Mia signora! Mia signora! Come può | lei | sopravvivere a questo diabolico inverno? - Mia signora! Mia |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
|
dov'è rinchiusa la Reginotta. Si sente la voce flebile di | lei | che canta: |
LE ULTIME FIABE -
|
dice che non è giusta che anche Virginia si sposi mentre | lei | deve marcire in casa, condannata a restare zittellona come |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
di sposare un socialista non c'è ragione di proibire a | lei | di sposare il De Renzis che è povero, ma è un giovane |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
oggi stesso?" "Domani. Son venuto a prendermi i comandi di | lei | e della sua signora. Se mai le occorresse qualche cosa da |
PROFUMO -
|
c'è mia sorella Giulia." "La sua prediletta." "È vero: con | lei | me la intendo meglio che con le altre. Vuol molto bene a |
PROFUMO -
|
Giulia, seguita dal dottor Mola. "Vengo col dottore, perché | lei | non cerchi scuse nè pretesti." Patrizio stava per alzarsi |
PROFUMO -
|
alla Madonna delle Grazie!". Benissimo. E questa è fatta. | Lei | ora può correre dai suoi malati. Io torno di là. Com'è |
PROFUMO -
|
i giorni. Non risponde? Le dispiace?" "Anzi, ringrazio | lei | e le sue sorelle." "Ringrazia a denti stretti. Parlo per |
PROFUMO -
|
faccia una passeggiatina verso la Madonna delle Grazie. | Lei | è di casa là, con fra Lorenzo il custode. Ora che non c'è |
PROFUMO -
|
che adattava palma su palma, dito su dito della destra di | lei | e di quella di Giulia, le faceva strana impressione, quasi |
PROFUMO -
|
fortezza di carattere. Era stata forte di carattere anche | lei | se non allegra a quel modo; ma ora si sentiva fiaccata! |
PROFUMO -
|
la fissò, quasi non avesse inteso bene. Un gran vuoto anche | lei | per la morte della suocera? Le pareva uno scherno. |
PROFUMO -
|
È così buona, e può intendermi; deve aver sentito anche | lei | il gran bisogno di mettere un'altra persona a parte della |
PROFUMO -
|
"Ma le pare?" "Mi dia del tu; è più spiccio." "Anche | lei | ... anche tu, allora." "Non ci riesco. Quando sarò |
PROFUMO -
|
sciocchezza!" "Che sciocchezza?" "Niente! Niente! ... Se | lei | leggesse le lettere di Corrado! Otto, dieci pagine fitte |
PROFUMO -
|
le lettere di Pa- trizio! Sì, aveva sofferto, lottato anche | lei | ... e aveva vinto! Ma poi? |
PROFUMO -
|
la incontravo; a profonde scappellate, ricambiate da | lei | con lievi sorrisi che mi davano la lusinga d'una tacita |
IL BENEFATTORE -
|
un'idea di lei. - Occorre qualcosa di bello, di elevato ... | Lei | che è giornalista, letterato ... poeta ... - Oh, Signora! - |
IL BENEFATTORE -
|
Sono dirette a lei! ... Ormai, per me, non c'è altro che | lei | al mondo! - Tanto sciocchi ci riduciamo quando siamo |
IL BENEFATTORE -
|
non la ritrasse, e continuò: - Facciamo noi ... cioè | lei | che se n'intende. L'onorevole si è rimesso a lei ... |
IL BENEFATTORE -
|
... cioè lei che se n'intende. L'onorevole si è rimesso a | lei | ... Proprio, sa! - Ah, Signora! - Sì, sì; va bene! - ella |
IL BENEFATTORE -
|
sorridevano. - Bisogna telegrafare e presto. Legga; metta | lei | le parentesi, qua e là ... Cominciai a baciarle |
IL BENEFATTORE -
|
- Non importa. Gli elettori ... che vuole? Supplisca lei; | lei | che intende ... - Oh! Io intendo soltanto questo: che lei è |
IL BENEFATTORE -
|
lei che intende ... - Oh! Io intendo soltanto questo: che | lei | è cosa divina! Che darei il mio sangue, l'anima mia per una |
IL BENEFATTORE -
|
come in principio. - Ma io ho quasi quarant'anni, e | lei | può essermi figlio. La sciocchezza più grande la farebbe |
IL BENEFATTORE -
|
può essermi figlio. La sciocchezza più grande la farebbe | lei | ... Io, che non ne ho fatte nel fiore degli anni, sarei |
IL BENEFATTORE -
|
lei, faccia tutto lei; io accetto anticipatamente quel che | lei | avrà stabilito! - L'avvocato Ponteri si grattò la nuca - |
Racconti 3 -
|
le cose come stanno. Che si immagina lei? Sí, col divorzio, | lei | si libererebbe dalla sua signora, poiché c'è tra loro ... |
Racconti 3 -
|
e da vedove che ritentano spensieratamente la prova ... E | lei | si troverebbe - non è improbabile - daccapo! Che sugo c'è? |
Racconti 3 -
|
lei, faccia tutto lei; accetto anticipatamente quel che | lei | avrà stabilito». Un bel margine per un avvocato di |
Racconti 3 -
|
uguale ordine nelle idee. - In primis et ante omnia, | lei | non ha prove lampanti. - Ho qualche cosa di meglio: la |
Racconti 3 -
|
hanno negato ... Le donne! Chi ne capisce niente? E poi, | lei | ha avuto la debolezza di perdonare una prima volta ... - |
Racconti 3 -
|
Pro bono pacis. - Forse non aveva la coscienza netta neppur | lei | ... M'inganno? - Questo non vuol dire! Il marito ... è |
Racconti 3 -
|
cosa da niente. Nel suo caso, non si tratta d'altro; | lei | non ha figli. Ha perdonato una prima volta ... ? E torni a |
Racconti 3 -
|
vergognerei di aver alzato la mano a percuotere una donna. | Lei | non conosce mia moglie. È tale, che l'accopperebbe un |
Racconti 3 -
|
ha onta del suo passato. Dice che non sa spiegarsi neppur | lei | come sia avvenuto che ... E per ciò non sa perdonarmi di |
Racconti 3 -
|
recitar la parte del casto Giuseppe ... Avrei voluto veder | lei | nel cimento! ... E dopo, non me ne davo pace. La colmavo di |
Racconti 3 -
|
faceva rabbia ... Che quando, finalmente, apersi gli occhi, | lei | si sentí sollevata da un gran peso ... Si attendeva il |
Racconti 3 -
|
oro e pesante catena. - È il suo palmario, avvocato! Ma per | lei | - soggiungeva - varrà assai piú la mia gratitudine. È |
Racconti 3 -
|
Signore, spero che | Lei | mi perdonerà se alla Sua lettera del ... rispondo |
L'altrui mestiere -
|
nella Sua condizione, o in condizione simile, e che come | Lei | mi hanno scritto, mi trovo costretto a palesare qui almeno |
L'altrui mestiere -
|
mi trovo costretto a palesare qui almeno questo: che | Lei | ha ventisette anni, che vive in una piccola città, che ha |
L'altrui mestiere -
|
poco guadagno, una certa sicurezza e scarse gratificazioni. | Lei | desidera scrivere, e più precisamente narrare; ed infatti |
L'altrui mestiere -
|
ma vuole da me un consiglio e un indirizzo: come scrivere. | Lei | non mi pone, e non si pone, il dilemma fondamentale, cioè |
L'altrui mestiere -
|
mi mette fin dall' inizio in imbarazzo. Infatti, da quanto | Lei | mi dice si desume che Lei si rappresenta il raccontare come |
L'altrui mestiere -
|
in imbarazzo. Infatti, da quanto Lei mi dice si desume che | Lei | si rappresenta il raccontare come un mestiere, mentre |
L'altrui mestiere -
|
Le prescrivo, di tenersi caro il Suo impiego. Se veramente | Lei | ha sangue di scrittore, il tempo per scrivere lo troverà |
L'altrui mestiere -
|
un esercizio vitale, ed appassionante per il lettore: | Lei | che ha fatto gli studi classici certamente già lo sa. Lei |
L'altrui mestiere -
|
Lei che ha fatto gli studi classici certamente già lo sa. | Lei | però salta questo bivio ed aspetta da me consigli pratici e |
L'altrui mestiere -
|
perché appena scritta questa lettera la imposterò; così | Lei | potrà verificarne la validità. Dopo la maturazione, che |
L'altrui mestiere -
|
del significato originario di ogni vocabolo; se | Lei | ricorda ad esempio che "scatenare" voleva dire "liberare |
L'altrui mestiere -
|
percepiranno almeno che la scelta non è stata ovvia, che | Lei | ha lavorato per loro, che non ha seguito la linea della |
L'altrui mestiere -
|
che mi doveva parlare .... _ Non ho detto proprio così, se | lei | si ricorda: ho solo detto che sono al corrente di un affare |
Lilit -
|
che cosa le ho potuto dire, ma insomma ... sì, ecco, io di | lei | so parecchie cose. Non ricordo che cosa le ho detto venerdì |
Lilit -
|
quando s' invecchia capita un po' a tutti. Quella volta che | lei | faceva le scivolate su una pozzanghera gelata, e il |
Lilit -
|
su una pozzanghera gelata, e il ghiaccio si è rotto, e | lei | si è ferito alla caviglia con una scheggia di ghiaccio. Non |
Lilit -
|
farle vedere che sono bene informato. E quella volta che | lei | è entrato in camera di sua madre senza chiedere permesso, e |
Lilit -
|
mentre si infilava le calze? E poi, molti anni dopo, quando | lei | ha soffiato la ragazza al suo collega, lì in negozio: ma |
Lilit -
|
soffiato la ragazza al suo collega, lì in negozio: ma poi | lei | si è subito stancato, e l' ha piantata, e lei ha fatto una |
Lilit -
|
ma poi lei si è subito stancato, e l' ha piantata, e | lei | ha fatto una brutta fine. Tutte queste cose erano vere, ma |
Lilit -
|
si era impazientito, e chiese bruscamente: _ Insomma, | lei | che cosa vuole da me? _ Sono venuto per ucciderla, _ |
Lilit -
|
ma quello gli rispose con durezza: _ Sa, quello che | lei | desidera o non desidera conta fino a un certo punto. Non |
Lilit -
|
mestiere mi piaccia tanto: mi piace press' a poco come a | lei | il suo, non so se mi spiego. Ma è il mio mestiere, non ne |
Lilit -
|
mi piacerebbe saperne qualche cosa di più. _ Ma lo sa che | lei | è un bel tipo? Perché, quando, come, dove! Ha una |
Lilit -
|
a tutti sapere certe cose, ma invece no: la gente come | lei | (o come me, del resto: quando siamo fuori servizio siamo |
Lilit -
|
neppure armato: questo è solo un preavviso, nel caso che | lei | voglia prendere qualche provvedimento. Anche questo non |
Lilit -
|
sciocchezza a caso". "Va bene" replicò la dama. "In pena, | lei | non avrà il suo caffè, stasera. O thè con noi, o niente". - |
IL FIASCO DEL MAESTRO Chieco (Racconti musicali) -
|
ma con divertimento, una delle Sue satire: quella in cui | Lei | incontra sulla Via Sacra un seccatore in cerca di |
La stampa terza pagina 1986 -
|
volta. Insomma, quel monumento "più perenne del bronzo" che | Lei | s' è pazientemente costruito sta ancora in piedi, anche se |
La stampa terza pagina 1986 -
|
maestri e con voti discreti. Sono sicuro che avrà meno pena | Lei | a leggere questa mia lettera di quanto ne abbia io a |
La stampa terza pagina 1986 -
|
li "desiderava". La prego di scusarmi, scrivo non solo a | Lei | e per Lei, ma anche per i miei lettori d' oggi, e non |
La stampa terza pagina 1986 -
|
cento pellegrini, carri che corrono senza cavalli. Anzi, se | Lei | potesse vedere la Roma d' oggi la troverebbe invasa: sono |
La stampa terza pagina 1986 -
|
quella che era nei Suoi voti: via, non è così modesta come | Lei | la descrive; oggi la definiremmo una seconda casa, e Le |
La stampa terza pagina 1986 -
|
definiremmo una seconda casa, e Le faremmo pagare tasse che | Lei | avrebbe pena a ricavare dai diritti d' autore o ad ottenere |
La stampa terza pagina 1986 -
|
la neve e rende l' erba ai prati, come a suo tempo ha detto | Lei | con l' eleganza consueta; ancora ci stringe il cuore l' |
La stampa terza pagina 1986 -
|
Il fatto che le hanno ordinato questa cura l'ha raccontato | lei | ieri sera alla mamma; ma lei crede che sia per una malattia |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
questa cura l'ha raccontato lei ieri sera alla mamma; ma | lei | crede che sia per una malattia di debolezza che il medico |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
e ha detto anzi, che se l'è levata di testa lui perché | lei | sta benissimo e che fa la cura unicamente per contentar suo |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
in camera della sua mamma, ciò che ha fatto subito; e di | lei | son sicuro, perché Marinella è una bambina piuttosto |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
di amore, una sera per commoverla le aveva detto: - Ah! ... | Lei | mi farà ammattire! E Giacinta, tagliando corto: - Ci vuol |
GIACINTA -
|
era venuta la volta del Gessi. - Per lei, signorina, per | lei | sarei capace di ... di ... Non trovava la parola, diventato |
GIACINTA -
|
dolorosamente tocca la sera che Andrea, uscito appresso a | lei | sulla terrazza per godere il lume di luna di quella |
GIACINTA -
|
soffrisse? - Senta, signor Andrea, - rispose Giacinta - | Lei | mi vuol bene sinceramente; certe cose non mi sfuggono. A |
GIACINTA -
|
mi vuol bene sinceramente; certe cose non mi sfuggono. A | lei | dirò dunque quel che non ho detto a nessuno: mi dimentichi! |
GIACINTA -
|
Sono innamorato - le disse. La vecchia rideva. - Che! Che! | Lei | non ha presa ... - Questa volta è per davvero. - Tanto |
GIACINTA -
|
chiese Antonio. _ Forse non mi sono spiegato bene, o forse | lei | non ha inteso il mio nome: io sono James Collins, quello |
Vizio di forma -
|
sentì sorpreso ed irritato. _ Ebbene? Ammettiamo pure che | lei | sia James Collins (e mi parrebbe opportuno che lei lo |
Vizio di forma -
|
pure che lei sia James Collins (e mi parrebbe opportuno che | lei | lo dimostrasse): ma che cosa vuole da me? In primo luogo, |
Vizio di forma -
|
vuole da me? In primo luogo, per sua stessa ammissione, | lei | non è che un personaggio, e non ha nessun diritto di |
Vizio di forma -
|
con le persone in carne ed ossa; in secondo luogo, | lei | ricorda benissimo che nell' ultimo racconto muore. Convengo |
Vizio di forma -
|
generoso da parte mia, che forse avrei potuto mostrare per | lei | un po' più di gratitudine: ma lei mi deve comprendere, |
Vizio di forma -
|
avrei potuto mostrare per lei un po' più di gratitudine: ma | lei | mi deve comprendere, tutti dobbiamo morire, personaggi e |
Vizio di forma -
|
non avevo nessun' altra maniera decente di concluderlo: | lei | doveva proprio morire, non avevo altra scelta. Qualsiasi |
Vizio di forma -
|
non lo si può mica paragonare al Don Chisciotte; ... e poi | lei | è ancora vivo ... a farla breve, noi personaggi moderni, |
Vizio di forma -
|
non appena gli riuscì d' interromperlo, disse: _ | Lei | ... le sembrerà strano, ma io non la vedevo mica così _. |
Vizio di forma -
|
venga a taglio: ma a proposito, se ho capito bene, allora | lei | gode di un certo credito, laggiù, di una certa autorità? È |
Vizio di forma -
|
in bocca. Gli versò da bere, e mentre beveva disse: _ | Lei | però non mi ha ancora raccontato perché è qui. Non dev' |
Vizio di forma -
|
lontana: _ Bisogna che prima le parli degli ambigeni. Se | lei | ci pensa, la nostra categoria non è poi così ben definita: |
Vizio di forma -
|
questa storia degli ambigeni. _ Le spiego subito: è che ... | lei | è un ambigeno. _ Io? _ Lei, sì. L' ho reso ambigeno io. Ho |
Vizio di forma -
|
dei racconti (eccoli qui, in questa busta) che hanno | lei | come protagonista. Non per ritorsione, e neppure per |
Vizio di forma -
|
vita notturna, non c' è neppure la luce elettrica), e | lei | mi interessava, la conoscevo bene, così ho scritto di lei. |
Vizio di forma -
|
deglutendo. _ Beh, sostanzialmente sì. Un po' arrotondati: | lei | che è del mestiere sa cosa intendo dire. Ecco qui: In |
Vizio di forma -
|
cosa ci faccio, o, con questa Matilde? Io sono sposato, e | lei | lo sa, e sa anche che non ho mai avuto niente da spartire |
Vizio di forma -
|
Matilde, né prima del matrimonio né dopo. _ Ma, mi scusi, | lei | che cosa ha fatto con me? Non ha scritto tutto quello che |
Vizio di forma -
|
che ha voluto? _ Sicuro, ma io ... insomma, io esisto e | lei | no. Lei, l' ho creata io, dalla prima pagina all' ultima, |
Vizio di forma -
|
e di cartaccia: quello che conta, sono le testimonianze, e | lei | ne ha scritto un bel numero con le sue stesse mani, e, per |
Vizio di forma -
|
sono qui: questi racconti glieli vorrei far leggere, così | lei | taglia quello che non le va. Ma non mi venga a dire che lei |
Vizio di forma -
|
lei taglia quello che non le va. Ma non mi venga a dire che | lei | è libero di fare di me quello che vuole, e io di lei no: |
Vizio di forma -
|
che lei è libero di fare di me quello che vuole, e io di | lei | no: questo è un sofisma bello e buono. Io sono vincolato a |
Vizio di forma -
|
è un sofisma bello e buono. Io sono vincolato a fare di | lei | un personaggio coerente con la sua persona, ma lei anche lo |
Vizio di forma -
|
fare di lei un personaggio coerente con la sua persona, ma | lei | anche lo era, una volta che mi ha concepito: ebbene, è |
Vizio di forma -
|
come un giovane sano, equilibrato e padrone di sé? | Lei | aveva tutti i diritti di farmi morire per droga, ma allora |
Vizio di forma -
|
di questo. Non lo dico per me, né per l' altro Antonio che | lei | ha cercato di costruire: lo dico per lei. Lei è un |
Vizio di forma -
|
Antonio che lei ha cercato di costruire: lo dico per lei. | Lei | è un inventore: bene, abbandoni le ambizioni letterarie e |
Vizio di forma -
|
rigata di rosso. - Nulla! - rispose - un bacio di piombo. E | lei | stessa aprì arditamente la marcia. Fu raccolta di terra la |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
|
da un resinoso chiarore, parèa che sulla faccia di | lei | fosse appena nevato. Non più, ne' suòi tratti, quella fera |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
|
piani gli occhi su Gualdo e gli arrise. Lo sguardo di | lei | sarèbbesi detto indrizzato. Vi si leggèa un'infinita |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
|
El se ricorda, sor cap? CAPO: Che cosa el dise? oh è | lei | sor Ballanzini. Servitor devotissimo. NARCISO: Stavo |
LE DUE MARIANNE - I CONIUGI SPAZZOLETTI -
|
viaggiadori... cossa vole che fasso mi? LUIGI: Non ha visto | lei | una signora giovine poco fa qui in sala? LA BALLANZINI: Una |
LE DUE MARIANNE - I CONIUGI SPAZZOLETTI -
|
lu? LUIGI: Son il marito di quella signora ch'era lì... E | lei | chi è? BALLANZINI: Son la moglie de quel signore grasso. |
LE DUE MARIANNE - I CONIUGI SPAZZOLETTI -
|
ma non ha le chiavi di casa. O povera Marianna. BALLANZINI: | Lei | el sarà on grand omo de talento, ma in sta faccenda chi, |
LE DUE MARIANNE - I CONIUGI SPAZZOLETTI -
|
L'è el me marì che parla, donca gh'ò diritto. cAPo: | Lei | mi guasterà la macchina e allora addio dispaccio. LUIGI: |
LE DUE MARIANNE - I CONIUGI SPAZZOLETTI -
|
venire con manico scopa. LUIGI: Signora Ballanzini | lei | fa torto a me, a mia moglie, a suo marito e anche un poco a |
LE DUE MARIANNE - I CONIUGI SPAZZOLETTI -
|
fa torto a me, a mia moglie, a suo marito e anche un poco a | lei | stessa. È meglio pigliar la cosa allegramente, cercar di |
LE DUE MARIANNE - I CONIUGI SPAZZOLETTI -
|
andremo tutti quanti a far colazione in casa Ballanzini, se | lei | c'invita. BALLANZINI: Poiché lei mi pare un uomo abbastanza |
LE DUE MARIANNE - I CONIUGI SPAZZOLETTI -
|
in casa Ballanzini, se lei c'invita. BALLANZINI: Poiché | lei | mi pare un uomo abbastanza sicuro del fatto suo, se el |
LE DUE MARIANNE - I CONIUGI SPAZZOLETTI -
|
svegliassi col cuore rassegnato o indifferente! - Ma dunque | lei | crede di amarlo ancora? - le disse il dottor Follini. |
GIACINTA -
|
divento indiscreta. Ma che vuole? Nessuno sa intendermi. | Lei | solo mi tollera, mi compatisce, come una vera malata. - |
GIACINTA -
|
la malattia non si attacchi al dottore! - È impossibile; | lei | sa bene ... Certamente, non era possibile. Perché s'era |
GIACINTA -
|
E uscii di là consolata, come se la boccetta di filtro da | lei | datami contenesse davvero la mia salvezza ... Ma la buttai |
GIACINTA -
|
le due braccia come un telegrafo - Che buon vento? - | Lei | non m'aspettava? - Ma sì, certo che l'aspettavamo tutti - |
Nanà a Milano -
|
l'aspettavamo tutti - disse il notaio. - Però credevamo che | lei | venisse colla seconda corsa. - Ho dormito a Como. Ecco |
Nanà a Milano -
|
Il suo amico che mi fece l'onore di domandarmi in di | lei | nome la mano della mia Elisa, le avrà portata la mia |
Nanà a Milano -
|
incoraggiato appunto da quella risposta - disse Rubieri. - | Lei | può imaginarsi se io non sarei felice. Ma le dirò la |
Nanà a Milano -
|
il notaio invitando lo scultore a seder dinanzi a sè. - | Lei | sa che da qualche tempo io vagheggio l'idea di ottenere |
Nanà a Milano -
|
ho parlato e che deve far più ricca d'assai mia figlia che | lei | mi fa l'onore di chiedermi in isposa. Mia figlia è unica, e |
Nanà a Milano -
|
chiedermi in isposa. Mia figlia è unica, e naturalmente... | Lei | è assessore e mi dicono che può tutto presso il conte |
Nanà a Milano -
|
che il sindaco la stima assai, e fa tutto quello che | lei | gli suggerisce. - Non negherò che il conte sindaco abbia |
Nanà a Milano -
|
ciò che io desidero ci corre. E poi c'è il Consiglio. - Ma | lei | appartiene alla maggioranza.... - Questo è vero! Se il |
Nanà a Milano -
|
- Dunque una mano lava l'altra. Io le do mia figlia e | lei | mi fa ottenere la concessione. - Mi spiacerebbe che la |
Nanà a Milano -
|
il padre. Siamo intesi? - Ma dal canto mio - rispose Aldo - | lei | può imaginarsi se non mi metterò colle mani e coi piedi |
Nanà a Milano -
|
potrà distruggere o avvalorare secondo la verità. Io, come | lei | può ben pensare, non vorrei per tutto l'oro del mondo |
Nanà a Milano -
|
io certo che mi lamenterò di questo fatto. Soltanto che... | lei | sa bene... le fanciulle talvolta amano più gli |
Nanà a Milano -
|
sera del nostro Enrico... - Che cos'è accaduto? - Vedo che | lei | non sa nulla... e da un lato mi dispiace di dover essere |
Nanà a Milano -
|
sua... - Ah quella donnaccia francese... forse... la di | lei | modella? - Precisamente. Don Ignazio si gettò sul cordone |
Nanà a Milano -
|
Sei anni addietro era stato preso da furiosa passione per | lei | ed era finalmente riuscito ad esserne corrisposto con la |
Racconti 3 -
|
resa infelice. Il loro matrimonio, combinato dai parenti di | lei | per dolorosissime circostanze economiche, era divenuto, |
Racconti 3 -
|
ed era bastata la interessata conversazione avuta con | lei | nella serata per renderlo in pochi giorni furibondamente |
Racconti 3 -
|
osava piú di aggiungere altro, esitante. Le aveva dato del | lei | o del tu? Non avrebbe saputo dirlo. E non gli sembrava |
Racconti 3 -
|
è felice. Sono assai lieta di accertarmi di esser ormai per | lei | un ricordo, non so se tristo o indifferente, ma senza |
Racconti 3 -
|
delle ragioni che mi han consigliato di rivederla. Forse | lei | lo ignora: sono vedova da un anno ... Vo in America per |
Racconti 3 -
|
caso può interessare la sua curiosità di uomo colto. | Lei | è il primo, e sarà il solo, che ne apprenderà dalla mia |
Racconti 3 -
|
fuga di cinque anni fa, probabilmente male interpretata da | lei | e che ha dovuto recarle qualche dolore ... - Oh, Berta! ... |
Racconti 3 -
|
suo fantasma, D'Ortes, assai piú, oh assai piú! di quando | lei | mi era vicino, e sentivo la sua maliosa influenza ... Vede? |
Racconti 3 -
|
son fuggita via, pel suo bene e pel mio, come le scrissi, | lei | non si fece piú vivo con me neppure con una lettera di |
Racconti 3 -
|
ridotta, dopo cinque anni, soltanto un tenue ricordo per | lei | - riprese Berta, sorridendo a fior di labbra. - Ma il cuore |
Racconti 3 -
|
dolori e forse rimorsi, ma compensandoci però diversamente; | lei | con una felicità domestica che mi sembra immeritata; me con |
Racconti 3 -
|
potuto vedere la Clelia; appunto così s’era acceso per | lei | di altissimo affetto. Clelia vinceva di beltà le più |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
|
il suo fascino e la sua cultura attiravano verso | lei | gli omaggi divoti d'italiani e di stranieri, quando il suo |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
|
come gli altri, eravamo colpiti dalla grazia, e innanzi a | lei | ci sentivamo stupiti e fiacchi, e sentivamo che una volontà |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
|
e tutti eravamo travolti in un'onda di bene che, da | lei | emanava, che ci rendeva capaci di cento cose più forti di |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
|
di ogni bene che emanava da lei, ognuno di noi sarebbe con | lei | partito, dove ella volesse, con lei, ove ferveva il più |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
|
la carità, la fede, la speranza: abbiamo perduto, con | lei | il segreto della nostra vita di cristiani operosi e di |
IL VENTRE DI NAPOLI (VENTI ANNI FA - ADESSO - L'ANIMA DI NAPOLI) -
|
mi fa il Signore." "Quale grazia?" chiese l'infermo. "Che | Lei | pianga con me!" Così dicendo, Benedetto si levò |
IL Santo -
|
mano, palpitante. Bussò malgrado le tacite giaculatorie di | lei | che implorava la Madonna di allontanare quell'importuno. |
IL Santo -
|
non è seria, sarebbe impossibile di procedere contro di | Lei | e lo sanno. Chi non Le può scrivere ha saputo tutto questo, |
IL Santo -
|
in Chiesa, ho idee diverse dalle Sue. Non importa, dico. | Lei | sa chi sono io? Il delegato gliel'ha detto?" "No Signore." |
IL Santo -
|
di santità corre altri pericoli. Altre cose si dicono di | Lei | che non hanno a che fare, per questo stia tranquillo, col |
IL Santo -
|
provocare dei disordini. Ma c'è di più! Noi sappiamo che | Lei | è persona gradita al Papa il quale La vede spesso. Ora in |
IL Santo -
|
possibile. E sarà possibile a una condizione. Qui in Roma | Lei | ha dei nemici attivi, non di parte nostra, sa! non di parte |
IL Santo -
|
sint ut sunt" dico io "aut non erunt." Mi riferiscono che | Lei | è un cattolico largo. Ciò significa semplicemente che lei |
IL Santo -
|
Lei è un cattolico largo. Ciò significa semplicemente che | lei | non è cattolico. Tiriamo via. I Suoi nemici L'hanno |
IL Santo -
|
per mancato servizio di giurato; ma questa è una bazzecola. | Lei | si figura di avere guarito della gente a Jenne ed è |
IL Santo -
|
faremo in modo che la denuncia si ponga a dormire. Ma se | Lei | resta in Roma i Suoi nemici di Roma faranno un rumore così |
IL Santo -
|
così grande che non ci potremo fingere sordi. Bisogna che | Lei | se ne vada lontano; e subito! Meglio se va fuori d' Italia. |
IL Santo -
|
medicina illegale mia. Mi si poteva lasciare al mio posto. | Lei | e il Governo sono i peggiori miei nemici se mi offrono di |
IL Santo -
|
peggiori miei nemici se mi offrono di fuggire la giustizia. | Lei | faccia il Suo dovere di mandare i carabinieri ad arrestarmi |
IL Santo -
|
dice a Benedetto con piglio sprezzante: "Stia attento. | Lei | ha tre giorni per lasciare Roma. Ha capito?" Non cura di |
IL Santo -
|
che vi si manifestano, tendono tutte a separarsene. So che | Lei | è appunto un cattolico radicale, ch'è amico di un uomo |
IL Santo -
|
dai cattolici puri; e lo è certamente. Mi hanno detto che | Lei | è scolare di questo nobile eretico, che fa una propaganda |
IL Santo -
|
luterano della parola. "Curiosità ci punge di sapere" come | Lei | creda possibile ringiovanire questo povero vecchione di |
IL Santo -
|
la gravezza del capo. "Oh no" esclamò "adesso io rispondo! | Lei | dice che non è Pilato. Il vero è invece che io sono |
IL Santo -
|
dei servi di Cristo perché gli sono stato infedele e che | Lei | mi ripete proprio la domanda di Pilato: - Quid est veritas? |
IL Santo -
|
proprio la domanda di Pilato: - Quid est veritas? Ora | Lei | non è disposto a ricevere la Verità, come non vi era |
IL Santo -
|
le tenebre lo avvolgono e la luce non gli può arrivare. | Lei | opera tenebre. È facile di comprenderlo, Lei è il signor |
IL Santo -
|
può arrivare. Lei opera tenebre. È facile di comprenderlo, | Lei | è il signor ministro dell' Interno, La conosco di fama. Lei |
IL Santo -
|
Lei è il signor ministro dell' Interno, La conosco di fama. | Lei | non è nato per operare tenebre, vi è stata molta luce in |
IL Santo -
|
molta luce di Verità e di bontà; ma in questo momento | Lei | opera tenebre. Io sono questa notte qui perché Lei ha |
IL Santo -
|
momento Lei opera tenebre. Io sono questa notte qui perché | Lei | ha pattuito un mercato non confessabile. Lei dice di |
IL Santo -
|
qui perché Lei ha pattuito un mercato non confessabile. | Lei | dice di adorare la Verità, domanda a un fratello se |
IL Santo -
|
Le ha dato molto potere nel mondo; lo adoperi per il bene. | Lei | ch'è nato cattolico dice di essere protestante. Forse Lei |
IL Santo -
|
Lei ch'è nato cattolico dice di essere protestante. Forse | Lei | non conosce abbastanza il Cattolicismo per comprendere che |
IL Santo -
|
la pena." "M'intenda bene!" riprese Benedetto. "Sì, anche | Lei | è uno di questi sacerdoti. Parlo io forse di gaudenti |
IL Santo -
|
sacerdoti. Parlo io forse di gaudenti comuni? Parlo di | Lei | e di altri come Lei che si credono gente onesta perché non |
IL Santo -
|
io forse di gaudenti comuni? Parlo di Lei e di altri come | Lei | che si credono gente onesta perché non cacciano le mani nel |
IL Santo -
|
che in questo palazzo non si può servire Iddio ..." "Sa | Lei | ..." esclamò con ira il ministro incrociando le braccia sul |
IL Santo -
|
un modo diverso, eh senta, via! non è un Dio ragionevole! | Lei | si è permesso di vuotare un sacco di contumelie, un sacco |
IL Santo -
|
lì. Adesso lo facciamo noi che se non siamo Santi, almeno | Lei | vede quanto pazientemente trattiamo con i Santi. E senta." |
IL Santo -
|
ora tarda, la santità corre qualche pericolo. È meglio che | Lei | se ne vada." Stese la mano al campanello elettrico per |
IL Santo -
|
aveva vegliato, aveva scoperto, aveva agito. Solo per | lei | gli era stato dato di far fronte al ministro sapendo quale |
IL Santo -
|
la sua missione: "La signora mi ha ordinato di dirle, se | Lei | domanda, che i signori hanno mandato la carrozza perché |
IL Santo -
|
che i signori hanno mandato la carrozza perché sanno che | Lei | non sta bene e hanno pensato che qui, a quest'ora, non ne |
IL Santo -
|
ritorno da Praglia con lei, del momento in cui, lasciata | lei | al piede della salita di villa Diedo, si era allontanato |
IL Santo -
|
che soltanto lei, Jeanne, lo amasse davvero, che soltanto | lei | soffrisse del suo soffrire. Era la voce di lei che si |
IL Santo -
|
che soltanto lei soffrisse del suo soffrire. Era la voce di | lei | che si doleva di non essere riamata, la voce di lei che lo |
IL Santo -
|
voce di lei che si doleva di non essere riamata, la voce di | lei | che lo pregava di amore con una cantilena di Saint-Saëns, |
IL Santo -
|
l'altra cara, come la sua Elisa; piange di gratitudine a | lei | che ancora dal mondo ignoto gli è pia, gl'intenerisce il |
IL Santo -
|
di scapoloni pari suoi non è più una vita fatta per lei.... | Lei | digerisce male, lei dorme male, diventa sempre più |
VECCHIE STORIE -
|
non è più una vita fatta per lei.... Lei digerisce male, | lei | dorme male, diventa sempre più brontolone, bisbetico, |
VECCHIE STORIE -
|
Certo questa vecchia cuffia è la zia dei buoni consigli. | Lei | conosce le due ragazze e saprà dirmi quale delle due ha più |
VECCHIE STORIE -
|
imbarazzato. Signore.... NICOLÒ.. Signora.... TERESITA | Lei | ha bisogno di parlarmi. NICOLÒ.. Sissignora... cioè... |
VECCHIE STORIE -
|
Sono io la zia delle signorine.... NICOLÒ. sorpreso. Ah, | lei | fa da madre alle due orfanelle.... Avvicinandosi riconosce |
VECCHIE STORIE -
|
conosciamo. Ah, chi l'avrebbe detto dopo tanti anni? Lei, | lei | è la signora Teresita.... TERESITA fingendo di cader dalle |
VECCHIE STORIE -
|
Teresita.... TERESITA fingendo di cader dalle nuvole. E | lei | è il signor Nicolò.... Guarda che combinazione! ma si è |
VECCHIE STORIE -
|
si accomodi, signor Nicolò..... Indica la sedia e siede | lei | per la prima. NICOLÒ. ripetendo materialmente. Guarda che |
VECCHIE STORIE -
|
si abbandona nella poltrona. Dunque è alla cuffia che | lei | desidera parlare. NICOLÒ. No, stia buona, ora le dirò il |
VECCHIE STORIE -
|
Ma è certo che, se avessi potuto immaginare di trovar qui | lei | al posto della... cuffia... ride non sarei venuto. TERESITA |
VECCHIE STORIE -
|
un po' offesa. Non merito dunque la sua confidenza? NICOLÒ. | Lei | merita tutto, ma il mio caso è di quelli che hanno bisogno |
VECCHIE STORIE -
|
essere utile in questa casa. NICOLÒ. esitando. Ma scusi. | Lei | non aveva sposato quel marchese? TERESITA molto riservata. |
VECCHIE STORIE -
|
mi perdoni.... TERESITA restando seduta. Ma che cosa fa? | lei | non mi ha ancora detto lo scopo della sua visita. NICOLÒ. È |
VECCHIE STORIE -
|
materno. Bene, si accomodi. Giacomina mi ha scritto tutto. | Lei | è venuto a Incirano per uno scopo molto lodevole e molto |
VECCHIE STORIE -
|
è finito di piangere. NICOLÒ. con una punta d'ironia. Beata | lei | che ha finito! Le donne son così facili a dimenticare.... |
VECCHIE STORIE -
|
forza dell'antica passione, posa un bacio sui capelli di | lei | e resta come fulminato dalla sua stessa audacia. Teresita, |
VECCHIE STORIE -
|
a Nicolò che lascia cadere la penna. mentre intorno a | lei | si commerciavano gli affetti e si commettevano le più |
VECCHIE STORIE -
|
la cupidigia, è la superbia che tende a distruggerle." "Ma | Lei | suppone l'amore da una parte sola" esclamò Silla "dalla |
Malombra -
|
scintillava solo talvolta incontrando quello del conte. A | lei | Silla dirigeva mentalmente la sua eloquenza. Non ne aveva |
Malombra -
|
c redeva così, e fino dai primi giorni si era regolato con | lei | secondo questa idea, opponendo alterezza ad alterezza, non |
Malombra -
|
non senza una specie di voluttà amara che in presenza di | lei | gli stringeva forte il cuore. E ora gli pareva di |
Malombra -
|
non veniva. Accennò allora la sedia vuota in faccia a | lei | e con un gesto della mano destra, senza muovere affatto la |
Malombra -
|
proprio di non essere inferiore?" diss'ella. "Non so come | Lei | giuochi" rispose Silla movendo un alfiere. Ella mise un |
Malombra -
|
nemico, e disse: "Vede, io so invece come giuoca Lei. | Lei | giuoca prudente. Ha paura di perdere, non di vincere." A |
Malombra -
|
che lo posso fare abbastanza bene. Perché vorrebbe | Lei | che attaccassi?" "Perché allora la finirei più presto." |
Malombra -
|
mano e rovesciando i pezzi. "Io non ho giuocato contro di | Lei | altra partita che questa, e credo che non giuocherò più." |
Malombra -
|
bassi questi studi, dunque" diss'ella. "Oh, no." "Ah. | Lei | crede allora che sieno troppo alti per me?" "Non ho detto |
Malombra -
|
bruscamente. "Non voglio sfingi davanti a me. Cosa scrive | Lei | con mio zio?" "Un libro noioso." "Capisco; ma di che |
Malombra -
|
"Di canto?" "La marchesina ha un grande spirito!" "E | Lei | è molto orgoglioso!" "Forse." "E con quale diritto?" |
Malombra -
|
futuro destino. "È dunque vero" disse Marina sottovoce "che | Lei | giuoca un'altra partita qui al Palazzo?" "Io?" rispose |
Malombra -
|
al Palazzo?" "Io?" rispose Silla, sorpreso. "Non so cosa | Lei | voglia dire." "Oh, lo sa! Ma Lei giuoca coperto, giuoca |
Malombra -
|
sorpreso. "Non so cosa Lei voglia dire." "Oh, lo sa! Ma | Lei | giuoca coperto, giuoca prudente, non ha ancora mosso la |
Malombra -
|
così bene, che c'è da scambiarla per una volpe viva. Se | lei | vuol vederla, venga a casa mia e potrà levarsi questa |
STORIE ALLEGRE -
|
una casetta piú vecchia di lei, dove tutto era vecchio come | lei | e d'onde tutto è sparito con lei, molti e molti anni fa. Si |
Racconti 2 -
|
dall'università, rividi in casa nostra la spinetta a | lei | cosí cara. Mi rivenne subito alla mente quella scena |
Racconti 2 -
|
e penso che la canzonetta di Cimarosa ha dovuto essere per | lei | un'ineffabile consolazione nella lunga tristezza della |
Racconti 2 -
|
la signorina, quantunque il silenzio e l'atteggiamento di | lei | lo rendessero perplesso nel risolversi a dirle quel che gli |
IL BENEFATTORE -
|
a un pregiudizio, di opporci a un'ingiustizia ... Io, che | lei | stima meno cattivo di parecchi, io sono un vigliacco ... me |
IL BENEFATTORE -
|
colpo di pistola a una tempia! - Sarebbe vero dunque che | lei | non crede in Dio, lei? - domandò miss Elsa con dolcissimo |
IL BENEFATTORE -
|
quando piove troppo, e ingombrino lo stradone. - | Lei | vuol sviare il discorso! - esclamò Paolo. - Non posso farle |
IL BENEFATTORE -
|
- rispose miss Elsa con voce un po' velata. - Eh, via! | Lei | esagera, alla siciliana ... Ma che mi volesse bene, io lo |
IL BENEFATTORE -
|
cospetto di tutti. Sì - ella soggiunse dopo breve pausa - | lei | ha ragione! Sciocca sono io, che non so ancora abituarmi al |
IL BENEFATTORE -
|
accendere altre due o tre. Ha domandato, la prima cosa, se | Lei | è ancora q ui, al Palazzo. E poi si fece ripetere i |
Malombra -
|
si fermò esitando. "Parli pure" disse. "Dopo che | Lei | l'ebbe portata via dalla camera del povero Cesare. E |
Malombra -
|
dalla camera del povero Cesare. E specialmente... scusi, | Lei | l'ha rimproverata, per quello che ha detto là?" "A parole |
Malombra -
|
Ella mi domanda allora... scusi, signor Silla, | Lei | è disgraziatamente immischiato nelle cose che sono successe |
Malombra -
|
convenienze imperiose che dan no ragione a donna Marina, e | Lei | vorrà non dolersi, credo, se ho accettato di esporle il suo |
Malombra -
|
"Non adoperiamo parolone e riflettiamo un po' di più. | Lei | crede in coscienza doversi costituir protettore della |
Malombra -
|
della marchesina di Malombra? Non voglio esser severo con | Lei | perché in affari di cuore non lo sono mai, e perché dopo |
Malombra -
|
almeno per un sentimento di decoro. Ma bisogna che | Lei | esca di scena. Vede, non è neanche il caso, parlando |
Malombra -
|
che non ha la sua ragione intera? Dunque, cosa vuol far | Lei | qui? Lei non ha che a partire." Silla lottava fieramente |
Malombra -
|
ha la sua ragione intera? Dunque, cosa vuol far Lei qui? | Lei | non ha che a partire." Silla lottava fieramente per |
Malombra -
|
accertarsi delle disposizioni di donna Marina, parlando con | lei | stessa. Così giudicherà anche del suo stato di mente." "Io? |
Malombra -
|
ricordando una certa scena dell'anno passato. Ha | Lei | una vera affezione per donna Marina?" "Perdoni, non si |
Malombra -
|
sentimenti miei, adesso." "Basta, basta. Dunque le dico che | Lei | è persuaso di partire?" "No, le dica solo che mi faccia |
Malombra -
|
Cesare, e di mezza Toscana, anche. Insomma, quanto a me, se | Lei | restasse fino a stasera, ne avrei certo piacere." Un forte |
Malombra -
|
per la selva; non voglio interrompere il suo lavoro. Già | lei | si è fatto eremita a dirittura. Deve avere una cattiva idea |
PROFUMO -
|
la strada, davanti a le porte di casa. E se li tengano! ... | Lei | dice: E le multe?" "Non dico nulla ..." "Potrebbe dirlo; i |
PROFUMO -
|
... Ma quanto a studiare, è la mia disperazione. So che | lei | è un vero professore di matematiche! Fama volat! A |
PROFUMO -
|
miei occhi, il ragazzo sarebbe costretto a studiare. E poi | lei | deve averci buona maniera per insinuarsi nell'a- nimo dei |
PROFUMO -
|
allorché il sindaco gli domandò a bruciapelo: "E lei, | lei | che ne dice?" Patrizio lo guardò in viso con così ingenuo |
PROFUMO -
|
ancora più l'accento, accostava la fronte a quel- la di | lei | con amoroso abbandono, come raramente soleva, mormorandole |
PROFUMO -
|
che ne formava l'incanto era sparito. Tutti i lineamenti di | lei | parevano cambiati di punto in bianco, con quelle |
PROFUMO -
|
Ratti, o qualche altro diceva una briosa stramberia, il di | lei | riso argentino partiva il primo pel salotto, come un razzo |
GIACINTA -
|
- Il povero conte dev'essere imbecillito per questo. - | Lei | stia zitto! - disse la signora Mochi a Ratti. - È sempre |
GIACINTA -
|
pareva allegrissima e faceva scoppiettare attorno a | lei | le sue frasi vibranti e frizzanti, il dottore s'era seduto |
GIACINTA -
|
il Merli che conversava con Mochi e con l'ingegner Villa: - | Lei | fa bene a star sempre tra gli uomini seri - gli disse |
GIACINTA -
|
faceva quell'uomo per leggerle cosí bene nel cuore? - Ah! | lei | dimentica che sono il suo medico - disse Follini con |
GIACINTA -
|
cosí! - rifletteva il dottore. Il giorno dopo andò da | lei | un po' piú presto del solito. - Dunque è una cosa grave? - |
GIACINTA -
|
il dottore. - È una ragione, ne convengo. Però, dopo tutto | lei | sentirà, di quando in quando, un'aspirazione verso qualche |
GIACINTA -
|
delle grandi; i difetti diventare un merito. Da che cosa | lei | crede che dipenda il predominio di lui sul mio cuore? Quasi |
GIACINTA -
|
anche subito. POETA Se non ci fosse lui .... E pensare che | lei | non ne voleva sapere! Ricorda due anni fa, che fatica, che |
Storie naturali -
|
idee sbagliate. (Suadente) Non si può restare indietro, | lei | lo capisce benissimo. Bisogna tenere il passo coi tempi. |
Storie naturali -
|
Del resto, non abbia preoccupazioni: il lavoro per | lei | non mancherà mai. Ricorda, tre anni fa, quando abbiamo |
Storie naturali -
|
POETA (al telefono) È lei, Simpson? Salute. Senta: | lei | ricorda, vero, quel preventivo che mi aveva sottoposto ... |
Storie naturali -
|
il Versificatore, quel modello per impieghi civili: | lei | me ne aveva parlato con un certo entusiasmo ... veda un po' |
Storie naturali -
|
(Pausa). Ottimo: sì, è piuttosto urgente. Dieci minuti? | Lei | è molto gentile: l' attendo qui, nel mio ufficio. A presto. |
Storie naturali -
|
via via più commossa) Maestro ... io ... io lavoro con | lei | da quindici anni ... ecco, mi perdoni, ma ... al suo posto |
Storie naturali -
|
Non lo dico mica per me, sa: ma un poeta, un artista come | lei | ... come può rassegnarsi a mettersi in casa una macchina |
Storie naturali -
|
gusto, la sua sensibilità ... Stavamo così bene, noi due, | lei | a dettare e io a scrivere ... e non solo a scrivere, a |
Storie naturali -
|
È già fatto, maestro. Lo faccio sempre, anche quando | lei | non me lo dice. (Piangendo) Lo conosco, il mio mestiere. |
Storie naturali -
|
Se qualcuno mi cerca, fammi chiamare qui. (Al poeta) | Lei | permette, non è vero? POETA (con un certo imbarazzo) Sì, |
Storie naturali -
|
venuto io. Ma ... non sono ancora deciso sull' acquisto: | lei | capisce bene, volevo più che altro farmi un' idea concreta |
Storie naturali -
|
tanti anni, no? E poi, non ho dimenticato certi servizi che | lei | ci ha reso, quello slogan per la nostra prima calcolatrice |
Storie naturali -
|
Prima di tutto, sia ben chiaro: questo non è un poeta. Se | lei | cerca un poeta meccanico vero e proprio, dovrà aspettare |
Storie naturali -
|
signorina, è meglio che veda anche lei. Penso che sarà | lei | a manovrare la macchina, vero? SEGRETARIA Non imparerò mai. |
Storie naturali -
|
io le lascio l' apparecchio, a sua completa disposizione. | Lei | dia un' occhiata alle istruzioni, e poi provi, si |
Storie naturali -
|
si è accorto della "gaffe") ... sia detto senza offesa, | lei | mi intende. C' è anche un dispositivo di blocco in caso di |
Storie naturali -
|
tutta di licenze ... (Punto da curiosità puerile) Senta: | lei | pensi quello che vuole, ma io vorrei proprio provare. Siamo |
Storie naturali -
|
male, in verità; discreto. A proposito, guardi un po' anche | lei | questo testo: c' è una parola strana, che non riusciamo a |
Storie naturali -
|
SIMPSON Ha detto "speriamo"? Devo dedurne ... che | lei | ... insomma, che le sue impressioni sono state favorevoli? |
Storie naturali -
|
dimenticato: ma sono rimasto senza, e non volevo privare | lei | della possibilità di provare l' apparecchio. Del resto, mi |
Storie naturali -
|
ma ci sono, specie in questa stagione e a quest' ora, come | lei | mi insegna. A me pare, invece, che questo episodio avrebbe |
Storie naturali -
|
ricordo, ecco, non ricordo .... SIMPSON (ride cordialmente) | Lei | vuole scherzare. Duemilasettecento, CIGenova, imballo al |
Storie naturali -
|
mia provvigione: è tutto quanto posso fare per lei. POETA | Lei | è proprio un duro. Via, oggi non mi va di discutere: passi |
Storie naturali -
|
suo cerchio una città. Tutto questo ha fatto Parthenope. | Lei | volle la città. Non più fanciulla, ma ora donna completa e |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
è venuto il consiglio, la guida, il soffio animatore. È | lei | la donna per eccellenza, la madre del popolo, la regina |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
la madre del popolo, la regina umana e clemente, da | lei | si appella la città; da lei la legge, da lei il costume, da |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
la regina umana e clemente, da lei si appella la città; da | lei | la legge, da lei il costume, da lei il costante esempio |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
e clemente, da lei si appella la città; da lei la legge, da | lei | il costume, da lei il costante esempio della fede e della |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
si appella la città; da lei la legge, da lei il costume, da | lei | il costante esempio della fede e della pietà. Due templi |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
si affaccia al vulcano, ella si smarrisce nelle vallate. È | lei | che rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori: |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori: è | lei | che fa brillare le stelle nelle notti serene; è lei che |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
è lei che fa brillare le stelle nelle notti serene; è | lei | che rende irresistibile il profumo dell'arancio; è lei che |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
è lei che rende irresistibile il profumo dell'arancio; è | lei | che fa fosforeggiare il mare. Quando nelle giornate |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
comparire un'ombra bianca allacciata ad un'altra ombra, è | lei | col suo amante; quando sentiamo nell'aria un suono di |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
una eruzione spaventosa, è il suo fuoco che ci abbrucia. È | lei | che fa impazzire la città: è lei che la fa languire ed |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
fuoco che ci abbrucia. È lei che fa impazzire la città: è | lei | che la fa languire ed impallidire di amore: è lei la fa |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
città: è lei che la fa languire ed impallidire di amore: è | lei | la fa contorcere di passione nelle giornate violente |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
perdono, d'ascoltare la sua voce, di trattare con | lei | un sistema nuovo di vita per l'avvenire... prima che suo |
ARABELLA -
|
la finestra, balbettò: "Non tocca, veramente, non tocca a | lei | chiedere scusa. Dicevo soltanto che non bisogna dar |
ARABELLA -
|
apparenza di zelo e di benevolenza avvelenare il suo cuore. | Lei | sa se io soffro meno di lei di questo stato di cose; lei sa |
ARABELLA -
|
avvelenare il suo cuore. Lei sa se io soffro meno di | lei | di questo stato di cose; lei sa tutti gli sforzi che ho |
ARABELLA -
|
Lei sa se io soffro meno di lei di questo stato di cose; | lei | sa tutti gli sforzi che ho fatto perché Lorenzo lasciasse |
ARABELLA -
|
moglie una donnina savia e giudiziosa fu appunto d'avere in | lei | un aiuto... non è così? Sfortunatamente una fila di |
ARABELLA -
|
e vediamo di riparare, di lavorare per l'avvenire. | Lei | ha avuto la bontà di tornare in questa casa ed è già un bel |
ARABELLA -
|
"Sì, per un poco, è naturale, e io non pretendo che | lei | abbia a dimenticare e a perdonare così subito. Il cuore è |
ARABELLA -
|
la questione della campagna. Tutto è già pronto. Domani | lei | può venir via con me e ritirarsi in un bel sito quieto, che |
ARABELLA -
|
tempo. Io non metto condizioni. Ciò che importa è che | lei | lasci subito Milano, dove son troppo vive le impressioni, |
ARABELLA -
|
del male. In quanto a Lorenzo tra un mese, tra due deciderà | lei | quel che si merita." "Io non devo né posso avere una |
ARABELLA -
|
bene... È forse una brutta maniera di voler bene, e | lei | meritava meglio; ma può dire che abbiamo operato con |
ARABELLA -
|
affrettò a dire Arabella, socchiudendo gli occhi. "No, no, | lei | deve vedere e toccare con mano" insistette lui, mettendo |
ARABELLA -
|
diritto di essere giudicato sulla base dei fatti, poiché | lei | ha creduto alle voci della gente e alle calunnie dei miei |
ARABELLA -
|
numeri." "Scusi" disse Arabella alzandosi. "Non so perché | lei | mi fa questo discorso ch'io non sono in grado di capire. Me |
ARABELLA -
|
sottovoce il vecchio suocero. "Non voglio nemmeno che | lei | si consideri come una nostra schiava... Guardi. Consegno a |
ARABELLA -
|
si consideri come una nostra schiava... Guardi. Consegno a | lei | questo mio credito, queste mie carte. Le faccia vedere a |
ARABELLA -
|
in casa Maccagno, suo suocero s'era mostrato verso di | lei | generoso e buono, e che l'offenderlo e il licenziarsi da |
ARABELLA -
|
con una dura parola, oltre al non riparare nulla, metteva | lei | nella condizione di negare la giustizia. Per questo si |
ARABELLA -
|
detto delle inutili asprezze a suo suocero, che verso di | lei | si era mostrato sempre buono e amoroso. Forse aveva ragione |
ARABELLA -
|
e inutilmente su degli innocenti. Sentì che ora toccava a | lei | dir qualche cosa di meno amaro, di condurre il discorso a |
ARABELLA -
|
del bene a qualcuno... insomma io non mi oppongo, disponga | lei | come crede meglio." "Che tu sia benedetta!" ripigliò con |
ARABELLA -
|
ritraendosi un poco colla persona. Egli afferrò le mani di | lei | e tenendola così prigioniera: "Tutto si spezza nelle mie |
ARABELLA -
|
grande, a cui Dio non trovi un rimedio ancor più grande. | Lei | è proprio malato, vedo bene. Ha bisogno di riposo, di |
ARABELLA -
|
orecchini con una pietra dura nel mezzo. Una corniola, | lei | diceva. La borsa a tracolla dondolava piano e i capelli |
Sogni d’inverno -
|
splendesse grande e senza pietà. «Mettili» le aveva detto, | lei | gli aveva avvicinato l'orecchio perché glieli avvitasse e |
Sogni d’inverno -
|
Io la amo di più, aveva pensato Federico, io ho speso per | lei | quasi tutto quello che avevo. Altro che i guanti di |
Sogni d’inverno -
|
frastuono li costringeva a urlare. Altro spettava loro. | Lei | voleva un giorno diventare favolosamente ricca e allora li |
Sogni d’inverno -
|
questa stanza puzza come se ci stessero delle capre! | Lei | voleva vedere tutto, la Torre dove era stato rinchiuso il |
Sogni d’inverno -
|
naturale" di Jack lo Squartatore. Doveva ancora venire per | lei | il momento del rifiuto, lontano il giorno in cui avrebbe |
Sogni d’inverno -
|
buona ogni sua meraviglia quasi lui fosse stato Abelardo e | lei | Eloisa) e si era visto paziente tutto il Museo delle Cere |
Sogni d’inverno -
|
braccia lunghissime capaci di avvolgerla teneramente, | lei | inclinava la testa, il respiro appena avvertibile e la mano |
Sogni d’inverno -
|
le proprie rabbie, le proprie speranze. Perché alla fine | lei | avrebbe dovuto scegliere, non poteva essere altrimenti; e |
Sogni d’inverno -
|
che grondavano sulla sua smilza giacchetta. Appena a casa | lei | se li era avvolti in un asciugamano quasi fosse un turbante |
Sogni d’inverno -
|
sembrargli fuori luogo. «Non fare il maschio latino - | lei | aveva risposto, - non ci sei portato» e aveva tirato ancora |
Sogni d’inverno -
|
puntini rossi, niente bella. Federico stava per picchiarla, | lei | se ne era accorta e il sangue le era affluito al viso. Ma |
Sogni d’inverno -
|
aveva turbato. «Ann» l'aveva chiamata carezzandole il viso, | lei | si era messa a ridere «I am not Ann, I am Elke!» Si |
Sogni d’inverno -
|
anche essere pena e Federico la guarda passare in fretta, | lei | fa un cenno con la mano come per dire ci vediamo dopo, più |
Sogni d’inverno -
|
la mano di Federico la rassicura da lontano ma già | lei | svolta per via Tornabuoni. La giornata apre improvvise |
Sogni d’inverno -
|
addosso e Federico aveva accennato il gesto di spogliarsi, | lei | aveva riso piano «Ma che fai, stenditi cosi come sei». La |
Sogni d’inverno -
|
bianca, i piedi nudi stesi diritti. Il letto era stretto e | lei | si era spinta contro la parete per fargli posto e come |
Sogni d’inverno -
|
gli orecchini con le corniole brillare sul comodino. Anche | lei | li aveva visti. «Sono bellissimi, - aveva detto, - non ho |
Sogni d’inverno -
|
dove il mento si sollevava rotondo. «Stai bene così?» | lei | aveva chiesto, aveva chiuso gli occhi e le ciglia tremavano |
Sogni d’inverno -
|
«Bob!» risponde alzando le spalle, un romanesco strascicato | lei | che ha una madre russa di antica famiglia e un padre che |
Sogni d’inverno -
|
flottante cercano di recuperarle e farle tornare a riva. | Lei | è incantata dallo spettacolo. «Allora è per quella?» |
Sogni d’inverno -
|
vicina. Di dove, battèndogli forte il cuore, vide passare | lei | e allontanarsi e sparire. E gli sembrò, insieme, farsi |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
|
- e Mario ritornava fanciullo. Poi, sempre, si dipartiva da | lei | in un subbuglio di sangue, in un entusiasmo di proclamare |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
|
ritornava egli sempre con qualche selvaggio dono per | lei | ... Èrano, o frutta dagli ingenui gusti o gagliardi fiori |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
|
che già dividèvano seco l'allegra spensieratezza, per | lei | sospìrano ora e sògnan di lei. Nè la malinconìa, questa |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
|
immergendo lo sguardo nell'aurèola dei capelli di | lei | e nelle cilestri profondità de' suòi occhi e fra le labbra |
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione) -
|
intima che dovrebbero essere religiosamente rispettate. | Lei | mi dirà: «Oggidí si fruga impunemente nelle famiglie degli |
Racconti 3 -
|
del malcapitato. Le sembra giusto? Le sembra onesto? Eppure | lei | si è fatto complice di quest'infamia, pubblicando: Ci |
Racconti 3 -
|
grinza. «Ma la suocera ... !» scrive il corrispondente. Ah! | Lei | non conosce che terribile animale sia mia suocera. Pur |
Racconti 3 -
|
arditamente, assolutamente. Le attenuanti, come mi insegna | lei | che è avvocato, sono una conferma bell'e buona! Da questo |
Racconti 3 -
|
bell'e buona! Da questo giudichi mia suocera! Già, se | lei | la vedesse, se la sentisse strillare e sbraitare, costei |
Racconti 3 -
|
agitando mani che sembrano granfie, Dio ne scampi! - | lei | esclamerebbe: «È una diavolessa!» Io, piú remittente di |
Racconti 3 -
|
amico. Stiamo per volger le spalle alla quarantina. Io, se | lei | mi conoscesse di persona, le sembrerei un po' piú vecchio. |
Racconti 3 -
|
e dal suo pappagallo. (Non voglio piú chiamarli altrimenti, | lei | deve permettermelo). Sicuro, un altro equivoco. Se essi lo |
Racconti 3 -
|
imbecilli come colui che le ha scritto da Brusca. Lei, oh! | lei | è un'altra cosa; lei è giornalista per ... forse non lo sa |
Racconti 3 -
|
che le ha scritto da Brusca. Lei, oh! lei è un'altra cosa; | lei | è giornalista per ... forse non lo sa nemmeno lei perché. È |
Racconti 3 -
|
cosa; lei è giornalista per ... forse non lo sa nemmeno | lei | perché. È qualcosa di meglio: avvocato! Con ringraziamenti |
Racconti 3 -
|
- e se realmente è buona quanto dite, la guarigione di | lei | è sicura. - Ser Marco non disse nulla, ma pensava che se |
Le Fate d'Oro -
|
di arance, che dispensava a tutti i poveri che erano a | lei | d'intorno; e Marco la sognò in mezzo a tanti sacchi |
Le Fate d'Oro -
|
rivolse la donna, tremava come una foglia, e, richiesto da | lei | che cosa desiderasse, disse che bramava parlarle da solo a |
Le Fate d'Oro -
|
Cerca di uccidere la Tigre della Selva Bruna, col sangue di | lei | bagna la lingua di Rosalba, e Rosalba parlerà. - |
Le Fate d'Oro -
|
- Bernardo le narrò come avesse cono- sciuto il padre di | lei | in Levante, ed ag- giunse che doveva attenderlo in breve, |
Le Fate d'Oro -
|
dirti di no. Ma questo matrimonio ... , non vedi? ... - È | lei | che l'ha voluto! La signora Teresa s'irritava: - Ve la |
GIACINTA -
|
il padrone. "Ma ha da dire queste cose Lei? Ma tocca a | Lei | dire queste cose?" "Bene bene" rispondeva il povero prete |
Malombra -
|
così tenero e saporito e i capperi in aceto preparati da | lei | avessero, per il malaugurato discorso, a passar senza lodi; |
Malombra -
|
ne ardeva, i vetri ne sfolgoravano. Edith volle portar | lei | il caffè. Steinegge e don Innocenzo sedettero ad aspettarlo |
Malombra -
|
del caffè. "Ma no" diceva "ma no, son mica cose da far | Lei | queste: Bene, faccia un po' come vuole, là!" Edith veniva a |
Malombra -
|
non l'hanno mica fatto battere il telegrafo" disse dietro a | lei | Marta ch'era venuta a portare un cucchiaino. Don Innocenzo, |
Malombra -
|
può saperlo dice che gli avrà detto d'andar via perché è | lei | che lo ha fatto andar via l'altra volta." "Ma non è |
Malombra -
|
"No, sinora, no, non è partito; almeno credo. Lo ha visto | Lei | oggi, signor curato?" "Sì, l'ho incontrato sulla scala." |
Malombra -
|
se non fosse sacerdote..." "0h, signora Edith!" "Sì, sì, | Lei | è una di queste anime. Lo credo e mi fa bene il crederlo, |
Malombra -
|
niente, signora Edith. Ma sa cosa c'è di vero in questo che | Lei | ha detto? C'è che un sentimento puro d'interessi terreni, |
Malombra -
|
un po' più lontano di prima. Lavoreremo. Otterremo, vedrà. | Lei | ha fatto benissimo intanto a non insistere, a non premere, |
Malombra -
|
Io vedo i suoi pensieri. Povero papà, non può immaginarli | Lei | i cattivi compagni che ha avuto. Non han potuto guastare il |
Malombra -
|
desiderava sapere se la signora Edith sarebbe andata anche | lei | in chiesa, perché allora avrebbero potuto uscire insieme e |
Malombra -
|
tu" diss'egli. "Pensiamo alla mamma" rispose Edith. "Parli | lei | al Signore, gli domandi per noi la sua luce e la sua pace, |
Malombra -
|
ma Edith volle contentar quella povera donna e salì con | lei | dall'inferma. In cucina due fanciulle giocavano sedute a |
Malombra -
|
dirle una parola." Il prete comprese tosto dal volto di | lei | che doveva essere una parola grave, e si compose pure a |
Malombra -
|
in silenzio. Passarono due minuti prima che le labbra di | lei | si aprissero. Don Innocenzo si pose a guardare attentamente |
Malombra -
|
"Ho creduto" diss'ella "di dover raccontare tutto a | Lei | perché mi pare bene che Lei, andando al Palazzo, sappia |
Malombra -
|
di vederla ferita, perché vi era pur qualche cosa in | lei | della sua propria giovinezza intemerata, di certi ideali |
Malombra -
|
brillarono davanti a don Innocenzo. "Oh, signor curato, | Lei | che sa, come può credere? Come farei ciò mentre mio padre |
Malombra -
|
sospettato di nulla. Quanto a me potrò anche dimenticare. | Lei | mi aiuti!" Povero prete, aiutare a combatter l'amore! Nella |
Malombra -
|
bene. Potrebb'essere che Suo padre desiderasse veder | Lei | collocata, che questo pensiero gli procacciasse delle |
Malombra -
|
di una famiglia cristiana ve ne sono tanti che | Lei | adesso non immagina neppure. Parlo per l'avvenire. Per |
Malombra -
|
il bene temporale ed eterno di questa persona quanto | Lei | stessa? Perché l'altra persona non potrebbe serbare un |
Malombra -
|
socchiuso di suo padre. Dormiva. Non vi poteva esser per | lei | sonno più dolce, più commovente del suo respiro placido, |
Malombra -
|
indifferenza intorno al motivo sensuale, che allontanava da | lei | il suo giovine amante, e la stima immensa che essa gli |
Nanà a Milano -
|
malgrado tutto, furono rovinati in un punto solo nel di | lei | cuore. Non le restava più dubbio. Enrico le aveva mentito. |
Nanà a Milano -
|
Essa comprendeva che forse, ancorchè Enrico fosse tornato a | lei | subito, non lo avrebbe più amato come prima, non gli |
Nanà a Milano -
|
voce era tanto sincera quand'egli le aveva detto di amarla | lei | sola! Ella non l'odiava ancora. Essa voleva riudire le sue |
Nanà a Milano -
|
una parola? - soggiunse donna Eugenia. - Sì, la dica | lei | - sclamò il marchese - che sono certo non potrà essere che |
Nanà a Milano -
|
donne abbiano perfettamente ragione. - Ma va bene! Anche | lei | adesso, insieme alle donne. Tutti addosso a me. La casa |
Nanà a Milano -
|
un giorno, anzi, che dico, un'ora, un minuto. E vorrebbe | lei | che un uomo d'onore credesse di non essere un minuto prima |
Nanà a Milano -
|
notaio. - Appena a sua figlia viene una buona ispirazione | lei | fa di tutto per cacciargliela indietro. - Guarda quello che |
Nanà a Milano -
|
che altro? - le domandò sua madre. - Ma lascia fare a | lei | una buona volta, o benedetta donna! - gridò il padre. Poi |
Nanà a Milano -
|
non precipitare.... - Oh, che donna! Ha più giudizio | lei | che tu. Si potrebbe desiderare forse un migliore partito? È |
Nanà a Milano -
|
per le cambiali del mio pupillo il conte O'Stiary. - | Lei | è il procuratore della signora Bibiana Martorelli, n'è |
Nanà a Milano -
|
Martorelli, n'è vero? - Per servirla. - Io spero che anche | lei | sarà del mio parere, che sia necessario trovare un mezzo di |
Nanà a Milano -
|
stata fatta senza che io ne sappia nulla, e spero che | lei | sarà d'avviso che al giorno d'oggi chi vende si rovina e |
Nanà a Milano -
|
assolutamente rinunciare ai proprii diritti. - Ah, quando | lei | parla di diritti - sclamò il notaio riscaldandosi - io le |
Nanà a Milano -
|
Le osservo che oggi il conte è uscito dall'interdetto e | lei | non è più suo tutore. - Ma lei non pensa che io ho il mezzo |
Nanà a Milano -
|
è uscito dall'interdetto e lei non è più suo tutore. - Ma | lei | non pensa che io ho il mezzo di far causa e di vincerla |
Nanà a Milano -
|
garante, e a cui toccherebbe di pagare lo stesso. Del resto | lei | sa bene che noi potremmo in caso intaccare il signor conte |
Nanà a Milano -
|
e molto lusingato dalle parole di quella soave bellezza. - | Lei | è venuto per aggiustare la faccenda del signor conte |
Nanà a Milano -
|
non è vero? - Per servirla. - Ebbene io le prometto che | lei | non perderà niente e sarà pagato fino all'ultimo centesimo. |
Nanà a Milano -
|
lire e io sono anche pronta a cederle a lei, se | lei | mi promette di non far del male a... mio cugino.... "Ho |
Nanà a Milano -
|
"Qui c'è da trafficare il soldo." Poi soggiunse. - | Lei | però la mi pare ben giovine. - Ho diciott'anni. - Bella |
Nanà a Milano -
|
- Bella età! - sclamò il Marliani. - Ma più bella assai per | lei | che per me. - In che modo? - Vede. Per essere padrone di |
Nanà a Milano -
|
e tre gli altri si volsero a lui. - Non fa bisogno che | lei | si rivolga a questa signorina per essere pagato disse |
Nanà a Milano -
|
istessa ad un procuratore di una persona da nominarsi, e | lei | sarà pagato fin all'ultima lira. E non ho più altro da |
Nanà a Milano -
|
senza volerlo, la trattenne. - No - disse Enrico andando a | lei | e prendendole la mano che restava libera - per carità Elisa |
Nanà a Milano -
|
signora Eugenia sottovoce. - Siniora - disse Leopoldina - | lei | deve scusare nostra venuta da lei. Noi venire per affare di |
Nanà a Milano -
|
- sclamò un poco sorpresa donna Elena. - Sissignora. | Lei | deve sapere che sinior Aldo è mio promesso sposo da dieci |
Nanà a Milano -
|
e in che cosa possa entrarci io, madre della Elisa. - | Lei | sapere certamente - disse la Leopoldina - che sinior |
Nanà a Milano -
|
voglio. Mi secca di vederlo partire. - Faccia lei! Trovi | lei | il mezzo. Che cosa vuol mai che io le dica? Io, se anche |
Nanà a Milano -
|
il mezzo. Che cosa vuol mai che io le dica? Io, se anche | lei | m'avesse lasciato fare, m'impegnavo di salvargli una parte |
Nanà a Milano -
|
di sostanza. Non ha voluto? Peggio per lui! E non fu anche | lei | a lodarlo? - Enrico - ripigliò il marchese volgendosi al |
Nanà a Milano -
|
d'un uomo che è risoluto a farsi intendere seriamente. - | Lei | dice delle cose impossibili; a questa cosa non c'è più da |
Nanà a Milano -
|
la cara fanciulla che stava presso donna Eugenia. I di | lei | occhi, maravigliati, pieni di riconoscenza, intenti, |
Nanà a Milano -
|
le imposte delle finestre socchiuse, seduta in un angolo; e | lei | stessa non sapeva perché. Sentiva che le mancava qualche |
LE ULTIME FIABE -
|
piccina piccina, e subito vide accendersi quello che | lei | chiamava il lanternino. Volò di qua e di là, presa da gioia |
LE ULTIME FIABE -
|
pazza. Avrebbe voluto essere inseguita da qualcuno, come | lei | soleva fare con le lucciole; ma nel giardino non c'era |
LE ULTIME FIABE -
|
azzurro. Le andavano dietro, le si affollavano attorno, e | lei | si divertiva a salire in alto, a volare da un punto |
LE ULTIME FIABE -
|
fresco. - Oh, che bella lucciola! Oh, che bella lucciola! | Lei | non sapeva che quello fosse il Reuccio; lo credette un |
LE ULTIME FIABE -
|
più accalorato. Il Reuccio tentava di afferrarla, e | lei | si schermiva, avanti, indietro. - Ah, lucciola cattiva! Se |
LE ULTIME FIABE -
|
- Vieni questa sera. Sarò in giardino; vedrai! Le mise | lei | stessa l'anello al mignolo della mano diritta, e le suggerì |
LE ULTIME FIABE -
|
se non che le altre volte durava appena un giorno, e | lei | stessa non sapeva perché. Sentiva che le mancava qualcosa, |
LE ULTIME FIABE -
|
più avuto nessuna ragione di vivere! E se fosse andata | lei | invece dell'altra, per avvertire il Reuccio che quella era |
LE ULTIME FIABE -
|
per due ore! Il Reuccio l'attendeva nel giardino. | Lei | cominciò a fare la graziosa, volando pei viali, per le |
LE ULTIME FIABE -
|
ti sposo. - Giuratelo! - Parola di Reuccio, lo giuro! | Lei | sentiva già la lieve puntura, e intanto indugiava. Sapeva |
LE ULTIME FIABE -
|
come ogni cosa grande: ama tanto la terra che gonfio in | lei | si espande; della rondin che porta dall'uno all'altro lido |
FIABE E LEGGENDE -
|
le braccia e socchiudendo gli occhi: "una cosa orribile, se | lei | non ci aiuta, buona signora." "Che cosa?" chiese Arabella, |
ARABELLA -
|
commovente al suo stesso orecchio. "Lei che è tanto buona, | lei | che è l'angelo di questa casa, lei, cara signora Arabella, |
ARABELLA -
|
Tognino che per così poco non si uccidono due uomini. A | lei | vuol bene, a lei non dirà di no, e il Signore l'ha messa in |
ARABELLA -
|
così poco non si uccidono due uomini. A lei vuol bene, a | lei | non dirà di no, e il Signore l'ha messa in questa casa, |
ARABELLA -
|
mio suocero, e sarà la volta che ci parleremo chiaro." "Se | lei | non ci salva, io non so quel che farò nella mia |
ARABELLA -
|
Siamo impigliati un po' tutti in quest'intrighi, e | lei | vede che io ne ho sofferto per la prima." Ferruccio |
ARABELLA -
|
forza il mostrare di aver paura di un povero vecchio." "Sa | lei | quel che si dice?" interrogò di nuovo il suocero, |
ARABELLA -
|
libri come lei, ma so leggere più in fondo di lei. Non solo | lei | non conosce i fatti, ma li conosce male, il che è peggio, e |
ARABELLA -
|
e li giudica come li conosce. Avrei molto piacere che | lei | si tenesse fuori dagli affari che non la riguardano. |
ARABELLA -
|
a tempo." "Non mi sono messa da me in questi affari che | lei | dice." "Lo so, lo so, ma ha fatto male a credere a ciò che |
ARABELLA -
|
ciò che dei maligni interessati le hanno scritto..." "Ora è | lei | che giudica male..." "Maligni interessati, che io chiamerò |
ARABELLA -
|
vile, un'accusa villana? Credette di poter rispondere anche | lei | un mare di aspre parole: ma non poté dirne una. Il viso |
ARABELLA -
|
riassumeva tacitamente tutta la ripugnanza che suscitava in | lei | l'oltraggio dell'umana vigliaccheria. Quando finalmente |
ARABELLA -
|
figliuola gli faceva paura. Essere male giudicato da | lei | parevagli un castigo troppo duro, che non poteva |
ARABELLA -
|
stima, le prometto che ritirerò la querela, anzi autorizzo | lei | a mandare questa notizia a Ferruccio, per dimostrarle come |
ARABELLA -
|
secondandone i capricci, scendendo in giardino con | lei | quando voleva giocare a palla, o a saltar la corda, o |
GIACINTA -
|
sua età, che quasi evitata dalle compagne restava anche | lei | in disparte. - Lo hai tu il babbo? - le domandava questa |
GIACINTA -
|
ella godeva, godeva senza fine nel vedere venire a | lei | tutti gli omaggi, tutti gli ossequi, tutte le adulazioni. |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
gli omaggi, tutti gli ossequi, tutte le adulazioni. Era | lei | la più nobile, la più potente, la più ricca, la più bella, |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
più ricca, la più bella, la più rispettata, la più temuta, | lei | duchessa, lei signora, lei regina di forza e di grazia. Oh |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
più bella, la più rispettata, la più temuta, lei duchessa, | lei | signora, lei regina di forza e di grazia. Oh poteva salire |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
più rispettata, la più temuta, lei duchessa, lei signora, | lei | regina di forza e di grazia. Oh poteva salire gloriosa i |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|
impallidiva mortalmente e si mordeva le labbra. Non era | lei | la più amata. Le due donne s'incontravano nelle sale del |
LEGGENDE NAPOLETANE -
|