mensa regale sedevano il Re, la Regina, | le | tre Principesse, cinquecento dame e cinquecento cavalieri. |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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preso da sdegno e da meraviglia, e si alzò accennando verso | le | figlie: - Che beffa è questa? Chi ha messo tre scrofe al |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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delle mie figliuole? Che beffa è questa? Via di qui! Via | le | bestie immonde! E alzatosi furibondo cominciò a malmenare, |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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E alzatosi furibondo cominciò a malmenare, a percuotere | le | figlie, a spingerle, a inseguirle attraverso le sale, i |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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percuotere le figlie, a spingerle, a inseguirle attraverso | le | sale, i giardini, i cortili, fino al porcile dove le |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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le sale, i giardini, i cortili, fino al porcile dove | le | rinchiuse. Dal porcile trasse, invece, le tre scrofe |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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al porcile dove le rinchiuse. Dal porcile trasse, invece, | le | tre scrofe corpulente e prese ad abbracciarle, chiamandole |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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ad abbracciarle, chiamandole coi nomi delle figlie; poi | le | condusse a palazzo, le fece salire a mensa, sui seggi delle |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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coi nomi delle figlie; poi le condusse a palazzo, | le | fece salire a mensa, sui seggi delle tre Principesse: - |
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figlie mie, chi vi fece l'onta di chiudervi là dentro? E | le | baciava amorosamente. Tutta la Corte, seduta a mensa, |
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Tutta la Corte, seduta a mensa, rideva. Il Re aggrottò | le | ciglia. - Perché si ride? Allora un cavaliere si alzò: - |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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prigione, nei sotterranei delle torri. E riprese a baciare | le | tre bestie che grugnivano. La Corte rideva. - Perché si |
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- Maestà, perdonate; ma, in nome di Dio, quelle non sono | le | tre reginette, sono tre scrofe. Il Re lo fece decapitare |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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all'istante, per lesa Maestà. E la Corte non rise più. | Le | tre bestie furono vestite con abiti regali, adorne di |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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adorne di gioielli, servite da cento cameriste. Il re | le | voleva vicine sempre, le accompagnava a passeggio, a mensa, |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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servite da cento cameriste. Il re le voleva vicine sempre, | le | accompagnava a passeggio, a mensa, a Corte, alle danze, ai |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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a mensa, a Corte, alle danze, ai ricevimenti. E ovunque | le | tre scrofe passavano, dame e cavalieri facevano ala, |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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come Principesse del sangue. Ma tutti soffocavano | le | risa, mormorando: - Passa il Re ammattito, passa il Re |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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e la Fata si mutano istantaneamente in rane, e affacciano | le | teste a fior d'acqua del ruscello, mentre il sole indora la |
LE ULTIME FIABE -
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del ruscello, mentre il sole indora la cima degli alberi e | le | nuvolette erranti pel cielo. Le rane gracidano tutte |
LE ULTIME FIABE -
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la cima degli alberi e le nuvolette erranti pel cielo. | Le | rane gracidano tutte insieme.) |
LE ULTIME FIABE -
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fra | le | letture predilette queste tre pagine dal mio vecchio testo |
La ricerca delle radici -
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vuol essere una provocazione. In trent' anni di professione | le | ho consultate centinaia di volte, le ho imparate quasi a |
La ricerca delle radici -
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anni di professione le ho consultate centinaia di volte, | le | ho imparate quasi a memoria, non le ho mai trovate in |
La ricerca delle radici -
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centinaia di volte, le ho imparate quasi a memoria, non | le | ho mai trovate in difetto, e forse hanno silenziosamente |
La ricerca delle radici -
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del puro ragguaglio tecnico: l' autorità di chi insegna | le | cose perché le sa, e le sa per averle vissute; un sobrio ma |
La ricerca delle radici -
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tecnico: l' autorità di chi insegna le cose perché | le | sa, e le sa per averle vissute; un sobrio ma fermo richiamo |
La ricerca delle radici -
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tecnico: l' autorità di chi insegna le cose perché le sa, e | le | sa per averle vissute; un sobrio ma fermo richiamo alla |
La ricerca delle radici -
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anni, dopo sedici anni di studio e infiniti libri letti. | Le | parole del Padre, dunque, che ti risvegliano dall' infanzia |
La ricerca delle radici -
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agli ordini vostri ... (Le Dame e i Dignitari ripetono | le | stesse parole del Gran Mago) |
LE ULTIME FIABE -
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di aver mangiato tutto, indicando | le | briciole e le ossa spolpate) Volete favorire? Se avete |
LE ULTIME FIABE -
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di aver mangiato tutto, indicando le briciole e | le | ossa spolpate) Volete favorire? Se avete denti per |
LE ULTIME FIABE -
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passava talvolta con la Regina accanto al porcile; e | le | sue figlie si protendevano piangendo verso il Padre che non |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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sue figlie si protendevano piangendo verso il Padre che non | le | riconosceva. - Padre! Padre caro, non ci ravvisate? siamo |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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riconosceva. - Padre! Padre caro, non ci ravvisate? siamo | le | vostre figliuole! Che colpa è la nostra? Che vendetta è la |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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Che vendetta è la vostra? Liberateci, per pietà!... Il Re | le | guardava distratto attraverso le sbarre del porcile e |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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per pietà!... Il Re le guardava distratto attraverso | le | sbarre del porcile e diceva alla Regina: - É strano come |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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queste tre bestie grugniscono pietosamente e protendono | le | zampe verso di me... La Regina, inquieta, voleva liberarsi |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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il Re - oggi stesso darò ordine di farle sgozzare... | Le | tre reginette caddero prive di sensi. |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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Impertinenti! ... (Il Reuccio e la Reginotta restano con | le | mani aperte e le dita rese. Gridano.) |
LE ULTIME FIABE -
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... (Il Reuccio e la Reginotta restano con le mani aperte e | le | dita rese. Gridano.) |
LE ULTIME FIABE -
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da due bifolchi, prese la via del macello. Cammin facendo | le | tre sorelle supplicavano i loro aguzzini. - Comando del Re! |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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- Bisogna promettere di non ritornare alla Reggia mai più. | Le | tre sorelle promisero. Allora i bifolchi le portarono fino |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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Reggia mai più. Le tre sorelle promisero. Allora i bifolchi | le | portarono fino ai confini del regno, le slegarono e le |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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Allora i bifolchi le portarono fino ai confini del regno, | le | slegarono e le abbandonarono al loro destino. |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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le portarono fino ai confini del regno, le slegarono e | le | abbandonarono al loro destino. |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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| le | braccia, lo stomaco e le gambe): Mi sembra di essere un |
LE ULTIME FIABE -
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le braccia, lo stomaco e | le | gambe): Mi sembra di essere un altro! Prima potevo muovermi |
LE ULTIME FIABE -
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(Si mette a fare salti e capriole. Tutti ridono e battono | le | mani, meno la Regina Madre.) |
LE ULTIME FIABE -
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guardano estasiati, | le | si accostano timidamente: le palpano la veste, i lunghi |
LE ULTIME FIABE -
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guardano estasiati, le si accostano timidamente: | le | palpano la veste, i lunghi capelli d'oro: Come sono belli! |
LE ULTIME FIABE -
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e, trasformate in grosse talpe, si dànno a scavarsi | le | tane.) |
LE ULTIME FIABE -
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che il Re, rimasto vedovo, riprese moglie e cominciò per | le | tre fanciulle una ben triste esistenza. La matrigna era |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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gelosa dell'affetto immenso che il Re portava alle figlie e | le | odiava in segreto. Con mille arti aveva cercato di farle |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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di farle cadere in disgrazia del Padre, ma visto che | le | calunnie non servivano che a farle amare di più, deliberò |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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affatturarle in qualche modo... - Vorrei una fatatura che | le | facesse odiare dal Padre, per sempre. La strega meditò a |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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che mi portiate un capello di ciascuna strappato con | le | vostre mani e tre setole porcine, strappate con le vostre |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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con le vostre mani e tre setole porcine, strappate con | le | vostre mani... La matrigna ritornò a palazzo e la mattina |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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entrò sorridendo nelle stanze delle tre Principesse, mentre | le | cameriste ne pettinavano le chiome fluenti. - Figliuole mie |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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delle tre Principesse, mentre le cameriste ne pettinavano | le | chiome fluenti. - Figliuole mie - disse con voce affettuosa |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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- Ah! mamma, che mi strappate i capelli!... Salutò | le | figliastre e uscì con i tre capelli attorti nel dito |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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i cortili, giunse alle fattorie, entrò nel porcile e con | le | sue dita inanellate strappò tre setole da tre scrofe |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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La strega pose in un lambicco i tre capelli dorati e | le | tre setole nere, vi unì il succo di certe erbe misteriose e |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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verdastre che raccolse in una boccetta. - Eccovi, Maestà. | Le | verserete nel bicchiere del Re, all'ora del pranzo. É la |
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sogno Fidelia era vivamente commossa. Gli sdegni del padre, | le | parole concitate e interrotte, le strane proteste di |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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Gli sdegni del padre, le parole concitate e interrotte, | le | strane proteste di Rolland, tutta la scena cui poco dianzi |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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di Rolland, tutta la scena cui poco dianzi aveva assistito | le | riempirono il cuore di tristi presagi. Prima di coricarsi, |
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d'amore. - Vegli, o Speranza? - Veglio. - Finalmente | le | rose diedero fragranza, ma le spine sono cresciute. - |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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- Veglio. - Finalmente le rose diedero fragranza, ma | le | spine sono cresciute. - Narrami la storia del tuo cuore - |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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di Speranza erano disgiunte da tre lunghe contrade - ma | le | due donne conversarono fino all'alba colle oscillazioni del |
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oscillazioni del telegrafo. Per comunicare agli avorii | le | magnetiche parole, Fidelia raccoglieva tutte le forze |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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agli avorii le magnetiche parole, Fidelia raccoglieva tutte | le | forze dell'anima sospingendole colla volontà verso |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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delle dita. Gli occhi della giovinetta mandavano fiamme; | le | labbra oscillavano; i polsi tremavano convulsi per la |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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la testa sul timpano sonoro, una musica soavissima | le | parlava allo spirito - una musica di consigli, di speranze |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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Pestagalli, dal quale pur furono disegnate e dirette tutte | le | interne costruzioni. La facciata con porta di pietra è |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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governativi, nei quali furono pure compenetrate tutte | le | carte pubbliche che erano nell'antico Archivio del |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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Archivio del Castello. Fra i più curiosi documenti sono | le | gride e le ordinanze della città di Milano dal 1446 al 1450 |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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del Castello. Fra i più curiosi documenti sono le gride e | le | ordinanze della città di Milano dal 1446 al 1450 dei |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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al famoso martedì, causa di tutte | le | agitazioni di questi giorni... Caterina mi ha messo il |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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scritto: vecchio gommeux che non so cosa voglia dire. | Le | mie sorelle mi hanno fatto una predica lunga come una |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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mi hanno fatto una predica lunga come una quaresima, con | le | solite raccomandazioni d'esser buono, di non far niente di |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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di non far niente di male, di comportarmi educatamente con | le | persone che verranno in casa, e altre simili uggiosità che |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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ho avuto il permesso d'uscir di camera e girare per tutte | le | stanze del pian terreno. Che bellezza! Tutto è pronto per |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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fan bella mostra dei lor vivaci colori ed espandono per | le | sale i loro grati e delicati profumi. Ma il più grato |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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è un allegro scintillio di cristalli e d'argento... | Le | mie sorelle sono bellissime, tutte vestite di bianco, |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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sono bellissime, tutte vestite di bianco, scollate, con | le | gote rosse e gli occhi raggianti di felicità. Esse girano |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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non posso garantire se sarò in grado di confidarti ancora | le | mie impressioni. * * * Ho fretta d'andare a letto, ma prima |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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a letto, ma prima voglio raccontar qui come sono andate | le | cose. Quando son ritornato al pian terreno, erano già |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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Quando son ritornato al pian terreno, erano già venute | le | signorine di nostra conoscenza, come sarebbero le Mannelli, |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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venute le signorine di nostra conoscenza, come sarebbero | le | Mannelli, le Fabiani, Bice Rossi, le Carlini e tante altre, |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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signorine di nostra conoscenza, come sarebbero le Mannelli, | le | Fabiani, Bice Rossi, le Carlini e tante altre, tra le quali |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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come sarebbero le Mannelli, le Fabiani, Bice Rossi, | le | Carlini e tante altre, tra le quali quella seccherellona |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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le Fabiani, Bice Rossi, le Carlini e tante altre, tra | le | quali quella seccherellona della Merope Santini, che si dà |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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mia sorella Virginia ha appioppato il nome d'uscio ritinto. | Le | ragazze erano molte, ma di uomini non c'erano che il dottor |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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Luisa, e il sonatore di pianoforte che stava a sedere con | le | braccia incrociate, aspettando il segnale per eseguire il |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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segnale per eseguire il primo ballabile. L'orologio segnava | le | nove; e il sonatore ha incominciato a sonare una polca, ma |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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nove; e il sonatore ha incominciato a sonare una polca, ma | le | signorine seguitavano a girar per la sala, chiacchierando |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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ma non si divertivano. E intanto l'orologio segnava già | le | nove e mezzo. Le mie povere sorelle non levavano gli occhi |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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E intanto l'orologio segnava già le nove e mezzo. | Le | mie povere sorelle non levavano gli occhi dalle lancette |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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scampanellata. Questa sonata di campanello ha rallegrato | le | invitate più di tutte le sonate fatte fino allora sul |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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sonata di campanello ha rallegrato le invitate più di tutte | le | sonate fatte fino allora sul pianoforte. Tutte le signorine |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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di tutte le sonate fatte fino allora sul pianoforte. Tutte | le | signorine hanno dato un gran respirone di sollievo, |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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in attesa dei ballerini da tanto tempo aspettati. | Le | mie sorelle si son precipitate per far gli onori di casa... |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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con una gran lettera e la porge all'Ada. Luisa e Virginia | le | si fanno attorno esclamando: - Qualcuno che si scusa di non |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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era stata per tanto tempo chiusa nella scrivania di Luisa. | Le | mie sorelle son diventate di mille colori, e passata la |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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e passata la prima impressione son cominciate fra loro | le | interrogazioni: - Ma come mai? Ma come può essere? Ma com'è |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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stato?... - Di li a poco ecco un'altra scampanellata... | Le | invitate si voltano daccapo verso l'ingresso, aspettando |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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prima si presenta invece Caterina con un'altra lettera che | le | mie sorelle aprono trepidanti: è un'altra delle fotografie |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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minuti, un'altra scampanellata e un'altra fotografia. | Le | mie povere sorelle erano diventate di mille colori; ero |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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chi sa che per trovarmi non so dove, pur di non vedere | le | mie povere sorelle in quello stato. Finalmente son venuti |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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ogni cosa, senza che l'imbroglio facesse rider nessuno. | Le | più maliziose bensì, come la Bice, ridevano tra loro nel |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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tra loro nel vedere che la festa non era riuscita, e che | le | mie povere sorelle avevano quasi le lacrime agli occhi. Una |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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non era riuscita, e che le mie povere sorelle avevano quasi | le | lacrime agli occhi. Una cosa molto riuscita, invece, sono |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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perché si divertisse a masticarle e può essere che lui | le | abbia portate fuori e le abbia lasciate per la strada... - |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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a masticarle e può essere che lui le abbia portate fuori e | le | abbia lasciate per la strada... - Ah, dunque le hai prese |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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fuori e le abbia lasciate per la strada... - Ah, dunque | le | hai prese tu! - ha esclamato Luisa, rossa come la brace e |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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esclamato Luisa, rossa come la brace e coli gli occhi che | le | uscivano dalla testa. Pareva mi volesse mangiare. Ho avuto |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
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Ho avuto una paura terribile e perciò, dopo essermi empite | le | tasche di torrone, sono scappato su in camera. |
IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA -
|
stata tutta della sua bambina. Non l'aveva sgridata, non | le | aveva fatto neppur sospettare che le fosse accaduto |
GIACINTA -
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l'aveva sgridata, non le aveva fatto neppur sospettare che | le | fosse accaduto qualcosa di male; e se l'era tenuta accosto, |
GIACINTA -
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aveva un'aria troppo severa. Il dispetto dell'accaduto | le | dava un che di duro nella voce e nei modi, come se quella |
GIACINTA -
|
quelle intimità di amiche che facevano lega contro | le | altre, le mettevano addosso malumore e dispetto, le |
GIACINTA -
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intimità di amiche che facevano lega contro le altre, | le | mettevano addosso malumore e dispetto, le impedivano di |
GIACINTA -
|
contro le altre, le mettevano addosso malumore e dispetto, | le | impedivano di addomesticarsi con le compagne. Nelle ore di |
GIACINTA -
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malumore e dispetto, le impedivano di addomesticarsi con | le | compagne. Nelle ore di ricreazione, rimaneva in camera al |
GIACINTA -
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collina piena di alberi, sparsa di casette bianche con | le | finestrine che parevan buchi nel muro. - Ci si doveva star |
GIACINTA -
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confusa visione della campagna e della cascina della balia | le | passava per la mente quando, piccina ancora, vagava pei |
GIACINTA -
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restava anche lei in disparte. - Lo hai tu il babbo? - | le | domandava questa con una vocina di tristezza. - Io sí; e |
GIACINTA -
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ogni sei mesi e la lasciavano in collegio anche durante | le | vacanze. - Come è diventata grande! - La malerba vien su |
GIACINTA -
|
Non era piú una bambina; aveva già sedici anni. | Le | confidenze di qualche amica le avevano aperto un po' gli |
GIACINTA -
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aveva già sedici anni. Le confidenze di qualche amica | le | avevano aperto un po' gli occhi. La sua fanciullezza |
GIACINTA -
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aperto un po' gli occhi. La sua fanciullezza abbandonata | le | si aggravava sul cuore terribilmente, coi piú vivi |
GIACINTA -
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coi piú vivi particolari, rimescolandola tutta. E quando | le | passava dinanzi agli occhi l'immagine di Beppe, con quel |
GIACINTA -
|
amico della sua infanzia che l'aveva tanto divertita e | le | aveva voluto un po' di bene! E i baci di quelle labbra |
GIACINTA -
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voluto un po' di bene! E i baci di quelle labbra carnose | le | rifiorivano, caldi, per un istante, sulle gote insieme |
GIACINTA -
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gote insieme colle carezze delle ruvide mani di lui. Cosí | le | si accresceva la smania di rivedere i luoghi dov'era |
GIACINTA -
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proporzioni grandiose, splendori abbaglianti. Che altro | le | avrebbero rammentato quel ripostiglio, quegli alberi, quei |
GIACINTA -
|
quegli alberi, quei viali, quel chiosco del giardino di cui | le | pareva di poter contare ancora sulle piante rampichine, i |
GIACINTA -
|
ancora sulle piante rampichine, i viticci spenzolanti e | le | foglie ad una ad una? Ma l'assaliva lo sgomento: - Ah! ... |
GIACINTA -
|
una? Ma l'assaliva lo sgomento: - Ah! ... La sua mamma non | le | voleva bene! Pensando a questo, subito le si gonfiavano gli |
GIACINTA -
|
La sua mamma non le voleva bene! Pensando a questo, subito | le | si gonfiavano gli occhi di lagrime. - Perché non le voleva |
GIACINTA -
|
subito le si gonfiavano gli occhi di lagrime. - Perché non | le | voleva bene? Perché? E dal dispetto, sentiva seccarsi il |
GIACINTA -
|
Si starà sviluppando, _ disse la madre; la tenne a dieta e | le | fece frizioni con una pomata, ma il prurito aumentò. La |
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e proprio qui da noi, in questa valle dimenticata! _ | Le | ali si sarebbero formate a poco a poco, senza danni per l' |
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pare che sia un virus, ma non è una malattia. Perché tutte | le | infezioni virali devono essere nocive? Volare è una |
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fosse una fortuna, Isabella non ne era tanto convinta. | Le | penne crescevano rapidamente, le davano noia quando era a |
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non ne era tanto convinta. Le penne crescevano rapidamente, | le | davano noia quando era a letto e si vedevano attraverso la |
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rispondeva alle domande con serietà e dignità, e del resto | le | domande erano stupide e sempre le stesse. Non osava parlare |
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e dignità, e del resto le domande erano stupide e sempre | le | stesse. Non osava parlare con i genitori per non |
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non spaventarli, ma era in allarme: va bene, avrebbe avuto | le | ali, ma chi le avrebbe insegnato a volare? Alla scuola |
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ma era in allarme: va bene, avrebbe avuto le ali, ma chi | le | avrebbe insegnato a volare? Alla scuola guida del |
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piaciuto imparare dal dottorino della mutua: o che magari | le | ali fossero spuntate anche a lui, non aveva detto che erano |
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sarebbero andati insieme; e forse avrebbero anche superato | le | montagne e avrebbero volato insieme sul mare, fianco a |
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volato insieme sul mare, fianco a fianco, battendo | le | ali con la stessa cadenza. A giugno, alla fine dell' anno |
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stessa cadenza. A giugno, alla fine dell' anno scolastico, | le | ali di Isabella erano ben formate e molto belle da vedere. |
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il colore dei capelli (Isabella era bionda): in alto, verso | le | spalle, macchiettate di bruno dorato, ma le remiganti erano |
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in alto, verso le spalle, macchiettate di bruno dorato, ma | le | remiganti erano candide, lucide e robuste. Venne una |
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unica locanda del paese, capiva male l' italiano, niente | le | andava bene, e faceva fare a Isabella una serie di esercizi |
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di notte ormai non sognava altro. La svedese era severa, | le | aveva fatto capire che doveva ancora attendere, che non |
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doveva esporsi a pericoli, ma Isabella aspettava solo che | le | si presentasse l' occasione. Quando riusciva a isolarsi, |
La stampa terza pagina 1986 -
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nel chiuso della sua camera, aveva provato a battere | le | ali; ne sentiva il fruscio aspro nell' aria, e nelle spalle |
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forza che quasi la spaventava. La gravezza del suo corpo | le | era venuta in odio; sventolando le ali la sentiva ridursi, |
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gravezza del suo corpo le era venuta in odio; sventolando | le | ali la sentiva ridursi, quasi annullarsi: quasi. Il |
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segno della croce, come quando ci si butta in acqua, aprì | le | ali e prese la corsa verso il basso. A ogni passo, l' urto |
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urto contro il suolo si faceva più lieve, finché la terra | le | mancò; sentì una gran pace, e l' aria fischiarle alle |
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una gran pace, e l' aria fischiarle alle orecchie. Distese | le | gambe all' indietro: rimpianse di non aver messo i jeans, |
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di non aver messo i jeans, la gonna sbandierava nel vento e | le | dava impaccio. Anche le braccia e le mani la impacciavano, |
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la gonna sbandierava nel vento e le dava impaccio. Anche | le | braccia e le mani la impacciavano, provò a incrociarle sul |
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nel vento e le dava impaccio. Anche le braccia e | le | mani la impacciavano, provò a incrociarle sul petto, poi le |
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le mani la impacciavano, provò a incrociarle sul petto, poi | le | tenne distese lungo i fianchi. Chi aveva detto che volare |
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troppo e Isabella si sentiva in pericolo. Provò a battere | le | ali, e si sentì sostentata, a ogni colpo guadagnava quota, |
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non c' era neppure bisogno di pensarci, ci pensavano | le | ali stesse, come pensano i piedi a farti deviare a destra o |
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roccioni del Gravio saliva una corrente d' aria calda che | le | faceva acquistare quota gratis. Seguì la provinciale e si |
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sua madre e suo padre con tre o quattro clienti. In breve | le | vie brulicarono di gente. Le sarebbe piaciuto atterrare |
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o quattro clienti. In breve le vie brulicarono di gente. | Le | sarebbe piaciuto atterrare sulla piazza, ma appunto, la |
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fiori rosa del trifoglio. Anche per atterrare, sembrava che | le | ali la sapessero più lunga di lei: le sembrò naturale |
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sembrava che le ali la sapessero più lunga di lei: | le | sembrò naturale disporle verticalmente, e mulinarle con |
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con violenza come per volare all' indietro; abbassò | le | gambe e si trovò in piedi sull' erba, appena un poco |
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in piedi sull' erba, appena un poco trafelata. Ripiegò | le | ali e si avviò verso casa. In autunno spuntarono le ali a |
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Ripiegò le ali e si avviò verso casa. In autunno spuntarono | le | ali a quattro compagni di scuola di Isabella, tre ragazzi e |
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a mezz' aria intorno al campanile. A dicembre ebbe | le | ali il figlio del portalettere, e subentrò immediatamente |
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al padre con vantaggio di tutti. Il dottore mise | le | ali l' anno dopo, ma non si curò di Isabella e sposò in |
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senz' ali che veniva dalla città. Al padre di Isabella | le | ali spuntarono quando aveva già passato i cinquant' anni. |
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con paura e vertigine, e si lussò una caviglia atterrando. | Le | ali non lo lasciavano dormire, riempivano il letto di penne |
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anche quando stava dietro il banco della bottega, così se | le | fece amputare. |
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ata bella, | le | nostre cameriere, poverine ... |
LE ULTIME FIABE -
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una rana che saltella tra | le | erbe! |
LE ULTIME FIABE -
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una di uomo, l'altra di donna. Il Reuccio e la Reginotta | le | guardano estasiati. Le due figure sembrano ondulare |
LE ULTIME FIABE -
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di donna. Il Reuccio e la Reginotta le guardano estasiati. | Le | due figure sembrano ondulare nell'aria, sorridere, quasi |
LE ULTIME FIABE -
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Tutti hanno fissi gli occhi a quella maraviglia. Intanto, | le | Ancelle, prese per mano, danzano lentamente attorno alla |
LE ULTIME FIABE -
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strano segnalava, incerto e rapido, qualche nomade uragano. | Le | finestre illuminavansi, argentavansi - le mura; poi, |
FIABE E LEGGENDE -
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nomade uragano. Le finestre illuminavansi, argentavansi - | le | mura; poi, nell'aria opaca e oscura, riappariva ancor più |
FIABE E LEGGENDE -
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accadean sotto quei lampi... Larve pallide - sfuggevoli per | le | squallide - vallée parean Strigi, o parean Dee; al mio piè, |
FIABE E LEGGENDE -
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Dee; al mio piè, filando bava, una biscia strisciava. | Le | ninfe si arrovesciavano come vergini tentate; un ronzìo |
FIABE E LEGGENDE -
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come vergini tentate; un ronzìo d'ali invisibili | le | avea certo ridestate. Di languore, di bisbiglio, di |
FIABE E LEGGENDE -
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- domandai di nuovo. - No, ripetè Clara. Andò alle porte, | le | chiuse a chiave rapidamente, e tornò verso di me. - Che |
Il maleficio occulto -
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narrato tutto..... La guardai: era pallidissima; il seno | le | ansava, le tremavano le labbra. Quello spavento indicava |
Il maleficio occulto -
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tutto..... La guardai: era pallidissima; il seno le ansava, | le | tremavano le labbra. Quello spavento indicava forse la mia |
Il maleficio occulto -
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guardai: era pallidissima; il seno le ansava, le tremavano | le | labbra. Quello spavento indicava forse la mia vittoria |
Il maleficio occulto -
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offrendole una coppa in cui avevo versato dell'acqua. Bagna | le | labbra. Ella accostò la tazza alla bocca; io bevvi ciò che |
Il maleficio occulto -
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Clara. - Non sei stanco? Puoi continuare? - Che pensi? - | le | domandai con impazienza..... Ella fece un gesto, perduta; |
Il maleficio occulto -
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Ella fece un gesto, perduta; in quell'attimo era mia, io | le | aveva trasfuso tutti i miei pensieri, io la faceva vibrare |
Il maleficio occulto -
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trasfuso tutti i miei pensieri, io la faceva vibrare con | le | mie parole, io la conduceva per mano attraverso il |
Il maleficio occulto -
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il laberinto d'anime oscure..... - Se ti salvo, - | le | dissi stringendomela al petto con veemenza morirò di gioia. |
Il maleficio occulto -
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forte con | le | mani all'uscio della prigione): prite! Aprite! |
LE ULTIME FIABE -
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bagneranno | le | braccia; si intrideranno di terra i vestiti ... |
LE ULTIME FIABE -
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chetata ora che | le | ho detto: Non ti faremo male. |
LE ULTIME FIABE -
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sé): | Le | avessi io cento vite! Quanto potrei mangiare! ... |
LE ULTIME FIABE -
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città o in campagna | le | Principesse devono stare composte, dignitose ... |
LE ULTIME FIABE -
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beneficare tutte | le | persone alle quali avete fatto del male ... |
LE ULTIME FIABE -
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Mago) Sono | le | rane del ruscello. Gracidano e sembra che cantino. |
LE ULTIME FIABE -
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tragica di Palazzo Corsini. Un andirivieni, un diavolo per | le | strade, un chiedersi: «che è, che non è? È ora di menar le |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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le strade, un chiedersi: «che è, che non è? È ora di menar | le | mani? Di mandare a rotoli questo esoso temporale |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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aveva bussato all'uscio con | le | nocche delle dita: - Signorina, c'è la sarta nel salottino. |
GIACINTA -
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chiuse il libro posandolo sulle ginocchia, incrociò | le | mani dietro il capo e si abbandonò sulla spalliera della |
GIACINTA -
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sull'altra, cercando, cogli occhi socchiusi, con | le | mani incrociate dietro il capo, una plausibile spiegazione: |
GIACINTA -
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da camera e pantofole, che esaminava colla signora Teresa | le | mostre delle stoffe ... - Questa qui ... Ti piace? A |
GIACINTA -
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sua madre; e appena la sarta ebbe finito di prender | le | misure - Era cresciuta la signorina, dopo quella malattia! |
GIACINTA -
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- Si volti cosí ... Cammini un po' ... Stia ferma ... | Le | pieghe della sottana piombano bene ... Faremo rientrare un |
GIACINTA -
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una parola, con grande stupore di Marietta. - È contenta? - | le | domandò all'ultimo la sarta. - Contentissima. Appena fu |
GIACINTA -
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Sí, una vigliacca! Piangeva di rabbia, si torceva | le | mani. - Ma perché non accettava dunque la sua sorte? Perché |
GIACINTA -
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per rafforzarsi nella sua risoluzione, per impedire che | le | penetrasse di nuovo nel cuore la debolezza delle altre |
GIACINTA -
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da bianca in nera ... Vedrai! - Brava! Marietta batteva | le | mani, vedendole alzar fieramente la testa e agitar le |
GIACINTA -
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le mani, vedendole alzar fieramente la testa e agitar | le | braccia come per apprestarsi a una lotta a corpo a corpo. - |
GIACINTA -
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per apprestarsi a una lotta a corpo a corpo. - Vedrai! - | le | ripeté la sera della festa quando terminò di abbigliarsi, |
GIACINTA -
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di abbigliarsi, davanti allo specchio, mentre Marietta | le | aggiustava le pieghe del vestito contenta e superba della |
GIACINTA -
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davanti allo specchio, mentre Marietta le aggiustava | le | pieghe del vestito contenta e superba della sua bella |
GIACINTA -
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sorridere, gettandole, con un rapido movimento del capo, | le | sue piccole malignità in un orecchio - quella sua aria |
GIACINTA -
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sua aria quasi di sfida fu subito notata. - Vai a ruba - | le | disse il commendatore entrando in mezzo alle signore che le |
GIACINTA -
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le disse il commendatore entrando in mezzo alle signore che | le | facevano festa. Le presentava tutti ad una volta, tre |
GIACINTA -
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entrando in mezzo alle signore che le facevano festa. | Le | presentava tutti ad una volta, tre impiegati della Banca |
GIACINTA -
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lei e s'inchinarono, pretenziosamente impomatati sfoggianti | le | bianchissime e lucide camicie fra il largo sparato dei |
GIACINTA -
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e i polsini dagli enormi bottoni che coprivano fino a metà | le | mani strette nei guanti. Andava proprio a ruba, specie fra |
GIACINTA -
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Ma brava! Come balla bene! Giacinta sguizzava leggera fra | le | coppie che ballavano confusamente, abbandonata al suo |
GIACINTA -
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confusamente, abbandonata al suo ballerino che, guidandola, | le | domandava: - Si sente stanca? - No, punto. E giravano, |
GIACINTA -
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il suo primo ballo. - Lei balla come una meridionale - | le | disse Gerace in un momento di sosta. - È la prima volta che |
GIACINTA -
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momento di sosta. - È la prima volta che io non rimpiango | le | feste di Napoli. - Son lieta - rispose - di rammentarle in |
GIACINTA -
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- Son lieta - rispose - di rammentarle in qualche modo | le | signorine di laggiú. - Me le fa dimenticare. - ... Che |
GIACINTA -
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di rammentarle in qualche modo le signorine di laggiú. - Me | le | fa dimenticare. - ... Che caldo! Si soffoca. Si soffocava |
GIACINTA -
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braccio, e facendogli delle moine come una signorina, fra | le | risate che scoppiavano da ogni parte della sala, lo |
GIACINTA -
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ritmo, mollemente, e faceva dondolare, per consenso, tutte | le | teste: poi, all'ardito strappo di voce che riprendeva la |
GIACINTA -
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per isvenirsi. - Canta meglio del solito questa sera! - | le | diceva sotto voce. Quella sera Gerace aveva anche una |
GIACINTA -
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sera Gerace aveva anche una singolare maniera di lanciar | le | note verso Giacinta; ed essa, che se n'era accorta, se le |
GIACINTA -
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le note verso Giacinta; ed essa, che se n'era accorta, se | le | sentiva aggirare attorno alla persona, posar sulla fronte, |
GIACINTA -
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sulle guance e sul collo, solleticanti; e aggrottava | le | sopracciglia, e si chinava inavvertitamente verso di lui, |
GIACINTA -
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nuova per lei. Quando alla fine scoppiaron gli applausi, | le | parve di destarsi da un sogno. - Quella musica era durata |
GIACINTA -
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... Un minuto secondo? Non sapeva rendersene conto. Gerace | le | si era avvicinato per ringraziarla degli applausi. - Son io |
GIACINTA -
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in quel punto. La sorvegliava, inquieto, da un pezzo; e | le | porse il braccio, mentre Giacinta rispondeva: - Non è |
GIACINTA -
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riescono. Il Reuccio e la Reginotta si divertono e ridono. | Le | Cameriere, stizzite, afferrano alcuni sassi e li tirano |
LE ULTIME FIABE -
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Maestà | le | chiama poche e basterebbero a sfamare, almeno, cinquanta |
LE ULTIME FIABE -
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al regno del Padre, | le | sorelle si travestirono da pellegrine, per non essere |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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pellegrine, per non essere riconosciute dalla matrigna che | le | credeva morte; e col volto coperto d'un velo fitto e il |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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di conchiglie e d'amuleti si presentarono al palazzo. Il Re | le | ricevette nella sala del trono. Accanto a lui sedeva la |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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nella sala del trono. Accanto a lui sedeva la matrigna e | le | tre scrofe usurpatrici, vestite di stoffe preziose, adorne |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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di marmo. Al Re fu come cadesse dagli occhi una benda; vide | le | tre bestie immonde sedute sui seggi delle figlie rinnegate, |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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figlie rinnegate, capì, e scese a braccia aperte stringendo | le | tre pellegrine che si erano scoperte il viso. La Corte |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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scoperte il viso. La Corte acclamava il Re rinsavito e | le | Principesse redivive. Queste, pietose, vollero ritornare in |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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non c'era più. E la matrigna di marmo, col volto furente e | le | mani protese, fu collocata su un piedistallo, nell'atrio |
LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE -
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la costringevano a letto fino a tardi. Rannicchiata fra | le | coperte, nei momenti di tregua, Giacinta lasciavasi andare |
GIACINTA -
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deliziose fantasticherie provocate dal mistero vivente che | le | si agitava nel seno. - Chi l'avrebbe immaginato! C'era |
GIACINTA -
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in orecchio in quella festa, in quella vera ebbrezza che | le | montava al cervello dalla profondità del seno in |
GIACINTA -
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voglia di far nulla, sopraffatta dagli intimi sbalzi che | le | raddoppiavano la pulsazione e le fiorivano i pomelli delle |
GIACINTA -
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dagli intimi sbalzi che le raddoppiavano la pulsazione e | le | fiorivano i pomelli delle gote sotto il bruno della pelle; |
GIACINTA -
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bruno della pelle; rapita da quella voce soave d'amore che | le | cantava internamente, quasi voce infantile del suo Andrea, |
GIACINTA -
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abisso di dolcezza. Il suo stato non la irritava piú con | le | brevi ma acute trafitture di tutti i momenti, ch'ella |
GIACINTA -
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a parte, tutto suo; e vi si assorbiva. Neppur suo marito | le | repugnava allo stesso modo di prima. La sera, dopo cena, |
GIACINTA -
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E il povero conte, dalla allegrezza, s'era messo a batter | le | mani: - Lasciami aiutarti a spogliare! Glielo chiese in |
GIACINTA -
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di dirgli di no. Marietta dovette starsene da canto. Con | le | mani nelle tasche del grembiule bianco, battendo |
GIACINTA -
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bianco, battendo nervosamente un piede, si mordeva | le | labbra, per non ridere del padrone che stentava a cavar una |
GIACINTA -
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fosse romana, si levarono dall'antica cerchia persino | le | decorazioni e le iscrizioni, e si trasferirono sulle nuove |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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si levarono dall'antica cerchia persino le decorazioni e | le | iscrizioni, e si trasferirono sulle nuove porte. La storia |
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a spese del Comune; e il 18 marzo 1862 vi vennero collocate | le | seguenti epigrafi dettate dal dottor Tullo Massarani: DA |
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DELLA CERCHIA ANTICA MILANO DOPO SETTE SECOLI RINNOVÒ | LE | BATTAGLIE DELLA LEGA LOMBARDA MDCCCXLVIII. LIBERA |
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LIBERA RESTAURANDO GLI ARCHI VETUSTI MILANO RIBENEDICE | LE | MEMORIE CITTADINE NEL NOME D'ITALIA MDCCCLXII. |
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intanto, brancicano sul tronco dove la Fata ha posato | le | loro teste. La Reginotta prende la testa del fratello; |
LE ULTIME FIABE -
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prende la testa del fratello; questi la testa di lei. Se | le | adattano sul collo.) |
LE ULTIME FIABE -
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nulla. Orzando in fuori con quella valentia che hanno | le | navi di questa specie, presto si sentirono meno i |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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il vento il comandante ordinò che si diminuissero | le | vele. In circa mezz’ora furono presi tutti i terzaruoli |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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sono levate mezz' ora più tardi. E fatta eccezione per | le | buche poste in via Broletto, via Armorari, Piazza Mercanti |
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via Armorari, Piazza Mercanti e Piazza della Scala, per | le | quali viene stabilita una levata straordinaria alle 12 |
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viene stabilita una levata straordinaria alle 12 meridiane. | Le | lettere della città fra la città e sobborghi dovranno |
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potranno impostarsi nelle buche succursali della città. _ | Le | lettere che si vogliono raccomandare od assicurare, i |
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che si vogliono raccomandare od assicurare, i giornali, | le | opere periodiche devono essere presentate agli uffici |
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per l'impostazione delle corrispondenze ordinarie. _ | Le | lettere contenenti valori devono assoggettarsi almeno alla |
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. . . . . . . . . . . ... Come vuoi che sia? Una donna come | le | nostre; un po' più nera ... |
L'ALTARE DEL PASSATO -
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Zitto! Domani non canterà più! ... (Esce, minacciando con | le | mani, seguito dal Ministro.) |
LE ULTIME FIABE -
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Ministro e Detti. Poi il Reuccio Rapa, la Reginotta Mela e | le | Cameriere. |
LE ULTIME FIABE -
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giunse in Milano verso | le | nove della sera. Prima di oltrepassare la cinta |
ABRAKADABRA STORIA DELL'AVVENIRE -
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che bella notte! La luna è argento fino, | le | nuvolette invece son zaffiro e rubino; come tiepida è |
FIABE E LEGGENDE -
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il buio canale lentamente s'avvia. Senti il dolce motivo e | le | dolci parole: " Io son come la zànzera intorno al |
FIABE E LEGGENDE -
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faccia che m'innamora, quelle due labbra rosee fa' ch'io | le | vegga ancora! ". " Io son come la nuvola che assorbe il sol |
FIABE E LEGGENDE -
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Luna, vedi due lagrime cader silenti e sole? Tu | le | illumini in cima di quel palazzo tetro, e forse le supponi |
FIABE E LEGGENDE -
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sole? Tu le illumini in cima di quel palazzo tetro, e forse | le | supponi il scintillar di un vetro... " Sporgi al veron le |
FIABE E LEGGENDE -
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le supponi il scintillar di un vetro... " Sporgi al veron | le | piccole mani, una sola almeno, e sembrerà un miracolo di |
FIABE E LEGGENDE -
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miracolo di più nel ciel sereno". " E vincerà, bell'idolo, | le | stelle del Signore se mi farai, schiudendola, la carità di |
FIABE E LEGGENDE -
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il mare del Chiatamone è più tempestoso, spumando contro | le | nere rocce che sono le inattaccabili fondamenta del |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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è più tempestoso, spumando contro le nere rocce che sono | le | inattaccabili fondamenta del Castello dell'Ovo, dove lo |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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fermento primaverile passasse dalla collina all'isola, per | le | onde del mare, come la bella stagione coronava di rose e di |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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lievi concenti e sotto il raggio della luna pareva che | le | ninfe marine, ombre leggiere, vi danzassero una danza sacra |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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rispetto alla divinità, torceva gli occhi allontanandosi, e | le | coppie di amanti cui era bello errate abbracciati sulla |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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gli epicurei, abituato a soddisfare ogni capriccio, amava | le | ville circondate da ogni parte dall'acqua: egli era |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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i margini che digradavano lievemente nel mare; scacciò | le | sirene e vi mise le sue bellissime schiave. Fu un pianto |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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lievemente nel mare; scacciò le sirene e vi mise | le | sue bellissime schiave. Fu un pianto solo per le grotte di |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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e vi mise le sue bellissime schiave. Fu un pianto solo per | le | grotte di corallo tra le alghe verdi; e le ninfe si |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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schiave. Fu un pianto solo per le grotte di corallo tra | le | alghe verdi; e le ninfe si lamentarono con Poseidone che |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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pianto solo per le grotte di corallo tra le alghe verdi; e | le | ninfe si lamentarono con Poseidone che non dette loro |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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i giardini degni di un imperatore, nei vivai diguazzarono | le | murene dalla brutta testa di serpente e dalla carne |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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stomachi finissimi: sotto i portici della villa suonarono | le | cetre e le tiorbe in onore di Servilia sorella di Catone, |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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finissimi: sotto i portici della villa suonarono le cetre e | le | tiorbe in onore di Servilia sorella di Catone, moglie di |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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sorella di Catone, moglie di Lucullo, bellissima fra | le | donne romane. Ivi danze festose, luminarie magiche, |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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di nitido cristallo, nel cui vino generoso si scioglievano | le | perle: ivi toghe di porpora, pepli di bisso, gemme |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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placido sposo, godeva dei trionfi di Servilia. Egli amava | le | feste sontuose che durano dalla sera sino ai primi albori, |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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cuoco vince quella di un poeta e fonde nel suo crogiuolo | le | ricchezze di un re; egli amava conversare coi letterati cui |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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portava alle gentili orecchie due pesanti perle che | le | laceravano la carne, le sue tuniche parevano tessute |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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orecchie due pesanti perle che le laceravano la carne, | le | sue tuniche parevano tessute d'aria, i suoi sandali |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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della gioventù. Gli occhi ardenti di coloro che l'amavano, | le | davano una aureola di fuoco in cui ella camminava, graziosa |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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che l'amavano, formavano attorno a lei una nuvola in cui | le | piaceva di respirare. Il mare batteva dolcemente sulle |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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non osava tumultuare; il sole la carezzava senza violenza e | le | aure leggiere ne facevano ondeggiare i fiori; nella placida |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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sirena! E l'aria mormora anch'essa, dopo aver scherzato con | le | chiome olezzanti: è lei, è lei la sirena. Servilia quando |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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ad un cencio! Incrostati, incrostati ostrica, per minare | le | fondamenta! Piantati, piantati, alga, per strappar via una |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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rodete, piccole e pazienti potenze del mare! Piansero | le | Nerèidi, piansero le Sirene, Venere fu offesa e Poseidone è |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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e pazienti potenze del mare! Piansero le Nerèidi, piansero | le | Sirene, Venere fu offesa e Poseidone è in collera. - |
LEGGENDE NAPOLETANE -
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lo stesso. Un giorno Fragolina era curva per terra, e con | le | manine piccine piccine coglieva e coglieva fragole per |
Le Fate d'Oro -
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empire il panierino della nonna, quando sentì una voce che | le | diceva allegramente: - Buongiorno. - E vide un omino alto |
Le Fate d'Oro -
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come se avesse dinanzi a sè una bambola, e l'o- mìno | le | disse: - Vuoi venire con me? Ti faccio scendere per una |
Le Fate d'Oro -
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più i piedini sulle zolle infocate; non ti lace- rerai più | le | manine nei pruni. I miei com- pagni ed io ti serviremo; |
Le Fate d'Oro -
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lato del lago sorgeva un pa- lazzo tutto d'alabastro, con | le | finestre di zaffiri e le pareti d'oro. Davanti al palazzo |
Le Fate d'Oro -
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pa- lazzo tutto d'alabastro, con le finestre di zaffiri e | le | pareti d'oro. Davanti al palazzo erano schierati tanti e |
Le Fate d'Oro -
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armati di lance fatte con i pruni delle rose. Questi omìni | le | presentarono le armi, e verso di lei se ne avanzò uno ve- |
Le Fate d'Oro -
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fatte con i pruni delle rose. Questi omìni le presentarono | le | armi, e verso di lei se ne avanzò uno ve- stito più |
Le Fate d'Oro -
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degli altri, il quale montava una cavalletta focosa, e | le | fece un gran saluto. - Fragolina, questa è la tua guardia |
Le Fate d'Oro -
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saluto. - Fragolina, questa è la tua guardia del corpo! - | le | disse l'omìno che l'aveva accompagnata, e la fece entrare |
Le Fate d'Oro -
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che l'aveva accompagnata, e la fece entrare nel palazzo. | Le | sale non finivano mai: c'era quella del trono, quella del |
Le Fate d'Oro -
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fine c'era una camera con un letto dalle colonne d'oro e | le | materasse di piume di cigno. Su quel letto era preparato un |
Le Fate d'Oro -
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gran viavai. I campanellini d'argento sonavano a distesa, | le | trombettine squil- lavano senza interruzione, e piccole |
Le Fate d'Oro -
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in cui Fragolina riconobbe la sua guida, si spa- lancarono | le | porte e incominciò la proces- sione del popolo. Era una |
Le Fate d'Oro -
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non finiva mai, perché infinito era il popolo che abitava | le | viscere della terra e che era stato chiamato a raccolta con |
Le Fate d'Oro -
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e che era stato chiamato a raccolta con i campanellini, con | le | trombettine e con le grida per fare omag- gio alla invocata |
Le Fate d'Oro -
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a raccolta con i campanellini, con le trombettine e con | le | grida per fare omag- gio alla invocata regina. Ma era un |
Le Fate d'Oro -
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composto di uomini, anche più piccoli del maggiordomo, con | le | taccine vecchie e le lunghe barbe fluenti sul petto, gli |
Le Fate d'Oro -
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anche più piccoli del maggiordomo, con le taccine vecchie e | le | lunghe barbe fluenti sul petto, gli occhietti vivaci e il |
Le Fate d'Oro -
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ai piedi del mio trono tutti i doni della terra, tutte | le | ricchezze che questa può darle. Io, dal canto mio, pro- |
Le Fate d'Oro -
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rinunziare a tutti i legami, a tutti gli affetti, a tutte | le | persone che ho la- sciate su in alto. » Un grido echeggiò |
Le Fate d'Oro -
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pallida ed esitò. In quel momento ella ebbe una vi- sione. | Le | parve di esser trasportata nella povera capanna di paglia e |
Le Fate d'Oro -
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raccolta nel bosco? Non ho forse riscaldato nell’inverno | le | tue piccole membra? Non ho calmata la tua fame? Non ti ho |
Le Fate d'Oro -
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Maestà! - La Regina ebbe vergogna delle pro- messe che | le | chiedevano, ebbe orrore della rinunzia che volevano da lei. |
Le Fate d'Oro -
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quel popolo minuscolo, scese dal trono e corse via per | le | sale e fuori del palazzo. Grida irate del popolo le |
Le Fate d'Oro -
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via per le sale e fuori del palazzo. Grida irate del popolo | le | giunsero agli orecchi. Ella sen- tiva dietro a sé il brusìo |
Le Fate d'Oro -
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Udì i campanellini d'argento che suo- navano a raccolta, | le | trombettine che squil- lavano incessantemente, ma ella |
Le Fate d'Oro -
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formiche af- faticate a otturarne il passaggio. Fragolina | le | prese a manate e le lanciò lungi da sè. Le formiche, per |
Le Fate d'Oro -
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a otturarne il passaggio. Fragolina le prese a manate e | le | lanciò lungi da sè. Le formiche, per vendicarsi, le corsero |
Le Fate d'Oro -
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Fragolina le prese a manate e le lanciò lungi da sè. | Le | formiche, per vendicarsi, le corsero sul collo, sulle |
Le Fate d'Oro -
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e le lanciò lungi da sè. Le formiche, per vendicarsi, | le | corsero sul collo, sulle braccia, le invasero tutto il |
Le Fate d'Oro -
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per vendicarsi, le corsero sul collo, sulle braccia, | le | invasero tutto il corpo e si diedero a pungerla |
Le Fate d'Oro -
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formiche affaticati a distruggere l'opera loro, a rompere | le | comunicazioni tra il mondo sotterraneo e quello dove |
Le Fate d'Oro -
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il sole, dove si soffre, ma si ama tanto; e Fragolina | le | calpestava, le distruggeva, nè si lasciava atterrare dai |
Le Fate d'Oro -
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dove si soffre, ma si ama tanto; e Fragolina le calpestava, | le | distruggeva, nè si lasciava atterrare dai loro attacchi. |
Le Fate d'Oro -
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attacchi. Quando arrivò su, nel bosco dove cre- scevano | le | fragole, ella faceva sangue da tutto il corpo e il suo |
Le Fate d'Oro -
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l'uno e l'altro, si diede a correre. Ma da più parti | le | guardie del corpo, capitanate dal maggiordomo, l'avevano |
Le Fate d'Oro -
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dalla quale partivano ancora i ge- miti della nonna e | le | grida di Moreccino. - Eccomi, son qua, sono Fragolina, |
Le Fate d'Oro -
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gioia vicina al focolare; Moreccino corse dalla sorella, | le | lavò il viso con l'acqua della fontana, le fece mille |
Le Fate d'Oro -
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dalla sorella, le lavò il viso con l'acqua della fontana, | le | fece mille carezze e riuscì fi- nalmente a calmarla. |
Le Fate d'Oro -
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la sua nonna e di lavorare per lei, non rim- pianse mai | le | ricchezze perdute. Quando coglieva le fragole nel bosco, |
Le Fate d'Oro -
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non rim- pianse mai le ricchezze perdute. Quando coglieva | le | fragole nel bosco, sentiva tante volte delle vocine che le |
Le Fate d'Oro -
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le fragole nel bosco, sentiva tante volte delle vocine che | le | di- cevano: - Vuoi essere regina? Avrai un po- polo |
Le Fate d'Oro -
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dove sono nascosti i tesori! - Ma Fragolina si metteva | le | mani agli orecchi, pensava alla nonna e non si la- sciava |
Le Fate d'Oro -
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Un giorno, mentre era intenta alle solite sue occupazioni, | le | comparve dinanzi l'omìno, seguito da una turba di |
Le Fate d'Oro -
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giorno, omìno; che cosa vuoi da me? - Queste ricchezze, | le | vedi? - Sì. Ebbene? - Esse son tue, se.... - No, riportale |
Le Fate d'Oro -
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il capo e disse fieramente: - Va', non mi tentar più. Con | le | ric- chezze non si compera la felicità. - E l'omìno se |
Le Fate d'Oro -
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prima di soprassalto, sembrandole di udir piangere | le | gemelle ed accapigliarsi fra loro; ma accorgendosi |
Teresa -
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fra loro; ma accorgendosi dell'errore, sorrise, e ritirando | le | gambe che aveva già buttate fuori del letto, si rannicchiò |
Teresa -
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già buttate fuori del letto, si rannicchiò dolcemente sotto | le | lenzuola. Il materasso, molle, sovrapposto a un saccone di |
Teresa -
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Sulle pareti, quattro quadrettini modesti rappresentavano | le | avventure di Telemaco; Venere che conduce Amore nell'isola |
Teresa -
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altre vestite di bianco, e il giovane Telemaco fra esse; né | le | parve che la scena fosse antipatica, tutt'altro. A casa |
Teresa -
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avventure di Telemaco. Un leggero fruscìo accanto all'uscio | le | trasse un grido. La zia Rosa entrò, serena, calma, con una |
Teresa -
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Rosa entrò, serena, calma, con una tazzetta di caffè fra | le | mani. La vergogna di essere stata sorpresa a letto, fece |
Teresa -
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balbettare a Teresina una gran quantità di scuse; ma la zia | le | tagliò subito a mezzo, sorridendo, dicendo che alla sua età |
Teresa -
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resto di caffè, e la sgocciolò allegramente, succhiandosi | le | labbra. Poi balzò dal letto come una molla. Nessuno le |
Teresa -
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le labbra. Poi balzò dal letto come una molla. Nessuno | le | faceva premura; la mamma non chiamava "Teresina, Teresina", |
Teresa -
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con quella vocetta spenta ch'ella conosceva cosí bene; non | le | gemelle da pettinare, non da ammannire le colazioni, non le |
Teresa -
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cosí bene; non le gemelle da pettinare, non da ammannire | le | colazioni, non le fascie d'Ida da rotolare per benino, non |
Teresa -
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le gemelle da pettinare, non da ammannire le colazioni, non | le | fascie d'Ida da rotolare per benino, non la voce burbera |
Teresa -
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benino, non la voce burbera del padre: "Che nessuno tocchi | le | carte del mio studio!" Tutta la camera per lei, vuota; una |
Teresa -
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busto, rialzando ad ogni po' lo spallino della camicia che | le | scivolava sul braccio. Come erano bianche le sue braccia! |
Teresa -
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camicia che le scivolava sul braccio. Come erano bianche | le | sue braccia! Ella non aveva mai avuto tempo di guadarle, e |
Teresa -
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sue braccia! Ella non aveva mai avuto tempo di guadarle, e | le | apparivano ora come le braccia di un'altra persona, così |
Teresa -
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aveva mai avuto tempo di guadarle, e le apparivano ora come | le | braccia di un'altra persona, così sottili, rotonde e |
Teresa -
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zia Rosa, la quale era stata una vera bellezza; e nemmeno | le | sue guancie e il suo mento non avevano quelle linee pure, |
Teresa -
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un'impressione buona e si sentí consolata. Bella non | le | sembrava di essere, ma brutta, brutta come le Portalupi, |
Teresa -
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Bella non le sembrava di essere, ma brutta, brutta come | le | Portalupi, nemmeno. Cercò un momento una parola, una parola |
Teresa -
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un momento una parola, una parola che lei conosceva, e che | le | sembrava applicabile alla propria fisionomia, ma non la |
Teresa -
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i rosai, seria, come persona che se ne intende. - Cogli | le | rose - le gridò a tergo la voce dello zio. Il vecchione la |
Teresa -
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seria, come persona che se ne intende. - Cogli le rose - | le | gridò a tergo la voce dello zio. Il vecchione la osservava, |
Teresa -
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colle mani scarne appoggiate allo stipite. Ella colse | le | rose, scegliendole; lasciando da parte i piccoli boccioli |
Teresa -
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parte i piccoli boccioli non ancora dischiusi; preferendo | le | rose piene, carnose, dal grembo cupo e fortemente odoroso; |
Teresa -
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rose piene, carnose, dal grembo cupo e fortemente odoroso; | le | fiutava ad una ad una prima di riunirle in mazzo; le fiutò |
Teresa -
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le fiutava ad una ad una prima di riunirle in mazzo; | le | fiutò ancora tutte insieme, a lungo, colla faccia |
Teresa -
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sprofondata in mezzo alle foglie fresche, umettandosi | le | guancie di rugiada. - Sono belle, nevvero? - Bellissime. |
Teresa -
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fra i cespugli, stringendosi al petto tutte quelle rose che | le | scappavano dalle dita. - Fammele vedere Teresina si accostò |
Teresa -
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sforzi incredibili per sostenersi ritto, e gli presentò | le | rose, sporgendosi avanti, sfiorandogli colle mani le mani |
Teresa -
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le rose, sporgendosi avanti, sfiorandogli colle mani | le | mani agghiacciate. Egli barcollò un momento, odorando le |
Teresa -
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le mani agghiacciate. Egli barcollò un momento, odorando | le | rose sul seno della fanciulla, e poi cadde sfinito nel |
Teresa -
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- Gli uomini - disse placidamente la zia Rosa, infilando | le | maglie di un pedule - sono molto piú deboli di noi. - Sì? - |
Teresa -
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che nessun soffio di passione aveva alterate mai. Lo zio | le | faceva un po' soggezione, e, segretamente, le ispirava un |
Teresa -
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mai. Lo zio le faceva un po' soggezione, e, segretamente, | le | ispirava un certo disgusto; ma non poteva saziarsi dal |
Teresa -
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la sua finestra, proprio nel momento ch'ella schiudeva | le | gelosie? Lo seppe un giorno, a tavola, poiché la zia |
Teresa -
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occhi grandi a fior di testa, che sembravano voler pigliare | le | persone come in una tanaglia. Era un divertimento vederlo |
Teresa -
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in una tanaglia. Era un divertimento vederlo passare tutte | le | mattine, ed era comodo per l'ora: Cecchino significava le |
Teresa -
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le mattine, ed era comodo per l'ora: Cecchino significava | le | sette e mezzo in punto. La zia Rosa, che conosceva la |
Teresa -
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All'entrare in sala, con tutte quelle sedie allineate lungo | le | pareti, il pavimento spruzzato di acqua fresca, e quattro |
Teresa -
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Vedeva, confusamente, due o tre coppie che giravano, e | le | parve che la zia Rosa, dall'altro lato della sala, la |
Teresa -
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ad uscire di quel cantuccio, a muoversi anche lei come | le | altre. Ma c'era una nebbia davanti alle sue pupille, non |
Teresa -
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e la nebbia crebbe, diventò tenebra folta, dopo che | le | si era fermato proprio davanti qualche cosa color cannella. |
Teresa -
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cannella. - Posso? Che cosa si voleva da lei? Che cosa | le | offrivano? Chi parlava? Ella rispose vivamente no, no, |
Teresa -
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erano piuttosto sassolini o mollica di pane? Suo fratello | le | aveva fatto tante volte quello scherzo. La voce insistette |
Teresa -
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Il signor Cecchino aveva un modo di parlare mellifluo, | le | stava chino davanti con tanto rispetto, ch'ella ebbe una |
Teresa -
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ebbe una lontana intuizione di fargli piacere ad accettare | le | sue cortesie. Rispose dolcemente: - Non ho mai ballato. - |
Teresa -
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Ripose i confetti in una tasca del giubbetto, e | le | porse galantemente la mano. - Temo m'abbia a girare la |
Teresa -
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può cadere. E per darle subito una prova della sua forza, | le | recinse la vita stretta. Teresina ripiombò nel buio. Non |
Teresa -
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stessa, girava, girava, acciecata dalle quattro candele che | le | sembravano girandole abbaglianti, sentendo nel fianco il |
Teresa -
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era giunta al punto da non potergli parlare senza che | le | tremasse la voce; e quand'egli disse, strisciando le |
Teresa -
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che le tremasse la voce; e quand'egli disse, strisciando | le | parole, facendo gli occhi espressivi: - Come mi dispiace |
Teresa -
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girava la zia Rosa; girava lei, Teresina, stretta fra | le | braccia di Cecchino. E chi girava realmente erano lor due |
Teresa -
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- Moltissimo - rispose Teresina con una convinzione che | le | trapelava dagli occhi. Una volta chiusa nella sua camera, |
Teresa -
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ballo, ricordando sillaba per sillaba tutto quello che | le | aveva detto Cecchino: "Posso? La prego, favorisca almeno un |
Teresa -
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"una persona simpatica". Queste, solamente a pensarci, | le | sconvolgevano il cuore. Guardò amorosamente il confettone, |
Teresa -
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di mangiarlo, e quello di conservarlo eternamente. Il letto | le | parve duro, troppo pesanti le coperte. Era stanca, ma non |
Teresa -
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eternamente. Il letto le parve duro, troppo pesanti | le | coperte. Era stanca, ma non le riusciva di chiudere occhio; |
Teresa -
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parve duro, troppo pesanti le coperte. Era stanca, ma non | le | riusciva di chiudere occhio; se appena le si appesantivano |
Teresa -
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stanca, ma non le riusciva di chiudere occhio; se appena | le | si appesantivano le palpebre, scattava, sembrandole di |
Teresa -
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riusciva di chiudere occhio; se appena le si appesantivano | le | palpebre, scattava, sembrandole di udire mormorare lì sul |
Teresa -
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lì sul guanciale: una persona tanto simpatica E poi | le | venivano in mente i ritornelli dell'organetto, e si |
Teresa -
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per lui; ma invece di essere un pensiero gaio e sorridente, | le | si affacciò quasi come un dolore, come una spina acutissima |
Teresa -
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Si sentiva cambiata, come se un gran numero d'anni | le | si fosse aggravato sopra; aveva pensieri mesti di morte, di |
Teresa -
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Si toccava l'abito qui, lì, dove lo aveva toccato lui; e | le | veniva una gran voglia di piangere. All'ora del pranzo |
Teresa -
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lo aveva veduto passare, e lo sguardo prolungato che egli | le | diede, l'aveva, per un istante, resa beata; ma poi la |
Teresa -
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- disse la zia Rosa, accarezzandola con dolcezza - forse | le | fa male l'aria. - No, zia, non mi fa male. - Sei pallida, |
Teresa -
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era bella la perla del Trastevere! | Le | treccie brune, foltissime; e gli occhi! il loro lampo |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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antica. Oh! Raffaello in Clelia avrebbe trovato tutte | le | grazie dell’ideale sua fanciulla colla virile robustezza |
Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico -
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conserva l'arco e parte della torre di cui erano munite | le | porte dei Visconti. Nel 1863 vennero questi avanzi |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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gotico_lombarda, ristaurati da inesperto architetto; sicché | le | torri furono guaste. |
MILANO IN PERCORSA IN OMNIBUS COMPILATA DA GAETANO BRIGOLA ED ILLUSTRATA DA NOTIZIE STORICHE ED ARTISTICHE DA FELICE VENOSTA -
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