Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: lei

Numero di risultati: 48 in 1 pagine

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Si fa non si fa. Le regole del galateo 2.0

180366
Barbara Ronchi della Rocca 30 occorrenze
  • 2013
  • Vallardi
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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INTRODUZIONE 9 COME ESSERE 13 Come essere... curati ed eleganti 13 II guardaroba 15 Per lui 15 Qualche consiglio in più 18 Per lei 18 L'età 21 II

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, che è l'occasione più informale, esige un abbigliamento molto casual. Per un invito a cena informale da amici vanno bene, sia per lui sia per lei, anche

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accanto a chi guida, a meno che non preferisca sedere dietro. Se una coppia ospita in auto una signora, tocca alla moglie sedere dietro; ma se è lei che

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simultaneo anche da parte di lei, soprattutto se ne sospetta la lugubre provenienza. Ancora due «no». A fine pasto le signore non ritocchino il

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usati nella sacca per giorni. In piscina lei indosserà un due pezzi di taglio sportivo, da nuotatrice, o addirittura un buon costume intero olimpionico

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ciglio discorsi che non condivide. Evitiamo gli argomenti personali: in Giappone, ma anche nella vicina Germania, per esempio, la domanda «lei è sposato

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lui, gonna al ginocchio e maniche al gomito per lei. Genitori e invitati sfoggeranno un abbigliamento poco frivolo, ma non casual a tutti i costi

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cena può bastare anche solo un aperitivo. La tradizione vuole che si vada a casa dei genitori di lei, che però possono anche invitare al ristorante. Il

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nome di lei sul bigliettino d'invito al pranzo o al rinfresco inserito all'interno della busta: «Barbara e Sergio attendono gli amici dopo la

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padre di lui con la madre di lei e via via, i testimoni, le sorelle, i fratelli, i nonni, gli zii, i primi cugini, i secondi cugini, gli amici intimi

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. Vicino a lei siede il suocero, che avrà accanto una nonna o una testimone, che sarà vicina al padre della sposa, e così via. Alla sinistra dello sposo

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, ma anche degli amici comuni. A costoro non poniamo l'aut aut «o me o lui/ lei»: lasciamoli liberi di continuare a frequentare la persona che non amiamo

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partecipazioni scritte, limitandosi a semplici telefonate d'invito agli amici e ai parenti. Per lei, niente abito bianco lungo né velo, ma gonne al ginocchio

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, autonomia di giudizio, convinta semplicità. Non togliamoci gli anni - è cheap e spesso inutile - ma neppure cediamo al vezzo di domandare: «Lei quanti

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Sono egualmente fuori posto sia il comportamento ossequioso sia quello seduttivo. Accettiamo di passare dal «lei» al «tu» solo se è un privilegio

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farlo senz'altro se lei ha la mano nuda. Nelle riunioni sociali, gli uomini si alzano in piedi per salutare una signora; i giovani (ambosessi) per le

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il comando, o la critica. Assolutamente da non instaurare il rapporto squilibrato di chi dà del tu e pretende il lei: è un comportamento da Padrone

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a lei/lui testimoniamo di voler stabilire un piano di parità. Durante la conversazione, evitiamo le interruzioni (motivando con garbo e chiarezza

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«Lei sbaglia», «Hai torto», «Non ha capito» diciamo: «Non sono d'accordo», «C'è un equivoco» e «Forse non mi sono spiegato bene». Siamo franchi nel

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sincero il piacere della nuova conoscenza («Non vedevo I'ora di conoscerla, Luigi mi ha tanto parlato di lei») rinunciando senza rimpianti agli stantii

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. Nelle occasioni sociali manteniamo la discrezione di un «lei» garbato e cordiale, aspettando che sia la persona più importante, più autorevole

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per sé chieda a lei che cosa desidera; che le versi da bere e si alzi in piedi (o accenni a farlo) se lei si alza momentaneamente da tavola. Le signore

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cosmopoliti: in realtà è un atteggiamento terribilmente provinciale; -non siamo aggressivi. Non si dice: «Non è vero, lei ha torto, non ha capito

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Carlo e Carla Rossi compariranno in quest'ordine sul campanello di casa (a meno che lei non preferisca un paritetico «Rossi-Verdi») sui biglietti da

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presentazione qualche distratto o poco informato dice «Carla Rossi», sarà lei a chiarire con grazia il proprio cognome vero (gesto più che mai doveroso

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non addirittura lo smoking) in paesi in cui sfoggiare abiti sportivi - anche se firmatissimi - a cena o a teatro è un gesto di grave maleducazione; lei

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Quattro suoceri, otto nonni, i figli di lui, quelli di lei e quelli di tutti e due... Resa parecchio affollata grazie a divorzi e secondi matrimoni

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paese non usavano le posate. Facciamoci dare del «lei» facendolo noi per primi, con cortesia e senza arroganza. Diamo ordini e indicazioni precise, con

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seguito da quello di lei e dal cognome comune). Niente titolo di studio e professionale o nobiliare; quest'ultimo può essere sostituito dallo stemma

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padrona di casa a «dare il via» prendendo il tovagliolo, e come lei mettiamolo leggermente spiegato sulle ginocchia, senza annodarlo al collo o infilarlo

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IL nuovo bon ton a tavola e l'arte di conoscere gli altri

190583
Schira Roberta 18 occorrenze
  • 2013
  • Salani
  • Milano
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invita una donna. Il lui che invita una lei: - Si offre SEMPRE di andarla a prendere a casa. - Le chiede se ha un locale preferito. - Non arriva MAI in

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sopportano di lei a tavola». Da quando ho deciso di scrivere questo libro, cioè un paio d'anni fa, ho cominciato a chiedere ad amici e conoscenti quali

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secondo da quanto tempo»; la frase è perfetta anche in ambito conviviale. Se vuoi sapere tutto di una persona mangia con lei almeno una volta e, volendo

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La cena è finita, c'è stato un benevolo battibecco a fine pasto. Lei non voleva ordinare la crostata di frutti di bosco con salsa vaniglia, ma lui ha

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telefonata di lei: «Ho fatto di tutto per fargli capire che mi piace: ci rinuncio». A volte le persone sono davvero lente nel leggere i segnali dei corpo

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partner); di norma lei cammina qualche passo indietro e lui tiene la mano su quella di lei all'indietro in segno dominante. Se, per esempio, mentre

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il contrario. È lei che manda segnali con viso, mani e corpo, e la riuscita di un incontro dipende soprattutto dalla capacità maschile di cogliere

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un'amica che di professione fa la critica gastronomica, ci penserà lei. Conversazione. Non si parla di soldi, di sesso e di salute. Per tutto il

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lui/lei 105 Le cose che non sopportiamo di lui/lei a tavola 119 Breve bon ton del dopocena 123 6. Il linguaggio del corpo a tavola. Come leggere i

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il suo numero di scarpe, le chiede: «Ho in tasca due biglietti per Parigi. Il volo di domani. Parta con me». E lei, caustica: «D'accordo. Passiamo

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parto, l'ultima ecografia oppure le sopraggiunte intolleranze alimentari di lei. La coppia in odore di santità. Sia in veste di ospite sia di

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. Immaginate che figurone tirar fuori con l'amministratore delegato: «Sbaglio o lei nel 1998 ha pubblicato un manuale di economia aziendale?»

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. Formula alla quale si risponde: «Molto lieto/a» o semplicemente «Buongiorno» o «Buonasera». Si dà sempre del «lei», meglio lasciare il «tu» a un secondo

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partner in mezzo alla sala per spettegolare a un altro tavolo. Non si va in bagno rimanendoci una vita, né fuori a fumare se lui o lei non ci fa

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impietrita per tutta la cena, incapace di reagire: il cameriere ci provava con lei, e naturalmente il suo accompagnatore non si era accorto di nulla

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considerazione. Immaginate ora una cena a due: lei vi ha invitato e ha cucinato per voi. Cosa pensereste se la vostra amica ogni volta che porta in tavola una

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all'inizio della cena. L'assessore le tirava palline di mollica, ma lei, indifferente a tutto tranne che a se stessa, passò l'intera serata ad

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epistolare capolavoro di Laclos. Nel cinema, le mie conversazioni preferite sono quelle lei film di Woody Allen, uno su tutti Manhattan. Ecco tre esempi

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