Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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in una stalla, umile e povero. Gli angeli del Cielo  lo  annunziarono ai pastori che lì vicino custodivano il loro
loro gregge, I pastori. obbedienti, vennero subito a Gesù,  lo  trovarono nella stalla. posto a giacere in una mangiatoia,
nella stalla. posto a giacere in una mangiatoia, e  lo  adorarono.
Da qualche mattina Ninetta non addolcisce il latte, e  lo  zucchero sparisce ugualmente. La mamma le ha domandato a
e le ha detto: - La mamma vede tutto, bambina. Tu nel latte  lo  zucchero non ce lo metti. Penserei a un fioretto alla
mamma vede tutto, bambina. Tu nel latte lo zucchero non ce  lo  metti. Penserei a un fioretto alla Madonna, se lo zucchero
non ce lo metti. Penserei a un fioretto alla Madonna, se  lo  zucchero non mancasse, ma lo zucchero manca. Che cosa ne
a un fioretto alla Madonna, se lo zucchero non mancasse, ma  lo  zucchero manca. Che cosa ne fai? Dove lo porti? Ninetta si
non mancasse, ma lo zucchero manca. Che cosa ne fai? Dove  lo  porti? Ninetta si stringe al suo collo e le susurra: - Lo
lo porti? Ninetta si stringe al suo collo e le susurra: -  Lo  do a Lucrezia. È così povera! Un po' di acqua zuccherata le
Un po' di acqua zuccherata le tiene il posto del caffè, e  lo  zucchero è tanto caro! Basta - dice la mamma intenerita -
nell'orto di Getsèmani; l'altro, bellissimo e bianco, che  lo  annunzia risorto dal sepolcro. E gli Angeli che appaiono
dopo che il Maestro Divino è salito al cielo e una nube  lo  ha sottratto ai loro occhi? Gesù poi ci ha insegnato che
Custode, che, per volere di Dio, gli è sempre vicino e  lo  protegge. Camminiamo sotto la guida dell'Angelo nostro
la sua presenza invisibile; non facciamo mai cosa che  lo  obblighi a velarsi gli occhi per non vedere. E non
e si mise a fare la calza, e se ne andò. — E poi? — chiese  lo  scoiattolo. — Cosí è finita. — E la morale? — s'informò
— Cosí è finita. — E la morale? — s'informò severamente  lo  scoiattolo. — Probabilmente, — disse la rondine, — sarà
— sarà questa: L'apparenza inganna. — O forse, — borbottò  lo  scoiattolo, — Il diavolo non è brutto come lo si dipinge. —
— borbottò lo scoiattolo, — Il diavolo non è brutto come  lo  si dipinge. — O anche, — aggiunse un gallo venuto dallo
Ah, gallinetta mia! L'uovo nero non  lo  vuol nessuno. — Portatelo al Re. — La vecchia lo portò al
nero non lo vuol nessuno. — Portatelo al Re. — La vecchia  lo  portò al Re. — Che uovo è questo? — Maestà, di gallina.
al Re. — Che uovo è questo? — Maestà, di gallina. Quanto  lo  fai? — Maestà, quello che il cuore v' ispira. — Datele
messe a covare aggiunse anche quello. Ma la chioccia non  lo  covò. Il Re fece chiamare la vecchia: — Quell'uovo era
barlaccio. — Maestà, non può essere; la gallina avea fatto  lo  stesso giorno. — Eppure non è nato. — Bisognava lo covasse
fatto lo stesso giorno. — Eppure non è nato. — Bisognava  lo  covasse la Regina. - La cosa parve strana. Ma la Regina,
- La cosa parve strana. Ma la Regina, curiosa, disse: —  Lo  coverò io. - E se lo mise in seno. Dopo ventidue giorni,
Ma la Regina, curiosa, disse: — Lo coverò io. - E se  lo  mise in seno. Dopo ventidue giorni, sentì rompersi il
meraviglia, ed era costato un sacco di quattrini. Prima che  lo  indossasse, va il galletto e glielo insudicia. La Regina
impegno; figuriamoci che vestito!... Ma prima che la Regina  lo  indossasse, va il galletto e glielo dicia. La Regina perdè
PIA. Accadde questo fatto. Cherubino, voi  lo  sapete bene, era tanto somaro quanto presuntuoso e quindi
Sergio disse: - Tu non sai come si chiama quella porta. -  Lo  sai tu - rispose Cherubino. - Io lo so. - Tu non lo sai. -
chiama quella porta. - Lo sai tu - rispose Cherubino. - Io  lo  so. - Tu non lo sai. - Io lo so. - Tu non lo sai, perchè se
- Lo sai tu - rispose Cherubino. - Io lo so. - Tu non  lo  sai. - Io lo so. - Tu non lo sai, perchè se lo sai ti dò un
tu - rispose Cherubino. - Io lo so. - Tu non lo sai. - Io  lo  so. - Tu non lo sai, perchè se lo sai ti dò un pugno. -
- Io lo so. - Tu non lo sai. - Io lo so. - Tu non  lo  sai, perchè se lo sai ti dò un pugno. - Prova! - disse con
so. - Tu non lo sai. - Io lo so. - Tu non lo sai, perchè se  lo  sai ti dò un pugno. - Prova! - disse con ardore Sergio pur
sapendo che Cherubino era molto più forte di lui. Cherubino  lo  guardò bene, poi disse: - Facciamo pace. Come vedete, miei
CANDELIERE Che ci fa il candeliere in cucina? Nessuno  lo  adopera; impiccia. Anna si chiede perchè non lo portano in
Nessuno lo adopera; impiccia. Anna si chiede perchè non  lo  portano in solaio con la roba inutile. Persino la lampada
passato! Questo è il tempo della elettricità. Anna pensa  lo  stesso. La cuoca no. Ella sa che tutto è utile e i fatti le
a vetri. Che sarà? È la cuoca che porta il candeliere;  lo  depone sul tavolo e domanda ad Anna - Impiccia ancora il
Einaudi Tre d'amore La rosa di Brod Roberto Piumini  Lo  stralisco Il ritratto segreto Filippo a Prato Einaudi ©
Einaudi © 1995 Giulio Einaudi editore s. p. a., Torino per  Lo  stralisco 1987 e 1995 Prima edizione «Libri per ragazzi»
GEMELLI Nino e Ninetta sono gemelli. Sono nati  lo  stesso anno, lo stesso mese, lo stesso giorno. Se Ninetta
Nino e Ninetta sono gemelli. Sono nati lo stesso anno,  lo  stesso mese, lo stesso giorno. Se Ninetta non avesse due
sono gemelli. Sono nati lo stesso anno, lo stesso mese,  lo  stesso giorno. Se Ninetta non avesse due treccine bionde
e ai vecchi; dà vigore al corpo, rallegra il cuore, e  lo  spirito. Ma alla tua età se ne deve bere poco, annacquato,
gli levano la ragione, la memoria, la forza, la salute;  lo  conducono anzi tempo al cimitero. Il bevitore trascura
sente un solo bisogno: bere, sempre bere. Questa passione  lo  incatena; ne rode le viscere; gli consuma la vita; lo
lo incatena; ne rode le viscere; gli consuma la vita;  lo  imbecillisce; lo rende violento, malvagio; lo fa impazzire;
ne rode le viscere; gli consuma la vita; lo imbecillisce;  lo  rende violento, malvagio; lo fa impazzire; lo porta
la vita; lo imbecillisce; lo rende violento, malvagio;  lo  fa impazzire; lo porta all'ospedale, e non di rado alla
imbecillisce; lo rende violento, malvagio; lo fa impazzire;  lo  porta all'ospedale, e non di rado alla galera. Resisti,
gialla ed azzurra che svolazza nella sua stanza. - Non  lo  so, non lo so, non lo so - rispondono le alucce inquiete -
ed azzurra che svolazza nella sua stanza. - Non lo so, non  lo  so, non lo so - rispondono le alucce inquiete - ho tante
che svolazza nella sua stanza. - Non lo so, non lo so, non  lo  so - rispondono le alucce inquiete - ho tante cose da fare
UNA DECISIONE CHE PUÒ COSTARGLI CARA. MA I CROCIATI NON  LO  ABBANDONANO.
- Hai proprio fatto come il figlio del fattore. Suo padre  lo  manda al mercato e lo incarica di comprargli quattro
come il figlio del fattore. Suo padre lo manda al mercato e  lo  incarica di comprargli quattro vitellini di un anno. Il
furbo - i conti tornano ugualmente. - Compra il vitello e  lo  porta a suo padre.
CHE VI COMPAIONO SONO FUORI DEI GANGHERI. E PERCHÉ MAI  LO  SONO?
padrone dal rumore del passo, sa comprendere subito se chi  lo  guida o lo cavalca è persona esperta e, cosa stupenda in
rumore del passo, sa comprendere subito se chi lo guida o  lo  cavalca è persona esperta e, cosa stupenda in lui, sa
un cavaliere era stato ferito in battaglia: il cavallo  lo  portò in un boschetto, lo lasciò dolcemente a terra,
ferito in battaglia: il cavallo lo portò in un boschetto,  lo  lasciò dolcemente a terra, piegandosi sulle ginocchia
or su l'una ora sull'altra delle loro spalle, capirono e  lo  seguirono. Cosa meravigliosa! Li condusse nel luogo ove
intorno, scoppierebbe in pianto. Invece dice: - Pazienza!  Lo  ritroverò. Infatti questa sera lo ritrova, il suo
Invece dice: - Pazienza! Lo ritroverò. Infatti questa sera  lo  ritrova, il suo bell'aquilone bianco rosso e verde.
il suo bell'aquilone bianco rosso e verde. Indovinate dove?  Lo  trova in cielo, al posto dell' Orsa maggiore. Non somiglia
allora che Caterí prese il soldo bucato, e  lo  infilò in un cordoncino e poi lo legò al collo di Tit: —
prese il soldo bucato, e lo infilò in un cordoncino e poi  lo  legò al collo di Tit: — Per ricordo, Tit, — disse piano, —
È  lo  zio Lamberto, piú vivo di ieri, in tenuta da marinaio.
E là, nella notte, nacque il Salvatore del mondo. Maria  lo  fasciò, lo pose a giacere in una mangiatoia e lo adorò
notte, nacque il Salvatore del mondo. Maria lo fasciò,  lo  pose a giacere in una mangiatoia e lo adorò insieme a
Maria lo fasciò, lo pose a giacere in una mangiatoia e  lo  adorò insieme a Giuseppe. Ogni anno, a Natale, noi
Bambino Gesù nella mangiatoia, e due mansueti animali che  lo  riscaldano con il loro fiato. Gesù, Figlio di Dio, Signore
belle rivelazioni o immagini della Trinità, che ci ha fatte  lo  stesso nostro Signore. La prima figura ci mostra il
intanto avviene un fatto meraviglioso: i cieli si aprono,  lo  Spirito Santo, sotto forma di colomba, scende sul capo di
alla destra del suo Padre onnipotente, e dal Cielo mandò  lo  Spirito Santo, sotto forma di lingue di fuoco. Lo Spirito
mandò lo Spirito Santo, sotto forma di lingue di fuoco.  Lo  Spirito Santo scese sugli Apostoli uniti intorno alla
prossima l'ora della partenza pel paese. Un gran sgomento  lo  invadeva. - Non lo farò più! Non lo farò più! - ripeteva
partenza pel paese. Un gran sgomento lo invadeva. - Non  lo  farò più! Non lo farò più! - ripeteva mentalmente. E si
paese. Un gran sgomento lo invadeva. - Non lo farò più! Non  lo  farò più! - ripeteva mentalmente. E si rallegrava che i
gli avesse stroncato le famose gambe! Così a stento Cuddu  lo  seguiva per la salita, quantunque quegli lo avesse
a stento Cuddu lo seguiva per la salita, quantunque quegli  lo  avesse sbarazzato della carniera e della gabbiola del
via! Che ne sai tu?  Lo  zio di Ruggerino, il capo colono - come voi sapete - aveva
suo certo ripostiglio con un libro in mano. Calò la sera.  Lo  zio era molto diffidente e dopo aver fatto tutti i suoi
scosse la testa. Egli era molto diffidente e sospettò che  lo  avessero imbrogliato. Quando fu tutto silenzio scese nella
dal sonno. Ad un tratto si udì un grido nella notte:  lo  zio era stato impigliato nella cinghia che lo trasportava
nella notte: lo zio era stato impigliato nella cinghia che  lo  trasportava inesorabilmente verso l'altra macchina e là ci
la valvola, trasse il freno nel momento preciso in cui  lo  zio stava per essere sbattuto e pestato. Vi fu silenzio. Lo
lo zio stava per essere sbattuto e pestato. Vi fu silenzio.  Lo  zio ringraziò Iddio: vide Ruggerino scendere dalla
più esperti periti agricoli, e i campi che gli ha lasciato  lo  zio producono il doppio di quelli vicini. Perchè? Perchè
 lo  ringrazia, gli domanda le nuove grazie di cui ha bisogno.
non vede Iddio con gli occhi del corpo, ma l'anima raccolta  lo  sente vicino: quasi lo vede e gli parla, cioè prega. Egli
occhi del corpo, ma l'anima raccolta lo sente vicino: quasi  lo  vede e gli parla, cioè prega. Egli dice al Signore: -
che, presolo per mano con la mano rimastagli libera, se  lo  tirava dietro. - È finita la guerra? - egli domanda. - È
incontro al disgraziato gli si erano parate davanti e  lo  avevano arrestato, mettendoselo in mezzo per difenderlo da
era stato preso in iscambio. Cuddu vide che all'ultimo  lo  conducevano via, pallido come un cadavere, coi capelli irti
vendono il pane? Cuddu aveva fame e sonno, e si sentiva  lo  stomaco e la testa ugualmente vuoti. Si lasciava trascinare
e là, se mai vedesse una bottega di fornaio. Invece colui  lo  faceva entrare nel portonaccio di uno stallatico mezzo
ballo ed ho ballato. - Questi è figlio vostro? - No, ma ve  lo  raccomando più che se fosse figlio mio. E, prima di tutto,
Ho due tarì - disse Cuddu vivamente. - Sei ricco, e nessuno  lo  sa!... - Li riporterai a tua madre, poveretta. - Sei ricco,
riporterai a tua madre, poveretta. - Sei ricco, e nessuno  lo  sa! - replicava compare Cosimo, ridendogli in faccia. Cuddu
occhi. Sarebbe scoppiato in pianto, se quegli, continuando  lo  scherzo, non avesse soggiunto: - Ne hai un'altra nel naso!
fuori. - Questo due tarì è tuo; quello che ho ingoiato  lo  terrò per me. - Non è vero; è sempre il mio! - rispose
carrettieri di Ràbbato, dicevo, - riprese compare Ignazio -  lo  rimanderemo via con qualcuno di loro. Sempre allegro! Siete
di loro. Sempre allegro! Siete della pasta antical... Ve  lo  raccomando. - Mi tengono allegro i guai. Vedete? Da otto
di compare Cosimo gli avea messo davanti. Ella intanto  lo  interrogava. - E come ti sei trovato qui? - Sono venuto con
qui? - Sono venuto con la Squadra. - E i tuoi parenti  lo  sapevano? - Mia madre non sapeva niente. Ho la mamma
Era già impressionato del ritorno e dell'accoglienza che  lo  attendeva. Questa volta sua madre lo avrebbe legato davvero
e dell'accoglienza che lo attendeva. Questa volta sua madre  lo  avrebbe legato davvero con la corda a una seggiola e non
Palermo però c'erano case bruciate, tetti sfondati. - Come  lo  sai? - Li ho visti. Ho visto anche Garibaldi. - Sei stato a
ce ne può essere uno solo in un paese, e chi ha il posto se  lo  tiene caro. Muratore, calzolaio, sarto, falegname... Manca
bassa. Gli pareva di sentir la voce di sua madre, quando  lo  ammoniva proprio con le stesse parole: - Sei grandicello;
- Sei grandicello; dovresti guadagnarti il pane. - Ora non  lo  farai più; non scapperai più di casa, lasciando la tua
piangere sola sola. Ti può accadere qualche disgrazia. Non  lo  farai più, è vero? - Non lo farò più! - È peccato
accadere qualche disgrazia. Non lo farai più, è vero? - Non  lo  farò più! - È peccato disobbedire alla mamma; il Signore ti
Naim. Erano con lui i suoi discepoli e una gran folla  lo  seguiva. Quando fu vicino alla porta della città, incontrò
e Gesù pronunziò queste parole: - Giovinetto, levati! io te  lo  dico! - Il morto si levò a sedere e cominciò a parlare.
cominciò a parlare. Così Gesù rese il figlio alla madre fra  lo  stupore e l'ammirazione della folla.
- Si può? - Indietro! - gli rispondono i bambini. Lui passa  lo  stesso attraverso le fessure; suona la fanfara. Si
Si acquatta, striscia basso, mulinando la polvere. Prende  lo  slancio; eccolo sul tetto. Un vecchietto cammina,
Nino ha assistito al tiro birbone; rincorre il cappello e  lo  consegna al suo padrone.
un nome diverso, in modo da non accumulare troppi fogli con  lo  stesso nome. Non dà dei nomi di persona, tanto le parole
devono aver scoperto il trucco, perché due poliziotti  lo  fanno salire sulla macchina e lo portano via. Non sembra
perché due poliziotti lo fanno salire sulla macchina e  lo  portano via. Non sembra triste, anzi. Comincia a ridere. Lo
lo portano via. Non sembra triste, anzi. Comincia a ridere.  Lo  vedo ridere e salutare attraverso il vetro della volante,
SEGANTINO FA AMMENDA ONOREVOLE PER  LO  SCOMPIGLIO CHE HA PROVOCATO NEL CAPITOLO PRECEDENTE. E
DEL NORD. MA ANCHE QUESTA VOLTA ED-MASTICA-GOMMA CI METTE  LO  ZAMPINO
Com'è carino,  lo  mettiamo in gabbia? — No, leghiamogli il filo alla zampa! —
fra le mani dei due bambini ne passava di tutti i colori:  lo  chiusero in gabbia, lo ingozzarono di bocconi gialli perché
ne passava di tutti i colori: lo chiusero in gabbia,  lo  ingozzarono di bocconi gialli perché credevano che
che piangesse per fame, gli legarono un filo alla zampa,  lo  fecero correre nel cortile e ogni volta che Cipí spiccava
perché volevano tutti e due tener l'uccello: il piú alto  lo  afferrò e gli staccò il filo dalla zampa. — Ahi! ahi! —
Cipí e, stufo di essere maltrattato, beccò la manaccia che  lo  stringeva, — cosí forte che il becco schicchiolò. — Ahi! —
la sua mamma dal tetto, — vola dalla tua Mamí! I ragazzi  lo  rincorrevano, ma Cipí non si lasciò prendere, correva e
come cadde nel buco nero e fondo mentre faceva op là!, come  lo  presero e come fuggì, ma soprattutto come sono cattivi i
in casa, molestando la donna di servizio, che a sua volta  lo  perseguita con minacce e cattive parole; e, nonostante che
con altri ragazzi della sua risma. Il padre, un giorno,  lo  sorprese appunto sul marciapiedi davanti al palazzo dove
volta Cherubino aveva ragione; poichè l'altro ragazzo  lo  accusava di aver rubato un'arancia dai cestini messi in
padre però, non solo non volle ascoltare le sue ragioni, ma  lo  prese per un braccio e a furia di scapaccioni lo spinse
ma lo prese per un braccio e a furia di scapaccioni  lo  spinse dentro la bottega dell'erbivendola, e davanti a
e davanti a tutte le donnicciole che facevano la spesa,  lo  costrinse a domandar scusa della colpa che non aveva
suo, pervenivano ai genitori. Ma il dolore più grande egli  lo  provò, quando un giorno di carnevale il bidello lo riportò
egli lo provò, quando un giorno di carnevale il bidello  lo  riportò a casa, perchè il maestro, avendo trovato l'aula
avendo trovato l'aula della classe inondata di coriandoli,  lo  aveva cacciato di scuola. - Siamo stati tutti, a farlo, -
gli battevano, non più per la gioia, ma per il freddo e per  lo  spavento.... Sentiva di non aver più nulla da sperare, e le
Come credere, ormai, alla salvezza Se nessun gatto  lo  divorava, lo avrebbero ucciso le ore notturne co' loro
credere, ormai, alla salvezza Se nessun gatto lo divorava,  lo  avrebbero ucciso le ore notturne co' loro terrori, e la
SCOTT PER SCATTARE UN'ISTANTANEA DI... MA LEGGETE E  LO  SAPRETE!
sale. Il sale è ricercatissimo dal bestiame; gli fortifica  lo  stomaco e la fibra; favorisce la secrezione del latte;
sale di cucina. Esso è amaro; perchè vi è mescolata, per  lo  più, radice di genziana, la quale, come sai, è amara. Ma la
in un sacchetto, alla portata del bestiame, affinchè  lo  possa leccare a volontà, e regolarsene l'uso in ragione del
con diligenza i lavori che ti assegnano. I genitori,  lo  sai, si adoperano pel tuo bene; tutto quello che ti dicono,
sai, si adoperano pel tuo bene; tutto quello che ti dicono,  lo  dicono per bene: ascolta dunque i loro consigli, e mettili
pena il vederli ingrugnati! Guarda il cane: se il padrone  lo  picchia, non si rivolta, anzi sta chiotto chiotto; gli
chiotto; gli dispiace di aver fatto arrabbiare il padrone,  lo  guarda con occhi timorosi ed umili, come volesse
come volesse domandargli perdono: e appena il padrone  lo  chiama, non pensa alle botte poco prima avute, corre da
un capello e vi si è appeso in attesa dell'amico vento che  lo  sollevi nell'azzurro. Il rametto di lillà aveva tanto
gialliccio; non può staccarsi dalla pianta perchè essa  lo  trattiene, ma affida un seme al vento; lo prega: - Portalo
perchè essa lo trattiene, ma affida un seme al vento;  lo  prega: - Portalo sotto un altro cielo, in un altro suolo.
catalogo Einaudi Menzogna e sortilegio L'isola di Arturo  Lo  scialle andaluso Il mondo salvato dai ragazzini La Storia
1  Lo  stralisco 73 Il ritratto segreto 149 Filippo a Prato
mente si innalza contenta e affettuosa verso il Signore, e  lo  adora,
via! E si slanciò per dare l'esempio. Ma i passeri non  lo  seguirono. Rimasero incantati davanti a quel grosso boccone
senza dir niente si lanciò sul boccone e nell'istante che  lo  beccò scattò una molla e il passero restò strozzato. Un
tutto: raccolse l'uccello morto, levò dal becco il boccone,  lo  riaccomodò sulla trappola e dispose questa di nuovo sotto
lentamente e pensò: «Adesso il primo che ci casca me  lo  pappo io!» Anche in altri cortili i bocconi gialli vennero
raccontò quel che aveva visto e udito. Comare Concetta  lo  prese per un braccio e lo trascinò dentro. - Zitto! - gli
visto e udito. Comare Concetta lo prese per un braccio e  lo  trascinò dentro. - Zitto! - gli raccomandò. - Non dir
sua madre non venisse ad afferrarlo per un braccio e non  lo  legasse alla seggiola come lo aveva minacciato più volte,
per un braccio e non lo legasse alla seggiola come  lo  aveva minacciato più volte, per costringerlo a riempirle i
RAGAZZA si sistemò  lo  zainetto sulle spalle, ferma davanti al portone spalancato.
avevano sentito una allegra cantilena infantile e con  lo  sguardo andava a cercare da dove giungessero quelle voci.
liceo, a far lezione davanti ai suoi studenti. La Pinuccia  lo  ascoltava rapita, il lavoro a maglia abbandonato sulle
della Fortuna che sta per cominciare! Su, su, andiamo, o ve  lo  perderete. Prese per il braccio il primo che le venne a
Prese per il braccio il primo che le venne a tiro e  lo  condusse via. Gli altri, con il pensiero ancora là, nella
grazie a lui, valeva ancora la pena di vivere. Adesso non  lo  so più. - Ah, sì - commentò la Pinuccia. Neanch'io lo so
non lo so più. - Ah, sì - commentò la Pinuccia. Neanch'io  lo  so più. E mi capita anche di avere pensieri terribili. A
volte, svegliandomi al mattino, mi guardo nello specchio e  lo  specchio mi dice: «Pinuccia, nessuno ha più bisogno di te,
E io rispondo: «Che ci posso fare, se sono viva? Non  lo  faccio mica apposta, a vivere». E allora penso che tutto
il futuro dietro le spalle? Perché? Neanche il professore  lo  sapeva. Ma sentiva che la Pinuccia, con la sua logica
altre. Il papà prepara il tè verde, profumato e aspro.  Lo  assaggia per primo e poi lo versa in tutte le tazze. La
il tè verde, profumato e aspro. Lo assaggia per primo e poi  lo  versa in tutte le tazze. La mamma cuoce il cuscus col
A me non interessa se il prosciutto è buono o cattivo. Non  lo  mangio e basta. Non lo so perché, però lo ha detto il papà
il prosciutto è buono o cattivo. Non lo mangio e basta. Non  lo  so perché, però lo ha detto il papà ed è pure scritto nel
o cattivo. Non lo mangio e basta. Non lo so perché, però  lo  ha detto il papà ed è pure scritto nel Corano. -
preso o il troppo zucchero mangiato per riconfortarsi  lo  stomaco, cominciò a sentirsi un prurito per tutta la pelle;
nessuno gli badò più che tanto; ma una mattina che la Rita  lo  prese in mano e gli sollevò il pelo, lo vide tutto così
mattina che la Rita lo prese in mano e gli sollevò il pelo,  lo  vide tutto così scorticato, che faceva pietà. Gli eran
che stentavano a risecchirsi; e Moschino, per mitigare  lo  spasimo, vi cacciava dentro le unghie, e faceva peggio.
di zolfo canforato. Povero Moschino! La contessa se  lo  prese su le ginocchia, gli mise un asciugamano sotto, e,
l'imperversare della burrasca, gli ululati del vento,  lo  scrosciar della pioggia, lo scoppio dei tuoni formavano un
gli ululati del vento, lo scrosciar della pioggia,  lo  scoppio dei tuoni formavano un rumore assordante che
egli non riuscì a sollevare il coperchio del sarcofago, ma  lo  smosse dai suoi sostegni e ad un colpo più forte tutto il
posta lì dentro dalla moglie pietosa. Ma il Duca voleva  lo  scudo, lo voleva ad ogni costo, e introdotta prima la lama
lì dentro dalla moglie pietosa. Ma il Duca voleva lo scudo,  lo  voleva ad ogni costo, e introdotta prima la lama del suo
quelle cose vedute fugacemente al bagliore vivo dei lampi,  lo  riempirono di spavento. Gettò il teschio, e reggendo fra
di spavento. Gettò il teschio, e reggendo fra mano  lo  scudo d'oro, fuggì dalla cappella, e chiamati i servi volle
ricordo di un cattivo sogno, se non avesse avuto fra mano  lo  scudo d'oro fiammante. Quando il valletto recando per la
folla degli ammiratori, e messo in mano ad uno dei mercanti  lo  scudo, prese con le sue mani le briglie e trasse il cavallo
era informato che il duca di Morvagna aveva sborsato  lo  scudo d'oro per l'acquisto del cavallo e mandava un
vedendomi smaniare per possedere il superbo cavallo, me  lo  rivelò ed io andai stanotte al castello di Morvagna,
di Morvagna, infransi la tomba paterna e dal teschio cavai  lo  scudo. - Il Re fece chiamare Costanza, e la gobba si
chiese al Re la grazia che s'interrogasse i servi che  lo  avevano accompagnato al castello e nella cappella di questo
tomba. - Sono perduta! - esclamò la perfida Costanza quando  lo  seppe. - Più che mai esalto Allah e il suo profeta Maometto
un povero diavolo, il quale aveva sette figliuoli, che se  lo  rodevano vivo. Il maggiore contava dieci anni, e l' ultimo
contento, — rispose. E la mattina quel povero diavolo se  lo  prese in collo, e cominciò a girare per la città. — Chi mi
compra Ranocchino! Chi mi compra Ranocchino! - Ma nessuno  lo  voleva, un cosino a quella maniera! S' affacciò alla
— Che cosa vendete, quell' uomo? — Vendo questo bimbo, chi  lo  vuol comprare. - La Reginotta lo guardò, fece una smorfia e
— Vendo questo bimbo, chi lo vuol comprare. - La Reginotta  lo  guardò, fece una smorfia e gli sbatacchiò le imposte sul
compra Ranocchino! Chi mi compra Ranocchino! — Ma nessuno  lo  voleva, un cosino a quella maniera! Quel povero diavolo non
avea coraggio di tornare a casa, dove gli altri figliuoli  lo  aspettavano come tant' anime del purgatorio, morti di fame.
non ti vedrò! Ah, coricino mio! E chi fu la strega che te  lo  cantò in culla, chi fu? Ah, Ranocchino mio! E debbo
che campava di elemosina, e tutto quello che buscava,  lo  divideva esattamente: metà lei, metà la sua gallina. Ogni
si metteva a schiamazzare; aveva fatto l' uovo. La vecchia  lo  vendeva un soldo, e si comprava un soldo di pane. La crosta
nero. La vecchia andò fuori per venderli. Quello bianco  lo  vendè subito; quello nero, nessuno voleva credere che fosse
cominciò a odiare l'innocente fratello, e, un giorno,  lo  condusse nell'aperta campagna e poi lo uccise. Allora Dio
e, un giorno, lo condusse nell'aperta campagna e poi  lo  uccise. Allora Dio domandò a Caino: - Caino, dov'è tuo
dov'è tuo fratello Abele? - Rispose il cattivo: - Non  lo  so: son forse io il custode del mio fratello? - E allora il
PALOMBARO Maurizio non ha tregua un minuto, oggi a scuola.  Lo  zio Eugenio, arrivato ieri, gli ha promesso di venirlo a
che scende in fondo al mare. Quando escono a mezzogiorno e  lo  vedono, giovane, simpatico e bonario ad attendere il
giovane, simpatico e bonario ad attendere il nipote,  lo  stanno a guardare come una bestia curiosa. - Ebbene, che
il naso. I ragazzi gli si avvicinano, gli fanno cerchio,  lo  affollano di domande. - Che cosa c'è in fondo al mare? ci