Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: li

Numero di risultati: 49 in 1 pagine

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Cipí

206509
Lodi, Mario 21 occorrenze
  • 1995
  • Edizioni E. Elle
  • Trieste
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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. — Sono nati! Sono mamma! Sono tre! Tornata al nido, li osservò attentamente: com'erano belli, pur senza piume, i suoi figlioli! Allungavano il collo verso

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mostravano i polpastrelli lisci e rosati. «I baffi li vedo, — pensava Cipí, — ma gli artigli dove sono? Adesso è il momento buono per scoprire il mistero

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vento, ansante per avere spinto sin dalla montagna una pigra nuvola nera, riprese fiato sopra il tetto e Cipí e Passerì gli gridarono: — O buon

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fare per tenere sgombro il cielo da centinaia di nuvolette bianche e di nuvoloni che vengono a godersi il sole, tuttavia non si dimenticò della

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! — Chiudi la porta! — Prendilo, è ! A quelle parole, Cipí saltò sulla cassetta della legna e via sotto la stufa! — È , è , dài che lo acciuffiamo

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specchio. Era una festa di colori e Cipí volava guardando giú incantato e diceva: — Che bello, Mamí! Guarda là, guarda ! — Quando fu sopra al fiume

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Mentre si pettinava, Cipí udí una vocina: — Ih, ih! che buffo ciuffetto hai! Si voltò di scatto, ma vicino non c'era che una timida margheritina

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un'ala spezzata. — Cipí, aiutami, non posso piú volare... - piangeva. vicino un passero era steso nel solco, con le ali aperte e tremanti; aprì con

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passeretta disperata. — Certo che li vedrai, — spiegava Cipí. Una volta le disse: — Se vorrai... ti accompagnerò io, quando sarai guarita, a vederli

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grande albero dalle palline rosse al nastro d'argento, dalla cima della collina alle nuvolette rosa, dalla bandierina della torre all'erba dei prati, li

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. Allora anche l'ultima stella spense il lume e andò a letto. Che notte! Il nuvolone brontolava: — Dove sono i nemici? Buuumm. Se li trovo li accomodo

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ritornava calma. I figli di Cipí ruppero il guscio un mattino di settembre, mentre le rondini, vicino, parlavano della prossima partenza. — Zitte

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La prima a visitare i piccoli fu Mamí. Appena li vide esclamò: — Queste sono tre meraviglie! — e li baciò. I piccoli sapevano già dire: pipì, pipà

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aveva già cominciato a mandare tutt'intorno un buon tepore e a lanciare dal buco nero nuvolette scure che stavano li, indecise, sul cortile. Il vento

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si lanciarono in volo per acchiapparle. Ma i passeri anziani li ammonirono: — Fra poco, quando le farfalle avranno coperto la terra, non riderete più

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Beccodolce. In quel momento Cipí gridò: — Attenti! C'è lui! Spaventati, i passeri lasciarono la pianta e volarono sulla gronda. E da videro la testa

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fa mai vedere? E se non mangia come noi perché ha il becco appuntito? Io dico che sotto ci sta un mistero... e se c'è, presto o tardi lo scoprirò

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regno della felicità senza fine... — Li conosci? — chiese Cipí alla compagna. Le due luci mandavano ora bagliori vivissimi ed era facile riconoscere

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sono andati, ingannati dalle false parole di un mostro che li invita nel paese della felicità e poi li uccide... — Come puoi dir questo? — interruppe

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spiccarono improvvisamente il volo verso gli occhi del mostro, il quale li afferrò e li uccise... A quelle parole sali al cielo un altissimo grido di

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figlioli le storie vere della sua vita che li facevano restare a becco aperto. Narrava che cosa accade a chi precipita nel buco nero della torre fumante e

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Lo stralisco

208519
Piumini, Roberto 28 occorrenze
  • 1995
  • Einaudi
  • Torino
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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dove li aveva veduti: nemmeno lui lo sapeva. Forse non esistevano in nessun luogo del mondo e in nessun sogno umano: però erano, a vederli, come vera

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, discreti per un capitano: ma il Doge li sputa! — disse Jacopo, cui toccava, nella gerarchia di bordo, di parlare per secondo: il burlone della barca

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pensiero luminoso, trovò stampata l'immagine di Amilah. Quando li riaprí, un volto bruno e delicatissimo gli sorrideva, e riccioli di chiari capelli

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momento degli occhi, amico mio? — va lo sguardo dell'uomo, o potente, — rispose Gentile. — E corre la mano del pittore. Come potrò vederli e

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delle losanghe e guardò. Vide un giardino piú piccolo di quello che aveva attraversato, ma ancora piú prezioso. c'era solo una dozzina di alberi, la

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giustificare quell'ultimo sguardo ostinato, egli portava dunque con sé tela e attrezzi: li avrebbe disposti nel solito modo, fingendo ogni tanto un piccolo

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li senti riempirsi di lacrime. In quel momento, svelta e leggera come una danzatrice, la bella si alzò, raggiunse un tavolino dalle gambe d'avorio

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averne pietà, e farle in disegno, giacché mi sembrerebbe poco generoso, e anzi gran peccato, lasciarle li a piangere, tutte trasparenti... Il priore

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era quella una passeggiata: i due frati pittori raggiungevano Prato per diversi lavori, che li avrebbero laggiú trattenuti almeno tre mesi, o forse

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di stoffe brune, un ridi e grida da ragazzi sotto quella tettoia. Ma poiché sembrò ai convenuti che l'acqua di fuori fosse peggio che stare

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preferivo altre: anzi tardavo per un motivo contrario. Mi accade infatti, qualche volta, di fare certi sogni, a cui credo come Iddio stesso me li mandasse

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schizzo decente: come quando si sente raccontare una pittura da un carrettiere: «E , sai, c'è uno che fa cosí, e un altro che fa così...» Uno stormo

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mio figliolo...» Di questi pensieri ti chiedo perdono: ma era il timore per la sofferenza di Madurer che li stillava nella mia testa, cosí come una

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il gioioso capogiro di quando, muta e seduta, li aveva dapprima ascoltati. Nel pomeriggio si dedicò al suo lavoro di copista. La mano, di solito veloce

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dall'anima, a tre passi soltanto: ma li riapri subito, come le palpebre avessero sfiorato spine. Sperò che suor Caterina tornasse; sperò persino che il

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finestra a strapiombo sulla muraglia dalla parte del villaggio: da li, con un solo sguardo, si dominava la conca semifertile dell'altopiano, fino al

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8. — I pesci sono infiniti, Sakumat? — Non infiniti, — rispose il pittore, aggiungendo pennellate azzurro-verdi al mare, — ma certo nessuno li può

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della pittura. Io li maneggio con molta attenzione, ma forse non abbastanza per la sua delicatezza. — Non temerlo, amico mio, — rispose il burban, — non

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movimento, raggiungeva una torre non altissima ma decisamente piú elevata di ogni altra costruzione del villaggio, e guardava il volo degli uccelli. Li

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raffigurati sui libri per portarli a Sakumat che li dipingeva sul prato. C'erano farfalle di tutto il mondo, tra quei fiori: ma qualche farfalla, come molti

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com'era acerbo il prato? — Si, li abbiamo fatti poco a poco. Piano piano. — E ricordi una cosa ancora piú antica? Che il mondo non fa salti, e non si

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non se ne voleva andare, perché se partiva l'avrebbe persa. Però non poteva nemmeno restare li senza combattere, senza continuare l'assedio, perché i

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tutti gli orizzonti, e li vede per primo. I sonni di Madurer occupavano piú di metà delle giornate e la notte intera. Erano lievemente agitati, ma senza

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. Gli animali entrano ed escono, sono dentro e fuori. Entrano nella terra, escono dal cielo. Il prato li protegge nel loro passaggio. Li protegge. Li

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li abbracciava in silenzio. Partí e cavalcò per tre settimane, oltre le montagne, lungo il fiume Ceyhan, oltre Adana, e Içel, oltre la foce del

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li per via di terra una carovana che risalga la Mariza e l'Ergene, lungo l'antica pista. In meno di dieci giorni sarete a Costantinopoli, senza

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Pagina 77

, oltre il via vai dei pescatori e dei commercianti del Mar Nero, colline boscose accompagnavano lo sguardo verso Settentrione, come a mostrare già

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capisco e in cui continuamente mi perdo? Dunque, tu vedrai gli occhi di Amilah: il modo e il luogo, li saprai al momento opportuno.

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