDU -
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con dolcezza dei giorni in cui ella lo pettinava al sole su | lo | scalino della porta di casa, tenendogli la testa fra le |
SCURPIDDU -
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e luminosi e si spegnevano; si udiva, ora sì, ora no, | lo | scoppio delle bombe. La domenica dell'ottavàrio però vedeva |
SCURPIDDU -
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lumi, la bara di santa Agrippina portata dai devoti per | lo | stradone fuori le mura, di sera. I lumi della processione |
SCURPIDDU -
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serpeggiavano nel buio, e a poco a poco sparivano. | Lo | zi' Girolamo dall'agghiaccio gridava: - Viva santa |
SCURPIDDU -
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diceva niente; rammentava soltanto che sua madre, una volta | lo | aveva condotto per mano dietro la processione; e rivedeva i |
SCURPIDDU -
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che recitava il rosario, tra il polverio sollevato lungo | lo | stradone dal calpestìo di tanta gente. Rivedeva anche i |
SCURPIDDU -
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mattina, per la strada dell'Arcura, si era incontrato con | lo | zi' Girolamo che conduceva i buoi e le vacche a pascolare |
SCURPIDDU -
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da una parte, io da l'altra ... Ehi, Montedoro - soggiunse | lo | zi' Girolamo, toccando il bue su la schiena con la punta |
SCURPIDDU -
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. - Chi ne sa niente? - Vedrai che tornerà: tornerà! - Come | lo | sapete? - Solo i morti non tornano più. Io prendo da questa |
SCURPIDDU -
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da questa parte. E il bovaro non aggiunse altro. Scurpiddu | lo | vide allontanarsi per la viottola, a sinistra, e stette un |
SCURPIDDU -
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buffettini sul becco per irritarla. - Hai sentito, Paola ? | Lo | zi' Girolamo dice che la mia mamma tornerà. Paola rispose |
SCURPIDDU -
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a stento, con voce interrotta da colpi di tosse. - Non | lo | so: domandatelo a quel cristiano. Scurpiddu additava lo zi' |
SCURPIDDU -
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Non lo so: domandatelo a quel cristiano. Scurpiddu additava | lo | zi' Girolamo che, appoggiato al bastone con tutte e due le |
SCURPIDDU -
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la richiamò. - Scendete di qui: laggiù c'è il viottolo. | Lo | zi' Girolamo dapprima aveva indicato con la mano la via da |
SCURPIDDU -
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La poveretta doveva raccontare cose tristi, giacchè | lo | zi' Girolamo crollava il capo, compassionandola, giungeva |
SCURPIDDU -
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smorti fossero quelli di sua madre. Soltanto quando vide | lo | zi' Girolamo, che si era avvicinato e aveva anche lui gli |
SCURPIDDU -
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qui! ... - Mio padre è morto ... - balbettò Scurpiddu . - | Lo | so, lo so! Ed è stata la mia mala sorte. Ti racconterò poi. |
SCURPIDDU -
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... - Mio padre è morto ... - balbettò Scurpiddu . - Lo so, | lo | so! Ed è stata la mia mala sorte. Ti racconterò poi. Come |
SCURPIDDU -
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che ti hanno fatto! - Andate alla masseria, - intervenne | lo | zi' Girolamo. - Avete bisogno di qualche ristoro. - No, no, |
SCURPIDDU -
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servizio; starò qui con lui. - Sei contento ora Scurpiddu ? | Lo | chiamiamo così, - riprese lo zi' Girolamo. E Scurpiddu non |
SCURPIDDU -
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- Sei contento ora Scurpiddu ? Lo chiamiamo così, - riprese | lo | zi' Girolamo. E Scurpiddu non seppe rispondere altrimenti |
SCURPIDDU -
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più, mamma! - No, figliuolo mio! Non me n'andrò più. | Lo | disse però con voce così piena di tristezza, che lo zi' |
SCURPIDDU -
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più. Lo disse però con voce così piena di tristezza, che | lo | zi' Girolamo, capito quel che la poveretta voleva dire, la |
SCURPIDDU -
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Quella sera, all'arrivo, davanti al pollaio dove la massaia | lo | attendeva, secondo il solito, per fare la rassegna dei |
SCURPIDDU -
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da parecchi mesi, vestito, lavato, pettinato, la sua mamma | lo | metteva a sedere in un canto, per terra, sopra una vecchia |
LE ULTIME FIABE -
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manine sui ginocchi, immobile. Si divertiva a seguire con | lo | sguardo i giri e i salterelli del fuso della mamma; e |
LE ULTIME FIABE -
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non sapeva come andare avanti. Il contadino ne ebbe pietà, | lo | prese per un braccio e gli disse: - Nonno, nonno, |
LE ULTIME FIABE -
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In pochi momenti erano già asciutti. Marito e moglie | lo | guardavano con stupore. Fuori la pioggia continuava a venir |
LE ULTIME FIABE -
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vuotò interamente fino all'ultima stilla. Marito e moglie | lo | guardavano con stupore. - Nonno, avete bisogno di altro? |
LE ULTIME FIABE -
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da due capi; e bevi, bevi, bevi, senza neppur rifiatare, | lo | votò interamente fino all'ultima stilla. Marito e moglie lo |
LE ULTIME FIABE -
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lo votò interamente fino all'ultima stilla. Marito e moglie | lo | guardavano con stupore. Il bambino era rimasto seduto sulla |
LE ULTIME FIABE -
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stupore. Il bambino era rimasto seduto sulla seggiola dove | lo | aveva messo la mamma. - È vostro figlio? - domandò il |
LE ULTIME FIABE -
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- Oh! Va bene! Va bene! Questo bambino è fortunato! E | lo | rimise a sedere su la seggiolina. Fuori la pioggia |
LE ULTIME FIABE -
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il vecchio non avesse mangiato da un mese. Marito e moglie | lo | guardavano con stupore. - Nonno, non abbiamo più niente ... |
LE ULTIME FIABE -
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- Zitta! - Zitto! E in punta di piedi andarono di là, con | lo | spavento negli occhi. Il bambino dormiva ancora su la |
LE ULTIME FIABE -
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il vecchio, non avesse mangiato da un mese. Babbo e mamma | lo | guardavano con tanto di occhi, lo credevano stregato. Su la |
LE ULTIME FIABE -
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da un mese. Babbo e mamma lo guardavano con tanto di occhi, | lo | credevano stregato. Su la tavola non erano rimaste neppure |
LE ULTIME FIABE -
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qualcuno e stendeva la mano per strapparglielo. - Dammelo! | Lo | voglio ! E se quello, o intimorito o impietosito, gli |
LE ULTIME FIABE -
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o intimorito o impietosito, gli diceva: - Prendilo! Te | lo | regalo - egli subito lo rifiutava, disprezzandolo: - È |
LE ULTIME FIABE -
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gli diceva: - Prendilo! Te lo regalo - egli subito | lo | rifiutava, disprezzandolo: - È brutto! Non lo voglio più! |
LE ULTIME FIABE -
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- egli subito lo rifiutava, disprezzandolo: - È brutto! Non | lo | voglio più! Le vicine ridevano, lo accarezzavano, gli |
LE ULTIME FIABE -
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- È brutto! Non lo voglio più! Le vicine ridevano, | lo | accarezzavano, gli domandavano: - Vuoi questo? Vuoi quello? |
LE ULTIME FIABE -
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gli dispiaceva di essere accarezzato; e se qualche comare | lo | inseguìva e tentava di acchiapparlo, ridendo, ecco d'un |
LE ULTIME FIABE -
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I bambini ... devono essere bambini. Poteva dire: - Me | lo | hanno stregato? La povera donna e il marito avevano ragione |
LE ULTIME FIABE -
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cresceva e più diventava incorreggibile. Le vicine già | lo | avevano soprannominato: Capriccetto. Altro che Capriccetto! |
LE ULTIME FIABE -
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tra le macchie, dietro un muricciolo. Il padre, al ritorno, | lo | trovava allo stesso punto in cui era sparito. - Dove sei |
LE ULTIME FIABE -
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che non è, il ragazzo non era più là. Al ritorno, il padre | lo | trovava là, quasi non si fosse mosso. - Dove sei stato? - |
LE ULTIME FIABE -
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dormiva, ignudo, babbo e mamma, con un lume in mano, | lo | osservarono dalla pianta dei piedi alla fronte; la bianca |
LE ULTIME FIABE -
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segno di lentiggine. Allora la mamma si ricordò che | lo | Stregone, o Orco che fosse, aveva anche osservato tra i |
LE ULTIME FIABE -
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Questa volta Capriccetto non tornò. Il babbo e la mamma | lo | piansero per morto. E passarono sette anni, sette mesi e |
LE ULTIME FIABE -
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subito: - È Capriccetto! ... Riconosco il suo picchio! | Lo | chiamarono col soprannome di quand'era bambino. |
LE ULTIME FIABE -
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e birichina che gli aveva meritato quel soprannome. | Lo | abbracciarono, lo baciarono, lo festeggiarono. - Sette |
LE ULTIME FIABE -
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che gli aveva meritato quel soprannome. Lo abbracciarono, | lo | baciarono, lo festeggiarono. - Sette anni, sette mesi e |
LE ULTIME FIABE -
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meritato quel soprannome. Lo abbracciarono, lo baciarono, | lo | festeggiarono. - Sette anni, sette mesi e sette giorni! Ti |
LE ULTIME FIABE -
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stato qui durante questo tempo. Non mi avete veduto? Tutti | lo | guardavano increduli: - Sempre Capriccetto! Non c'è che |
LE ULTIME FIABE -
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Non c'è che direi Allora egli capì che il vecchio | lo | aveva tenuto prigioniero, e gli aveva dato l'illusione di |
LE ULTIME FIABE -
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via, noi ci aggrapperemo a te e verremo colà anche noi. | Lo | pregheremo, lo supplicheremo ... - Ci aggrapperemo a te |
LE ULTIME FIABE -
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aggrapperemo a te e verremo colà anche noi. Lo pregheremo, | lo | supplicheremo ... - Ci aggrapperemo a te anche noi, una |
LE ULTIME FIABE -
|
... - Ci aggrapperemo a te anche noi, una dietro l'altra: | lo | pregheremo e lo supplicheremo ... - replicarono le vicine. |
LE ULTIME FIABE -
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a te anche noi, una dietro l'altra: lo pregheremo e | lo | supplicheremo ... - replicarono le vicine. E tutti stavano |
LE ULTIME FIABE -
|
il vecchio maligno non chiamava! Finalmente, quando meno se | lo | aspettavano, Capriccetto dà un balzo. Ha sentito: Vieni! |
LE ULTIME FIABE -
|
Capriccetto dà un balzo. Ha sentito: Vieni! Vieni! La mamma | lo | afferra per un braccio, il babbo per l'altro braccio; e |
LE ULTIME FIABE -
|
casa dello Stregone, che Stregone o Orco che fosse, nessuno | lo | sapeva precisamente. Il vecchio fingeva di non accorgersi |
LE ULTIME FIABE -
|
di non accorgersi della mamma di Capriccetto, che pure | lo | teneva stretto per una mano: e lo conduceva davanti a |
LE ULTIME FIABE -
|
di Capriccetto, che pure lo teneva stretto per una mano: e | lo | conduceva davanti a quella che diceva sua figlia: - La |
LE ULTIME FIABE -
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E per l'appunto la prima persona, in cui s'imbatté, fu | lo | zio. Conoscete, per caso, lo zio di Leoncino? Lo dovete |
STORIE ALLEGRE -
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persona, in cui s'imbatté, fu lo zio. Conoscete, per caso, | lo | zio di Leoncino? Lo dovete conoscere di certo, perché chi |
STORIE ALLEGRE -
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fu lo zio. Conoscete, per caso, lo zio di Leoncino? | Lo | dovete conoscere di certo, perché chi lo sa quante volte lo |
STORIE ALLEGRE -
|
zio di Leoncino? Lo dovete conoscere di certo, perché chi | lo | sa quante volte lo avete incontrato per la strada: ma ora |
STORIE ALLEGRE -
|
Lo dovete conoscere di certo, perché chi lo sa quante volte | lo | avete incontrato per la strada: ma ora forse non ve lo |
STORIE ALLEGRE -
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lo avete incontrato per la strada: ma ora forse non ve | lo | rammentate più. Figuratevi, dunque, un omone lungo lungo, |
STORIE ALLEGRE -
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d'uva. Di nome si chiama Giandomenico: ma tutti nel paese | lo | conoscono col soprannome di Nasobello . Vedendolo la prima |
STORIE ALLEGRE -
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pareva quasi che si vergognasse. "Dunque? ... ", insisté | lo | zio, alzando sempre più la voce. "Ecco ... dirò ... una |
STORIE ALLEGRE -
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Maestà! (Il Re | lo | guarda in cagnesco. Porta alla bocca un'altra fetta di |
LE ULTIME FIABE -
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di lui, e le loro imprecarzioni arrivano al suo orecchio e | lo | fanno fremere: Matricida! Matricida! Già. Egli ha fatto |
I sogni dell'anarchico -
|
testa, marciare contro la folla e decimarla. I pretoriani | lo | hanno abbandonato. ? Le amazzoni! - Sono fuggite. Sono |
I sogni dell'anarchico -
|
Sono andate a cercare altri protettori. Anche i mimi | lo | hanno abbandonato. Schiavi, liberti, cortigiani |
I sogni dell'anarchico -
|
gli lascino la prefettura d'Egitto. Manda messi a Roma. | Lo | lascino in vita, l'Apollo novello. Non ne sa che fare del |
I sogni dell'anarchico -
|
in vita, l'Apollo novello. Non ne sa che fare del trono. Se | lo | tengano. Anela glorie maggiori. Quanto soffre! Oh questa |
I sogni dell'anarchico -
|
è contenta della sua umiliazione, ne chiede il sangue. Chi | lo | difenderà? Oh queste umiliazioni, queste ingiurie, questa |
I sogni dell'anarchico -
|
Oh queste umiliazioni, queste ingiurie, questa solitudine! | Lo | accascia tanto. Un uomo, vestito poveramente, entra nel |
I sogni dell'anarchico -
|
tanto. Un uomo, vestito poveramente, entra nel palazzo e | lo | avvicina. - Cesare. Un pugno di fedeli è deciso di |
I sogni dell'anarchico -
|
ancora degli uomini che gli erano rimasti fedeli? Tanti | lo | avevano abbandonato. Respira. ? Salvatemi! Promette loro |
I sogni dell'anarchico -
|
cariche, condividerà con loro il dominio del mondo, purché | lo | salvino. Sono decisi di salvarlo. Verranno a prenderlo, di |
I sogni dell'anarchico -
|
L'uomo non può continuare. Il pugnale del sovrano | lo | ha trafitto nel petto. E' caduto morto al suolo. Freme al |
I sogni dell'anarchico -
|
del cortigiano. ? Salvami! Poi cambia pensiero. ? Uccidimi! | lo | supplica. Nessuno osa farlo, si teme. ? Suicidati! Non ha |
I sogni dell'anarchico -
|
seguito da quattro servi; uno solo gli è fedele, gli altri | lo | seguono costretti. Un servo fedele; un fenice ?Chi |
I sogni dell'anarchico -
|
Il servo, il povero schiavo, gli parla; cerca di sollevarne | lo | spirito, di destare in lui fiducia in Dio. Un cristiano! |
I sogni dell'anarchico -
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uomo povero. Ignorano, che egli è il dominatore del mondo. | Lo | era. Ora non lo era più. Sciocco! Perché non ha rinunziato |
I sogni dell'anarchico -
|
che egli è il dominatore del mondo. Lo era. Ora non | lo | era più. Sciocco! Perché non ha rinunziato all'impero? Gli |
I sogni dell'anarchico -
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che ha tanto beneficato, che ha avuto ai suoi piedi, che | lo | hanno dichiarato l'amore e la delizia del genere umano, il |
I sogni dell'anarchico -
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Suicidati! ? Il mio canto? - Non suicidarti! Ricorri a Dio. | Lo | prega; invoca il suo aiuto e ti rassegna alla sua volontà I |
I sogni dell'anarchico -
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rassegna alla sua volontà I Quello che vuole il Signore! E' | lo | schiavo cristiano che gli suggerisce cosi. Egli si avventa |
I sogni dell'anarchico -
|
Mi vuoi vivo acciocché il senato mi conduca alle forche! | Lo | uccide. E mentre osserva sdegnato quel cadavere, imbrattato |
I sogni dell'anarchico -
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il più grande cantante di ogni tempo. Vibra il pugnale e se | lo | caccia nel petto. L'acciaio freddo, freddo, entra |
I sogni dell'anarchico -
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| Lo | dirò a Sua Maestà la Regina! (Il Reuccio e la Reginotta |
LE ULTIME FIABE -
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Or ora mi si è presentato un giovane ... Centovite! | Lo | avete mai sentito nominare? Egli ha avuto l'ardire di |
LE ULTIME FIABE -
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- Nagor! Nagor! Nessuno rispose alla sua chiamata. | Lo | strangolatore, che pochi minuti prima vegliava dinanzi alla |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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con un furioso colpo di spalla schiantò le tavole. | Lo | strangolatore, tutto contuso e insanguinato, si precipitò |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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- disse Tremal-Naik a Nagor. - Tra poco verremo assaliti. - | Lo | credi? - I sipai sanno che siamo solamente due. Ma cos'hai |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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quel baccano? - Io ho ubbidito alle tue istruzioni, - disse | lo | strangolatore. - Vedendo due sipai avanzarsi nel corridoio, |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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a ruzzolare per terra, l'altro fuggì nello stanzone ed io | lo | inseguii, ma caddi e quando mi rialzai trovai le porte |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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- Cos'hai detto? - Che Raimangal è minacciata. - Chi te | lo | disse? - Il sergente. - Dov'è il sergente? - Eccolo là che |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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- Bisogna raggiungere il maledetto e ucciderlo. - | Lo | so. - Questo è affar tuo. - Anche questo lo so. - Se non lo |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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e ucciderlo. - Lo so. - Questo è affar tuo. - Anche questo | lo | so. - Se non lo uccidi, la vergine della sacra pagoda non |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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Lo so. - Questo è affar tuo. - Anche questo lo so. - Se non | lo | uccidi, la vergine della sacra pagoda non sarà mai tua |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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di qui e raggiungere il forte William. - Siamo assediati. - | Lo | vedo. - E dunque? - Evaderemo. - Quando? - Questa notte. - |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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- Faremo prima scaricare le loro armi. - In qual modo? - | Lo | vedrai. Tremal-Naik prese i tappeti, tutte le vesti che fu |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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Quando vuoi, salto dalla finestra. E il sergente? - Dorme e | lo | lascieremo dormire. Sta' attento, ora: i due sipai sono a |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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attento, ora: i due sipai sono a cinquanta passi da noi. - | Lo | so. - Io calo il fantoccio. I due sipai lo scambieranno |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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passi da noi. - Lo so. - Io calo il fantoccio. I due sipai | lo | scambieranno senza dubbio per uno di noi e scaricheranno le |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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palizzata. Un cavallo era sdraiato per terra. Con un pugno | lo | fece saltare in piedi. - Sali dietro di me, - gridò al |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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- Cadremo fra i sipai! - È assediato forse Kougli? - Quando | lo | lasciai, c'erano dei sipai nel bosco. - Andremo cauti. |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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- Il cavallo, un bell'animale dal mantello nero, fendeva | lo | spazio saltando fossati e cespugli, malgrado il doppio |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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un nitrito soffocato e cadde trascinando a terra coloro che | lo | montavano. I sipai si gettarono fuori dalla macchia |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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occupato a decifrare alcune lettere in sanscrito. Appena | lo | scorse scattò in piedi, muovendogli incontro. - Libero! - |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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esclamò, non dissimulando la sua sorpresa e la sua gioia. - | Lo | vedi, - disse Tremal-Naik. - E Nagor? - È rimasto fuori! - |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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ucciderlo. - Parla! - Ha lasciato il bengalow senza che io | lo | sapessi. - E dove è andato? - A Calcutta. - A cosa fare? |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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dei thugs. Egli sa che Raimangal è la vostra sede. Kougli | lo | guardò con terrore. - Ma tu sei impazzito!- esclamò. - |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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non è pazzo. - Ma chi ci tradì? - Io. - Tu! ... tu! ... | Lo | strangolatore si slanciò su Tremal-Naik col pugnale in |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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mal frenata. - Ma parla, dannato indiano, parla! - urlò | lo | strangolatore -. Perché ci hai tradito? Ma non sai tu che |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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in nostra mano? Non sai tu, che le fiamme l'attendono? - | Lo | so, - disse Tremal-Naik con ira. - E dunque? - Vi ho |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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disse Kougli, - ma la tua missione non è ancor terminata. - | Lo | so - disse Tremal-Naik, sospirando. - Perché sospiri? - |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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sospirando. - Perché sospiri? - Perché? ... E tu me | lo | chiedi? ... Non sono nato io per assassinare vilmente la |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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alzò le spalle. - Tu non sai cosa sia l'odio,- disse. - | Lo | so, non temerlo, Kougli! - esclamò Tremal-Naik con accento |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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e soffocò un singhiozzo. - Torniamo al capitano, - disse | lo | strangolatore. - Parla, cosa devo fare? - Bisogna impedire, |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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scudo sul quale vedevasi inciso il misterioso serpente, e | lo | porse a Tremal- Naik. - Basta che tu lo mostri ad uno degli |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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serpente, e lo porse a Tremal- Naik. - Basta che tu | lo | mostri ad uno degli affiliati - gli disse. - Tutti i thugs |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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Calcutta si metteranno a tua disposizione. - Tremal-Naik se | lo | passò in un dito della mano destra. - Hai altro da dirmi? - |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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- Che se tu ci tradisci, la daremo alle fiamme. Tremal-Naik | lo | guardò con occhio torvo. - Addio, - gli disse bruscamente. |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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- gli disse bruscamente. Uscì e si avvicinò a Darma che | lo | guardava con inquietudine, come già indovinasse che il |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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ministro dei piaceri di un’Eminenza. Dalla stanza dove | lo | aveva collocato Gianni egli non perdeva Manlio di vista; ed |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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verità, fingeva di cercare dietro i marmi, ond’era ripieno | lo | studio, un nascondiglio che lo coprisse dalla vista della |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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i marmi, ond’era ripieno lo studio, un nascondiglio che | lo | coprisse dalla vista della strada. «I tempi corrono |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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di sgherri sfilando lunghesso la via si fermava davanti | lo | studio e vi penetrava chiedendo al proprietario il permesso |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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Poi il capo degli sgherri già d’intelligenza con Cencio | lo | avea da lontano veduto entrare ed era certo di non dover |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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dover frugare invano. Povero Manlio! poco sospettoso, come | lo | è generalmente la gente onesta, cercava di persuadere il |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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di Cencio. Ma il malandrino per abbreviare l’indagine che | lo | annoiava tirò per le falde dell’abito il capo-birro, mentre |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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del furfante sentì il sangue ribollirgli nelle vene e | lo | sguardo gli corse tosto ai ferri che adornavano lo studio. |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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vene e lo sguardo gli corse tosto ai ferri che adornavano | lo | studio. Eran scalpelli, martelli, mazze e Manlio stava lì |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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dalla madre. La vista di quelle care creature fiaccò | lo | sdegno dell’artista. Esse avevano dal balcone vista entrare |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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nel piano generale dell’arresto di Manlio era stabilito non | lo | si avesse a condurre in prigione di giorno, per paura di |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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ad alcune interrogazioni e questa sera stessa, io | lo | spero, potrete tornare a casa vostra». Vane furono le |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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sapere chi ci darà il vestiario? ... Indovinatelo! Ce | lo | darà lo zio Eugenio." Lo zio Eugenio (un gran capo-ameno) |
STORIE ALLEGRE -
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chi ci darà il vestiario? ... Indovinatelo! Ce lo darà | lo | zio Eugenio." Lo zio Eugenio (un gran capo-ameno) era |
STORIE ALLEGRE -
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il vestiario? ... Indovinatelo! Ce lo darà lo zio Eugenio." | Lo | zio Eugenio (un gran capo-ameno) era fratello della mamma |
STORIE ALLEGRE -
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di pittura . "E come fai a sapere che il vestiario ce | lo | darà lui?" "Ne sono sicuro ... perché glielo porteremo via |
STORIE ALLEGRE -
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... " "E tu ci credi alla Storia Romana? Povero bambino, | lo | spendi bene il tu' tempo! ... " Per farla breve, i tre |
STORIE ALLEGRE -
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i tre fratelli entrarono nello studio dello zio, mentre | lo | zio era sempre a letto, e da una vecchia cassapanca gli |
STORIE ALLEGRE -
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Chiederli alla mamma era inutile, perché sarebbe stato | lo | stesso che scoprire tutto il sotterfugio combinato fra |
STORIE ALLEGRE -
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da comprare, si provarono a chiederle allo zio Eugenio: e | lo | zio, famoso per queste burle, rispose subito: "Volete tre |
STORIE ALLEGRE -
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e un pezzo di foglio bianco." Quand'ebbe l'occorrente, | lo | zio scrisse sopra il pezzo di foglio: Pagherete ai miei |
STORIE ALLEGRE -
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Orazio e Pierino lire cento, che segnerete a mio debito. | Lo | zio "E ora", domandò Cesare, "da chi si vanno a prendere |
STORIE ALLEGRE -
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città; e a quanti domandava della Banca de' Monchi , tutti | lo | guardavano in viso e ridevano. Tornato a casa, disse a' |
STORIE ALLEGRE -
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i loro libri di scuola, facevano un'operazione d'oro. | Lo | stesso giorno, Cesare, con un fagotto sotto il braccio, |
STORIE ALLEGRE -
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una volta un poveraccio che viveva facendo da corriere. | Lo | spedivano qua, lo spedivano là; e perché era lesto di |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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che viveva facendo da corriere. Lo spedivano qua, | lo | spedivano là; e perché era lesto di gambe, lo chiamavano |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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qua, lo spedivano là; e perché era lesto di gambe, | lo | chiamavano Saetta. Lo pagavano male; certe volte non lo |
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là; e perché era lesto di gambe, lo chiamavano Saetta. | Lo | pagavano male; certe volte non lo pagavano affatto col |
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lo chiamavano Saetta. Lo pagavano male; certe volte non | lo | pagavano affatto col pretesto che, non avendo recapitato in |
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non rifiutava di tornar a servire anche coloro che non | lo | avevano pagato. Nella sua famiglia erano stati tutti |
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metà strada, cominciò a sentir rimescolare qualcosa dentro | lo | scatolino, e una vocina sottile sottile, che pregava: - Non |
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portare! Si fermò. Qualcosa continuava ad agitarsi dentro | lo | scatolino, e la vocina sottile sottile tornava a insistere: |
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gli faceva tremare il cuore e vacillare le gambe. Accostò | lo | scatolino all'orecchio, per udir meglio: - Non mi portare! |
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Pensò pure, poveraccio, che il Reuccio di Spagna | lo | avrebbe ricompensato meglio del nano. Così faceva un'opera |
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e ne ricavava un bel guadagno. - Come liberarti? - Apri | lo | scatolino. - È suggellato e chiuso a chiave. - Dovrai dire: |
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Suggello strappati! Serratura schiantati! E picchierai su | lo | scatolino con un ciottolo, senza tremare. Saetta prese un |
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senza tremare. Saetta prese un ciottolo aguzzo, posò | lo | scatolino per terra, e con voce fioca dalla paura ripeté: - |
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a posta, ma quasi quasi fu contento dello sbaglio. Dentro | lo | scatolino non si agitò più niente, e la vocina sottile |
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qui. E gli diè un ovicino che sembrava uovo di piccione. Se | lo | mise in tasca e ripartì. Il nano lo attendeva davanti alla |
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uovo di piccione. Se lo mise in tasca e ripartì. Il nano | lo | attendeva davanti alla porta di casa. - Ahi Saetta! Saetta! |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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Pure la speranza di avere, finalmente, un figliuolo, | lo | spinse ad eseguire quel che il nano gli aveva consigliato. |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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nanaccio infame! Vo a scaraventargliela in viso! La moglie | lo | trattenne. - Meglio questo che niente! Chi sa? Quando sarà |
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una nocciola, sorrideva graziosamente quando la mamma | lo | accarezzava con un dito, dopo di avergli dato da mangiare, |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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darsi pace. - A lui, Saetta, un figliuolino tartaruga! | Lo | scherzo non poteva essere peggiore! Se il nano mi capita |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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i piedi! - Non cimentarti ... Meglio questo che niente! - | lo | confortava la moglie. Tartarughino - lo chiamavano- |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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che niente! - lo confortava la moglie. Tartarughino - | lo | chiamavano- cresceva rapidamente. In sei mesi era diventato |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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torno sùbito. E si mise a piangere perché neppure sua mamma | lo | credeva capace di fare la commissione. Quell'uomo restava |
SI CONTA E SI RACCONTA - Fiabe Minime -
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cantare. Canta, canta, canta, mi si aggravavano gli occhi. | Lo | scacciai da quel ramo, ma andò a posarsi sopra un altro. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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un altro. Canta, canta, canta, non mi reggevo dal sonno. | Lo | scacciai anche di lì, e appena cessava di cantare, il mio |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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si presenta un contadinotto molto male in arnese: - Maestà, | lo | volete davvero quel cardellino? Promettetemi la mano della |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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della Reginotta, e in men di tre giorni l'avrete. Il Re | lo | prese per le spalle, e lo messe fuor dell'uscio. Il giorno |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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men di tre giorni l'avrete. Il Re lo prese per le spalle, e | lo | messe fuor dell'uscio. Il giorno appresso quegli tornò: - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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fuor dell'uscio. Il giorno appresso quegli tornò: - Maestà, | lo | volete davvero quel cardellino? Promettetemi la mano della |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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della Reginotta, e in men di tre giorni l'avrete. Il Re | lo | prese per le spalle, gli diè una pedata e lo messe fuor |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Il Re lo prese per le spalle, gli diè una pedata e | lo | messe fuor dell'uscio. Ma il giorno appresso, quello, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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il giorno appresso, quello, cocciuto, ritornava: - Maestà, | lo | volete davvero il cardellino? Promettetemi la mano della |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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tre giorni l'avrete. Il Re, stizzito, chiamò una guardia e | lo | fece condurre in prigione. Intanto ordinava si facesse |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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le arance d'oro? - Se non mi farete più nulla, Maestà, ve | lo | dirò. - Non ti farò più nulla. - Le arance d'oro sono |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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rosso, che fa la guardia. Bisogna sapere il motto; e | lo | sanno due soli: il mercante e quel contadino che mi ha |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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nella Grotta delle sette porte, e non so il motto. Se me | lo | sveli, la Reginotta sarà tua. - Parola di Re? - Parola di |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Grotta, colla bisaccia in collo, trovò il contadino che | lo | attendeva. - Maestà, la Reginotta ora è mia. Il Re si fece |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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mie arance d'oro? - Se non mi farete più nulla, Maestà, ve | lo | dirò. - Non ti farò più nulla. - Son lì dove le avete |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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viste; ma per riaverle bisogna conoscere un altro motto, e | lo | sanno due soli: il mercante e quel contadino che mi ha |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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soli: il mercante e quel contadino che mi ha preso. Il Re | lo | mandò a chiamare: - Facciamo un altro patto. Dimmi il motto |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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zotico, Reginotta, è più Re di Sua Maestà. - Se fosse vero, | lo | sposerei. Va' a dirglielo, e torna subito. - Lo giurate? - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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fosse vero, lo sposerei. Va' a dirglielo, e torna subito. - | Lo | giurate? - Lo giuro. E gli aperse la gabbia. Ma il |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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sposerei. Va' a dirglielo, e torna subito. - Lo giurate? - | Lo | giuro. E gli aperse la gabbia. Ma il cardellino non tornò. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- O il cardellino non canta più? É un bel pezzo che non | lo | sento. - Maestà, è un po' malato. E il Re s'acchetò. |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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- Maestà, le parole se le porta il vento. Il Re non | lo | potevan trattenere: schizzava fuoco dagli occhi. Ma quella, |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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schizzava fuoco dagli occhi. Ma quella, ostinata: - Non | lo | voglio! Non lo voglio! Vo' rimanere ragazza. Il peggio fu |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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dagli occhi. Ma quella, ostinata: - Non lo voglio! Non | lo | voglio! Vo' rimanere ragazza. Il peggio fu quando il Re di |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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uno scatolino tutto d'oro e di brillanti. Ma la Reginotta | lo | posò lì, senza neppur curarsi d'aprirlo. E piangeva. - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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Sentendosi rispondere dallo scatolino, la Reginotta | lo | aperse. - Ah, cardellino mio! Quante lagrime ho sparse. - |
C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE -
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sito adunque ove Marco Lucullo edificò il suo castello era | lo | stesso in cui noi lasciammo la nostra Clelia coi compagni e |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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di Neli Frisinga, tutti gli avrebbero risposto che non | lo | conoscevano e non l'avevano neppur sentito nominare in |
Racconti 2 -
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l'avevano neppur sentito nominare in Mineo. Bisognava dire: | lo | Sciancato. Quasi non ce ne fossero stati altri! E sugli |
Racconti 2 -
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o su quelli dello Spirito Santo si vedeva tutti i giorni | lo | zi' Carmine, il tavernaio, che si godeva il sole con le |
Racconti 2 -
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giallo da parere che avesse sempre addosso l'itterizia, con | lo | stomaco sfondato, d'onde lo cavava quel vocione? Se lo |
Racconti 2 -
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sempre addosso l'itterizia, con lo stomaco sfondato, d'onde | lo | cavava quel vocione? Se lo sapeva lui! Ma quando, addossato |
Racconti 2 -
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con lo stomaco sfondato, d'onde lo cavava quel vocione? Se | lo | sapeva lui! Ma quando, addossato allo spigolo del portone |
Racconti 2 -
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comunale, per gli incanti che si facevano in segreteria, | lo | sentivano fino i sordi. Nella sua arte egli aveva |
Racconti 2 -
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- gli diceva qualcuno. Ed egli rispondeva: - Io almeno | lo | so con certezza di chi son figlio, quantunque figlio di |
Racconti 2 -
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o una gamba. State zitti! - Per questa sua origine civile | lo | Sciancato assumeva una certa aria seria e dignitosa fra |
Racconti 2 -
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lodato e ringraziato; e Domineddio per ciò - sentenziava | lo | Sciancato - ci concia per le feste! Al giorno d'oggi non si |
Racconti 2 -
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Perché non gliela dai? - Toccandogli il tasto della casa, | lo | Sciancato diventava piú giallo del solito e gli |
Racconti 2 -
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a me non mi fa né caldo né freddo. Un tozzo di pane me | lo | so guadagnare. Benefattori, in tutti i casi, ce n'è sempre |
Racconti 2 -
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piú! - Don Domenico gli avrebbe rotto anche l'altra gamba e | lo | avrebbe pagato per nuovo, se non fosse stato il timore |
Racconti 2 -
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fosse stato il timore della giustizia, e se sua moglie non | lo | avesse piú volte afferrato per una falda del vestito, |
Racconti 2 -
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vestito, quando veniva l'ingegnere a prender le misure, e | lo | Sciancato, seduto sullo scalino dell'uscio, con quel |
Racconti 2 -
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neppure un sasso. - Finalmente don Domenico l'ha capita! - | Lo | Sciancato continuò a bandire, nella piazza e per le vie, |
Racconti 2 -
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quel che veniva fatto a lui, povero sciancato, Gesú Cristo | lo | scriveva nel libro di lassú, dove nulla si cancella! ... - |
Racconti 2 -
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e pareva che un esercito di topi ballasse sul tetto; | lo | Sciancato, per fargli dispetto, si metteva a urlare le |
Racconti 2 -
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e anche il doppio, quei quattro sassi che si reggono su con | lo | sputo. Ma la superbia se lo rode vivo quel pezzaccio di |
Racconti 2 -
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sassi che si reggono su con lo sputo. Ma la superbia se | lo | rode vivo quel pezzaccio di Sciancato! - Volete ammalarvi? |
Racconti 2 -
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quattrini, e non arriverà neppure a fare il maniscalco, ve | lo | dico io! E tornava allo Sciancato. - Lo speziale mi ha |
Racconti 2 -
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il maniscalco, ve lo dico io! E tornava allo Sciancato. - | Lo | speziale mi ha detto: - Dovreste prenderlo con le buone. - |
Racconti 2 -
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di maccheroni col sugo e un pezzo di carne di maiale, | lo | Sciancato rispose alla serva: - Ringrazio della carità. Se |
Racconti 2 -
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rispose alla serva: - Ringrazio della carità. Se però | lo | fanno per la casa, dite pure ai vostri padroni che è tempo |
Racconti 2 -
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E ricominciò dal finestrino di cucina, peggio di prima. E | lo | Sciancato in risposta, gli urlava le cipolle della Mula e |
Racconti 2 -
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il cranio, e quasi non capiva piú dove si trovasse, | lo | Sciancato si perdette di coraggio. - Avete la testa dura! - |
Racconti 2 -
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come la chiamavano, vedendolo seduto due giorni dopo su | lo | scalino dell'uscio, mezzo morto. - Su mettetevi al sole -. |
Racconti 2 -
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dell'uscio, mezzo morto. - Su mettetevi al sole -. E | lo | condusse per mano lí di faccia. - Avete la testa dura! - |
Racconti 2 -
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circostanze. - Abronunzio! Libera nos domine! - rispose | lo | Sciancato, col capo fra le mani e i gomiti sui ginocchi, |
Racconti 2 -
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Dio! - Comare Angela continuava a ravviare la cameretta, e | lo | Sciancato la seguiva con gli occhi. - E voi, è vero che |
Racconti 2 -
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È vero! - Meritava che io facessi come Maricchia che se | lo | spolpa vivo vivo. Se lo vedeste! Non si riconosce. L'altro |
Racconti 2 -
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io facessi come Maricchia che se lo spolpa vivo vivo. Se | lo | vedeste! Non si riconosce. L'altro giorno, incontratolo nel |
Racconti 2 -
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piano di San Pietro, gli schiaffai sul muso: "Ben ti stia!" | Lo | Sciancato stava a sentire, nicchiando a bassa voce per quel |
Racconti 2 -
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nicchiando a bassa voce per quel dolore alla schiena che | lo | portava alla sepoltura. Comare Angela intanto, seduta |
Racconti 2 -
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il miracolo! - Tanto fiore di carità, da comare Angela, | lo | Sciancato non se l'aspettava davvero. - Se questa volta |
Racconti 2 -
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basta; vi è posto anche per altri ... - Allora ... - disse | lo | Sciancato. Ma non continuò, e si mise a ridere, impacciato, |
Racconti 2 -
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qui non ci verrete piú, comare Angela! - Non occorre -. | Lo | Sciancato rimase zitto. Rimuginava le parole di comare |
Racconti 2 -
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d'aver messo un piede in casa di lui. Quel po' di veleno se | lo | era sempre cucinato da sé. Rattoppare i vestiti, spazzare |
Racconti 2 -
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è vedermi dinanzi quello sgorbio giallo che mi fa rivoltare | lo | stomaco. - Zitta! - rispose don Domenico, ridendo; - le |
Racconti 2 -
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fino all'ultimo grano. Buon pro ti facciano! - - Ora che | lo | Sciancato sta con gli angioli del paradiso! ... - I |
Racconti 2 -
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del Collegio, si divertivano a canzonarlo: - Ora che | lo | Sciancato sta cogli angioli del paradiso, non guarda piú in |
Racconti 2 -
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o i carciofi dell'Area del conte, aggiungevano: - Senti! | Lo | Sciancato s'è formato una voce ... una voce angelica |
Racconti 2 -
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tutta la giornata a guardare. Ogni colpo di piccone se | lo | sentiva intronare nel cervello; a ogni sasso che volava |
Racconti 2 -
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La gente, vedendolo guardare con tanto d'occhi spalancati, | lo | canzonava: - Lo Sciancato si fabbrica il palazzo! - Ma egli |
Racconti 2 -
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guardare con tanto d'occhi spalancati, lo canzonava: - | Lo | Sciancato si fabbrica il palazzo! - Ma egli non rispondeva, |
Racconti 2 -
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addormentata, i manovali ebbero paura. - Il destino | lo | chiamava qui! - sentenziò il capomastro. E un manovale |
Racconti 2 -
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e poi la pancia. Se sbaglio, pago un soldo; eccolo qui! E | lo | mostrava. Tutti sapevano anticipatamente di perdere la |
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e poi la pancia. Se sbaglio, pago un soldo; eccolo qui! E | lo | mostrava. Di chi era figlio? Non lo sapeva nessuno. Pareva |
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un soldo; eccolo qui! E lo mostrava. Di chi era figlio? Non | lo | sapeva nessuno. Pareva che non lo sapesse neppur lui. |
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Di chi era figlio? Non lo sapeva nessuno. Pareva che non | lo | sapesse neppur lui. Dov'era nato? Non lo sapeva nessuno. E |
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Pareva che non lo sapesse neppur lui. Dov'era nato? Non | lo | sapeva nessuno. E se lo domandavano a lui, rispondeva con |
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neppur lui. Dov'era nato? Non lo sapeva nessuno. E se | lo | domandavano a lui, rispondeva con un gesto che significava: |
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che gli accadeva di perdere, buttava il soldo per aria, | lo | prendeva in bocca e faceva il verso d'inghiottirlo, come |
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il verso d'inghiottirlo, come aveva praticato coi fichi. | Lo | nascondeva sotto la lingua, apriva la bocca, perché |
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è ammattito! - Pappafichi vuol morire. Non fa ridere più! | Lo | compiangevano sinceramente. Sembrava che a tutti fosse |
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soltanto in gran pensiero per un portamonetino ritrovato. | Lo | aveva visto su un mucchio d'immondizie, tra bucce di |
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quel giorno egli era troppo ricco: possedeva cinque soldi! | Lo | aperse, e con grande stupore lo vide foderato nell'interno |
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possedeva cinque soldi! Lo aperse, e con grande stupore | lo | vide foderato nell'interno di velluto cremisi nuovo. |
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chiasso, gli venne l'idea di dire: - Voglio dieci soldi! - | Lo | chiuse, lo aprì: lo richiuse, lo riaprì. I soldi là dentro |
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venne l'idea di dire: - Voglio dieci soldi! - Lo chiuse, | lo | aprì: lo richiuse, lo riaprì. I soldi là dentro erano |
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l'idea di dire: - Voglio dieci soldi! - Lo chiuse, lo aprì: | lo | richiuse, lo riaprì. I soldi là dentro erano sempre cinque, |
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- Voglio dieci soldi! - Lo chiuse, lo aprì: lo richiuse, | lo | riaprì. I soldi là dentro erano sempre cinque, i suoi |
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sentì che il peso di esso era aumentato tutt'a un tratto. | Lo | cavò fuori, lo aperse e ... trattenne a stento uno strillo. |
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peso di esso era aumentato tutt'a un tratto. Lo cavò fuori, | lo | aperse e ... trattenne a stento uno strillo. Avea detto: - |
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era arrivato a dodici anni. Quella mattina la vecchietta | lo | vide ritornare insolitamente a casa e chiudersi nello |
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un edifizio, una piazza, e quegli si fermava a guardare | lo | stesso edifizio, la stessa piazza. Lo trovava ogni mattina |
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si fermava a guardare lo stesso edifizio, la stessa piazza. | Lo | trovava ogni mattina davanti all'uscio della casa o della |
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casa o della locanda dov'era andato ad alloggiare, e se | lo | sentiva alle spalle, o se lo vedeva allato, sempre con la |
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andato ad alloggiare, e se lo sentiva alle spalle, o se | lo | vedeva allato, sempre con la lanternuccia accesa anche di |
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cominciò ad essere atterrito di quella malombra che più non | lo | lasciava di un passo. - Chi era? Che voleva da lui? E un |
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levato rapidamente di mano. Tremante di gioia, però, | lo | guardava, lo tastava, tutto deluso. - Ah, tu non sei mio |
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rapidamente di mano. Tremante di gioia, però, lo guardava, | lo | tastava, tutto deluso. - Ah, tu non sei mio figlio il |
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di quel certo bagno, volle tornare al paesetto dove tutti | lo | conoscevano e gli volevano bene e farvi :parecchie belle |
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di fichi, per onorare il nomignolo che stava per perdere. | Lo | videro ricomparire con gli stessi cenci, com'era andato |
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e poi la pancia. Se sbaglio, pago un soldo; eccolo qui. E | lo | mostrava. Fu una gran festa per tutto il paese. Vassoi, |
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Privo d’abitatori per molto tempo, oltre all’edera che | lo | tappezzava, il castello era pure nascosto dalle piante |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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il castello era pure nascosto dalle piante gigantesche che | lo | circondavano, e questa circostanza lo rendeva acconcio ai |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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gigantesche che lo circondavano, e questa circostanza | lo | rendeva acconcio ai bisogni d’Orazio e dei suoi compagni di |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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aveva mai potuto avvicinarsi perché de’ più coraggiosi che | lo | tentarono non se n’ebbe mai più notizia. Raccontavano |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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reca un gran vassoio con un nuovo grosso pasticcio che | lo | scalco si affretta ad affettare.) |
LE ULTIME FIABE -
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si fermava e il suo padrone si metteva a gridare: - Passa | lo | zoccolaioooo! Donne, lo zoccolaloooo! Donde lo cavava quel |
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si metteva a gridare: - Passa lo zoccolaioooo! Donne, | lo | zoccolaloooo! Donde lo cavava quel vocione che intronava la |
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- Passa lo zoccolaioooo! Donne, lo zoccolaloooo! Donde | lo | cavava quel vocione che intronava la gente? E, quasi non |
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si guardavano negli occhi, allibiti. - Ancora? - domandò | lo | zoccolaio. - Ancora! - risposero tutti e tre, |
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d'oro, che pareva un gioiello. Il Reuccio tutto contento | lo | volle calzato. Gli stava benissimo al piedino, quasi fosse |
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dello zoccolaio assieme col raglio dell'asino: - Passa | lo | zoccolaio! Donne lo zoccolaioooo! - Ah! Ah! Ah! Allora il |
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assieme col raglio dell'asino: - Passa lo zoccolaio! Donne | lo | zoccolaioooo! - Ah! Ah! Ah! Allora il Re si rammentò che |
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servitore a rintracciarlo e condurlo al palazzo reale. Ma | lo | zoccolaio era sparito, e nessuno seppe dire che via avesse |
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Reuccio, quella sera, voleva andare a dormire senza cavarsi | lo | zoccoletto. La Regina, che temeva di viziare il figlio |
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tollerandone i capricci, disse: - Non si va a letto con | lo | zoccolo! E fece atto di cavarglielo. Non le riuscì, lo |
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con lo zoccolo! E fece atto di cavarglielo. Non le riuscì, | lo | zoccoletto era strettamente attaccato al piede che il |
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quell'altro non dava fastidio al Reuccio, quantunque ora | lo | portasse da sei mesi, questo lavorato dall'orefice |
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ogni mese, di mano in mano che il Reuccio cresceva. Invece | lo | zoccoletto regalato dal vecchio zoccolaio cresceva |
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ai lati della carrozza reale invocando giustizia contro | lo | Stregone. Il Re era pentito di non aver dato ascolto al |
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dallo zoccolaio, che gli luccicava al piede quasi | lo | avesse calzato allora allora per la prima volta. Intanto il |
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disse: - Maestà, andiamo a consultare il mago Rosso. | Lo | chiamavano perché vestiva sempre di rosso. Era vecchio, |
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intorno pel mondo in cerca di colei che potesse cavargli | lo | zoccolo dal piede. Quella era la Reginotta destinata al |
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le ragazze venissero a provare. Chi cavava al Reuccio | lo | zoccolo dal piede, quella diventava Reginotta. - Che! Tutte |
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Ne accorsero parecchie; ma appena tentavano di cavare | lo | zoccolo - Ahi! Ahi! - il Reuccio si sentiva stringere il |
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Ne accorsero centinaia; ma appena tentavano di cavare | lo | zoccolo - Ahi! Ahi! - il Reuccio si sentiva stringere il |
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che arrivasse, finalmente, colei che gli avrebbe cavato | lo | zoccolo! La ragazza si mise a leticare coi soldati; diè uno |
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le accennò benignamente di inoltrarsi e posò il piede su | lo | sgabello che aveva dinanzi. La ragazza s'inginocchiò, baciò |
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s'inginocchiò, baciò con umiltà la punta dello zoccoletto, | lo | prese con due dita ... e tirò, tirò, dolcemente. Appena il |
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sentì dalla piazza la voce tonante dello zoccolaio: - Passa | lo | zoccolaiooo! Donne, lo zoccolaiooo! E immediatamente il |
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tonante dello zoccolaio: - Passa lo zoccolaiooo! Donne, | lo | zoccolaiooo! E immediatamente il raglio dell'asino: - Ah! |
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- Ah! Ah! Ah! Il Re mandò subito un servitore che | lo | invitasse a salire su. Ora che aveva visto il portento di |
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di aver spiegato il mistero dello zoccoletto di argento. Ma | lo | zoccolaio era già sparito, e nessuno seppe dire che via |
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raccolse, strinse il nocciolo tra il pollice e l'indice e | lo | rinviò all'erede al trono. Le grida sdegnate della Corte |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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a ridere, premendosi gli orecchi con le mani. I cortigiani | lo | guardavano sbigottiti ed inquieti: - Che cosa vi sentite? - |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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cosa buffa! Ah, se provaste! Che cosa buffa!... La Corte | lo | credeva ammattito. Quando poi fece per muoversi e lo videro |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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Corte lo credeva ammattito. Quando poi fece per muoversi e | lo | videro camminare a ritroso, tutti scoppiarono dalle risa. - |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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E i cortigiani ridevano ed egli rideva con loro... E tutti | lo | credevano ammattito. |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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consegna del mandato di cattura e all'arresto del figlio. | Lo | colse un malore. Perché veramente la storia è così vecchia |
Vietato ai minori -
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più pensato. Era passata, era finita. Provo a immaginare | lo | Jup, smilzo adolescente insaccato nella divisa tedesca |
Vietato ai minori -
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di Napoli, si trovò a Venafro tagliato dai suoi, i tedeschi | lo | rastrellarono.) Già due volte aveva provato. Fu ripreso a |
Vietato ai minori -
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dal reparto di polizia presso il quale fece da interprete, | lo | tenne con sé il capitano. Interprete, e scavare fosse di |
Vietato ai minori -
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Volevano farlo vestire da militare italiano, lui no. | Lo | dice come se avesse rifiutato per rispetto alla divisa. O, |
Vietato ai minori -
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modo si è salvato. Chi potrebbe chiedergliene conto? | Lo | Jup sta a sentire le deposizioni, il magro collo teso. |
Vietato ai minori -
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lui, come se non desiderassero riconoscerlo (e magari non | lo | riconoscono). Confermano malvolentieri, esitano, cercano di |
Vietato ai minori -
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Ma l'imputazione risulta gravissima e Giuseppe V. detto | lo | Jup non può godere dei decreti di condono a causa dello |
Vietato ai minori -
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una divisa, qui si tratta di rapina con minaccia. | Lo | stesso comandante tedesco lo fece arrestare. (Dopo i |
Vietato ai minori -
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tratta di rapina con minaccia. Lo stesso comandante tedesco | lo | fece arrestare. (Dopo i tentativi di fuga?) Malgrado gli |
Vietato ai minori -
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minorile. Giuseppe V. continua a sentirsi nominare | lo | Jup come incerto che si tratti proprio di lui. Fissa il |
Vietato ai minori -
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dello Jup e gli trema il mento. Quando inizia l'arringa, | lo | coglie la debolezza del pianto. Alla sprovvista, |
Vietato ai minori -
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temendo di sentirsi dare del fascista. (Lo è stato, forse | lo | è ancora, e non è il solo qui dentro.) Giuseppe V. avrà il |
Vietato ai minori -
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anche i giudici, alleviati. L'avvocato trionfante. Lui, | lo | Jup, resterà come un uomo che è stato ammanettato e ha |
Vietato ai minori -
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Bhârata non tardò a raggiungerlo trascinando a viva forza | lo | strangolatore Negapatnan. - Siedi e discorriamo, - disse il |
I MISTERI DELLA GIUNGLA NERA -
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Ti dissi che tu sei il capitano Harry Corishant, - rispose | lo | strangolatore, - il padre della vergine della pagoda sacra. |
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pallido d'ira. - Non irritarti per sì poco, - disse | lo | strangolatore, sorridendo. - Ti ricordi tu, la notte che |
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io voglio vedere. - Capitano Corishant, - disse gravemente | lo | strangolatore, - al disopra dei dominatori dell'India v'è |
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tremò, il capitano Macpherson giammai ebbe paura. - Me | lo | dirai il giorno in cui il laccio di seta ti stringerà la |
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in cui il laccio di seta ti stringerà la gola. - E tu me | lo | dirai il giorno in cui il ferro rovente calcinerà le tue |
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- Hai mai avuto una figlia tu? - Oh! mai! - esclamò | lo | strangolatore. - Hai mai amato almeno? - Mai, fuorché la |
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ma dimmi dov'è la mia Ada. - Capitano Macpherson, - disse | lo | strangolatore, torvo in volto.- Il tuo reggimento non ha |
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con quella frusta, ché discendo da un ragià, - gridò | lo | strangolatore torcendo le catene. Il capitano Macpherson, |
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le catene. Il capitano Macpherson, per tutta risposta alzò | lo | scudiscio e tracciò sul volto del prigioniero un solco |
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voce che più nulla aveva d'umano.- Uccidimi, perché se non | lo | fai ti strapperò le carni dalle ossa brano a brano. - Sì, |
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Il capitano Macpherson esitò. - Non ancora, - disse poi. - | Lo | lascierai ventiquattro ore senz'acqua e senza cibo tanto |
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e senza cibo tanto per incominciare. Bhârata afferrò | lo | strangolatore a mezzo corpo e lo trascinò via, senza che |
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Bhârata afferrò lo strangolatore a mezzo corpo e | lo | trascinò via, senza che questi opponesse resistenza. Il |
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resistenza. Il capitano Macpherson, gettando lungi da sé | lo | scudiscio, si era messo a passeggiare per la terrazza a |
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alle nostre carabine. - L'avete colpita almeno? - Non | lo | credo. - Quell'animale ci darà fastidio, capitano. - Per |
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- Quell'animale ci darà fastidio, capitano. - Per poco, te | lo | prometto. Non amo simili vicini. - La caccieremo adunque? |
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